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Autore: Guido    23/09/2022    0 recensioni
Ormai è ufficiale: Voldemort è tornato. Il Mondo Magico si prepara per la guerra. Harry è ancora alle prese con la morte di Sirius, da cui solo Ginny lo riesce a distrarre. Invece, Draco Malfoy diventa un Mangiamorte, ma le cose non vanno come sognava: ben presto, deve capire se Voldemort lo voglia morto e se suo padre stia tradendo, ma non può più fidarsi neppure della sua stessa memoria. Mentre gli avvenimenti incalzano, i due arcinemici di Hogwarts intrecciano una corrispondenza che avrà conseguenze profonde per entrambi...
NOTA: l'OOC è cautelativo, ma un po' tutti i personaggi si trovano a manifestare lati del loro carattere poco visibili nel canone
Genere: Angst, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Harry/Ginny
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Da Mangiamorte a...'
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“Amor di fenice”

“Amor di fenice”



Ringraziamenti:
Riprendo la pubblicazione dopo un'altra pausa pluriennale, del tutto imprevista, ma in mia difesa devo pur dire che un po' troppi progetti sono andati a contendersi il mio tempo libero, già scarso di suo. Se non altro, questa storia si dimostra resiliente, nel senso che prima o poi riesce sempre a farsi di nuovo strada nei miei pensieri... e a volte perfino nelle mie attività!
E con questa, tutte le mie vecchie long sono di nuovo in cammino. Strada, anzi, attesa facendo se ne sono pure aggiunte altre. Speriamo bene.
Pally93: La volta scorsa davo per scontato che avresti visto da te che la storia era stata aggiornata (come infatti è accaduto), ma questa volta ti ho avvertita subito, anche perché sei l'autrice del ritorno di fiamma! (L'onore al merito va reso pubblicamente, quindi... gentile pubblico, un applauso!)
Sì, hai ragione su Ginny, c'è una tendenza a farne un cliché che la Row non approverebbe, visto che si è impegnata a darle un carattere forte; ma i personaggi secondari sono sempre penalizzati da quello che potremmo definire “Harry-centrismo” (duplice, nel senso che il punto di vista è quasi sempre il suo e che il ragazzo resta mooooolto concentrato su sé stesso). Vedremo che accadrà a questa coppia nel corso della fic, ma di sicuro non sarà una storia da Mulino Bianco: non lo sarebbe in generale, dati i miei gusti, figuriamoci poi con una guerra di mezzo.
_deleted: Effettivamente, il capitolo scorso era incentrato sulle turbe adolescenziali, ma questo riprende il filone ministeriale, getta anche un po' di luce sulla situazione dei Malfoy e fa il punto, se non altro, su ciò che “i buoni” pensano di sapere sui piani dell'Oscuro Signore. Non so se riuscirò a gestire tutta la carne al fuoco, ma lotto valorosamente con il braciere! E anche con i quarti di bue.
Un'ultima notazione preliminare: questo capitolo deroga all'ordine cronologico e torna indietro; accorpa tre colloqui tra Silente, Rufus e Amelia, il primo dei quali segue di una settimana appena il deposito della sentenza dell'Alta Corte di Disciplina, creando il retroscena per la dichiarazione di colpevolezza della Umbridge che compare in “Attacco a Hogsmeade” (capitolo cronologicamente posteriore alla scena). Il secondo colloquio, invece, ha luoo il 4, dunque il Lunedì successivo alla battaglia, e serve a discutere gli sviluppi immediati. Il terzo, infine, fa il punto della situazione dopo che Draco è stato rispedito a casa e la
Gazzetta ha pubblicato il famoso gufo di rettifica a firma congiunta.
Con l'occasione, ho dovuto chiarire un po' meglio la cronologia, anzitutto a me stesso (e andare a correggere la data dell'articolo incriminato in “Et nunc manet in te”); ma a questo proposito rimando alle note finali, in quanto non mi sembra un aspetto fondamentale per l'immediata comprensibilità del capitolo.



Well the music is your special friend
Dance on fire as it intends
Music is your only friend
Until the end
Until the end
Until the end!

[J.M., When The Music Is Over]



«Qualche idea su cosa voglia dirci Amelia, Rufus?» chiese Silente, mentre l'ascensore saliva.
«Neanche mezza, temo.». Non era del tutto vero, ma preferiva non esporsi in anticipo; e comunque non sapeva nulla di preciso.
Il Preside, nonché Stregone Capo, nonché Supremo Pezzo Grosso e un mucchio di altre cose ancora, rimase in silenzio per il resto del tragitto, assorto – almeno in apparenza – nella contemplazione dei promemoria che svolazzavano intorno alla luce, oppure entravano o uscivano.
Come furono usciti al Primo Livello, un rullo di tamburi prese ad echeggiare tra stanze e corridoi.
Scrimgeour sorrise sornione: non se la voleva proprio perdere.
Silente si guardò intorno, perplesso, mentre il rullo si faceva sempre più intenso; poi, al culmine del crescendo, tacque un istante e fu sostituito dall'inconfondibile sibilo di un incantesimo.
La bacchetta del Preside fu nelle sue mani in un batter d'occhio, ma non si palesava alcuna magia o altra minaccia.
Mentre quei penetranti occhi azzurri, ora offuscati da un'inconsueta ombra di perplessità, si volgevano verso l'Auror in cerca di spiegazioni, il sibilo cessò e, accompagnata solo da un leggero pizzicar di chitarra, una voce sommessa, come trattenuta, attaccò a cantare piano:

«Il Maaaarchio Nero bri-illaaaa...»

La bacchetta nuovamente riposta, il brillio arguto tornato a scintillare nello sguardo, Albus Silente si ritrovò intento ad ascoltare.

«...sulla casa del mio amooooreeee...»

