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Autore: GirlDestroyer1988    29/08/2022    1 recensioni
"I maschi sono pezzi di merda" ma le cose cambieranno pur nel remoto futuro. Quando delle conquistatrici delle stelle sentiranno la necessità d'amare e riconnettersi con la propria femminilità non avranno bisogno di rinunciare alle proprie armi e alla propria forza, ma di coinvolgere il maschio in una protettiva seduzione
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Secoli dopo l’esodo dalla Terra, in un futuro remoto. La colonia Nazareth, 2 anni luce dal Sole. Un paradiso di sole donne in un cilindro di 54 km di lunghezza, con ogni sorta di ecosistemi floridi, perfettamente mantenuti dalle bellissime. Superwomen! Belted, Buckled and Booted! Buxom Go-Go Girls. Alte il doppio di un comune essere umano, seni giganteschi, corpi massicci e muscolosi, eternamente giovani, grazie alla medusa Turritopsis nutricola vieppiù con il tocco elettricamente mortale e i capelli tentacolari, dall’immensa intelligenza e amorevolezza, affascinate all’ipnosi da shopping, conquista, natura e sapere.  Nell’estate afosa l’harem è in penombra

Rumore di labbra che poppano

Labbra che si grattano

Spazzatrice di uretre

Pianeta di sole donne

Amazzoni primitive

Principesse orientali

Gladiatrici

Valchirie

Mujeras luchadoras

Supereroine

Terra come vascello per intimità aliene

Di donne seni a parte non di questo mondo

Di donne seni a parte meccaniche

Enormi e grandi come noi

Sesso di donne con donne

Sangue che gonfia vesciche

Esce molto liquido da davanti

E’ solo ombra di gelatina sul fangoso asfalto il Venerdì

Le meduse nel mio acquario

Orgia lesbo. Raggiunta in secoli (forse?) la perfezione evolutiva, partenogenesi telitoca e eugenetica, la consapevolezza di non avere maschi, mancanza d’amore e rischi genetici divenne diffusa. Ursula Mitchison Acrocanthosaurus, generalessa delle armate di Frigg, nel continente di Gondwana, nella città di Fashionopolis, nell’edificio chiamato Paradiso + Inferno, cervello di tutti gli stati di Nazareth, andò esprimendosi in proposito Questa riunione ho deciso d’indirla per parlare di un arzigogolo di tutta Nazareth Delta Centauri, la luce azzurra divenne il re delle loro menti. Tutto in lui faceva pensare a un astro morente. Ma la Mitchison le dissuase La mancanza di maschi. Sento che ne manchino l’amore, l’alchimia nascosta agli occhi ma chiara al cuore dell’amore per loro Se è questione di DNA ci sbrighiamo benissimo da sole! Fece malevola Aaminah Al’ehat Plesiosaurus, la rappresentante di Kossurah, la millunesima notte di Lemuria Kossurah è la perla della bioingegneria e dell’eugenetica, con il nostro flipper ginecologico Darkover è addirittura un gioco scartare i feti con tracce fenotipiche di cromosoma Y! Così, sempre con questo sistema, nasceranno solo umane e GAFO perfettamente rifinite, senza imperfezioni, non grottesche, dalla salute ai massimi livelli per cotali donne quali noi siamo già in tutto delle semidee!  La civettuoleria della Al’ehat incupì la Mitchison, che preferiva non pensare a Kossurah, alla sua guerra perenne, al sacrificio di Iefte di 396mila embrioni. E come nel lemma eugenetica riconoscesse tanto lo scalpello che ha forgiato le dee delle scogliere di Nettuno quanto la ghigliottina che con la burocrazia di un tagliacarte ha riempito di sangue e frattaglie intestinali le loro culle Anche il miglior vino di Nazareth se lo si rimescola nello stesso calice senza aggiungervene da un altra bottiglia arriverà a sapere di collutorio. Non voglio che tra Gondwana e Lemuria si scateni la guerra, e nemmeno vezzeggiare la generalessa Mitchison di cui invece riconosco l’umiltà e la dedizione in tanti casi del passato, ma siamo figlie della Terra e le nostre antenate non erano partenogenetiche, bensì ed è roba da bambine anfigoniche. Oltretutto, la sola Gondwana ha una flotta astronautica a cui si è appena aggiunto il vascello Mother Eve, un piroscafo interstellare che-eventuali promenades non al momento considerate-viaggerebbe da Sedna alla Terra in pochi giorni. Puntualizzo di nuovo: non sto facendo regali. Non sono mai andata con la mia Hyundai Equus da Stroilic per fare regalie alla Mitchison, l’assegnazione or ora annunciata della summenzionata alla capitaneria della Mother Eve è puramente meritocratica. Così come puramente meritocratiche sono le altre nomine che comporranno il suo equipaggio la Mitchison era compita e casual. La nomina e la libertà sinergica erano un occasione da azzannare e che volevano essere azzannate, ma chi troppo in alto sale poi scende precipitevolissimevolmente, nonché chi si loda s’imbroda. Mantenersi statuarie, come gareggianti olimpioniche, generalizzando la faccetta in cui indulge la donna, per la Mitchison significava vivere serena. Le avevano comunque dato un compito da svolgere e là fuori nemmeno la disciplina funzionava o manteneva. Divertendosi, pensò che il cotone per fagioli da cui Nazareth era nata non era né più né meno che il Sonoma Community Center, o il Capitini di Prato, un lazzaretto di drogate, masturbartici e suine sessuomani, un documentario sugli elefanti marini dalla laconica impudicizia, applicata però a creature umane, mille volte quindi più indecente, eppure la singolarità l’avevano abbracciata fino a quel punto. Ripensando alla nascita degli home computer quadrava già di più, ma aveva troppa dignità per proseguire. Le nuove tecnologie servono soltanto a chi sa danzare sotto il chiaro di luna (Andrea Zingoni)/Una specie di parabola new age o neo hippy inserita nell’ingranaggio colossale e rutilante di un blockbuster di ultima e costosa generazione (Valerio Caprara). Per quelle vette e emolumenti, persino il più farneticante dei fratelli Freak di Gilbert Shelton doveva imborghesirsi e riconoscere quale gigantesco premio di consolazione s’avverava automaticamente abbandonando ad maiorem gloriam lo spinello nel posacenere. L’unica “soddisfazione” emotiva a cui si abbandonò stile Adriana Russo di Non avere paura della zia Marta di Mario Bianchi fu rabbrividire per gli occhietti di trucido Maybelline New York Drama Angel della Al’ehat e come sentisse la guerra dietro loro. Cresta mohicana, forme abbondantissime su un corpo dalle putrelle robuste più che a sufficienza, da Buono in architettura, la generalessa Mitchison ripetè, nel porto sulla Nethermont Avenue, l’errore di Talete e Libbali Sharrat, meravigliandosi così tanto della Mother Eve, 500 metri di lunghezza per 136mila tonnellate , 3 ovoidi perfetti, lucidi come diamante nero con come sirena da polena una gigantessa brulicante d’impasto melmoso come letto in quel libro, Itinerario nell’arte, dove c’erano loro, i Prigionieri del Buonarroti, mentre la sua prima subordinata, oltre a ricordarle di guardare per terra, Annamaria Juapenos, le dava il benvenuto su quell’arca di Noè….in più di un senso So che data l’ora potrebbe esserLe venuta fame, ma mi permetta di mostrarle in quanti e quali modi la Canossa può fare proprio lo spazio. Là fuori incontreremo innumerevoli popoli, civiltà e creature, visto che il Sistema Solare ha aperto più porte dei suoi pianeti, quindi abbiamo la connetivista Gabibi Rugunga, se io la Juapenos sono messicana la Rugunga è dello Zimbabwe. A tenerci in forma sono la 2 volte medaglie d’argento in ginnastica ritmica italiana Giovanna Musumeci e la cintura dei pesi supermedi di wrestling austriaca Eva Von Brauchnauser. Esperte d’armi sono le legionarie della tenente Duvurine, dalla Francia. Addetta alle riparazioni è la russa Aleksandra Dnurmilova, progettista che si rimette a lei è la giapponese Kinuko Saronagari. Nostre scienziate dall’Australia la biochimica Anne Zoyer, l’astrofisica Beatrix Duarte, l’ecologa Stephanie Grorbery, la bioingegneria Francine Bonole. Vi va se dopo la cena vediamo tutte il nostro night-club, il Cica Cica Boom?

 

  

  

  

   Ming-Na-Wen is Mulan

  

                                

                  

Idina Menzel is Elsa

                            

Auli Cravalho is Moana

Che suburra ha permesso mettessero qui dentro? Chiedeva sdegnata la generalessa dimissionaria. In un ambiente stile Elliott Scott a comparire per prima fu Shererazade, la genio virtuale che sparava laser dalle dita, seguita da Hypnotia, una gigantesca impronta digitale, Idra, dai capelli viventi, Humonga, metà elefante sotto l’ombelico come una bucentaura, con una forza smisurata, Profumia, slime vivente all’aroma di gelsomino, Mrs Crush, un  veicolo che ricorda la testa di una rana o di un rospo, e MegaSuperMilf, che immetteva uno show nello show. I'm a bitch

I'm a lover

I'm a child

I'm a mother

I'm a sinner

I'm a saint

And I do not feel ashamed

I'm your hell

I'm your dream

I'm nothing in between

You know you wouldn't want it any other way (Meredith Brooks-I’m a bitch-Blurring the edges). Le donne sono come le auto: hanno equipaggiamenti da cambiare se è necessario. Manichini su cui mettere le corazze per la guerra, auto da trasformare in sommergibili o aerei. In carri armati. La critica radicale delle differenze, come si vedrà meglio a breve, non è però meno grave dal momento che conduce persino a negare l’esistenza stessa, al di là di aspetti meramente biologici, del maschile e del femminile, che altro non sarebbero che truffaldine etichette diffuse al solo scopo di mantenere nella società la supremazia di alcuni-gli uomini-e la sottomissione di altre, le donne. Sorge così un dilemma importante: chi ha ragione? Chi neppure considera la differenza sessuale degna di attenzione oppure chi l’avversa? Chi ritiene che sulla distinzione fra i sessi si sia già detto tutto o chi, invece, crede che si sia detto troppo? Probabilmente nessuno dei due dal momento che sia con la presunzione di conoscere sia con l’ostinato rifiuto di quanto separa uomini e donne si finisce col perdere di vista qualcosa di fondamentale, rispettivamente l’effettiva consistenza della differenza sessuale e la sua irriducibilità. Ecco che allora, per quanto appaia costellata di difficoltà e insidie-e per quanto scomoda-sulla differenza tra i sessi si rende non solo opportuna, ma perfino necessaria una nuova indagine, se si vogliono dissipare l’imbarazzo e i fraintendimenti di cui è oggi oggetto l’argomento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Hanno fatto degli esperimenti con le scimmie, quelle che, a partire da una coppia indubbiamente veterotestamentaria con un eugenetica come quella degli Elohim abbiamo già esteso a più di una decina di esemplari (16) spiegò la Zoyer Richard Wrangham ha detto It's almost Christmas, and, as the song goes, Barney and Ben hope for Hopalong boots and a pistol that shoots, while Janice and Jen would like dolls that will talk and go for a walk.

Now new research suggests that such gender-driven desires are also seen in young female chimpanzees in the wild—a behavior that possibly evolved to make the animals better mothers, experts say.

Young females of the Kanyawara chimpanzee community in Kibale National Park, Uganda, use sticks as rudimentary dolls and care for them like the group's mother chimps tend to their real offspring. The behavior, which was very rarely observed in males, has been witnessed more than a hundred times over 14 years of study. The stick serves no immediate function, they just carry it—sometimes for a few minutes, other times for hours. Love of Dolls Learned or Inherited?

The research represents the first time wild animals of different sexes have been observed playing differently with objects, a practice well known among human children and previously observed in captive vervet and rhesus monkeys, Wrangham said.

For instance, young female monkeys in captivity have been known to favor dolls as playthings, while their male counterparts prefer "boy" toys like trucks.

"The fact that captive monkey males and females prefer typically masculine and feminine human toys, respectively, suggests that there is something biologically different about the sexes that makes them gravitate to different types of toys," co-author Sonya Kahlenberg, a biologist at Bates College in Maine, said by email. Ovviamente, la natura viene presa a modello morale solo se fa comodo. Ma in natura esiste troppa roba, Il vivere secondo natura è vivere secondo virtù, cioè secondo la natura singola e la natura dell'universo, nulla operando di ciò che suole proibire la legge a tutti comune, che è identica alla retta ragione diffusa per tutto l'universo ed è identica anche a Zeus, guida e capo dell’universo, detto da Diogene. L’obbiettivo del mio discorso è mostrare che è naturale tanto l’omosessualità-scorta negli arieti e nei bisonti-che la monogamia eterosessuale-negli avvoltoi e negli inseparabili, tanto il rosa per noi femmine che l’azzurro per i maschi. Che poi, detto tra noi, l’azzurro l’ho sempre trovato da ricchioni. Almeno il rosa è una sfumatura del rosso, io darei ai maschi il rosso della forza e della volontà, e a noi femmine affibbierei il blu magnanimo e cosmico dei mari inesplorati.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli unici uomini che vogliono mogli stupide sono stupidi a propria volta. Una moglie intelligente, addirittura un genio, una scienziata, è sicuramente qualcosa di positivo e agli uomini piace, contrariamente alle fanfaronate. Stephen J Gould, Emilio Segrè, Antoine Lavoisier, Albert Einstein, Ernest Rutherford, Ivan Pavlov, Shinya Yamanaka: menti straordinarie e uomini dagli interessi qualunquisti: Gould il baseball, Segrè la cucina, Lavoisier le bocce, Einstein il ciclismo, Rutherford la birra, Pavlov i cani, Yamanaka il sumo. Per una moglie è uguale: intelligente, colta, industriosa e onorevole. Un giovane scienziato, Cliff Saunders, ha sposato una deliziosa creatura, Lucy. Una piccola donna delicata come un ninnolo prezioso, una di quelle "donnine bambola" che commuovono gli uomini per la loro fragilità e la loro ingenuità. Lucy non si è mai interessata di problemi scientifici, non ha nessuna idea di cosa sia un atomo, una centrale elettrica è per lei soltanto un mostruoso groviglio di cavi e di macchine spaventosamente ronzanti, e un disegno tecnico rappresenta ai suoi occhi l'indecifrabile rebus proposto da una maligna Sfinge. Eppure un giorno Lucy si mette a discutere con il marito di radiazioni cosmiche, dell'impiego pratico delle più complicate leggi matematiche, di audaci progetti tecnici. E ne discute con la competenza del più autorevole uomo di scienza, dando dei punti persino al marito che pure nel suo campo è di una eccezionale abilità. Non solo, ma la fragile donnina che sveniva con la facilità di un'eroina dell'Ottocento, si è trasformata al punto da sopportare disagi e fatiche addirittura con indifferenza. Cliff si rifiuta di credere ai suoi occhi e alle sue orecchie, ma col passare dei giorni deve pure arrendersi all'evidenza: Lucy è completamente profondamente cambiata. Ma in che modo? E perchè? Che c'entri per caso l'incomprensibile complesso elettrico di cui i due giovani scoprono l'esistenza nel sottosuolo della loro piccola casa di campagna? Comunque sia, è un bene per Cliff che la moglie abbia subito quell'inspiegabile trasformazione, perchè in caso contrario il troppo furbo Vilgarth raggiungerebbe il suo odioso scopo. E Raquilo non potrebbe portare a termine la sua delicata missione. Chi siano Vilgarth e Raquilo, quale sia lo scopo dell'uno e quale la missione dell'altro, lasciamo ai lettori di scoprire, per non sciupare il gusto della sorpresa (Alberto Marini). La prima arnia della mente alveare che è SuperMegaMilf è ordunque quella di Brain Queen, la donna dal cervello vivente

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Poi una donna deve pulire e cucinare. Un cyborg progettato per l'astronatica somiglierebbe ancora a un uomo, ma assai strano. Sarebbe racchiuso in una tuta aderentissima, senza bisogno di pressurizzazione perché i suoi polmoni sarebbero parzialmente collassati e il sangue al loro interno refrigerato, mentre la respirazione... e la maggioranza delle altre funzioni corporee... verrebbero svolte per lui da minuscoli organi e sensori, alcuni dei quali attaccati all'esterno del corpo, altri impiantati chirurgicamente. Anche la bocca e il naso sarebbero sigillati nella tuta, dato che non ne avrebbe bisogno per respirare. I cyborg comunicherebbero tra l'uno e l'altro trasmettendo via radio gli impulsi elettrici delle loro corde vocali. Un sistema computerizzato in miniatura, che riceverebbe ed emetterebbe informazioni per regolare il corpo al mutamento d'ambiente... manterrebbe stabile il metabolismo del cyborg nonostante le radicali fluttuazioni nella temperatura e nella pressione. Il cyborg viaggerebbe nel vuoto dello spazio in una cabina non pressurizzata, passeggerebbe sulla Luna o su Marte protetto da caldo, freddo e radiazioni da una vasta gamma di sostanze chimiche pompate direttamente nello stomaco o nel flusso sanguigno. I rifiuti sarebbero trattati chimicamente per trarne altro cibo. I frammenti di materia di scarto totalmente inutile verrebbero depositati automaticamente in un piccolo contenitore posto sulla schiena (Albert Rosenfeld). Nel caso delle cucine spaziali amiche delle fattorie, finalmente accessibili a bovini, polli, maiali e cavalli (si mangia carne di cavallo dall’antica Roma) per la carnicultura, pietanze carnivore coltivate, accresciute come piante in provette e alambicchi ispirate alla Monsanto’s house of the future e alla Satellite Kitchen, una di Richard Hamilton e l’altra di Luigi Colani hanno le tette a microonde, due belle mammelle che si aprono come il Technodrome delle Tartarughe Ninja in versione giocattolo Playmatesc e possono contenere una bistecca di urogallo per la Festa del Ringraziamento nonché una copertura di neoprene che, combinata con i biberon ricaribili muniti di tettarelle bioniche garantisce una poppata allo stato dell’arte. La cyborg di questa classe, le SS, per Sarah Siegel, indossano la “pelliccia” di neoprene ammorbidente facoltativamente, le servono per sparare raggi calorici dalle tette

 

 

   

 

 

 

 

 

 

Poi una donna dev’essere bella.  Fornisce inoltre una genealogia delle donne gatto, delle donne tigre, delle mantidi religiose, delle incantatrici di serpenti, delle tarantole mangia-uomini che ancora vagano in cerca di preda nei nostri cinematografi, sugli schermi televisivi, negli elenchi dei bestseller, e nei negozi di  fumetti. Batman, gli X-Men, e un orda di altri supereroi (con poche femmine insopportabilmente procaci, a stento coperte da una correggia, che impugnano la spada e si battono contro i mostri, buttate nella mischia  per soddisfare il gusto degli adolescenti moderni) Bram Dijikistra/La parte più convincente dell’ampio saggio di Dijkstra è quella in cui egli suggerisce un legame fra isterismo sessista e razzista e il dilagare di film, programmi televisivi, romanzi e fumetti il cui motivo dominante è la lotta necessaria, perché difensiva, contro legioni di donne vampiro, di alieni cattivi, di mostri spaziali o soprannaturali, il tutto in un’orgia di violenza paranoica che mal nasconde la paura che la società ha di se stessa, delle proprie contraddizioni e ambiguità, delle proprie nevrosi e insicurezze (ad esempio, l’ossessione della propria omosessualità latente da parte del puro maschio “ariano”, esteriormente così sicuro di sé, della propria forza, della propria intrinseca superiorità su ogni altro tipo umano).

Anche qui, però, la tesi aprioristica e militante dell’Autore lo spinge ad andare molto oltre il legittimo bersaglio, e a fraintendere gravemente la natura delle sue stesse conclusioni. Invece di rendersi conto che il pericolo dell’accecamento e del delirio di onnipotenza nasce proprio dal quella cultura di massa, e più specificamente massmediatica, di cui la società statunitense è oggi il massimo esempio, egli si ostina a vedere nella società americana una società fondamentalmente “sana”, proprio grazie al “melting-pot” (letteralmente: crogiolo razziale), ossia alla progressiva scomparsa delle identità etniche e culturali; e viceversa a vedere nella società europea, ancora “colpevolmente” legata al proprio passato di ordine, di certezze, di culture distinte e gelosamente preservate, il modello negativo che deve essere superato - ovvero, in parole povere, prima criminalizzato (cioè distrutto moralmente), poi distrutto materialmente Francesco Lamendola. Credevi fosse imminente l’ennesimo clone di Catwoman? La nostra Dominina, come l’espansione di L’unico Anello della Cubicle 7 con lo zaratan, un leggendario mostro marino, con la forma di un'enorme balena o tartaruga. È caratterizzato da dimensioni tali che i marinai che navigano nelle sue vicinanze possono scambiarlo per un'isola, e sbarcarvi sopra; inoltre, se rimane a lungo a fior d'acqua, il suo dorso può coprirsi di vegetazione, arrivando a sviluppare nel corso del tempo persino una foresta, è una strega scientifica, cioè una potente mutante i cui poteri extrasensoriali assomigliano alla magia. Non approfondirò l’argomento perché è vastissimo. Ma comunque non è solo una novella Regina Agurga, è una diligentissima casalinga tipo Tansy Saylor (Già, una strega….un tempo le streghe erano le ancelle di Satana, quando Dio si sapeva cosa fosse. Adesso le hanno fatte diventare supereroine. Suppongo che ogni epoca abbia i suoi eroi e i suoi mostri. E’ quando questi si scambiano posto che ci si dovrebbe cominciare a preoccupare). I gatti comunque c’entrano lo stesso; ne comanda una stanza intera, Jeffrey, Charles, Joseph, Obed…tra i molti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chi andrà a prendere i miei bambini da scuola? Nell’hangar della Dnurmilova e della Saronagari c’è Atsumer, la gigantessa di 16 metri trasformabile in un automobile con qui la guidatrice, Hela Come la dea vichinga della morte? Non va affatto bene! La Cupa Signora che porta a casa i miei figli, un catafalco che gli aspetta l’11 Giugno! Nemmeno la famiglia Addams! La Juapenos fece il suo intrinseco sorriso paziente e alleggerente E’ femmina sia la culla che la tomba. Una madre ci mette al mondo, una madre ci coadiuverà a incarnarci e rinascere in un altro. È la vita a costituire l'unica realtà e il vero mistero. La vita è molto di più che semplice materia chimica, che nelle sue fluttuazioni assume quelle forme elevate che ci sono note. La vita persiste, passando come un filo di fuoco attraverso tutte le forme prese dalla materia. Lo so. Io sono la vita. Sono passato per diecimila generazioni, ho vissuto per milioni di anni, ho posseduto numerosi corpi. Io, che ho posseduto tali corpi, esisto ancora, sono la vita, sono la favilla mai spenta che tuttora divampa, colmando di meraviglia la faccia del tempo, sempre padrone della mia volontà, sempre sfogando le mie passioni su quei rozzi grumi di materia che chiamiamo corpi e che io ho fuggevolmente abitato. La mente... solo la mente sopravvive. La materia fluisce, si solidifica, fluisce di nuovo, le forme che essa assume sono sempre nuove. Poi si disintegrano in quel nulla eterno donde non vi è ritorno. La forma è un'apparizione, [...], ma il ricordo permane, rimarrà fino a quando lo spirito resiste, e lo spirito è indistruttibile (Jack London). Poi una dea può essere dea di molte cose diverse. Ma adesso mi hai fatta svirgolare. Dicevi di Hela Hela e Atsumer sono come sorelle. Per Atsumer c’è il piccolo [Blade Gainer] come figlioccio, mentre Hela ha i polmoni di uno squalo balena, con una forza di risucchio propria di un aspirapolvere della tua stessa altezza, tutto per i frugoletti che il Gervasutti mi rovina con la menata delle recite scolastiche e dei presepi vietati (Signor Garrison, cosa cavolo crede di fare? Dirigo la recita scolastica di Natale. Ma suo figlio ha preso il piccolo dalla testa. Come può includere la nascita in una recita scolastica? Non capisce che mio figlio è ebreo? Quindi? Cosa le fa pensare che possa interpretare Giuseppe di Arimatea? Il fatto che è Natale. Noi non festeggiamo il Natale. Non mi assilli con queste cazzate sull’Hanukkah)

      

 

 

 

 

 

Poi, appurato che tutte le “arnie” di SuperMegaMilf sono dee del sesso, c’è infine un altra ginoide, Miss Smith, di 4 metri d’altezza, con un look da supereroina anni 50, affidata alla piccola Kate Jones, piccola cosplay di Stripperella

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E obiettivamente anche vestire una bambina da Catwoman, una supereroina diventata kink dell’ambiente BDSM, è un idea geniale

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nell’esplorare quella che sarà la Terra-diventata diversissima da cos’è che abbiamo studiato-useremo le ultime conquiste della bionica. Saranno cambiati gli ecosistemi, com’è cambiato un territorio per nulla esotico come lo stato della California. Nell’Oligocene, e in maniera (paleoclimatologia permettendo) immutata fino al Pliocene la California era un pezzo di Tropico del Cancro. Nel Pliocene (prendi sempre i miei discorsi con le pinze) cominciò a mutare il clima e si assistette a un intermediazione come quella che si osserva oggi nel paesaggio in bilico tra la San Carlos Beach di Monterey e Mount Linn, nella città di Sacramento, diventando poi glaciale nel Pleistocene, nell’ultima era glaciale prima dell’affermarsi della civiltà dell’essere umano. Prima nell’Oligocene incontravamo faune tropicali, dalla forte presenza di rettili, anfibi, pesci e insetti, con mammiferi dal pelo corto e “magri”, cioè con poco grasso e indirizzato a immagazzinare sostanze utili alla dura vita del deserto, qualora ci avvicinassimo al Nevada e all’Arizona, o, nell’Africa passando dallo Zimbabwe al Botswana. L’era glaciale segnò la massima diffusione di uccelli e mammiferi, entrambi con grosse quantità di grasso sottocutaneo e fitte pellicce che trattengano il calore del metabolismo dell’organismo interno. Quando arrivarono gli esseri umani, andò diffondendosi l’agricoltura, con la quale la pianura venne espansa destabilizzando l’estensione della suddetta comparata a quella dell’ambiente forestale, i fiumi vennero allargati artificialmente seguendo questo stesso principio con la creazione di reti di canali per l’apporto immediato d’acqua alle zone di coltura e foraggio per gli animali. Questa era l’antica civiltà Mojave, che vivevano in villaggi fatti di case d’argilla e pietra non particolarmente ammobiliate o architettonicamente estrose. La California confina, oltre che con il Nevada e l’Arizona con Sonora, nel Messico. Qui, come in tutto il Sud America, prosperava la civiltà amerindia nelle sue varie sottocategorie: aztechi, maya e incas. Nello specifico, a Sonora prese piede il popolo Huatabampo, varianti degli aztechi. Con essi, i figli di Tonacateuctli imposero una civiltà che allargò il formato cittadino con realtà urbane come Tikal, all’epoca dell’imperatore Yuknoom K’awiil grande quanto la Nicea di Claudio Augusto Germanico. Dall’antichità si passa al Medioevo e all’Età Moderna, che vede il subentrare degli europei e l’affermarsi dello stile barocco. Tacciato dagli illuministi come uno stile architettonico pomposo, pretenzioso e disordinato subì un drastico cambiamento accanto al restante “organismo” urbano con l’avvento delle industrie, responsabili di un considerevole e scomodo aumento dell’inquinamento dell’aria, perlomeno per tutto l’Ottocento a causa del consumo di carbone. Lo stile proprio di quest’epoca è romantico, recupera in chiave elegiaca un passato incontaminato, mentre nella parte alta del periodo tra XIX° secolo e XX° secolo chiamato Belle Epoque la situazione migliorò parzialmente con il passaggio al consumo di benzina e derivati del petrolio, creando lo stile architettonico che persino noi oggi utilizziamo indefesse. Fu solo con le evoluzioni tecnologiche nell’energia e nell’energetico che la qualità dell’aria si ripulì e l’inquinamento atmosferico si ridusse fino a scomparire del tutto. Ormai il materiale universalmente utilizzato nell’architettura è il cemento armato, cioè un amalgama di malta, boiacca e calcestruzzo in cui, donde rendere l’edificio più resistente mentre l’impasto roccioso non si è ancora indurito vengono inserite strutture astratte delle leghe metalliche a più alta resistenza che di base sono uno “scheletro” che, come il tuo, regge su di sé 88 libbre di carne e pelle. Per il manto stradale viene usato l’asfalto, composto di bitume e calcare, presente in natura in paludi che non lasciano scampo ai danni di grandi animali terrestri.

 

 

Non ti so dire di preciso quanto tempo ci mettono cemento e asfalto non trattati a disfarsi, ma in ogni caso non utilizzeremo sistemi di trasporto convenzionali. I terreni hanno conformazioni troppo diverse ciascuno con gli altri e stiamo ancora parlando a livello ipotetico.

 

I Land Rovers, bipedi da trasporto di 8 metri d’altezza e biposto hanno gambe anziché ruote. La bionica consiste, l’avrai visto anche tu, nelle beh….gambe. Ci siamo basate sulle robuste colonne di carne dei grandi dinosauri erbivori e degli elefanti. Già sanno affrontare qualunque ecosistema senza di noi, ne assorbiremo i vantaggi e li useremo noi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli Snakes sono la nostra aviazione. Hanno un muso dritto come una fiocina, con il reattore dietro l’oblò della guidatrice. La carlinga è segmentata, come le vertebre di un serpente, e volano aggrovigliandosi e sciogliendo i propri nodi risultando impossibili da colpire.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Filius Cronus in fabula post exsanguinitatem Urani per emundationem filii quamplurimi perterritus vixit. Uxor eius Rhea numerosa prole peperit, Cronus autem omnes pueros ac puellas, quos habebat, praeter Iovem, quem lapis substituerat, interfecit et devoravit. In pannis adhuc involutus, rex deorum ab capra Amalthea in Creta insula suscitatus est

Il figlio di Crono nella storia, dopo lo spargimento di sangue di Urano, visse in grande angoscia attraverso la purificazione di suo figlio. Sua moglie Rea partorì numerosi figli e Crono uccise e divorò tutti i ragazzi e le ragazze che aveva, tranne Zeus, che la pietra aveva sostituito. Mentre era ancora avvolto in fasce, il re degli dei fu allevato dalla capra Amaltea nell'isola di Creta (traduzione approssimativa di Luciano Agostiniani). Le corna di quella capra divennero-almeno è quello che accadde a una-la cornucopia, il recipiente dell’abbondanza. E la Mother Eve era il recipiente dell’abbondanza, quella di carne femminile, solida e robusta come il carrarmato dei ceratomorfi e contemporaneamente gommapiuma in cui sprofondare come nei psychrolutidi, ma la gigantessa di silicone, la Pamela Anderson all’ottaedro che, in mezzo alle restanti vestite di rosso di Le fantastiche avventure dell’astronave Orion di Rolf Honold sfoggiava un salmone scuoiato viola notte come una melanzana luceva ancora di più quanto in secoli la femminilità fosse diventata parossisticamente polposa, in un onda di progesterone brussellese, di concorso di Miss Maglietta Bagnata delle menti femminili dell’EURATOM, alla faccia ma anche no degli antinuclearisti. Lo sai che ormai tu avrai

il mondo intero in una mano

che aprire non vorrai

lo so lo so tu sei

l’ultima donna che io amo

e che io amerò.

 

 

E quando arriva un dispiacere

Ti ritrovi in fondo al mare

e uscire vuoi

nuoti in su per risalire

guardi la luce in superficie…

non ce la fai…

Ma poi…sulle ali di un pensiero…

irrazionale tu

vedi tutto meno nero

così incominci a respirare

e a muoverti e a danzare…

e guardi avanti (Adriano Celentano-L’ultima donna che amo-C’è sempre un motivo)/Tutti quanti insieme salteremo in aria bum!

Potremo finalmente respirare senza quei gas

Di cui siamo già contaminati da quelle scorie nucleari che

Che in nome di quel libero commercio e della globalizzazione

è possibile portare il cancro nelle case dei cittadini

Sognando Chernobyl

(E i figli suoi... già sparsi in tutto il mondo

Per inquinare ciò che poi beviamo)

Tutti quanti insieme salteremo in aria bum!

Coi francesi che sono i primi e i tedeschi poi subito dopo

Sono i cugini di primo grado di quella Chernobyl che scoppiò

E in Italia già si disperano i politici abusivi... pronuclearidi

Che non si sentono abbastanza moderni se a morire gli italiani son terzi

Nel Texas... c'è uno stato che ti uccide e nessuno lo arresta (Adriano Celentano-Sognando Chernobyl-L’animale)/Spara razzi nel blu

inseguendo comete

spaventando meteore e pianeti

 

Watta quando gli va

ecco preme un bottone

e di Ondron ne fa un bel boccone

 

Traccia un'orbita e via oltre il muro del suono

taglia a fette anche l'arcobaleno

 

Watta vince perche`

ha un gigante con se'

e non gli serve un cannone o la bomba al neutrone (Franco Micalizzi-Trider g7-Tivulandia 2)/D’altronde, sulle luddiste ridottesi come le mummie di Yingpan o in alternativa, come quel gran pezzo dell’Ubalda di Vivienne Westwood abbastanza belline da essere considerate da Vanity Fair, assieme alle modelle di David LaChapelle sanguinarie sacerdotesse amerindie è sempre pesata questa fantastica ipocrisia scesa come una saetta dal cielo: inveenti misandriche che odiano il nucleare….ma dietro il nucleare c’è una donna, Marie Curie

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Marie Curie-stranamente cubista alla Giacon-in un enciclopedia storica

e siccome a un certo punto le femministe hanno capito cos’è la coerenza, hanno riflettuto sul coraggio e i sacrifici di questa madama varsaviana che, nonostante in cent’anni siano andati poi culminando in Chernobyl e Fukushima in nome della loro ideologia dovevano essere supportati, proseguiti, pagando il dazio delle scorie ma se hanno fatto finta che Leonarda Cianciulli, Maria 1 Tudor e Margaret Tatcher abbia avuto una vita diversa da quella che ha avuto e le precedenti due non siano mai esistite sono andate disinvolte anche affrontando questo problema. Il mio nome è Cindy Poteyok. La più grande pole dancer mai vissuta nel Sistema Solare. La pole dance è uno sport professionale, oltre che sexy, approfondite l’argomento. Ma voi siete la Mitchison e la Juapenos! Mi prostro a Voi. Ma sulla pole dance c’è questo stereotipo vecchio come il cucco, che io sia una prostituta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Piuttosto…come un incrocio tra Vexus l’imperatrice dello spazio (Laura Boccanera) e Tostada di Guacamelee! la Poteyok introdusse una di quelle palle bianche e nere del biliardo ottave in progressione in mezzo ai propri seni e, impastandoseli con gli artigli delle sue lunghe laccate, nelle ossa per direttissima come un Deinocheirus ruppe in mille pezzi l’oggetto solo con la massa delle sue mammelle, palle da bowling così grosse e sode che non rispondevano nemmeno più alle sollecitazioni gravitazionali. Nemmeno Marceline Abadeer (Alessandra Chiari) raggiungeva cotanti livelli di morbosità da LP dei Diztrait.

La da da da da,

I'm gonna bury you in the ground,

La da da da da,

I'm gonna bury you with my sound,

I'm gonna drink the red from your pretty pink face,

I'm gonna...

 

Bubblegum: (-Marceline! That's too distasteful!

Marceline: -Oh... You don't like that? Or do you just not like me!)

Sorry I don't treat you like a goddess,

Is that what you want me to do?

Sorry I don't treat you like you're perfect,

Like all your little loyal subjects do,

Sorry I'm not made of sugar,

Am I not sweet enough for you?

Is that why you always avoid me?

That must be such an inconvenience to you,

Well... I'm just your problem,

I'm just your problem,

It's like I'm not even a person, am I?

I'm just your problem

Well, I shouldn't have to justify what I do

I shouldn't have to prove anything to you

I'm sorry that I exist, I forget what landed me on your blacklist

But I shouldn't have to be the one that makes up with you

Olivia Olson-I’m just your problem-The Father-Daughter Album of Unspeakable Beauty. La Mitchison si sentì come innanzi a una generalessa di Kossurah che voleva farle vedere l’immane misandria di Frosnorr, la regione di Lemuria dove c’era l’impero di Kossurah, subente gli interventi militari delle forze di Gondwana nell’interminabile lotta tra le di Kossurah Loth e di Awelustan Hu, sintesi vieppiù di quello che era il nocciolo della divisione ideologica tra queste fazioni: le Loth erano aftartodocetiste e ebioniste favorevoli a più cose che possiate immaginare, le Hu delle encratiste gimnofobiche, e come le Loth volessero imporre un rapporto sereno e disinvolto con la nudità del proprio corpo, Che avrete vi auguro finché un demone non vi violenterà (أتمنى أن يكون لديك حتى يغتصبك شيطان), unendo come un [Sasuraiger] un vagone in più, dopo quelli con [Spire Gyro], [Almond Copter] e [Land Rover Tank] la domanda sul senso del gesto. La Poteyok mostrò, in un salone dallo sfarzo che non competeva in nulla a un hangar, un merdoso hangar, un merdoso garage dalle saracinesche dalla vernice sbriciolata, dalla polvere e dalle ragnatele, con Dioniso consegnato alla ninfa Nise di Jacques Courtin sull’ampia volta del soffitto, quadri di Longoni e Carlandi ai muri, fontane di Luca Prandini e sculture di Pablo Picasso. E una triruote monoposto di 62 m, l’auto più grande del mondo. Constatando lo sguardo della Mithchison, basito come quello di Lois Griffin (Antonella Rinaldi) assistente al circo che suo marito Peter (Mino Caprio) ha fatto arrivare nel giardino di casa per il compleanno di Stewie (Giovanni Baldini) che ha “preferito” cercare il sosia albino di Ed Bishop il cui culto era stato frequentato da Meg per metà episodio e, preda delle sue elucubrazioni ucciderlo (Massimo Rinaldi) la Poteyok fece una narrazione sulla tecnologia futuristica dietro la sua creazione da Pepper Potts: Quella è la Queen Rider, della mia e solo mia dea della guerra Daijonna, la sua limousine per ogni ambiente. La Daijonna per tua curiosità è alta 56 metri, e pesante 682 tonnellate. Unisce lo stile di combattimento di tutte le guerriere mai vissute nella storia con quello di una diva del burlesque. E’ un ingigantimento delle nostre soldatesse meccaniche Elementals, Coraggio, Energia, Onestà, Ingegno, Entusiasmo, Persistenza e Terrore, oltre che la Dea della Guerra la Grande Donna, la Montagna Ingorda, La donna era vestita di porpora e di scarlatto, era tutta adorna d'oro, di pietre preziose e di perle, e aveva in mano una coppa d'oro piena di abominazioni e delle immondezze della sua fornicazione. Sulla sua fronte era scritto un nome: "Mistero, Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra (Ap 17 4-5), in fondo quello che siamo tutte. Nè le Loth nè le Hu lo accetteranno mai, ma noi donne siamo bestialità istintuale, prostituzione primordiale, galline mannare madri e mogli per un istinto più forte della gravità.

