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Autore: lulette    13/09/2022    3 recensioni
Dal capitolo 4
[Dei, l'aveva colpito. Così forte! Con tutta la forza che aveva. Aveva colpito quel viso così delicato, così fragile, come fragile era tutto di Merlino. Il suo corpo esile. Il suo cuore sensibile. Come aveva potuto colpirlo così?
Lui era da sempre il suo servo più fidato, il suo suddito più entusiasta ed era suo amico.]
["Che volete Artù?"
"Volevo chiederti perdono!"
"Vi perdono, ma sapete meglio di me che lo schiaffo di oggi non era per la risata" disse serio.
"Cosa vorresti dire?"
"Spiegatemelo voi, sire. Siete voi che siete cambiato nei miei confronti"
Di nuovo Artù si soffermò a guardarlo. Nudo sembrava ancora più fragile, ancora più indifeso ed ora che lo aveva vicino pensò che fosse un uomo incredibilmente attraente, sia per la sua nuova bellezza appena scoperta ma soprattutto per ciò che il ragazzo significava per lui.]
Raccolta di one shot dove oltre all'amore, l'elemento in comune è la presenza quasi magica dell'acqua.
Genere: Angst, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gaius, I Cavalieri della Tavola Rotonda, Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Bondage, Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Più stagioni, Contesto generale/vago
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Disclaimer: i personaggi di queste storie non mi appartengono, ma appartengono alla BBC, che volendo, avrebbe potuto farci sognare un po' di più.


INDICE della Raccolta:

 

La magia che c'è in te cap.1

Rating: verde

Genere: Introspettivo, Romantico

Note: Missing moments, What if?

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: prima stagione

 

Tutta colpa della natura: un giorno da "dimenticare"cap.2


Rating: arancione

Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico

Tipo di coppia : Slash 

Note: Lime, Missing moments, What if?

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: seconda stagione


Vendetta cap.3


Rating: giallo

Genere: Angst, commedia, Introspettivo

Tipo di coppia: Slash

Note: Missing moments, What if?

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: quarta stagione


Redenzione cap.4 

Rating: Arancione

Genere: Angst, Drammatico, Erotico, Introspettivo

Coppie: Slash

Note: Hurt/comfort, Missing moments, What if?

Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Violenza

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: quarta stagione


Pensiero stupendo cap.5

Rating: giallo

Genere: Commedia, Sentimentale

Tipo di coppia: Slash

Note: Missing moments, What if?

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: prima stagione


Apocalisse cap.6


Rating: arancione

Genere: Angst, Introspettivo, Romantico

Tipo di coppia: Slash

Note: Missing moments, What if?

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: terza stagione

 

Il desiderio più grande cap.7


Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo

Rating: arancione

Tipo di coppia: Slash 

Note: Hurt/confort, Missing moments, What if?

Avvertimenti: Lime, Contenuti forti, Violenza

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: Prima stagione, episodio 6


Masquerade cap.8


Rating: giallo

Genere: Angst, Introspettivo, Romantico

Tipo di coppia: Slash

Note: What if?

Personaggi: Artù, Merlino, Morgana, Gwen, Will

Contesto generale vago

 

Il dubbio cap.9


Rating: Arancione

Genere: Angst, Fluff, Introspettivo, Romantico

Personaggi: I cavalieri della tavola rotonda, Merlino, Principe Artù, Un po' tutti

Tipo di coppia: Slash 

Note: Missing moments, What if?

Coppie: Merlino/Artù

Contesto: contesto generale vago









 

3068 parole


La magia che c'è in te

 

 

   

 

 

 

 

 

Merlino era diventato valletto personale di sua altezza reale il principe Artù di Camelot solamente da un paio di mesi.

  

Il principe aveva spesso ripensato alla sera in cui il suo servo gli aveva salvato la vita dal pugnale della strega e non si capacitava di come Merlino, sicuramente intelligente ma altrettanto imbranato, fosse stato così veloce nel buttarlo a terra, appena in tempo. 

  

Forse Merlino aveva previsto il lancio del coltello prima di lui, ma Artù ricordava di aver visto la donna morente estrarre il pugnale e lanciarglielo: se non fosse stato per il servitore, sarebbe morto, inchiodato al suo trono da una pugnalata al cuore.

