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Autore: ineffable    29/08/2022    1 recensioni
Cosa c'è di peggio della gelosia? Un angelo geloso.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fraternizzare?


Aziraphale aveva sempre sostenuto che il fraternizzare di Crowley fosse solo una ripicca inventata da lui stesso per la questione dell'acqua santa, non ci aveva mai creduto veramente e aveva vissuto nella beata consapevolezza che il demone si intrattenesse con gli umani non più di quanto faceva lui, erano solo lavoro e sì qualche volta fonte di qualche piacevole chiacchiera e compagnia ma nulla di più, in fondo loro erano creature sovrannaturali mentre le persone erano solo di passaggio sulla terra, per questo l'angelo non aveva dato troppo peso a quella frase, almeno fino a quella sera.
Era una serata particolarmente nuvolosa quella, un venticello fresco tirava facendo sventolare le piccole tende che Aziraphale aveva posizionato accuratamente alle finestre del cucinotto che aveva miracolato in un angolo della libreria, aveva deciso di chiudere prima proprio per godersi quell'aria fresca prima dell'imminente temporale e così fece, solo dopo aver bevuto la sua seconda tazza di té.
Chiuse la porta a chiave e si avviò quasi danzando per quella città che era stata casa sua per tutti quegli anni, si sentiva stranamente bene, aveva il cuore leggero e le farfalle nello stomaco, il pensiero dell'apocalisse era ormai lontano e probabilmente tutto quel buon umore era dovuto a quello, non sentiva più il peso del suo ruolo gravargli sulle spalle, poteva comportarsi come un angelo ma anche semplicemente da Aziraphale, fare semplicemente del bene così come il cuore gli dettava ma anche lasciarsi andare a qualche peccatuccio tipico di quegli esseri che lo avevano adottato.
Dalle porte di un nuovissimo bar situato all'angolo di una strada rumorosa vide uscire il suo caro, vecchio amico Crowley, era bello poter pensare a lui in quel modo senza sentirsi colpevole di chissà quale offesa contro il paradiso, stava per sollevare una mano e chiamarlo a gran voce quando subito dopo di lui uscì un altro ragazzo, erano vicini, si tenevano a braccetto e ridevano come se fossero amici da una vita, qualcosa cominciò ad agitarsi nelle viscere dell'angelo il cui volto si incupì di botto, il sorriso svanì e il braccio non ebbe il coraggio di sollevarsi, improvvisamente la voglia di fare una passeggiata gli era calata sotto i piedi, sentiva solo di voler tornare a casa, rannicchiarsi sulla sua poltrona preferita e non pensare più a niente.
Una parte di lui invece, quella che teneva sempre a freno e per buone ragioni desiderava tanto andare dritto da quel demone e dirgliene quattro, come poteva andarsene stretto a un umano conosciuto da nemmeno cinque minuti e riderci insieme quando loro due era già tanto se si sorridevano, non era giusto, lui si era sempre comportato in modo impeccabile e pensava che anche Crowley si fosse limitato a compiere le sue tentazioni e poi andarsene, ma quella scena che aveva visto prima non sembrava affatto frutto di un'influenza demoniaca anzi tutt'altro, se la meritava proprio una bella ramanzina, anzi non gli avrebbe proprio rivolto la parola e così a passo spedito e saldo delle sue convinzioni il tenero angelo se ne tornò nella sua vecchia e profumata d'antico libreria a rimuginare tutta la notte su ciò che aveva visto.
Per tre giorni le due creature ineffabili non si sentirono, Aziraphale era sicuro di meritarsi delle scuse anche se non era chiaro nemmeno a lui stesso come poteva il suo amico scusarsi se nemmeno era consapevole di aver fatto qualcosa di sbagliato, ma un cuore ferito non è in grado di riconoscere la verità nemmeno quando gli viene presentata sotto al naso e l'angelo era certo che Crowley avrebbe capito che c'era qualcosa che non andava, il demone d'altro canto era perfettamente ignaro della faccenda, credeva che Aziraphale fosse impegnato a catalogare i nuovi libri e per evitare scenate isteriche o di interromperlo in un momento cruciale aveva deciso di lasciarlo in pace, e poi era convinto che avrebbe fatto bene ad entrambi rimanere separati e lui aveva approfittato di quel tempo per divertirsi un po', nulla di che in verità, semplici divertimenti umani, qualche bevuta e della sana, buona musica in compagnia di umani divertenti.