Un accordo di chitarra in tono minore e un rombo di bassi sottolinearono la conclusione del “diminuendo”; la voce tacque, mentre lo strumento a corda proseguiva in rade note meste.
Ma di colpo... un Plonnn.
Una sola nota vibrante in mezzo alla delicata tristezza della chitarra; eppure, bastava a riscuotere, a destare l'attenzione.
Ad infondere coraggio.
Plonn-plinn-plonn... Altre note cominciavano a levarsi, a comporre un'armonia, mentre gli accordi in tono minore svanivano. Il ritmo era lento, ma la musica riusciva a trasmettere un senso di urgenza. Eppure, improvvisamente, cominciò a scemare.
Tacque.
Un lungo istante di silenzio.
Boom. Il colpo di tamburo fece sussultare Silente.
Boom.
Boom.
Al terzo colpo, le note vibranti tornarono a farsi udire e, stavolta, scrosciavano come una cascata; si aveva l'impressione che qualcosa di gigantesco stesse raccogliendo le forze, o rialzandosi da terra dopo una sconfitta. Bassi, tamburi e chitarra le accompagnarono in un crescendo e, al fortissimo, la soprano spiccò il volo, ora inconfondibilmente Celestina Warbeck:

«...ma il mio cuore batte anco-ora,
ma il mio cuore spera anco-ora,
ma il mio cuore ama ancoooraaaa!
»

Fermo in mezzo al corridoio, Silente fingeva di dirigere l'orchestra e aveva l'aria di divertirsi un mondo.
La musica calò di intensità e di tono, si fece riflessiva, ma non triste.

«E se tu, amore mio,
più da me non tornerai,
e se tu, amore mio,
nella terra fredda giacerai...
Giaceraiiiiiiii...
» Un nuovo crescendo, mentre la voce di Celestina, vocalizzando su quella -i, scalava due ottave.

«Il mio amore è più forte, il mio amore è più grande
e ti ritroverò in ogni luogo e in ogni istante
e lotterò! E lotterò! E vivo ancora, ancora, anco-oraa...
vivo a casa ti riporterò!
»

Il coro si unì a Celestina nel ritmo tambureggiante del ritornello.

«He-heee, he-he he-he-heee
He-he-hee, he-he, he-he-he,
Amor di feni-iiice!
Amor di feni-iiice!

Le mie lacrime amore, le mie lacrime il mio dolo-oree,
he-heee, he-he he-he-hee
he-he-hee, he-he, he-he-he,
anche morto ti guariranno,
ognor da me ti riporteranno!

He-heee, he-he he-he-heee
He-he-hee, he-he, he-he-he!
»