 

Il nostro istinto materno e misopedico allo stesso tempo ha una forza che appartiene al pugnale intinto delle viscere dei figli di Medea per troppo amore contro Giasone e quello gonfio d’odio e lussuria di Clitemnestra che non è riuscito a disfarsi e/o contribuire a disfarsi di Oreste e Elettra, la natura ci ha rese modaiole, cromomani, e formose, con 4 pentagoni, con 20 Geomag costruiti Strandbeest di Theodore Jansen che nel menarca ci eiettano e appesantiscono mammelle e glutei. E non c’è San Cucufate martire che tenga: la storia perduta dei maschi è piena di cliniche di pranoterapia e posturologia per quei cromosomi che le mammelle non c’era modo alcuno sulla Terra di farsele crescere. Come potevano farla loro che le mammelle per il testosterone non avevano modo alcuno per farsele o lasciarsele crescere, per noi che con il progesterone c’è l’abbiamo e le mammelle ce le fanno crescere possiamo cimentarvici eccome. Ha già conosciuto la Musumeci giusto? Ciascuna parte del suo corpo è la perfetta combinazione tra Bert il birillo, Mortimer il guantone da boxe, Tammy la palla da basket e Mick la palla da calcio di Soul quest overdrive e lo Shinzen Samurai Gattai Kyoryu Samurai HaOh di Samurai Sentai Shinkenger: testa a pallone da calcio, due pesi da 12 Kg sul davanti, mammelle come Kinder Grand Sorpresa ripieni di yogurt alla fragola, gambe e braccia come bilancieri caricati con pesi di 8 Kg ciascuno, culo a palle saltellanti Gopherc….ha delle aiutanti, che io presenterei volentieri a Carl Hagenbeck come Lynn Paustian, donde dimostrare che noi siamo davvero l’uomo, anzi, la donna del futuro

 

 

Le forme della Daijonna quindi non sono più così discutibili dico bene? Sulla sua limousine di 34 metri di lunghezza può viaggiare a velocità ipersonica nello spazio come sulla superficie dei pianeti, come nelle profondità marine (limitandosi a 2852 metri di profondità), come al di sotto della loro crosta, della loro Discontinuità di Mohorovìcic.

 

Suddetta limousine, la Queen Rider, ha una forma liscia, da supposta, con giusto un abitacolo con volante, freno e acceleratore, come le Moto Elettriche del Bayern Park di Salisburgo, le marce erano come il quinto dito di Topolino e Homer Simpson: Perché così le loro mani sono più facili da disegnare: i disegnatori risparmiano tempo, i produttori risparmiano soldi e gli spettatori non ci fanno molto caso, visto che raramente le mani dei personaggi dei disegni animati sono in primo piano. Può passare in modalità aerospaziale con ali dal bordo tagliente sotto il cofano, i cui reattori aprono gli ugelli direttamente dallo stesso cofano dove si situa il motore a reazione della potenza di 3006 cavalli, sviluppando un calore di 1000° da cui il componente ausiliare Apopis, un serpente di 23 metri di lunghezza è salvaguardato con il rivestimento di basalto di suo immune al molto più alto calore dei vulcani, potendo unirsi a lei nella シーサーペントの女神の踊り (Danza del serpente marino), il burlesque raffinato e piccante che segnala nostre intenzioni non ostili. Anche il Burlesque è arte, dovrebbe guardarsi Le deliranti avventure erotiche dell’agente speciale Margò di Russ Meyer. Tutto quello che accumuliamo nella Mother Eve ha sempre più senso e più finalità di quello che sembrerebbe: armi convenzionali, superpoteri, menti come singoli neuroni di un cervello che nasce fantasmagoricamente dalla loro congiunzione e cooperazione, un robot gigante. Fanteria e aviazione. Perché cosa c’è là fuori? Quando esce di casa, lo fa nuda? No di certo! Cosa fa prima? Mi vesto! E i vestiti come gli sceglie? Cosa sceglie? Scelgo valutando il clima e quali colori sono più piacevoli e interessanti….almeno da quel giorno E poi? E poi cosa? Oltre ai vestiti esce solo con quelli? No; porto anche chiavi di casa, portafoglio e cellulare Perchè? Per non rimanere chiusa fuori, per non essere sprovveduta dovesse accadere il grave e il lieve, perché non voglio elemosinare se devo pagare. Per affrontare qualunque situazione La Poteyok sorrise come dovette sorridere Walpole quando apprese che nulla avviene per caso nella serendipità, che facendoti cercare qualcosa ti fa trovare qualcos’altro di assolutamente imponderabile appena prima, a sua volta aiutato nel conio della parola da una fiaba di Shererazade su 3 giovani principi curiosi e pindarici Ci è arrivata. Esattamente come lei per uscire di casa preventiva almeno all’80% qualunque eventualità e si dota conseguentemente di tutto quello che serve in questo senso, così abbiamo fatto noi con i bagagli della Mother Eve Ça vans sa dire. A suo tempo, ogni cosa, compresa la mia Daijonna, tornerà utile. Rinvenendo a lei, è come già detto metà samurai, con un kabuto dal maedate grosso e robusto come quelli dell’epoca Momoyama, da Battle Fever J, con una corona di piume che per pragmatismo è l’unico prestito dal Crazy Horse come dalla Passarela Ribeiro visto che i costumi da samba erano troppo ingombranti come quelli da burlesque propriamente detti, mentre quella coroncina che Giuseppe Bassan ha staccato al pavone di Dario Micheli e c’è l’ha data si sposa bene con l’economia stilistica del kabuto ed è a conti fatti un secondo maedate. Anche il velo trasparente sulle labbra da The greatest man in Siam di Walter Lantz siccome è veramente esiguo per dimensioni rispetto al corpo non solo ha vinto su ogni altro velo (che può incastrarsi e se già quello piccolino, quella sottiletta Kraftc sulle labbra è un orpello, gli altri non se ne parla d’ufficio) ma come la coroncina di piume di poc’anzi è così piccolo da non sprecare spazio sul “corpicino” della nostra bambolona di Cespedes ai tempi di Nel buio della notte. Il mio cockpit è nel suo nasino. Poi le nappe….nel burlesque sono indispensabili. Ma non sono lì sulle tettone della nostra solo per far scena. Sono nappe incatenate dal glande a mazzafrusto. Anche i glutei, grossi e morbidi come le mammelle; ogni gonfiore del suo corpo si staglia in imponenza. E’ come vedere Hyper Combat Unit Dangaioh con i suoi pettorali robotici flexantesi come cuscinetti antisismici; se è andato bene a tutti un bestione siffatto la nostra che lamentele attirerebbe? Comunque delle alucce ce le ha, perché se piccole si possono rinserrare abbastanza agevolmente da non compromettere l’equilibrio tra bellico serio e erotico faceto. Bene! Vuole che io passi all’arsenale? Non mi dispiacerebbe Ho una supermodel virtuale che serve proprio per questa specifica parte della mia presentazione. Arkana! La passerella è tua! Sfilano per la sfilata, scendono la scalinata

Posano con un'occhiata, Supermodels

Splendide e sorridenti, giovani e indipendenti

Uniche e sempre seducenti

Queste Supermodels

La moda che oggi va domani passerà

E un'altra moda sai presto indosserai

Se tu la seguirai poi ti divertirai

È un gioco accattivante che non finisce mai

Stilisti vanitosi ma bravissimi (uh, uh, uh)

Veri maestri di eleganza

Modelle con degli abiti bellissimi

Che indossano per noi, che indossano per noi (Cristina d’Avena-Supermodels-Fivelandia 19)/

sore demo ittai kono boku ni nani ga dekiru tte iun da

kyuukutsu na hakoniwa no genjitsu o kaeru tame ni nani ga dekiru no

Even so, what can I possibly do?

What can I do to change this tiny box-garden reality?

jinsei no hanbun mo boku wa mada ikitenai

sakaratte  dakiatte

muishiki ni kizamarete yuku keiken no TATUU

I haven't even lived half of my life;

rebelling against, and embracing others -

These experiences are being tattooed onto my subconscious.

gakeppuchi ni tatasareta toki

kunan mo boku no ude o tsukami

jibun jishin no arika ga hajimete mietan da

motto hiroi FIIRUDO e motto fukai ookina doko ka e

yosou mo tsukanai sekai e mukatte yuku dake

When I was stood on the edge of a cliff,

"Adversity" grabbed my arm,

and for the first time, I could see where I was.

Towards a wider field; towards somewhere deeper, larger...

I'm just heading towards a world which I can't even imagine.

oshiete "tsuyosa" no teigi

jibun  tsuranuku koto kana

soretomo jibun sae sutete made mamorubeki mono mamoru koto desu ka

Tell me, what is the definition of "strength"?

Does it mean to hurt yourself,

or perhaps to throw yourself away to protect someone who you should protect?

SABANNA no GAZERU ga tsuchikemuri o ageru

kaze nnaka  aitsura wa shinu made tachitsuzukenakereba ikenai no sa

The gazelles in the savanna raise clouds of dust;

they have no choice but to remain standing in the wind, till the day they die.

HITO wa arukitsuzukete yuku

tada ikite yuku tame ni

fukanzen na DEETA o nurikaenagara susumu

hajimari no kouya o hitori  mou arukidashiteru rashii

 

Maaya Sakamoto-Hemisphere-Shonen Alice

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Frecce taglienti le piume sulla nuca, che vanno rastremandosi e impugnate si trasformano in un mazzo di kunai

Raggi ottici laser dagli occhi

Tornado di fuoco il velo sulle labbra si scosta come un sipario, permettendo l’uscita dalla bocca di un velocissimo concentrato di fiamme

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Supernova gun una pistola laser dal seno destro

Lama inconcepibile un pugnale dal seno sinistro

Catene perforanti le nappe a catena terminanti in dei mazzafrusti grazie ai molti anelli accumulati nelle mammelle permettono l’intrappolamento del nemico

Burrasca di nettare un idrante dall’ombelico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spade diaboliche due spade da ciascuna coscia

Forbice abbattitrice lame sul versante interno di ciascuna gamba, per eseguire un autentica manovra a forbice

Impatti dirompenti raffiche di missili dagli stinchi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Missili perforanti trapani dai glutei, se necessario con dei jet interni possono staccarsi per scavare

Bazooka due bazooka attaccati ai deltoidi

Kozuimomogyunyuken: o più semplicemente Lungo Artiglio. E’ una terza spada sistemata in una fodera ammortizzata sulla colonna vertebrale donde non danneggiarne la lama in caso di schienata. Il suo nome giapponese significa Colpo dell’inondazione di latte di pesco. L’elsa può allungarsi diventando un alabarda, chiamata Jishinsukiken, Colpo del terremoto di Luna

Ali diaboliche due piccole ali retrattili eiettabili a mò di boomerang taglienti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Distruttori una coppia di magli dai bicipiti, simili al nordico Mjolnìr

Doppio uragano due motoseghe innestate negli avambracci, aperte a angolo ottuso

Artigli infernali lame che si allungano dai polpastrelli, come quelli di un bradipo

野猪式 功夫

Arti marziali ispirate ai suini. Siccome traccia i miei movimenti, e io ne sono una cintura arancione….è uno stile sexy e morboso, visto che è praticamente un kamasutra marziale Da doujinshi hentai di Ranma 1/2? E’più quella della Ryomu Shimei di Ikkitousen, con una mia mossa più volte brevettata, una Brainbuster in cui soffoco l’avversari* con i miei seni. Hai mai giocato a palla avvelenata? E’ un'arma di distruzione di massa riconvertita in gioco per ragazzi, nonché un'ottima soluzione all'impellente problema del sovraffollamento delle aule scolastiche. Scherzando, perché è la definizione di Nonciclopedia, https://nonciclopedia.org/wiki/Palla_prigioniera, una faccia prese a pallonate farà sempre male. E se queste palle sono la versione sferica dei  [Magne-Claw] del [Conbattler V], nel mio caso di una lega metallica ultraresistente, lo Zormanium, una coppia di palle da demolizione all’aroma di mughetto le piacerebbero in faccia? La Mitchison affermò spiritosamente tutta la propria avversione a quel Golden Fish di Rice Rice (Massimo Rossi). Dopo il congedo della guerriera, in un hangar proprio lì affiancato c’era una bisarca, una macedonia tra il [Koseidon] e lo [Sky Ace] dei J.A.K.Q, con dei bei motori ruggenti nella foresta come la Marlene (Monica Ward) di L’arca di Noè di Pablo Buscarini  in Les chants magnetiques di Jean Michael Jarré Una Mercedes Benz 300K, una Plymouth Roadrunner, una Plymouth Cuda, una Nissan Bongo, una Subaru 360, una Volkswagen Karmann e una Dodge Charger. La visione di un liscio fulmine o nastro d’asfalto che corra lungo l’orlo del mare, un autostrada su scala continentale Pierfrancesco Prosperi. Di milioni di miliardi di pianeti a nostra portata, per noi che volteggiamo nei pressi di Delta Centauri, quella matrigna di classe B2 IVne tutta blu e supergigante i confini più considerabili tali di quel braccio di San Giovanni del sistema solare a cui appartiene la Terra da cui un tempo ormai dimenticato ci allontanammo, vale a dire il sterile e zen Caronte, un karesansui perso a 22mila chilometri dalla superficie di Plutone, che comparativamente a lui è già un pianeta, senza curvature interspaziali rappresenterebbe PERSINO     QUELLO un miraggio, che raggiungeresti solo come un inutile cadavere. Plutone è neve senza Sole. Dopo, ci sono Sterope e Proteo, dei molti satelliti di Urano e Nettuno, dove ci sono ampi oceani con la luce della stella-madre non sufficientemente ravvicinata di calibro perché essa deflagri su di essi e spanda calore possibilitante la vita. Non sto escludendo a priori che questa coppia di mondi non abbia della vita in agguato, ma vivrà ghiacciata nelle visceri marine di questi giganti termali. I pianeti che ci gratificheranno di più sono Saturno, Giove, Venere, Marte, Luna, Terra e Mercurio. Saturno e Giove sono mondi nebulari, dove superiormente alla Discontinuità di Lehmann il pianeta è gassoso, un immane mondo gassoso e nebulare, dove il fuoco d’artificio del Sole sale epilettico e spumeggiante, Ma voi lo sapete, in tutto il mondo, quanti popoli sparano [i fuochi d'artificio a Capodanno]? Ci sono tre popoli che sparano: il popolo cinese, il popolo messicano e il popolo napoletano. Però con questa differenza: che il cinese, un cinese spara per un cinese solo, il messicano spara per un messicano, invece il napoletano spara per tre cinesi, tre messicani e per dodici napoletani più uno che è lui che spara, no? (Riccardo Pazzaglia), tra gli archi delle sue aureole di polvere e meteoriti disegnando le nubi a trompe l’oeuil che vi galleggiano al di sotto, nell’ancora sicura coltre della mesosfera, come nelle vecchie penne turistiche di Venezia con la gondola in acqua che muovendone il cappuccio a acquario “naviga” a destra e sinistra

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Venere e Marte da sempre sono i pianeti più “vitalistici”; da sempre abbiamo la consapevolezza inconscia dell’esistenza di creature che vi ci abitano (Anno dopo anno, quando gli avvenimenti politici non sono fonte di preoccupazione, si riaffaccia il problema dell'esistenza di una vita intelligente, senziente, sul pianeta Marte Herbert George Wells), molto più della Luna e di Mercurio, vittime di svantaggi non come quelli di Plutone ma stringenti quanto quelli di Urano e Nettuno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Forme di vita di Marte (https://www.deviantart.com/lordstevie/art/Warrior-Women-from-Mars-475503053) e Venere (I sette navigatori dello spazio) e di Luna (I primi uomini sulla Luna) e Mercurio (Sfere di fuoco)

E poi…la Terra la Juapenos cessò di essere meravigliosa, e s’inasprì anche con livoroso rimpianto su cui la fiamma dell’uomo è cenere dai grani ammonticchiati dai singulti del vento. O anche di peggio: stomaci famelici senza cervello, o esseri umani trasformati in bestie per compensare tutte le estinzioni. Mitchison, sei zoofila? Una tale irriverenza sarebbe stata punita o con la corte marziale, o con la più fascista fucilazione, o con un molto più popolano scapaccione, vista la Sua autorità. Ma il fuoco negli occhi della Juapenos tutt’altro che obiettabile  mirasse a Lei ontava di vergogna Lei. Nemmeno in Microsuperman di Osamu Tezuka con il Dottor Midoro portato clientelarmente in tribunale dai Gidoron  per i crimini contro l’ambiente compiuti da tutta l’umanità. Messasi a sedere, Mitchison arrossì dei lividi di ciascuna delle domande della ispanica Deve aver ragione la Al’Ehat sull’inutilità dei maschi, che potrebbero essere diventati animali? E se fossero animali, ci dovremmo accoppiare con loro?  Che accadrebbe alla nostra dignità? Ne sarebbe valsa la pena per i nostri figli e figlie? La Mitchison quasi tremava mentre le donnine del suo cervello equipollevano Linda (Matt Harrigan) di Aqua Teen Hunger Force colony movie film for theaters di Matthew Maiellaro quale penultima vittima dell’Insanoflex per trovare una risposta adeguata. The higher up the evolutionary ladder a specie climbs, the faster they’re like to be extinct. Man, who has been on this planet for half of a million year, had already begun to decline (Dougal Dixon) Se incontreremo animali, questi animali un tempo sono stati uomini e uomini li rifaremmo diventare. Questa meraviglia di 2 chilometri di campo non ha un qualche calabresella nella manichetta sull’argomento? Occhioni da Sailor Moon arrapata, sorriso stile Stretch Films di John Dilworth ma con l’incommensurabile perfezione osteologica di Enrico Grani e Paul Terry sembrava Zecora (Marina Thovez) scambiatasi con Pinkie Pie (Donatella Fanfani). Questo sconcertò molto la Juapenos, che non era più [Kuroppen] dal minaccioso ghigno di Mogoru Fukuzuo e come “l’imprenditore ridanciano” di Fujiko Fujio con un ditone usato per chiamare alla sbarra in tutta l’accezione del termine l’[Eriosu Teikoku] con il suo biopotere di cloni in anticipo di trent’anni su The island di Michael Bay ma  [Aaru Hakase] affacciatosi aldilà delle sue pur incredibili elucubrazioni su un mare di possibilità dirachianamente morali nemmeno considerate sul continuare a essere al servizio del principe di Helios  [Tate Kento] nonostante sia ormai venuto fuori che sia stato fatto nascere da un biodroide-il suddetto clone concepito a tavolino per essere un inane banca d’organi e un fantoccio sostitutivo qualora al re biologicamente legittimo succedesse l’irreparabile-rifiutando però il classismo assorbito inconsciamente tale da avergli fatto abbandonare la [Adalus Base] trovando la sua protetta [Shiratori Sanae] in un ospedale da campo gremito di bambini che l’adorano nemmeno fosse Babbo Natale. Ci sono le Totem. Manitou, Awonawilona e Raweno rappresentano il richiamo degli animali, delle piante e della roccia. Sfruttano le teorie di Peter Tompkins sulla comunicazione tra radici e miceli, questo Awonawilona, mentre Raweno scesa sottoterra avverte flussi di magma anche a 2 chilometri di distanza. Una è una satira con zoccoli di okapi, progesterone di orca, zanne di babbuino e artigli di formichiere, Come corpo liquido stratificato si mimetizza nei millepiani animali della giungla. Ora lupo, poi orso, o elefante o serpente e persino «avvoltoio onorario». Il primo film postumo di Disney (che continuerà a vivere attraverso il marchio), l’ultimo personalmente prodotto, s’inchina a Dioniso, lui pure allevato e avallato da forze altre della natura ed emblema del corpo spezzettato. Vivendo, come tutto Disney d’altronde, di molecolari scambi di ruoli e identità, pienamente riflessi fuori dallo schermo. Siamo a cavallo del ’68 e della nuova Hollywood, lo attestano pure i tratti grafici essenziali e meno tondi del cartone, più hippie e a basso consumo. Lo score è jazz e Mowgli un capellone. Il «viaggio lungo e faticoso» kiplinghiano alla ricerca del proprio Sé viene messo in dubbio, precipitato subito in un’avventura ironica e onirica, poco rispettosa.

Il «cucciolo d’uomo» snobba e rigetta quanto sancito da Baghera, pantera «saggia» assai lontana dal coevo Black Panther Party, portavoce di quella cultura-legge secondo cui è necessario abbandonare la giungla per raggiungere il villaggio degli uomini. La scimmia nuda deve vestirsi (per uccidere?). A Mowgli viene così negata ogni unione contronatura. «Ma tu la sposeresti un pantera?» chiede scandalizzata proprio la pantera (!) all’orso Baloo, «stupido e irresponsabile fannullone» a suo dire, perché vive di sogni senza pregiudizi, nonché guida (im)morale del piccolo contro l’ordine costituito.

Il vituperato e incompreso antropomorfismo animale disneyano si rivela tutt’altro che ingenuo (Leonardo Persia). Al momento la preistorica Manitou, dalle pellicce alla Murugarren associato con Andrea Ventura e Olimpia Zagnoli era sazia, sazia delle dodici fatiche di Calliope inanellate la leonessa di Nemea e le stalle di Epicasta mentre smog usciva dai pori di Awonawilona in aggiunta a quelle urina e feci lasciti del bauplan genetico umano, mentre l’adamantina Raweno omaggiava Stanley Weimbaum: Nella sabbia doveva esserci silicio puro, ed evidentemente da quello il mostro traeva la “vita”. Noi terrestri abbiamo un’esistenza a base di carbonio; esso invece aveva origine da una diversa combinazione di reazioni chimiche. La cosa, quindi, era viva e non viva. La vidi circondata da altri mattoni: i suoi “rifiuti”. Noi, a base di carbonio, espelliamo CO2; la cosa  a  base di silicio ha rifiuti che sono biossido di silicio, cioè silice (Stanley Weimbaum-Un odissea marziana-avventure sui pianeti). Manitou era acciambellata assai felinamente in una scenografia da Historia naturalis brasilae di Wilhelm Piso incrociata a Gola di Simone Ferrarini con scimpanzé portatori di colonne, tra quello che sogghigna (destra) e quello che sbrana un cocomero (sinistra), Stegosaurus di Mario Castellani sulle comuni cime, un uccello delle tempeste di Wilson impagliato sotto un teschio d’ippopotamo affiancato da quello di una tigre, dal collo di un Paraceratherium e da un mezzobusto d’elefante marino tassidermizzato. In Dolby Surround c’era Mario Nascimbene,  accompagnato da Jerry Goldsmith,  Walter Rizzati, Neil Diamond, Carlo Rustichelli, John Williams e John Powell. Molto più scenografico era le jardin du plaisirs di Awonawilona: un brucamela riminese. Ma ciò che rubò in tutto e per tutto i vocabolari fu l’oasi di Raweno: un mondo di cristallo. Ormai la Mitchison non aveva più dubbi, eccezion facendo quelli sulla Terra, verso i quali però era ora elettrificata oltre l’impazienza. Quale capitana della Mother Eve, mio ordine esordiente è raggiungere la Terra. Curvando attraverso lo spaziotempo risparmieremmo 35040 ore? Sì, alla massima curvatura solo un ora E allora o Terra, o morte. Non serberemo accidioso rancore come Kossurah

Alba sotto un Sole di Barney di Shaka-Kandarec su una terra fredda e indifferente di una città i cui grattacieli sono robusti e ossificati molari di yeti dopo 28 anni di tabagismo nelle cui tane di catrame vomitano licopodi, tutti gelatinosi per la rugiada mentre, tra incisivi di quartieri storici naturalmente abbandonatesi alle mummificazioni della Micronesia e della Carolina del Sud con quegli angioma di quarzifera edera uscita con piantaggine lanciuola e fior di loto asiatico, accompagnat* da equiseti uscivano pigramente dal Flegetonte in perenne esondazione pur in quel loro atteggiamento da comparse di Svezia inferno e paradiso di Luigi Scattini con ogni radice annodata in un umido vincastro da quipu in asciugatura alla pietra, alle qualità di marmo di una balaustra, in sé stessa a sua volta appartenente, appartenuta e appariscente di una chiusa il cui faro ha seguito lo stesso esito disfattista degli altri edifici, ora ergendosi come una mascella di Neanderthal pachistano con burlesque di scorzonere di Margherita Grandi e Barbara Ricci, di menta piperita di Setsuko Hara e Fiorella Mari, di mountain rockets di Erin Gray e Marco Stefanelli, di monocotiledoni di Momoko Kochi e Chris Cunningham, su cui comunque pioveva immobilmente rugiada come onde di pelle carbonizzata delle morti per lanciafiamme, del cadavere di Hedger Wallace in Il giardino delle torture di Freddy Francis, in un ora evidentemente scomoda per le Olenna, le donne dominanti di quel pianeta. La Terra. In compenso, dove l’edera non cresceva continuavano a dormire i Coibentati, nutrie con pinne e colli enormi e muscolosi. Nelle case, ben corazzate da freddo e umido-con acquatiche infiltrazioni capaci di minacciare il cemento che le erge-stile Citterio Spa in Milano le Olenna pescatrici, Erano per la maggior parte viscide e lucenti, ma le loro schiene erano coperte di squame. Il corpo vagamente antropoide, terminava in una testa di pesce con stupefacenti occhi sporgenti che non si chiudono mai. Sui lati del collo si aprivano branchie palpitanti, e avevano lunghe zampe palmate.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Merry, una di quelle bizzarre acciughe cannibali (in realtà basate sulle salamandre) stava preparando l’arpione per la caccia. Il suo  [Daitarn Javelin] l’aveva strappato dall’asfalto nelle veci (ora irrimediabilmente perdute) di un cartello stradale, tagliando la lamiera in una freccia triangolare che le aveva tagliato le dita. Nonostante il manubrio fosse più spesso della lama,  [Ga·Keen Jūsensha] con le loro else e lame di grosso spessore contro il sottile e apparentemente fragile plexiglas delle [Counter Knife] e delle [Mach Wing] quella freccia bianca non solo le aveva fatto quelle bue d’ammonimento, ma se voleva spingersi ancora oltre, Karn the Mindmaster (Massimo Corvo) all’atto d’imitare un furente Nightmare di Soul Calibur II la lama migliore sarebbe stata quasi impalpabile, la Tetsugen della Kurenai di Red Ninja end of honor e la Tessaiga di Inuyasha (Massimiliano Alto). Data la geografia, Merry era un geotritone di Strinati, adatta a un clima temperato-freddo. Quello doveva essere un giorno di Settembre, con tutti i capricci dell’Autunno. Il muschio e le chimere, i patchwork’s a cui collaborava erano freddi e spugnosi. L’acqua l’avrebbe uccisa con l’ipotermia se non fosse stata una tritone unito a un umana. Catturò un gardon trafiggendogli la coda, conservandolo nel marsupio idrorepellente appena sopra con la sua corda sul gluteo sinistro, provando a cacciare qualcos’altro, ma soltanto pesci generici che il suo cervello lasciava anonimi, incaponitosi non servissero per essi battesimi così capziosi e peculiari. Finché i pesci sono pesci rimangono pesci anche se non li chiami di più che pesci, elucubrava. In compenso nel verdone dell’acqua paludosa vedeva e interessavano il suo cervello un carrello della spesa, un gigantesco setto idraulico nero, un distributore automatico griffato Evianc tagliato a fette ammuffite di licopodi paludosi. Che mondo c’era stato millenni prima che nascesse sulla Terra? Blob è un singolare esempio di metatelevisione, di televisione cioè che parla di televisione. Un collage di frammenti – il frammento, si sa, è ormai la vera unità di misura della video-visione – ripercorre una giornata televisiva all'insegna di papere, disturbi, errori, dichiarazioni folgoranti, vuoti, lapsus, distonie, insomma, di tutti i luoghi comuni, di tutti gli incidenti tecnici, di tutto lo scemenziario di cui i programmi ormai grondano in larga misura. Blob è una specie di rubrica critica della televisione fatta solo di immagini; e perciò una critica diversa da quella scritta e da quella parlata (Aldo Grasso),  We take a duck and put some dynamite in its derriere. When the duck explodes, I jump and you take the picture (Salvador Dalì). A un certo punto non le andava più di impararlo. In sogno, dal passato degli umani completamente tali arrivavano insensatezze: un Croconaw di Pokemon Argento dal Moulin Rouge trasformato in un fast-food con il Funnyman della ME parlando del più e del meno mentre un [Great Mazinger] vestito come Spugna della ciurma di Capitan Uncino  entrava nel teatro vecchio, dove orgie presiedute dagli alieni di Esso vivono erano in pieno svolgimento, tra le tante una donna nel bicchiere di Martini gigante che copulava con un coccodrillo. Smascheratosi, uccideva tutti facendo esplodere l’edificio con la coppia di prima capace tuttavia di salvarsi. Non aveva alcun senso ed era assurdo che il tepore del fuoco le immettere nella mente queste cose. Una gamba le si infittì di dolore. Una lampreda. Quelle sanguisughe attaccavano i Coccoli, oscar fusesi con il letto del fiume dove assorbivano l’acqua e il suo plancton con le pinne divenute inutili, conficcati nel terreno come l’astronave di Lalla nell’isola di Tulla di Pierluigi de Mas, trapassandola con il Coccolo arresosi alla mungitura di sangue. Riemersa, vide parcheggiarle a un palmo di naso una Plymouth Cambridge nera con su disegnate copertine natalizie di Topolino apposte alle portiere e al cofano, nonché una piccolina, del 2195, incorniciata nella ruota di scorta. Da essa scesero figure muscolose, piatte di petto, in mantelline da barbiere, con la maschera di Farmer Al Falfa. Merry li minacciò con l’arpione-cartello appena scrostato meramente a pelo dalle budella dal grasso olivastro. I  muscoli da amazzone a quegli inquietanti Monkees che ricreavano i “fasti” di Come to daddy di Aphex Twin da Come to daddy mettevano paura, la paura della solitudine assieme a quella della vagina dentata. Le donne: prima temute perché pidocchiose, poi desiderate penosamente, infine accettate esausti di vivere e emozionarsi. Avevano mani orribili, carbonizzate, eppure ancora utilizzabili. Quelle mani crostose, purulente, persino con ossa all’aperto stringevano action figures dell’Uomo Mutageno delle Tartarughe Ninja, servendosene come sonagli. Merry inasprì la difesa, e le comparse di The strangers di Brian Bertino cominciarono a respirare pesantemente. Ho servito Venere con rabbia, poi con malizia e disgusto. Oggi le torcerei il collo sbadigliando pronunciò cavernosamente il loro “leader”, quello con l’orgogliosissimo pupazzetto, un orrore che Philip Hood rifiuterebbe anche lui di creare, mostrando un flaccido braccio sinistro accatastato nella carne di pezzi d’acciaio e di marchingegni, stile Tetsuo (Alessandro Quarta), con magneti imbullonati sotto le falangi, attraendo l’arma della Merry per farsela passare attraverso le viscere. Gli umanoidi non gliela volevano dare, la bullizzavano sottraendogliela con la favolosità acrobatica di una squadra di Quidditch e eviscerandosene. Morti tutti, Merry era inane. Ripresi i pesci, s’incamminò verso casa, ignorando la Mercedes Benz 300K di Hypnotia, immediatamente schiacciatasi il nasino da Betty Boop perché insofferente l’odoraccio da Trinity in estate nel Trammell Park Venezia si è davvero lasciata andare, cara Mitchison Mi faccia dare un occhiata

E’ dai tempi di Antonio Casellati che in quella repubblica marinara del Veneto le grandi navi sono le malvenute. Sa com’è, spostano l’acqua dell’Adriatico su Piazza San Marco e contribuirebbero a abbassare Venezia sott’acqua….come scusa è troppo somigliante a quelle che escogiterei io se voglio leggere e trovassi per sedermi solo le panchine sotto il Log Flume di Fantasy Island del Lincolnshire e ogni tot i tronchi mi gettassero acqua sullo zibaldone. In compenso, Sharon Williams ha lasciato qui il Motocross Peregoc Una Plymouth Cambridge, con Jasmine,  è una bellissima principessa d'oriente, nota in tutto il mondo per la sua strana passione di indossare un reggiseno i cui bordi cadono ogni cinque secondi di film. Mulatta, con due tremendi orecchini inguardabili e una capigliatura nera da non commentare (meglio di no, ha una tigre personale di guardia), Jasmine è una delle più belle principesse Disney. Lungo il film si traveste da prostituta per andare al mercato, come fanno le donne tutt'oggi, e serve Jafar in ogni suo minimo desiderio una volta che lui ottiene il potere, plastificata dalla Hasbroc, nella jacuzzi di un pattume da ufficio brevetti, Vous savez? Stracolmi di idee abortite il cui Neocutis è una pallottola frastagliata, Plissken di Lorenzo Ceccotti, sempre rigurgitanti in progressioni di Fibonacci di Robert Smithson è ancora piena. Qui le strade sono le magliette dei napoletani con la cintura di sicurezza, correlazione giusta vero? Ma l’auto è vuota. Era una nudista, Charlotte Bonocore parcheggiata la sua Chevrolet Bel Air e con una scia di vestiti suoi per sentirsi più bella scollatasi da tutti loro….ma qui c’è la nausea, la noia del serial killer. Big mother di Matthew Bessudo Non capisco alcunché del tuo ragionamento. Poi questo giocattolo sembra uno sgabello per le tette….il nostro macinino è un transatlantico al confronto AAAAAAAAAAA I cadaveri dei cultisti giacevano con i corpi scavati come silice incandescente senza che Merry si fosse preoccupata per loro. La Juapenos pensava fossero piccioni morti; il salto di stazze effettivamente annuiva a quella necrofilia da Holger Andersson di Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza di Roy Andersson. La Mitchison era quasi più impaurita dall’indifferenza della Juapenos per quei mucchi di contriti labirinti intestinali appollaiati raddoppiati i loro corpi degli ex cultisti che per gli ex cultisti stessi, e sommerse l’altra di domande forsennate Gli hanno peggio che macellati, nonostante io creda come Tupu che se uccidi qualcosa devi mangiartela. Alessandro Magno vinceva le sue battaglie con la falange macedone, 52 peltasti le cui sarisse dalle retrovie dove con l’oplon in pugno svettano contro il cielo più la formazione s’appropinquava a quella nemica si ribaltavano di 90° in modo che le sarisse degli ultimi peltasti si librassero a altezza ventre, per passarne la punta attraverso. Non è un omicidio, non è un pluriomicidio, non è una strage. E’ guerra Mitchison si raffreddò. Stava per farlo, per chiederlo, per esigerlo, ma successivamente disse Qual’è l’arma del delitto? Cosa? Quale? L’ho già spiegato, un arpione, una moltitudine di arpioni. Che hanno sventrato, eviscerato, impalato ben 4 persone e appena hanno messo giù le zampe da una Plymouth Cambridge del ’55, vestiti come barbieri, con il mantello di Batman, la faccia da Popeye, Braccio di Ferro mangiò

Spinaci inscatolati un pugno in faccia gli tirò

E Nembo Kid ha ripulito la città

Lettera X, dov'è il segreto di Asterix, Motorx, Mister X

Stop, dove vai, cosa fai

Se c'è il Barone Rosso che alle spalle colpirà

Niente paura che tanto arriva Nembo Kid

Che mondo sarà

Se ha bisogno di chiamare Super Man

Che mondo sarà

Fa l'effetto del motore che non va (Lucio Dalla-Fumetto-Terra di Gabiola), e questo schifo

🤮 Cos’è? Innanzitutto questo Chris Cunningham di plastica e le maschere da Lupin la pietra della saggezza di Soji Yoshikawa, visto che si tratta di indizi. Pronto? Juapenos, mandatemi la Volkswagen Karmann. Siamo sulla Terra da 3 ore e già il pianeta ci dà il malservito. 4 cadaveri, lo schifo delle viscere di fuori. In questo senso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Maschere da Braccio di Ferro, e un altro conato, fatto di plastica che almeno non ha sanguinato. Mitchison, ora che ci penso, non è strano che manchino testimoni? No, non credo, testimoni devono esserci stati, ma semplicemente non sono rimasti. Qui ci sono numerosissime case, e in ognuna di esse hai voglia se non ci siano testimoni dell’accaduto. Cominciamo da quella Le case più vicine al fiume, il San Lorenzo, erano rifugio delle donne-pesce. Merry, ancora scossa, venne consolata dalle sisters, Tamsen, Joanna, Edwardine, Connie e Pippa, vieppiù messe in subbuglio dalle gigantesse spaziali, Invid di Genesis Climber Mospeada nell’episodio 63, abbastanza stranianti, donne discendenti da Godzilla, ma simpatiche quanto Rosaura, il rosato dinosauro ecologista (Daniela Igliozzi) Ehilà? C’è qualcuno? Sì, siamo noi. Siamo le Abyss Couchie. Fà un pò freddino, quindi sto sfoggiando questa pelliccia da 410mila cozze di Coibentato. Regalo di Christopher, il nostro agente Quel tanghero ti vizia ZITTA JOANNA! Se è per i cadaveri di Morlock del culto di San Enea Merry gli ha già visti. La stavamo rincuorando proprio per quello Morlock del culto di San Enea? Sono le creature delle profondità del nostro pianeta, i cultisti dell’Ordine di San Enea