Fu dopo una settimana che il demone stanco di passare le sue serate in discoteca o nei pub decise di far visita a quella creatura che era così simile a lui, nel corso della storia aveva sentito spesso il bisogno di confrontarsi con qualcuno che avesse i suoi stessi anni, che provenisse dal suo stesso posto e avesse la sua stessa natura, certo erano di due fazioni opposte ma erano pur sempre creature immortali, gli esseri umani erano simpatici ed era bello passare il tempo in loro compagnia ma dopo aver compiuto le sue tentazioni, o essersi goduto qualche piacere terreno sentiva la necessità viscerale di riunirsi con l'altra parte di sé che per lui era così importante e fondamentale.
Quando entrò in libreria era perfettamente sereno e aveva in mente un paio di cose da proporre al suo amico di vecchia data, lo cercò tra gli scaffali trovandolo in cima a una scaletta non molto stabile intento a sistemare dei pesanti volumi, sorrise chiamandolo poco conscio di ciò che lo aspettava, Aziraphale che in quei giorni si era impegnato a trovare i modi più fantasiosi per tenere il broncio a Crowley non lo aveva sentito entrare, non aveva sentito la campanella del negozio che tintinnava, né i passi che si erano avvicinati a lui e quella voce che non era pronto a sentire gli fece saltare il cuore in gola, si girò troppo in fretta e perse l'equilibrio finendo per capitombolare tra le braccia di Crowley che per miracolo non finì a terra.
<< Un angelo caduto dal cielo >> disse Crowley ridacchiando evitando di pensare quanto fosse bello averlo tra le braccia, Aziraphale si scostò da lui sistemandosi i vestiti, imprecò mentalmente per la sua sbadataggine ma poi si ricordò di essere offeso e allora diede tutta la colpa a quel serpente che era arrivato strisciando neanche lui si trattasse di un succulento coniglietto da addentare.
Tutto nella norma fino a quando i pensieri rimangono nella mente, il problema era che espresse quel particolare stato d'animo ad alta voce senza nemmeno rendersene conto, probabilmente la causa erano stati i giorni di reclusione a sistemare libri già sistemati, quel chiodo fisso che non lo aveva lasciato per nemmeno un minuto.
<< Ti sembro forse un coniglio? >>
Il demone alzò un sopracciglio ovviamente confuso da quella domanda, mentre l'angelo avrebbe voluto ingoiare la lingua per quanto si era sentito stupido.
<< Coniglio? Perché dovresti...- >>
<< Niente, lascia stare >> lo interruppe Aziraphale rosso in volto, << hai sete? vuoi un té? >> domandò tentando di spostare l'attenzione su altro.
<< Sai che detesto quella schifezza >> brontolò facendo una smorfia disgustata, l'angelo se si fosse trattato di una settimana prima da bravo padrone di casa e gentiluomo avrebbe offerto al suo più caro amico una lista di bevande ben più gradite, tutto per farlo restare in sua compagnia, e lo stava per fare quando di colpo cambiò idea e la sua espressione divenne piccata.
<< Bé è quello che berrai perché al momento non ho altro, se non ti sta bene puoi anche andare altrove, ho l'aria di essere un bar? >> domandò senza dargli tempo di rispondere perché si diresse a passo di marcia in cucina, il demone lo seguì con mille punti interrogativi che gli ronzavano sulla testa, era decisamente più strano del solito e voleva saperne di più, decise anche di non ribattere sulla questione del té, quando il suo amico era in quelle condizioni la cosa migliore era essere accondiscendenti.
<< Angelo sicuro di sentirti bene? Sembra tu abbia un diavolo per capello >> disse sperando che puntare sull'ironia avrebbe alleggerito la tensione.
<< Non sono in vena di battute Crowley >> sottolineò il suo nome sbattendo la teiera sul fornello, << vuoi dei biscottini? >> domandò poi tirandoli fuori dal frigo e mostrandoglieli, questi cambiamenti di umore stavano facendo girare la testa al povero demone, << no, sai che non mangio. >>
<< Lo so mio caro, pensavo che avessi cambiato idea visto che su molte cose lo hai fatto o forse ti sono sempre piaciute e io non l'ho mai saputo vero? >> sbatté l'anta del frigo e gli schioccò uno sguardo piccato e tagliente.
<< Non capisco di cosa parli... >>
<< In generale, nulla di preciso >> disse prendendo i piattini e spostandosi nella saletta mettendoli sul tavolino e Crowley ovviamente gli andò dietro perché voleva capire dove fosse il problema, ma l'angelo continuava a fare avanti e indietro senza mai fermarsi finendo per portare molte più cose e del tutto inutili, << Aziraphale >> tentò di nuovo il demone ma quello niente, non aveva intenzione di fermarsi, spense il bollitore e lo portò in sala versandolo nelle tazzine il tutto tenendo il broncio, quando per l'ennesima volta stava per andarsene Crowley stufo lo fermò prendendolo per le braccia.