«Albus.» Amelia lo accolse con un sorriso stanco. «Scusa se ti ho mandato a chiamare così presto, dopo il nostro ultimo incontro, ma davvero ci sono tante cose...»
«Amelia, ci mancherebbe. Oso sperare che, per qualche ora, Hogwarts possa restare in piedi anche senza di me. Ti spiace se, intanto, io e Rufus ci accomodiamo?» Al suo cenno di assenso, Evocò senz'altro un paio di ampie poltrone.
«Silente ha sentito il nostro nuovo “motivetto motivazionale”» la informò Scrimgeour.
«E mi è piaciuto molto» aggiunse il vecchio Preside, con il consueto luccichio birichino nello sguardo. «Non pensavo che avresti preso così alla lettera il mio suggerimento su Celestina Warbeck... e non oso immaginare quanto debba esservi costato ingaggiarla!»
«Oh, era un buon suggerimento e, semmai, ci è costata parecchio la registrazione del canto della fenice: capirai, sono uccelli tanto rari... Celestina, in effetti, all'inizio era piuttosto restia all'idea di esporsi direttamente in questa guerra, ma devo dire che i Galeoni non le interessavano per niente. Dopotutto, le iniziative benefiche le piacciono.»
«Ah, lo so. Quando faccio la doccia, metto sempre la sua versione dell'inno del Puddlemere United: lo canta molto meglio di me.»
Perfino Rufus rise all'idea del più grande mago del mondo che si insaponava al ritmo di Celestina Warbeck... e provava pure ad imitarne i vocalizzi!
«Grazie, Albus. Ci voleva un momento di allegria. Purtroppo... gli argomenti della riunione non sono allegri.»
Ogni traccia di ilarità scomparve all'istante.
«L'Alta Corte di Disciplina ha fatto il suo lavoro, il Ministero è più pulito e, anche se non mi azzardo a credere che abbiamo fatto piazza pulita di tutti i possibili simpatizzanti dei Mangiamorte, certo ce ne siamo tolti di torno un bel po'. Inoltre, “Amor di Fenice” sta rialzando il morale di quasi tutti... e gli Auror indagano sugli altri.»
«Purtroppo» intervenne Scrimgeour, funereo, «al momento è la pista più concreta che abbiamo.»
«Già. Fine delle buone notizie.»
«Prima delle notizie cattive» riprese il Direttore dell'Ufficio degli Auror, che pareva avesse preso gusto alla parte del pessimista: «finora non abbiamo trovato nulla di concreto sul conto di nessuno. Magari, semplicemente non sono fan di Celestina.»
«Alastor Moody ha minacciato di staccarmi la testa, se avesse sentito ancora una volta quei gorgheggi» assentì gravemente Amelia. «Ma è stato tre giorni fa, quindi suppongo che il mio discorsetto lo abbia convinto... più o meno.»
«Potreste sempre arruolare anche le Sorelle Stravagarie, Lorcan d'Eath e chiunque altro vi riesca di immaginare.» Notizie cattive o no, Albus aveva l'aria di divertirsi un mondo.
«Non esageriamo: mi pare che una canzone sola basti, per adesso. Anche perché Celestina non ci è costata uno Zellino, però ha voluto un paio di Auror ad ogni concerto.»
«Perlomeno, i biglietti sono in omaggio» sospirò Rufus. «In effetti, ne ha mandato un pacco da cento. Secondo voi, sta cercando di suggerirci qualcosa?»
Risero tutti. Ma Amelia tornò seria in fretta.
«C'è un'altra questione, Albus, e ho preferito sentire il tuo parere prima di deciderla.» Un respiro profondo. «Dolores Umbridge.»
Quegli occhi azzurri scintillarono di attenzione, senza più la minima ombra di divertimento.
«La sua nomina a Preside è stata annullata con effetto retroattivo, quindi, legalmente, non è mai esistita. Neanche il suo ritratto entrerà mai in quello studio... il tuo studio, Albus.»
«Mi pare il minimo, Amelia» commentò Silente con una certa freddezza. La Bones decise di ignorarlo e proseguire imperterrita.
«Nondimeno, la maggior parte delle sue azioni a Hogwarts è stata approvata – prima o dopo il fatto – dal mio predecessore. Ora, so che Caramell ti ha fatto passare un anno di inferno... ma, non appena ha ammesso di aver torto, si è dimesso, ha rinunciato a restare nel Wizengamot, ha perfino riconsegnato quel suo ridicolo Ordine di Merlino, Prima Classe. Insomma, ecco, si è mostrato più corretto e onesto di quanto mi sarei aspettata. Io non andrei a rivangare o discutere la misura delle sue responsabilità per la tua destituzione, o per la nomina di Dolores, o per i tentativi di riformare Hogwarts.»
Le palpebre di Silente erano strette a fessura. Forse per questo Rufus si sentì in obbligo di interloquire.
«Caramell non è mai stato uno dei più furbi e, nel corso dell'ultimo anno, ha dimostrato di avere il cervello di un troll particolarmente fesso. Ma mi giocherei comunque la testa che non è un Mago Oscuro.»
«Un corrotto, forse» aggiunse Amelia stancamente.
