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Autore: Keeper of Memories    28/08/2022    2 recensioni
"Entrambi si trovano lì, in una sala antica, dove il tempo si è fatto beffe delle elaborate decorazioni murarie e delle statue solenni, rovinando e sgretolando ogni cosa.
Sono fianco a fianco, le spade laser sguainate mentre osservano la luce emanare dal pozzo ai loro piedi, che quasi sembra chiamarli con la sua luce pulsante.
Dietro il pozzo, due troni in pietra.
Due troni per due persone.
Due troni per una diade.
Due troni per loro.
Per un breve istante i loro occhi si incontrarono."
Tempo fa incappai nello script iniziale di episodio IX e quasi subito decisi di trasformare quel capolavoro mai nato in una storia.
!Attenzione!
Se cercate un lieto fine per la vostra coppia preferita, passate oltre. Questa non è la fanfiction che state cercando.
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Principessa Leia Organa, Rey
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Bonadan, Orlo Esterno
 
Il Millennium Falcon iniziò lentamente la sua discesa lungo una valle tra due catene di alti monti cilindrici. Si avvicinò allo spazioporto, un’alta torre di piattaforme circolari che alla luce rosata dell’eterno tramonto della sottile fascia abitabile del pianeta ricordava molto una sottile ninfea che si libra al di sopra delle acque scure del fiume sottostante. Fu su una di queste piattaforme che Chewbecca fece atterrare il Falcon.
 
«Lo so che è una fregata corelliana, ma in quel bel registro voi scriverete che è un incrociatore di Praddor» bisbigliò Poe ai due Ugnaught addetti allo spazioporto. I due alieni iniziarono a battibeccare animatamente nella loro lingua.
«Okay, chi di voi due comanda qui? Perché da dove vengo io sareste entrambi della taglia di un bambino» aggiunse, provocando grugniti ancora più accesi tra i due.
Rey uscì dalla nave, seguita dal wookie, ma non poté fare che pochi passi prima di essere fermata dal pilota della Resistenza.
«Ehi eh ehi, dove pensi di andare così conciata?» le chiese Poe, squadrandola da capo a piedi.
«Così come?» rispose lei, guardando brevemente i suoi scuri abiti da combattimento.
«Da jedi!» sussurrò Poe, facendo in modo che solo Rey e Chewbecca lo sentissero, «Dobbiamo trovare un travestimento. Chewbe, potresti convincere tu questi gentili signori?»
Chewbecca si avvicinò ai due ugnaught e terminò bruscamente la loro discussione con un rumoroso ruggito. Poe e Rey si avvicinarono a una bancarella di stoffe colorate e vestiti locali dello spazioporto.
«Tieni, questo dovrebbe andare» disse Poe, porgendole una stoffa arancione brillante.
«Grazie» rispose, gli occhi che brillavano per la meraviglia.
Rey legò la stoffa in vita a mo’ di gonna, in modo da coprire la parte inferiore della sua divisa “troppo jedi”, quindi fece passare una estremità attorno alla testa e alle spalle, cercando di imitare gli abiti che i locali indossavano. Poe invece acquistò una tunica ocra che gli arrivava alle ginocchia e che indossò sopra i suoi abiti, dovendo a malincuore rinunciare alla giacca nuova che aveva acquistato in sostituzione a quella regalata a Finn.
«Hai convinto i gentili signori dello spazioporto?» chiese Poe al wookie. Un ruggito affermativo e un’occhiata ai due sconquassati ugnaught furono abbastanza per convincere il pilota.
«Bene, dobbiamo solo mantenere un basso profilo. E stare molto calmi» disse Poe, entrando nel turboascensore assieme a Rey.
«Non sembri molto calmo» osservò la ragazza, guardando il ribelle di sottecchi.
«Te l’hanno detto i tuoi poteri da jedi?»
«Non ne ho avuto bisogno. Quel discorso che mi hai fatto poche ore fa alla base, sul parlare delle mie difficoltà, vale anche per te sai?»
Poe sospirò. «Al momento dell’attacco ero sul Falcon. BB8 e la mia ala X erano troppo lontani, non sono riuscito a raggiungerli. Spero stia bene. Spero stiano tutti bene.»
Rey sollevò una mano e la posò sulla spalla di Poe, stringendola leggermente.
«C’è ancora speranza, Poe» disse, sostenendo con decisione il suo sguardo quando i loro occhi s’incontrarono. Non ne era convinta, anzi, più il tempo passava più sentiva la sua sicurezza erodersi, lentamente e inesorabilmente come una roccia troppo esposta al vento. Poe le restituì uno sguardo mesto, ma Rey poté leggere lo sforzo nel suo stentato sorriso rassicurante.
«Voglio crederti, Rey.»
 
