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Autore: KurryKaira    17/08/2022    1 recensioni
"Sai Hiromi? Giravano voci su quanto tu fossi pazza di me, completamente presa dal nostro rapporto, tanto da non renderti conto di non essere ricambiata. Perché sempre così distaccato, silenzioso, assente, sembrava chiaro a tutti che io non fossi in grado di amare. Ne erano convinti tutti, nonostante tutti i miei immensi sforzi, erano tutti convinti che io non ti avrei mai resa felice ma che a te non importava tanto era grande il tuo amore per me. Tanto che quasi me ne convinsi, non del fatto che non ero capace di amare, sapevo benissimo che avevo un cuore particolarmente caldo che batteva dentro di me e batteva per te, ma mi convinsi che tu saresti stata disposta a tutto pur di restare al mio fianco, per sempre."
Coppia principale: Kai e Hiromi.
Altre coppie: Max e Mariam, Rei e Mao, e un'altra che non posso dire perché sarebbe spoiler XD
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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" Ti ho sognata. Non mi era mai successo.
Non mi sarebbe dispiaciuto sognarti altre volte e in altre circostanze, magari in silenzio, mi piace il silenzio.
Ma non ti ho mai sognata. Forse perché di solito sogno solo quello che vivo durante il giorno.
E questo mi fa notare quanto io ti abbia vissuta così poco in realtà. Sicuramente colpa mia. So come sono.
Ma ieri mi hai detto quelle cose e il mio subconscio non è riuscito a ignorarle come invece ha fatto la mia bocca.
Scusa, non volevo ferirti."

Il sole alto tentava di battere all'interno di quella grande stanza che era la camera da letto del giovane Hiwatari, ma le tende fitte impedivano alla luce di entrare.
Gli occhi ancora socchiusi guardavano il soffitto vuoto, il palmo di una mano sulla fronte e l'altro vicino ai pantaloni del pigiama stropicciati.
Decise di alzarsi piano da quel letto non così sfatto, non si muoveva affatto nel sonno.
" Dovrei rimediare. Non volevo ferirti." Pensò di nuovo " E vorrei sognarti più spesso, tra uno scontro tra Dranzer e Dragoon e l'altro. Scontro dove perdo sempre tra l'altro, come nella realtà" sorrise impercettibilmente accettando l'idea di non essere un gran sognatore, a livello non metaforico, perché invece di ambizioni ne aveva tante.

Tutti i suoi amici, come quasi ogni giorno, erano già radunati nella villa Kinomiya ad allenarsi con i beyblade.
Il professore ticchettava velocemente sui tasti del suo computer alzando di continuo lo sguardo verso le trottole di Rei e Takao, i due avversarsi.
La giovane e pimpante ragazza dai capelli bruni se ne stava accanto a lui, stranamente in silenzio, sguardo vuoto e braccia distese e mani chiuse sulle ginocchia.
- Qualcosa non va Hiromi?- Le disse il piccolo genio continuando senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
- Come?- Disse allora lei tornando in sé.
- Sei così seria oggi. Non ti sei divertita ieri? O sei solo stanca?-
- Stanca!- Rispose prontamente:- Sono solo stanca- guardò le sue mani stringendole.
- Va bene- rispose il ragazzo senza mai guardarla:- Qualsiasi cosa, sai che sono qui se hai bisogno!-
Lei sorrise, un'onda di calore la pervase, tanto che quasi le venne da piangere.
- Dovevo innamorarmi di te- disse dolce e quasi in una risata dandogli un bacio sulla guancia. E allora lui smise di premere quei tasti, lasciando il computer cadere sui suoi piedi.
I blader richiamarono le trottole distratti dall'urlo del ragazzo.
Takao:- Professore?! Che ti prende?!-
Anche Rei e Max attendevano risposta mentre Hiromi subito dopo il maligno e dolcissimo gesto era sgattaiolata via.