«Forse, ma anche no. Ha intascato un bel mucchio d'oro da personaggi come Lucius Malfoy, questo è vero; ma, in fin dei conti, avrebbe comunque concesso il proprio appoggio alle diverse cause che sostenevano.»
«Troppo fissato con l'orgoglio di essere maghi, troppo affascinato dalle antiche famiglie...»
«Scusatemi» li interruppe Silente «ma state difendendo Caramell, quando mi pareva che il problema fosse la Umbridge.»
Gli altri due si guardarono.
«Allora sei d'accordo, Albus? Lasciamo in pace Cornelius?»
«Amelia, non è mai stato davvero mio nemico, figuriamoci il vero nemico. Anzi, se vuoi sapere la mia, credo che, per il suo errore, stia già scontando la peggiore delle punizioni: vivere con la consapevolezza dei danni causati, delle morti che si sarebbero potute evitare...»
«Non lo invidio di sicuro» rabbrividì Rufus.
«E io ancor meno, ma se volessimo tornare al punto....?»
«Certo, certo, Albus.» Amelia, improvvisamente nervosa, si schiarì la voce. «A parte lo svolgimento di fatto delle mansioni di Preside e a parte il suo ruolo nella pretesa “riforma” di Hogwarts, contro Dolores resta soprattutto la condotta verso Harry Potter.»
«Già. Puoi immaginare, Amelia, come mi sia sentito quando ho scoperto che, per colpa di quella donna, il ragazzo si porterà per sempre dietro la scritta Non devo dire bugie
«L'ho saputo.» La bocca del Ministro si contrasse. «E mi disgusta dirlo, ma il fatto che Potter si ritrovi quella cicatrice sulla mano... be', è perfettamente legale.»
Gli occhi di Silente si spalancarono di scatto. «Cosa?!»
«Purtroppo è così. Quando sono state soppresse le punizioni corporali più gravi, come le frustate o le catene, si è voluto lasciare comunque agli insegnanti il potere di infliggerne di più lievi. So bene che di fatto non usano questo potere, ma ciò, ovviamente, non cambia i termini della legge. Quindi, siccome il danno permanente di Potter si limita ad una cicatrice neanche troppo visibile...»
Il Preside, pur livido in volto, era tornato calmo. «Ti prego di scusarmi, Amelia. Naturalmente ricordo la legge in questione, ora che mi ci fai pensare, e purtroppo devo concordare con te: non ci sarebbero i margini per far condannare Dolores.»
«Tutto sarebbe molto più semplice, Silente, se solo potessimo ristabilire il Tribunale della Legge Magica. Lo sai tu, lo so io, lo sa Amelia. Cosa stiamo aspettando?»
«Ne abbiamo già parlato, Rufus, e la mia risposta resta sempre no. Non intendo far riaprire il Tribunale speciale di Crouch solo perché questo potrebbe far andare come voglio io un processo a cui tengo – o terrei - molto. “Processo”, poi... quelli non si potevano neanche chiamare processi, lo sai bene...»
«Eh certo, la feccia, secondo te, deve avere gli avvocati!»
«Esattamente, Rufus. A parte il fatto che Dolores non è nemmeno una Mangiamorte, la Carta dei Diritti del Wizengamot, per me, non è negoziabile.»
Il Ministro si schiarì la voce; due teste si voltarono verso di lei.
«Oh, scusa, Amelia. Bene» sospirò Silente «riconosco che non c'è modo di far condannare Dolores. Non per quella cicatrice. Ma che mi dici dei Dissennatori?»
Il Ministro scosse il capo.
«Albus... lo sai anche tu. Non c'è nulla di scritto, non abbiamo neppure idea di come possa aver impartito quell'ordine o fatto sparire ogni traccia. L'unica prova che ci resta è la testimonianza di qualche ragazzino che dice di averla sentita rivendicare la paternità di quell'attacco... ma stiamo parlando di minorenni, che oltretutto frequentano la scuola dove Harry Potter è una celebrità - in senso favorevole aggiungerei, perlomeno adesso - e tu sei il Preside. Inoltre, sei comunque troppo vicino alla vittima per poter svolgere le tue mansioni di Stregone Capo.»
«La prova può anche essere debole, ma non puoi dire che manchi. Io rischierei. Andrei al processo.»
«Per questo ho voluto sentire la tua opinione, prima di accettare l'offerta di Dolores.»
«Sarebbe a dire?» Nonostante il tono pacato, da Silente emanava una vera e propria ondata di gelo.
«Dimissioni volontarie, immediate e irrevocabili, da tutte le cariche. Pensione anticipata, senza macchie sullo stato di servizio... e» aggiunse in fretta, per prevenire lo scoppio della tempesta, «pubbliche scuse a Potter e a te su La Gazzetta del Profeta. Queste, a dire il vero, sono una condizione mia: le ho detto chiaro e tondo che non mi sarei accontentata di niente di meno.»
Silente, a labbra strette, si prese qualche secondo prima di replicare: «Sono colpito, Amelia. Mi aspettavo di sentirmi proporre molto meno.»