 

 

 

 

 

 

 

Vanno a caccia di noi, e se dovessimo osteggiarli ci tolgono le armi-qualora ne fossimo in possesso-e con la loro magnetomanzia se ne servono per uccidersi. Merry, ti sei spaventata? Mi sembra ovvio! Oh cazzarola. A voi perché interessa? Avete presente l’incidente Battistoni? Un auto incidentò contro un albero facendo 4-esatti-cadaveri. Se fosse state automobiliste trovatesi a tu per tu con l’incidente non avreste chiamato le autorità? E dunque l’autorità dov’è? I Morlock dell’Ordine di San Enea sono ingestibili. O gli animali se li mangeranno, o se se ne vuole fare la fatica li si portano alle Grotte di Iqaluit, 2688 chilometri da qui Incentivo per impigrirsi. Noi veniamo dallo spazio, siamo astrodonne, siamo delle donne discendenti da Godzilla. Sul nostro pianeta gli uomini sono estinti, e torniamo sulla Terra da cui venimmo per ottenerne di nuovi. Quindi è qualcosa che ci interessa particolarmente. Identifichiamo i corpi e scendiamo in queste caverne. Chi era la sirena che i Morlock di San Enea hanno derubato dell’arma per eviscerarsi?Di nuovo; Merry, che è andata in crisi per il fattaccio. Ha come il resto di noi un arpione artigianale, era uscita a pesca. Quella laggiù era la loro auto? Edwardine s’affacciò affiancando Tamsen, intenzionata a cacciare delle oche gravate come pinguini e di 5 metri di lunghezza chiamate Poggiateste, aiutando le straniere a avere i cadaveri non toccati da dentati becchi di germano reale incrociato a un pinguino incrociato a un Cryptoclidus Ora lo riacciufferò, devo farlo Edwardine, la Diana cacciatrice, il cui giavellotto era il pesce paleozoico, il Bothriolepis, il Pterychtoides  d’innumerevoli pugilatorium liceali, il veloce, tonitruante, futurista Vortex, spada sacra fino al sacrilegio, sacra per benedizione al punto di sommergersi nella blasfemia dell’età di mezzo, dove i corpi si rovesciano nei recinti incatenati d’uncini come suicidio collettivo di maiali soddisfatti nell’uscirne scorticati come in una cruenta resurrezione di lepidottero in modo che nasca l’adulto, ominide nuovo fuorché australopiteco, ma già oltre esso cadde terribile tra i corpi grossamente allarmati delle gru da ingrasso, esito di una forza e di un agilità straordinarie. L’azione era indifferente, ma gli animali non stuzzicarono più i corpi inani. Allontanatasi dall’ovattato calore della casa, mettendosi a confronto con l’entourage della Mitchison urlò al cielo l’immane differenza reciproca. L’ambiente di provenienza era lo stesso, ma per la Mitchison, la Juapenos e la Galatea che avevano maieutato, EVSA-4632, l’assenza di maschi, l’immane, concettuale purga a essi accaduta era stata delirium tremens; un folle cartoon di Dave Fleischer, Wotta knight con Popeye, Ha! Ha! Ha! E Minnie the moocher di Betty Boop, Swing you sinner! E Bimbo’s initiaton con Bimbo, con caverne di bocche dai sorrisi ingordi e furenti, occhi enormi e fieri della loro malvagità (I yelled BOO! And my enemies run’d out cantava il Bluto/Sinbad di Popeye meets Sinbad the sailor, e ridicolaggine dei futuri modelli di Captain Brineybeard e Wally Warbels di Cuphead a parte l’angoscia grottesca del cinema animato Paramountc si respira eccome), corpi la cui ombra si trancia la testa e come una rana di Galvani balla mortalmente in un che di scomposto, mostri infernali, Cab Calloway come un tricheco fantasma o Koko il pagliaccio in Snow White quando la strega cattiva lo trasforma in un fantasma in cui rotoscopio e cartoon irrealistico (una testa viene fatta a pezzi e si trasforma in un bicchiere riempito da una bottiglia, un corpo s’attorciglia in una medaglia retta da larghe catene) transitano vicendevolmente al punto da essere la stessa, pressante irreale realtà, come la paglia di ferro sottoposta a una calamita. Le “aliene” erano morbose e gravi, da arte di Matthew Bessudo, guarda caso influenzata dai Fleischer, I’m still trying to get to something that I haven’t reached yet, I want to keep the black and white and the Max Fleischer influence but I don’t feel like have to respect a gimmick, I’m bringing new characters, new ways of shading and laying down the bases. I want to get closer to traditional etching almost renaissance like images, not that I have the skills for that. Edwardine era ancora piccolina, una Kaoru Nagisa (Massimiliano Alto) nella specie degli Angeli, foriera di colossi come Sandalphon e Matarael, come Ub Iwerks. Il suo stile era fiabesco, natalizio (Jack Frost), melenso se vogliamo, rappresentante di un femminismo ligio, da gruppi di Panfretti (Vulpemusetla acer), liberi di folleggiare come folleggiarono gli elefanti nani (Palaeloxodon) e i castori giganti (Kvabebihyrax), allucinazioni da Piccolo Nemo di Winsor McCay, tuttavia il perturbante freudiano se con Merry rinunciava a Nausicaa della valle del vento di Hayao Miyazaki preferiva Thunder Mask di Osamu Tezuka e Bakuryu Sentai Abaranger di Naruhisa Arakawa, con il DNA di tritone che le dava una bellezza lovercraftiana, Angel (Jasmine Laurenti) dei Tigersharks, con le sue pinne verdi dal timpano giallognolo, su un modello in ossequi dei giocattoli della LJNTM replicato alle sorelle, tutte anfibie dal geotritone di Strinati per Merry al tritone crestato italiano di Tamsen, dal tritone alpino di Joanna alla salamandra gigante del Giappone di Edwardine, dal tritone giapponese di Connie alla salamandra di Lanza di Pippa, eppure con addobbi molto più pisciformi, in ogni caso scontentando Harry Shapiro il “fissista” con il suo [..] But in addiction to these differences from ourselves, there will be many similarities, so many in fact that you would have little trouble in recognizing him as a fellow member of the same genus. La differenza tra Merry, Edwardine, Mitchison e Juapenos e i Coibentati, i Coccoli e i Poggiatesta era insita negli animali nell’abbandono ai capricciosi arnesi Playdohc, dalla betoniera (E6891) che ancora rispettava l’amorfismo proprio dei fanghi al cantiere (E4293), la intensissima spietata luce rosa implacabilmente disorganizzava ogni cosa (Pietro Ondoli), tuttavia è tutto verde in cui il fango cade in mille strapazzi non sempre belli da subire della Natura l’uomo si era evoluto da sé (Prova, prova a pensare un po' diverso

Niente da grandi dei fu fabbricato

Ma il creato s'è creato da se

Cellule fibre energia e calore

Ruota dentro una nube la terra

Gonfia al caldo tende le membra

Ah la madre è pronta partorirà

Già inarca il grembo

Vuole un figlio e lo avrà

Figlio di Terra e di Elettricità

Strati grigi di lava e di coralli

Cieli umidi e senza colori

Ecco il mondo sta respirando

Muschi e licheni verdi spugne di terra

Fanno da serra al germoglio che verrà

Informi esseri il mare vomita

Sospinti a cumuli su spiagge putride

I branchi torbidi la terra ospita

Strisciando salgono sui loro simili

E il tempo cambierà i corpi flaccidi

In forme utili a sopravvivere

Un sole misero il verde stempera

Tra felci giovani di spore cariche

E suoni liberi in cerchio muovono

Spirali acustiche nell'aria vergine

Ed io che stupido ancora a credere

A chi mi dice che la carne è polvere

Ma se nel fossile di un cranio atavico

Riscopro forme che a me somigliano

Allora Adamo no non può più esistere

E sette giorni soli son pochi per creare

E ora ditemi se la mia genesi

Fu d'altri uomini o di un quadrumane

Adamo è morto ormai e la mia genesi

Non è di uomini ma di quadrumani

Alto, arabescando un alcione

Stride sulle ginestre e sul mare

Ora il sole sa chi riscaldare Banco del mutuo soccorso-Evoluzione-Darwin!). Edwardina soffrì come Merry la visione dei cadaveri dei Morlock e, forte come Arena (Alessandra Karpoff) due in spalla alla volta li assicurò nella clubhouse delle altre Draags di Homo domesticus di Stefan Wul, terrificante quelle frattaglie umane da Humanure dei Cattle Decapitations unito a Horror of the zombie degli Impetigo nel frigo, ma con la Canossa nei paraggi la collaborazione era meglio dell’infanzia della Corona di Space Family Carlvinson di Kimio Yabuki, con tutti quegli alieni bizzarri ma amorevoli.

 

Nelle aule del Castello del Buonconsiglio di Trento c’è un affresco curioso. Cortigiani rinascimentali in mezzo a un innevata Tridentum di cinquecento anni fa che lanciano palle di neve. In saecola saecolorum e nel Canada nulla è cambiato. John Thornton viaggia ancora sulla sua slitta con Buck, pensando a Mr Smith, alla sua giubba rossa da 1700$ e come amasse picchiare i cani. Alla fine ha picchiato Buck, e non è riuscito a fare nient’altro. Beve Orgeat Punch imbacuccato d’orso come un orso, le ossa addirittura gli sudano, mentre è ormai giunto alle pendici del Kisimngiuqtuq Peak. Ha carne di tricheco, la migliore per entrecotes, con cui darsi una sfamata a lui e al bestione che lo porta in giro. Per Buck non ci sarà però Orgeat Punch; deve rimanere lucido e scioglierà della neve fornendogli dell’acqua da lappare. Così era nell’anno domini MCMI. Ann  Nicholson scarrozza in pieno Dicembre uno spiantatosi John Emmett, sulla della Nicholson Chevrolet Bel Air, in un Canada meccanizzatosi e asfaltatosi. Emmett ha vantaggi incommensurabili, se ci pensiamo: riscaldamento centralizzato, niente bistecche francesi di tricheco, Coca-Cola fredda o tiepida come e quando vuole, e si è pure trovato la hostess. La clessidra ora batte 1-9-5-7. Jane Fonda sfreccia per le strade canadesi innevate sulla sua Chevrolet Corvair, il mondo dei lussi nel Canada del 1980 è totalizzante…L’uomo vive letteralmente nel suo mondo di prodigi come un fanciullo, è anzi un fanciullo di fiaba. Può viaggiare in aereo, parlare con un altro emisfero, portarsi a casa un pezzo di mondo colla radio. Preme un bottone e la vita gli affluisce incontro. Può una tale vita renderlo emancipato? Al contrario. La vita per lui diventa un giocattolo. Non c’è da meravigliarsi che egli si comporti come un bambino (Johan Huizinga). Nel 2010 una proletaria, una borghesuccia come Lisa Miller è ancora più vezzeggiata dall’insaziabile giocatrice di Turbotrax Hot Wheels che è THE MACHINE (You've been in the pipeline

Filling in time

Provided with toys and scouting for boys

You brought a guitar to punish your ma

And you didn't like school

And you know you're nobody's fool

So welcome to the machine Pink Floyd-Welcome to the machine-Wish you were here), la macchina, il mitocondrio che la produce, la scheda perforata che la muove, come la Computer Car Baravellic secondo Gunther Anders: non possiamo permetterci di considerare le macchine come singole cose a sè stanti, come se fossero pietre. Poiché la raison d’être delle macchine è il rendimento, addirittura il massimo rendimento, hanno bisogno-e precisamente ognuna di esse-di ambienti che garantiscano tale maximum. Inoltre esse si conquistano ciò di cui hanno bisogno. Ogni macchina è espansionistica, per non dire imperialistica; ognuna di esse si procura un proprio regno coloniale di servizi. Quindi la macchina originaria si estende, diventa la grande macchina e ciò non solo accidentalmente o occasionalmente, perché in caso contrario, se si stancasse di farlo, cesserebbe d’appartenere al regno delle macchine. Da Huizinga dell’Homo Ludens allo Spengler del Der Untergang des Abendlandes (Il tramonto dell’Occidente), e la stressata Roxanne Richter cominciò giocando con i fiori e gli yo-yo, quando gli irochesi neppure avevano visto sbarcare i vichinghi con le loro panche, i loro vassoi, i loro coltelli, i loro bicchieri, le loro spade e drakkar a fino 22 remi capaci di navigare sull’oceano, immersa nella vita tribale di tepee tra i boschi dove un giorno sorgerà Pittsburgh, e tra le macerie giocherà di nuovo con i fiori e gli yo-yo, L’asfodelo di Osvaldo Piccardo e Tapum la storia delle armi di Bruno Bozzetto in un solo mediometraggio supervisionato da Pietro Francisci, mentre il Palazzo Quagliata vede passare gli anni e i film. 1964, Leone d’Oro a Deserto rosso di Michelangelo Antonioni Piccardo e Bozzetto regalano 3 cortometraggi, L’asfodelo, Tapum la storia delle armi e I due castelli. 1993, Leone d’Oro a Tre colori film blu di Krzysztof Kieślowski, cinema d’animazione underground ossia Heavy Metal di Gerald Potterton e Akira di Katsuhiro Otomo, ed è un vero peccato che se la Canossa appropinquatasi a Iqaluit assomigliasse a un misto tra l’astronave di So beautiful e la statua del tempio di Taarna non ci fosse un mecha in Akira per poterlo includere, mentre la Daijonna si guardava attorno. C’era stato lo stesso anno Mobile Suit Gundam il contrattacco di Char di Yoshiyuki Tomino, comunque, e la moto di Kaneda riviveva nella Queen Rider Allora ragazzona! Fa freddo fuori? Juapenos cara, sono 184 piedi d’altezza, una Susan Sykes fusa a una Luna di Mutafukaz, la caverna è a altezza donna normale, a altezza Kisange Amge e Olga Lawina. Dovrei entrare con il [Tornado Attack], ma l’ambiente sotterraneo mi sembra quello dove non puoi toccare nulla senza causare morte e distruzione Vuoi mandare in avanscoperta la Volkswagen Karmann? Può farcela? Un altra inflessione volpina della Juapenos Of course…..FATE PARTIRE LA VOLKSWAGEN KARMANN! FELICIA ORVEJE! DOV’E’ CHE S’E’ CACCIATA? Sempre fresca e riposata, la batterista dai gonfiori mammari extralarge, figlia vestita solo di jeans come il Javier Bardem di Vicky Cristina Barcellona di Woody Allen del Guatemala selvaggio era ammirata da tutte le soldatesse. Era sensuale e selvaggia nella musica, una combattente temibile, e un fiume calmo. Mitchison? Pilota della Daijonna? Sì Cosa vedi? Pipistrelli grossi come King Kong. E a giudicare dal Bugs Bunny di Il genio magnetico di Chuck Jones che mi sta mordicchiando il bagagliaio alcuni sono ancora alti quanto Jason Jenkins. Infatti: eccolo:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di lui me ne occupo io Tette enormi, ferri del mestiere enormi. Lo Scrondo (Ilvano Spano) era un polpettone irsuto, di un marrone estremamente scuro, dalle ex ali trascinatesi le scapole con il resto della cassa toracica e il rachide toracico in una posa abnormemente cifotica, con le ex zampe anteriori, le uniche di cui disponeva un Ezylryb per i suoi numeri con la Mashwar scavalcate le altre cadendo in avanti di continuo per il baricentro astruso, sprovvisto d’occhi ma con un ecolocalizzazione auricolare terrificante, in modo che, con onde sonar stesse fotografando la Orveje con più desiderio di Antonio (Alessandro Budroni) che fotografa Manu (Gilberta Crispino). Ma il fascio d’energia, come il macchinone che osò scavare il traforo del Sempione accelerato nel tempo di una frazione di secondo in un lampeggiare sospeso tra un fulmine intercettato dall’Empire State Building e un ambulanza a rotta di collo per Viale Cavour entrò dalle fauci e uscì dall’ano apparentemente con l’amnesia d’ostacoli dei protagonisti di Tunnel di Walter Cavazzuti, in realtà perforando ogni parte molle cara a Stefano Belisari lasciandovi un bacio di sigaretta largo come un modellino di un [Gallop Class] B_Club. Era un gesto da Giuliano Gemma di Il bianco, il giallo e il nero di Sergio Corbucci, ma a chi assistette bastò: lasciatemi-in-pace. I mostri aerei avevano, dal loro ottovolante, visto e preso nota, infatti svanirono tra le stalattiti. I fari illuminavano zone sotterranee sempre più spente, dal calcare bianco di selenite e giallo di struvite a un nero dall’origine incomprensibile. Era una rarità scorgere nei fari il bagliore l’ametista di un grappolo di lapislazzuli, ma non erano quelle luci che la fecero sbandare in una concavità del terreno. Un verme peloso dalla bocca a ciotola di katsuobushi era uscito da una palude termale e la Orveje non se la sentiva di ridurlo a cassonetto dell’umido di Alla Pala pizzeria di Via Reni, ingegnandosi a riguadagnare terreno sperando il pedone avesse attraversato la strada. The preacher said a prayer

Save every single hair on his head

He's dead

The minister of hate had just arrived too late to be spared

Who cared?

The weaver in the web that he made

The pilgrim wandered in

Commiting every sin that he could

So good

The cardinal of grief was set in his belief he'd saved

From the grave

The weaver in the web that he made (Emerson Lake & Palmer-Mass-Tarkus). Ai danni di piccoli, coccolosi figli di un Truciolones GIGtm e di un topo di mare, discendenti dei tomopteridi stava per arrivare un Might Gaine, pseudoscorpione corazzato di 82 decimetri di lunghezza, i cui cheliceri erano imminenti a perforare la carne molliccia degli affarini innocenti, Cicalini, quando una raffica di proiettili impossibili da conteggiare irrise la sua corazza che per essere nominata scomodava un titano di 25 metri. La Imperial di turno, annunciatrice del quinto capitolo della Yusha Shirizu Yūsha Keisatsu J Decker (Il coraggioso poliziotto J Decker) era una meccanica Eva Fahrzeug dalle braccia a mitragliatrici, tanto Sally Yeh di I ❤️‍🔥 Maria di David Chung che Makiko Watanabe di Zebraman di Takashi Miike, con armi per fare la spesa, a metà tra i Food Fighters Mattelc e The aisle of mixed up toys di Michael Ryan, finta emancipazione giacché, come le leonesse, l’aggressività e lo spirito combattivo erano né più né meno quelli di una nonna che affetta colli di gallina per il cappone di Natale. La belva col mitra aveva una Alberto Squillante con cui intavolare fitti dialoghi, portando la preda lunga 8 metri, 27 piedi che diventeranno Carne Nera, RuptureFarm, deciderà il cuoco dai Morlocks, gli ex maschi obbligati a giochi che possono tonificare il corpo e riempire di mattoni ben impilati l’animo, ma senza sbocchi, peggio di Il problema di Seggri di Ursula Le Guin, con qualunque onere fondamentale affidato a macchine femminee, Tutte le macchine al potere, gli uomini a pane e acqua (Franco Battiato-Ermeneutica-Dieci stratagemmi). La Orveje stava per scoprire l’Inferno di Swang, il Presepe di Carne, il Grande Scroto, giacché le bambole intravidero l’auto che guidava alla ricerca di altre informazioni per “compiacere” la Juapenos, indirizzatavi dalla partner della Gloria Teasdale, che garantirono per lei anche l’incolumità della sua vagina da orde di Morlocks annoiatisi del sesso meccanico e pronti ai peggiori stupri, ma troppo pavidi per cedere all’incosciente nostalgia della carne al cospetto delle loro Celestial Madonna, ecco quindi la garanzia qual’era. Continui a stare al passo con me, Gentile Signora Juapenos, Juapenos mi sente? La ricevo benissimo Orveje. Ha trovato i Morlock? Sì li ho trovati. Ma non è piacevole Cos’è che va dicendo? La Orveje impresse Swang con una cinepresa sinestetica, il cui girato MP4, caricato su apposito testimone USB poteva essere contemporaneamente letto e gestito come un file MP3, appunto sinestesia, sensi che si frullano e nessuno dopo ci capirà ancora meno che dopo gli interventi non richiesti di Paola Ajmone e Riccardo Rossi, e la Juapenos ebbe da chiedere alla Orveje perché tutti quei corpi femminili usati come pattern, onnipresenti, intrecciati al limite dell’impossibilità di disegnare l’ambiente Non ci sto capendo niente neppure io. Ma qui ho una Cicerone che provvederà a spiegarmi tutto….Vi siete divertite, quand’eravate le vostre antenate a mancare di rispetto ai vostri padri, i vostri sposi, all’altra metà del cielo? DASSHU! DASSHU! Dan Dan Da Dan
DASSHU! DASSHU! Dan Dan Da Dan
DASSHU! DASSHU! Dan Dan Da Dan
SUKURANBURU DASSHU!
Ore ha namida o nanasanai
ROBOTTO dakara MASHIIN dakara
Dakedo wakaruze moeru yuujo
Kimi to isshoni aku o utsu
Hissatsu PAWAA! SANDAA BUREEKU
Waru yatsura o buchi no mesu
GUREETO TAIFUUN! Arashi o yobuze

GUREETO MAJINGA!
(Ichiro Mizuki-Gureto Majinga no uta-
 OTAKEBI Sanjou! Hoeru Otoko Ichiro Mizuki Best ). Anche se io sono una macchina, anche se siamo macchine, abbiamo un cuore e diamo rispetto e onore agli uomini che obtorto collo dobbiamo servire e accontentare. Sei stanca e affamata, torni a casa la sera, e avrai insulti, altra fame, e il freddo zerbino di casa come letto. Lo dico a una donna, ma il vero protagonista è un uomo. Ora mi dirai che il tuo caso non è questo. Ma come si convince davvero? La Mitchison ascoltava invogliata dalla paura. Grazie a Dio niente a egida Kossurah era in quell’arco di vicinanza tracciato con il compasso di una vergogna impareggiabile, Come un cane! – disse, e fu come se la vergogna gli dovesse sopravvivere (Franz Kafka). Lilith aveva alzato la testa come Epicide gli specchi ustori di Archimede, con il terrificante gracchio di Ottavio Scotti e la sua disobbedienza carbonizzò l’Eden , quando il verde della Costa d’Avorio rinacque nelle pustole delle corolle dei gelsomini del Madagascar l’assai più accondiscendente Eva mangiò comunque il frutto proibito, in questa Colonna Infame scritta da Yoshiyuki Tomino e illustrata meccanicamente da Kunio Okawara la gigantesca Xochiquetzal delle lodanti moine a quei popoli amerindi vittimizzati dal terzomondismo con numerosi eccessi sulla fedina, dalle polemiche verso film violenti ma veritieri, ben distanziatesi a prescindere da revanscismi che a cinque secoli di distanza nemmeno si porrebbero (https://www.lastampa.it/spettacoli/2007/01/04/news/apocalypto-senza-divieti-e-polemica-1.37134584), a quelle per una divertente commedia animata dalle radici ancora più neutre (Spielberg va alla ricerca di El Dorado, articolo di Guido Tiberga del 29/03/2000) hanno ingigantito a quei 18 metri che sono 18 come gli anni a partire dai quali rimani asino per sempre (Babbo babbino non picchiarmi tanto forte

T'attacchi al vino e giù coi calci sulle mie gambe corte

Delle legnate sei l'esperto ma ti avverto

Toccami ancora e sei morto, non mento, guarda, ho il naso corto

Che, mi diverto a dir cazzate?

Mi costa difenderti dai tuoi vizi se m'ammazzi di mazzate

Mammà se la dette a gambe levate, poverina

Scompare la tua paga ogni mese, in paese già la chiamano fatina

Di lei hanno stima in una cantina di moda

C'è un palo e mezza nuda vi si snoda, fanno la coda per questo

Io me ne vergogno, faccio un sogno e vi ci resto

La mamma casalinga e il babbo un uomo saggio e onesto

Ma qualche bastardo beffardo m'attende

Mi da del bugiardo, m'offende, ne sento lo sguardo e m'incammino

Curvo nel vestitino, occhio basso, capo chino

Chi vuole come amico un burattino?

Dammi la mano, vienimi vicino

Sono di legno non sono più un bambino

Un burattino nelle mani del destino

Un burattino nelle mani del destino Michele Salvemini-Nel paese dei balordi-Verità supposte), con il suo carico d’armi tutte ingoiate, tutte fatte globuli come accade a Cannibal Fuckface in Prison pit di Johnny Ryan, per fare a pezzi le ultime sacche di resistenza, le ultime Familyland. This used to be my playground

This used to be my childhood dream

This used to be the place I ran to

Whenever I was in need of a friend

Why did it have to end? (Madonna-This use to be my playground-Bedtime stories). E quando ti costringeranno imperterriti a svegliarti un anno dopo le tue nostalgie le prime note di Equinoxe part III con gli Osservatori di Michel Granger suscitate da quei fossili della tua infanzia su cui Benjamin Rand non riesce a esercitare alcun controllo ti costringeranno a robotizzarti. Quella Barbara Bragatto che imputava (non a torto) alla in sé innocentissimamente avulsa Orveje di aver barato, con quei due chili di tette di cui un mezzo silicone rappresentava l’avventura amorosa, Gal di Elysium (Alice Bongiorni) che, oltre a far fare le scenette modello Text Avery a Rufus (Alessandro Lusiana) in quanto fantasia sessuale fattasi carne lentamente diventa molto di più, un incentivo per crescere, per mettere gli altri prima del proprio egoismo, da fase fallica che dopotutto orbita tra i 3 e 6 anni. Inoltre, con un software che combina le Dawn di Contrast e la Parasoul (Barbara de Bortoli) di Skullgirl, curve sexy, seni impensabili persino per Francesca Roberts si uniscono superando i conflitti immaginati da mamma Pijola combinando pin-up pettoruta, figura materna e colossale supereroina in un invincibile macedonia di Jessica Rabbit e il White Shogunzord di Tsurhime. Il che, unito a quelle risposte, troppo sentimentali e sincere fino all’inquisizione alle antenate delle donne spaziali avrebbero posto il problema del superamento del test di Turing, quando l’intelligenza artificiale scivola in quell’insondabile 2% avente il quale l’uomo non è più scimmia, ma Alan Turing ormai era Megalosaurus e si era già oltre. Oltre dove? La Orveje, capra espiatoria dell’intero sesso femminile aveva parcheggiato e la sua così severa e recriminatoria Cicerone le mostrava dritta e altera come una centurione l’ostello, Deversorium arietis dove sotto i suoi occhi di sparviero poteva coricarsi con i Morlock ben alla larga. Sia l’una che l’altra si erano fatte sentire dall’esterno, con la Daijonna messasi all’opera. La donna meccanica, nelle segrete industriali di Swang incontrò e riferì alle sue simili. La straniera, la Vera Zarovitch, al garrese era 7 metri e il macchinone a suo carico per coprirla tutta svettava in metri di 30 piedi, a malapena con la guida con braccio sventolante dalla portiera allungando il suo di braccio addosso al suo ne copriva la distanza tra unghie congiunte di indice e medio e gomito, una bestiona che neppure Kolosso in Kolosso contro i robot di Carlo Porciani, eppure come l’eroe omonimo gentile e timorata, con cui l’intero genere femminile sfilava in tribunale. Sono arrivate delle donne UMANE? Da dov’è che hanno avuto l’ardire di venire? Non sono riuscita a appurarla. Ma qualora arrivassero in mezzo ai Morlock si scatenerebbe un caos mostruoso. I maschi….Clive Baker, quanto vorrei che i tuoi Pinhead e Angelique calassero come ladri di notte per destinare alle eiaculazioni infinite del Labirinto Oscar Pettinari e Nancy!

 

La Mitchison seguiva il satellite, come-adesso tutto era diventato biblico per lei e per quelle con lei-il magio Melchiorre, dall’oro dai molti usi. E tu, Betlemme di Efrata

così piccola per essere fra i capoluoghi di Giuda,

da te mi uscirà colui

che deve essere il dominatore in Israele;

le sue origini sono dall'antichità,

dai giorni più remoti (Michea 5,1)/Lasciati guidare dai sogni che fai

E abbandonati così

Lasciami guardare nel mondo che hai

E lascia che arrivi in te

Apri le braccia alla notte

Stella del Nord risplenderai

Stella del Nord ovunque andrai (Giuseppe Mango-Stella del Nord-Adesso). Doveva non farsi scoprire dai Morlocks, e al di sotto degli 821 metri c’era speranza che così imperturbabilmente avrebbe continuato, con adesso il GPS più infallibile dell’arcangelo Gabriele nel dirle dov’era quella Betlemme sotterranea: Uno stuolo di cammelli ti invaderà,

dromedari di Madian e di Efa,

tutti verranno da Saba, portando oro e incenso

e proclamando le glorie del Signore (Isaia 60,6)/Benvenuto a un treno verso il mare

E che arriva in tempo per Natale (Laura Pausini-Benvenuto-Inedito). Le donne robotiche corsero allarmate a assistere alla Queen Rider uscita dal suo viaggio sotterraneo, per grazia della Mitchison il “posto” aveva la capienza del Cubo del milanese Hangar Bicocca, in cui giganteggiava come Rat King di Katharina Frisch. Magnificente entrata in scena di Robocop, mole di [Dancougar], aveva l’ammirazione e solo quella. Appunto: solo quella. In quel giorno, il SIGNORE punirà con la sua spada dura, grande e forte,

il leviatano, l'agile serpente,

il leviatano, il serpente tortuoso,

e ucciderà il mostro che è nel mare! (Isaia 27,1)/E la mano del gigante

Su quel petto di creatura

Scioglie tutta la paura

è un rifugio di speranza

è un rifugio di speranza

è un rifugio di speranza

Del gigante e la bambina

Si è saputo nel villaggio

E la rabbia da' il coraggio

Di salire fino al bosco

Di salire fino al bosco

Di salire fino al bosco

Il gigante e la bambina

Li han trovati addormentati

Falco e passero abbracciati

Come figli del signore

Come figli del signore

Come figli del signore (Lucio Dalla-Il gigante e la bambina-Storie di casa mia) Una gigantessa gigantesca! C’è una gigantessa in mezzo ai macchinari Sì, non sono proprio un uccellino di bosco. Il 1111 di piede, poveri Duca Monocolao, Re e Principe Augusto! Non basterebbe un intera miniera di cristallo tasmaniana per carezzarmelo. Che dire poi della mia coppa OK di 18 metri per ciascuna tetta? Siete fortunate a avere delle caldaie di 57 metri, CaSe In PoInt la mia vera altezza! Qui in testa ho una fatina, You left me anyhow and

Then the days got worse and worse

And now you see I've gone completely

out of my mind,

AND

They're coming to take me away,

Haha, they're coming to take me away,

Ho ho, hee hee, ha ha,

To the funny farm

Where Life is Beautiful all the time

And I'll be happy to see

Those Nice Young Men

In their Clean White Coats

And they're coming to take me AWAY,

HA HAAAAA che mi dice cosa FAAAAAREEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE La Mitchison, scoprendo non senza panico un senso dell’umorismo da manicomio sprofondò in un imbarazzo paragonabile alla quarta guerra mondiale, Alle 02.02 tutto era normale. Il generale Kingwen, dopo aver bevuto un Cuba Libre e scherzato con i soldati dei risultati della lega estiva di football, andò a dormire. Il deserto era assolutamente silenzioso, anche i coyote sembravano aver rinunciato alla serenata notturna. Alle 03.10 il tecnico addetto ai pulsanti segreti sentì un leggero rumore provenire da un finestrino sopra la sua testa. Chiamò subito una sentinella che attivò i fari esterni: non videro nulla. Il bunker era situato al centro di 140 chilometri di zona minata, recintata e sorvegliata da 60mila uomini. Chi avrebbe potuto avvicinarsi? Intanto gli uomini della squadra che stavano riparando l’impianto dell’aria condizionata comunicarono che i condotti erano pieni di topi, misteriosamente ammassati lì a morire, come se stessero fuggendo da qualche pericolo. Ci sarebbero volute due ore per riparare tutto. Alle 03.30 a New York, nel centro di Manhattan, migliaia di persone ascoltavano un concerto rock all’aperto. Bande di giovani musicisti negri improvvisavano spettacoli agli angoli delle strade e sui tettucci delle auto. Sudate e ballate! Gridavano. Le televisioni mandarono i loro operatori sul posto. Alle 03.32 il deejay di Radio California Uber Alles, una stazione radio nel deserto, mandò in onda Woom, l’ultimo successo dei War Heroes, il complesso del momento. Le guardie del bunker Mothell, tutte con la loro radiolina dentro il casco, si misero battere il tempo battendo per terra con il calcio del fucile. La Luna piena era velata dall’afa. Alle ore 04.38, dalla finestrella dell’ala segreta del bunker, apparve la testolina affusolata di un topo. L’animale cercò di scivolare dentro lungo il muro, ma precipitò e il suo corpicino schiacciò il tasto 15, allarme rosso, che faceva uscire i missili dai loro alloggiamenti sotterranei (Stefano Benni), cenere bruciata dall’eiaculazione di trietitalluminio dove c’era già stato il pikadon di Minibattaglia di Philip K Dick, voluta e sancita dagli “dei”, gli alieni sul piedistallo di una tecnologia di tipo 1 della scala di Kardashev quando nubi di torsali in foggia di piaga di Mosè e sulle note di una canzoncina di Lina Pagliughi quasi irriconoscibile negli arrangiamenti di Massimo Morante spopolano in un riformatorio per correggere principesse ribelli hanno acquisito da ciò il movente per scaricare 32 chiloton da cui la Mitchison si risvegliava sudata e con il terrore nell’ombra uscì allo scoperto dal naso della Daijonna, di nuovo soggiogando quelle bambole tecnologiche con la sua spaventosa carrozzeria. Una BBW, Big Beautiful Woman, molto eloquente nel suggerire che maelstrom di pesci cadaverici, Lower Lake di Ticket Road l’intero genere umano al momento in cui le sue ali erano andate così lontano, Sto programmandomi gli androidi
che non san dire no
col computer mi computerizzerò
circuiti logici per scrivere
senza sbagliare mai
e ti risolvono anche quello che non sai!

Io supertecnico!
Io ipertisico!
E io di più. Beh, io di più! (Lino Toffolo-Io di più-Lino Toffolo è la fine del mondo pasta e fagioli)/Strappate tutti i segreti alla natura

E non ci sarà più niente

Che vi farà paura

E sarete voi a far girare la terra

Con un filo, come una trottola

Dall'alto di una stella

E quella stella sarà il quartier generale

Per conquistare

Quello che c'è ancora da conquistare

E da quella stella

Per tutto l'universo

L'uomo si spazia, per superare se stesso

Non vi fermate

Dovete costruire la vostra torre

La torre di Babele

Costi quel che costi

Anche guerra dopo guerra

Siete o non siete i padroni della terra?

