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Autore: Superluke29    17/09/2022    0 recensioni
[Elite Dangerous]
da dopo il fallimento della proteus wave e la distruzione della Salvation, l'agenzia anti-xeno Aegis invia segretamente i suoi migliori agenti per la galassia alla ricerca di indizi sugli alieni extradimensionali noti come Thargoid, per scoprire quando attaccheranno di nuovo e dove. Tony Stark e Steve Rogers, durante la loro missione che li porta ad oltre 2000 anni luce da casa, si ritrovano una inaspettata sorpresa che farà cambiare rotta alla loro missione e alle sorte dell'intera umanità
Genere: Avventura, Mistero, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Settembre. Anno 3308, regione galattica del Sanguineous Rim, nei pressi del settore Oochorrs.

“FrameShift in cooldown, 34esimo salto completato, ne restano altri tre e saremo arrivati alla presunta destinazione”. La voce metallica di Jarvis risuonò nella cabina di pilotaggio della ASP Explorer Curious Wanderer, la nave di punta per l’esplorazione galattica creata dalla Lakon Spaceways e dall’iconica forma romboidale. Con i suoi oltre 56m di lunghezza e le sue 280 tonnellate di stazza, era la seconda nave più veloce della galassia capace di attraversare oltre 60 anni luce di spazio in un solo balzo e con un limitato consumo di carburante. A bordo, il capitano Steve Rogers, Elite IV nel rango di esploratore e combattente, guidava la nave nella sua missione col suo copilota Tony Stark, Elite II come esploratore ed Elite V nel combattimento spaziale.

“Molto bene, ci restano pochi salti prima di raggiungere la nostra destinazione e potremo iniziare il nostro lavoro”. Le dita del capitano Rogers scivolavano rapide lungo i quattro monitor virtuali della nave, mentre con la mano sinistra manovrava il vascello a velocità luce affianco alla stella per mettersi in rotta con il prossimo obiettivo. “Sicuro di non volerti fermare a fare una visitina a questi pianeti?” Esclamò Stark dalla sua postazione di copilota, posizionata un piano più sotto a quella del capitano. “Alla Aegis farà piacere qualche informazione extra sulla zona. Non so, potrebbero inserirla in qualche guida turistica, so già come chiamarla Lune Ghiacciate tutte uguali dalle Pleiadi a Oochorrs.” L’ironia del copilota era difficilmente compresa in quella nave e spesso l’ambiente gelido si confondeva con il freddo vuoto dello spazio. Ci fu un lungo momento di silenzio che lasciò perplesso Stark mentre continuava ad armeggiare con lo scanner planetario ad ampio spettro. “Devo ricordati che Aegis è stata ufficialmente sciolta lo scorso gennaio? Stiamo svolgendo un lavoro sotto copertura da dopo che la Salvation ha fallito il suo tentativo di distruggere i Thargoid” Rispose seccato il capitano mentre continuava a manovrare la nave attorno alla stella così da raccogliere quanto più carburante possibile per il viaggio. Naturalmente Stark non ci mise molto a controbattere: “Si beh, hai ragione eppure Aegis esiste ancora e con ciò che scopriremo sicuramente tornerà in auge. Le tre superpotenze galattiche non staranno con le mani in mano e avranno bisogno delle informazioni contenute nei server di Delphi per poter avere qualche chance di combattere i Thargoid e poi, nessuno ci sta spiando giusto? Jarvis, sei forse una spia dell’imperatrice?”, “no signore, sono solo il computer della nave addetto ai calcoli quantici e agli avvisi. Ogni mio ten-“ la voce del computer si interruppe, spenta dal capitano ormai seccato e stanco del viaggio. Anche Stark cominciava ad accusare i segni della stanchezza e desiderava veramente tanto poter fare quattro passi fuori da quella scatola per sgranchirsi le gambe e l’occasione ci fu: lo scanner rivelò un punto di interesse su di una luna del secondo pianeta, un gigante gassoso di idrogeno. Un cenno al capitano, uno sguardo allo schermo e la nave virò rapidamente verso la luna mentre l’autopilota veniva inserito.