«Lo so, Albus. Ma il vecchio andazzo è finito. Basta con le pene solo simboliche, basta con i buffetti sulla guancia ai colleghi anche quando sono carogne, basta con l'idea che “noi qui dentro” dobbiamo stare tutti dalla stessa parte contro “quelli là fuori”!» Gli occhi del Ministro lampeggiavano di determinazione.
«Amelia... se è così, perché non vuoi portare questo caso a processo?»
«Perché non mi fido, Albus. Non mi fido del Wizengamot, soprattutto se non sarai tu a presiedere. Non mi fido della loro serenità nel giudicare una donna con cui hanno lavorato fino all'altro ieri, non mi fido di chi ha ancora in testa il vecchio andazzo. E non mi fido neppure dei testimoni: se uno solo di quei ragazzini si impappina e si contraddice, siamo fregati. Non possiamo rischiare un'assoluzione in un caso del genere: immagina solo come si scatenerebbe la stampa.»
«In via meramente ipotetica... a che tipo di scuse stavate pensando?»
«Non so, un'ammissione di colpevolezza per qualche accusa... un risarcimento simbolico...»
«Se ammette a chiare lettere un qualche tipo di maltrattamento verso Harry, può anche fare a meno di scusarsi con me. Dopotutto, la vera vittima, qui, non sono certo io.»
«Non sarà facile, Albus.»
«No, Amelia?». Inarcò un sopracciglio. «Sei sicura di aver usato proprio tutti gli argomenti? Per esempio, le hai detto che i dettagli delle sue... punizioni... potrebbero finire in prima pagina sulla Gazzetta? Che lo stesso Harry Potter potrebbe rilasciare una nuova intervista, stavolta sulla sua amatissima insegnante di Difesa?»
Il Ministro lo fissò, con un'espressione sbigottita. «Albus...»
«No, Amelia. Scusami, ma sono stanco. Stanco di tutto il tempo perso mentre il Ministero guardava da un'altra parte, stanco di dover sempre usare riguardi per serpenti come la Umbridge... stanco! Dici che l'andazzo è cambiato? Bene, che cambi fino in fondo!»
Lo fissava anche Rufus, con improvviso rispetto.
«Allora, minacciate voi Dolores? O volete che ci pensi io?»
I due si scambiarono uno sguardo; quindi Scrimgeour sorrise. «Sono sicuro che, tra i miei Auror o altrove, ci sarà qualche suo nemico che adorerà l'idea.»
«Eccellente.»
«Naturalmente, Albus» intervenne Amelia «non sarebbe male se Potter rilasciasse davvero qualche intervista. Ormai, gli piaccia o no, è un personaggio pubblico.»
«Capisco, ma non giurerei che vi convenga. Harry non nutre chissà quale stima per il Ministero, sapete? E se comincia a raccontare, non so, la storia di Sirius Black, o come quella sera un mezzo esercito sia arrivato fino all'Ufficio Misteri senza incontrare anima viva, neanche uno straccio di Guardiamago...»
«Le domande si possono concordare in anticipo, Silente. E tu potresti suggerire al ragazzo cosa dire... e cosa no.»
«Davvero, Rufus? Ho paura che stiate sopravvalutando la mia influenza, o sottovalutando Harry. Pensateci un momento: parliamo di un ragazzino di quindici anni che non ha tenuto a freno la lingua, sul ritorno di Voldemort, neanche quando una pazza si è messa a massacrargli la mano tutte le sere. Minerva mi dice che pensa di diventare un Auror, sai?»
«Ah sì?». Lo sapevano già, naturalmente: nelle carte di Dolores, l'informazione era ben evidenziata. Ma fingere un po' non guastava mai. O quasi mai.
«Sì. E credo che per il tuo Ufficio potrebbe rivelarsi un buon acquisto: la forza di carattere non gli manca davvero. Però, proprio per questo, non è la persona giusta se pensate di usarlo per rilanciare l'immagine del Ministero.»
«Andiamo, Albus. Di sicuro il ragazzo si rende conto...»
«Di cosa, Amelia? Che le cose sono cambiate? No, direi proprio di no. Anzi, sentendo questi discorsi, fatico a rendermene conto io stesso.»
Amelia Susan Bones non era diventata Ministro della Magia senza aver imparato a distinguere bene quando era il caso di insistere e quando bisognava abbozzare. Allargò le braccia e disse: «Suppongo che dovremo fare il primo passo noi. Così, forse, un po' per volta il ragazzo si convincerà.»
Silente parve piacevolmente sorpreso da quel cambio di atteggiamento. «Io certamente non mancherò di ricordargli che non possiamo sperare di vincere questa guerra senza unire le forze con il Ministero.»
«Mi fa piacere che tu lo ammetta» commentò Rufus.
«Non l'ho mai negato, mi sembra. Mentre se volessimo parlare di tutto quel che ha negato il Ministero... ma lasciamo stare: ammetto che, almeno su questo punto, il vento sembra un pochino cambiato.»
«Oh, grazie tante» rispose Scrimgeour, sarcastico.
Silente sostenne il suo sguardo e tenne botta: «No, grazie poche, per adesso. E a proposito di insabbiamenti vari... mi volete spiegare, una buona volta, cosa avete in mente di fare al mio campo di Quidditch?!»