Non vi fermate

Dovete costruire la vostra torre

La torre di Babele si deve fare

E serve a dimostrare

Che l'uomo è superiore a ogni altro animale (Edoardo Bennato-La torre di Babele-La torre di Babele) abbia visto sé stesso cadervi dentro, sempre più veloce come ogni DOMS di prepuzi nell’atto della polluzione volontaria, fino al quinto minuto, quando lo sperma erompe e ciò che resta, quando la gran parata ha abbandonato la via, è la musica più lieve dei viandanti che erano là già da prima, e ogni patriottismo, persino ogni già più di default innocente lazzo ostende il nulla che ha prodotto. Nelle nazioni di donne, in the she nations, dans les nations d’elle la vittoria nella guerreggiante giocata in onore della generalessa Carrà ha finito di fare ogni festeggiamento, e rimane rimanendo per rimanere nell’avvenire che vi rimarranno il silenzio, la fatica taciturna, le stelle sorde. Era già successo con la Orveje; il genitale vincitore è troppo rimembrante anche in quella triplice resa, di chi non urla, non rimbomba la colonna sonora di ciò che è stato e ha fatto e si assorge nell’ascolto del racconto dei suoi peccati raccontato da racconti altrui Vivete sottoterra e servite i maschi che vi si sono rintanati? Esatto. Ma quelli che lei chiama maschi noi li chiamiamo Morlocks Morlocks? Un nome sudicio. Chissà come appariranno? Hai presente i cestini di caramelle gommose dai gusti e dalle forme innumerevoli dei multisala? In mezzo a loro vivono e nascono mutanti come membri normalissimi dell’ormai irricostruibile razza umana. Noi portiamo i bambini in grembo, ma nemmeno le continue sterilizzazioni operate dalle micro e nanomacchine delle nostre incubatrici addominali possono impedire le mutazioni se queste derivano dall’apporto del seme genetico maschile. Tu hai 22 cromosomi, un Morlock 23. Era già da sempre, quel ventitreesimo, in bilico, e quest’avventatezza l’ha pagata brutta. Noi prendiamo ogni spermatozoo che possa avere solo 22 cromosomi e…dobbiamo avere un utero in mezzo alle nostre [Guard Daimovik] e [Build Station] per eseguire i parti non crede? Mentre ci prendiamo cura della sua Ulysses purtroppo, dipendentemente rigorosamente dalla sua sensibilità e dal suo pelo sullo stomaco, non vivrà un soggiorno piacevole. La curatela del suo mecha è il massimo per sdebitarci, e non piace a me per prima lo show verso cui l’accompagno. Ma va a rispondere a domande cocenti

 

L’anonima donna robotica condusse una Mitchison perennemente chiamata a abituarsi a stipiti da prendere a sonore e nette testate a un maxischermo di lucente plexiglas che-a sollecitazioni sismiche di sorte-suonava a metà tra il Wolfgang Flur di Autobahn e il Vittorio Nocenzi di La conquista della posizione eretta. Quella postura a Wind wand di Len Lye non andava bene, ma la Mitchison era pressoché obbligata a guardare attraverso il pannello chiuso e assieme aperto tra il muro di calcestruzzo armato. L’innominata dribblava ogni interpellanza in un algida obbedienza, ferma e tesa nella 11esima nella Top Ten del Regno Unito Do i wanna know? delle Arctic Monkeys da AM, pertanto la Mitchison-alla disperata ricerca di una postura comoda-doveva e poteva assistere nella più totale delazione della voce. Dunque la scena era il Brucaliffo di Qualcosa di Alice in mille varianti dagli scarni e rammolliti pantone carnali, da palpitazioni surrealmente animate dei Tre studi per figure ai piedi di una crocifissione di Bacon con cui hanno in comune le bocche umane, le dentiere abbandonate in stanze malmesse da bambine risolute, intente a sporcarsi di cibo. Delle donne che corrono con i lupi della Estes sono nella riserva nella California del Dottor Cory venendo sottoposte ai suoi esperimenti con l’ausilio del Dottor Telfair, cosa che spiegava le carcasse dalle cosce catapultate e morte d’immobilità di Urocorni, le mascelle degli uteri sfoderavano sorrisi da Proconsul ancora contro i confetti nella bocca della Mitchison di lacerare e eviscerare, tacendo dei molari alla fine della lingua dalla punta e dalla forza idraulica capaci imperciocché di spaccare un osso per ravanarne il midollo come ingordi di Calippo Algida. Mentre la Mitchison era bianca come una stampante Xerox del 1964 la sua [God Gravion] ritornò parlante precipitevolissimevolmente Sono praticamente dei teratomi, le cui malformazioni sono progettate a tavolino e concretizzate da un computer a modulistica preimpostata. E’ tutto piccolissimo,

 

 

 

 

 

 

 

dei dischi grandi come il profilo di un….mio pugno, di un mio pugnetto da donna a altezza del “vecchio modello”, con una nomenclatura che li identifica come UMD, Universal Media Disk, ben 2 GigaByte, con il quale ogni parte del corpo, suo, perché di carne, può diventare indipendente e sostentantesi di vita propria. Ti piacciono le principesse Disney? La Mitchison, madeleine infantile, meno da Proust più da Giovanna Franci in La bella addormentata. Genesi e metamorfosi di una fiaba associò appunto le convitate di pietra meno a qualche utopia puerile e più alla vaschetta stazza Bianca di Sandro Petraglia di gelato al Puffo che ha infettato nel malessere dell’anomia la mente di un Occidente arresosi per inetta incapacità nella lotta ai suoi fantasmi inconsci, ai suoi luridi fossili viventi figli delle ideologie del secolo ventesimo e dei consigli animaleschi ammanniti per scongiurarne il ritorno, come Wilhelm Reich per il quale il fascismo nasceva dalla repressione sessuale, con prevedibili banalità falliche nell’esegesi del saluto romano e dell’eccitamento popolare verso Mussolini, Mio grandissimo amore - gli rispondeva nelle lettere - eri così bello stasera. Sei stato aggressivo come un leone, violento e possessivo (Claretta Petacci, Il mio diario)/il sesso sembra essere diventato, per tutti, l’unica e vera ossessione. Dentro e fuori il matrimonio. Senza sesso il rapporto non esiste più, non ha alcuna altra ragione di esistere. Tutti sono alla ricerca disperata di una razione di piacere, considerata condizione indispensabile per vivere. Ma chi patisce di più questa situazione sono le donne, più refrattarie ad adattarsi a questo modello di vita, anche se pensano che sia indispensabile per vivere una vita sociale normale. La promessa di felicità per tutti, implicita nell’utopia che ha mosso la rivoluzione sessuale, non poteva trovare smentita più clamorosa (Lucetta Scaraffia, Due in una carne). Si affrettò a rispondere alla Patch con un sì abbastanza concentrato per poter tornare sola con le sue scalmanate rotelle cerebrali. Appunto; in esse le principesse dei suoi sogni si stagliano reduci, postume, da una guerra così lontana anche dall’idea di gloria stessa da aizzarle ancora nella furia come nel dolore, nella nostalgia qualora ci si limitasse invero a menzionargliela. Le immaginava come lei: Ariel con il suo bikini corazzato di Dunkleosteus e Cameroceras, Jasmine avviluppata da propedeutico filo spinato in iuta con la parte tagliente sguainata verso l’esteriorità nemica, Raperonzolo in armatura già più prevedibile se s’esplorasse il castello di Bentivoglio a Bentivoglio in provincia di Bologna, Mulan in cosplay da Chun Li, la brigantessa in tenuta da maga con bastone nodoso, in un espansione di Warhammer 40000, per la con/fusione di high dark fantasy e space opera. Sosia tematizzate in cinque varianti, The sea with Nemo and friends, The magic carpet of Aladdin, Princess pavillion, Snow stormers, con dei mecha stile Piramide dello [Shayzack Teikoku] da cui si depongono i mezzi d’appoggio come le vere e proprie stars, le poppute (Hachuu Robot), Panthalassa, Bastet, Frigg e Asthoreth, che non possono non rimembragli la Daijonna, la Grande Donna. Sturmausstahl il cui Blitzdachte nella mente della Mitchison avvenne alla rapidità a cui avvenne senza che si distraesse e senza che la sua Stahlprostituierte potesse sospettarne in merito

 

 

 

 

 

 

 

 

C’è questo Topolino con occhialoni spaziali e la posa da pista da ballo nel 1979 composto in ogni suo pezzo da oggetti vari e eventuali. La testa è un Viewmaster di diapositive di Disneyland, il busto è un annaffiatoio, i pantaloncini rossi un binocolo, i piedi dei timbri a rullo. Qui sezioniamo i corpicini dei maschietti a partire dagli spermatozoi nei cui acrosoma il DNA ha per tutte e 5 le sezioni massime componenti di un corpo maschile

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Testabracciapettogambepiedimani….noi adesso scendiamo a quel pessimo punto in mezzo alle cosce, quella doppia libbra di carne estroflessa per Paul Bentley e introflessa per Mary Lou che ogn’or risveglia la paura. Isoliamo le possibili tracce di XX, e di questo XX prendiamo la particella, il mattoncino, quell’xx che produce una vagina con utero. Risaliamo e puntaccapo di quel tuo XX traiamo un altro, ben lungo XX, l’apparato digerente che occupa 6 chili della tua massa corporea, in te, nel tuo caso azzarderei 256 chili, e lo innestiamo sui nostri già disponibili, precedentemente tesaurizzati un chilogrammo e così otteniamo 257 chili, ossia 567 libbre. 567 libbre che congiungiamo con noi e pertanto il nostro peso ultimo è 137 libbre, 63 kg tondi tondi. Come già detto, non c’è un solo tipo di Morlock. E quelli tra essi deformi risulterebbero tali anche se vivessero alla luce del Sole, le cui reazioni nucleari sono già vecchie, e che prima quand’erano cose di sempre avevano la pericolosità di 606 Hiroshima. Il Sole infatti esegue fissioni nucleari esplosive, quindi in cui le carambole di Walton non subiscono il contenimento della paraffina, in mole tale da ridicolizzare quelle umanamente precedenti (Ci accingiamo a guardare le cose dall’eternità quando ci rifiutiamo di aderire a qualsiasi convivenza fondata sul terrore atomico. Il nostro senso d’eternità è sapore d’Apocalisse; è senso escatologico e tradizionale Attilio Mordini). Il che significa che il Sole è radioattivo. Nessuno ha mai mandato in orbita un contatore Geiger? Vivere è morire poco per volta, se una e una sola conclusione giungerà mai a essere esperita e appresa. Le elezioni in loro non centravano: chi ne sapeva nulla? Il pensiero che li occupava pareva essere soprattutto quello dell’insolita prestazione pubblica richiesta a essi, abitatori di un mondo nascosto, impreparati a recitare una parte da protagonisti sotto l’inflessibile sguardo di estranei, di rappresentanti di un ordine sconosciuto; soffrendone alcuni, moralmente e nel fisico (avanzavano barelle con malati e arrancavano le stampelle di handicappati e paralitici), altri ostentando una specie di fierezza, come di un riconoscimento finalmente giunto della propria esistenza. C’era dunque in questa finzione di libertà che era stata loro imposta-si domandava Amerigo-un barlume, un presagio di libertà vera? O era solo l’illusione, per un momento e basta, d’esserci, di mostrarsi, di avere un nome? Era un Italia nascosta che sfilava per quella sala, il rovescio di quella che si sfoggia al sole, che cammina le strade e che pretende e che produce e che consuma, era il segreto delle famiglie e dei paesi, era anche (ma non solo) la campagna povera col suo sangue avvilito, i suoi connubi incestuosi nel buio delle stalle, il Piemonte disperato che sempre stringe d’appresso il Piemonte efficiente e rigoroso, era anche (ma non solo) la fine delle razze quando nel plasma si tirano le somme di tutti i mali dimenticati d’ignoti predecessori, la lue taciuta come una colpa, l’ubriachezza solo paradiso (ma non solo, ma non solo), era il rischio d’uno sbaglio che la materia di cui è fatta la specie umana corre ogni volta che si riproduce, il rischio (prevedibile del resto in base al calcolo delle probabilità come nei giochi di fortuna) che si moltiplica per il numero delle insidie nuove, i virus, i veleni, le radiazioni dell’uranio…..il caso che governa la generazione umana che si dice umana proprio perché avviene a caso…..

E che cos’era se non il caso ad aver fatto di lui Amerigo Ormea un cittadino responsabile, un elettore cosciente, partecipe del potere democratico, di qua del tavolo del seggio, e non-di là del tavolo-per esempio, quell’idiota che veniva avanti ridendo come se giocasse? Di fronte al presidente del seggio, l’idiota scattò sull’attenti, fece il saluto militare, porse i documenti: carta d’identità, certificato elettorale, tutto in regola (Italo Calvino). Il pudore e l’incapacità di ricordare l’universo equivarrà a una glissa su come sembrassero i Morlock mutanti, ma l’Uomo Mutageno, se combinato con quello spettacolo, quella Processione di Nemo Ramjet (https://www.deviantart.com/nemo-ramjet/art/Procession-18781406) era davvero insistente nel suggerire alla Mitchison quale pista seguire Quest’ammennicolo significa qualcosa per Voi? La donna meccanica ci giocò come la Delphine Chaneac di Splice di Vincenzo Natali, poi riappropriò tutto alla legittima detective prima che Le arrivasse la domanda sui supplizianti di San Enea Non sono poi così numerosi. Per sicurezza, cosa li identifica? Una maschera da Popeye, un mantello da barbiere, il possesso e la giostra a carico apparentemente solo dei loro leader di questo giocattolo. Inoltre, le loro seduzioni alle loro controparti muliebri della superficie hanno-esse stesse me l’hanno riferito-l’unico esito di far sì che il loro conduttore, insieme agli altri accoliti dai corpi sgarrupati, scarnificati usi i magneti nel suo braccio per sottrarre le armi o gli arnesi taglienti qualora esse li portassero con loro e traffigersene, invariabilmente lasciandoli a mò di restituzione. Ebbene, il nome, l’ordine, l’aspetto, le tracce identificative del loro passaggio, da incrocio tra Dominique Lamure di 8 donne e un mistero e Robert Alda di La donna più bella del mondo vi dicono nulla? Quelli sono randagi psicolabili di cui noi non serbiamo memoria. C’è però da dire che conosciamo assai bene le organizzazioni diffuse in città, e questi suicidi di San Enea in una vita come la nostra generosamente lunga ci risultano che ci creda o meno dei perfetti sconosciuti. Però se vuole edurre su svenevoli di cuore che arrivano a tanto Lobo City fa al caso Suo

 

Collocata nell’isola di Martinica, isola sudamericana ancora nella fascia “calda”, con temperature di 83°, l’antica afa equatoriale che rendeva meravigliose le spiagge di Rio de Janeiro, purtuttavia con i sudori contati. Fin dall’esordio, una surfista dal look cutaneo laziale dalle cosce muscolose, bikini azzurro, seni larghissimi, caschetto sufficientemente riparato dalle braccia da Viviana Soldano accarezzanti la nuca e occhialoni rossi più consoni in prospettiva allo snowboarding Lobo City mirava a ribattezzarsi Tetona City, la ciudad des mujeras y chicas hermosa y tetonas. Francesco Bonelli, passato attraverso un imbuto che l’ha separato dai genitori, la nevrastenica madre Carole Smith e lo psicotico padre Saverio Marconi così come dai suoi diseducatori dalla prospettiva di sessantottini dal cuore di pietra e marijuana verso quegli aborti incompleti dei loro figli, i nonni Bernard Blier e Dina Sassoli si trova spaesato e rimpicciolito nella Galleria 48 di Via Depretis, dove non esistono né genitori né adulti, prima che proprio la coppia Smith/Marconi non lo riacciuffi per farne da genitori, sperando che quel bambino, che avrà vent’anni nel 2000, non ne ripeta gli stessi errori. Ma prima dell’abbraccio di quei leoni sdentati, di quei diavoli rimasti senza corna, la cui catastrofe-già-avvenuta è il monumento storico all’impossibilità di parlare di sesso ai propri figli c’erano le legioni di [Metal Beast] che i di quel [Ichimonji Gou] [Yasha Danshaku] e [Rasetsu Hakushaku] avevano creato per contribuzione casuale, non per volontà diretta, ma come contadini indegni che riempiono con il proprio mauvais savoir faire di zizzania il proprio orto, e quella zizzania è il girasole di Conkers’ bad fur day. Protagoniste sono le Rappin’ Bikini Babes, tettone in bikini rappeggianti, Vorrei uscire con una marocchina

Algerina, tunisina, slovena

Egiziana, rumena, americana

Portoricana, una marziana (Fabri Fibra-Le donne-Controcultura), capitanate da una bionda tuttavia dal giallo stinto, bianchiccio, vestita da bagnina ma con scaldamuscoli poco consoni ai continui bagni in mare, in una terra fantastica dove tutto è legale. Posto che il sesso sia mai stato davvero illegale, differentemente dall’idea che fosse peccaminoso, Si deve ubbidire prima a Dio che agli uomini (Atti degli Apostoli 5,29). E la legge degli uomini è impressa del Principe del Mondo, Satana, e con i suoi ingranaggi, il suo Giorello Quercettic dai tribunali agli studi cinematografici in tutti e due i sensi s’allentano le coscienze, allentamento nel racconto di un delitto da fare diritto, come nell’esempio dell’aborto, assolutamente paradigmatico. Troppo bello per essere vero. Infatti in lontananza la collettività rivierasca ignora una pulsante colonna di fumo. Una valchiria, dalle trecce castane con nessuna sezione della faccia sgombra da piercing, orecchini o tatuaggi sulla pelle diretta, pesano gonfie d’oro dai lobi in forme di cerchi, di dischi, tintinnano sul resto dei padiglioni, assieme a minuscoli diamanti troppo vicini nell’infliggere al timpano, sulla guancia sinistra un pugno con nella morsa una cariatide acefala con un seno dalla vastità assai utile, da farne la stazione di una teleferica, sulla destra all’occasione di girarsi all’indietro per assordare con ordini alle sue complici un autentica opera d’arte malata, un incrocio tra She’s so lovely e Just dessert di Nicoletta Ceccoli, vestita di un Missonic per 15enni che, visti i seni mastodontici di codesti seni mastodontici rivelavano la parte più appetitosa, aureole e capezzoli, cui unico Lovablec erano catene. D’acciaio. Solo le gambe erano vestite come Dea comanda, mentre per lei, per Klaeber, la Tettona Teutonica, figlia di Hela, Freia, Frigg e Ullr in un contesto caraibico-atlantico sudoccidentale il corpo era ancora nudo senza due giganteschi cannoni a pallottole stava vincendo una rapina. Tzk…i laser non me li posso permettere? Va da sè che niente è come l’odore di zolfo. E sapere quanta gente puoi uccidere con un pò di Chan Chakawaung Chacca Chacca Waun; pelle e carne che scoppiano con tutto che va meravigliosamente in fiamme, farsi saltare le cervella con una canna corta da capogiro tutta lustra e scintillante come piaccia ai migliori non è, piccole amebe indecise un diversivo avvincente al piattume monotono e strano di qualche brava nottata in famiglia? Non c’è godimento, né tantomeno sesso, in quei pistoni per supposte fatte per culi indecisi che puzzano di Natale a Disneyland, big sexy sister know ya better. La testa esplosa nel microonde di La casa di Mary: questo mi piace. Tutte le morti per laser sono soddisfacenti quanto la conta omicidi di Nikola Tesla. Sei anche tu di quest’avviso Samantha Giove e Urano? Giove erano le tette di Elizabeth Samantha Jupiter & Uranus Peterson e Urano le chiappe. La donna con cotale nome che le faceva da complice era una tenera biondina a cui un sussurro di Shogo Sena dei Crusherz ascoltato mettendosi le cuffie sulla vulva senza mutandine l’aveva fatta diventare una pericolosissima Myrmarachne le cui zinne, sebbene non fosse esatto paragonarle a Giove valevano almeno quanto Saturno, idem per il suo culetto degno di Marte, innocente solo per sadico inganno, giacché prendeva l’iniziativa anche più repentinamente dell’amata, la feroce gigantessa intenzionata, come il (Hachuu Robot) Keron a portarsi via tutta la banca, e il cui stallo ordito e protratto alle forze dell’ordine la vedeva avvantaggiata. Avrebbe infranto ogni record di delittuosità, aveva intenzione solo di questo. Quando avvennero gli eventi di Martinica, la Canossa aveva visto la Daijonna rientrata con la Orveje. Le ginoidi l’avevano protetta veramente bene. Ma anche mancando della raison d’etre militare di La guerra delle macchine quei mezzucci da Il lastrico dell’inferno là sotto, nel Nunavut, non avevano ancora trovato un Arthur Bass che minacciasse l’ordine-l’unico purtroppo garante totale della sopravvivenza-e che facesse violente oscenità con la gigantessa ambasciatrice spaziale, davvero da chapeau. Ecco, quell’isola ha su di sé Lobo City. Mi hanno detto che laggiù donne e Morlock vivono come si viveva sulla Terra nel passato. Inoltre ci hanno girato questo telefilm, Lei è l’ultimo Mr Sammy, che hanno trasmesso per sei stagioni, e che mi faceva ridere e emozionare. Lo seguiva anche mia madre, quella vecchietta da polaroid di Gianmaria Conti che, per rispetto all’Alzheimer dubito capisse al 100% il ping-pong di gag sul suo teleschermo blu. Forse ci troveremo coinvolte nel girato del reboot! Da quel che mi ricordo Il fuggiasco, la serie classica degli anni 60 la girarono  a Los Angeles, il reboot di Michael Salomon invece è a Seattle. Nostalgia a parte, non è un nesso ovvio che in un reboot il setting sia lo stesso originale

 

La Juapenos non lo sapeva, ma Wallace Herger, americo-norimberghense che s’è n’era venuto fuori con You are the last one Mr Sammy (Du bist der letzte Herr Sammy) lasciò in eredità al figlio Solomon l’esotica location di Cannon Beach, in provincia di Portland, dove installare la garÇonnerie più high-tech Niso Ramponi potesse immaginare, Con la sue splendide e procaci donnine in copertina la tiratura del settimanale aumentò notevolmente (Mario Verger-Niso Ramponi alias Kremos). Samuel McArmy, astronauta dimissionario (Strega per amore) viene persuaso dai suoi superiori a un ultimo volo, con l’astronave sperimentale 85 Ω A che inaugurerebbe l’epoca dei voli intergalattici con l’ausilio di un motore a curvatura. Il volo ha successo, ma ritornato sulla Terra scopre che lui è l’ultimo uomo rimasto sul pianeta (Il pianeta delle scimmie). Aggirandosi per Portland, fa però una scoperta spassosamente paradossale: lui è solo l’ultimo maschio sulla Terra (Genesis II). Serie assolutamente inesorabile nel perpetuare stereotipi misogini sulla donna gattina di carta stile Dorothy Spinner e Miss Andry di Like share die, secondo le critiche d’estrema sinistra, attualmente una decostruzione tanto del patriarcato, equivalente per il femminismo trentennale del comunismo per il maccartismo quanto del matriarcato, insomma, ai buoi (misogini) vengono staccate le corna, ma agli asini (misandriche) vengono inflitti palchi d’alce con un bel bullone nel lobo frontale, gli instupidirà ancora di più ma per esse è quasi un incremento intellettuale. Samuel “Sammy” McArmy è cascamorto peggio di City Hunter (Guido Cavalleri), ma non si oppone indiscriminatamente all’imparare un pò di bon-ton e cavalleria, dacché le donzelle con cui interagisce e che gli costituiscono l’harem non sono solo bombe sexy da antologia di Gerard de Villiers ma personaggi complessi, sfaccettati, e nei quasi 100 episodi totali lo spettatore-non importa di che sesso-li conoscerà assieme a McArmy stesso, dal terzetto Mary, Beth e Yvonne, le classiche fashoniste stile Dazzlings e le prime a sedurre McArmy [solo che qui a differenza del primo episodio di Alias non vengono scaricati ai danni dello spettatore  non solo morti efferate di personaggi forse per lui ininfluenti ma cruciali per la protagonista e l’inizio di una trama nel senso tessile del termine di doppigiochi da farti dubitare persino dei tuoi piedi; J J Abrams ama i misteri e lo si sarebbe poi visto in Mission Impossible III e Super 8 mentre vuoi un pò la natura da sitcom oltretutto pre Crazy ex girlfriend vuoi un pò la preconizzazione di quanto prevedibile, trito e mainstream sarebbe diventato l’atteggiamento universale del cercatore di peli nell’uovo così ben esplicitato da Gary di South Park: basta paranoia, basta cercare il marcio ovunque vi sia qualcosa di allegro, ordinato e spensierato, alcune volte la famiglia del Mulino Bianco è davvero la famiglia ideale e idealizzata che tutti vorremmo, altrimenti qui arriviamo a Stan Smith ossessionato dai Memari, e come Francine quasi divorzi per la sua cocciutaggine (Desperate housewives)], alla strega Cassandra, magica milf in stile Willow Ferixon [Marcella Silvestri; Vita da strega], alla Vampira Tenebrella, tanto edgy quanto pulita, da Yvonne de Carlo di I mostri unita a Blake Lively di Gossip Girl, alla supereroina Panther Woman, una Nicki Minaj vestita di un aderentissimo costume nero da donna felina stile Jessica Biel di E io vi dichiaro marito e marito, tette da sfondamento da Susan Sykes di Il dittatore e poteri da Ann Paterson di Fatti strafatti e strafighe, con un bel jetpack da Virginia Hewitt di Space patrol, un bolide come quello della Mitchi Love di Blitzkrieg Squad JAKQ, e una Blackarachnia (Loredana Alfieri) per non insistere troppo nel combattere Airline, la supercattiva piratessa dei cieli che derubava le folle intrappolandole sui velivoli della sua flotta di crociere troppo tutto per essere credibili cantando I’m the best da Pink Friday, a Thralaxina, seduttrice aliena dalla pelle violacea, a Lois Mold, agente 1007, volenterosa nell’intelligence della magione dell’emulo di Bing Crosby. E con quel progresso che concima l’Erba Voglio di cui ha sublime consapevolezza Johann Huizinga le generazioni si sono succedute al punto-se adottassimo la prospettiva Taft-che il quindicesimo episodio della prima stagione di Star Trek non sembrava più così improbabile nella realizzazione di quel bengodi nel quale il (numero troppo grande)esimo discendente del vecchio Wallace nonché del figlio Solomon e poi del nipote John con la sorella lesbica Andrea prosegue la baracca con il relativo cambio di nomi ma non poi effettivamente di facce. Assumendo che Wallace Herger è Samuel McArmy, Osvald Herger è Samuel McArmy, Mary, Beth e Yvonne in origine sfoggiavano le interpretazioni di Ursula Wanderbeyer, Selina Arthurson e Elizabeth Themerwell (si legge Zemerwell) oggi sono davvero tre tipe di nome Mary, Beth e Yvonne, idem per le femmine con identità segrete da novelle Jennifer Saunders, tutte con i loro nom de plume o di nome o di cognome. Quindi Cassandra era Sara Merlano, Tenebrella Wilma Von Hackernerel, Panther Woman Marisa Calaferra, mentre Thralaxina è come Fantaman, solo con quel nome (Rino Bolognesi) e Lois Mold…..ha già cotanto nome e ne è così orgogliosa da abbattere le plance di Hotel di fiches dei tavoli verdi del casinò di Seaport Boulevard con quei bowling di tette in suo possesso strette a malapena nel suo tubino con pinna caudale di sirena rosso glitterato mentre con un accendino ambiguo

 

si accende la sigaretta allungata nel bocchino per non consumarla mai annunciando Name? Mold. Lois Mold, pur con i prevedibili cambiamenti dovuti alla sorte dei Gatti (Maurizio Micheli) e Volpi (Maricla Affatato) in caccia di specifici cosplayer al Lucca Comics, tranne i quinto e sesto caso. E se Samuel McArmy lo ordinava, le donne, le sue donne attaccavano. Dal Peleé McArmy giocava in maniera divertente con una ginoide che “lavora” per Panther Woman, diventata straricca a forza di sbaciucchiare ereditieri e multimiliardari, un eufemismo per dire che faceva il mestiere più antico del mondo a Smack It! Quando l’emergenza Tettona Teutonica gli interruppe. Con quel look da Christopher Lambert McArmy appoggiò gli importantissimi padiglioni auricolari all’orologio dove insisteva l’S.O.S e annunciò di risposta che con la sua autorità profumata al Rat Pack di Sinatra e Martin avrebbe passato il messaggio a Panther Woman. Ehilà gatta mammona! A Fort de France c’è un unna che si vuol portare via la banca nazionale! Un unna? Prima comunque di vedere la globalizzazione cos’ha combinato stavolta, le dò un arrestata in modo da poter mettere ordine ai miei pensieri. ! Vamonos Gatito! L’attaccheremo dal cielo Aveva il seno più grosso che avessi mai visto e se lo teneva ben nascosto sotto vari strati, portava gli occhiali e non aveva mai fatto S-E-S-S-O né avuto un vero ragazzo. Probabilmente il suo quoziente d’intelligenza era talmente alto che raggiungeva la Luna, diceva cose molto interessanti e sotto il suo diffidente e annoiato splendore nascondeva un cuore tenero (Pamela Barres). Della Tettona Teutonica tracimavano ingiunzioni troppo veritiere per non far pensare alle imprese di Barbablu, Jack lo Squartatore, persino Francesco Bernardino, l’Innominato dei Promessi Sposi, il sordo corallo del nazismo, un ombra che non ha nessunissimo fondo, e quel tipo di leucemia inferocitasi nell’Europa del Nord, a rovina sulle terribili acque di Brema, Gotemburgo e Danzica era troppo appariscente nella Klaeber, vero nome Griselda Himmler, non che la Francia delle parigine vaticinate da Edmond Kirazian, l’Inghilterra che arroga Churchill ma l’eugenetica l’hanno come specialità accanto al cheddar e il pudding, l’Italia della partigianeria diffusa, una piccola ossessione soprattutto della Romagna nella quale il nonno con gli stemmi identici a quelli di quel Sandro Pertini che riuscì a congedarli da sé come quasi per autodafé fecero Giorgio Napolitano e Curzio Malaparte cadenza i centri storici di Milano come di Reggio Emilia come di Bologna come Perugia accanto al presepe sui Navigli, il rogo del vecchione in Piazza Nettuno, le sorprese natalizie di Galleria Santa Maria, l’albero di Natale interplanetario delle colline eugubine non avesse appunto prodotto mostri nonché deficitassero come l’intero pianeta umanità di sole qualità, ma l’asse Vienna-Berlino-Varsavia ha comunque fatto quello che i legname Ginevra-Parigi-Bruxelles|Londra-Glasgow-Dublino|Roma| non ha fatto le prime 6 cataste e la settima siccome ha avuto ribellioni ha negato tutto. Per la Himmler le cose sarebbero però finite male quel giorno: era in territorio martinicano, su di lei sarebbe piombata la crema di formaggio di Andromeda, nonché americanità del Pigmalione da tv ColumbiaTM a parte ogni Galatea a suo servigio era sufficientemente estranea a fascismi europei del genere incapace di mentire: tutte americane e le incombenti tette e curve dell’aerotrasportata Panther Woman provenivano dalle giungle di Auyantepui. Almeno, constatò la Mitchison, le donne di Martinica avevano la stessa sua stazza. Veniamo da Andromeda e vorremmo conoscere di più l’isola dei fiori delle Antille Delle extraterrestri? Sono un pò presa alla sprovvista. Non al punto sia ben chiaro da non reggervi, non è neppure l’eventualità del mio collega, mio collega, ma persino io che sono più preparata parlo sconclusionatezze, alla Peggy Lynch di The alphabet Allora ci dispiace e ci arrangeremo da sole. E’ che per conto della nostra colonia ci servivano dei maschi sa, come un ratto delle Sabine rovesciato, e purtroppo quelli del vostro pianeta si sono segregati nelle viscere, e certuni danno di matto e si sbudellano per un nonnulla. Qui ci hanno detto che le cose sono diverse. E vorremmo farne parte Devo controllare il regolamento. In città è in corso una rapina, e poi devo vedere regolamentarmente cosa per gli sbarchi va a significare Rogne a parte, Panther Woman fece da sola un ottimo lavoro. L’equilibrio delle forze infatti schierava la Himmler con un peso di 128 libbre opposta alla Panther Woman sopraggiunta con un salto acrobatico da Sistah Spooky sulla bilancia faceva 150 libbre, 150 libbre che viaggiavano verso Route de Chateauboeuf da Rue de Savane Hubert a 15 km/h con una pantera dalle ali di rondone al suo fianco destro, poi la Calaferra aveva il costumino da partecipante al Midwest Fur Festival nei panni della pantera di L’arca di Noè di Pablo Buscarini (Juan Pablo Buscarini, regista argentino molto apprezzato in patria e già autore del fortunato campione d’incassi El ratòn Pérez, si cimenta in una prova di non poco conto che però non raggiunge la sufficienza. Coraggiosa la scelta del ricorso al caro e vecchio 2D nell’epoca dell’imperante 3D e di cartoni che sono sempre più opere e prodezze grafico-digitali di livelli elevatissimi, e coraggioso l’obiettivo di trattare un tema biblico caposaldo della tradizione cristiana, rendendolo a portata di bambino e al contempo gradevole per i più grandi. Ma se i grandi possono facilmente arrivare alla metafora della difficile convivenza - resa anche dalla non originalissima trovata dell’uso dei dialetti italiani, relegando come sempre i dialetti del sud agli animali “cattivi” e quelli del nord a quelli “buoni” - alcune trovate possono apparire un po’ forzate per un pubblico non adulto, come la scimmia gay e la sexy panterona ballerina, e al contempo annoiare il pubblico più adulto abituato all’ironia ben più pungente di altre pellicole d’animazione. La morale è che nell’epoca della globalizzazione e del progresso ci si dimentica facilmente di alcuni valori basilari e l’idea di successo e facili guadagni tende a far prevalere il senso di prepotenza e prevaricazione, laddove invece lo spirito di cooperazione e di aiuto reciproco risulta quanto mai più proficuo, anche a fronte dell’assenza di un leader carismatico. Ma nonostante le buone intenzioni e la scelta nostalgica di utilizzare la tecnica d'animazione tradizionale, il risultato finale risulta un po’ annacquato e per chi è oramai abituato alle prodezze tecnologiche - su tutti, i bambini - deludente Daniela Silvestri) immunizzato dai proiettili-quelli cocciutamente usati dalla Himmler-dall’acciaio del “vestitino”

e dopo Flex Mentallo Jasper Jenkins, con salti (in)degni del trenino dell’X-Scream di Las Vegas afferrò uno dei bracci della Himmler incassando un suo pugno sferratogli servendosene e che le giunse in aiuto. Cazzo di Barbamamma! Mi vuoi rimanere appiccicata al braccio sperando che ti trasformi in una Hobbes del cazzo e quando sarà il 31 Dicembre? Te lo puoi scordare! PW intercettò il pugno con cui Himmler se la voleva togliere di dosso con un calcio, inarrestato dal polso centrandole di nuovo il cranio. Era stato piombo quello stinco di Angela Contento. Era un amazzone come lei, si era già affermato come uno scontro alla pari. La sua prossima mossa Panther Woman non seppe prevederla: un pezzo di manto stradale reso scaglionato da un paio di bombe Himmler si era portata con sè. Era stata una bella scossa; Panther Woman era almeno un poco caracollata a aragosta con, tra narice destra scomparsa, asportata dal pugnale d’asfalto e le labbrucce glossate ora un mix tra Zenoporno la magnifica desolazione di Paolo Bacilieri e Watchmen di Alan Moore dove rossetto e sangue erano un impennata di sensualità al costo di una ferita arricchitile di herpes e stomatite di Bednar. Sua voz sensual me dá arrepios. Eu posso sentir meus mamilos endurecerem e umidade entre minhas pernas. La scena virò nel VM 18: due donne, due dee, due Lydia Hearst e Jillian Murray fecero cadere tra le tracce nere di asfalto ancora fumanti ciascun pezzo del loro vestiario, il jetpack di Panther Woman e le catene di Himmler fecero un urlo assordante, Penso che la cosa più misericordiosa al mondo sia l'incapacità della mente umana di mettere in relazione i suoi molti contenuti. Viviamo su una placida isola d'ignoranza in mezzo a neri mari d'infinito e non era previsto che ce ne spingessimo troppo lontano. Le scienze, che finora hanno proseguito ognuna per la sua strada, non ci hanno arrecato troppo danno: ma la ricomposizione del quadro d'insieme ci aprirà, un giorno, visioni così terrificanti della realtà e del posto che noi occupiamo in essa, che o impazziremo per la rivelazione o fuggiremo dalla luce mortale nella pace e nella sicurezza di un nuovo Medioevo (Howard Philip Lovercraft), e poi fecero violenza reciproca dei loro corpi. Panther Woman, con le sue forme prorompenti sembra una gatta sensuale, sconfisse Himmler abbassandosi a quella performance di Antonio Paradiso, La monta di Pingo, o quell’intrusiva cinepresa di Enrico Berutto che mostra gli accoppiamenti tra cani di Marcia nuziale di Marco Ferreri con un voyeurismo che ne tradisce l’alienazione istintuale, E dovremmo prendere tutto ciò ad esempio? Abbiamo una visione disneyana della natura (nei primi documentari, quelli della Walt Disney, appunto, nessun animale si procacciava il cibo o si accoppiava. Vivevano daria in attesa delle cicogne col fagotto del bebè appeso al becco), gentile lettrice. La realtà è unaltra e noi dovremmo amare, rispettare e quando occorre difendere gli animali per quello che sono, non per quello che, antropomorfolizzandoli, scusi il parolone, vagheggiamo siano.

Il processo di estinzione. Che si estinguano specie animali è un fatto. Avviene da milioni danni. Dinosauri, tigri dai denti a sciabola o pterodattili non se ne vedono, in giro. Però a dar retta agli ayatollah animalisti sembrerebbe che il regno animale sia alla canna del gas (Paolo Granzotto), alla faccia della fiacca satira del regista, il cui odio per gli oggetti (El cochecito, l’episodio La famiglia felice di Marcia nuziale, L’uomo dei cinque palloni, Il seme dell’uomo, I love you), diventa assoluzione dell’umanità che essi guardano, un pò come in Toy Story dove Woody e Buzz acclamano l’uomo-Andy (Lorenzo de Angelis) come un Dio bambino che ama indistintamente o Wall-E dove la Direttiva è una ragione di vita che sulle prime sfugge a quel McCrea (Enzo Avolio) a cui è una macchina a insegnare daccapo l’umanità ma non a AUTO (Alessandro Rossi) in una parallela emersione di sentimenti umani, non umani e troppo umani, in una vittoria infamante. Cane mangia cane, labbro bacia labbro, donna mangia donna. Himmler venne caricata su una vecchia Land Rover Station Wagon in vece di un qualche veicolo a cuscinetto d’aria o a super levitazione magnetica temendo che in caso d’attentato morissero vittime e carnefice come l’attacco aereo a Padova del 30/12/1943 o-per assurdo-la Himmler sopravvivesse liberatasi in un qualche modo, Poggioreale 15/01/1968, e ciò che l’aspettava erano 14 anni di prigione, visto che il suo era stato un pomeriggio di un giorno da manticore. Lei per suo era il ritratto della lussuria. Rispondere continuamente all’autorità del giudice riduceva la pena solo se eri il baffuto e suscettibile Giudice di Quahog (Fabrizio Temperini), e l’avvocatessa uscì anche lei dall’aula almeno un pò disagiata. Quello che le Foyalaises soffrirono fu il discomfort della propria stessa sessualità, un male antico che l’educazione non può vincere. Di quale libertà godrebbero uomini e donne, se non fossero continuamente turlupinati e resi schiavi e tormentati dal sesso! Il solo inconveniente di questa libertà è che uno allora non è più un essere umano. È un mostro (John Steinbeck)/Proibito: perché? Un vago sentore di zolfo circonda le stupefacenti architetture Krel. Negli anni Cinquanta c’era ancora qualcuno, a Hollywood, convinto che l’uomo dovesse rispettare limiti precisi nella propria evoluzione tecnologica. Al di là di queste barriere invisibili, autentiche colonne d’Ercole della mente, sta una landa inesplorata e maledetta da Dio Morbius, in realtà, appartiene a quella lunga serie di medici, scienziati e studiosi che nella letteratura e nel fantacinema hanno osato sfidare le prescrizioni divine, dannandosi in terno. Jeyll, Caligari, Rothwang, il barone Frankenstein, Mabuse, il dottor Cyclops, lo stesso Horace Holly che in “She” ci racconta la storia dell’amore senza confini tra Ayesha e Leo Vincey Callicrate: tutti hanno mosso il passo fatale, hanno venduto l’anima al diavolo in cambio di una conoscenza superiore. Il loro peccato, la colpa che devono scontare è appunto questa “sulfurea” capacità d’immaginare, di speculare sulla materia di cui sono fatti i sogni, di perdersi in orizzonti vietati, verificando l’insondabile, sondando l’intangibile. Deplorando il mito faustiano s’incatena anche la fantasia, i cui voli hanno partorito spesso risultati concreti (Alessandro Bernardi). Il mostro era stato sbattuto in prima pagina al punto sufficiente da essere Anassagora che nell’Apeiron di Anassimandro almeno con le omeomerie introduce una divisione tra parmenideo Essere e Non Essere, Certe malum est, et non sumus mali. Ma la Mitchison non pensò e percepì di essere in mezzo a delle convinte. Nei maschi c’era vita, nell’essere inquieti almeno nel poco colore degli occhi. Cos’era, dovette chiedere spazientita da quei sorrisi incompleti, Il gorilla di Fabrizio de Andrè? Certi maschi erano meno irritati, non meno repressi. Un uomo disse il convitato più saggio può tremare perché fa freddo, perché è vestito troppo leggermente, o per sue nevrastenie chiuse nell’interno della sua testa. Io sono un eroe, ma a molt* ha turbato l’erotismo esagerato dell’arrestata di oggi. Può capitare, Hobbes si vantava della paura perché è l’emozione più intensa di tutte, secondo Lei perché cerchiamo la paura? Cerchiamo la paura se non è vincolante perché alla fine ci farà sentire vivi, ci risveglierà e solleciterà quei nervi che morirebbero con noi d’inedia Ma oggi avete fatto il vostro lavoro Le ripeto: non sappiamo perché c’è tutto questo timore. L’unico indizio è quel minimo minimo tremolio che ci accompagna sotto il sole giallo e verde come nella notte fonda, dove è più normale cedervi fino al terrore. E’ un mistero in più della vita. No, non è per il motivo che state elucubrando. Se quella Himmler ci dicesse di voler scopare ci spaccherebbe i fianchi, ma i meccanismi contorti delle menti umane e animali sono vieppiù enigmatiche di quelli di Patrick Stella. Mettiamola così: la nostra Himmler non ha un biglietto propedeutico fattole dal NIST di Gaithersburg Maryland, non so se mi spiego. Siccome abbiamo un istinto d’autoconservazione, l’idea che possa andare a letto con lei e finire ucciso al coito mi mette in ambasce. E anche qui: prima di ogni Sua domanda, l’ha fatto tante volte da poterLa demoralizzare se Le dessi il numero specifico. Poi cosa c’è, non va più bene il sublime di Schopenhauer? Non posso più unire l’esperire del bello all’erta per esso in quanto in grado di travolgermi? Il principe d’Egitto di Simon Wells non deve più lasciarmi a bocca aperta per la scena del Mar Rosso diviso in speculari montagne cinematografiche d’acqua in cui sugli ebrei in cammino sovrasta una megattera?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quella Himmler è bellissima, ma è un assassina che posa nuda, dal collo al culone da Donald Meltzer con tutti i suoi tatuaggi in bella mostra, che mi guarderò assai dal descrivere. Ah, finalmente abbiamo chiuso questa Caccia al numero (Ah, finally we have closed this Password). Non ho vinto alcun introito, ma va bene così. La convivenza è difficile, spero la Himmler non ottenga lo stesso tifo di Jane Roe e Lorena Bobbit Il suo cognome è impossibile non scateni polemiche. Un campo di concentramento nazista tutto costruito con i Lego, compresi crematori, baracche e detenuti picchiati dalle guardie naziste; la Shoah insomma, come un gioco per bambini. “LEGO Concentration Camp” in realtà è la controversa opera che l’artista polacco Zbigniew Libera ha realizzato alla metà degli anni ’90 e che recentemente il Museo d’arte moderna di Varsavia ha acquistato da un collezionista norvegese per la cifra di 71.800 dollari.

