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Autore: Jane2011    08/08/2022    0 recensioni
Claude Monet non trova da tempo l'ispirazione, ma, d'un tratto, rammenta le giornate che passava quando era bambino in campagna- Il suo celebre quadro: "Regate ad Argenteuil", infatti, raffigura il luogo dove è nato e cresciuto, e dove ha dipinto il suo primo quadro...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Regate ad Argenteuil"

“Oggi sento che è la volta buona per avere un po’ di ispirazione, vero Petit?”
Mi rivolsi fiducioso verso il gatto siamese che riposava tranquillamente sulla poltrona, e lui, in risposta, miagolò infastidito e si girò dall’altra parte per essere lasciato in pace, mi rivoltai verso la tela bianca, mi dava i brividi vederla così spoglia, presi il pennello e lo intinsi nel rosso acceso che avevo messo poco prima sulla tavoletta, iniziai a pensare per trovare inspirazione, finché non ebbi un colpo di genio!
Mi ricordai la casa dove abitavo da piccolo, il luogo in cui avevo dipinto il mio primo quadro, me lo ricordo bene tuttora. Così, come se niente fosse, iniziai a disegnare le casette che si affacciavano sulla riva del lago, dove le donne stendevano il bucato e seguivano divertite la gara che, ogni estate, mio padre ed altri suoi amici pescatori, organizzavano, l’obbiettivo era quello di prendere il maggior numero di pesci n barca a velo, così spiegavano le bianche vele e - “ VIA”-.
Mi ricordo che mia madre, quando avevo sette anni, mi ripeteva sempre, mentre la aiutavo a stendere i panni:
“Claude Monet, non c’entra che su sia meno ricco dei tuoi amici oppure che non abiti nelle miglior condizioni, nessuno, e tendo a precisare nessuno, potrà mai impedirti di seguire le tue passioni e tu dovrai sempre essere consapevole delle tue capacità, dovrai farle tue e custodirle. Ora vai a giocare, l’estate non è eterna!”
All’inizio mi stufava questa raccomandazione, mi piaceva quella semplicità e non capivo perché mai qualcuno avesse voluto usarla contro di me, ma, anche perché vengo da una famiglia povera e non ci potevamo permettere chissà cosa, mi servì molto quella specie di piccola regola e ogni volta, mi dava la spinta per lottare per quello per cui ne valeva la pena. Ora devo ringraziare lei e tutto il supporto che mi ha dato per quello che sono diventato;
Quand’ero piccolo, mi piaceva inseguire il riflesso delle barche mentre si muovevano, con il vento che mi spingeva per farmi correre sempre più veloce e il sole che mi seguiva mentre sfioravo l’acqua con la mano, mi piaceva correre nel verde, fra gli alberi, sentire il canto degli uccelli e arrivare a fine giornata sfinito, sì, ma divertito. Mi sdraiavo sulla fresca erba e guardavo il cielo, mi perdevo difronte a quella vista magnifica, e poi chiudevo gli occhi, facendomi accarezzare dal prato e dal vento che mi faceva spettinare i capelli e che mi cullava in una breve pennichella...
“SBAM!” Il rumore della finestra che sbatteva mi fece tornare alla realtà, mi ero completamente immerso nei ricordi e, come se la mia mano avesse preso autonomia, sulla tela c’erano degli schizzi quasi perfetti di quello che avevo rammentato, solo con una aggiunta, un piccolo sentiero si intravedeva tra l’immenso verde ...il sentiero che io avevo percorso nel viaggio migliore, quello del mio passato che, nella sua semplicità, mi ha fatto diventare quello che sono:
“Claude Monet, con tutti i miei difetti, i miei pregi e le mie passioni.”
   
 
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