Si rividero il Lunedì dopo quella che tutti chiamavano già “la battaglia”, senz'altre specificazioni.
«Allora, Albus?» esordì Amelia, senza troppi preamboli.
L'interpellato scosse il capo.
«Ancora non si sveglia?». Lo scetticismo di Rufus era palpabile.
«Secondo Madama Chips è molto vicino al collasso: prolungata tensione nervosa precedente, trauma emotivo di prima grandezza, ferite gravi e Magia Oscura, subita o inflitta... non è esattamente la ricetta di una bella Pozione.»
Il Direttore dell'Ufficio degli Auror ne sapeva qualcosa e non poté che borbottare un assenso.
«Comunque,» riprese Silente, in tono più allegro, «il ragazzo parla parecchio nel sonno: ho detto a Madama Chips di dosare le Pozioni in maniera tale da facilitare questi momenti di dormiveglia, a Piton di stare lì a prendere nota...»
«Piton?» Amelia inarcò un sopracciglio.
«Naturalmente: in quanto ex-Mangiamorte, ha le migliori probabilità di riconoscere qualche nome, di persona o anche di luogo.»
«Hai detto “ex” Mangiamorte?» domandò Rufus, con l'aria del gatto dalla cui bocca spuntano le piume del canarino.
La risposta fu cauta: «Ho testimoniato per lui, a suo tempo, e non mi ha mai dato motivo di pensare ad un mio errore o ad una sua ricaduta. Ma se per caso sei venuto a conoscenza di nuove informazioni, be', spero che vorrai condividerle.»
«“Informazioni” è un po' troppo, forse. Ma diciamo che potrebbe essere stato presente a qualche raduno dei Mangiamorte.»
«Ah, questo non mi stupirebbe affatto» sorrise Silente. «Quando si è accorto che il Marchio Nero si stava ravvivando, è venuto da me, molto preoccupato ovviamente, e gli ho suggerito - se il peggio fosse accaduto - di rispondere alla convocazione.»
La reazione fu corale: «Come?!»
«Ammetto che il suggerimento comportava una certa dose di rischio, ma l'alternativa equivaleva ad essere considerato un traditore, punto e basta. Invece, così Piton può far credere a Voldemort di essere sempre un fedele Mangiamorte impegnato a spiare il suo peggior nemico. Che secondo me è Voldemort stesso... ma secondo lui sono io. Un nemico temibile, per la precisione, ma troppo ingenuo e fiducioso per sospettare che il pentimento di Piton non sia sincero... quindi anche per fornirgli informazioni false, capite? Per questo Voldemort crede a quel che Piton gli riferisce.»
«Mentre tu lo stai usando per cercare di imbrogliare Tu Sai Chi?» La voce di Scrimgeour non nascondeva lo scetticismo.
«Quando posso, senz'altro. Certo, non bisogna esagerare: dopotutto, Voldemort deve continuare a credere che Piton stia semplicemente fingendo, con me, di fare la spia per mio conto e in realtà trasmetta a me informazioni false da parte sua
«Ma quindi – veniamo al concreto - cosa sa Tu Sai Chi del giovane Malfoy?»
«Più o meno tutto, Rufus» rispose Silente, scrollando le spalle. «Tanto, lo voleva già morto... ragione per cui Piton lo tiene aggiornato su tutto quel che a Draco esce di bocca: non è nel nostro interesse che “l'Oscuro Signore” cambi idea, anzi! I Malfoy sono una famiglia potente e, se si riuscisse a strapparli alla sua causa...»
«Ho i miei dubbi, ma tanto vale provare.»
«Già. Comunque, non aspettatevi niente dal ragazzo, per il momento. E no, Rufus, niente interrogatori, niente Veritaserum somministrato di nascosto...»
«Sono d'accordo.» Amelia intervenne per stroncare il litigio incombente. «Draco Malfoy deve passare dalla nostra parte liberamente... o almeno perché si sente messo sotto pressione da qualcun altro, non da noi. E comunque, ci sta già dicendo tutto senza saperlo. Se ci servirà, un domani, farlo deporre in un processo ne riparleremo: per adesso siamo ancora in cerca di indizi e sospettati.»
«Nessun progresso, allora? Neanche con l'aiuto della musica?»
«Be', un po' di gente non si è più presentata al lavoro e, indagando, abbiamo scoperto diverse cosette interessanti» gli rispose Rufus. «Però no, fino ad ora nessun Mangiamorte. Anche se magari qualcuno di questi è un fiancheggiatore. E Rookwood non parla, non c'è verso.»
«Ovvio: tiene a restare in vita» commentò seccamente il Ministro. «Ti direi che siamo ad un punto morto, Albus, se non fosse che possiamo dire di aver vinto la battaglia.»
«Giusto, Amelia. Voldemort ha tentato il colpo grosso e, non c'è dubbio, ha fallito. Si può anche dire che abbia perso la faccia.» Silente sospirò. «Va da sé che questo lo rende ancora più pericoloso, però se agisse d'impulso potrebbe commettere altri errori... Tutto quello che può indebolirlo sul piano politico va bene, in questo momento. Dopotutto, ha già dovuto inventare un'aggressione di Harry a Draco, a beneficio dei Mangiamorte e di Narcissa in particolare: non si può permettere che i suoi seguaci capiscano che, con lui al potere, neppure i loro figli sarebbero mai al sicuro. Mi chiedo come farà a tenere sotto controllo Bellatrix...»
«Secondo i rapporti che ricevevo da Azkaban» gli rispose Amelia «non ci riuscivano nemmeno i Dissennatori, è tutto dire. Per caso tu o Piton avete qualche idea sui prossimi piani di Tu Sai Chi?»
«Sembra che non ce ne siano, che non avesse messo in conto una sconfitta. Ma non stupitevi se tra qualche giorno, o anche prima, Lucius Malfoy vorrà improvvisamente collaborare: Voldemort lo vuole fuori di lì... e di nuovo ben addentro al Ministero.»
«Almeno su questo, spero che si possa dire che abbiamo fatto qualche progresso. Tu quindi che faresti, Albus?»
«Se Lucius si offrisse di collaborare? Accetterei, ma gli farei capire che non mi fido per niente. E continuerei a non fidarmi, anche se magari in seguito comincerei a fingere il contrario. Bisogna vedere se è anche nel nostro interesse che Lucius esca: non sappiamo in che direzione potrebbe influenzare Draco.»
«Difficilmente la nostra» obiettò Rufus.
«Vero, ma non conosciamo il suo calcolo di convenienza, né il tipo di doppio gioco che vorrebbe mettere in piedi. Però con lui c'è un vantaggio, alla fin fine: non serve Voldemort fino in fondo, in ultima analisi serve sé stesso. Quindi, se saremo indispensabili alla sua sopravvivenza...»
«E se facessimo trapelare che Draco ha combattuto contro sua zia? Sto firmando le pergamene di conferimento per gli Ordini di Merlino, ad aggiungerne uno di Terza o anche di Seconda Classe si fa presto.»
Silente scosse il capo. «Finora siamo riusciti a tenere tutto nascosto alla stampa, se la storia esce troppo presto sembrerà pilotata.»
«E non sarebbe il caso di pilotarla davvero?» domandò Scrimgeour in tono ironico. Gli rispose il Ministro. «Tutto sommato direi di no, sai? Potrebbe essere meglio per noi se la notizia uscisse nel modo che vuole Tu Sai Chi.»
«Purché sia un modo che non getta altro fango su Harry» intervenne Silente.
«Giusto. Ma se Draco passasse per la vittima sarebbe più facile anche per noi giustificare atti di clemenza verso suo padre; promuoverlo ad eroe sul campo, con quel Marchio che si ritrova... Stupido ragazzino!» concluse, con una smorfia di disgusto.
«Siamo stati tutti stupidi ragazzini» replicò Silente, in tono pacato. «Però ammetto che in questo caso il livello di stupidità è notevole. Rita che fa? I documenti dell'Ufficio Misteri la tengono ancora occupata?»
«Per adesso sì, quindi non dovrebbe essere poi questa gran minaccia per i nostri piani, ma ovviamente è andata a Hogsmeade, si sta interessando della battaglia... e il suo contratto è molto chiaro, anche se sono il Ministro – dovrei dire: proprio perché sono il Ministro – non glielo posso vietare.»
«E guai a provarci» aggiunse Rufus, alquanto cupo. «Sospetterebbe subito chissà cosa.»
«Non mi preoccuperei troppo: solo i figli dei Mangiamorte, i loro genitori o i loro amici potrebbero riferirle qualcosa sul conto di Draco, non lo faremo certo né io né Harry. Quindi, c'è una buona probabilità che la storia esca solo quando lo vorrà Voldemort. Tutto sta a fare in modo che esca in una versione che vada bene anche a noi.»
«Hai detto niente!» sbottò Scrimgeour.