<< Fermati un attimo >> gli disse.
<< Devo portare questo di la >> rispose guardandolo solo per un secondo negli occhi, Crowley schioccò le dita e il bollitore sparì dalle sue mani, << il té si fredda >> disse Aziraphale abbassando le mani che stavano stringendo solo l'aria, << non me ne importa un fico secco dello stupido té! Voglio sapere che cosa ti prende. >>
<< Fa freschino oggi vero? Sarebbe meglio rimanere al...- >>
<< Aziraphale! >> sbottò attirando lo sguardo celeste su di lui, se fosse stato un altro momento l'angelo avrebbe certamente sussultato e si sarebbe preoccupato dell'agitazione dell'amico ma non quella volta, << hai ragione Crowley >> iniziò e il demone ringraziò qualunque entità lo avesse aiutato a mettere la parola fine a quella storia, ma aveva ringraziato troppo presto << dovremmo sederci e bere il nostro té, sarai stanco >> aggiunse serafico mandando in tilt l'amico che imprecò a denti stretti maledicendo l'inferno per aver inventato la testardaggine.
<< Perché per tutto il paradiso dovrei essere stanco sentiamo? >>
Aziraphale sollevò le spalle come se non avesse una risposta precisa a ciò che aveva insinuato << dimmelo tu Crowley lo sei? >>
<< No che non lo sono! >> strillò con voce acuta ed esasperata.
<< Strano...comunque ci sono molte cose che non so di te, voglio dire generalmente si pensa di conoscere qualcuno fino a quando fa qualcosa di completamente estraneo a ciò che ti eri immaginato >> disse rimanendo pacato e prendendo posto sulla sua poltrona, afferrò la tazzina e bevve un lungo sorso ignorando il bruciore che gli fece lacrimare gli occhi.
<< Se questo è uno stupido scherzo sappi che non è divertente angelo. >>
<< Mi spiace che non trovi la mia compagnia alla tua altezza, come ti ho detto quella è la porta >> rispose con una tonalità bassa e ferita, ma oltre a sentirsi in quel modo voleva anche ferirlo perché capisse come si stava sentendo lui.
<< Ma non ho detto questo...perché accidenti travisi le mie parole, hai capito ciò che volevo dire e non fare il finto tonto! >>
<< Non sono qui per sentire le tue offese >> posò bruscamente la tazzina fulminandolo con lo sguardo, il demone combatté contro l'istinto di indietreggiare, aveva il petto in subbuglio per tutte le emozioni contrastanti che stava provando, << basta me ne vado, è inutile rimanere qui a parlare con te >> disse voltandosi e guardandosi in torno alla ricerca di chissà cosa.
<< Bravo vattene tanto è solo quello che sai fare, va a spassartela intanto io me ne starò qui ad aspettare la prossima volta che ti degnerai di farmi visita >> sbottò Aziraphale alzandosi e a quel punto Crowley non ci vide più, in due falcate era già vicino a lui << guarda che puoi venire anche tu a trovare me. >>
<< Come no dritto nella tana del lupo, non vorrei mai disturbarti mentre sei in compagnia di altri. >>
Ora davvero non ci stava capendo più niente, era chiaro che il problema era lui ma non ne afferrava il motivo, non si erano nemmeno visti per questo si trovava in difficoltà, se almeno sapesse che cosa aveva fatto per farlo tanto arrabbiare sarebbe stato più facile chiarirsi.
<< Chi sono questi altri di cui parli? >>
<< Senti Crowley non mi va di parlarne, per me puoi gingillarti con chi ti pare e piace, non è affar mio. >>
<< Gingillarmi? >>
<< In qualunque modo tu voglia chiamare ciò che fai, non sono affari miei >> iniziò a dire prendendo i piattini e le tazzine e portandole in cucina, << non mi importa davvero se passi le tue serate con qualcuno a bere e ridere >> di nuovo in sala per prendere il resto delle cose << e se ti diverti a uscire con altri, a raccontare cose a loro invece che a me bé puoi farlo, non hai certo bisogno del mio permesso >> disse tutto d'un fiato facendo un sospiro alla fine.
<< Stai piangendo? >> domandò Crowley corrugando le sopracciglia mentre l'amico posò le stoviglie sul ripiano della cucina << no >> pigolò il principato senza guardarlo negli occhi, la prima volta che gli si erano riempiti di lacrime era stato quando avevano litigato al palco musicale, ma il demone quella volta non aveva potuto vederli perché si era già allontanato, ora però aveva visto quello sguardo divenire umido e triste e certo non aveva potuto fare finta di niente.
<< A me sembra il contrario >> disse.