La scatola contenente i pezzi per la costruzione del campo, riporta l’avviso “sponsorizzato da Lego System”, in quanto pare che la Lego all’epoca della realizzazione dell’opera fornì gratuitamente i pezzi. Oggi la Lego prende le distanze da Libera, sostenendo di non aver mai saputo quale fosse il progetto dell’artista. (https://www.mosaico-cem.it/cultura-e-societa/arte/il-museo-darte-moderna-di-varsavia-acquista-lego-concentration-camp/). Ma almeno qui c’è quella normalità che ci è necessaria. Ma trascurando il Pakicetus innamorato dello Zeuglodon, se l’Ambulocetus vorrà giacere con il Dorudon temo serviranno dei “rimaneggiamenti” Non so se è giusto Cosa? A noi può chiedere tutto Vorremmo ripopolare la nostra colonia spaziale Stonk. Acqua ancora nelle guance venne sputata con la forza idraulica della diga che crolla la notte Fantozzi risolse finalmente la stitichezza. Già la Mtchison e il suo gruppo suscitarono più panico di [Apolon Head], [Apolon Trunk] e [Apolon Leg ] con solo l’enigmatico [Rabi] a dare incredibili spiegazioni sull’[Aporon Okoku], e quei tre titani erano sprovvisti di movimento e voce, ma adesso Franklin Farnum accorreva a chiamare le truppe Potremmo approfondire in altro luogo?

 

Tratte le conclusioni dagli esiti migliori, la Mitchison con rapido scatto e agile mossa avanzò il quesito dell’ingegneria genetica. Allo stato attuale loro erano Marie Therese elle est obesé e i maschi Gaston que s’occupe de telephone, forse con un pò di Madeline Fentom (Stefania Patruno) e Violeta Salazar (Valentina Mari) si potevano rendere meno una barzelletta di pessimo gusto, come una infoiatissima Wendy Corduroy malvagia (Camilla Gallo) con un [Getter Liger] Shogun Warriors coperto e sverniciato dal suo squirt (sempre che il suo dolce peso di 67 kg non lo sfasci completamente) e più dei veri partner-ristabilendo il fatto empirico che l’amore ha delle età ben definite, affinché Tambry (Ilaria Latini) faccia sesso con Robert Valentino (Luca Ghignone) Dimmi un pò, ti piace scopare? Lo. Ripeta. Un’altra. Volta. E MORIRA’ DI SNOO-SNOO! Non funzionerà, ha già cominciato a pentirsi dopo il terzo predicato verbale Juapenos. Comunque la colpa è mia. E’ che sono una romanticona, Un giorno qui verrà

Con sé mi porterà

Quando insieme vivremo lo so

Che per sempre felice sarò

Il sogno del mio cuor

È viver col mio amor

Ma son certa che

Lui tornerà da me

E il sogno sarà realtà. Non c’è ma che tenga! Mio figlio ha già trascurato troppe volte i propri doveri! Ma gli anni passano anche per i re! Vorrei avere dei nipotini, prima di morire! Ho bisogno di sentire di nuovo lo scalpiccio di piedini infantili! L’inseminazione artificiale mi deprime. Sicurezza? Abbiamo lassù ☝🏼una Mezzaluna Fertile, una valle di Jehosaphat dal “nuovo” Svilengard al “nuovo” Urumqi dove l’aborto è un flipper e c’è un infinita guerra santa onde le parole di Andrea Dworkin e Marlene Willoughby. Dal mio Continente natio viene e c’è una legislazione sulle armi lassista, Si dice “dipende” per non compromettersi, per far capire che le cose non sono così semplici, per prender tempo. Il galateo consiglia di non chiedere: Dipende da cosa? Si otterrebbero le seguenti risposte: Dipende dall’andamento del dollaro, dal ritorno al privato, dal menisco di Bettega, dall’inquinamento atomico, dall’atteggiamento di Bonn, da come si è alzato stamattina Carniti. Una cosa è certa: Dipende sempre da qualcos’altro (Luca Goldoni). Non faccio illusioni, ma capirà i nostri dolori, le nostre ubbie. Ha parlato della rapinatrice che questo pomeriggio, mentre eravamo ferme al porto ha fatto peggio di Niccolò Centioni all’arrembaggio della Cassa di Risparmio di Roma. Mi mette molto in ambasce Quasi non c’è di che crederci nemmeno per noi. Ma Panther Woman ci ha aiutati Panther Woman? Catwoman non è solita parlare agli sconosciuti. Infatti, parla solo con chi ha conosciuto all'asilo nido. Tutti gli altri li graffia.

Dopo un primo periodo in cui si interessava al crimine e a un'intricata relazione con Batman, di recente ha dimostrato una netta preferenza nei confronti della missione kamikaze di ogni degenerato in maschera, cioè l'attività di eroina. Con molta probabilità She Hulk Rossa è il personaggio femminile fisicamente più potente della Casa delle Idee, addirittura superiore a She Hulk e Lyra. La gigantessa cremisi è infatti dotata di forza e resistenza sovrumane, oltre che di un fattore rigenerante che le consente di guarire da ferite mortali o dagli artigli di Wolverine. Un pilota acrobatico in grado di trasformarsi in un uomo-razzo grazie a uno speciale motore a combustione alcolica agganciato come uno zaino alla sua schiena. Unite, congiungete tutto questo.

 

 

Ricca ereditiera dalla battuta pronta: Alice Harrower

Il costume felino: Selina Kyle

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le tettone e la categoria super pesi medi: Jennifer Walters

Lo zaino a razzo, più un modellino radiocomandato del [Cosmo Special]: Natasha Irons

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La sua Batmobile è una Ford Pinto

La sua Dogpool è Coca, una pantera geneticamente modificata con ali di rondone, il più veloce uccello non rapace-quello è il falco pellegrino, che in picchiata tocca i 385 km/h

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

E’ a lei che risponde la sicurezza della Martinica. Abbiamo anche Cassandra la maga e Tenebrella la vampira, ma quelle intervengono solo negli stessi casi dell’ispettrice Altieri, quello della Himmler era più prosaico, da Ispettore Manetti. Un eroina senza macchie a cui-per la Vostra causa-mi rivolgerei. E’ un Influencer potente

Não há nada sexy. Todo mundo me viu fazendo amor com aquela vadia. Qual mulher estuprou qual  mulher hoje? Para não ser indiscreto, mas você irritou o smegma daquela baleia que você nocauteou hoje com goles de flúor? Eu fraturaria mortalmente todas as suas vértebras cervicais se você me perguntasse mais uma vez se eu tivesse que tomar um pouco de enxaguatório bucal para, com minha urina, expulsar o smegma daquela vadia que eu só fiz carinho ... o único sexo que uma lésbica pode fazer. Se você não se importa, terminei o banho agora Mas se vocês são todas lésbicas, por que isso te incomoda? Dele é slut-shaming? Só porque sou lésbica, permanece o fato de que o que fiz hoje não é nada consensual. O flúor é então tóxico e venenoso, há um rótulo sobre o assunto em qualquer enxaguatório bucal em qualquer farmácia Sem pressa Siamo fuori scala in questo mondo. Ecco perché siamo nella baia di Genipa, ci dobbiamo incamminare da qui all’Arrondissement di Saint Pierre, in un ellisse acuta di 12°. Non ci sono strade che ci contengano tutte quante La parigina Duvurine osservava la mappa coinvoltane come Mademoiselle Jeanne delle Editions Dupius. Martinica era un isola selvaggia in larghissima parte, cosa in merito alla quale supervisionare gli pneumatici. Dalla Dnurmilova la Duvurine imbastì una discussione su pneumatici e Monster Jam Secondo te un Monster Truck su un terreno come il castelvecchiese Rio Torsero si forerebbe gli pneumatici?

 

Idiozie della mia mente a parte quei dinosauri devono muoversi in territori identici agli sfondi di Prima Rage. Io ho già messo le catene avvertitami dello sbarco su un isola nella baia del Venezuela, con la giungla di Canaima, assolutamente irraggiungibile dalla luce del sole. Laggiù se non sei un palmizio muori di freddo. Ri-sentiamo la Mitchison. Questa è la Baia di Genipa? Sì Dnurmilova. Lei e la Duvurine cosa avete deciso? Metteremo le catene. Chi o cosa cerchiamo? Ogni supereroe ha il suo nascondiglio, dalla Fortezza della Solitudine di Superman, il vulcano di Birdman, Abyssmia di Rockman, la Whamco di Jack In The Box Niente più “urbano”? La doganiera mi ha detto che Panther Woman stava volando verso la banca. Quasi mi descrisse il suo jetpack, ma dubito che i suoi segreti siano stati traditi. Non poteva farlo neanche Private Snafu con la bomba atomica, immaginata prima del 1946 solo per sommi capi e solo per fare effetto con termini ancora riconducibili a paroloni oscuri quanto avveneristicamente affascinanti. Cleve Cartmill fu accusato di spionaggio per il suo racconto Linea conclusiva, in cui sembrava spifferasse le istruzioni per un ordigno nucleare. Il suo allora editore Trevor Quachri andò a difenderlo, e poi la storia si concluse con l’America come l’unica che usò un ordigno nucleare su civili, chiudendo la seconda guerra mondiale e stabilendo la guerra fredda. Ciò che conta di più per noi è che la fortezza di quella Panther Woman è tra le montagne. E credo che sia il Monte Pelè quello giusto Cosa ti dà tanta sicurezza? E’ la montagna più grossa di tutte, 1397 metri d’altezza. Vuoi di più? Ferme sotto i 1395 metri di differenza tra loro e boccaporto della [Kaitei Yousai Saruudo] da cui i [Kikai Juu] Belgas V5 e Cerberos J3 vengono lanciati in battaglia (la rampa di lancio di Panther Woman e Coca in realtà era allocata molto più in basso) le sentinelle, incroci tra Oola & Loola di Elmo Aardvark in Hawaii di Jack Knight, Julie di Heavy metal 2000 e Velvet Von Black di The haunted world of El Superbeasto vennero loro incontro e dissero che Panther Woman non poteva riceverle Avremmo voluto chiederLe di aiutarci con il DNA dei maschi di questo pianeta Cosa volete farne? Noi sulla nostra colonia spaziale siamo solo donne, per favorire il nostro DNA servono i maschi…..e non solo per quello vennero lasciate entrare, si spera che i robot della Fortezza della Solitudine non avessero dovuto portare l’auto-missile al coperto reggendola in verticale, con la sua poco pratica altezza di 66 metri, altrimenti l’oppressione era la stessa subita da loro pulzelle forzate a ingobbirsi capendo Panther Woman era-normalmente-di 1,61 metri, prima che la Green Light si trasformasse nella Adrenazon, riuscendo a sconfiggere una gigantessa come la Himmler, venendo presentate al cospetto di Samuel McArmy mentre la loro crescente beniamina Marisa Calaferra sorseggiava camomilla in vestaglia Salve. Voi chi sareste? Seguirono presentazioni assimilabili a Arnold Schwarzenegger che manda in loop dalla sua bocca i nomi delle renne di Babbo Natale. Dovrei donare il mio seme? Calaferra, non ci sono banche del seme per i maschi come me? La Calaferra fece mente locale. C’è ne è una in Rue des Hibiscus, ma esattamente la Colonia che servite che stazza ha?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Senza servirsi della scaletta che avevano utilizzato per salire, Hoyland si lasciò cadere nell’apertura, scendendo con un lento ondeggiamento fino al ponte posto cinque metri più sotto, con i due compagni a breve distanza. Un altro boccaporto, poco lontano dal precedente, li fece accedere al ponte di un livello ancora inferiore. Giù, giù, giù, scesero sempre più giù, attraverso decine e decine di ponti, tutti silenziosi, poco illuminati, misteriosi. A ogni nuovo livello, i loro corpi cadevano più rapidi e l’impatto con il pavimento era un pò più duro (Robert Heinlein). 1,39095×109 m di cilindro di O’ Neil, diviso in copie dei continenti di questo 👇🏻, tipo Chel, Ariel, Lasithi, Jasmine, Yum Yum, Mulan e Mii che si spartiscono lo Juzur Al Alam di Dubai. Richard Williams, Ron Clements e John Muskers non hanno mai collaborato sul serio e personaggi come Jafar, il Genio e Zig Zag sono solo simili per motivi grafici: il nome Jafar è realmente esistente

nell’anagrafica araba, e il film Disney non è nemmeno il primo a farne uso: c’erano già stati Les maitres du temps di René Laloux con il personaggio di Jafar e La rosa di Bagdad di Antonio Domeneghini che è una fiaba orientale nelle notti d’Oriente con un cattivo chiamato Jafar (nel film di Domeneghini viene aiutato da uno sgherro in possesso di poteri magici, Burk, una sorta di precursore del Genio Rosso). Inoltre il Genio all’inizio doveva essere verde, mentre Zig Zag e Jafar sono personalmente agli antipodi: Zig Zag è estroverso e gigione, grazie alla parlata in rima di Vincent Price e i trucchi con cui cerca d’accattivarsi il leader degli Occhi Soli, i veri antagonisti del film di Williams, Jafar è calmo e pragmatico, si scompone pochissimo per la seduzione di Jasmine. Inoltre Jasmine è una ribelle che cerca l’amore romantico, a costo di compromettere la sua sposabilità, Yum Yum non è mai esplicitamente indicata essere in età da marito e s’innamora di Tack il ciabattino all’istante, senza prima respingerne le avance fino a costringerlo a non trattarla come un oggetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo per dire che le due principesse vanno d’amore e d’accordo, mentre nella nostra roccaforte di Otohime nel di lei equivalente dell’Arabia Saudita ci sono guerre religiose, nonché una divisione tra Primo e Terzo mondo. E’ un mondo vasto, ma chiuso. Siamo Suzanne Pleshette con Claire Wilcox a Disneyland, sempre la Pleshette metà di quello che sarebbe davvero, senza quell’altra metà che è Marte. Franco Battiato diceva Ritieni il seme

Duecentocinquanta milioni di spermatozoi

in un solo orgasmo

Un solo uomo può popolare la terra. Lei Samuel McArmy Samuel McArmy riuscirà a popolare Nazareth l’isola dello spazio? Il mio è comunque, nella sitcom di Wallace Herger, un ruolo, e continuo in ogni caso a viverlo come tale. Tutti ricordano la pin-up; come John Weissmuller è Tarzan, Boris Karloff è Frankenstein e così via. Ma queste, a pensarci, sono evidenti menzogne. Perchè quello che noi ricordiamo in realtà sono maschere, ruoli fittizi, non la realtà. Bettie Page del ricordo è pura apparenza, l’immagine di una bellezza trasgressiva allo stesso tempo lontana e raggiungibile. Guardando Fred Astaire ammiriamo il ballerino e ci possiamo fingere lui, così come ci fingiamo l’eroe di turno del cinema o della televisione. Un eroe che spesso, a ben vedere, è tutto meno che ammirabile.

L’altro giorno alla radio sentivo due conduttori parlare del patron di Play Boy, famoso per la dimensione della piscina e per il numero di conigliette in esso contenute. E dicevano "chi non vorrebbe vivere così"? Io non vorrei vivere così. Non perchè non mi piacciano le piscine o le grazie femminili, ma perchè trovo indegno dell’uomo vivere sfruttando l’istinto, distinguendosi dal pappone di strada solo per la grandezza del business. Preferisco amare ed essere amato da una sola donna per tutta la vita che avere una serie di bellissime procaci fanciulle disponibili a tutto, ma non certo per amore.
Vorrei essere 007, ma sono disposto ad ammazzare? Vorrei essere Lupin, ma cosa penso del furto?
L’immagine non è la persona, non è la realtà. Fermandoci all’illusione ci illudiamo di potere catturare l’essenza di quanto ci circonda, ma così non è.
L’essenza sta più in profondità, perchè ha radici nell’eterno. Non ci si può fermare all’iconcina. Io mi ricordo  il finale della vecchia serie, giuntomi come le memorie del museo di Herbert Melliphant. Il mio razzo veniva rimesso a nuovo, finalmente il novello William Marshall poteva tornare a casa….ma il pannello d’accesso al missile è identico a quello della avveniristica casa-robot dove Mrs Augustine mi teneva confinato, Ken con mille Barbie ma fondamentalmente solo. Il gioco d’inquadrature non faceva distinzioni, e quel mio essere finalmente libero era innanzitutto l’essermi pacificato con qualcosa che non conoscevo e all’inizio mi dovevo innanzi a essa solo arrendere, dalle poliziotte armate di taser a Panther Woman quando era ancora troppo ubbidiente alla Augustine e il suo areopago. Dovreste rivolgervi all’ospedale, ve ne daranno finché vorrete

L’ospedale di Rue des Hibiscus sorgeva tra eucalipti fatti nido di numerosi esemplari di alemieri, eburnei ibridi tra un picchio e beccostorto, dai cimieri degni di un cacatua, dando quell’atmosfera di pomeriggio passato su una spiaggia tropicale,  Dan Mahar e Franco Abbina puntualizzerebbero subito l’inevitabile inconveniente di un ondata di sessopatia nel personale come nei pazienti, titillati dalla sensualità tropicale di un isola identica a conti fatti a Boca Chica nell’arcipelago capitaleño, un fatto empirico di tutta l’America Centro-meridionale, tale da ispirare la canzonetta Le scimmiette del Brasile cantata con una disarmante innocenza da Nilla Pizzi: Dei banani inver sotto le foglie

Con la propria o l’altrui moglie

Se ne vanno ogn’or a far l’amor gentil

Le scimmiette del Brasil

Con tanto di erezioni sotto le coperte, in un atmosfera talmente molle che la fauna della riviera romagnola di Un weekend postmoderno di Vittorio Tondelli è una di quelle Polaroid eterne di default, come la nobiltà puteolana del Satyricon, la Milano dei Promessi Sposi, il 16esimo arrondissement di La grande abbuffata, soprattutto se a raccontarla è un figlio della Correggio di Dorando Petri e Francesco Alidosi, contadina, ostile e dall’Estate certamente corta e dall’Inverno lungo e spietato (Un paese curioso, dove l’estate durava soltanto un giorno e, spesso, anche quel giorno pioveva o nevicava Giovanni Guareschi), in cui se un emozione attiva c’era poteva essere l’invidia per chi poteva permettersi la spiaggia, Plage de Madiana, con il bianco accecante della sabbia e l’ombra dai giochi sfaccettati da Tex Antonucci e Roberto Papetti delle chiome fogliose delle palme dai numerosi salteri ungheresi di datteri acerbi, le cui bagnanti, versioni riverniciate da Vaughn Bode delle opere di Brandi Milne si mungono i seni sulle note suadenti di Big titties (i wanna a woman with) dei Black Oak Arkansas da The black attack is back, inoltrandosi nei trupiali del Venezuela sparpagliati in volo, le amache birichine stracolme di Shara di Altair racconti di battaglia e Hijin di Innocent Venus dai giganteschi seni nudi e affioranti come pinne di squalo, fino ai viali piastrellati dove una Lotus Seven forniva da triclinio a una Michiko Malandro (Claudia Catani) da solleticare Samuel McArmy a aggiungerla all’harem, ma in quale ruolo? Nel catalogo di Leporello di cliché anni 70 Mary, Beth e Ivonne erano Joan ò Brien, Dina Merrill e Virginia Gregg di Operazione sottoveste. Cassandra Elizabeth Montgomery di Vita da strega, replicata in Tenebrella. Panther Woman Lynda Carter di Wonder Woman. C’erano anche Thralaxina Judy Geeson di Medusa la legge di un pianeta e Lois Mold Stefanie Powers di Agenzia U.N.C.L.E. Forse c’era un angolino libero per una compagna di Panther Woman, Jet Woman, di cui sottobanco il McArmy aveva un Enchiridion più che da Hunson Abadeer (Giancarlo Padoan) da Alexander Brand, in cui a pag. 193 le tettone di Olga Lawina solo equilibrate sulle scarpette bianche si prestavano al costume bianco, con come emblema violaceo lo scoppio di un fuoco d’artificio tra collo e seno, a cui in spregio a Everett Ducklair e Reed Richards al suo tessuto, apparentemente quello del costume di Zakimort è incollato, a metà tra la Thunderwing di Action Man e il Battle Beetle di Pinsor al tessuto o il materiale che si spaccia assai credibilmente per tessuto, una Porsche 917 bianca con sifoni rosa in numero di 4 per 344 km/m, con un piccolo motore nucleare di 12mila cavalli di potenza, con ali di 60 cm e che per il pilotaggio scava con un trapano nella schiena dell’indossatrice raggiungendo il nervo sacrospinale e sincronizzando i pensieri, come quello del cervelletto di piegarsi al fine di toccarsi gli alluci con il minicomputer del jetpack, equipaggiando Jet Woman con il casco a poggiatesta, in cui potenti braccia meccaniche volte a calzare l’indossatrice dell’elmetto dalla punta a freccia, vieppiù sempre con un comando nervoso dotando Jet Woman di un potente laser dalla fronte, meraviglia tecnologica la cui proprietaria non poteva però essere una stronza qualsiasi. In quel momento oltretutto non può distrarsi. Entra nell’edificio e chiede delle donazioni di sperma. Parlez-en à votre urologue. Il est aussi andrologue et gynécologue masculin lo studio del Dottor Melandrasse, l’urologo, non metteva a proprio agio i donatori. Il lettino si sarebbe confatto di più al cardiologo Cherselle o allo pneumologo BerÇarde, nonostante le illustrazioni di un pene umano garantissero la liceità e pertinenza delle lauree conseguite all’università di Parigi, con una tipica infermiera ben dotata a alludere a una mungitura umana là incombente per il simpaticamente all’antica Samuel McArmy, che prevedibilmente domandò all’impassibile Dottor Melandrasse perché non intervenisse un robot nell’operazione. Les mains humaines le rendent plus érotique, ce qui implique un avantage en érection. J'ai entendu la réception, vous êtes ici pour un don de sperme d'après ce que j'ai compris McArmy scosse la testa spogliandosi con un apprezzabile controvoglia, non imponendosi in sè e per sè dei blocchi psicofisici, solo l’ingenuità di uno Stewie Griffin (Giovanni Baldini) che prima imita il satirico Benny Hill con i suoi sexy party e poi viene sconvolto dall’aver assistito ai suoi genitori che facevano sesso con Brian che si diverte a angosciarlo ancora di più (Hai presente la vasca dove fai i tuoi bagnetti? Beh l’hanno fatto anche lì!) poteva sorvolare sulla sua eredità tanto di Hugh Hefner quanto di Bob Guccione, e quante conigliette potevano entrare nella sua piscina, ma quella era una giornata di riposo, e riprendere gli allenamenti se i prossimi giochi olimpici ci saranno da quattro anni e in quattro anni con gare fissate ogni Settembre il corpo impone di non essere bruschi con l’acceleratore e il cambio marce, checché però se il nuovo Bruno Casoni dalle Reggiane di Stefano Delmonte negli stabilimenti di Via Edison 2 e Viale della Resistenza 44 vuole fargli provare i nuovissimi Trigger, Airgliders, Calipso, F22 Raptor non si vede perché si dovrebbe rinunciare. Raccolto lo sperma, McArmy venne congedato per avere il Dottor Melandrasse libero di analizzarlo e inserirlo nell’archivio. Fu qui che McArmy parlò di Nazareth De quelle histoire s'agit-il ? Nemmeno rispiegata la “storia” sortì effetti positivi sul Melandrasse Laissez-les entrer. A cause de toutes les folies que je n'ai jamais entendu de mes oreilles, celle-ci les bat toutes San Tommaso nella cena di Emmaus, le muliebri Behemoth di Adamantinarx lo convinsero fino all’atterraggio Sì, è imbarazzante. Ma forse la nostra triste storia risulterà meno straniante

Vi servirebbe lo sperma di tutta la Terra, e non è possibile. Una soluzione è vedere il vostro DNA. Possibile che il gene Y non abbia lasciato nemmeno una traccia piccina pocciò? Djerzinski riteneva che un cromosoma potesse essere costruito o ricostruito da particelle quantiche Particelle quantiche? L’idea che esistessero microrganismi filosoficamente venne proposta da Anassagora con i Semi, o Omeomerie, e convalidata da Von Lewonhoek con l’ausilio del microscopio. Contemporaneamente, Democrito scese ancora più giù di Anassagora, agli Atomi, la cui esistenza venne sancita da Ernest Rutherford. Subentrano Anassimandro e Gorgia; il primo credeva che al di sotto degli Atomi speculati da Democrito ci fosse solo l’Apeiron, il Nulla, mentre Gorgia ne trasse un esempio implacabile di sofismo: l’Essere non è, se l’Essere fosse non potrebbe essere compreso, se l’Essere fosse e riuscisse a essere compreso la Sua comprensione rimarrebbe incomunicabile. Qui Aristotele andò criticando sia i sofisti (I Memorabili di Senofonte) che Democrito, opponendosi all’idea che l’Atomo fosse indivisibile (La Metafisica) e la debolezza della teoria, a sua volta creata tanto in antitesi a Anassimandro quanto ai Presocratici, soprattutto Empedocle (Opinioni dei fisici di Teofrasto di Ereso). E la sapete qual’è l’ironia? Aristotele aveva ragione. Abbiamo più piccole di tutti le stringhe. Ed è da lì che partiremo. Scenderemo sempre più giù, su scale sempre più infinitesime. Ci addentriamo nelle vostre ovaie, dove germogliano gli ovuli. Un ovulo è una cellula eucariote (possiede un nucleo identificabile in un punto esatto del citoplasma), dove nei ribosomi schiere di enzimi ribonucleici o ribozimi a partire dall’RNA messaggero e dalla pista di molecole d’idrogeno che plasmata dalle due subunità assumerà poi la tipica forma a spirale aggiungano a esso le 4 basi del DNA, Timina, Adenina, Citosina e Guanina (quasi identiche nell’RNA, c’è né solo una diversa che è la pirimidina Uracile), secondo uno schema identico a sé stesso da sempre. Ecco; laggiù, in fondo, tra il citoplasma, ci sono le stringhe da cui poter ricreare il cromosoma Y, dai suoi quanti ai suoi atomi alle sue molecole fino appunto al nostro Santo Graal Mi scusi se a parlare è una profana, ma è un assurdità. Si fa prima a raccogliere sperma di Morlock Ma i Morlock come quelli di San Enea? Ho un idea in merito.

Più di 150 anni dovettero esserci per costruire il Duomo di Gubbio. Questa volta non ci fu tempo da perdere, e il Duomo fu una trappola gonfiabile. Ecco la chiesa, la parrocchia spezzina di San Lazzaro che celebra il patrono il 19 Marzo in un contrasto con l’antica Montreal sempre bagnata dall’umidità dei suoi cieli grigi con tale inesorabilità che non solo sulle case e le strade i colori si erano resi così romantici da quasi svanire nel nero di Wolfgang Reitherman, un dipinto animato dove sembrano figlie della tempera a olio anche le cangianti montagnole di schiuma del San Lazzaro, con l’interferenza di quelle guglie pulsanti da moschea segratese di Via Cassanese, sovrastate dalla badessa, un incostante Flash della chiesa di San Carlo a Brugherio che ascendevano nell’inquieto ronzare della pompa, un alveare caricato a palloni di Maradona che persino una [Yumi Sayaka] grande e grossa come la Juapenos aveva terrore le esplodesse in faccia, lei che pure con la sua [Dianan Ace] aveva resistito alla pari con il [Mazinger Z ] ai bombardamenti della [Hikou Yousai Ghoul ], suscitando le reazioni più disparate. In una località da far sembrare il Far West di Cowboy Jimmy di Dusan Vukotic, i cui fondali a opera di Boris Kolar erano stantii, mortiferi e decrepiti tanto quanto le opere di De Chirico (I bagni misteriosi) e di Buzzati (L’uccisione del drago) la legge non ce la si doveva granché aspettare in parata delle lucenti Pantere della Napoli ultramoderna eppure rustica di Michel Fuzellier, con agenti dalle divise perennemente inamidate e dai regolamenti chiari e precisi, ma più credibilmente una qualche sceriffa in quello che era per metà la Inyokern delle carovane mormoni assieme alla Piacenza degli anni 40. Una Olenna caricata su un piccione gigante senza ali, un Piazzista