Furono pochi secondi di totale silenzio, in cui solo il ronzio del supporto vitale e dei propulsori supercruise ruppero quello status di trance che accompagnava l’equipaggio verso la nuova meta. Di solito non erano così tesi o concentrati, eppure in quel caso c’era qualcosa di diverso. Troppe cose non tornavano dall’inizio dell’anno: Aegis, l’agenzia non governativa che raccoglieva le migliori menti di Federazione, Impero e Alleanza, era stata sciolta dopo cinque anni di attività sul campo. L’agenzia era composta da Xenobiologi, scienziati, archeologi e astronomi provenienti da tutta la Bolla. Per anni hanno portato avanti studi sui Thargoid, l’unica forma di vita aliena senziente che in mille anni di espansione galattica l’umanità abbia mai incontrato. L’agenzia venne fondata nei pressi della nebulosa delle Pleiadi, luogo delle prime apparizioni aliene, con lo scopo di monitorare i movimenti di questi esseri. A seguito di un cospicuo aiuto finanziario da parte delle Federazione, Aegis ottenne anche il permesso di difendere i sistemi limitrofi e di attaccare gli alieni che tentavano di sconfinare nei territori controllati dagli esseri umani e così, fino a maggio 3307 Aegis divenne un punto di riferimento per la difesa contro i Thargoid fino alla scomparsa della Alexandria, una nave madre di vitale importanza, la quale trasportava una quantità non indifferente di artefatti e informazioni circa gli alieni.
 
A seguito di questa enorme perdita, l’impero, la Federazione e anche l’Alleanza decisero di smantellare Aegis e di tagliare tutti i fondi all’organizzazione. I suoi spazioporti divennero indipendenti e ogni tipo di informazione contenuta nei server venne sequestrata; o almeno così riportavano i giornali.
Per mesi Aegis lavorò nell’ombra, spostando continuamente il suo quartier generale mobile e infiltrando i suoi agenti e scienziati nei cantieri navali e laboratori delle tre super potenze, il progetto Proteus, di fatto opera di Aegis, venne completato dagli scienziati della Azimuth Biochemicals e messo in pratica sulla Salvation, una nave a tutti gli effetti di Aegis. Ignari che gli scienziati ormai privati del loro titolo si erano infiltrati nel nuovo progetto Proteus, Aegis spinse la Azimuth ad utilizzare la Proteus Wave presso HIP 22460, un sistema ad elevata attività Thargoid. Durante l’agosto del 3308, centinaia di piloti indipendenti aiutarono la Salvation coi preparativi, difendendola dagli innumerevoli assalti alieni. L’8 agosto, in diretta su tutti gli schermi della Bolla, la Salvation lanciò il suo attacco senza però alcun effetto. I Thargoid non vennero sconfitti ma anzi divennero ancora più forti, Salvation venne distrutta assieme a due mega navi della federazione, innumerevoli piloti persero la vita e l’intero sistema divenne interdetto a causa delle enormi quantità di radiazioni caustiche che le navi Xeno avevano sparso.

Questa rovinosa sconfitta fece piombare l’umanità nell’ombra ma non fece cambiare idea alle super potenze che tennero Aegis offline e chiusa a qualunque attività xenologica e così, Nick Fury, capo di Aegis decise di fare a modo suo ed iniziare ad indagare sull’origine dei Thargoid, su quali errori sono stati compiuti col progetto Proteus, quando sarebbero apparsi di nuovo gli alieni e dove. Con migliaia di piloti indipendenti che vagavano per la galassia, non era difficile reperire informazioni interessanti di scoperte o artefatti e così, in data 5 settembre, la Curious Wanderer venne mandata nel Sanguineous Rim a oltre 2000 anni luce da Sol per investigare circa un avvistamento di una strana anomalia mai vista prima d’ora. Naturalmente i piloti indipendenti, non avendo le conoscenze o gli strumenti per comprendere, si limitano ad osservare; le superpotenze, invece, sono troppo impegnate a battibeccare tra di loro per poter indagare e così si crea l’ambiente perfetto per agire indisturbati.