L’ascensore terminò la sua corsa portando i due a valle, presso le sponde del fiume. L’odore pungente di spezie investì le loro narici non appena misero piede fuori dal mezzo; bancarelle colorate, illuminate e decorate a festa si estendevano a perdita d’occhio tra i bassi edifici color terracotta, dove chiassosi mercati locali mettevano in vendita gli oggetti più disparati.
«Venite! Venite a vedere l’occhio schiumoso di Loyyil Karn» urlava lo strillone davanti allo stand del circo, mentre Rey e Poe si facevano strada tra saltimbanchi, acrobati e rumorosi artisti di strada.
«Mi ero dimenticato del festival» ammise Poe con un mezzo sorriso.
«Sei già stato qui?»
«Molte volte, con mio nonno. Prendevamo una barca, proprio in quel punto là» rispose, indicando un porticciolo che dava sul fiume.
«Non voglio sembrare invadente, ma, ehm, per curiosità… ricordi qualcosa? Dei tuoi genitori. Non credo di avertelo mai chiesto.»
Rey lasciò vagare lo sguardo per qualche istante, alla ricerca dei suoi pochi ricordi tra le merci e i volti alieni.
«Mio padre intagliava delle piccole navi spaziali nel legno» rispose infine, abbozzando un sorriso nostalgico «stavano sul palmo della mia mano.»
«Nient’altro?»
«Ricordo il loro amore. È per questo che ho aspettato così a lungo.»
Come era arrivato, il sorriso di Rey svanì, velato dal dubbio.
«Forse me lo sono immaginato. In fondo, non erano nessuno» aggiunse, dando voce al suo sconforto.
«Sciocchezze. Nessuno è nessuno.»
 
I passi cadenzati di un manipolo di stormtrooper pesantemente armato interruppe quella conversazione. Fingendo nonchalance, i due ribelli s’immersero nel viavai festoso, cercando il più rapidamente possibile di distanziare le truppe del Primo Ordine.
«Dannazione, stanno seguendo proprio noi» bisbigliò Rey, dopo che un’occhiata alle sue spalle le rivelò la loro posizione.
«Si, lo so. Seguimi, ho un’idea.»
Poe entrò in una grossa tenda, dove un’anziana utai mescolava una zuppa dall’odore pungente all’interno di un pentolone scuro. Non appena li vide entrare, gracchiò qualcosa nella sua lingua in direzione di Poe, quindi, riempì una ciotola con la zuppa e la porse al ribelle.
«Grazie, Signora Sokko!» disse Poe, prendendo la ciotola e sgusciando fuori dalla tenda da un’apertura alle spalle dell’aliena, seguito a ruota da Rey. Non ebbero tempo di sentire cosa la vecchia Sokko rispose, ma non sembrava nulla di carino, non nei confronti di Poe se non altro.
«Manca molto?» chiese Rey. Non sentiva gli stormtrooper alle loro spalle, ma l’ansia le stringeva la bocca dello stomaco, si sentiva quasi soffocare. Il piano non poteva andare storto, non ora.
«È laggiù.»
L’ edificio che Poe stava indicando era molto più grande di quelli che avevano visto finora, seppure avesse solo un piano. Sebbene l’esterno fosse abbastanza anonimo rispetto agli standard dell’isola, lo stesso non si poteva dire dell’interno: le mura e il pavimento erano di marmo candido e pregiati drappeggi colorati decoravano le pareti e il soffitto della stanza circolare, fungendo anche da separé agli avventori del luogo, che molto pigramente conversavano o fumavano lunghe pipe comodamente seduti in giacigli di velluto.
Al centro della stanza, una minuscola Lannik dalla pelle ambrata e dalle flosce orecchie a punta sedeva su una pila di cuscini, immersa in una discussione con dei locali. Aveva un ingannevole aspetto fanciullesco, gioviale, come tutti quelli della sua razza, ma lo sguardo fermo e il tono di voce pacato tradivano un’età molto più matura, ricordando ai presenti la sua longevità millenaria.
Poe afferrò Rey per il braccio prima che questa potesse avvicinarsi troppo.
«Vacci piano con i dettagli. Non ha bisogno di sapere chi o perché. Solo il come» bisbigliò, guardandosi attorno circospetto. Rey annuì.
I due ribelli si avvicinarono, non appena la coppia davanti a loro si alzò, prendendo posto sui due cuscini purpurei.
«Una jedi! L’ultima Jedi» trillò la Lannik non appena si sedettero, gli occhi limpidi fissi su Rey.
«Come non detto. Ciao ciao, discrezione» disse Poe, alzando gli occhi al cielo seccato «Lei è Nomi, comunque. Gestisce la baracca.»
«Tu cerchi un luogo» continuò Nomi, ignorando totalmente Poe.
«Un pianeta» disse Rey. Da quando si era seduta, una profonda sensazione di pace l’aveva avvolta come una coperta, sciogliendo quella morsa ferrea che sentiva allo stomaco e rallentando i battiti impazziti del suo cuore. Era come se le sue preoccupazioni fossero rimaste fuori da quel locale, come se la galassia si fosse fermata e potesse finalmente respirare. Rey realizzò con un certo stupore che era Nomi la fonte di quella tranquillità, stava usando la Forza per metterla a proprio agio.
«Mortis è il luogo» disse Nomi. La lannik prese diverse biglie scure dalle variopinte vesti dei colori del tramonto e le posò a terra, davanti a Rey.
«Si, l’ho visto in-» iniziò a spiegare Rey, ma venne quasi immediatamente interrotta.
«La lingua della jedi si ferma e la mente crea l’immagine! La Forza rivela la destinazione.»
Rey chiuse gli occhi e fece un profondo respiro. Le piccole biglie posate a terra si sollevarono lentamente, disponendosi attorno a loro. Una tenue luce azzurra le avvolse e in pochi istanti i tre vennero circondati da una mappa dettagliata della galassia.
«La destinazione è molto antica» continuò Nomi, gli occhi chiusi in meditazione «La prima a conoscere la Forza. La prima in cui si è fatto il bene. La prima in cui si è fatto il male.»
«Quale?» chiese Rey, dopo aver aperto gli occhi.
«La destinazione è dentro…»
«Senti, andiamo di fretta e-» s’intromise Poe, senza successo.
«L’uomo non parla» lo zittì Nomi, quindi si rivolse nuovamente a Rey «Gli occhi si chiudono. Solo la jedi conosce la strada.»
Rey chiuse di nuovo gli occhi mentre nuove immagini presero forma dietro alle sue palpebre.
Alte montagne innevate si stagliavano sull’orizzonte, ma la valle era dipinta con gli splendidi colori dell’autunno.
«Loro si incontreranno qui, attratti dalla Forza.» La voce di Nomi arrivava ovattata alle orecchie di Rey.
Rey si voltò, verso il salone del tempio. I due troni di pietra erano ancora lì, dietro il pozzo di intensa luce pulsante.
«Il lato oscuro e il lato chiaro.»
Rey si voltò lentamente. Lui era ancora al suo fianco, un lampo rosso entrò nel suo campo visivo quando sguainò la sua spada laser.
«Qui lei sacrificherà sé stessa.»
Lui scattò in avanti, verso di lei. Rey non riusciva a muoversi, era paralizzata dal terrore o forse dal dolore.
Kylo Ren calò la spada laser sulla sua testa.
 