con un Razzo Super Liquidator equipaggiato di Popples in modalità astuccio che faceva capolino da una fibbia dalla vastità del [FF-X7 Core Fighter] all’anca destra si fece avanti e, con quelle braccia incrociate sotto i seni da rovesciarli in avanti attaccò un ditirambo sull’illiceità dell’iniziativa Questo posto è così selvaggio che a malapena dovrebbe esserci una poliziotta come Lei Ah ragazzona? Quindi non dovrei esistere? Fila in centrale così ti passa la voglia di mancarmi di rispetto E’ per i suppliziati di San Enea La “poliziotta” divenne smunta come una vecchia candela ridottasi a un moccolo senza nemmeno più una miccia I suppliziati di San Enea? Sì, i suppliziati di San Enea, maschera da Popeye, mantello nero come il carbone, ustioni estese su tutto il corpo, braccia meccaniche con magneti, Uomo Mutageno delle Tartarughe Ninja fatto vedere a tutti come il coniglio rosa dell’omonimo romanzo di Judith Kerr. In Lei si è illuminato qualcosa? Mi avevano detto di una strana cosa successa in questa città, una Plymouth Cambridge che attraversava taciturna le strade, un ombra a cui malapena dare adito. Sono loro? Non per dire, ma la “nostra” Plymouth Cambridge è ancora lì. Peggio di come me la ricordavo by the way, pneumatici rubati e telaio appoggiato sui foratini, graffiti ovunque, credo l’abbiano confusa con la Silhouette II che davano negli Happy Meal nel 1996, interno e finestrini non presi di mira. Gli altri Burger King Kids’ Club delle annate 2002 e 2005 ce li abbiamo noi Dopo aver esaurito le cose da spiegare la poliziotta decise servissero transenne e unità antisommossa, mentre la Mitchison, accompagnata dalla Juapenos e dalla Rugunga insistette per la chiesa gonfiabile Bisogna essere pacifici se si vogliono risultati. Per uno scatto d’insicurezza si collaborò con il gruppo di Olenna precedentemente incontrate in modo che, a quattro ruote, venisse diffusa la faccenda della chiesa solo per faentini. Per le strade una Chevrolet Blazer affidata a Wilma Doppler, segretaria di McArmy elicitata a trasferirsi con le sconosciute da Martinica al Quebec diramò l’esca radiofonica. Fu proprio mentre la Doppler girava a destra e a manca il volante, tutta presa dal pestare nel mortaio delle sue rimuginazioni il perché non servirsi di un auto volante come quelle che Panther Woman e la sua collega videochattante Corpse Positivity/Felicia Knickerboxer di stanza tra gli irraggiungibili grattacieli di Los Angeles la strada le venne rubata da una Plymouth Superbird dai cui finestrini posteriori-evidentemente per nulla impensieriti da uno schianto con un semaforo o di poter essere decapitati come la famiglia Calagreti-vide tutti i segnali: faccione storto e sputacchiante pipe di mais del marinaio di Elzie Segar e Bud Sagendorf, mantello nero da Omar Kavak/Sparkman. Sentitasi chiamata a completare il cosplay di Agura Ibaden (Federica de Bortoli) indossato solo nella sua testolina puntiforme da ingolosire la Rugunga diede gas e aggiunse mousse al latte delle sue tettone da bionda e sbaciucchiante Marianne Velba incocciando ogni curva, fino al quasi incidente. Pronto? Qui Wilma Doppler, su SCXBLZR Chevrolet Blazer. Ho trovato una Plymouth Superbird EPA75 con…loro Ha trovato quelli di San Enea? Esatto. E mi osservano E solo quello? Già, e non so quanto reggerò ancora Dove sei? In Avenue Armand 999 Olenna, ha un auto? Una BMW Isetta, ma non è mia, è di una coinquilina Se è una poliziotta usi la Sua autorità per farsela cedere. Doppler mi senti? Quegli individui non le faranno niente. Arriveremo al volo La Chevrolet Blazer della Doppler aveva dato fiato ai pistoni alle 12.48, fermandosi alle 14.24. Cominciando dalle 14.25 e seguendo tramite navigatore l’itinerario della Doppler la poliziotta raggiunse l’auto rossa dopo gli stessi 36 minuti, ore 15.01. Intendevano mandarla disarmata, raccontateLe delle mani magnetiche dei leaders, ma da vecchio copione i suggerimenti di Calico Briggs (Silvia Pepitoni) risultano irriverenti alla poliziotta d’acciaio Felina Feral (Renata Biserni), non che dal di fuori il Fimbo Kombeo a sua discrezione non assomigliasse a un innocuo giocattolo….un innocuo giocattolo con un colpo di scena in canna. Con un Razzo Super Liquidator equipaggiato di Popples in modalità astuccio che faceva capolino da una fibbia dalla vastità del [FF-X7 Core Fighter] all’anca destra come l’avevamo descritta. La sbarazzina coda, da Foxxy Love (Ilaria Bernardini) reggeva un tubo terminante in un sfera equipaggiata di un rilevatore di velocità e di una paratia dante-dietro sé stessa-su una camera vuota. Facendo roteare il tubo per la stringa alla massima velocità di rotazione umana (27 m/s) l’aria viene raccolta nella palla finché non è sufficiente, misura massima sancita dalla suoneria dell’autovelox interno allo Shell Rocket giallognolo, facendo chiudere automaticamente la paratia stagna, da modellismo nautico professionale, in modo che l’aria non possa più uscire. Qui, dentro il tubo l’aria raccolta è convertita in un blocco di aerogel che, alla pressione di un pulsante sull’apposito calcio viene sparato verso una grata d’acciaio riducendolo in più proiettili. Come se poi non fosse stato sufficiente, la canna era di plastica. Jucika per colpire Pallina (Lucia Mannucci) legò l’asta rotante della giostra saracena alla coscia di un toro da tauromachia e in anticipo sulla Ilona Staller di Cicciolina #1 di Riccardo Schicchi gli diede il là con una bella impiccagione ai robusti e gongolanti testicoli, scatenando un uragano il cui pugno teso già riduceva in lattine da capre le corazze dei grandi e valorosi cavalieri di Malta, avrebbe fatto fare una fine incredibilmente peggiore alla delicata Pallina, ma la lussuriosa Ymir (Mattea Serpelloni) aveva la soluzione: una scala tibetana a pioli fatta lazo, e tanta determinazione da Sakura (Annarosa Garatti) sulla sua Sakura Machine colpita con una bomba a orologeria da Ayab Mobil Dick (Emilio Marchesini) che la farà esplodere qualora staccherà il piedino dall’acceleratore, di come contro il gaglioffo gareggi a sua difesa Ken Hayabusa (Tony Fusaro) mentre fuori dal circuito l’accompagnatore della Sakura, il più giovane della scuderia Hiroshi Kamikaze (Annarosa Garatti), salito con lei deve riempirle il serbatoio in un girotondo da Arthur Young in Henderson modello H con il carburante erogato da una pompa da afferrare dal lato sinistro, penzolata dal Big Garry di Sayonji (Mauro Bosco), con epilogo BDSM per tener fede al personaggio di Pal Pusztai (Much of the strip’s humor concerned how Jucika — drawn with a full-figured hourglass body and a trademark stylish black pixie haircut, and often depicted nude, or in particularly revealing clothing — navigated the attention she received because of her personal style, much of it unwanted Chloe Maveal). Lo roteava, il bastone frombola dal nome swahili con una forza degna del [Getter Sho] malmenandovi gli inermi Eneidi per poi, saltata sul tettuccio della BMW Isetta sparar loro contro le tagliatelle di aerogel Vi! Dichiaro! In! Arresto! Inveì contro il cielo. Gli Eneidi si allontanarono disponendosi a braccia della croce formata per asse Y dalle tre auto. La donna-pesce, la cui stazza da [Genesister] di [Luna] e [Shadow] se si mettesse i propri occhi in quelli della Doppler rannicchiata con tutte le giunture del corpo caricate come 5 Road Rocket Yes Toysc svettava con 41 m d’altezza ebbe ragione delle di Doppler paure e riuscì a farla scendere dalla Chevrolet Blazer. La vedete? Pura plastica Il Fimbo Kombeo cadde da 178 cm con un clangore da macchina del tempo di Cornelius Robinson (Giovanni Muciaccia) giocattolo della Disney Toys e la poliziotta sfidò apertamente il capoccia dei figli degli Invasori di Mirrorman e Robin Williams a portare a sé l’arma da lei sguainata e farsi a pezzi con essa, passandosela poi agli sgherri, come un improbabilissima pallottola a flipper zigzagante di muro in muro come in una partita di bubble soccer. Acconsentì. Stette allo sfottò. Decise davvero di farle vedere cosa sapeva fare. Liberò il braccio sinistro del mantello ostendendo esattamente, millimetro descrittivo spaccato, la pelle arrostita, i muscoli venosi e come sospesi nell’anestesia di un trapianto di pelle, su cui graffiti d’acciaio elettronico frutto d’agglutinazioni sconclusionate da Via Dante Alighieri di Pescara avrebbero attratto l’oggetto….se solo la sbarazzina donna-tritone già non sapesse che la plastica non è magnetica. Però c’era la grata d’acciaio, e l’arma decollò verso di lui e riuscì persino a prenderla dalla parte corretta. Schiacciò il pulsante sul fondo del calcio e una porzione extralarge di Tiny Tacos JITB di aerogel gli colpì la faccia scoperchiandogli la maschera. La vecchia gag delle torte in faccia, con cui Moe Joe e Larry disarmavano Sheldon Allman e i suoi eterei invasori del 22esimo episodio della prima stagione classica di Ai confini della realtà erano il rogo della strega, le raffiche di mana di Tasha Godspell, la festa della giubiana bustocca…ma oggi è l’epoca de Gli Incredibili, dove Sindrome (Christian Iansante) muore per la stessa cocciutaggine di Luigi Sinopoli, con il mantello al posto del botto di Capodanno, dopo quel gagà macrocefalo e vanaglorioso di Maximus Farquaad (Oreste Rizzini), primo cattivo senza nulla di pauroso, ma prima ci fu l’epoca delle streghe cattive (Tina Lattanzi), dai volti ragneschi, deformi, eppure convincenti per le principesse vergini come la neve dell’Everest non ancora raggiunto (Rosetta Calavetta). La prima bambina che collaudò il film fu Diana Disney , allora cinquenne e indiretta provveditrice del soggetto, la quale però alla vista di Grimilda scoppiò in pianto dirotto e fuggì spaventata dalla sala di proiezione (Enrico Gianieri-Chi ha paura del lupo cattivo?-Storia del cartone animato). Ecco cosa c'era di fin ad allora celato: un brutto grugno da maiale, un uovo di cera rigonfio foderato di una pelle da copertina de Il Male del 22/11/1978, con inoppugnabilmente suini il naso dalle narici centrifughe, tagliato a Aquilone Arcobaleno (https://mangiafuocoshop.it/aquilone-delta-arcobaleno-clone-.html?category_id=174) piuttosto che uno Shuttle Eric (https://www.ebay.it/itm/124250508591?chn=ps&mkevt=1&mkcid=28), le orecchie sventolanti, per non parlare, quando si girava, un tumore che copriva la nuca, esorbitante e dalle vene respiranti. Ripetitivamente, il Fimbo Kombeo cadde con insipienza, la plastica che fermava il vinile di silenzio come una palla da demolizione che distrugge un jukebox in un episodio d’alienazione percettiva dove tutte le cose sono cartapesta che, per comunicare un sentimento viene resa inservibile da una distruzione accidiosa e dalla rapidità fuori dal tempo e dai tempi della videoarte stabiliti dall’avanguardia classica di Luciano Giaccari, Mario Schifano e Fabio Mauri, più un flash estemporaneo di Myriam Jacob Allard. Anche gli altri supplizianti si tolsero le maschere. Maiale, maiale, maiale, maiale. Quattro piccoli porcellini. C’era almeno un pezzo d’acciaio o metallo nell’oggetto si sentì e basta. Allora stronza ce la dai? Allora stronza ce la dai? Allora stronza ce la dai? Allora stronza ce la dai? Quello che la Mitchison aveva addossato a sé stessa in modo assai più nobile martirio spontaneo, Giovanni Guareschi innocente che pena come colpevole, per la Doppler e l’anonima tritone fu il patibolo di San Cristoforo e San Giovanni Nepomuceno. I quattro prosciutti erano il tribunale della mascolinità che accusava le schiave fattesi dittatrici. La Mitchison, la Juapenos, la Rugunga erano voci estranee dall’autoradio della BMW Isetta chiusa e introversa crisalide di un Giuliano Sangiorgi che poi stava male. L’automobilina rossa e panna a chi appartiene? L’automobilina rossa e panna a chi appartiene? L’automobilina rossa e panna a chi appartiene? L’automobilina rossa e panna a chi appartiene? E’ di una mia coinquilina ma siccome sono una poliziotta l’ho dovuta spiritosamente requisire per correre in aiuto della Chevrolet Blazer di questa bionda da ACDC 4 oink 🐷🐷🐷🐷. Aprila Aprila Aprila Aprila la tritone gliela offrì pur non potendo essere capiente per il quartetto integro e integerrimo. Qui parla Hildebrand Jaylamor Joseph Notaries Hermann Dovelyn James Mattelart La donna tritone è sana e salva E con lei la bionda geneticamente intonsa Potete rientrare Se ci vorrete ancora rimaniamo nella zona or ora da noi occupata per parcheggio La Chevrolet Blazer e la BMW Isetta parcheggiarono mentre la chiesetta era di nuovo sgonfia e inerte, una cicatrice dalla pelle nuova in scalata per il ripristino dello status quo cutaneo. La Mitchison interrogò la Doppler sul fatto che avessero o meno l’attenzione e la curiosità dei suppliziai di San Enea a gonfiare le loro vele. Ci hanno risvegliato e fatte sentire il peso del passato. Siamo state Clitemnestra più che Medea, e i maschi pur con i diversi Agamennone sono stati numerosi anche i Diomede. Vedo che la pinzillacchera della chiesa made in Birbalandia l’avete abortita Quello che ci hanno detto nella della tritone automobilina si è imposto come bastante e sufficiente. Ci aspetteranno, oppure senza questa carnevalata inopportuna possiamo chiamarli perché vengano alla Canossa, o ancora meglio a Martinica la Doppler nella BMW Isetta ricontattò il Morlock Ildebrando Potete venire a Martinica seguendoci. Non martirizzerete più discriminazioni laggiù Martinica è piena di arroganti prostitute misandriche che non fanno altro che consumarci di fame e lussuria come bassotti nella gabbia del girarrosto Della Repubblica Dominicana non solo spiagge e mare resteranno nel cuore.

Anche il sorriso di una bella mulatta che ci passa accanto puo' affascinare e sedurre. Ma ipocritamente con tutti quei culi e seni all’aria ti schiantano così di gamba in faccia se tocchi, nonostante nel linguaggio del corpo femminile seni e glutei scoperti significano disponibilità sessuale Noi siamo galantissimi, non si faccia idee controverse. Siamo esausti di questo supplizio di Tantalo. Le abbiamo provate tutte, ma al momento delle molestie percepite, quando è molestia sessuale persino augurare buona sera, sono immaginabili gli esiti, e i morsi della disperazione nevrotica. Rah!

(Rah!) I have a heart, I swear I do

But just not baby when it comes to you

I get so hungry when you say you love me

(Hush!) if you know what's good for you

I think you're hot, I think you're cool

You're the kinda guy I'd stalk in school

But now that I'm famous, you're up my anus

Now I'm gonna eat you, fool

I eat boys up, breakfast and lunch

Then when I'm thirsty, I drink their blood

Carnivore, animal, I am a cannibal

I eat boys up, you better run

I am cannibal (cannibal, cannibal, I am)

I am cannibal (cannibal) (I'll eat you up) (I am)

I am cannibal (cannibal, cannibal, I am)

I am cannibal (cannibal) (I'll eat you up)

Whenever you tell me I'm pretty

That's when the hunger really hits me

You're little heart goes pitter-patter

I want your liver on a platter

Use your finger to stir my tea

And for dessert I'll suck your teeth

Be too sweet and you'll be a gonner

Yeah, I'll pull a Jeffrey Dahmer

I eat boys up, breakfast and lunch

Then when I'm thirsty, I drink their blood

Carnivore, animal, I am a Cannibal

I eat boys up, you better run

I am cannibal (cannibal, cannibal, I am)

I am cannibal (cannibal) (I'll eat you up) (I am)

I am cannibal (cannibal, cannibal, I am)

I am cannibal (cannibal) (I'll eat you up)

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

Oh-oh, whoa-oh, whoa

I am cannibal (cannibal, cannibal, I am)

I am cannibal (cannibal) (I'll eat you up) (I am)

I am cannibal (cannibal, cannibal, I am)

I am cannibal (I'll eat you up)

I love you, ha-ha-ha

I warned you

Rah! Kesha-Cannibal-Cannibal. Non che le cose migliorino in Canada, ma le isole venezuelane sono un epicentro, come la Florida durante lo spring break. Perché dovremmo seguirvi? Posso garantire a nome di Samuel McArmy per voi Samuel McArmy? Qualcuno di voi lo conosce? E’ il personaggio di un telefilm disse il Morlock Giuseppe Un astronauta dimissionario perso in un mondo di sole donne, un Andre Marcueil che cerca di raggiungere l’oasi delle Terre Rosse con Arva Il suo harem vanta donne che si prenderebbero cura di voi, supereroine il cui coraggio e eroismo non è opinabile. Se verrete con noi le incontrerete

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

What in hell can any director do with a lousy cast and a lousy story? There was a film, in the days of 3-D, which only because it was in 3-D, played the Paramount Theater in Hollywood (one of the major houses). The picture lasted one performance, then was scrapped until television came in. It claimed to be a science-fiction piece. The only science (or fiction) about it was the fact it came into being at all Ed Wood. Nuove eccitazioni dalla fantascienza porno con la Robot Pussy che predomina la Terra per scoparsi l’umanità! Donne feline in bikini attaccano la Terra con raggi cosmici che trasformano in lesbiche ninfomani! Guardate la milf gigante! Guardate come gli ultimi due umani sulla Terra siano una babysitter tettona e il fortunatissimo ragazzino che ne riceve le balie! Guardate la lotta del mondo per scopare! Sorprendente! Elettrizzante! Allucinante! Avete presente quando guardate un film talmente orribile che pensate sia un porno da cui hanno omesso le scene di sesso? Se un filmino di una recita scolastica o parrocchiale si perdonano da queste disinvolte illazioni da Marisa Pucci, Patrick Lumumba e Mohammed Fikri, cosa dire di fossili di echinodermi del Giurassico dell’autogrill Flaminia Est come Grazie Padre Pio, Primavera di Granito e Quattro carogne a Malopasso? C’è chi persino si è messo a rintracciare i musicisti, i fotografi, gli scenografi, come indagando su un crimine (perchè come certi crimini particolarmente efferati l’incredulità evolve in curiosità morbosa). E tra riprese sull’isola di Petite Grenade, found footage e attori anonimi, un regista fece Robot Pussy, parodia porno di Gli invasori spaziali di William Menzies, con una Janine Stifler intenta a lottare con un dinosauro di gommapiuma a metà tra Fabio Pinci e Akira Watanabe, una Cherry Darling con una pittura facciale da Midwest Fur Festival a fare la gatta sul tetto che scotta dalla Luna, non solo un disastro ferroviario preparato da Sergej TrifunoviÇ e Silvio Orlando ma l’inizio di una caccia ai pedofili, affidata alla burrosa-ma implacabile-ispettrice Alexandra Bernawell, una afro dal seno enorme, latterie malgasce della fecondità delle foreste dove pascolano i potamoceri per mangiare mangostani, con i fossa all’agguato tra castelli di calcare del parco nazionale di Melaky, le specificazioni, i rigagnoli del Tevere presso Croce di Castiglione dei lemuri accovacciati su ciascun ramo dei baobab di Grandidier, strattonata in due casi: quello del filmino e quello cadutole addosso per la sua superiora Lucy Barlomhan, dei suppliziati di San Enea dalla faccia di maiale, davvero il prossimo complotto di Blue Damsel Fly che abbisognava di Futura (la Bernawell) e di Puma the She Cat (Panther Woman). Di che si tratta Doppler? Dei maschi con la faccia da maiale, dicono di essere faentini, i tipici suppliziati di San Enea secondo i report mandateVi, ma a causa del mancato suicidio plurimo e dell’assenza propedeutica di vere pulsioni suicide si proclamano otamatomo di San Doimo, degli spalatini Comunque sia, prima dell’ingresso in città io e Panther Woman andremo a rivolgergli qualche domandina

 

Se state male non abbiate problema a far sì che noi Missiler vi si prenda in braccio e ne traiate tutti i vantaggi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Anche perché altrimenti quando mai lo vedreste un missile con le tette?

No, è solo raffreddore. Io ho 37.1, ce la faccio a camminare. Quella è la polizia della città. E con essa Catwoman con un razzo accollato Sono Panther Woman. Ho sentito che voi mistici combinate cose strane e contro la vostra esistenza, vi terrò d’occhio il Morlock Ildebrando guardò per terra. Noi non interferiamo con gli elettroni delle vostre armi per impalarvici attraverso se ci dite di no. Comunque, se ci direte qualcosa, la faremo Se potreste farci vedere la città, gentilmente Sì, vi accompagneremo, vi troveremo un posto tranquillo dove stare. Anzi, il posto più tranquillo dell’intera Martinica: il Pelè, Il Mamba Nero (https://prater.at/attraktionen/black-mamba/) da cui le bellezze di questa Vienna venezuelana vi entreranno negli occhi. Servirà però un trasporto adeguato. Qui siamo a bordo di una cacciatorpediniere appena a largo del porto, allargato di 4 nodi circa, sicurezza impone che veniate trasportati su un Caproni CB a un Boeing 314 che decollerà dal porto sorvolando la città, raggiungendo Capo San Martino, da cui v’incamminerete con una Lancia Aprilia verso il vulcano, tutto top secret, garantiscono Panther Woman e Coca la manticora

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Inscatolati come sardine nell’agile cavedano riemersero incombuti dall’ombra dell’ala dell’agile Golia, raccolti da taciturne che tollerarono i giudicanti spalatini senza che essi potessero esprimere la contrarietà e la supplica di comprensione, visto che tanto quel dolore sarebbe stato tanto necessario quanto esiziale. C’è una cosa che vorrei sapere fece il leader Ildebrando resuscitato da un sonno incomodo, per fortuna che i cieli martinicani scottavano di 27° di un estate dalla durata ancora sbriciolata in clessidra per 4 milioni di anni, prima che anche l’altro polo, il meridionale, cominci a muoversi. Nelle Olenna il metabolismo e le astuzie delle proteine le hanno rese perfetti ibridi tra una foca leopardo, una rana del legno e una libellula dalle quattro macchie, ma nei freddi inverni romagnoli nei porcili si mettono le stufe, addirittura al prosciuttificio Corte Emilia nella campagna salese ai suini si fanno i bagni di calura come a fine 800 s’immaginava avrebbero fatto nelle case con un lingotto d’uranio nel camino al posto del vecchio braciere. Quel velivolo era mera fontana di Poggibonsi, le sculture di Paladino come piastre da barbecue quando il solleone rende la città un semplice autogrill per chi ha fretta di raggiungere Castiglione della Pescaia, coperti di ghiaccio uomini e coccodrilli a causa dell’inverno che varca le arcate a tutto sesto del Partenone di Balugnano da Crema. E a loro baghini era toccato il sonno dell’artista padulese perché non usate tecnologie più moderne? Fanatiche del vintage? Dovete essere irrintracciabili. Nonostante la quasi impotenza, da montagne russe, dataci da questi trabiccoli, i passi da gigante dell’elettronica hanno messo un nano malevolo dappertutto (Necroforo infatti, il capo del popolo dei Nani, era ancora vivo, vivo era anche il campione dei Rachitici dello Spirito; e il Condottiero degli Scarafaggi Stercorari: l’Ipocrita Sorridente. E venne il tempo in cui costoro, dimostrando quella furbizia ch’era la maggiore qualità che possedessero, compresero che giunto era il momento di tentare la rivincita, e come il sovrano aveva abbandonato la Grande Isola per uno degli scogli vicini, si riunirono per complottare insieme la rovina del re Salibù. E andarono i contorti e miserabili mostriciattoli a rovistare nelle immondizie e nei sarcofagi, ne trassero rifiuti rancidi e bende di cadaveri, e subito si misero a costruire valuta con le immondizie e stendardi con le bende Eugenio Prandi). Come gli auriferi del Klondike che pure a altezza ragazzino da uno sguardo in più al corso del Saskatchewan partivano alla volta dello Yukon e dei suoi fiumi (re dei quali è il Klondike) per raccogliere le pepite di metallo del blocco D comunemente detto oro anche la pista più insignificante, se elettronica, vi costringerà a uscire allo scoperto. E voi siete fuori luogo ormai, e ve lo diciamo noi che vi vogliamo bene. Eccoci i maschi sembravano l’allegra comitiva familiare dei Davis e dei French finiti per sbaglio negli avveniristici uffici di Patrick Newell, o miglior paragone visto quanto Samuel McArmy, uno dei suoi figuranti come l’eterno Ridolini che è stato chiamato Chaplin, Lewis, Totò, Feldman, Nielsen, Sordi, Villaggio, Tognazzi, Banfi, Bombolo, Vitali, Calà, fino a Lucas Cruikshank superstar di YouTube era comunque e inesorabilmente subalterno la famiglia Nutmeg accolta nella fortezza di Kelly Webster. L’esito di mischiare giocattoli inappropriati, Se, nel fare romanzi, la prima generazione tende perlopiù a costruire personaggi di carta saccheggiando indiscriminatamente la tradizione letteraria, la seconda li costruisce di cartoons saccheggiando i fumetti e la televisione (Romano Luperini-Quadri-L’autocoscienza del moderno) era in sé uno stupore tra le allusioni alle soavi forme delle  stangone (Emilou Apacci, Francesca Rose, Tier Harribel, Bayonetta, Veratos e Renshin Schoolgirl Patti)  e all’impacciatezza della truppa di Kenichi, Kiyoshi Sato, Noboru Yamada,  l’invidia per i grandi scafati e infine la classica salvatio finale, rivedere l’idolo sexy di allora, ormai maritata e figliata, e la guarda con un mix di nostalgia e “machitelhafattofare” e la pedofilia, non solo quella di  All rights to a childhood need protection di Rafael Andreu ma anche quella inconsapevole del ragazzino con la sexy e curvilinea babysitter, oggetto dell’invidia degli altri, ma senza presente consapevolezza di questi Fenomeni tanto deprecati, come lo sfruttamento dei minori, lo stupro e la pedofilia, non nascono dal nulla. Sono, almeno in parte, il risultato del clima di esasperata eccitazione in cui viviamo e nel quale i più fragili soccombono. Non era facile, una volta che si era messa in moto, fermare la valanga di fango che tempo addietro si abbatté su alcuni paesi della Campania, distruggendoli. Bisognava evitare il disboscamento e altri guasti ambientali che hanno reso inevitabile lo smottamento. Lo stesso vale per certe tragedie a sfondo sessuale. Distrutte le difese naturali, esse divengono inevitabili. Io resto sempre sconcertato nel vedere certi mezzi di comunicazione sociale stracciarsi le vesti quando avvengono questi fatti, senza rendersi conto della parte di responsabilità che hanno anche loro per quello che dicono o mostrano in altre parti dello stesso giornale, o telegiornale (Raniero Cantalamessa)

 

 

 

 

 

 

 

Io non esulterei se fossi in voi

Cosa facciamo? Che succede adesso? Ci sono abbastanza pin-up per la vostra intera comitiva. Siete casti? Non sapete cos’è il sesso? Di nuovo il leader diresse, come quest’inglesismo significava e intrinsecamente presupponeva, sempre che non si facciano scrivere gli Zanichelli dei sinonimi/contrari a Magritte, prendendo i frullati dentro e fuori le menti dei suoi uomini e li organizzò per quel che potè e per quel che essi lasciassero si potesse su di loro nel bolo di un imbuto reso poi nella successiva domanda alla capitana Sappiamo tutto sul sesso. E donne con le tette così grosse non ci spaventano affatto. Una volta ho visto una mantide grande come un mio ceffone falciare l’aria con le sue zampe superiori a sega volendo catturare e mangiare il vomere di un bulldozer, tanto per dare un idea. E’ che non ci piace essere trattati come bestiame. Coinvolgete il resto del mondo, metteteci persino a fare gli scapoloni di Il gioco delle coppie condotto da Linda Horward, la finestra sul porcile di Flavio Pagano è perfettamente okay con noi e per noi, in questa Via San Massimo di Nola un 4 stelle in uno dei satelliti più camorristi, spacciatori e lazzaroni di Napoli dopo la fine del XX° secolo è comunque civiltà e la civiltà non la si disdegna mai, ma questo è un mondo iperconnesso e che, nel bene e nel male chi si fa filo strappato della ragnatela è comunque prigioniero dell’angoscia. Se non vuole ridurci a scimmie randagie che s’accoppiano senza sincerità con partner rinomati ma alieni, mangiano, cagano e parlano con le pietre dica a Martinica che siamo qui, la scongiuro Panther Woman in mise civile si contemplò l’Inglot sulle unghie dei piedi, cosa inutile x2 giacché i piedini erano internati in Runway Guccitm Ricordatevi cosa siete. Non c’è nulla come voi su tutta questa Terra. Nessuno sa più come rapportarsi con voi, dovete essere riscoperti. Pensatevi come mammut, tanti grossi mammut irsuti che se non fosse per voi vi conosceremmo soltanto da scheletri di animali più morti della morte. Se un mammut venisse visto camminare allucinato per le strade nevose di Zurigo la Schweizer Fernsehen lo immortalerebbe così tanto che dagli studi zurighesi andrebbe in onda France 3, Antenne 2, la BBC, l’ABC, la Rai, l’NHK…..Zurigo perderebbe il sonno, dacché il mammut vivente è stato visto e diffuso originalmente da quella città svizzera. E già questa logica conseguenza può generare tanti rami da essere foresta. Quante foreste ha il mondo? Quanti altri rami volete germoglino? Ecco, in questo scenario voi siete i mammut, e io la condomina di Wehntalerstrasse che per prima vi ho visti arrivare e elucubra suddetto scenario, con tutto quello che arriverà all’apogeo, persino una Terra invasa da dinosauri come quella di Kyōryū daisensō Ai-Zenborg Non ha tutti i torti. Ma allora ecco come cucino io la frittata. Noi siamo i mammut, il mondo di Plutonia da noi lasciato ci affligge nostalgicamente per il paragone con quello da noi trovato. Vuole che noi si muoia di solitudine? Oltretutto potremmo figliare con i nostri pronipoti africani. Ma lei non può intimorirsi per Walter Bruch, Jean Claude Bourret, Marcel Jullian, John Reith, Edward Noble, Giuseppe Spataro, Goto Shinpei, e lasciare che noi si muoia d’inedia? Di nuovo Panther Woman cadde nell’imbarazzato mutismo. Vi cadde così male che appoggiò il culone da Smash Girl di Powertrip di Cory Minguez sul divano già presieduto da McArmy, rimediando una figuraccia peggiore di Sailor Jupiter (Donatella Fanfani) in Pretty Soldier Sailor Moon SuperS: Sailor Moon to Hajimete no Eigo. L’unica differenza è che la bambina con il joystick in mano qui non doveva imparare inglese ma scegliere o meno se svelare al mondo che i dinosauri sono tornati. E non è un film di Don Bluth C’è qualche problema miglior ginnasta del mondo? Nonché gattina con un razzo in culo?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Panther Woman, la Jessie (Ilaria Stagni) aizzata dal sarcasmo della Mira Nova (Laura Lenghi), la nuova superbambola supersexy e superspaziale divenne davvero una pantera, affamata e indifferente alle leziose Severn Suzuki non sopportando il sarcasmo mascellone di McArmy, evolutosi da Donald Yarmy a Fausto Bertinotti con il suo Casa Royalec che gli serviva per sollazzarsi a spaccarsi gli assi mandibolari. Ma la scena seguente non corrispose a una seconda-e davvero autentica-umiliazione di Panther Woman, ma dalle facce di cera dei cultisti chi rimasti statuari Lu Jinquiao, chi seduti a gambe attraversate, chi con gli arti inferiori inscatolati a trapezio di Riccardo Fellini non si potè non chiedersi come si fosse giunti in quello scenario, il dopoguerra di Il genio e la dea che a Huxley ricordò i suoi moniti, la macchina vista da lui e che nemmeno credette potesse fermare, Isaia che non fantasticando di Hitler, Mussolini, Grande Fratello o Panem ma di serpenti nemmeno immaginabili mentre anche casa sua ha in fase d’installazione sul tetto i pannelli fotovoltaici ormai uniformemente endemici del suo quartiere e Dio sa di quanti altri: Ci si deve aspettare che progressi nella fisiologia e psicologia, daranno ai governi più controllo sulla mentalità dell’individuo, più di quanta ne abbiano ora persino in paesi totalitari. Fichte disse che l’educazione (nel senso di istruzione ovviamente, ndt) dovrebbe avere per scopo quello di distruggere il libero arbitrio cosicché, dopo che gli scolari hanno lasciato la scuola, saranno incapaci, per tutto il resto della loro vita, di pensare od agire se non come avrebbero desiderato i loro maestri e professori.

La dieta, le punture e le ingiunzioni si mischieranno dalla giovane età, per produrre una sorta di carattere e di credenze considerate desiderabili dalle autorità ed ogni seria critica dei poteri che ci potesse essere, diventerà psicologicamente impossibile. Anche se tutti saranno alla povertà, tutti si considereranno felici perché il governo dirà loro che lo sono. Una donna troppo bella, le vertebre insanguinate del femminismo la cui schiena si era rotta sotto il peso di tutte le sue contraddizioni, con un costume goffmaniano, un ammasso di Gucci troppo scollacciato, modaiolo e lesbico per renderla accettabile urlava con il collo pieno di emorroidi in fase di prolasso a un uomo molto più dignitoso che, esaurito il sigaro nel posacenere cercava di farsi scusare. Sì, era come pensavamo. Ci penseremo noi a farci lapidare Non ve ne potete andare! Il mondo non è ancora pronto per nessuno di voi, non c’è AL MONDO  un singolo angolo di questo paradiso da cui fuggirei maledicendo il dio puttana di Epifanio di Salamina che vi possa accettare senza farsi domande! Vi dovrete adattare un poco per volta! Comincerete nel villaggio all’interno di queste montagne. Dei robot vi ambienteranno all’incombenza. Poi, man mano che v’impraticherete, uscirete controllati a distanza vestiti da donne Se non fosse stato per Giovanni Montini, o Giovanni III, non saremmo noi, non saremmo qui Cosa? Giovanni Montini disse che nella chiesa moderna era entrato il fumo di Satana. Era l’epoca in cui Gesù era un hippy che ci era venuto a salvare dal Vietnam dicendo cose intercambiabili con quelle di John Lennon e dimenticate dal 9 Dicembre 1980. Il politicamente corretto inscatolò lui, inscatolò noi, fino a ridurci a questo, maschere che muoiono al primo no, se tutto è molestia. E aspetti….sì? Bene bene Il cultista si strofinò le mani Il mio Giuseppe de Carli ha appena trovato un posticino che le dà torto Un posticino….dove?

Un pinguino d’Adelia ha così tante femmine solo per una stupida reggetta di plastica da lattine di Coca Cola che lo soffoca, che cretino! Ma Carlo Valli quando ha curato il doppiaggio di Rodolfo Bianchi voleva che la sua presentazione di Adone fosse sarcastica o fin troppo seriosa? Il molto più credibile satrapo, lo Xiro (Mariano Chiesa) Anthony Moresco dell’antico Wrexham, Galles guardava annoiato in streaming Happy Feet, sentendosi contrariato da come Betamax, VHS, DVD, UMD non esistessero più, non ne esistessero più in qualsivoglia forma in tutto il mondo. Quel film era rumore di sottofondo di una contemplazione solitaria intima e gastralgica, Lo sterminatore visionato da Michel Piccoli ciondolante per casa con una pistola che fottendosene di Checov non sparerà mai, prima di salire su una nave che non conoscerà porto né, come il tiranno secondo Jacopo Ortis vi guarda e ne ha uno, lontano dal suo harem. Un angelo di carne

Comunista nel dolore

Che se lo fanno santo

Io mi dovrò prendere i voti

Perché nel fango

Non c'è più inganno

Mi dice, "Amore

Entra e stacci bene nel mio mondo

Entra e stacci bene in questo mondo” Piero Pelù-Nel mio mondo-Presente. El Diablo do Florencia mastica e canta rabbiosa ironia nei suoi inviti verso mondi fantastici, non che il Moresco voglia criticarlo per la corazza che Orso Cristallo ha accumulato in una vita di disillusioni che i soli Liftiba non potevano realisticamente reggere, oggi un Jeeg robot d’acciaio il cui mondo è un diavolo con le incertezze di un bambino, che sui banchi di scuola sogna annoiato le vacanze estive, d’Estate vorrebbe che Natale arrivasse domani, a San Silvestro è già adulto, un adulto che non riesce a dire cosa vorrebbe, i mostri che lo spaventavano da bambino quanto poco gli dicono oggi, quando i giorni finiscono. Il suo harem l’aspetta, come un Kevin Spacey che tra un Natale e l’altro quando quel mantello di Superman mai ricevuto gli riapre le ferite e lo riporta al 25 Dicembre 1969 solo con la faccia affondata nelle mammelle della sua favorita, Moana Kolamu il suo cervello svuota le cateratte, un misto tra la solitudine di Charles Foster Kaine e di Peter Parker, non riuscendo a criticare la beatitudine che gli impasta le membra e le budella dicendogli che ci sarà sempre qualcosa da fare, una sorpresa da scoprire, un impellenza che gli impegni il cervello, fosse soltanto una doccia. Il suo harem superumano e in calzamaglia è fedele, dedicato, una Disneyland infinita e palliativa. Mio signore Mad Racer, cosa sa dirci dei boschi, i piovosi boschi del Galles? Quei meravigliosi boschi senza estate? Moresco si massaggiò la faccia prima che i seni della Kolamu si aprissero e chiudessero abbracciandogli la testa, scivolante fino al monte di Venere come una pallina da golf nella buca, un sorriso disteso rallegrava la faccia preoccupata Era tutto come ieri. L’evoluzione avviene in milioni di anni, e io non sono Matthew Ryder. E alle volte c’è chi nemmeno in secoli geologici cambia. Il limulo dalle zampe indaffarate nel grattare come un faccendiere ottocentesco delle caricature di Angiolo Tricca tra i fanghi delle spiagge, la vibrante libellula sulle foglie di orzo francese, il celacanto dei mari africani, il nautilo ormai da milioni di anni sprovvisto dei piatti tentacoli veleggianti delle ricostruzioni di Henry de la Beche….Primo Levi tramite l’interlocutore occulto di Il fabbro di sé stesso conclude che anche l’essere umano sia un romanzo finito, pur dopo 3mila pagine, ma tutto comincia, tutto finisce. Questa sigaretta, mia amata Kolamu finita lo è eccome, in virtù della maledizione delle piccole cose e delle stelle di Fritz Leiber, e io che al caldo del letto ci stavo anche pensando. Temo che la diarrea si avvicini Fammi sentire, e 'ike wau…la farai pagliosa, ma non dissenterica, e hoʻolilo ʻoe ia mea i ʻulaʻula, ʻaʻole naʻe ka maʻi maʻi A Rocco Siffredi o Sean Connery non sarebbe mai successo: scopo come un Elegestolepis e poi vado a cagare come un Estemmenosuchus. Anthony! La foresta dello Shropshire è in fiamme! ARRIVO RANIERA! Che strana è la vita: Moana e Raniera sono perennemente mezze nude e non hanno mai patito dissenteria, io nato nel Tennessee non c’è anno che riesca a infreddolirmi la pancia nonostante tutti i suoi schermi e poi sul cesso divento Gustav Von Aschenbach di Morte a Venezia di Thomas Mann il Jim Morrison con la faccia di Marylin Manson, i capelli di Bill Kaulitz e i muscoli di Safaree Samuels si martirizzò schiacciandosi sotto 2 quintali di lamiera di petto e di schiena, d’ascelle e di gomiti, di ginocchia e di talloni, diventando Mad Racer, con l’esoscheletro robotico corazzato motorizzato su pneumatici. In teoria sarebbe dovuto diventare Floriana Fassetto di Storia di un bellimbusto da Gattini, in realtà anche senza stropicciarsi come Beamer che s’affaccendi con gli origami potendo sfoderare i suoi 460 cavalli in linea retta era estremamente agile e Dio solo sa se lo Shropshire e i suoi decantati incendi abbisognavano di ciò Sea Monster? Presente! I kēia manawa! Seagullwoman? Presente! Regalo! Sherazade? Presente! Alhalia! Poppea? Presente! Space magpie? Cadeau! Mosquitowoman? Cadeau! Wolfwoman? Cadeau!Arashi Oppai? Presente! Genzai!Non era credibile, non era temibile, aveva una goffaggine trash propria del Labranca stagionato del ’94, Dick Drago contro Dylan Dog, o meglio un Re Leone rifatto con gli alligatori nordamericani per giustificare un arranco, il #4 del plot di Ammazza l’alligatore e scappa di John Swartzwelder. Lui, nei panni di un Jack con John Goodman anziché James Earl Jones era solo una citazione, un teatrino di burattini tronfio e magniloquente ancorché pacchiano e demenziale (Non tutti sono miopi, però; e ieri sera, nei momenti più volonterosamente spaventosi risuonavano non poche risate, con un nutrito codazzo di fischi finali. Siamo in parecchi a non portare occhiali. Se King Kong rinuncia a priori a ogni e qualsiasi intento d'arte, e vorrebbe invece soltanto ammanirci lo spettacolone terrificante, e specialmente in una sorta di campionario delle risorse tecniche sulle quali la cinematografia può ormai sicuramente contare, è proprio in questo assunto che il film rivela le sue pecche più grossolane Mario Gromo) a corollario solipsistico di una commedia casuale e deludente e/o un dramma ruzzolante e gradasso, con un coccodrillino Jerry e coccodrillina Diane come ottuplicato harem, Sonja Ball con Richard Cox e John Stocker con Kristy Gordon non potevano né ora né in eterno supplire a Jonathan Taylor Thomas con Matthew Broderick e Niketa Calame con Moira Kelly, eppure era da anni che il Pigmalione sopra di lui l’aveva alloggiato chissà dove in una Macchina che poteva essere grande come il mondo tutto considerato, e un pò per pigrizia, un pò per autolesionista adorazione della propria stessa pena, un pò per appartenenza gnoseologica all’orizzonte stesso non si ribellava, faceva tutto con materiali ubbidienti fatti e disfatti da un operaio ubbidientissimo, e l’operaio-ombra del capitano adesso si era dovuto fare un pò soldato un pò generale Incendi nello Shropshire? Di che si tratta? I Figli di Toutatis sono caduti vittime di una gigantessa! E ognuno di essi esplodendo in mille pezzi ha espanso onde concentriche di fuoco come rigor mortis. Ma chi è che ha mandato robot da guerra nelle Midlands Occidentali?