Gli occhi di Tony brillarono: “eccolo la, lo scanner di dettaglio superficiale ha identificato un segnale radio, 30 gradi latitudine nord, 85 gradi longitudine sud”. Non fece in tempo a terminare la frase che la nave piegò bruscamente a tribordo gettandosi in direzione della fonte del segnale. “Volo orbitale attivo, suggerisco di ridurre la velocità di 005” disse Jarvis mentre sullo schermo apparvero gli indicatori di altitudine e inclinazione mentre un messaggio di allerta alta velocità apparve sulla destra. Il capitano Rogers manovrò con eleganza mentre la Explorer iniziava la discesa verso quella piccola luna ghiacciata. Da quella distanza la vista era meravigliosa, quel sole senza nome era appena nascosto dal gigante gassoso la cui atmosfera brillava di luce verde lungo tutto il perimetro superficiale del corpo celeste. Nel giro di pochi istanti però, la stella si nascose completamente alla vista e la nave volò verso la zona oscura del satellite. Subito vennero attivati i fari frontali e la visione notturna, per un atterraggio più sicuro; la velocità calò sempre di più sotto l’effetto gravitazionale e quando venne raggiunta l’altitudine giusta, la nave uscì dalla SuperCruise in modalità planata. Quella fase era la più critica dell’atterraggio: il vascello era in totale balia degli effetti gravitazionali, il metallo dello scavo tremava e cigolava mentre scendevano rapidamente ad oltre 2km/s di velocità. “glide completato” esclamò Jarvis mentre un suono di propulsori portava la nave ad una velocità aerea più confortevole. L’equipaggio sciolse la tensione a favore della curiosità: l’oscurità del pianeta non permetteva di vedere l’oggetto non identificato sulla superficie ma in breve tempo furono a pochi chilometri di distanza. “Sembra un qualche tipo di satellite, sicuramente di manifattura umana. Magari qualche sfortunato pilota” Disse Tony. “Mi preparo all’atterraggio, estraggo i carrelli e prepariamoci allo sbarco, forse riusciamo a recuperare qualche cache di dati o scatola nera” Rispose Steve mentre faceva scendere la nave a poche centinaia di metri dal luogo dello schianto. In pochi istanti, la nave atterrò e il ronzio dei motori cessò mentre la scala per la discesa venne calata e i due uomini si prepararono.
“Mi raccomando, occhi aperti e niente mosse azzardate” Disse Steve verso Tony che era avvezzo a manovre avventate, motivo per la quale non era ai comandi della nave. Lui annuì un po’ vagamente mentre metteva il casco della sua tuta Maverik e si avviava verso la camera di equilibrio.

Il portello esterno si aprì e i due saltarono giù in una discesa lenta e dolce dovuta alla bassa gravità della luna. Di fronte a loro, grazie ai fari della nave, si stagliava il relitto di una nave, probabilmente una Anaconda della Faulcon Delacy. Era riversa su di un fianco, con molti rottami nei dintorni e una lunga scia di trascinamento con segni di bruciature. Non ci volle molto per capire che si era schiantata rovinosamente al suolo; tuttavia, i danni riportati erano difficili da associare allo schianto o ad un eventuale attacco e solitamente una nave di quella stazza non cadeva così facilmente al suolo.
“cominciamo a cercare, Tony te fai il giro da destra, io da sinistra. Vediamo se c’è un accesso all’interno della nave o se troviamo eventuali gusci di salvataggio” Steve Rogers era fin troppo abituato a questo genere di cose. Si era diplomato all’accademia per piloti col massimo dei voti ed era entrato subito nell’aviazione della Federazione di Zachary Hudson. Aveva servito in moltissime battaglie e scene come quelle erano alquanto normali seppur strazianti.
Tony Stark, invece, era un inventore e un giramondo. Non aveva una dimora fissa e neanche un vero e proprio leader. Ingegnerizzò lui stesso la sua prima DiamondBack Scout e si lanciò all’esplorazione delle stelle mappando oltre cento sistemi sconosciuti. Anche per lui era solito trovare oggetti insoliti sui pianeti: satelliti pirata, depositi di contrabbandieri e anche navi schiantate, ma li in quel posto era qualcosa fuori dal comune anche per lui.