<< Bé ti sbagli! >> sbottò voltandosi verso di lui, di solito quando uno dei due negava l'evidenza partiva una discussione tra chi aveva ragione o torto ma non quella volta perché Crowley aveva capito che il suo più caro amico nascondeva qualcosa di importante.
<< D'accordo...allora dimmi perché non stai piangendo. >>
<< E' semplice...perché non mi importa niente di quello che fai >> rispose abbassando lo sguardo.
<< Se non ti importa perché stiamo discutendo? >>
<< Non stiamo facendo nulla del genere, penso sia giusto visto che siamo sulla terra fare conoscenza con il genere umano. >>
<< E' quello che abbiamo sempre fatto >> disse Crowley alzando e abbassando le braccia, perché doveva sempre essere così criptico si chiese.
<< No, è quello che tu hai  fatto, io mi sono limitato ai miei doveri e a interloquire per lo più >> rispose questa volta guardandolo dritto negli occhi.
<< E' la stessa cosa angelo, io e te abbiamo due concetti diversi di divertimento ma questo non cambia niente. >>
<< Sì hai ragione...non cambia, ora avrei da fare se non ti dispiace, ci possiamo vedere domani se ti va >> disse sembrando tutta un'altra persona.
<< Va bene...sicuro che...- >>
<< A domani caro >> disse sorridendo ma il sorriso non riempiva i suoi occhi, quando il demone lasciò la libreria sentiva che il cuore di quel edificio non batteva più allo stesso modo, solo che era difficile capire che cosa ci fosse di strano, Aziraphale non si apriva mai del tutto e lui non poteva obbligarlo a farlo
Il giorno dopo avevano deciso di incontrarsi al parco, l'angelo era partito con le migliori delle intenzioni sentendosi in colpa per il suo comportamento del giorno prima, aveva già i gelati in mano ma di Crowley non c'era traccia, il povero demone era rimasto vittima nuovamente di uno dei suoi scherzetti, quella mattina aveva deciso che tutti i semafori dovevano essere rossi ma non aveva specificato per quanto dovessero durare e così in ogni pezzo di strada c'era una coda, macchine e motorini e gente che imprecava a gran voce.
Arrivò con mezz'ora di ritardo correndo trafelato e sciorinando tutte le sue scuse, dando la colpa agli umani che non sapevano più rischiare, ma ciò che vide quando finalmente si decise a mettere a fuoco il volto dell'amico fu un viso angelico molto, molto indignato, << sai per quanto sono rimasto qui come uno stupido ad aspettarti? Mi si sono sciolti anche i gelati, bé il tuo si è sciolto perché il mio l'ho mangiato, ma il punto è che ho pensato che non saresti più venuto e stavo per andarmene! >>
<< Ti ho detto che mi dispiace, non è colpa mia, se tu ti fossi fatto il cellulare come ti avevo suggerito a quest'ora...- >>
<< Ah non cercare di spostare l'attenzione su di me, ti eri dimenticato vero? >> domandò incrociando le braccia.
<< Certo che no, te l'ho detto i semafori...- >> ma tutti i tentativi di giustificarsi finivano per scontrarsi contro la cocciutaggine di quel bel principato.
<< E tu hai pensato bene di fare una stupidaggine proprio oggi, scommetto che quando devi vederti con i tuoi nuovi amici sei sempre puntuale! >> e poi continuò << la verità Crowley è che io non ti basto più. >>
Il povero demone si sentiva come se fosse sotto litri e litri d'acqua e più cercava di risalire per respirare più qualcosa lo trascinava giù, ogni parola che diceva sembrava ritorcersi contro di lui, non sapeva più quali pesci pigliare e poi a dirla tutta non credeva fosse la prima volta che faceva ritardo.
<< Senti Aziraphale che cos'è che ti da fastidio esattamente? >> forse arrivare dritto al punto era la soluzione migliore, l'angelo titubò un po' prima di rispondere, ammettere la verità era troppo spaventoso, temeva che avrebbe dato via a qualcosa che non era pronto ad affrontare.
<< Niente! Solo questa mancanza di rispetto che hai nei miei confronti. >>
Crowley sbatté le palpebre, doveva elaborare la nuova informazione << per un po' di ritardo? >>
<< Un po'? Crowley mezz'ora non è affatto un po'. >>
<< Sssenti non è la prima volta che faccio tardi, e poi neanche tu sei sempre così puntuale. >>
Le guance di Aziraphale si gonfiarono come un palloncino e divennero rosse << io arrivo addirittura in anticipo caro il mio demone! >>
<< E' comunque irrispettoso angelo ti pare che uno si metta ad arrivare prima, solo per far sentire a disagio chi arriva all'orario giusto, lo fai sentire come se fosse arrivato in ritardo! >>
<< Sciocchezze >> borbottò Aziraphale lanciando le ultime briciole di pane alle anatre.