Alla riunione successiva, l'atmosfera era molto più distesa, a tratti quasi serena. Quasi: venivano dalla funzione commemorativa per le vittime dell'attacco a Hogsmeade, appena terminata, e avevano ancora indosso le vesti da cerimonia nere, nelle orecchie i singhiozzi soffocati delle vedove, negli occhi le insegne scintillanti degli Ordini di Merlino. Soprattutto di quelli alla memoria. E tuttavia, era come se quel momento solenne avesse reso meno importante, paradossalmente, il lavoro immediato: il pensiero della Grande Mietitrice, una volta che riesce a farsi strada nella mente conscia, non si lascia scacciare con tanta facilità.
Forse per questo Amelia Bones, Ministro della Magia, per prima cosa fece portare una bottiglia di Whisky Incendiario e propose un brindisi commemorativo. “A tutti loro”, dissero levando i calici; e in qualche modo il peso parve più leggero.
«Sapete? Non riesco a togliermi dalla testa quel bambino...»
«Quello che ha ritirato l'Ordine alla memoria del padre morto? Neanche io.» Scrimgeour non aveva difficoltà ad ammettere certi suoi momenti di debolezza.
«Credo che non lo scorderà nessuno» convenne Silente. «Il modo in cui stava dritto come un fuso, tutto concentrato nello sforzo di non piangere...»
«Straziante, credimi. Gli ho consegnato il rotolo, la medaglia, ho fatto tutto per bene perché era il minimo... ma dentro mi sentivo straziare. E sì che questa non è la mia prima guerra...»
Tacque. E ciascuno ripensò ai rispettivi morti.
«Mettiamola così, Amelia» disse infine Rufus, spezzando il silenzio. «Se tra dieci anni esisteranno ancora i Mangiamorte, sarà meglio per loro non trovarsi davanti alla bacchetta di Oswald Babbington.»
«Giusto.» E propose un altro brindisi: «A Oswald!»
Dopodiché, forse grazie allo Stravecchio, le cose si fecero più facili. C'erano anche buone notizie, dopotutto: Lucius Malfoy stava collaborando o fingendo di collaborare, che era pur sempre un risultato; ad onta dei pur notevoli sforzi di sua moglie, la storia dell'aggressione da parte di Harry Potter non era stata pubblicata (chissà che la Skeeter, dopotutto, non avesse imparato qualcosa!) e il morale della popolazione sembrava in rialzo: dopotutto, per la prima volta da quando esistevano i Mangiamorte, avevano vinto.
Anche se i morti e chi li piangeva potevano pensarla altrimenti.
«Sapete,» riferì Silente, per una volta in modo del tutto spontaneo, «pare che Voldemort sia furioso con la giovane Pansy Parkinson: quella sua piccola bugia su Harry e Draco che sarebbero grandi amici ha reso obiettivamente più difficile far passare la versione a lui più gradita. Penso che più di un Mangiamorte stia cominciando a porsi domande. Dopotutto, qualunque altra cosa siano, non sono stupidi.»
«Sia come sia, Albus, non credo che vedremo chissà quali defezioni...»
«No, Amelia, non credo neanch'io, però sappiamo fin troppo bene quanto sia importante il morale. E poi, basterebbe una piccola spinta...»
«Tu pensi sempre che quel ragazzino che si è fatto Marchiare salterà il fosso?»«»
«Chiamiamola una scommessa, Rufus, ti va? Io sarò ottimista, non dico di no, ma spero che anche i Serpeverde, a Hogwarts, stiano riflettendo parecchio.»
«Peccato per quel gufo di rettifica, non trovi?»
«Quello di Harry e Draco? Secondo me no, Amelia: diminuisce le possibilità che quelli usino la storia di Pansy a loro favore e rende comunque improbabile la versione di Voldemort, perché firmare un gufo con il proprio aggressore, be'... Adesso, il pubblico sa che Draco è stato aggredito, ma non da chi; pensa a qualcuno dei Mangiamorte, non certo a noi, e questo ci favorisce; però non vede il ragazzo come un eroe o, peggio, come qualcuno che noi vogliamo far passare per tale. Direi che non potrebbe andarci meglio, non ti pare?»
«Non so, Albus.» Scosse la testa, chiaramente scettica. «Mi sembri troppo ottimista.»
«Forse hai ragione» convenne, annuendo gravemente. «Eppure, che tu ricordi, durante la prima guerra Voldemort è mai stato sulla difensiva? Rufus?»
«No» risposero ad una voce gli interpellati. Scrimgeour però aggiunse subito: «Forse lo abbiamo costretto a stare un po' sulla difensiva, e sono felicissimo, anche solo perché morirà qualche civile di meno... ma noi non possiamo attaccare, vero?»
«Purtroppo è così, Rufus. Siamo in stallo.» Silente tacque per qualche secondo, prima di riprendere. «D'altra parte. Se diffondessimo la notizia che Lucius Malfoy è passato dalla nostra...»
«Vai avanti» lo incoraggiò Amelia.
«Intanto, toglieremmo tanta rispettabilità al caro Lucius: dopotutto, ufficialmente non è mai stato condannato, parecchia gente crede all'immagine di filantropo; meno sprovveduti può abbindolare, meno pericoloso diventa... e sia chiaro, per me Lucius Malfoy sarà sempre pericoloso, da qualunque parte stia. Il genere di mago che preferisci avere di fronte che alle spalle, non so se mi spiego.» Visti i loro cenni di assenso, proseguì. «Inoltre, il solo fatto che qualcuno si dissoci pubblicamente e rimanga in vita... Certo, Voldemort dirà ai suoi che è tutta una montatura, che ha ordinato a Lucius di fingere di collaborare, ma queste non sono manovre a cui ricorri quando stai vincendo. Indebolire la sua presa sui Mangiamorte è fondamentale. Anche solo per renderlo più prevedibile: prima o poi, dovrà fare qualche mossa eclatante per non perdere del tutto la faccia, in primo luogo con i suoi, e non sono poi tantissime le mosse a disposizione, giusto? Magari un attacco al Ministero, quello sarebbe in cima alla mia lista... sempre ammesso di riuscire ad organizzarlo, però.»
«Fammi capire, Albus.» Amelia era chiaramente perplessa. «Noi dovremmo metterci a predisporre piani di difesa contro tutte le possibili “mosse eclatanti” di Tu Sai Chi?»
«Vuoi dirmi che non avete un piano casomai attaccasse il Ministero?»
Gli altri due si guardarono, ma fu Scrimgeour a rispondere. «Che piano puoi fare per un'eventualità del genere? Al massimo fai testamento.»
«Forse. O forse no.» Gli rivolse il proprio miglior sorriso da Stregatto. «C'è un motivo, più di uno anzi, se Voldemort non ha ancora fatto nulla del genere. Non ha dimenticato com'è andata a finire l'avventura di Grindelwald, se così la vogliamo chiamare, e non vuole dare nell'occhio. Inoltre, per quanto possa essere un assassino, la sua arma principale non è la violenza aperta, la brutalità... No, è la paura. I definitiva, il suo sogno non è uccidere tutti gli avversari, ma che tutti si arrendano senza combattere perché tremano di paura fin nel profondo dell'anima; quando deve combattere apertamente, per di più di persona, per lui è già un mezzo smacco. Quindi, Rufus, per rispondere alla tua domanda, sono d'accordo anch'io che il Ministero non potrebbe resistere ad un suo attacco, ma questo vuol dire che ci servono due piani: uno per fare in modo che non gli convenga mai provarci, l'altro per evacuare tutto molto alla svelta se il primo dovesse fallire.»
«Ovviamente abbiamo un piano di evacuazione!» protestò l'altro, in tono offeso. «Abbiamo anche fatto un po' di esercitazioni: ce la caviamo in cinque minuti e stiamo migliorando.»
«Sono molto, molto contento di sentirlo. Allora, direi che se su questo fronte siamo coperti possiamo concentrarci sull'altro.»
«Albus, sospetto che tu abbia già un piano» gli sorrise Amelia.
«Ne ho parecchi, ma qui non si tratta tanto di piani, quanto di obiettivi.»
«Sarebbe a dire?»
«Semplice: non dobbiamo pensare più di tanto ad impedire che il Ministero cada. Noi dobbiamo piantare i semi della sconfitta di Voldemort. E secondo me, le due cose possono stare insieme.»




