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Autore: HellWill    15/09/2022    0 recensioni
{ Lista di Fanwriter pumpAU - i cui prompt sono qui: https://postimg.cc/TphPkFWB }
Siccome ho poche ship e le poche che ho sono Originali, ho deciso di utilizzare i miei setting e personaggi Originali (quindi NON il mondo reale) per ciascuna AU.
Genere: Fantasy, Omegaverse, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: AU, Raccolta, Soulmate!AU | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'Autore
Mi baso sulla lista di prompt di Fanwriter (tale lista si chiama pumpAU),
i cui suddetti prompt sono qui.
Siccome ho poche ship e le poche che ho sono Originali,
ho deciso di utilizzare i miei setting e personaggi Originali
(quindi NON il mondo reale) per ciascuna AU.

 

Pirate!AU
La Regina dei Mari Kanoriani

 
L’aria allegra era già densa nel covo: era pregna della puzza di sigarette appena rollate, e dell’odore del pesce cucinato nel retro. Si festeggiava, quel giorno: la flotta aveva ricavato un bel guadagno dalla vendita di tutte le merci rubate durante la settimana.
I gentiluomini del mare avevano acquistato parecchi alcolici con la propria parte dei proventi: il resto era da riferire, come sempre, alla Regina cui tutti loro dovevano la propria libertà.
Prigionieri di guerra, criminali, credenti di religioni diverse da quella Kanoriana, schiavi: tutti loro avevano solcato il mare in catene, e quasi tutti si erano uniti alla Regina di propria sponte. Servire qualcuno non era una novità, ma la Regina non aveva mai fatto mistero che oltre alla quota dovuta, ben poco altro sarebbe stato obbligatorio.
Chiunque di loro aveva ricevuto abiti puliti, pasti garantiti e una paga minima; poi, che alcuni pesci piccoli avessero in seguito abbandonato la nave – letteralmente o meno – non aveva influito neanche in minima parte sul successo delle operazioni della Regina e dei suoi sgherri più stretti.
Ma ciò era acqua passata: la flotta della Regina contava ben due vascelli da guerra, conquistati con gran fatica, e diverse navi ben più veloci e di pescaggio minore, adatte all’assalto delle navi mercantili più grandi.
Le previsioni delle Sciamane non facevano che confermare quella crescita esponenziale di forza lavoro, navi, e soprattutto denaro.
La Regina non era ancora arrivata al banchetto, a quel punto della serata. Il pesce era stato appena sistemato sui vassoi, dopotutto, e i contorni e il pane erano appena stati posti sui carrelli. Non c’era un vero ordine nelle portate, e dopotutto quei gentiluomini non erano così affini al galateo come si poteva pensare.
La maggior parte dei pesci medi era già ubriaca quando il suo tacco risuonò sulle assi di legno del covo. I pesci grossi si diedero un paio d’occhiate, e si alzarono nel momento stesso in cui Nahida comparve dall’oscurità, con solo una brace di una sigaretta accesa ad illuminarle gli occhi scuri, due pozzi d’infinita e calda oscurità.
I suoi tratti somatici erano tipicamente Kanoriani: zigomi alti, occhi a mandorla, pelle scura, capelli castano scuro e mossi, morsi dalla salsedine sulle punte. Qualche ruga per via dell’età che avanzava – e del sole battente – le solcava il viso. I pesci medi e quelli piccoli, che erano ancora seduti o abbarbicati su sedute di fortuna lungo le pareti della grotta – batterono i piedi sul pavimento di assi, di pietra o di sabbia che fosse, producendo un gran baccano a cui si unirono subito degli ululati.
Nahida sorrise: dopotutto, non a caso li si chiamava lupi di mare, no?
Li lasciò sfogare e festeggiare con quegli ululati e gli applausi e tutto il resto; poi sollevò una mano e chiuse il pugno. Un silenzio tombale calò improvvisamente nel covo nella grotta: pendevano dalle sue labbra al punto che persino i più ubriachi avevano una mano sul petto in segno di rispetto, con le bocche aperte come di chi aspetta solamente un ordine.
Nahida chiuse gli occhi, e li riaprì solo quando si sentì sgorgare le parole dall’animo; una frazione di secondo per molti… ma era stata fondamentale per lei, e per decidere cosa dire, e come dirlo.