<< Le tue sono sciocchezze e sono arcistufo di sentirmi accusare di cose che non ho nemmeno fatto! >>
<< E io ho le mani tutte appiccicose per colpa tua! >> strillò Aziraphale avvicinandosi a lui.
<< Potevi sciacquartele nello stupido laghetto! >> ribatté il demone indicando quello specchio d'acqua e avanzando di qualche passo
<< Sai cosa vorrei sciacquarci invece la tua zucca vuota >> gridò l'angelo rompendo le distanze, ormai erano quasi naso contro naso, erano così vicini da potersi sfiorare ma erano anche troppo arrabbiati per accorgersene, << e io invece vorrei chiudere quella tua boccaccia >> disse il demone e ora i loro nasi si sfioravano, se qualcuno si fosse avvicinato avrebbe potuto sentire le scintille che i loro corpi emanavano << fallo allora >> lo sfidò Aziraphale ma prima che Crowley potesse fare qualsiasi cosa il tutto venne interrotto da uno stomaco che brontolava e così i due rendendosi conto della vicinanza si separarono all'istante.
<< Avevo prenotato un tavolo al Ritz ma forse sei troppo arrabbiato per mangiare >> disse il demone con un tenero broncio, Aziraphale sentendo la parola cibo lo guardò di sottecchi incrociando le braccia e borbottò << sei tu quello che ha altre cose da fare di solito >>, Crowley abbassò le spalle e disse semplicemente << a me va di andarci con te. >>
<< Allora va bene >> rispose Aziraphale guardandolo.
La cena andò abbastanza bene, almeno non avevano bisticciato nuovamente, anche se tutti e due avevano dentro il cuore dubbi e domande che temevano di porre per non rovinare quel momento di pace che si era creato, stavano bene insieme, si godevano la reciproca compagnia più di quanto fosse loro consentito e questo li aveva sempre spaventati o almeno messi in allerta, ma il pericolo di una ritorsione da parte dei capi sembrava ormai una lontana storia quindi non avevano più motivo di avere paura, ma forse non era così facile abituarsi a un nuovo comportamento quando per anni ne hai mantenuto uno forzato.
Poi si era aggiunto anche il timore da parte dell'angelo che per il suo amico non fosse abbastanza, e questo aveva contribuito ad aumentare le distanze e le paure, scoprirsi geloso fu un duro colpo per l'orgoglio angelico di Aziraphale che per ogni piacere a cui cedeva si sentiva sempre meno angelo e doveva fare i conti con la sua coscienza, questo sentimento così forte e negativo per lui non era per niente consono a una creatura eterea ma più tentava di controllarlo più quello usciva fuori soprattutto quando era in presenza della causa di quell'emozione.
Si erano dati appuntamento per la sera dopo a casa del demone che aveva preparato tutto per l'occasione, ci aveva pensato tutta la notte e tutto il giorno ma alla fine era giunto alla conclusione che se voleva far capire all'amico i suoi sentimenti doveva pur cominciare da qualche parte, ora che il pericolo era passato poteva permettersi qualche passo in più e agghindare il salone e il tavolo con candele e qualche fiore secondo lui non era correre troppo, ma solo avere gusto e infatti Aziraphale fu molto colpito da quelle decorazioni così belle, lo riempì di complimenti e dolci sorrisi.
<< Vado a prendere il vino, tu intanto accomodati >> disse e l'angelo annuì, si guardò intorno osservando quell'appartamento dall'aspetto così minimale ma che rispecchiava il suo più caro amico, c'era tanto di lui in esso, era la seconda volta che si trovava lì ma la prima non era certo per una visita di piacere, scosse la testa scacciando il ricordo della paura che aveva provato non sapendo se il piano avrebbe funzionato o meno.
Mentre i suoi occhi celesti scrutavano la stanza caddero su qualcosa di colorato caduto in un angolo, si avvicinò e lo raccolse, vide che si trattava di un pullover colorato decisamente non dello stile del demone, il suo cuore si spezzò all'istante, lasciò cadere quell'oggetto con la consapevolezza che il suo migliore amico non solo si divertiva fuori con altri ma li portava anche in casa, non capiva perché quella cosa lo facesse stare così male, in fondo Crowley aveva il diritto di fare ciò che voleva della sua vita, ma quella vocina che gli ripeteva che non era così però continuava a parlare facendogli provare rabbia e ingiustizia.
Quando il demone tornò con la bottiglia Aziraphale aveva deciso di fare finta di nulla o almeno di provarci, certo se lui si fosse almeno degnato di raccontargli qualcosa sarebbe stato più facile ma sapeva che non era un gran chiacchierone e raccontava solo lo stretto necessario a volte perdendosi nei suoi stessi discorsi.