Solo il più giovane sbraitò rosso in viso:- L'... l'ochetta! L'ochetta l'ha baciato!!- Aveva visto tutto.
- Cosa?!- Urlarono tutti tra lo stupore e la risata.
Il professore riprendendo il suo computer nel panico, nella speranza che non si fosse rotto:- Che cos'è successo? Mi deve essere sfuggito di mano. Bacio? Bacio chi?!-
Il biondino si guardò intorno ridacchiando:- Hiromi nemmeno c'è più!-
Il cinese cinico prese in giro:- Sicuri di non esservi inventati tutto?-
Takao rise.
Il Prof si rimise a lavoro come se nulla fosse successo:- Di cosa parlate? Io non ho detto nulla!-
Daichi:- Vi dico che l'ha baciato!-
Prof:- Baaciio che?- Strascicò lavorando sul nulla, i beyblade non giravano più, Max glielo fece notare chiudendo il portatile e indicando l'arena.
Rei:- Per me ve lo siete sognato, Hiromi è troppo bella per te- ridacchiò, Takao rise di gusto, il Professore morì dentro.
Takao, smettendo di ridere, quasi:- Ma intanto dove è andata?-
Prof. K:- Non lo so! Era strana, era strana già da ieri, alla tua festa di compleanno! Sembrava nervosa, oggi invece sembra triste. Non ve ne siete accorti?-
- No- risposero tutti pessimi com'erano per poi riprendere in giro la sua speciale attenzione per la ragazza.
- Sono solo più sensibile di voi!- Si alterò:- Io amo solo Ming Ming- fece partire un video di una sua canzone dal computer.
- Oh consolati, nemmeno lei è alla tua altezza- questa volta a chiudergli il portatile fu il cinese.
- Sembra che le donne siano sempre e solo alla tua altezza Rei...- borbottò arrabbiato l'occhialuto.
Daichi si avvicinò saltellando e ridendo sguaiatamente.
Takao:- Comunque sarà triste perché si è resa conto del pessimo regalo che mi ha fatto! Dei libri, tsz!-
Una voce urlò da dentro la villa:- Sono l'unica ad averti fatto un regalo utile!! Altro che componenti per Dragoon!-
Max:- Oh, la baciatrice è ancora qui- si voltò vedendola arrivare sul portico.
Takao a braccia conserte si chinò predicante:- Dei libri Hiromi. Sembra a volte che tu non mi conosca affatto!-
Hiromi:- Tesoro, sei non sai ancora leggere puoi prendere lezioni dalla sottoscritta se vuoi!- Altrettanto predicante.
Il campione di beyblade sghignazzò:- Se nelle tue lezioni sono compresi baci improvvisi potrei pensarci!-
La ragazza si ammutolì arrossendo, la schiena si drizzò e sbuffò:- Siete davvero stupidi!- Si voltò tornando all'interno:- Era un innocuo bacio sulla guancia. Siete così infantili!-
- E' stato comunque bellissimo...- bofonchiò il baciato riguardando il video della sua idol preferita.
- Non me lo sono sognato!- Urlò soddisfatto Daichi fuori luogo.
Dopo altre risate ripresero le loro sfide, sta volta Daichi contro Max. Hiromi invece non era più uscita, apriva le credenze della cucina cercando del cibo.
- Hai fame?- Le chiese il nonnino apparendo all'improvviso, tanto che lei sussultò.
- Mi ha spaventata- sorrise:- Un po'. Se non le dispiace prendo qualcosa.-
- Fai come se fossi a casa tua, come in effetti già stavi facendo!- Ridacchiò, poi guardò fuori la finestra vedendo il nipote fare lo scalmanato:- Sarebbe bello un giorno diventasse davvero casa tua! Ne sarei felice!-
La ragazza lo guardò spalancando gli occhioni.