Fu un discorso accorato, pieno di complimenti per le ciurme e i capitani delle rispettive navi che avevano portato i bottini in porti diversi, dimezzando così le loro probabilità di essere catturati; e infine, Nahida si ritrovò con il batticuore. Perché era così nervosa dovendo fare quell’annuncio?
«Infine… desidero farvi una confessione, e darvi una notizia».
I più ubriachi ormai avevano ripreso a bere: si erano beccati la loro dose di lodi, ed era quello che li interessava. I pesci grossi, invece, assottigliarono lo sguardo: non era una buona notizia, e non era una cattiva notizia? Era solo… una notizia?
«La confessione è che da tempo desidero fornire una qualche stabilità a questo regno fondato sul sangue delle nostre mani, sul sale del nostro sudore, sul vento che ci scorre nelle vene. Molti di voi sono stati liberati da questo regno. E molte altre catene continueranno ad essere spezzate, se solo… se solo una singola vita umana non fosse così breve» Nahida fece una pausa. «Ma la maggior parte di voi non è umana, e non posso aspettarmi che capisca. Per questo ho deciso che nominerò uno dei miei consiglieri più fidati come possibile successore, purché le altre persone mie fidate votino, come sempre, per la sua nomina» la decisione non fece scalpore: la Regina era sempre stata molto trasparente su tutte le proprie decisioni, ed esse erano votate dal Gran Consiglio.
«In ogni caso» riprese Nahida dopo qualche istante. «oggi non bevo alla vostra salute, o alla mia, per quel che vale. La notizia che volevo darvi è che aspetto un bambino. Tutti gli dèi sanno quanto ciò sia stato un evento atteso e voluto fortemente in questa comunità, e lungi da me imporre un destino a questo nascituro: se vorrà fare il contabile, che sia libero di farlo! Se invece vorrà continuare a lottare nell’eredità da me lasciata, che lo faccia! Quindi oggi beviamo alla salute di questo miracolo!» e grida di giubilo seguirono quell’affermazione, subito accompagnate da calici e boccali e gavette vari pieni e sollevati alla salute di quella persona ancora inesistente.
La serata proseguì senza intoppi: i cuochi di turno servirono i vassoi di pesce, quelli ricolmi di contorni di verdure caramellate e altre leccornie e infine persino quelli dei dolci; altri pesci piccoli, intanto, rifornivano le varie tavolate sparse di tabacco kanoriano e alcolici dei tipi più disparati.
Nahida si ritirò sulla propria nave a notte inoltrata, quando la festa era lungi dal finire – probabilmente si sarebbe esaurita soltanto alle luci dell’alba –; ma lei era completamente ubriaca, e sorretta dai suoi due amanti, riuscì ad arrivare fino al letto evitando di dare spettacolo strisciando.
«Non ho più l’età per questo tipo di bagordi» borbottò strascicando le parole, e Sanka rise di gusto.
«Chissà perché non hai detto di chi è il bambino» la sfotté, e Nahida inarcò un sopracciglio.
«Ho due mariti, solo gli dèi sanno di chi cazzo è questo bambino» rise sguaiatamente, e Sanka sorrise a trentadue denti.
«Ti ho già detto che adoro quando sei così… disinibita?» mormorò, facendo quasi scivolare casualmente quella parola sulla lingua, e Nahida si umettò le labbra, decidendo di stare al gioco.
«…no. Ripetimelo ancora».
«Ehy, voi due» li apostrofò Nilan. «Gatti in amore» li sfotté ancora, dato che i due non si erano girati. Ottenuto ciò, Nilan si pose le mani sui fianchi, completamente nudo. «Intendete includermi nel festino, oppure faccio da solo mentre vi guardo?» ridacchiò.
Sanka si passò la lingua sul filo dei denti superiori, sorridendo come un lupo che non vede l’ora di banchettare con la sua preda preferita.
«Non lo so, Nilan, tu cosa preferisci?».
«Sfondarti il culo a suon di cazzo, tesoro, lo sai» mormorò Nilan seducente: fra i due, il più dominante era decisamente Sanka… eppure provocarlo era così semplice da risultare quasi banale, alle volte.
Nahida si sollevò dal letto per iniziare a spogliarsi, ma le mani dei due elfi presto sostituirono le sue, dai riflessi annebbiati dall’alcol; e la notte proseguì fra ansiti, gemiti e urla di piacere, come solo tre amanti appassionati sanno dedicare l’un l’altro.

 

   
 
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