<< Buono questo vino >> disse Aziraphale sorseggiandolo.
<< Mi hanno consigliato bene allora >> rispose l'amico incurante del povero angelo che stava per soffocarsi con la bevanda a sentire quella frase, si chiese immediatamente chi poteva avergli consigliato quella gustosa bevanda, di solito Crowley chiedeva consiglio a lui o si faceva semplicemente miracolare qualcosa.
<< Bé chiunque sia avrebbe potuto fare di meglio, è un po' acidulo >> disse pulendosi gli angoli della bocca e rinunciando a berlo le sopracciglia di Crowley svettarono verso l'alto, era veramente confuso e infatti disse << ma se poco fa hai detto che era buono! >>
<< Mmm ci si può sbagliare mio caro, non lo avevo assaggiato bene. Sai chi ha dell'ottimo vino invece? >>
<< Fammi indovinare tu? >> ovviamente era una domanda retorica e gliela pose con un accento piccato.
<< Esatto! >>
<< Mi dispiace che non sia di tuo gradimento >> borbottò nervosamente, la serata non stava prendendo la piega che sperava.
<< Oh non preoccuparti, non è certo colpa tua. Il cibo invece è squisito >> e infatti i suoi occhietti brillavano come mai prima, al demone venne un dubbio che non esitò a porre << se ti dico che l'ha preparato qualcun altro dirai che non è buono? >>
Aziraphale fece una smorfietta con il viso e poi scosse la testa << che sciocchezza, perché mai dovrei fare una cosa del genere? >>
<< Perché è esattamente quello che hai fatto cinque minuti fa! >> sbottò Crowley.
<< Non mi va di discutere in una così bella serata, dovremmo goderci semplicemente la cena >> rispose serafico come se per lui non ci fosse nulla di strano nel suo comportamento.
Quando erano nel bel mezzo del dolce il cellulare del demone trillò segnalando l'arrivo di un messaggio, lui lo prese, lo lesse e mise via il telefonino il tutto sotto lo sguardo attento di Aziraphale che si sentiva già corrodere dentro dalla gelosia, il suo autocontrollo durò per i successivi cinque messaggi che non vennero nemmeno aperti e poi scoppiò, << hai forse un appuntamento mio caro? >>, Crowley constatò che l'amico in quei giorni stava usando troppo spesso la parola caro ma non sapeva se considerarlo un buon segno o no.
<< Mmm nah... >>
<< Io credo che dovresti leggerli, potrebbero essere importanti. >>
<< Senti angelo so gestire i miei messaggi se non ti dispiace. >>
Aziraphale si tolse il tovagliolo dalle gambe e lo posò con malgrazia sul tavolo.
<< Quindi sai già di chi si tratta. >>
<< No ma...perché cavolo ti interessa tanto vuoi spiegarmi? >>
<< Infatti non mi interessa, ma sai non voglio essere un ostacolo ai tuoi tanti impegni >> la sua voce era più acuta e con una vena di ironia a cui Crowley non voleva cascare, per cui si alzò e andò dritto verso lo stereo, << che ne dici di ascoltare una di quelle musiche noiose che ti piacciono tanto? >>
<< E quindi io sarei noioso? >> sbottò l'angelo alzandosi con un paio di guance talmente rosse da far invidia a un pomodoro maturo, in quell'istante il demone capì di essere nella cacca fino al collo, come gli era venuto di definire stupida quella musica e proprio in un momento del genere? Era quasi certo che quella fosse la vendetta dell'inferno per averli traditi, Aziraphale arrabbiato faceva più paura di Beelzebù o di Satana in persona.
<< N-no...non volevo dire...- >>
<< Ma certo tu preferisci ascoltare quella musica strappa timpani che non ha nessun senso logico e magari dando una festa proprio qui nel tuo prezioso appartamento nel quale non mi hai mai invitato! Quando io invece nella mia libreria ti ci ho fatto venire ogni volta che ne avevi voglia, vienimi a dire che non è vero! >>
Ora il discorso o la faccenda stava prendendo una piega del tutto diversa, non era più questione di cibo o di canzoni qui c'era qualcosa di davvero grosso che stava per saltare fuori, effettivamente l'angelo non aveva tutti i torti, ma non lo aveva mai invitato perché era sicuro che avrebbe detto di no, solo per convincerlo a salire in macchina con lui ci aveva messo un secolo intero per non parlare di quando gli aveva proposto l'accordo o di quella volta che voleva semplicemente dargli un passaggio.
