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Autore: Sleepesleep    05/09/2022    0 recensioni
Lui era l'inverno che si irradiava gelido intorno a sé, la sua pelle era marmo sotto il tocco del pigro sole.
Lei era l'estate, il suo sorriso distorceva la percezione degli altri, calda era la sua voce che accarezzava le fibre silenti di chi l'ascoltava.
Un coppia strana che rincorreva le Ombre senza padroni....
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Circa cinque anni fa a causa di una tormenta che minacciava di strapparmi la pelle dalle ossa mi rifugiai in un pub, odorava di fumo e alcol rancido, era uno di quei posti dove normalmente non sarei mai entrato per paura che il soffitto mi cadesse in testa. Mi sedetti al bacone nervoso, non c'erano molti cliente, al mio fianco accomodato c'era solo un uomo sulla sessantina, aveva la faccia solcata da rughe e dalla stanchezza di notti passate. Il barista era anche lui un uomo anziano sulla ottantina, svogliato verso la birra nel boccale e prima che potessi dir nulla me lo porse senza neppure che ordinassi. << In realtà.. >> provai a dire dubbioso ma l'anziano mi aveva già rivolto le spalle tornando a sedersi per lucidare i bicchieri. Una risata roca giunse al mio fianco, l'uomo accanto mi rivelo placido << Qui si beve solo birra >>. Mi limitai ad annuire e a raccogliere la bevanda ancora confuso. Non vi so dire come, forse fu a causa della musica di sottofondo quasi inudibile o della batteria del mio telefono che mi abbandono ma cedetti al chiacchiericcio da bar. L'uomo al mio fianco si chiama Gordon Bills, era camionista per una grande azienda e per lui un tempo come quello che si scatenava fuori dalla taverna era normale. Parlammo di molte cose in quelle ore, di vita e di futuro, di mia moglie incinta e della sua ormai morta, mi confido di credersi un pessimo padre a causa della sua continua assenza e io lo consolai raccontandogli della mia infanzia, di come mio padre mi avesse cresciuto a fatica dopo la morte di mia madre. Infine gli rivelai la mia paura inziale di quel posto dato l'aspetto e lui ridendo senza emozioni  mi racconto che aveva incontrato diversi tipi di persone durante i suoi viaggi ma che gli unici che gli erano rimasti dentro le ossa terrorizzandolo erano una giovane coppia. Li aveva incrociati durante il suo tragitto per Las Vegas, aveva notato in lontananza una Cadillac ferma al ciglio della strada così si era affiancato per vedere se c'era bisogno di una mano. Mi disse che la ragazza gli aveva sorriso, cercò di descrivermi quel sorriso a suo dire distorto e strano ma si arrese presto, continuò dicendo che non aveva mai visto nessuno sorridere in quel modo, era come se quel sorriso emanasse calore. Così in un impeto di gentilezza che neppure lui mi seppe spiegare, era sceso a controllare il motore ma purtroppo non era possibile far nulla. Con una smorfia aggiunse che il ragazzo invece era l'opposto, non gli aveva neppure rivolto la parola e quando si era avvicinato per controllare al suo fianco il motore aveva percepito come un ondata di freddo irradiarsi sotto la pelle. La sua voce tremò prima di continuare esaurendosi, scosse la testa contrariato e ammise che nessun evento avrebbe potuto prepararlo a quel viaggio in loro compagnia. Infatti senza esitare, Gordon si era offerto di portarli a Las Vegas, dandogli un passaggio. La donna accetto ringraziandolo ripetutamente mentre l'uomo a quelle parole sembro risvegliarsi dal suo torpore e allora sussurro qualcosa di bizzarro 'Non può portarci dove dobbiamo andare', la ragazza rise piano a quelle parole senza però dir nulla. Il viaggio di per sé fu piacevole mi disse, converso amabilmente con la donna per tutto il tempo, il ragazzo invece era rimasto silenzioso ad osservare lo scorrere della strada in una posizione rigida quasi gelida. Ricordo che