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Autore: Sianna Salvatore    28/08/2022    0 recensioni
Volevo scappare da ciò che avevo fatto ma non avevo considerato che il passato torna e spesso lo fa i modi che non ci si aspetta.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Non voglio rimanere più, non voglio rovinare più
La luce buona e trasparente che ebbero i miei occhi

Volevo andarmene.
Ero stanco di tutto quel mondo che mi aveva reso un assassino.
Ero un assassino perché avevo ucciso. Ucciso la stessa persona che stava cercando di salvare la mia, di vita. E io le ho tolto la sua. Ho ucciso un’amica.
Ero un assassino e ogni volta me ne ricordavo quando guardavo i miei occhi allo specchio. Li guardavo e non li riconoscevo.
Volevo andarmene. Non volevo più rovinare quel poco di buono che era rimasto dentro di me, se ne era rimasto.
Volevo andarmene da quella cittadina che ormai mi aveva tolto tutto.
In un borsone misi qualche vestito, i soldi che tenevo da parte per il viaggio che stavo organizzando per l’estate dopo il diploma e, prese le chiavi della mia jeep, me ne andai senza voltarmi.
La destinazione era ignota ma sapevo che doveva essere molto distante da quella cittadina.
Volevo andarmene ed è quello che ho fatto.

E voglio dare via tutto e non guardarmi mai più indietro
Perché ogni volta che l'ho fatto il tempo mi ha ferito

Erano passati diversi anni dalla mia fuga ma non mi sono mai guardato indietro o almeno ci ho provato.
Qualche volta un gesto, un suono o un viso mi hanno fatto ricordare quel periodo. Ricordavo i momenti spensierati passati con gli amici, ricordavo le avventure vissute ma quel momento in cui tutto è cambiato mi continuava a ricordare il motivo per cui me ne sono andato.
Non volevo più ricordare perché ogni volta che la mia mente ritorna al passato il tempo non fa altro che far male. E ci sono riuscito.
Ci sono riuscito almeno fino a quella frazione di secondo.

E non ricordo più la gente e non ricordo le persone ma
ricordo ciò che le distingue quando danno amore
E porto a letto tutto il mondo che ho chiuso dentro la mia testa
Per riconoscere allo specchio ciò che di me resta

Non ricordavo o almeno così credevo perché, in quella frazione di secondo in cui rividi il tuo volto e sentì la tua voce, mi tornasti alla memoria.
Rividi i tuoi occhi, gli stessi occhi verdi che mi guardavano con amore in quei momenti del passato che avevo creduto di aver dimenticato. E ti ricordai. Ti ricordai con affetto e con dolore.
Eri, forse, l’unico rimpianto. L’unico di quella mia fuga perché sapevo che se ti avessi parlato non me ne sarei mai andato via e io ne avevo bisogno.
Volevo riconoscere nello specchio quel poco di me che mi resta.

Parlami, ti ricordavi di me?
Pensaci, ci siamo visti nei miei sogni

Era una giornata di nebbia ma tu mi riconoscesti.
Occhi negli occhi.
Ero immobile mentre tu correvi verso di me facendoti largo tra la folla.
Anche se volevo andarmene ero immobile.
Eri difronte a me, mi parlavi ma io non ti ascoltavo. Continuavo a guardare i tuoi occhi.
“Parlami, ti ricordi di me?”
Come sempre avevi capito tutto. Avevi capito le ragioni della mia fuga ma mi sei venuto a cercare lo stesso.
Io ero immobile.
“Parlami, ti ricordi di me?”
Volevo andarmene ma i miei occhi non si staccavano da te.
Mi abbracciati, avevi capito.
“Ci siamo visti nei miei sogni.”
Volevo andarmene ma capì che volevo che mi difendessi anche da me stesso.

Ah, difendimi per sempre, amore mio, almeno tu
In questi angoli del mondo agonizzante di bugie
Rimane la ferita
Rimane la mia vita
Difendimi per sempre in questo mondo in tempesta
In cui l'amore è il solo grido di protesta di noi uomini
Riesco a non arrendermi
Se ci sei tu a difendermi

Ero tra le tue braccia quando mi promisi che mai te ne saresti andato.
Ero tra le tue braccia mentre mi difendevi dalle mie ferite perché come sempre tu capivi tutto di me.
Ero tra le tue braccia mentre comprendevo che certe ferite rimanevano per sempre ma ci rimaneva la vita per tentare di rimarginarle.
Ero tra le tue braccia mentre la macchina correva veloce verso quella che una volta era casa ma che ora era solo un mondo di tempeste da affrontare una alla volta.
Ero tra le tue braccia quando ammisi a me stesso che sono con te al mio fianco sarei riuscito a non arrendermi alla solitudine e alla tristezza in cui mi volevo chiudere.
Ero tra le tue braccia e con il sorriso ti dissi “Se ci sei tu a difendermi” e con uno sguardo tu avevi già compreso tutto.

   
 
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