Il relitto della nave giaceva su di un fianco, come una balena spiaggiata, le radiazioni avevano consumato la vernice, un tempo di un argento scintillante con bande rosse e oro. Si potevano vedere ancora alcune delle scritte lungo le piccole ali laterali che recitavano il nome della nave Ruby Rose. In mezzo a quel silenzio glaciale, con in sfondo la Via Lattea come unica fonte di luce, il relitto della Anaconda appariva estremamente fuori posto, in un luogo privo di tempo e di qualunque forma di vita. In quel momento Rogers si domandò chi fosse il capitano, se ci fosse anche qualche membro dell’equipaggio malgrado una nave di quella stazza si potesse pilotare da sola, quali sono state le cause di quello schianto proprio su quella luna desolata e cosa avrà pensato il comandante una volta appurata la situazione irreparabile in cui verteva la sua nave (ammesso che fosse sopravvissuto allo schianto). Allontanò questi pensieri dalla mente, doveva restare lucido e allerta, potevano esserci trappole esplosive o una fuoriuscita di radiazioni che li avrebbe potuti ferire.
“Stark mi ricevi? Sono arrivato alla prua della nave e nulla di anomalo da segnalare, dall’altro lato c’è la pancia e l’accesso alla stiva, vediamo se possiamo entrare da li.” Nessuna risposta. “Stark, mi ricevi?” erano troppo lontani per apparire sul radar del casco e il lato opposto della nave era illuminato solo dalle stelle in cielo, una delle quali avrebbe anche potuto essere Sol. Decise di proseguire all’ombra della nave, se Stark avesse avuto un malfunzionamento del suo trasmettitore, lo avrebbe ugualmente visto tramite la torcia e così si avviò. Da quella prospettiva riuscì a vedere la pancia della Anaconda. Il portellino del cargo era intatto e pure le vetrate laterali non avevano subito danni. C’erano segni di schianto sulla fiancata e parte della verniciatura era andata via lasciando il posto a profondi solchi, ciò lasciò intuire che la nave non fu attaccata mentre era in volo ma che si schiantò li per qualche malfunzionamento.

Era immerso nei suoi pensieri quando la voce di Jarvis lo interruppe “Capitano, ho provveduto a fare una scansione accurata di tutto lo spettro radioattivo in un raggio di 50 chilometri dalla mia posizione e, dovrebbe vedere questo” Un grafico apparve sul visore del casco di Steve “Come vede i miei sensori hanno rilevato particelle non identificate esattamente sopra il relitto della Anaconda, inoltre parte di queste particelle sono ancora presenti sul relitto e nell’area circostante dove vi trovate ora” Distolse lo sguardo dal grafico mentre guardava ai suoi piedi. Gli si gelò il sangue nelle vene, erano troppo intenti ad indagare sul relitto che non si era accorto dei dettagli che aveva sotto il naso, o meglio i piedi: il ghiaccio era solcato da sottili linee ondulate a formare una sorta di spirale concentrica esattamente al centro del relitto e, aguzzando bene la vista, si poteva notare che i sottili solchi, dello spessore di non oltre un centimetro, brillavano di una leggerissima luce verde smeraldo. “Oh no” Esclamò mentre faceva cadere le braccia lungo i fianchi. Non erano pronti per quel tipo di incontro.
   
 
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