Note:
Spero che si capisca, sia nella successione dei colloqui sia anche nella loro differenza rispetto al primo, che i personaggi stanno gradualmente imparando a collaborare e che, pur restando guardinghi (a buon diritto e in modo, secondo me, più che comprensibile), si permettono almeno il minimo indispensabile di fiducia reciproca. A quanto ci è dato di capire dal canone, in quel corso degli eventi tutti i tentativi di collaborazione si sono incagliati sul ruolo di Harry Potter e il relativo, persistente dissidio. Ma visto che, in questa versione, è cambiato il Ministro, mi è piaciuto dotare Amelia di maggior intelligenza e flessibilità rispetto a Caramell o a Scrimgeour. Silente, soprattutto all'inizio, è assai meno riguardoso di quanto non si mostri nel canone, ma insomma, avrà pur diritto a non poterne più.
La cronologia assoluta della storia è stata precisata: i fine settimana a Hogsmeade, se non vado errato (ho eseguito solo un controllo cursorio sul Lexicon), in realtà occupano solo la giornata di sabato e, nel cap. 16 de “
L'Ordine della Fenice”, la loro serie si apre il primo fine settimana di Ottobre; ma quest'anno le preoccupazioni per la sicurezza li hanno fatti slittare, il che spiega anche l'impazienza di tutti quella mattina. Quindi, l'evento si colloca all'ultimo sabato di ottobre, precisamente il 26 Ottobre 1996. Ne segue che Draco, una volta portato in Infermeria, si risveglia soltanto la mattina di Domenica 3 Novembre, scoprendo che nel frattempo è successo di tutto; ho provveduto a correggere di conseguenza la data dell'articolo sulla parentela e la “grande amicizia” tra lui e Harry, che “Et nunc manet in te” dava originariamente al 5. Non so ancora fino a che punto mi manterrò preciso nella ricostruzione cronologica, nel prosieguo, ma credo che nel dubbio sia sempre meglio peccare per eccesso, tanto più che i riferimenti temporali sono sempre uno dei miei punti deboli.
In genere non amo i capitoli che consistono quasi esclusivamente di dialoghi e mi sembra che usare il discorso diretto per risolvere nodi della trama o introdurre spiegazioni sappia un tantino di semplicismo, soprattutto quando lo si fa su vasta scala; però, dopo tanti capitoli in cui il punto di vista di Draco e i suoi dubbi hanno predominato, era necessario colmare alcune lacune informative del lettore e preparare, nello stesso tempo, il terreno agli sviluppi successivi. Ho scelto la via più rapida.
Secondo la Rowling, lo stile di Celestina ricorda da vicino Shirley Bassey, ma a me, forse perché scrivo in italiano, mentre cercavo di “comporre” la canzone continuava a risuonare in testa la voce di Mina, quindi, se volete immaginare l'interpretazione di “Amor di Fenice” meglio di quanto non sia resa nel testo, ecco il modello di riferimento. Quanto poi ai contenuti, be', non voleva essere un modello di poesia e nemmeno di qualità... dopotutto, lo scopo è convincere la gente a rischiare la pelle e, in più, fornire al Ministero un metodo per individuare i sospetti.
Naturalmente – lo scrivo solo per scrupolo – le lacrime di Fenice non fanno resuscitare e tutto il mondo magico è ben consapevole dell'iperbole... ma l'efficacia deli strumenti di propaganda bellica non si misura necessariamente dall'obiettività dei contenuti, così come, d'altronde, la credibilità o il successo di una dichiarazione d'amore possono anche dipendere da espressioni che, se prese alla lettera...
L'inno del Puddlemere United “
Respingete quei Bolidi, ragazzi, e scagliate qui quella Pluffa” è stato inciso da Celestina per raccogliere fondi a beneficio del S. Mungo: l'informazione, ora confermata da Pottermore, compare tra le notizie sulla squadra ne “Il Quidditch attaverso i Secoli”, dalla cui prefazione apprendiamo anche che Silente tifa proprio per questa squadra.
Se le Sorelle Stravagarie non hanno bisogno di presentazioni (ma semmai del rilievo che l'originale Weird Sisters è un'allusione al Macbeth), può essere il caso di precisare che Lorcan d'Eath è un cantante, in parte Vampiro, inserito dalla Row sul vecchio sito come Mago del Mese a Novembre 2006, con l'indicazione che il suo pezzo “
Necks to You” è stato primo in classifica per diciannove settimane. Non sappiamo, però, quando ciò sia avvenuto, né quando sia cominciata la sua carriera: visto che la sua data di nascita è il 1964, mi son permesso di presumere che fosse già popolare a fine anni Novanta. Per inciso, prima che uscisse il secondo film di “Animali Fantastici”, le informazioni biografiche su Lorcan erano l'unica conferma sicura dell'effettiva esistenza, nel Potterverso, di quelli che la Umbridge chiama “ibridi” (dico l'unica sicura, perché ho i miei seri dubbi che questa sia l'origine dei Centauri, anche se naturalmente non lo escludo).
Come si vede, il primo colloquio svela i retroscena della notizia che Harry apprende dalla Gazzetta la mattina dell'attacco. Mi è sembrata una buona idea far vedere come si sia arrivati ad un passo senz'altro eclatante. E ho voluto riprendere anche l'accenno al campo di Quidditch, che era rimasto in sospeso fin da quella stessa scena, per far capire che anche lì c'è qualcosa sotto, che però non è ancora giunto il momento di rivelare. Di Caramell, invece, non si sentirà più parlare (o quasi) in questa fic, ma siccome si tratta di un prequel non rivelo chissà cosa se dico che se ne riparlerà – meglio: secondo il tempo del narratore, già se n'è riparlato – ne “
Il Profumo della Libertà”.
Stesso discorso per Oswald Babbington, che non dovrà attendere dieci anni per ricomparire nella storia, o meglio nella dilogia (trilogia se contassimo anche “
Fragments Shored”, ma la poesia per me non fa parte della narrativa, salvo il caso del genere epico, con cui non provo neppure a cimentarmi).

  
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