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Autore: C_Totoro    23/09/2022    2 recensioni
“Padrone…” chiamò Antonin sempre più imbarazzato “Mi domandavo se per questa… questa volta non potessimo fare un incontro più… intimo”
“Intimo?” gli occhi di Voldemort luccicarono sinistramente di rosso e Antonin si sentì rimpicciolire.
“Padrone…”
“Antonin non ho tempo da perdere. Spiegati e fallo in fretta”
“Sia Alecto che Bellatrix… insomma… credo sarebbe opportuno vederle da sole, magari in un contesto più neutro”
“Un contesto più neutro? Si stanno arruolando per fare le Mangiamorte, non per diventare segretarie”
“Lo so, mio Signore… ma…” Antonin chiuse gli occhi aspettandosi un Avada Kedavra da un momento all’altro “Vorrei davvero… ecco… non so come chiedere un appuntamento ad Alecto”
“Mi stai chiedendo di fare un appuntamento al buio, un’uscita a quattro? È questo che mi stai chiedendo, Antonin Dolohov?”
Genere: Commedia, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alecto Carrow, Antonin Dolohov, Bellatrix Lestrange, Rabastan Lestrange, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Bellatrix/Voldemort
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Antonin osservò l’ultimo dei Mangiamorte smaterializzarsi.
L’Oscuro Signore era stato via anni, anni in cui aveva viaggiato lontano abbandonando tutto e tutti. Era rientrato qualche mese prima con tanti progetti ma con pochi seguaci pronti a seguirlo. L’aspetto era diverso e non aveva un grande nome a sostenerlo; senza Dolohov non sarebbe stato sicuramente in grado di mettere insieme un esercito tanto importante in così poco tempo. Antonin Dolohov era stato da sempre un sostenitore di Tom Riddle prima e di Lord Voldemort dopo, il primo a ricevere il Marchio Nero, il primo Mangiamorte, il primo sostenitore.
“La riunione è andata molto bene” sibilò Voldemort sorridendo in direzione di Antonin che, come al solito, rimaneva indietro per discutere dei nuovi adepti.
“Sì, Padrone” rispose Dolohov chinando il capo con un sorriso “Sempre più Purosangue sono pronti non solo a seguirvi ma anche ad appoggiarvi apertamente”
“Ho bisogno di più persone” rispose Voldemort “Più persone che siano pronte a sacrificarsi per me, per la Causa… mi serve una persona che io possa plasmare a mio piacimento e alla quale insegnare le Arti Oscure” scosse la testa “Questi sono tutti pronti a sborsare soldi ma non di certo a sacrificare la loro esistenza per me”
Antonin si morse le labbra “Ciò che cercate, Padrone, non è facile da trovare”
“Facile o difficile non importa” rispose Voldemort con forza “È ciò di cui ho bisogno”
Antonin esitò per un secondo “Potrei… potrei avere qualcuno che fa al caso vostro, mio Signore” chinò il capo “Solo che ancora non lo sa”
Voldemort si volse verso Antonin Dolohov, lo squadrò per qualche attimo con il capo inclinato di lato “Perché parli per enigmi, Antonin?”
“È solo che non conosco ancora la vostra opinione in merito” Antonin fece una breve pausa “Ci sono due streghe che penso potrebbero essere due grandi aggiunte per il nostro Cerchio dei Mangiamorte”
“Due streghe?” chiese Voldemort alzando un sopracciglio incuriosito.
“Sì, mio Signore… so cosa state pensando…”
“A cosa sto pensando?” domandò Voldemort divertito con un ghigno. Antonin rimase interdetto per qualche secondo “Che le donne non sono fatte per la guerra…”
“Non mettermi in bocca parole che non mi appartengono, Dolohov” lo redarguì Voldemort “Non m’importa il genere dei miei seguaci. Sono Purosangue? Sono magicamente dotate? Sono pronte a dare la loro vita per seguirmi? A sacrificare tutto pur di rimanermi a fianco?”
Antonin strisciò i piedi sul pavimento “Come vi dicevo, mio Signore, non sono ancora persuase ma sono sicuro che, una di loro, dopo avervi conosciuto di persona, possa diventare esattamente ciò di cui voi avete bisogno”
Voldemort sgranò gli occhi, sorpreso dal modo convinto con cui Antonin aveva risposto “E chi è questa graziosa fanciulla?” domandò incuriosito dal fatto che potesse esistere una creatura di tale fatta.