  

Inoltre non era mai successo che il lampadario cadesse dal soffitto, tanto meno in un momento così propizio ed esattamente su quella strega.

 

Troppe coincidenze.

  

Era molto grato al fato e soprattutto a Merlino per averlo salvato ma a pensarci bene la cosa risultava incredibile e si convinse che l'intera faccenda dovesse essere collegata alla magia, anche se non sapeva in quale modo.

  

Ma come spiegare il fatto che la magia, in quell'occasione, fosse stata così benevola con lui?

 

Forse era stato un caso, ma lui non lo credeva. Non era la magia, per sua nascita, sempre e soltanto malvagia? Non era questo che Uther gli aveva sempre detto, ogni giorno della sua vita, da quando ricordava di averne coscienza? Non erano gli stregoni e le streghe, come appunto la strega che lo voleva morto, tutti e indistintamente crudeli e ammaliatori e venefici?

  

Possibile che nemmeno uno di loro avesse un po' di buon cuore, che nemmeno uno avesse osato ribellarsi alla crudeltà del loro ruolo, per usare la magia con scopi benefici? Sarebbe stato meraviglioso!

 

Forse la magia era autonoma e possedeva un'aura negativa.

 

In questo caso gli stregoni non potevano esimersi dal diventarne schiavi e dall'utilizzarla solo per scopi infami.

  

O non era piuttosto la magia ad essere usata da stregoni che avrebbero potuto indirizzarla verso il male o verso il bene?

 

Aveva sentito tante storie legate alla magia nel tempo; alcune parlavano di guarigioni miracolose, di situazioni estreme che si erano risolte in un batter d'occhi, di catastrofi sventate all'ultimo secondo. La maggior parte però raccontavano di terribili calamità, esseri mostruosi, morti inspiegabili. Artù non sapeva più cosa pensare.

 

 

 

-------------

 



 

Quel pomeriggio di festa, dopo aver partecipato a lunghe e noiose cerimonie, Artù chiese a Merlino di accompagnarlo a vedere il mare. Si trovavano ospiti del principe di Suffolk, il cui palazzo distava poche miglia dal Mare del Nord.

  

Merlino riempì il proprio cavallo con otri d'acqua e un po' di cibo, poiché faceva davvero molto caldo quel giorno.

  

Il ragazzo dentro di sé era felice: non aveva mai visto il mare e chissà che avesse potuto fare anche il bagno. Lungo il tragitto Artù gli disse:

  

"Lascia che ti avverta di una cosa, perché sono un po' preoccupato per te. Dove stiamo andando ci sono scogliere altissime e pericolose, perché il mare al di sotto é pieno di scogli. E non vorrei, da idiota quale tu sei, che ti spiaccicassi contro di essi."

 

"Grazie Artù per la fiducia che dimostrate sempre in me!" disse Merlino sarcastico "Peccato, però, speravo tanto di poter toccare l'acqua".

 

"Sono già stato qui una volta, in passato e c'è un sentiero che può portarci fino al mare. In realtà é un sentiero un po' impervio e scosceso".

  

"Se starete vicino a me, non potrà succedermi alcun male. Al contrario di voi, io ho fiducia nel mio asino reale!"

 

Ad Artù scappò un sorriso. Il suo valletto era sempre un po' irriverente, ma il senso delle sue parole lo aveva toccato nel profondo.

  

Quando raggiunsero il mare, così azzurro e immenso, Merlino rimase a lungo a bocca aperta, senza parole, annusando l'aria salmastra e godendosi il vento che gli accarezzava il viso. Era estasiato.  

 

Artù sorrise e gli chiese: "La tua espressione mi dice che chiaramente é la prima volta che vedi il mare! Non é bellissimo, Merlino?" e tornando serio, si incantò anche lui a guardarlo.

  

"...Oh, sì! ...É ...bellissimo!" farfugliò Merlino commosso. Aveva gli occhi pieni di lacrime e se li asciugò velocemente con una mano. Odiava farsi vedere così da Artù: chissà quanto l'avrebbe preso in giro, ora. Il principe invece dimostrò di non essersi accorto di niente e Merlino gliene fu intimamente grato.  