gli chiesi il perché di tanto nervosismo? Non scorgevo nulla di strano in quei due, forse il ragazzo era timido mentre la giovane era più estroversa, anche io stesso non ero certo un uomo socievole quindi potevo capire il giovane, il silenzio mi tranquillizza. Lui abbasso la voce e placido riprese rivelando che anche lui fino ad allora li aveva trovati solo strani ma nulla di più, però giunti al kilometro 43 il ragazzo gli aveva ordinato autoritario di fermarsi. Gordon aveva inizialmente esitato ma il giovane aveva ripetuto quasi robotico di fermarsi e così fece, prima di scendere l'uomo disse serio << La sua ombra si sta diradando >>. La donna a quelle parole inclinò la testa e squadrò Gordon con sguardo freddo quasi analitico ma poi riapparve veloce quel sorriso a solcare il volto << Ha le transaminasi alte, stia attendo durante la strada rimasta >>.  Un leggero respiro sfuggi dalle sue labbra tremanti, all'epoca non si era fatto molte domande su quelle parole, era molto più interessato al luogo dove li aveva lasciati dato che erano in mezzo al deserto e mancavano ancora 20 kilometri per giungere alla città vicina, con orrore notò che la ragazza sorrideva in quella maniera distorta camminando al fianco dell'uomo che canticchiava fischiando un motivetto malinconico mentre si dirigevano verso il deserto. Terminata la storia il suo volto si era sbiancato avvolto dall'orrore del ricordo e aggiunse piano che il mese successivo gli fu diagnostica la cirrosi epatica, io al contrario non ero per nulla sconvolto dalla sua storia. Forse Gordon aveva accennato ai suoi problemi con l'alcol o forse la donna era un dottore, inoltre si i due avevano un comportamento bizzarro ma io vivevo a New York che era la patria delle stranezze quindi mi limitai a fingere comprensione. Era ormai l'alba quando uscì da quel pub, mi beai dell'odore fresco della mattina e con simpatia salutai il mio nuovo amico. Dopo pochi minuti di cammino, fui richiamato da una voce profonda vicina << Ha da accendere? >>. Osservai curioso il ragazzo che silenzioso era apparso nella mia visuale, annuì di riflesso cercando nelle tasche il mio fedele accendino e glielo porsi, lui sussurro un flebile grazie prima di avvicinarlo alla sigaretta dimenticata sulle labbra rosa. Notai solo allora la ragazza al suo fianco che sorridendo ammise << Che fortuna averla incontrata >>.  Il suo sorriso era strano quasi distorto, la mia mente rievoco le parole di Gordon riguardati la strana coppia ma veloce scaccia quel pensiero e risposi educato << Felice di essere stato utile >>, l'accendino riapparve nella mia visuale, lo raccolsi e percepì una fitta di freddo al tatto, fu come essere punto da centinaia di spilli di ghiaccio sulla pelle. << Arrivederci >> saluto la donna e aggiunse sorridendo in quel modo strano ma piacevole << Mi scuso per lo spettacolo che vedrà. In compenso sua figlia avrà dei bellissimi occhi blu come quelli di sua madre >>. Confuso la fissai mentre raggiungeva il fianco dell'uomo che iniziò lentamente a fischiettare un motivetto malinconico, una serie di brividi si diffuse sotto la mia pelle ma cercai di ignorare i campanelli di allarme che si diffondevano nelle mie orecchie, le ultime parole forse le avevo immaginate, sicuramente era stato l'alcol che scorreva nel mio corpo a farmi travisare tutto. A passo lento mi avviai verso la mia macchina, ma prima di giungere notai con orrore una donna accasciata al bordo del marciapiede, quel giorno fu uno tra i più terrificanti della mia vita, tutt'ora mi rifiuto di passare ancora per quella periferia terrorizzato dall'idea di poter rivedere quel corpo ma soprattutto di incrociare quei due. Tre mesi dopo mia moglie partorì, mia figlia nacque sana e con due bellissimi occhi blu come quelli della mia povera madre....

 

   
 
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