- Hai organizzato una bella festa ieri a mio nipote. Lo so che lui non ti merita neanche un po', ma che ne pensi di sposarlo un giorno??-
Allora lei non riuscì a trattenersi dal colorarsi completamente e il nonnino rise di gusto:- Scherzavo- le disse:- Cioè, no. Ma di certo non mi intrometterei mai nei tuoi sentimenti. Dico solo che sarei felice se trovasse una ragazza come te, capace di metterlo in riga.-
- Come no- disse lei ancora un po' persa:- Ho detto che voglio insegnarli a leggere e lui ha detto che vuole baciarmi, altro che metterlo in riga.-
- Come?-
- Cosa?! Ho pensato a voce alta lasci stare- prese un panino dolce e un tè in lattina:- Vedrà che prima o poi anche uno come Takao metterà la testa a posto, con o senza di me!-
- Non hai escluso la tua presenza però, ahahah, sono contento!- Andò via prendendo in giro la giovane che ancora rossa uscì dalla cucina per poi attraversare il giardino verso l'uscita.
Takao:- Ehi, donatrice di libri e di labbra, te ne vai?-
Rei:- Bella questa Takao.-
Hiromi a malapena lo guardò, imbronciata:- Sì, me ne vado! Ci vediamo domani, forse!-
Takao:- Allora ciao!- Ridacchiò ancora salutandola seguito da tutti gli altri, a parte Daichi che continuava a parlare di lei come di una poco di buono ricevendo un panino dritto in testa che alla fine mangiò.
Appena superate le mura e il cancello della villa con ancora il suo tè la attendeva una piacevole o sgradevole sorpresa.
Sussultò tanto che la lattina le cadde di mano, il blader poggiato a quel muro si chinò per prenderla e restituirgliela.
Lei la prese senza degnarlo di guardarlo negli occhi:- Grazie Kai. I ragazzi si stanno già allenando. Al solito arrivi tardi. Se arrivi- quasi severa:- D'altronde sei arrivato tardi anche ieri alla festa a sorpresa per Takao. Non sei un bravo amico sai?- Lo guardò e gli occhi di lui erano sempre così impassibili ma sempre pieni di un mondo così grande che non era mai riuscita a comprendere.
Sfiatò piano continuando a guardarlo:- Ma immagino che anche in quel caso dovrei ringraziare semplicemente che tu ti sia presentato. E indossavi una camicia anche, sì dovrei proprio ringraziare!- Quasi rise:- Vado eh, i ragazzi ti aspettano- proseguì per la sua strada continuando a parlare:- Non è vero, chiaramente nessuno ti aspetta mai, c'è il rischio di aspettarti in eterno.-
- Sono qui per te- emise lui bloccandola.
- Scusa?- Allora lei si voltò tra la curiosità e il nervoso.
- Scusa- ripeté lui come a citare le stesse parole di lei:- Esatto.-
Gli occhi di lei si fecero lucidi all'istante e le labbra si morsero.

" Non ricordo bene il sogno. Ma credo di aver sognato esattamente ieri sera. Ho semplicemente cambiato il finale.
Non ho sognato l'inizio della festa, perché non c'ero" ridacchiò ancora impercettibilmente tra un pensiero e l'altro "il ristorante era lo stesso, quello vicino al Belvedere, era buio ma non si vedevano troppo le stelle perché offuscate dalle piccole lucine giallognole appese tra un palo di legno e l'altro del giardino dove mangiavamo, proprio come era veramente. Avete scartato i regali, ma non ricordo cosa dicevate perché a pensarci bene non lo ricordo nemmeno nella realtà, c'era solo tanta confusione e forse Takao si lamentava di qualche regalo, che ragazzino egoista e capriccioso ogni tanto, se posso dirlo o meglio pensarlo" ma lo pensò con affetto " Ora che rifletto ieri ero distratto da quel gattino che mi camminava tra le gambe a cui ho praticamente dato metà della mia cena, per questo ricordo poco e nulla. Però il gattino non l'ho sognato, non che ricordi. Poi a poco a poco sono andati tutti via, nel sogno come nella realtà. E prima che potessi andare via anche io, mentre Takao continuava a lamentarsi dei regali mettendoli in un bustone per portargli a casa, tu, vestita di un aderente tubino nero e un elegante giacchino bianco mi sei venuta incontro.