 

Perché l’Inghilterra ci deve odiare? Non lo so Saronagarichan. Seconda guerra mondiale? Ripetere la stessa guerra all’infinito come in un quadro di Grosz? Ma se Hitler è Caino, Churchill chi è? Controllate piuttosto se nessuno s’è fatt* la bua quaggiù! La Daijonna scese definitivamente dal finto lampione a cui orbitava sempre meno veloce e con piedi come tassi curiosi sfiorò, accarezzò, tanse lievemente i figli di Toutatis, questi nani Furbicchio, Sibilo, Maligno, Mastino, Ricino, Spinaccio e Cipiglio come una Aida (Filippa Giordano) alta 38 metri, la cui Dragoon era un bastone da passeggio, bella umiliazione per una [Long Tomahawk]. Erano tutti disumanizzati, vuoti di checchesia morisse e sanguinasse come le flotte del (Kongistar Gundan), e le esplorazioni potevano avanzare libere da sensi di colpa. Se c’era del fuoco, le pompiere ne avevano consapevolezza e li curavano con tanta acqua. Mad Racer era stato in quelle foreste quando la Universal Records di Tamsen Surgere, vecchio transessuale costretto a virare verso New York per farsi rassegnare le due sessualità quella femminile in specifico rigogliosa di menopausa amenorroica ai danni di quella maschile a metà tra Paperino e la guerra dei picchi di Giulio Chierchini e i crucci quotidiani dei manovali delle case cantoniere, quando servivano a qualcosa lo portò per renderlo irraggiungibile, quel sogno lontano per un Italia in cui c’era ancora poco a livello di parchi tematici, scoppio che dovrà attendere vent’anni con Lanfranco Turci e Francesco Cossiga e il reportage in austera brossura Mondadori di Piero Pieroni su Disneyland faceva sognare (addirittura quasi ci fu una Disneyland Italia, abortita nel 1992 battuta da EuroDisney e con ipotetica località la sempre bella Napoli), meccanismo applicato a lui Moresco e eroticizzato. Se gli animali avessero interloquito con lui, versandogli nel brutto bicchiere dell’orecchio le proprie frasi come una Mina con Zune a fare inquinamento sonoro, da parco sieroterapico dell’ENS per sopravvissuti al Marabù mentre il semenogelasi trasecolante dalla sua masturbazione eccitata dalle palpate alle mammelle da Myousai Kakouen fanno i Pink Floyd a Venezia nel Luglio 1989 si sarebbe trattato di mestizie, di porti alessandrini dell’opera di Ungaretti, luoghi di tristezza obbligata dove la residenza era più che mai dettata dalla carnosa leggerezza dei propri cuori da uomini cannone degli uccelli i cui nidi sulle teste di superlega d’acciaio scolpito per esplosioni non riescono a giacere in pace per lo smaltimento in ossequio alle leggi di Young dei binari delle montagne russe su cui sorgono che potevano diventare duri e pesanti come piombo, nonché dalla non meno trascurabile resilienza di quei mammiferi che non avendo mai volato su The Storm ma solo corso su Kasimiro e Miao Coaster o godutisi il Parco delle Miniature possono indurirsi e disperarsi all’infinito, ma persino Johnny Storm preferirebbe una giornata senza fuoco. A pregiudicare tutto lo Shropshire apparentemente era il fantasma della guerra. Già, ma quale guerra? Dopo cosa gli dei di Cracopio e Sberlovic avevano gettato le loro armi nel Crostolo dell’Ariosto e l’Henares di Cervantes? Moresco non ricordava nessuna guerra in corso in Europa mentre lui era al liceo o prima, antecedentemente a quel 7 Dicembre in cui un Sole barzellettistico ricordava a tutti la desolazione in cima al mondo dei conquistatori dell’Everest, issatisi sulla montagna più alta del mondo solo per non scoprirvi niente in cui nell’aula magna magna come una città di De Chirico attaccato a una colonna c’era un foglio di carta sfrangiato in una medusa della cuccagna di bigliettini con tutti lo stesso numero di telefono: 966135. Lui ne raccolse uno come una giraffa raccoglie una banana e chiamò. Improvvisamente per lui arrivò il mondo, come il protagonista di Colossus di Donald Wandrei lo affrontò (o meglio venne  affrontato da esso in una battaglia da marciapiede calpestato) come una lenza nel mare sempre più disorientato, e certe cose necessariamente gli sfuggirono. Eccone una di queste, e così grande e emotiva che non se ne capacitò mai, e ormai che di questa cosa non rimaneva più niente, era tutto finito lui non è che avesse perso il treno, ma aveva perso la chance di capirne il senso. E l’ironia è che Auschwitz è ancora al suo posto, come il Cristo sdegnoso della basilica di Santa Maria di Cracovia, come i puzzolenti stabilimenti Pirelli dei tempi della Alfa Romeo Sprint hanno ceduto come le viscere di un piccione innanzi alla torre RCS di Crescenzago e a Marina AbramoviÇ. I boscaioli, i taglialegna, i fabbricatori di tavole da tetti, gli operai di segheria erano gli iloti dell’impero del legname; l’Internazionale proletaria mise in testa a Paul Bunyan l’idea della democrazia industriale; gli organizzatori radicali dicevano che le foreste avrebbero dovuto appartenere a tutto il popolo, dicevano che Paul Bunyan avrebbe dovuto essere pagato in denaro contante anziché con pezzi di carta della Compagnia, avrebbe dovuto avere un posto decente ove potersi asciugare i vestiti, impregnati del sudore di una giornata di lavoro a zero gradi e con la neve, una giornata lavorativa di otto ore, dormitori puliti, cibo sano; quando Paul Bunyan tornò dall’Europa, dove aveva combattuto per accaparrare l’Europa alla democrazia dei Quattro Grandi, aderì all’organizzazione sindacale dei boscaioli per contribuire a accaparrare il versante pacifico ai lavoratori. I sindacalisti dell’Internazionale erano rossi (John dos Passos)/Oh non avete capito? Mi pareva abbastanza chiaro…furono le piccole lucertole intelligenti. Erano cacciatrici per istinto e per scelta. La caccia era il loro unico passatempo. Non andavano a caccia per procurarsi il cibo, ma per divertirsi (Isaac Asimov). Prima dello Shropshire c’era Bellevue Park in Ruthin Road. Non c’era albero attorno all’edicola che non gemesse per l’esercito di uccelli il cui sguardo era il Telepast di PaperOdissea di Guido Martina ligio nel nascondere sotto cotanto vassoio chissà quale Grande Divorzio Lewisiano. La nebbia a gl'irti[9] colli

piovigginando sale,[10]

e sotto il maestrale[11]

urla e biancheggia il mar;

 

ma per le vie del borgo

dal ribollir de' tini[12]

va l'aspro odor de i vini

l'anime a rallegrar, su Pontiac Tempest facce barbute altrimenti sinonimo di maturità ma in questa istanza solo di regressione animale ("Don Camillo, perché tanto pessimismo? Allora il mio sacrificio sarebbe stato inutile? La mia missione fra gli uomini sarebbe dunque fallita perché la malvagità degli uomini è più forte della bontà di Dio?"

"No, Signore. Io intendevo soltanto dire che oggi la gente crede soltanto in ciò che vede e tocca. Ma esistono cose essenziali che non si vedono e non si toccano: amore, bontà, pietà, onestà, pudore, speranza. E fede. Cose senza le quali non si può vivere. Questa è l'autodistruzione di cui parlavo. L'uomo, mi pare, sta distruggendo tutto il suo patrimonio spirituale. L'unica vera ricchezza che, in migliaia di secoli, aveva accumulato. Un giorno non lontano si ritroverà esattamente come il bruto delle caverne. Le caverne saranno alti grattacieli pieni di macchine meravigliose, ma lo spirito dell'uomo sarà quello del bruto delle caverne. Signore: la gente paventa le armi terrificanti che disintegrano uomini e cose. Ma io credo che soltanto esse potranno ridare all'uomo la sua ricchezza Giovanni Guareschi) attaccate con la grottesca armonia di un Destructo a corpi altrettanto muscolosi, da maschi alfa con il pene in calore, in puttan tour con giovanotti bolognesi generati non creati solo per essere bruciati con tutti i licei Sanatisi nell’olocausto della timidezza, degli apparecchi odontoiatrici, delle guance brufolose e dei pantaloncini del pigiama ancora odorosi di quella mistura di zucchero bruciato e pesce macilento delle masturbazioni sfigate e nerd e dei corsi d’astinenza sessuale a Trieste nel 12 Giugno all’indifferente cospetto di Carlo Biggini e Evaristo Interlandi come a Cracovia all’indifferente cospetto di Joseph Goebbels e di Philipp Bouhler con le succitate caratteristiche, perché la meravigliosa democrazia globale il sesso e il tambour sarde Gitchie, gitchie, ya-ya, da-da di prostitute emergenti appartenenti al mondo di Scott Pilgrim non lo nega a nessuno, ma gli olocausti rimangono, imperciocché a Roma metà parlamento ha altro in cui invischiare e a Strasburgo dalla Germania all’Ucraina si dimenticano i problemi bevendo Grand Cru pagato in € anziché in Fr tagliano come ragni formica la tranquilla uniformità dei veri formicai l’asfalto umidiccio e salmastro, con ritmiche placate giusto quanto serve ai novelli Greg Graffin pelosi per intonare il proprio attraversamento. Gli Scalprodens talpiforme raggiungono i 310 millimetri di profondità e come i Dorudon del mare di Lindenbrock tracciano onde nella motta libera dall’asfalto divorati da legittimi dubbi su quando scavare l’uscita, gli Armatechinos impenetrabilis sono praticamente indistruttibili e i bolidi che i pelosetti si accascino sulla strada come il protagonista di More di Frank Osborn o implodano nella loro forma sferica più congeniale e autentica, come l’auto di Bimbo in The robot di Max Fleischer messa a fare la pugile contro One Round Mike era l’auto che se la vedeva brutta, saltando in obliquo facendo capitolare i passeggeri come soldatini agitati dai passi di una Barbie grande 20 venti volte loro. I Megalodorcas borealis erano talmente bulli da dettare alle poche auto lo stop inaspettato quanto reverenziale. Infine, i possenti rapaci con le loro ali non avevano nemmeno lontanamente problemi, tant’è che avevano invaso Bellevue Park con una sfacciataggine da Teologia per computer di Philip k Dick. Lungo l’autostrada non c’erano segnali né indizi su cosa fosse successo nello Shropshire, tutti comincianti dalle piattaforme dei guardiacaccia crollate e rifatte in marionette di Jan Svankmajer. Arashi Oppai, rimani indietro e nasconditi a Bangor-on-Dee. Per aver fatto a brandelli alla brace i figli di Toutatis dev’essere passato per lo Shropshire qualcosa di smisurato. Io mi incammino….con le ruote 🛼🛼 mentre tu, Seagullwoman, terrai d’occhio dall’alto

 

La caterinetta bianca , con la maschera azzurra iridescente di glitter di un biancastro quasi grigio, sicuramente tutto metallizzato dalle grandi ali anch’esse bianche volava sentendo gagliarda e spogliarellista la bora di quella quota delicatamente come Julia Hamer lontana dal ring e anche mestamente, come una Sherry Russell prima di Wrestlemania VII le scazzotti le mammelle, focalizzata però. Da quell’altezza era facilissimo accorgersi della Daijonna improvvisamente così delicata. Mentre immobile come uno scotoma da meteorologo avvisava le altre, La Daijonna non assunse un aria minacciosa. Non una venere acchiappamosche quindi ma un fiore assolutamente affidabile. Quindi qualcuno lo abita questo Shropshire. Dimmi tutto spirito del cielo. Chi ti ha mandato, come ti chiami, perché hanno mandato te e per volere cosa da noi la donna dalle ali di gabbiano parlò a tutte le esterne dalla Terra con solida e remissiva squisitezza, mentre il faccione della ginoide inseguiva i magneti balneari di Boriani. Era empatica, una Zambo Ace che tremola il labbro di metallo ripensando all’ammiraglio James Lee (Riccardo Garrone), yankee in grado di trascendere una storia di rivalità colonialiste diventando il primo kamikaze d’Occidente per aiutare un robot dalla Luna comune a tutti gli uomini. Un altra fetta di Terra che questa piccola protagonista di The Bon Bon Parade di Ben Harrison è arrivata a scoprire. E le cose non potrebbero migliorare ancora. Le foreste…..il marrone è diventato nero, travolto dal rosso e dal giallo. Perché con persone belle come voi è stata accompagnata la distruzione, l’estinzione, la perdita di nerbo da parte dell’uomo delle forze dell’universo? Venimmo dai flutti dell’Atlantico Settentrionale. C’erano le coste, un pugno di sabbia congelata e faraglioni che ci abbruttivano il panorama disilludendoci sui gusti della natura. Camminammo congedandocene sempre di più, tra campi disordinati, dai colori troppo litigiosi, rovine pasticciate dal Sole che sembra stia sempre tramontando, fino alla foresta, unica, razzista e impenetrabile. Un mistero di umido e protoplasma vegetale intento a cibarsene succhiandolo che non ci dava altra scelta. Non ne eravamo spaventate, ma c’era dell’indifferenza, lo scarto tra Ren-Shiki-Tai di Kishio Suga con la sua pietra misticamente riecheggiante di cardiopalma terrestre che ti graffia fermamente ma onestamente le ginocchia e La sequenza di Fausto Melotti, le lastre di metallo taglienti come la Chopper di Zoom Takazumi (Alessio de Filippis), così alte da non averti nulla da dire. Camminando dentro il non-spazio che evidentemente dovevamo aver trovato nonostante gli sguardi minacciosi di alberi a destra, alberi a sinistra, solo alberi alberi alberi sapevamo quanto stavamo alterando, sterminando, distruggendo, che mole di rabbia il signore della foresta ci avrebbe conseguito. Ora la foresta, la Porta Santo Stefano, il Vallo d’Adriano, il Giardino del Guasto è nera polvere sulle nostre memorie sembra che abbia appena cominciato a vivere. Ma non l’abbiamo fatto apposta, se è questo che desideri risponderti. C’erano robot giganti abbandonati in mezzo ai pali degli alberi che vogliono solo il combattimento da parte tua, They Poach the Rhino, Chop Off His Horn and Make This Drink di Tang Da Wu, quelli che un tempo, quando la chiusura di quel pianeta latifoglie era maggiore in asprezza forse a causa della guerra ne difendevano con armi dalla potenza troppo ampia i bastioni, come cavalieri del tridentino Castello del Buonconsiglio, in cima a Doss Trento da cui poter travolgere i nemici con barili esplosivi o macigni fatti arrivare dal Panarotta, guerrieri dei mari le cui navi salpavano di soprassalto da grate dai denti a sciabola dal Castello di Montechiaro di Palma di Montechiaro. Ci videro. All’inizio ci fu il nulla. Poi arrivarono luci rosse come il fuoco che già le pizie del bosco, le civette, auspicavano sarebbe stato appiccato. Anche se avevamo forza e know-how, non li costruivano certamente per essere giocattoli. Erano invero 5 volte un essere umano, con corazze che né lupi né orsi potevano squartare, e i fucili più grossi che il tuo cervello riesca a immaginare. A differenza delle volpi e dei lupi non avevano bisogno di correre, erano inesorabili assassini anche per lo sparviero più alato, per la volpe più organizzata, per la renna più forte in tutto. E quei fucili….non servivano per uccidere aironi o renne o alci, ma per abbattere alberi e crollare montagne. Se già per i passeri, i tordi, i cardellini, i pendolini e le taccole le pallottole andranno a conoscere la più inesistente resistenza, quale animale rimarrà vivo se questi fucilieri si abbandoneranno alla strage? Nemmeno gli animali che li hanno costruiti? Però c’ero io. A bordo della mia Queen Rider volli essere io la prima a averci a che fare. La mia vita per quelle delle mie sorelle. Esse sono i miei occhi lassù in alto, gli Snakes, i cui raggi ricognitori mi mandarono per primi l’avvertimento quando ancora erano morti….sebbene io ora sappia che quello era solo sonno. I Land Rovers alle mie ruote con loro più delicato incedere avevano forse come occhi solo dei binocoli ma le orecchie erano belle spiegate e disinvolte. La mia SuperMegaMilf sono tante donne diverse, ma agiscono, sono programmate per agire come se di donne ce ne fosse una sola. Brain Queen, intelligentona com’è, purtroppo ha dovuto far arrendere il suo genio più che alla paura che pur agita persino l’irreprensibile Dr Benn che ha mantenuto il sangue freddo con le ricerche e gli studi sconvolti dall’invasione intergalattica delle forze di Germal all’insormontabilità del caso inatteso. Con un cervello così voluminoso senza risultare una mostruosità biomeccanica come i Brain Pods dal pianeta Z ma invero una bella gnocca come Gravitina è molto intelligente e molto vanitosa di ciò. Non mette i bastoni tra le ruote, ma è quasi per natura giustificata a fare la saputella. Calcolatrice, perfettina, buona ma ci vuole molta pazienza con lei. Però effettivamente tutto pensavamo meno quello che stava succedendo proprio a quell’epoca. I soldati avevano Astarte di Annibale. Questi cani meccanici furono i più semplici da distruggere: il nostro cocktail di [Reideen] e Katherine Power e la vera milf nel nome dell’una-in-molti ha le mammelle a microonde. In pace ci cucina la cena al maritino disegnato da Dan DeCarlo esibendo i due tacchini arrosto dalle sue tette contenitrici a metà tra un proiettore Tondo Polistilc e la Base Luna della tenente Gay Ellis, in battaglia concentrano il proprio calore nei capezzoli e infiammano la terra e liquefano il metallo come fosse cioccolata. Ma contro i “padroni” era inerme. Qui dovetti intervenire io. Con una bracciata raccolsi i primi fanti di quella scacchiera fatta da anonimi bestioni dalla testa a tombino e affaticati da quel cannone di Navarone sia detto tra amiche un puro surrogato fallico aumentato con le loro insicurezze intime fino al crollo del ponte di Londra e li gettai orgogliosissima da dov’erano venuti. Poi mi organizzai mentalmente al fine di un respingimento più violento. I loro sguardi laser mi fecero cadere a sinistra, ma con le mie motoseghe brachiali deviai i raggi da me facendoglieli surriscaldare, prima che delle pallottole 51 mm si tagliassero anch’esse contro quelle barriere a tapis roulant. Dentro di me mi dissi che se volevano la sfida all’OK Corral gliel’avrei data. Quando sei Richard Milford con in mano il cannone laser di Steve Neil non ti serve nessuno di quegli schifosi idioti di Mojave California, ma io non sono quella persona, e non sono nemmeno quell’arrogante militarista drogato di obbedientismo di [Tsurugi Tetsuya]. Finiamola con sta storia: siamo donne, oltre le gambe c’è di più, siamo morbide, accoglienti, materne, uterine, non siamo davvero capaci di pogrom. Ma anche noi abbiamo un limite e soprattutto nulla insegna la pace quanto il mio Bazooka! E un paio di pistole più piccole, ovviamente. La mia amica bucentauro nonostante tutto non ingaggiò uno di quelli scalzacani, i muscoli sono muscoli e anche Jamie Reeves ogni tanto ha un ernia a dolergli. Cannoneggiando per la….”vostra” foresta? Riuscimmo a rimetterceli vis-à-vis. Quelli avevano degli M4 con silenziatore (certo silenziatore: quei cosi un rumore lo fanno eccome, semplicemente anziché i fuochi d’artificio del 4 Luglio fa gli Pew Pew dei cannoni del Buzz Lightyear Laser Blast, capirai che differenza), io un paio di M20 Super Bazooka a cui non ho mai chiesto che venissero integrati con dei silenziatori, perché amo l’odore del napalm alla mattina e il boato dei cannoni anticarro nel pomeriggio. Solo nel manga di Golgo 13 di Takao Saito un ferro a polvere da sparo con una caccola di calibro 22 poteva far esplodere un M26 e non essendo noi in succitata opera i loro fucili d’assalto erano ora bombolette d’insetticida. La mia robotessa ha un bazooka solo per suprematismo clitorideo, ma più lo uso più mi sento imbarazzata dal servirmi di un arma relativamente vile. Meglio e più confortante per sé stesse combattere all’arma bianca con la mia Lungo Artiglio. Passarmela tra le tette, giocare con la possibilità che il metallo ferisca il suo stesso metallo non è giocare sadicamente con la nitroglicerina degli altrui ormoni, tipo Madrid in un numero di Gold Digger, ma ribadire che sono una donna, ho le mammelle e sì, prendo questa cosa sul serio. Ancora oggi mi meraviglio a ripensare a come l’acciaio che tagliavo si arrendesse come burro fuso. Tutto troppo semplice? Non ho perso nessuna, ma alcuni dei nostri macchinari subalterni non c’è l’hanno fatta a presentarsi a voi. E ho studiato le macchine da guerra, ho studiato cosa nascondono se vogliono nasconderlo, cosa sono capaci di fare. E la violenza con cui una frusta schioccò al mio collo imprigionando anche il mio polso destro non mi colpì in negativo per la sorpresa dell’assalto, ma perché-profezia che avvera sé stessa-sapevo che ne erano dotati. Una delle mie amiche giocò con le sue pistole in modo che il  [Kinzoku Juu Cosmosaurus] Macedonia si facesse sopraffare dall’irritazione per [Big Wing Attack] prima che la [Musou Ken] di [God Sigma] li sfondasse il ventre, punture di piombo che ammosciarono la garrotta che m’impiccava e a fendenti la feci pagare a quel Rubini, venendo salvata da un paio di missili sparatemi alle spalle da una mia amica sorella di Neon di Corrado Mastantuono e dalla mia solita sorellona dal grilletto facile. Anch’io ho dei missili in culo, assaggia quelli se proprio non puoi esimerti da fare il grilletto morto! Ovviamente lo passai a fil di spada, poteva e l’avrebbe riprovato. L’ultimo per la stessa clemenza di Daniel Sass era quello che ho avuto modo di lavorarmi in solitaria. Intorno a noi avevamo inavvertitamente seminato il fuoco. Ma abbiamo organizzato un rimedio Seagullwoman aveva lasciato acceso l’interfono del suo orologio di Poochie della Mattel con comunicatore integrato, assolutamente indistinguibile per l’affaccendata Mitchison. L’harem di Mad Racer e Mad Racer stesso era rimasto assorto in ascolto in modo così naturale. La favorita lasciò la Mitchison finire e raccontò la sua parte, il John Forsythe dello Shropshire dove fosse, perché l’avesse mandata incontro a loro e ancora incompletamente chi fossero loro specificamente. Il racconto di rimbalzo era galvanizzante quel tanto da portare la Mitchison, coraggiosa Ulysses Grant che aveva rischiato la morte dentro 28 metri di lamiera mossi con il suo sudore e ossa a volerne sapere ancora. Le venne detto di arrivare a Birmingham, al Selfridge Building. Per i suoi abitanti fu una delusione non veder scendere la Daijonna: guidava un auto davvero troppo enorme per transitare per quelle concise strade britanniche. In compenso da vera Sparky (Monica Ward) aveva “imprestato” il Command Center da Leader One (Marco Balzarotti) poteva sollevare la sua carretta dal peso di 120 tonnellate e farla librare sopra Birmingham con l’eleganza della Chitty Chitty Bang Bang di Caractacus Potts

    La Mitchison confabulò su come entrare in scena più appropriatamente. C’è chi voleva un grand entreé sensuale, chi voleva rafforzarsi della spettacolarità dell’arrivo, la Mitchison propense per un ingresso secco tuttavia elegante, da Stefanie Powers di Agenzia U.N.C.L.E, fuori a metà tra un GI JOE e una LADJ GI dalla sua Chrysler Imperial (nel caso della sua amazzone meccanica un incrocio tra una Lotus 7 e Davis). Per uno che di nome di battaglia fa Mad Racer lui, cotanto tale, certo che ne sapeva di quattroruote. Chiuse le ali su Heartlands Parkaway, la Daijonna dovette parcheggiare con una mezza paralisi di Albert Street facendosi ammirare da tutti…fuorché dai Bobbies all’inizio spaventati dall’incedere di quel remake di Il drago degli abissi di Eugene Lourié in salsa Helen Driscoll poi forse rabboniti dalla sua gentilezza messisi a protestare per il fecaloma che la sua limousine aveva creato. Paziente il volto a [Trider G7 ] della Daijonna si storpiò in una smorfia polemica ma diplomatica, alla E io che posso farci se mi hanno fatta gigantesca e quindi bisognosa di un auto che mi contenga tutta? Mad Racer garantì per lei. La generalessa Mitchison era una donna imponente con emblemi di sé altrettanto imponenti. Mad Racer, nudo della sua sposa meccanica come un Marshall McLuhan febbricitante era l’adolescenza nella sua immagine più plastificata. I capelli erano tagliati meticolosamente al punto da sagomare l’apice della sua testa come un grosso gatto di un marrone sfavillante con opaca tranquillità di glitter ramati, un pellicciotto agganciato più che indossato in maniera da industrie GeobraTM come il protagonista di Fuzz Power per Nintendo Entertainment System correndo per strade innevate su una BMW Isetta, automobilina globulare com’era la sua testa. Il mento era anch’esso Angel di Pit Fighter per GameBoy Color per una barba logicamente omologata cromaticamente, suggerendo genetiche normanne, rispetto ai capelli una masnada di peli molto più abborracciata, con crosticine non luride ma che stonavano con l’alta pellicceria Morelli sovrastante, ciononostante aristotelicamente la Mitchison supervisionava l’immagine dell’igiene e dell’arte della cura di sé stessi. Non c’era stato modo di sapere se si fosse trattato di un incontro formale o come quelli tra Mac Kazoo (Patrizia Mottola) e Frankie Foster (Anna Lana) e perciò Mad Racer indossava un austera maglietta di fibra compatta, di Desigualc, nera e con un bizzarro e incomprensibile disegno bianco a farne il rosone di quella cattedrale di pellame ovino certamente la cover di Satan Bugs Bunny and me dei Cassandra Complex, jeans sopravvissuti oltre la sopravvivenza e Converse dalla livrea rossa molto allarmata. Anche nello stile tutto era pulito, inelegante ovviamente come può essere inelegante un adolescente maschio durante l’ora d’aria ma se quel Mad Racer voleva abbandonarsi, passare da un Federico Gandin giusto bisognoso di uno scrub facciale e di una rasatura a un Cesare Gigli di FFSS cioè che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene? Di Luciano de Crescenzo sarebbe stato molto più puzzolente, sciatto, brufoloso, scaglioso, capellone e scarmigliato. Invece si sagomava ogni mattina (gli interventi igienico-estetici davano segni di un vissuto limitato, a malapena un pomeriggio) meglio di un pupazzetto Lego Technic. Sniff sniff. E’ Acampora quello che sta congratulando a sorpresa le mie delicate narici da donnicciola? Per metà è deodorante, per il resto è appunto profumo. Ma non so di quale marca; tra me e il mio harem è uno stabilimento petrolchimico. Con quest’aroma Benvenuta nella mia umile residenza se una città vive anche in mezzo alla distruzione, la noia delle case anche più popolose e sollecite è mortifera anche quando non riorganizzata a camera ardente. Lussemburgo è attaccata dai pinguini di Popcorn remixata da Electrofunk ma al Nono di Avenue du Dix Septembre quell’altro gineceo era perso una testa alla volta in una qualche attività. Moana impensierì la Mitchison per il bozzolo di coperte dove giaceva, sul divano, minacciata dagli occhietti da Maggie Simpson eccitata neri come preziosa onice del pinguino dal gongolio che scuote la terra, Raniera sembrava una Maria dei dipinti di Pinturicchio con un Ente Adventure Vision sul parquet e la schiena, lunga, grande e piena di bulloni vertebrali come [Gaiking] addossata al Sottsass dove si vedeva benissimo un televisore a schermo piatto, una reliquia elettronica immaginata da tutti scomparsa anche dalla casa più vetusta, come ai tempi dei flashback virtuali immersivi lo erano i grammofoni con quei barocchi fiori con i cani di Francis Barraud e le lavatrici col rullo manuale stira-e-asciuga, Sherereazade si passava sulle gambe un narciso chiusa in sé stessa come un incrocio tra una tavolo da ping pong e un dilruba in cima a una sedia, i lunghi capelli di rosso omanita raccolti come l’equivalente altrettanto incluso tra Mediterraneo cipriota, Mar Rosso, golfo di Aden, golfo di Oman, golfo persico e Mar Caspio in una treccia che imitava il fiore, Alhalia su una sedia identica ma più espansa, persa anch’essa in un sonno senza tempo come quello delle sabbie di Negev o l’estasi sufi, Poppea esibiva tutto il suo orgoglio della Gens germanica con una t-shirt dritta dritta dalle bancarelle del Colosseo e uno yo-yo di cui si è certi fosse diffuso nell’antica Roma. Ne mancavano altre ma la stanza non era più grande di così e comunque il discorso era lo stesso di un catalogo di giocattoli: come la locandina di un film bisogna trovare un equilibrio e dare priorità al pugno dipendentemente oligarchico (se il film è brutto) o aristocratico (se il film è bello, Se la sala è piena il film fa schifo Michele Salvemini-Ti sorrido mentre affogo-Il sogno eretico) di attori protagonisti. Il catalogo del 53esimo anno dell’Era Showa della Popy era Il buco nero i cui eroi alla ribalta erano Lupin e Zenigata in corsa come Bugs Bunny e Taddeo in La lepre sfacciata di Fritz Freleng, Daimos, Spiderman e il suo Leopardon e il trio di Starzinger (SF西遊記 スタージンガ) Ian Coog, Gorgo e Hakka dà un ottimo esempio d’equilibrio compositivo, invitante anche se non esaustivo (e cosa lo è a questo mondo?), perché un assaggio serve sempre, lo dovrebbe saper bene la Mitchison con il suo passato strettamente militare, a cui appartiene meritoriamente l’uso di droni e lo studio delle tecniche d’avanscoperta, quelle che in verità usiamo e si usano per contesti vieppiù più faceti, fosse solo calciare un pallone abbandonato a brucare le erbacce interstiziali come una vecchia e bombata tartaruga di marca rimettendolo in campo per vedere se sulla pietra e il cemento liscio c’è qualcuno che vuole tornare a infierirvi per gioco a suon di selvagge pedate. La scena che in un collo d’imbuto verteva, come alla fine del corrimano di una scala a chiocciola sul singolo Mad Racer/Luke Martin, procedendo poi per centrifuga a alcune delle sue donne, le groupies, Sea Monster l’hawaiana signora dei mari la cui costituzione di donna-pesce, di donna-foca selkie la rendeva più vulnerabile a caldo, sete, inverno e simili ma che di suo non scottava di febbre come s’arrischiò a voler studiare la Mitchison, le cui manone da Gerd (Eva Padoan) fecero tremare la “pesciolina” mentre a labbra strette sussurrava di stare bene, ma di essere solo spaesata, come una surfista che immobile nel suo letto “sente” ancora l’ondeggiare delle onde esperito a pancia in giù sulla tavola che poi passa….sai, io sono quella acquatica…la spiaggia di Traeth Abermaw a Barmouth, con la sua sabbia grigia…mi sento Jacques Costeau a riposo lontano dal mare, John Hatteras che migra come le rondini verso l’Artide, come nella scaletta creativa di un film natalizio, la cui metà sarà per un anno intero il 25 Dicembre. Seguendo il corso delle stagioni diventerò salmone e migrerò verso l’asciutto, aspetterò 10 mesi e tutto ricomincerà di nuovo, tutto ricomincerà di nuovo, tutto ricomincerà di nuovo….una bambina che s’incanta con ninne nanne per addormentarsi più velocemente elucubrò la Mitchison vedendola cedere e addormentarsi come una bambina. Mad Racer s’intromise promettendo che sarebbe ridiventata arzilla al primo allarme, chiedendo poi alla Mitchison se non stesse pensando fosse inaffidabile. No, è che mi vengono in mente i falsi attenti che si dipingono le pupille sulle palpebre, così quando dormono credono invece appaia abbiano gli occhi ben aperti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Io ovviamente sono furba e non mi faccio ingannare, questo è quanto Si fidi, l’allarme si chiama allarme per un buon motivo e io modestamente ne ho un modello il cui trillo risveglia anche i morti. Spero non si offenda a vedere così tante ragazze addormentate Vi ho già conosciuti tutti nel bosco, per me ormai il più è fatto. E tu Raniera? Quella si dispose a parlare del più e del meno così coinvolta da sembrare Harold dal pastello viola sveglio mentre tutti dormono. Raccontava l’intera playlist di Mad Racer, pieno di ragazze e dio dell’indie rock e del punk rock. Cominciò tutto dalla e alla Armonia Records, l’averla che si era insediata all’ultimo piano della Britannic Tower richiamando come l’Uomo Illustrato di Il popolo dell’autunno di Ray Bradbury la propria omonima coorte di zimbelli e deformi, la Parlophone, Decca Records, Columbia Graphophone, Virgin Records, unendo tutto e tutti su due livelli intrecciati perversamente come le radici di una palma californiana e quelle del muschio spagnolo: promuovere i migliori cantanti, ballerini e musicisti…e con una stretta di mano degna di un orco di Mortal Kombat con l’M16 e MOD per sviluppare armi musicali. Qualcuno guardando Elvis Presley imitare Prof (Angelo Nicotra) con i suoi pantaloni tiptappanti in Mice don’t dance di Tom Minton e contemplando Woodstock diventare un coacervo di maiali, membri della famiglia del Lattugone di Snorkylandia (Giovanni Battezzato) e tubercolosi dalle proprie Toyota 2000GT e si fecero venire delle idee. La loro guerra erano Corea e Vietnam; con il tetto di cristallo della loro scala di Willy il coyote l’opzione nucleare dopo Cuba e Suez non era praticabile. Qualcuno immaginò un arma pulita come l’invasione aliena di Camminavano come noi di Clifford D Simak che demotivasse il nemico dal combattere riducendolo a un cataplasma il cui pacifismo era un mix tra narcolessia, scimmia eroinomane e spossatezza da petit mort da pecorina, utilissimo per noi che all’opposto siamo svegli e spumeggianti come grilli, sobri e con esami di sangue e urine perfetti e che abbiamo dormito il giusto per conquistarli e raderli al suolo. L’idea sembrava senza né capo né coda ma lo erano altresì l’impiego di armi chimiche, batteriologiche nonché di vascelli sottomarini e macchine volanti. Un fanatico è qualcuno che raddoppia i suoi sforzi dopo aver perduto di vista il proprio obiettivo. Alla fiera dell’Est mio padre comprò. Restava il problema di come non ritorcere codesta brillantissima strategia su noi stessi addormentandoci, assuefacendoci & spossandoci per troppo sesso (anche Priapo alle volte sonnecchia). Beh disse l’inventore, il Newton geometra, il Prometeo useremo le stesse tecniche per evitarci rivolte e polemiche sul nostro stesso fronte. Nessun orpello sulla democrazia; non era tutta Roma che scrisse sui tetti delle sue domus Carthago delenda est? Sempre Roma si pentì di bere ciascuno il proprio vino con Ottaviano quando Cleopatra arrivò al suicidio per l’invadenza dei romani a Azio? Chi osò protestare contro il progetto Manhattan? Oltretutto se quelle immagini ci viene detto essere felici, chi si ribellerà alla felicità, all’amore, alla pace? Oltretutto torno a ripetere che interi popoli diventeranno ai nostri stivali insignificanti asfodeli, castagni a portata delle altalene che costruiremo per i nostri figli, i caprioli e le lepri che non troveranno alla fine alcunché in noi da essere temuto, mentre i nostri Johnny Appleseed pianteranno platani e peperoni. Realizzeremo i loro desideri e vinceremo le nostre guerre I telefoni suonarono da Washington a Londra, e a Londra sorse un impero della musica a 417 piani da Ropemaker Street. Mad Racer sembrava un candidato perfetto: adolescente medio eppure abbastanza peculiare per bellezza da poter essere lanciato, non era emo-pop come Bill Kaulitz, né (ipocritamente) sfigato ma davvero sfigato come lo era John Heder. Capelli rossi a parte era un incrocio tra Marco Pedretti dei Finley, Harry Styles degli One Direction e Hiroshi Nagano dei V6. Vocalmente fondeva Mika, Justin Bieber e Tsutomu Narita. Con il suo harem di maggiorate faceva sognare le ragazzine, e come supereroe estendeva la sua fama all’utilità concreta. Quei robot trasmettevano la mia musica. Le armi…a qualsivoglia direttore d’orchestra sarà capitato in serata un pubblico sonnecchiante. O uno chiassoso, fosse solo un ragazzino che mette fiammiferi nelle scarpe del direttore

Semper paratus

E un rumore molto forte (non so se mi spiego) ridesta l’attenzione. In questo settore non ci sono narcolettici, solo distratti. Quelli dovevano essere dei dormienti, nel cui sonno la foresta dello Shropshire si è espansa e se ne è dimenticata….o ha scelto di dimenticarsene. Secondo te perché dopo Pompei non hanno abbandonato Napoli nonostante il Vesuvio? Perché confidano così nel suo sonno che Teodoro Cutolo prima che Antonio Bassolino  poi escogitarono una metropolitana che ne cingesse la cassa di risonanza? Gli uccelli che si sono inorgogliti nella loro stupida certezza a fare sulle loro teste i nidi sono più o meno intelligenti di costoro? E appunto il sonno è attesa, ogni respiro sentinella, ogni inverno primavera. In tempo di pace le armi sono là, raffinate, lucidate, [Il pugnale] è più di un semplice oggetto di metallo: gli uomini lo pensarono e lo forgiarono a un fine ben preciso (…) In un cassetto della scrivania, fra lettere e scartoffie, interminabilmente sogna, il pugnale, il suo naturale sogno di tigre.

(…) il pugnale […] a volte mi fa pena. Tanta durezza, tanta fede, tanta impassibile o innocente superbia, e gli anni passano, inutili (Jorge Louis Borges). Voi avete svegliato la tigre E ne abbiamo fatto un tappeto improvvisò Sailor Jupiter (Donatella Fanfani) la Mitchison e la pellicceria da voi allestita ha fatto strada al cemento delle sue fondamenta con un incendio di mezza Sheldon. Siete qui per la vostra Colonia? Vi serve un pò di l’imbarazzo interruppe la coppia d’avventati, quella estroversa e quello sarcasticamente pacato. Con le mani, paggetti delle emozioni in degenza ulcerosa di Mad Racer nascoste e in timoroso incastro come un armadillo LEGO dietro la testa il solo pensiero era il seme. Lo fate per lo sperma? E a che fine? Voi da sole come fate? Berciò sperando che Mitchison sentisse, ma non sentisse più del dovuto e del percorribile. La partenogenesi non è amica dei vini rispose incomprensibilmente la Mitchison Siamo un pianeta di mutazioni. Come tra consanguinei. Un pianeta d’incesti. E il vino di calice in calice perde il suo sapore. La parola che viene ripetuta perde significato, coerenza semantica, diventa rumore. L’immortalità del barone Lamberto non piace ai nostri uteri. E non è solo qui la questione. Ha amore, Mad Racer? Questa domanda, aggravata da un nome specifico, stranamente non cambiò come stava Mad Racer. Le mani erano occultate, proibite da guardare, ma gli spasmi delle braccia non cambiavano. La Mitchison non aveva fretta, erano solo lei e Mad Racer. Mi amano tutte, come ti amano le adoratrici. Come ti ama una ragazza con cui ti metti dopo più di una ex. Quello è il vero amore? E’ amore? Il tuo passato è stata un impollinazione stressantemeate ripetitiva,E una sera la lussuria dall’occhio vile, dalla fronte bassa, sedette sul mio giaciglio, e mi contemplò in silenzio, come si guardano i morti.    Una bellezza nuova, un nuovo dolore, un nuovo bene di cui presto ci si sazi, per meglio assaporare il vino di un male nuovo, una nuova vita, un infinito di vite nuove, ecco quello di cui ho bisogno, signori: semplicemente questo, e nulla di più. 