 

Scesero dai cavalli posizionandoli presso alcuni alberi abbastanza lontani dalle scogliere.

  

"Aiutami Merlino, voglio togliermi l'armatura. Perché non mi hai ricordato di toglierla prima di partire? Fa così caldo!" gli disse il principe leggermente infastidito. 

  

Merlino aveva sgranato gli occhi, incredulo: "É ...é uno dei miei compiti? Non lo sapevo! Pensavo che se uno avesse caldo ...Starò più attento in futuro" rispose piegandosi sulle ginocchia e cominciando con lo slacciargli i gambali. Normalmente Merlino avrebbe risposto a tono, invece di tacere, ma non aveva nessuna intenzione di discutere con Artú col rischio di rovinare quello che sembrava poter diventare un così bel pomeriggio.

 

"Non c'è un elenco scritto dei tuoi compiti: per alcuni basta usare un po' di giudizio!"

  

Una volta tolta l'armatura Artù si stiracchiò: "Oh, così é molto meglio. Seguimi, Merlino, anzi, vieni! Voglio sfidarti ad una corsa: vediamo chi raggiunge prima le scogliere." 

Merlino alzò gli occhi al cielo: "Non credete che sia troppo facile per voi, Artù?"

 

"Ma, dai! É giusto per divertirsi un po'!"

  

"E va bene!" rispose il valletto, sospirando.

  

"Pronto? Uno, due, tre, VIA!"

 

I due giovani cominciarono a correre come due ossessi, alzando enormi nugoli di polvere dietro di loro. Artù era davanti, ma guardando di sbieco riusciva a vedere l'altro che stava sopraggiungendo. Artù strinse i denti, cercando di aumentare l'andatura, usando tutte le sue forze. Era pur sempre una sfida. Merlino iniziò a ridere e il principe, di rimando fece lo stesso, ma ormai era avanti di parecchio e quando giunse in prossimità della scogliera, si buttò a terra gridando:

 

"PRIMO!" e si voltò verso Merlino sorridendo con tutto il viso, ma il sorriso gli si congelò sul volto e impallidì in un attimo.

  

"Basta! FERMATI!" gridò verso di lui. Merlino stava rallentando, ma sarebbe riuscito a fermarsi in tempo?

 

Artù fece un balzo di lato quando Merlino lo raggiunse e lo afferrò per una gamba, gettandolo a terra.

  

"Ma che fai? Sei impazzito?" gli urlò in faccia Artù.

  

"Scusate ...grazie...grazie" sussurrò appena Merlino, senza fiato per la corsa e spaventato per il rischio appena passato.

  

Quando il servo alzò il volto su di lui, Artù provò un senso di tenerezza e la rabbia si dissolse in un attimo: era pieno di polvere e i capelli e le ciglia erano diventati quasi bianchi e gli venne da sorridere, soprattutto per il sollievo.

 

Si accorse solo allora che Merlino aveva una brutta abrasione sulla mandibola sinistra e che perdeva parecchio sangue.

 

"Sanguini... aspetta!"

  

"Non é niente, Artù!"

  

Il principe strappò un pezzo della propria tunica.

  

"NO!" urlò il servitore.

 

"Tanto la ricucirai tu!" ribatté Artù con ironia.

  

Il principe diede alla stoffa la forma di un quadratino e glielo mise dinanzi alla bocca:

 

 "Tira fuori la lingua, Merlino!"

  

Ma il servo si fece un po' indietro, aggrottando le sopracciglia. Artù alzò gli occhi al cielo e ribadì:

  

"La saliva disinfetta. Tira fuori la lingua o userò la mia saliva!"

 

Merlino, a quelle parole, aprì la bocca sporgendo in fuori la lingua e Artù vi premette più volte la stoffa sopra, perché si impregnasse bene di saliva e con essa tamponò delicatamente la mandibola ferita. Il servo era un po' lusingato e un po' imbarazzato mentre guardava il volto concentrato di Artù, da quella distanza ravvicinata. Gli sembrava un momento piuttosto intimo.