Eri bellissima. Nel sogno come nella realtà. Ho pensato solo questo. Anche se probabilmente il mio viso era impassibile" proprio come in questo momento mentre lei stringeva forte la lattina di tè attenendo qualche parola in più.

"- Kai. Lo so che è un po' tardi. Ma è così difficile riuscire a trovarci in un momento tranquillo. Insomma, senza tornei che ti allontanano o senza pazzi ladri di creature misteriose ehehe. Ecco, prima che tu te ne vada a dormire in qualche angolo sperduto di città...- non sono sicuro che non mi stessi prendendo in giro. - ...io vorrei dirti una cosa. E' importante- Eri così bella che non ci credevo. Avevi i capelli scompigliati dai litigi con Takao e le guance color pesca, una postura timida che quasi non ti apparteneva. Che cosa mai volevi dirmi di così importante con quegli occhi e quelle labbra rosa?
- Andiamo al Belvedere? Magari si vedono meglio le stelle, e poi... è lì che ti ho conosciuto. Ti ricordi?-
- Non particolarmente- ti ho risposto, credo a volte di essere involontariamente pessimo. Ma comunque ti ho seguita fino al Belvedere, rigorosamente in silenzio, non parlavi nemmeno tu.
Le stelle ora erano davvero luminose, ma questo era solo nel mio sogno, perché i lampioni sono tanti lì al Belvedere; probabilmente ho voluto sognare l'atmosfera che tu avevi in mente. Mi davi le spalle, e poi ti sei voltata all'improvviso:- Kai tu mi piaci!- Sempre bellissima, non credo tu sappia quanto.
- Non come persona. Cioè sì, nel senso, ovvio. Intendo però che mi piaci, mi piaci come... ragazzo. Dio che imbarazzo, sono così stupida- ti muovevi in maniera nervosa avanti e dietro giocando con una ciocca dei tuoi capelli.
- So che non sei in alcun modo un tipo da relazione. E che prendi e sparisci senza neanche salutare e che probabilmente per te conta solo il beyblade- che pessima considerazione devi avere di me e nonostante questo ti piaccio.
- Ma io penso di poterlo sopportare. Se... se tu sei almeno in parte interessato a me come io lo sono a te. Ti chiedo... di provare a... a non lo so, avere una relazione. Oh Dio che imbarazzo- nascondevi il viso tra le mani:- Forse ho bevuto un po' troppo, non dico di essere ubriaca. Ma forse un po' brilla. Non siamo così distanti dalla maggiore età e io sono sempre ligia alle regole, ho solo voluto assaggiare un po' dalla bottiglia del nonno, che sciocca. Ma forse sto tergiversando- E nel sogno ti ho baciata. Per questo lo ricordo così bene. E' stato un bel sogno, anche se non c'era il gattino.
E soprattutto è stato diverso dalla realtà."

- Non parli più?- La voce trapelava un po' di rabbia:- Scusa di cosa?- Non riuscì a trattenere un singhiozzo:- Del fatto che ieri notte io ti abbia rivelato i miei sentimenti e tu te ne sia andato via senza dire una parola? Come al solito- si avvicinò ticchettando due dita al petto di lui che quasi indietreggiò:- Non pretendevo tu ricambiassi, ma almeno la decenza di darmi una risposta!-
- Mi piaci- disse allora lui e lei si ammutolì:- Ti rispondo adesso. Mi piaci. Scusa, era uno scusa per il ritardo.-
La ragazza allontanò le dita dal petto di lui, i nervi si calmarono, lo guardò ancora per poi, dopo qualche secondo, avere il coraggio di ribattere:- In effetti un po' di ritardo potrebbe esserci, ma non temporale- rispondendo ironicamente in maniera poco politicamente corretta.