Era sempre stato Aziraphale a decidere quali fossero i tempi giusti per loro, lui magari ci provava pure a proporre qualcosa ma la decisione finale spettava sempre all'amico che tra i due era quello che aveva più paura e che rischiava di più, o almeno così avevano pensato fino alla non apocalisse.
<< Io non...lo sssai perché non l'ho fatto >> disse sentendosi accusato e ferito.
<< No Crowley io non lo so. >>
<< Credevo preferissi così, per sai...per non finire nei guai >> confessò quella verità sentendosi un po' più leggero.
<< Adesso quindi la colpa sarebbe mia? Potevamo finire nei pasticci anche se avessero scoperto te nella mia libreria. >>
<< Lo so >> rispose il demone abbassando la testa e non sapendo in quale altro modo continuare, << senti mi dispiace, ho sbagliato ok!? >> e Aziraphale rimase colpito da quell'ammissione ma gli fece anche male, non voleva che si sentisse così in colpa.
<< Va bene, non è nemmeno questo il punto della questione. >>
<< E allora qual è angelo? >> domandò ormai al limite, sconfitto da quella confusione, dal non sapere quale tasto gli fosse concesso toccare, << i-io pensavo che dopo quello che abbiamo passato noi due avremmo... >> Aziraphale non finì la frase sentendo l'ansia risalirgli fino al cuore.
<< Avremmo cosa? >> domandò Crowley curioso e impaziente di sapere.
<< Pensavo che tu avresti voluto passare più tempo con me e che non ti facessi sentire perché ti stavi riprendendo ma invece eri altrove a divertirti >> confessarlo fu come togliersi un grosso masso dal cuore ma chissà perché non lo fece sentire poi così meglio, forse era per l'espressione che l'amico aveva ora dipinta sul volto.
<< Cosa c'è di male se io mi sono voluto divertire un po'? Tu è tutta la vita che fai quello che ti pare, sai quante volte ho aspettato una tua chiamata come un idiota? >> il suo tono era così ferito da far male alla coscienza di Aziraphale che si rese conto in quel momento di non essere stato un amico così disponibile e che Crowley aveva mandato giù molte più cose di quanto immaginasse.
<< Almeno io non me la sono spassata con gente sconosciuta, un conto è frequentare gli umani un altro è fare quello che fai tu! >> rispose sentendosi punto sul vivo, non voleva essere l'unico a prendersi delle colpe.
<< E cos'è che avrei fatto di tanto diverso da te sentiamo? >> domandò Crowley sollevando un sopracciglio sentendosi davvero furioso.
<< In primo luogo...bé non lo so ma certamente hai fatto cose che a me non sarebbero nemmeno venute in mente. >>
Crowley si massaggiò le tempie e poi si avvicinò a lui << sai su cosa dovresti ragionare? Tu non hai diritto di mettere becco sulle cose che faccio io...- >>
<< Invece sì perché se non ricordi io per natura dovrei contrastarti! >> rispose con un tentativo evidente di arrampicarsi sugli specchi e infatti il demone non diede peso a quel tentativo di portare la conversazione dalla sua parte.
<< E allora fallo per l'amor di qualcuno ma non ti impicciare, non deve interessarti con chi passo il mio tempo! >>
<< Invece sì >> pigolò Aziraphale che sentiva le lacrime arrivargli agli occhi.
<< Perché!? >> sbottò Crowley accompagnando la frase con un gesto delle mani.
<< Perché sono geloso! >>
Il demone stava per rispondere a tono quando si rese conto di ciò che aveva detto Aziraphale, la sua mascella cadde per la sorpresa e i suoi occhi si spalancarono << c-cosa? >>
<< Sono geloso Crowley, e lo so che è sbagliato per un angelo provare gelosia ma io non posso farci niente, ho già fatto tante cose sbagliate...Non riesco a pensarti con altre persone senza provare un fuoco dentro, e non è perché tu ti diverti e io no ma perché non sopporto l'idea di vederti accanto ad altri. Solo il pensiero che qualcuno ti piaccia più di me mi uccide, me ne sono reso conto da poco lo ammetto ma è così io...muoio di gelosia ogni volta che posi lo sguardo su qualcuno che non sono io. E ti chiedo scusa so che non è ho alcun diritto... >>
<< Angelo >> lo chiamò Crowley vedendolo sollevare la testa come un condannato a morte, aveva gli occhi così lucidi e pieni di senso di colpa che sembravano uno specchio d'acqua, gli faceva male vederli così, di solito erano pimpanti e pieni di vita.