 

"Tutte queste premure che mi elargite così gentilmente, mi fanno ricordare mia madre: faceva così anche lei, quando da bambino mi facevo male. Solo che lei usava la sua saliva!" ridacchiò Merlino.

 

"Se é il tuo modo di dirmi grazie, lo accetto volentieri. Ed ora, se te la senti possiamo provare a scendere, ma io non so più se ne ho voglia."

 

Con la mano gli indicò una specie di sentiero:

 

"Il sentiero é quello lì, ma é peggio di quanto ricordassi. Tu cosa vuoi fare?"

 

A Merlino dispiacque molto vedere il principe così serio e cupo. Prima era così allegro e spensierato e si sentì in colpa: durante la corsa si stava divertendo un mondo e si era distratto, per cui non aveva valutato bene le distanze.

 

"Io vorrei provare. Se poi vedo che proprio non ce la faccio, posso sempre tornare indietro."

 

"D'accordo! Facciamolo allora!"

 

Cominciarono a scendere. Dei, erano veramente molto in alto e il mare era così lontano! Più che un sentiero vero e proprio, si trattava di un enorme mucchio di scogli da dover 'scalare' a ritroso.

 

Alcuni punti del percorso erano semplici, altri meno. Merlino si sentiva una sorta di damigella in pericolo a causa del comportamento del principe e quasi gli veniva da ridere.

 

Artù lo teneva ora per mano, ora per un gomito e più volte lo aveva fatto scendere dagli scogli più alti, prendendolo per la vita con entrambe le mani. 

 

Era davvero una sensazione piacevole per il valletto che non era abituato a farsi viziare in quel modo: si sentiva importante e protetto, ma poi pensò che Artù lo avrebbe senza dubbio fatto per chiunque altro, indifferentemente.

 

Se almeno non fossero stati così in alto.

  

Continuarono così per un lungo tratto, ma la discesa pareva non finisse mai.

  

Dopo essere discesi su un grande scoglio, si trovarono in una situazione particolarmente complicata. 

 

"Non so cosa sia successo, ma sembra manchino molti scogli: ci sarà stata una frana." Davanti a loro c'era un salto di circa cinque metri.

  

"Di qui é impossibile passare, proverò a passare di lato; vedo qualche scoglio dove potermi appoggiare, ma per ora fai andare me e non ti muovere!" disse il principe con autorevolezza.

 

"No, Artù, ... vi prego! Torniamo indietro!" disse il servo ansimante per la paura.

  

Ma il principe era già disceso nel dirupo, con Merlino che si era accucciato terrorizzato verso di lui.

 

"Risalite, vi prego!" Merlino si sentiva in colpa: era stata sua l'idea di raggiungere l'acqua del mare. Era stato uno stupido!

  

"Non aver paura, Merlino! So quel che faccio!"

  

E, come una beffa del destino, un istante dopo, lo scoglio dove Artù poggiava i piedi precipitò di sotto e lui non riusciva a trovare altri appigli. Si reggeva alle rocce solo con le mani e strisciava con le scarpe, lungo la parete liscia, non riuscendo a trovare un fermo per i piedi.

  

"Artù!" gridò Merlino completamente nel panico.

  

"Aiutami!" disse Artù con voce impaurita.

  

"Tenete la mia mano!" piangeva Merlino.

  

Artù si aggrappò alla mano di Merlino ma questi non riusciva a sostenere il peso del principe ed era avanzato pericolosamente con il busto sul dirupo.

  

"LASCIAMI!" urlò infine Artù.

 

"NO, MAI!"

  

E precipitarono entrambi in mare.

 

 

 

 

 

----------------

 



 

 

Artù riemerse dall'acqua 'Sono vivo!' pensò. 

 

"MERLINO!" urlò con tutto il fiato "DOVE SEI MERLINO?"

 

Passarono diversi secondi e il respiro del principe si bloccò. Si sentiva perso e stava sopraggiungendo il panico, quando proprio davanti a lui affiorò il viso di Merlino, che con la bocca aperta respirava avidamente l'aria.

  

Quando Merlino si accorse dell'altro dinanzi a sé urlò il suo nome e lo abbracciò con foga, portandogli entrambe le braccia ai lati del collo e cingendogli la testa con forza. Il principe era così sollevato e felice che gli restituì l'abbraccio con grande impeto, avvolgendo le braccia attorno alla sua schiena e stringendolo forte.