- Farò finta di non aver colto l'insulto ma tergiversi ancora.-
Lei sorrise dolce, le sue guance tornarono color pesca come il tè che stringeva:- Che significa questo? Vuoi... vuoi avere una relazione con me?-
Il ragazzo ingoiò saliva in un lieve imbarazzo.
- Insomma, non sparirai all'improvviso come al solito? Non ti allenerai di continuo?-
- Certo che mi allenerò e sparirò. Ma tu hai detto di poterlo sopportare. Hai mentito?-
Hiromi non rispose, titubò un istante, non pensava affatto di aver mentito, sorrise.
- Dove stavi andando?- Le chiese lui.
- A casa. Perché ho dato un bacio al professore e l'aria si era fatta pesante- sorrise.
- Come?!-
- Sulla guancia. Perché pensate tutti male?- Continuò:- Poi si avvicinano gli esami del diploma, e al contrario di tutti voi io vorrei studiare. Quindi a casa, stavo andando a casa. Vai dai ragazzi ad allentarti- disse rassegnata:- Magari però sta sera mandami un messaggio della buonanotte. Potremmo cominciare a piccoli passi- quasi timida.
" Piccoli passi. Nelle cose importanti non faccio mai piccoli passi."
- E se invece ti accompagnassi a casa?- Disse lui e lo sguardo di lei si illuminò, trattenne a stento due lacrime e annuendo si attaccò al suo braccio.
Parlarono poco lungo il tragitto mentre camminando piano la testa di lei si avvicinava sempre di più alla sua spalla. Divisero la lattina, un sorso per volta.
Arrivati vicino casa della ragazza la buttarono in un cestino:- Sai?- Disse lei:- Quello che abbiamo fatto lo chiamano bacio indiretto. Attraverso la lattina è come se ci fossimo baciati, non credi?- In un lieve imbarazzo ma nella sua solita pimpante allegria.
- Che sciocchezza- la smontò lui per poi spingerla piano verso la parete bianca della sua casa.
Lei guardò d'istinto le finestre della dimora, nessun genitore guardava, bene, e poi guardò lui, aveva le braccia dritte contro quel muro e uno sguardo serio, il suo solito sguardo serio che tutto sommato nascondeva un'estrema dolcezza e forse un po' di timidezza. Sorrise notando quanto quel momento fosse simile a quella volta sulla scogliera, quando lui la salvò da quei massi e si ritrovarono in questa stessa posizione. C'era il Prof con loro, ma lei non ci stava pensando affatto, e in verità sembrava che anche per Kai ci fossero solo loro due. Chissà, magari era vero?
- Che sciocchezza? Perché mi dici questo Kai?!-
La baciò.- Piccoli passi. Che sciocchezza. Io non faccio piccoli passi.-
Lei sbatté più volte le palpebre, poi ridacchiò:- Non volevo mirare alla tua autostima sciocco- ricambiò il bacio e poi lo salutò:- Ora vado a studiare e dovresti farlo anche tu, sei all'ultimo anno esattamente come me! Lo farai?- 
Lui non rispose e lei capì benissimo che quel silenzio stava a significare "andrò ovviamente ad allenarmi coi ragazzi."
Ma magari poteva significare anche "però è stato bello baciarti e sta notte ci ripenserò prima di mandarti il messaggio della buonanotte."
Prima di chiudere la porta lei gli sussurrò con occhi grandi:- Un buon allenamento al mio ragazzo, Kai!- Ridacchiò imbarazzata sbattendo la porta e lui sorrise, con un sorriso vero sta volta per poi allontanarsi stringendo Dranzer nella sua mano.
  
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