Rey aprì gli occhi di scatto. Sentiva una fitta allo stomaco e i polmoni doloranti che reclamavano violentemente l’aria.
«Aspetta, cosa? Cosa significa “sacrificherà sé stessa.”?» Lo sguardo di Poe guizzava rapidamente tra Rey e Nomi.
Quest’ultima aprì gli occhi e, senza il minimo segno di turbamento, allungò il minuto braccio verso una delle biglie fluttuanti. Un minuscolo droide astroscrivano le si avvicinò e prese la biglia dalle dita con un altrettanto minuscolo braccio meccanico.
«La jedi deve andare. Da sola» fu la risposta.
Il droide ritirò il suo braccio meccanico e accese il proiettore olografico che aveva sulla schiena. Le coordinate del pianeta che cercavano apparvero pochi istanti dopo.
«Ho capito ma è veramente necessario? Possiamo tutti fermarci un attimo e discuterne, vero?»
Poe scattò in piedi non appena vide Rey allungarsi verso l’olodisco che il piccolo droide le porgeva.
«Grazie di tutto» disse Rey, la voce priva di qualunque emozione.
«Aspetta, cos’hai visto? Cosa avete visto?»
«La jedi viaggerà. Il viaggio risponderà alla domanda.»
«Quale domanda? Di cosa diavolo state parlando?» chiese con insistenza Poe, la voce alterata dal panico.
Rey si era alzata ed era ormai davanti alla porta, stava dando loro le spalle. Si fermò solo un attimo, per porre una domanda.
«C’è un’altra via?»
Nomi non rispose immediatamente, chiuse gli occhi per qualche istante.
«C’è sempre un’altra via.»
 
 
 




 
Note conclusive
Per ragioni di trama, Rey e Poe interagiscono molto poco nei primi due capitoli dell’ultima trilogia. Questo script prevedeva addirittura che diventassero una coppia, ma ho preferito modificare questa parte. Un’eroina può essere interessante senza dover per forza avere un interesse romantico, dopotutto Luke non ne aveva uno nella trilogia che lo vede protagonista. Non ho creduto necessario creare qualcosa di così artificioso in questa storia, ecco. Hanno entrambi bisogno di un amico, invece, questo si. Rey e Ben sono molto più affini, per ovvi motivi, ma questa coppia non avrà un lieto fine, non in questo universo.
Grazie per essere arrivati fin qui con la lettura, spero che questa storia vi stia intrattenendo. Che la Forza sia con voi!
   
 
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