 

Rimasero per parecchi istanti così uniti e stretti poi Merlino, lentamente, si sciolse dall'abbraccio con un gran sorriso e guardandosi intorno disse: "Beh, avevo proprio voglia di fare il bagno!" al che Artù gli diede una lieve tozza sul coppino, ridendo.

 

 

 


-----------------

 

 

 

 

 

Artù non aveva visto gli occhi del suo servo illuminarsi, mentre cadevano. 

 

 

Artù non aveva sentito le strane parole che erano uscite dalla bocca di Merlino, mentre precipitavano. 

 

 

 

Artù non aveva visto gli scogli sotto di loro sparire all'improvviso, mentre stavano per entrare in acqua.

 

 

 

Eppure...

 

 

 

 

Erano sdraiati su degli scogli piatti e ampi e si asciugavano al sole.

 

Merlino si era appisolato e Artù a mente fredda pensava.

 

Dov'erano finiti gli scogli?

 

Poco prima di cadere in mare, c'erano scogli ovunque sotto di loro e invece quando erano arrivati in acqua, miracolosamente non c'erano più.

 

Ne era certo.

  

Erano soli.

  

Non c'era nessun altro. 

 

C'erano solo lui e Merlino.

  

Come spesso era avvenuto in quei due mesi.

  

E comunque quando succedeva qualcosa di strano, Merlino c'era sempre.

  

Dunque Merlino era uno stregone e possedeva la magia.

  

Non aveva più dubbi.

  

Forse era uno dei pochi stregoni al servizio del bene.

 

Forse quando diceva che il suo ruolo era quello di proteggerlo, non scherzava. Usava la sua magia per lui.

In quei due mesi Artù si era davvero affezionato al ragazzo, nonostante il suo modo di fare fosse talora impudente e petulante. Anzi forse proprio per questo si era legato al ragazzo ancor di più.

 

Essere trattato come un ragazzo normale aveva avuto su di lui effetti benefici: si sentiva più vivo, più ribelle, più umano, più compreso. Era una sensazione liberatoria e gratificante. Ed era anche piuttosto divertente.

 

L'unica altra persona che lo aveva trattato come un pari era Morgana, ma lei era sua sorella.

 

Come avrebbe reagito Merlino quando avrebbe saputo che lui conosceva il suo segreto?

 

Molto sarebbe dipeso dal modo in cui glielo avrebbe detto. Avrebbe dovuto rassicurarlo e tranquillizzarlo il più possibile.

 

Avrebbe dovuto trovare l'occasione giusta. Avrebbe dovuto fare in modo che Merlino arrivasse a fidarsi totalmente di lui. D'altronde non poteva pretendere che il ragazzo si fidasse di lui così tanto, dopo così poco tempo che si conoscevano. Essere uno stregone a Camelot in quel periodo e avere a che fare con Uther quasi quotidianamente stava a significare che Merlino era uno dei ragazzi più coraggiosi che avesse mai conosciuto.

 

Ma anche lui lo conosceva da poco, eppure gli aveva dato fiducia e gli dava fiducia anche ora che sapeva chi lui fosse veramente.

 

 

Si chiedeva perché Merlino glielo avesse tenuto nascosto. 

 

 

Forse temeva che lui avrebbe potuto tradirlo con qualcuno, primo tra tutti, suo padre.

 

Uther poteva mandarlo al rogo?

 

Sì, suo padre lo avrebbe sicuramente mandato a morte, non prima di averlo tenuto segregato e fatto frustare e torturare per farsi dire chissà cosa.

 

Non l'avrebbe detto a Uther. Era impensabile.

 

Non l'avrebbe detto a nessuno, perché avrebbe significato mettere Merlino in pericolo di morte.

 

E lui non voleva questo per lui.

 

Lui poteva dargli uno scappellotto sulla nuca o un calcio nel fondoschiena, poteva prenderlo a male parole, poteva lanciargli piatti e bicchieri, poteva mandarlo sicuramente alla gogna, e la prima volta l'aveva mandato persino in prigione, ma pensare a Merlino in balia del padre o di una folla inferocita o del boia gli provocava terribili brividi di paura.