<< Lo so...me ne vado >> disse solo per poi passare a capo chino accanto al demone che lo fermò prendendogli un polso, erano fianco a fianco e Crowley gli domandò a bassa voce << dimmi perché sei geloso, voglio sentirlo dalla tua bocca, voglio che mi dici perché non vuoi che veda altre persone. >>
Aziraphale rimase in silenzio per qualche momento con il cuore che tamburellava come un tamburo da parata, le viscere gli si stavano contorcendo dolorosamente all'idea di confessare quel segreto così grande che si era tenuto dentro troppo a lungo.
<< Non è che... >> deglutì riprendendo fiato << non è che non voglio che le vedi, io...non amo l'idea che tu possa avere altri generi di divertimenti con loro, cose più intime ecco >> l'ultima parola uscì come un sussurro vergognoso ma il demone la udì perfettamente.
<< D'accordo allora cos'è che ameresti? >>
Di nuovo silenzio prima della risposta, Crowley rimase zitto senza aspettarsi nulla e certo non si immaginava ciò che sarebbe uscito dalle labbra di Aziraphale.
<< Te. E' te che amo, in un modo folle e sconsiderato probabilmente ma è così, per questo non mi piace pensarti vicino ad altri, perché vorrei che stessi vicino in quel modo solo a me. >>
<< Prima di risponderti voglio che tu sappia che non ho mai fatto niente di quello che immagini con nessuno, è vero che ho dato delle feste, ho frequentato delle persone fuori e nei locali ma mai più di questo e ora ti spiego il motivo... >> prese un bel respiro prima di continuare, stava per confessargli il suo più grande segreto, quello che si era tenuto dentro da sempre ed era spaventoso ugualmente anche se Aziraphale lo aveva già fatto per primo, << c'è sempre stata solo una persona con cui ho immaginato ogni giorno della mia vita di fare alcune cose e quello sei tu, perché angelo mio da quando ti ho visto non ho più potuto fare a meno di amarti immensamente, e sì sentimenti e i modi in cui volevo starti vicino sono cambiati nel corso dei secoli ma il senso è sempre stato questo. >>
Il cuore dell'angelo si fermò per un attimo, tanta la sorpresa di scoprire quella che per lui era una novità, davvero era stato così cieco da non rendersi conto che la persona che gli era stata accanto da sempre era innamorata di lui?
<< Non lo dici solo per...rendermi felice? >> domandò facendo uscire il lato di lui più insicuro, a Crowley non diede fastidio anzi lo fece sorridere, << no Aziraphale questa è la cosa più vera che abbia mai detto da quando sono nato. >>
E quelle parole furono per l'angelo come risvegliarsi da un lungo e meraviglioso sogno scoprendo che tutto quello che hai visto mentre dormivi, quei colori e luoghi fantastici erano non solo una fantasia ma una realtà, sorrise stringendo le labbra sforzandosi di non piangere, si scostò posandosi di fronte a Crowley e stringendo le mani tra le sue, poi si alzò in punta di piedi e chiuse la distanza con un bacio che venne immediatamente ricambiato, le parole non servivano più, ne avevano già dette abbastanza e adesso dovevano solo dimostrasi quello che avevano tenuto chiuso nei loro cuori che fino a quel momento avevano sofferto.
Si guardarono negli occhi che era lucidi di gioia e rispecchiavano la felicità di entrambi, la gioia di essersi finalmente ritrovati e che quelle strade su cui camminavano vicini ora potevano toccarsi e non dividersi più.
<< E così il mio angelo è geloso >> disse Crowley pizzicandogli allegramente una guancia.
<< Solo un pochino >> rispose Aziraphale arrossendo, << ma adesso so che non ho nulla da temere >> disse accarezzandogli le braccia e posando le mani sul suo petto.
<< Davvero? E chi te lo dice? >>
<< Tu >> rispose l'angelo sicuro di sé.
<< Ti fidi delle promesse di un demone? >>
<< Mi sono sempre fidato è solo che prima avevo tanta paura >> confessò, Crowley lo strinse tra le braccia incredulo di tutto quello che stava accadendo, poteva davvero toccarlo e accarezzarlo come mai prima aveva fatto << e adesso non ne hai più? >> domandò sembrando un tenero bambino.
<< No >> rispose serio prima di rubargli un altro bacio << però rimani sempre uno zuccone >> disse scherzando e allontanandosi divertito, << come sarebbe? >> domandò indignato Crowley e senza perdere tempo lo inseguì, << angelo? >>
<< Dimmi caro. >>
<< Che volevi dire con zuccone? >>
<< Se mi prendi te lo spiego. >>
E così iniziarono quel gioco che durò per tutta la notte probabilmente, finalmente avevano chiarito i loro sentimenti, probabilmente le ferite che avevano subito non se ne sarebbero andate via mai del tutto ma ora erano davvero insieme e uniti com'erano potevano affrontare qualsiasi cosa senza temere davvero niente.


Fine.



   
 
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