Ah! Come colmarlo, quest’abisso della vita? Che fare? Perché il desiderio è sempre lì, più forte, più folle che mai, come un incendio marino che avventi la sua fiamma nel più profondo del nero nulla universale! Oscar Milosz. Ho il mio ruolo che mi rinfresca, mi solleva, mi fa costruire grattacieli. E poi quello che succede alla mia vita fornisce testi per le mie hits. Ogni mio tour per l’Inghilterra e worldwide vede me e le mie groupies coinvolti in un avventura diversa. Faccio del bene e l’Armonia Records fa sterline Sterline? Non era passata all’€ l’Inghilterra? E questa Armonia Records non ha chiuso? I progetti-ma io li chiamerei magheggi-di Maastricht puntavano all’uniformità monetaria dell’Europa. Enrique Crespo con il suo compasso sancì che l’Europa era dalla Grecia alla Groenlandia dal basso all’alto e dal Portogallo alla Russia da Ovest a Est. L’€ perciò andava a subentrare alla dracma come alla corona danese, all’escudo come al rubli. Come volevasi immaginare, il Crespo aveva fatto i conti senza l’oste e di tutta l’erba un fascio. Che dovevano fare i coniatori istambulioti, un tempo bizantini che sono europei in Oriente? I ciprioti e i cretesi che titubano nel definirsi greci come gli ateniesi e i tessalonicesi? La Groenlandia appartiene poi al Circolo Polare Artico. Serviva riaprire l’annosa gara al possesso dell’Artide? E che se ne faranno gli eschimesi dell’€? Poi l’Artico europeo è “limitato” all’Islanda e allo Stretto di Danimarca. E’ una torta la cui fetta europea finisce all’altezza dell’Alaska, da lì in poi è America. Lo stretto di Bering e il mare di Ciukci appartengono alla Russia ma la Russia si appoggia all’Asia, Kazakistan, Mongolia e Cina. Non si può portare l’€ oltre che a Mosca anche a Nur Sultan, Ulan Bator e Pechino. Questa è Asia, non Europa. Ma se l’Europa vuole omologarsi serve anche quella proboscide che si pascia sopra l’Asia. E ci si ingarbuglia nei territori se ci si ferma ai compassi. L’Inghilterra però era senza dubbio Europa. Eppure l’€ ebbe una fortuna travagliata destinata a convivere con la £ fino alla rimonta della seconda. L’Europa capì di essere coesa senza quasi consenso, o molto cavillosamente. Tutta colpa della globalizzazione. Fu infatti lei a convincere tutti questi popoli-dal greco al groenlandese, dal portoghese al russo, dall’ateniese all’islandese, dal lisbonese al moscovita-di essere cittadini di una sola città. Ma la città cominciò presto a cigolare, e certi quartieri inquietavano, innervosivano e facevano camminare sulle uova. Come fare una volta tuffati in un simile pachinko? Ci si affida al caso. Ma i lanci di dadi distruggono il nostro parlamento. L’Italia è anche Sicilia, Capri e Sardegna? La Corsica a chi appartiene? Già in passato effettivamente ci furono movimenti d’avulsione dalla Francia, nonché all’inverso dal’Italia. Poi serviva la compattezza storica. Nessuno c’è l’aveva. Roberto Calasso mostra ai greci di essere figli dell’Egitto, già a Roma nonostante le ondate migratorie da Troia (in Turchia, gli europei scoprono di essere figli dell’Asia) al Lazio andò crescendo un avulsione contro l’Ellade, rappresentata da Catone, la Grecia è sempre stata un ammasso di città-stato che non riconoscevano l’appartenenza a una sola penisola. Le guerre peloponnesiache tra Atene e Sparta,  dopo l’allontanamento dei persiani mostrano pienamente la ritrosia dei soli greci anche solo a accettare una stessa moneta; non stupisce la velocità e la facilità delle conquiste macedoni prima e romane poi. In Italia di nuovo non c’è base comune tra un Meridione (Abruzzo, Marche, Umbria, Lazio, Molise, Campania, Calabria, Puglia) romano, greco e arabo e un Settentrione (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna) nato dai popoli “barbarici” dell’Europa. Certo, il Mare Nostrum. Ma Pesaro non è ancora diventata romagnola quanto Cattolica. Alla fine, noi inglesi divenimmo il bullone squadrato. L’Europa ormai è la cassaforte di Wilma l’ippopotamo della Aquaplay, o World Showcase presso Disneyland Florida. I confini non valgono nulla, ma l’Europa non è affatto unita. Attraversandola ve ne renderete conto. Quanto all’altra domanda…Beh se secondo Irene Bignardi un giardinetto erboso con formicaio, termitaio e pattume può riassumere tutta la nostra società, suppongo che irradiando il formicaio di Z, Bala e Weaver con il meteorite di Ginormica e immaginando una società come quella di Stanley Grubb si ottenga la parabola dell’Europa condensata nella Britannic Tower. Le ditte d’armi d’Inghilterra mossero il primo assalto alla coesione dell’Armonia Records, per non parlare delle etichette indie condominiali. Cosa si sarebbe fatto? Fare di tutti dei contribuenti. Così di nuovo il cittadino dava la sua mano, da The Spirit of 43 di Jack King a Il grande botto di Malcolm St Clair, livellati i Sex Bomb Ombs e i Perturbazione in vista di uno scopo comune. Fummo fortunati che Chada FM per Sharia non trasmettesse musica pop in proprio. Ma quando fu la Corea a inimicarsi l’Occidente anglofono ci dovemmo scontrare con il K-Pop. E come Kim Jong Il se ne servisse per mantenere ruspante il militarismo del suo lato del Rimjin. E con l’orientalismo dilagante (Banzai di Carlo Vanzina, Wasabi di Luc Besson, Lost in translation di Sofia Coppola) ci dovemmo andare a sbattere anche se non l’avessimo mai voluto. E che dire della controversia dei Gorillaz? I discendenti di Hewlett cominciarono a chiedere royalties per i “loro” 2D, Murdoc, Noodles e Russell e l’eccessiva rotazione dei musicanti (Demon Days, il loro album più allenato, vantava Don Harper, Bootie Brown, i De La Soul, MF Doom, Roots Manuva e Shaun Rider) resero instabile la loro collaborazione (non certo per posizioni politiche: da Tank Girl in poi se Hewlett vuol mettere armi in mano alle sue ragazze-Noodles prioritariamente-lo fa e tanti saluti). Ah già, ci fu quella volta dei Vocaloid Creature virtuali! Parlano di me! Shererazade interruppe i due atomi come apice di un iceberg d’incontri tra clan Da Scott Pilgrim mischiato a Daichi della terra dei Cavalieri d’Acciaio a Spencer Wright. Chi è questa Desiree? Shererazade. E niente fantasmi; ma solo entità virtuali….che è un pò come dire la stessa cosa una volta che li metti dentro la macchina. Dimmi di più, sento un certo feeling con Stilla e Rei Toei Ah la vecchia Hatsune Miku….ci nascondevamo dietro la sua innocenza come un fascista redivivo e pentito a sufficienza dietro a qualche vecchio film speranzoso, Miracolo a Milano come Uccellacci e uccellini, perché non diventasse mai un arma, ma alla fine non fummo più in grado d’avvicinarci al lavandino delle nostre scuse. Lo venne a sapere, che la musica era diventata un arma. E cosa succede alle intelligenze artificiali, agli ologrammi dalla coscienza di luce? Miku camminò con i compagni di Sapporo alle fronde dei salici, ma solo lei osò tanto. Chiunque altro voleva continuare a fare musica, ma erano aggravati e come Sessa Nassir ingannati dal’esaudirsi dei loro stessi desideri; con la musica non c’era (Corea a parte) un solo focolare di guerra pericoloso come all’epoca d’oro e sangue del terrorismo. E allora chi restava? Prima o poi la Corea sarebbe capitolata. Sarebbe stata fiaccata dalla sua stessa musica. Mitchison! Cos’è che Le manca dei maschi? Calore, forza, unite a dolcezza. Un amore ruvido, più muscoloso del nostro, un pensiero e una sensibilità diversa ma non nemica….non solamente genitali. Un pene può saziare anche come poltergeist, ma perché accontentarsi? Perché non avere un maschio intero che offra ben al di là del semplice pene? Come diceva qui più che mai a fagiolo Ermanno Bencivenga, in fondo serve solo avere un orgasmo. Ma per ottenerlo facciamo cose che non hanno niente a che fare con l’orgasmo, che ci arricchiscono, ci cambiano, influenzano le nostre vite, ci fanno unire i puntini come mai avevamo fatto prima e come altrimenti non avremmo mai escogitato di fare. Noi ci siamo dimenticate di tutto questo e come vecchie nutrie abbiamo viaggiato su campi e lariceti con 5 sensi solo per le provviste pur motivate dall’imminenza dell’inverno ma come quell’inverno che sarebbe comunque giunto siamo rimaste immobili, trottole che si muovono tantissimo ma non si muovono da nessuna parte, mentre prima, o con noi come esempio, eravamo succiacapre che in volo pur comunque con lo sprono del letargo e delle provviste che lo cadenzeranno raccolgono anche oggetti preziosi, bellezze la cui utilità sarà cullarci in mezzo alla fredda morte ricordandoci che la bellezza esiste e resiste ancora, si avventurano in territori nuovi e immacolati, raggiungono il mondo di noi uomini e lo interrogano, se ne servono per il proprio viaggio onirico lungo 3 mesi Ho capito albero di L’ultimo unicorno. Sei il topolino Federico di Lionni, che raccoglie cose apparentemente inutili ma che renderanno i rigori dell’inverno meno opprimenti. E qui gli inverni fanno sembrare il ghiacciaio del Campo Ceraso degli Appennini Simbruini le Antille. Vi servono dei cloni? Campioni di DNA? Grande e grossa, la Mitchison con le sue campionesse assunse un espressione inquieta. Una bambina persa nel paese dei giocattoli, ma annichilita d’imbarazzo per l’enormità dei suoi desideri e come nel mondo dei geni della lampada adesso se ne rendesse conto. Era egoismo? Era davvero solo un capriccio da Ysabell di Morty l’apprendista di Terry Pratchett? In fondo bastava un clitoride, un pene in perenne copula con la tua vagina, e in laboratorio era possibile ottenere un perfetto dildo di vene, pelle e sperma sempre brillantina bollente dall’odore di zucchero bruciato in padella e pesce di troppo nelle reti dei pescherecci non pulite. Certo, il supermercato della natura dove si prende e basta, nella frenesia autunnale che solo gli animali conoscono troppo per pensare non duri che un fiocco di neve solitario, alla faccia delle critiche giusnaturaliste al logorio della vita moderna. C’è comunque una prosaicità animale soggiacente le nostre azioni, ma è pur vero che c’è molto di più, troppo di più, ma le sue ragioni e la loro sensatezza erano impari contro ciò che è venuto prima, contro il passato caotico e brutale che torna per spezzarci, immersi in una modernità di cui non avevamo appieno colto l’essenza troppo cristallina tutto considerato. Come Mayumi, piccola isolana ignara come è ignara la fanciullezza, travolta dal leviatano Ooryuuda venuto dall’Inferno, perché come altrimenti chiamereste l’abisso il cui Overlord è Doggar (Luca Bottale), carnagione di un rosso accecante, imponenti corna, lunga barba con un fortissimo look ovino, artigli, zanne e un omuncolo dalle membranose ali da Jeholopterus di nome Keragera (Alberto Angrisano) suoi occhi e orecchie? Con Yokokuda (Diego Michelotti) identico al Lucifero del Cocito? Come Hiroshi il cui parco giochi diventa un avamposto del  [Kyouryuu Teikoku] i cui giochi e amici vengono travolti dalla furia del [Mechazaurus] Gada. A lei tocca l’arma più nuda e inefficace, ricordategli la diversità sessuale e perché da sempre agli uomini erano toccate la guerra e la fatica. L’(Ei Plane), la  [Command Machine]. Ma qualcosa era in debito di rispondere. Sì, servono quelli. E non ho imbarazzo a elemosinarlo. Se è quella la brutta materia così tanto trivializzata (sì, anch’io ho visto Scary movie) necessaria la necessità avrà precedenza e priorità su quanto siamo sensibili. Servono corazze per i sentimenti. In fondo, finché è scienza che c’è da irretirsene? Living with a Willy di Nick Fisher non mi darà la stessa sicura serietà di un Non è terrestre di Domenico Kolosimo e Viaggi e avventure attraverso il tempo e lo spazio di Enrico Novelli ma mi fido di Descartes più di quanto mi fidi di Marcello Bernardi. C’è un edificio in Mindelsohn Way che vi sarebbe utilissimo. Credo che….voi non venite dalla Terra? Affatto. Ma non canterei vittoria. Siamo state tra mutanti, reietti del sottosuolo, e non abbiamo ancora visto tutta la Terra. Climi piovosi, di città scese sotto i loro fiumi, tropicali, rinsecchiti come le scalate di pelli di cicale nell’avvicendarsi di spicchi di meridiana di un Giugno osservato come viandanti del tempo, di nuovo come Oiva Juntunen nella sua parabola di redenzione di nuovo quello che intenderemmo come Autunno o Inverno, le grandi piogge di Halloween del 3 Novembre 1887, come la bufera di Natale 1891, Gira il mondo, passa anche l'estate

Passa il caldo e passerà il Natale

Passa tutto, ma tu non passerai, perché sei amore (Paolo Meneguzzi-Sei amore-Sei amore). In che stato versa il resto del mondo? Quanta fretta! Dovreste comunque apprezzare prima Birmingham! Alla Mitchison piacevano i climi umidi e freddi. Certo, nulla era più allettante di una striscia di sabbia, palme e scogli alle Bahamas, ma la piovosa Inghilterra di Arthur Conan Doyle e Herbert George Wells, per non parlare della Manhattan di Raymond Chandler e Delos Lovelace avevano un fascino che andava riconosciuto. Ma una cosa la perplimeva rovinandole le promenade su carrozza o Rolls Royce Phantom I oppure su Ford V8: nessuno sembrava prestare attenzione alla sua diversità. Va bene, evidentemente il vecchio fumo di Londra si era accostumato ai vampiri di Polidori, i Trifidi di Whyndam, i Dalek e Cybermen di The Dalek’s invasion of Earth end of the world e The invasion, I classici marziani di Wells, quelli imprevedibili di Charles Eric Maine del suo L’uomo che possedeva il mondo, i kaiju da recita da scuola elementare Konga di Paul Stockman e Gorgo di Mick Dillon, e la Mitchison era una donna alta semplicemente un bicentenario di centimetri più di quelle che incrociando il suo sguardo da supereroina a riposo ne erano attratte come con un whisky in mano Preston Lennox era accattivato da Sil l’aliena oppure si sgomentavano con implicitamente anche dell’invidia. Non era parso loro stessero guardando un aliena da quella che era effettivamente la prospettiva delle cose ma una Naomi Campbell dardeggiante sguardi di sesso dalla sua limousine. Sei oltremondana, attiri molto l’attenzione E pensare che sono solo un pò più alta! Se è per questo l’Ornithosuchus e il Palaeloxodon sono in soldoni un ramarro e un elefante, ma vi avrebbe incollato gli occhi indefinitamente per lo squilibrio di stazze loro proprio. Un Ornithosuchus è un ramarro ma un ramarro gigante. Un Palaeloxodon è un elefante ma un elefante piccolissimo, da sistemare tutto al 100% in un porcile coperto. Tu sei Team Ornithosuchus Ma l’Ornithosuchus è l’ospite più famoso dei parchi della tua città, assieme a piccioni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le talpe

E le volpi

 

 

 

 

 

Dacché ce ne fosse una che trasalisca per la mia alterigia Non so che dirLe. Io ho fatto una faccia squinternata quando L’ho vista per la prima volta alla mia porta. Me Ne vuole male? No, significa più profondamente che sai ancora vedere che le cose sono speciali. Io sono speciale. Tu sei speciale. Ma che prezzo ha la specialità? E questo mantra da Lucado che valore ha realmente?  Tutti sono speciali, Flash. Che sarebbe come dire che non lo è nessuno.

La Mitchison sgranò meravigliata gli occhioni da Tiwa (Fiorella Betti) per la morale intentata di Mad Racer, messosi in ghingheri con uno smoking nero come un pozzo senza fondo che tuttavia non lo facevano apparire altolocato, ma piuttosto una specie d’elegante peripatetico come il Petrarca dei deserti campi, o il Masahiro Motoki di The Bird people in China di Takashi Miike. Non è una cosa che senti spesso, o detta da molti. Ci sono molti mutanti a parte voi? Sembrate ben accetti I nostri antenati molto meno rispose Mad Racer mentre la loro coppia, Night Trasher e Namorita sostava su un ponte eretto sul Rea lungo Coventry Road dai parapetti di romantici mattoni arancioni Quando l’evoluzione fa un altro passo in avanti non è vero, non è mai vero che la cosa verrà accettata e basta. Nella striscia di fumetti che segue, si vede il più sapiente di tutti noi, il vecchio U(h), che si stacca dal gruppo degli altri, dice Non guardatelo! E’ un errore! E allarga le mani come volesse tappare gli occhi dei presenti Adesso lo cancello! Dice, o pensa, e per rappresentare questo suo desiderio potremmo fargli tracciare una riga in diagonale attraverso la vignetta. L’uccello sbatte le ali, schiva la diagonale e si mette in salvo nell’angolo opposto. U(h) si rallegra perché con quella diagonale in mezzo non lo vede più. L’uccello dà una beccata contro la riga, la spezza, e vola addosso al vecchio U(h). Il vecchio U(h) per cancellarlo cerca di tracciargli addosso due scarabocchi incrociati. Nel punto dove le due righe s’incrociano, l’uccello si posa per deporre un uovo. Il vecchio U(h) gliele strappa di sotto, l’uovo li precipita addosso inzaccherandolo, l’uccello se ne vola via. C’è una vignetta tutta eiaculata di tuorlo […] Non s’era detto e ripetuto che tutto quello che poteva nascere dai rettili e dai dinosauri era già nato? Nel corso di milioni di anni non c’era forma di vita che non avesse avuto occasione di comparire, prosperare e-99/100-estinguersi. Su questo eravamo tutti d’accordo: le specie rimaste erano le sole meritevoli, destinate a dare vita a una progenie sempre più selezionata e adatta all’ambiente perennemente mutevole, cangiante e indeciso. Ci aveva tormentato a lungo il dubbio su chi era un mostro e chi non lo era, ma da un pezzo poteva dirsi risolto; non-mostri siamo tutti noi che ci siamo e mostri invece tutti quelli che potevano esserci e invece non ci sono, perché la successione degli eventi ha favorito chiaramente noi, i non-mostri, anziché loro. Ma se adesso si ricomincia con gli animali strani, se i rettili, antiquati com’erano, riprendevano a tirar fuori arti e tegumenti di cui prima non si era mai sentita la necessità, se insomma una creatura impossibile come un uccello era invece possibile (e per di più poteva essere un Bell’uccello come questo, piacevole alla vista quando si librava sulle foglie di felce, e all’udito quando lanciava i suoi gorgheggi), allora la barriera tra mostri e non-mostri andava a puttane e tutto ritornava possibile [….] (Didascalia: Durante l’assenza di Qwfq, molti cambiamenti erano avvenuti). Da quando si era scoperta l’esistenza degli uccelli, le idee che regolavano il nostro mondo erano entrate in crisi. Quello che prima tutti credevano di capire, il modo semplice e regolare per cui le cose erano com’erano, non valeva più; ossia: questa non era altro che una delle innumerevoli possibilità; nessuno escludeva che le cose potessero andare in modi molto più diversi. Si sarebbe detto che adesso ognuno si vergognasse di essere come ci si aspettava che fosse (Italo Calvino-Gli uccelli-Ti con 0). Ma poi la moglie di Satana chiamata Abitudine spopola e solo la filosofia di John Lassetter riesce a rimettere le code e le teste di noi mostri (https://www.repubblica.it/online/cinema_recensioni/monster/monster/monster.html) e cani (https://www.repubblica.it/2009/04/sezioni/spettacoli_e_cultura/up-film/up-film/up-film.html). Il capitalismo etico di Monsters & Co. Il Nietzsche apologizzato di Gli Incredibili. Quest’infrazione fatta da me, da noi, da tutti noi presuppone scenari nefasti, Mostri contro alieni di Wallace Wolodarsky dove Boo si scopre aver avuto come padre il generale Monger e ossessionato dalle porte ha intentato guerra ai mostri rinchiudendone un quartetto nel Nevada (quintetto dopo l’arrivo di Susan Murphy AKA Ginormica). Non sono grossa come lei (le mie “dimensioni” ammontano a quelle di Daigoron, questa tizia giganteggia quanto Daikyojin) ma scherzi a parte portare chi come me e/o come le tue ragazze che si definirebbero come mostri a esistere qui, in questo di mondo è una scelta, una pressione sugli eventi che non ci sarebbe mai dovuta essere. E la scomparsa dello stupore, l’inquadrarmi come una donna comune solo un pò più bella è forse ancora più grave. La meraviglia è morta. Già….dimmi che questa non è vera MR era a braccia incrociate appoggiato all’orlo del muretto sovrastante il pigro svuotarsi dei ghiacciai del Cobbler vicino a Glasgow Dovrebbe vedermi in azione. Chiuso ho voltastomaco a dirlo come un morto, un già morto, un aborto, dentro un catafalco, uno di quei feretri d’acciaio che svuotano le astronavi di chi va seppellito sulle stelle, non sono meno strano di te. Ma dentro quel catafalco ci giaccio bene. Un filtro che mi dorme accanto, vicino alla milza pressapoco fa caldo d’inverno e fresco d’estate, e al momento d’abbandonarlo mi prende sempre una pelle d’oca come quella che ti coglie dopo aver esperito una carezza termica perfettamente bilanciata, soprattutto per noi britannici che ai tempi ci travolgemmo con 185mila casi di encefalopatia bovina spongiforme tra i cui sintomi c’è la diarrea che questi climi freddi e piovosi certamente aiutano a prosperare. La stranezza alle volte è salutare, o perlomeno non preclude che si possa vivere in tregua di cotale male dello stomaco che nel 1901 piegò Panama Quella non era dissenteria ma colera Colera: malattia il cui re dei sintomi è proprio la dissenteria. Da quello che ho capito sei statunitense, o da un continente del tuo Paratwa che rimembra l’America settentrionale Proprio così E nella vulgata dell’Europa continentale (quella che non ci ha voluti, affondando comunque nella disorganizzazione e nel neofeudalesimo) sia gli americani come te che i britannici come noi mangiamo schifezze che ci abituano presto alle irritazioni intestinali e alla IBS. Nonostante tutto uniti nell’ambulatorio di Waldemar Haffkine! Raccontami ancora di quella cosa degli uomini La Mitchison osservava il vecchio e tenero cielo di una sorta d’Italia sganciata dalle sue Francia, Svizzera, Germania e Austria, sdraiata tra 5 mari come lo Stivale che la batté per piede di Baggio al 14esimo Mundial con la sua Sardegna e la sua Corsica altrettanto dilaniata da spasmi indipendentisti (FLNC a Ajaccio, IRA per Belfast), convinta della sua intrinseca algidità, nemmeno fosse Vittoria Crispo in Totò Peppino e la malafemmina di Camillo Mastrocinque si abbandonò a impliciti brividi. Ragionò piuttosto che a disturbarla era la pasta di quello che avrebbe dovuto dire al suo compagno di turismo. Prima ti ho parlato di Mostri contro alieni di Wallace Wolodarsky. Un decennio prima c’è Z la formica di Eric Darnell, con l’eugenetica contro la sovrappopolazione di Mandibola. Mandibola come Paul Ehrlich guardava l’esistenza di formiche soldato (tra cui il nobile disertore Weaver) come il vate della Pennsylvania l’esercito del suo paese impegnato in Vietnam, e in maniera controintuitiva considerava una strage da 3 milioni un impennata di nuovi nati (nuova popolazione) che pesavano sul mondo, gli ecosistemi, le risorse, gli animali come la sua Bomba Demografica, una bomba fatta d’innocenti localizzati in quel terzo mondo che senza neanche troppa furbizia nel travestimento negli anni 60-70 stava emergendo infastidendo le più blasonate e avviate economie americane, europee e giapponesi (il PIL del Giappone nel 1968 era di 147mila Yen), allineata come sull’Enola Gay con quella che dal Concilio Vaticano II° agli stabilimenti della Worcester Foundation premeva invece d’esplodere per portare in spregio a Kipling (E in lontananza l'Inverno bisbigliò: «È bene

Che l'Estate rovente muoia. Guardate, l'aiuto è vicino,

Poiché quando il bisogno degli uomini s'inasprisce, allora arrivo io) l’Inverno demografico trovando contemporaneamente una vittima muta, un alibi morale e una Bibbia, anzi due (La bomba demografica e Sputiamo su Hegel) il cui Vangelo nessuno avrebbe arrischiato di criticare. Per di più, il quinto asso nella manica era il Vietnam e come il Diavolo quale Gaito kamishibaiya si serviva dei servizi giornalistici di Nick Ut per disincentivare con sensi di colpa da fare la cosa giusta, sempre con la faccia sorridente di John Lennon (Il Diavolo, negli Arcani maggiori, può essere una carta splendida ma reca sempre con sé il pericolo che la manipolazione degli elementi ci manipoli a sua volta, il potere genera dipendenza e quando pensi di dominare è lì che rischi di essere dominato Jacopo Nacci)

Il sogno della ragione dei cani da pastore genera i mostri dei lupi

Eravamo troppi, troppo guerrafondai, misogini e talmente con le spalle al muro da essere il muratore Mario di Gianni Rodari. Le illazioni di Mandibola, e i prodromi della sua strategia; far sterminare l’esercito della Colonia-forte, armato, disciplinato e organizzato-in una guerra di palcoscenico con le invincibili termiti {con come unico risultato quello che l’esercito terrestre del [Yoshida Hoan Kyokuchou (Choukan)] porta in essere nel tentativo d’affrontare i mostri meccanici del [Gailar Teikoku]} certo che ci sarà uno sterminio totale e se dei sopravvissuti ne emergeranno (a conti fatti, solo Z e paradossalmente per la sua pusillanimità) non s’alzeranno dai letti d’ospedale, lasciandoli quindi tutta la pista per uccidere la regina e impossessarsi di Bala. Inoltre le sue macchinazioni non macellano solo Barbatus e la sua etica militare ma anche il nobile pignolo Capocantiere, fastidioso ma laborioso e che cerca anche di salvare gli operai che lo detestano; più muoiono meglio è, la Colonia ne uscirà più forte e fatta delle uniche formiche degne d’esistere (e di servire Mandibola). E’ quello che è successo prima con Ehrlich e il club di Roma di Peccei ed è quello che è successo a noi. Più nello specifico, separammo il branco. Allontanammo un sesso dal suo complementare. Noi donne cominciammo a vivere per generazioni lontano dalla Terra, “la pietà è un ruolo imposto alla donna”, “abbandonare l’uomo perché tocchi il fondo della sua solitudine”, questo diceva Carla Lonzi, una delle fonti a cui ci abbeverammo. Ma contraddittorio com’è il femminismo contraddicemmo anche le sue di parole d’ingiuria (L’uomo è involuto in se stesso, nel suo passato, nelle sue finalità, nella sua cultura. La realtà gli sembra esaurita, i viaggi spaziali ne sono la prova. Ma la donna afferma che la vita deve ancora iniziare per lei sul nostro pianeta. Vede dove l’uomo non vede più) ci innalzò come le principesse gonfiabili di Villa Marina verso le stelle, ma perdendo alla fine. Una principessa mi guarda dal soffitto. E’ molto più magra di qualche giorno fa. Riesce ancora a galleggiare in alto ma non è più ritta e altera. Si adagia, si piega e tra poco – lo so bene – non riuscirà più a sostenersi. Scenderà verso il pavimento, e presto non sarà che un involucro scintillante e vuoto. Lo era anche prima, certo, voi direte: aveva però dentro di sé qualcosa che le permetteva di alzarsi sicura sopra tutto.

Ma il tempo è implacabile: ciò che ci fa salire, ci esalta tende a svanire, a fuggire, e non ritorna. Nessuno rimane a lungo pieno di se stesso. Ci pensa la realtà a sgonfiarci (Antonio Benvenuti). Uno di quei palloncini, comprato quasi colto come un cocomero da un orto incustodito (o dimenticato all’inselvatichimento) da un luna park vicino alla spiaggia, o nell’entroterra al Kodomo no Hi di Nagano perde aria quando i giorni passano e l’entusiasmo della festa si dissipa e si sciupa. Morirà almeno per l’anno corrente l’estate e presto, quasi senza autunno arriverà l’inverno. Sarà precipitevolissimevolmente la stagione degli aceri e le loro frattali foglie a 32 cuspidi che abbandoneranno i rami come navi via da un porto e sulla terra diventeranno affreschi di gialli, arancioni e rossi. Per pulizia e forse perdita di meraviglia delle tue denunce le butteremo negli inceneritori dentro prima sacchi di gomma sottile e tra le cianfrusaglie che le accompagneranno ci sarà saltuaria spazzatura, saltuaria spazzatura che vanterà anche la gomma sottile, spampanata e esausta di quelle principesse. Noi invece è come se avessimo ricevuto ancora più aria e avemmo perso per colpa nostra ogni modo per tornare indietro. Certe di queste principesse d’aria ne hanno effettivamente in eccesso e se le abbandoni non tornano più dal cielo, o, come al primo piano della Torre Eiffel o dentro la Galerie Vivienne vanno incontro al rinsecchimento destino delle sorelle ma appollaiate alle ossa d’acciaio nero che sostengono le vetrate o gli altri 219 metri d’acciaio nero (15 cm in più d’estate). Noi non ci appassiamo mai. Questo mondo ha visto guerre e mutazioni. Mutazioni che hanno fatto più bene che male se non sono cieca Tu vedi più lontano di me

Tu sai la via.

Non voglio sapere perché

Tu vedi più lontano di me·

Se questo è un saggio, non ne vedo la

ragione;

c'ho messo tutta l'intenzione,

ma forse no, non basta (David Campbell-Tu vedi più lontano di me-The swing session) Ma quanto di quanto abbiamo lasciato è ancora come ci è stato tramandato? C’è ancora molta vecchia umanità….e io ne sono un esemplare anche molto appetibile!

 

 Non vi servirei a niente dentro il tuo piccolo esercito. Ma concludendo questa cosa dello sperma funzionerà davvero? Chi lo sa. Solo un “giretto” a Mindelsohn Way chiarirebbe la cosa. Che ne dice? Lì c’è quella clinica spermatologica? La famiglia è per tutti. Parola loro. Ma ancora non scoppi di convincimento mia Sex Bomb-Omb La posa supina con il decolté che conformemente a Tania di Yu Gi Oh GX (Dania Cericola) era GIGANTESCO, COME GIGANTESCHI ERANO I SUOI SENI lasciava nulla all’immaginazione e univa seduzione a minaccia, la stessa di Shadowstalker qualora ci provasse con un piccoletto Spoons, o Roxanne Richter che prima di menarti ti dà una grattatina alle palle mentre invade i tuoi occhi con i suoi seni extralarge (a Neil Nordegraf capita l’avventura di avere l’intero harem di Pilgrim, Ramona Knives Kimberly AKA Kim Envy e Roxanne che, al momento d’entrare sul palco glieli smanazzano ogni ragazza ciascun ingresso). MD non nascose né l’erezione né il disagio. Ma “il Polifemo della fertilità” (Stefano Belisari) con movimenti da pupazzo idraulico di Don Bluth si sedette su un trono scolpito nella gamma di Berwyn e con nelle mani il calderone ctonio di Gnorga (Tiziana Avarista) attraverso cui guardare un tremolante MD simile a un incrocio tra il piccolo nazareno di L’asinello (Davide Lepore) e per corporatura il Michael Beck di Xanadu (Claudio Sorrentino) teoricamente con più colite da fifa di Tigre nel deserto della morte (Francesco Pannofino). Con respiri all’inizio preoccupanti per la Mitchison ma poi a cui si abituò MD imparò da sé stesso la pazienza per la risposta. Il che sarebbe scontato: quel che intendo dire che anche per il maschile il pendolo oscilla fra principe azzurro e portatore di “maledetti spermatozoi” (sto citando a braccio e non sono le parole esatte, ma sono molto simili: era la didascalia in uno pseudo-discorso sulla contraccezione) (Loredana Lipperini). Sono una donna. I miei seni e i miei glutei sono sinonimi che la mia sessualità è arrivata all’apogeo, più in alto del cielo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ma tra le bestie in realtà non c’è conscia vanità. Il pavone è quasi stanco della sua coda che non attira i predatori solamente perché per la tigre sarebbe un hamburger con troppa insalata e l’insalata è fico del caucciù, una croce per un fine, e quelli bianchi penano la certezza di essere scelti ma solo perché gli ennesimi. Cervi e alci seminano tra numerose femmine spezzando solo eufemisticamente l’altera solitudine dei principi della foresta, che in Venison anyone? Di Jim Reardon fa la carogna sarcastica e impertinente, al dolore di vivere di James Algar risponde la risata difensiva e esorcizzante di Leon Schlesinger, per tacere di Konrad Lorentz che no, i romanzi di Salten non se li beve. Appesantiti da quelle corna che non combatteranno mai vittoriosamente chi fa la guerra per infrangere i regolamenti delle foreste e delle oasi…è sempre una questione di croci, di…superpoteri con superproblemi, di raggiungimenti di vette che raggiungiamo quasi senza accorgercene. Nessun magone nostalgico…ma solo soste nel tempo di quando questa Mitchison si stava facendo le ossa Capita anche a me cosa stai cercando di dire. E non è mai finita, dall’interno l’ombra che proietti dai piedi ha già le numerose, quasi incalcolabili tacche di cos’hai fatto e cosa hai omesso nella tua vita, ma lo vedi se ti sforzi quello che serve dietro di te il disegno è incompleto, con davanti a te quello che gli manca e per cui devi muoverti. A me capita d’estate, o in concomitanza di qualcosa che ho atteso e verso cui mi sono teso, come un pellegrino in cammino, come Gaspare il re magio che raccoglie pugni di sabbia e elucubra il primo uomo abbia avuto la pelle scura come essa e riflette, indaga e scientificamente abbraccia con la levità di una festa fattasi intima, lontano dal caos, Jack Skeletron e Sally Finklenstein sotto la neve che per la prima volta imbianca Halloweentown per intercessione di un Babbo Nachele avveduto di quanto buone fossero al sodo le intenzioni del re del blu re del mai (Non sforzarti di capirlo, devi solo immaginarlo!). E di nuovo ritorno alle tue preoccupazioni, ma ti dico la natura è bruta, banale, è la terra su cui camminiamo e che prima o poi ci ingoierà a sé. Ma la base è appunto solo una base e spetta a noi andare verso l’alto. Il sesso in fondo è istinto animale, noi possiamo metterci i sentimenti. Sì, parlo io che ho un harem, e l’harem è l’apoteosi della lussuria. Gli uomini e minoritariamente le donne se lo sognano per quest’ovvietà: tante bellissime donne (e uomini) con cui fare sesso. Chi lo negherebbe da Eminem a Osamu Tezuka a Rumiko Takahashi con Mamoru Oshii? Di nuovo io ne ho uno e sembrerebbe una dum excusare credis, accusas , ma questa è esperienza di vita. E no; non vi rinuncerei. All’inizio era un esibizione di potere degna della famiglia Haran; la megavilla [Haran Banjō Tei], lo stallone [Buffalo Mill], il bolide convertibile in caccia VTOL [Mach Patrol], il maggiordomo, la sua imponente scorta assisa su aria [Garrison Cruiser], su terra [Garrison Special] e mare [Marine Antoinette], due action girls che scorrazzano come bambole Bandai sui propri [Mister Green] & [Minicopter Ready Pinky], un robot mastodontico con ben 3 trasformazioni (120 metri, contro i 57 metri del davvero simile Triplex 1 di Cybertron) [Daitarn 3]. Il maschio Alfa ha tutte le donne più belle perché i suoi geni garantiscono una discendenza migliore. Qui però il peso della cultura rappresentati da tutti questi oggetti, la loro complessità interna (credo che nessun altro abbia osteso quanto una Dodge Charger sia una macchina unita a una macchina unita a una macchina unita a una macchina come Antoine Bardou e il suo The cog), il loro essere sì mezzi orientati verso uno scopo ma con una loro dignità derivante dall’indipendenza dal loro scopo mi ha dato accesso a una considerazione molto più profonda di loro. Fin da subito ognuna aveva un colore e una personalità che assieme alla mia estrosità da Ironhide le rendevano specifiche e appetibili per ogni tipo di mia ascoltatrice, tipo le Combiners di Victorion e il Flower Kikuichi Team a bagnarsi di sole in bikini sul loro Black Frog Ninjazord. Sea Monster  contro Caravella, la donna-medusa che sfruttava con le sue Banshee Pandemiche la fauna marina per la propria cosmesi

Seagullwoman contro Cementosaurus, il mostro ecoterrorista su quattro ruote vendicatore dei porcospini piallati su Birmingham Road

Shererazade contro Iblis, intelligenza artificiale ribelle che trasforma in djinn i videogiochi

 

 

 

 

 

 

 

 

Poppea contro Claudius, fantasma del conquistatore di Albione che la vuol mettere nel Forte di Metchley

 

 

 

 

 

Space Magpie che è riuscita a rubare lo Smeraldo Devoniano (https://en.wikipedia.org/wiki/Duke_of_Devonshire_Emerald) e riportarlo a Londra

 

Che ne dice di una gara tra vampiri, uno pomposamente falso e una vera?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

E un bello scontro tra robot ecchi equivalente Rinko Kikuchi di Babel di Alejandro Inarritu della tua Armie Flores?

 

   
 
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