 

 

'Potrei dirlo solo a lui, come un solenne patto segreto tra noi due. 

 

E se decidesse di scappare lo stesso?

  

É estremamente audace, ora posso dirlo, ma ...se non vedesse altra via di salvezza che la fuga? 

 

Non gli ho mai fatto capire che non la penso esattamente come mio padre sulla magia, almeno non in modo così chiaro.

 

Ma io non voglio che se ne vada!' 

 

 

Questo pensiero lo tormentava, anzi quasi lo soffocava, sia per quello che provava all'idea di passare i suoi giorni senza il suo valletto, sia per il motivo che provocava queste sensazioni angoscianti.

 

 

'Io lo voglio avere con me, al mio fianco.

 

Il perché forse non mi é ancora chiaro. 

  

Ci penserò poi.

  

Non può andare via adesso! Proprio adesso che ho trovato in lui una persona che mi fa stare bene, che mi rende felice, che mi tratta come un amico e come un ragazzo qualunque. E ... mi fa sentire a casa, ovunque siamo. Anche qui.

 

Quindi solo io saprò che possiede la magia? 

 

Troppa responsabilità sulla sua vita!

 

Non glielo dirò! Farò finta di non saperlo.

  

Dei del cielo, penserà che sono un idiota, per non essermi accorto di niente!

  

Ma non m'importa di questo. La verità é che ciò che mi dispiace di più è non potergli dimostrare la fiducia che ho in lui nonostante sappia che é uno stregone. Non solo, ma non posso dirgli che sono addirittura contento che lui sia un mago, un mago che fa un uso buono della magia!

 

Chissà se ha mai desiderato dirmelo: mi sarebbe piaciuto!

 

Non sa ancora quanto tengo a lui. Prima in acqua, quando ci siamo abbracciati, ho provato qualcosa che non avrei mai pensato di provare per un ragazzo, ma nemmeno per una ragazza.

  

O dei, guardatelo adesso: dorme sereno, ed é così bello!

  

Perché, Merlino,... perché sei nato uomo?'

 

 

 

Quasi come se si fosse sentito chiamare, il servo aprì gli occhi e Artù sentì il viso bruciare, a causa del disagio provocato dai suoi ultimi pensieri. Poi si riscosse e sorrise.

 

 

"Pronto per la risalita?"

  

"Dite che ce la faremo?" sorrise Merlino a sua volta.

  

"Se starai vicino a me, non potrà succedermi alcun male!"

  

Merlino fece una piccola smorfia, come se non capisse il senso di quelle parole.

 

"É quello che mi hai detto tu prima, Merlino!" ridacchiò Artù e continuò "Credo che tu sia una sorta di porta-fortuna, per me!"

 

"É la cosa più carina che mi abbiate mai detto" disse Merlino con un magnifico sorriso che scaldò il cuore di Artù. "In effetti prima siamo stati davvero fortunati!"

 

 

"Puoi dirlo forte! Dai, vieni. E cerca di tirare fuori un po' di energie" disse Artù incamminandosi verso la salita. "Non vorrai fare come quando scendevamo, che ti sei fatto trascinare in qua e in là, come una fanciulla."

 

"Avete fatto tutto voi, Artù! Però devo ammettere che era comodo."

 

Giunsero alle prime falde.

 

"Vai avanti tu, Merlino, così se cadi, posso prenderti!"

 

"Ma non avete detto che non avrei dovuto comportarmi come una donzella?" e si posizionò sui primi scogli, davanti al principe.

 

"Oh, non ti tratterò affatto come una donzella. Dovrai arrampicarti per conto tuo, con le tue manine e la sola forza delle tue braccia. E se non ti muovi, si dà il caso che ti spingerò su per il sedere. Cosa che non potrei mai fare con una ragazza!"

 

"Cosa?" Merlin si girò indietro a guardarlo, un po’ preoccupato.

 

"Magro magro, ma da quel che vedo, hai un sedere di tutto rispetto!" rise Artù.

 

Merlino spalancò la bocca: "Screanzato!"

   
 
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