“Bellatrix… Bellatrix Black”
Black” ripeté Voldemort scuotendo il capo “Approfittatori e opportunisti disposti a unirsi alla Causa solo nel momento in cui non ci saranno più pericoli”
“Bellatrix non è come loro” ribatté Antonin prontamente “Ho avuto diversi incontri con Bellatrix. È una strega incredibilmente dotata e soprattutto…” esitò per una frazione di secondo “Mio Signore, vi venera. Non desidera altro che essere… essere a vostra disposizione…”
“A mia disposizione” ripeté Voldemort “È una di quelle che si è presa una sbandata per me? Non ho bisogno di ragazzine che hanno un’infatuazione, ho bisogno di guerrieri”
“Lo è” ribatté Antonin sicuro “Non conosco persona più magicamente dotata di Bella!”
Voldemort alzò un sopracciglio.
“Tranne voi, Padrone, ovviamente” si affrettò a ritrattare Antonin.
“Uhm” rispose Voldemort non del tutto convinto “Perché non me l’hai già presentata se è così perfetta per la Causa?”
“È molto giovane… ed è una donna…”
“Ti ho già detto che non è una cosa che mi riguarda” lo bloccò Voldemort “Piuttosto… dicevi che ‘ancora non lo sa’?”
Antonin impallidì. Non sapeva come spiegare quello che doveva “Mio Signore, conoscete i Black”
“Arroganti figli di puttana”
Antonin sorrise “Be’, sì. Bella non è diversa. Non è sicura delle vostre… qualità di mago, per così dire”
Voldemort alzò le sopracciglia “Mi stai confondendo, Antonin, prima mi dici che vorrebbe essere a mia disposizione e poi mi dici che non è sicura delle mie qualità di mago?”
“È attratta da voi, Padrone”
Voldemort rise “Non poi così diversa da sua zia Walburga, eh? Le donne Black… tutte uguali
Antonin si strinse nelle spalle “È affascinata dalle vostre idee e pensa ci debba essere qualcosa se tutte queste persone vi seguono ma… ma finché non vi incontra di persona non è pronta a sbilanciarsi”
“Come San Tommaso…”
“Come, mio Signore?”
Voldemort ignorò la domanda di Dolohov “Mi stai dicendo che devo essere io a convincere lei e non lei a convincere me?”
“Le basterà vedervi per convincerla, mio Signore. La vostra magia è palese, incontenibile”
“Non adularmi, Dolohov, non serve” lo bloccò Voldemort annoiato “Farò questo sforzo, se è così speciale come dici, fammela incontrare. Portala qua”
“Mio Signore…” chiamò Antonin arrossendo “Ci sarebbe anche l’altra strega…”
Voldemort rimase in silenzio ma fece segno a Dolohov di continuare.
“Alecto Carrow”
“La sorella di Amycus?” domandò Voldemort perdendo immediatamente interesse: Amycus Carrow era un mago mediocre, per non dire infimo, e non vedeva come sua sorella potesse essere molto diversa.
“Sì, mio Signore” rispose Antonin con passione “È molto interessata a unirsi a noi e sono persuaso potrebbe essere un valido soldato per la nostra Causa”
“Amycus non è questo granché” ribatté Voldemort disinteressato “Non vedo come la sorella potrebbe essere meglio”
“È devota” interruppe Antonin “Datele una possibilità, mio Signore, sono sicuro non vi deluderà”
Voldemort osservò Antonin in silenzio per qualche istante “Quanta passione nel perorare questa causa” disse Voldemort con un sorrisetto “Non mi starai nascondendo qualcosa, Antonin?”
“Non vi nascono nulla, Padrone!” esclamò Dolohov “Non ne sono in grado”
“E allora?”
Antonin arrossì e abbassò lo sguardo. Sapeva che Voldemort lo avrebbe scoperto subito, nel giro di qualche istante, ma questo non rendeva le cose più facili “Alecto… be’, lei mi piace…” borbottò Antonin senza riuscire a guardare Voldemort in faccia.
“Quanti anni ha la fanciulla?”
“Diciotto” rispose Antonin arrossendo ancora di più. Voldemort scoppiò a ridere “Cosa c’è, Antonin, non riesci a trovare donne della tua età?”
“Alecto è matura e sveglia per la sua età”
“Ma certo”
“Padrone…”
“Cosa c’è, Antonin?”
“Datele una possibilità… a lei e a Bellatrix! Vi assicuro che non ve ne pentirete”
Voldemort osservò Antonin Dolohov per lungi istanti, soppesandolo. Erano anni che Antonin era al suo servizio, per così dire e, effettivamente, mai lo aveva deluso quando si trattava di trovare reclute. Al momento il suo esercito era formato solo da uomini ma Voldemort ben sapeva che la magia aveva bisogno di equilibrio e delle streghe erano strettamente necessarie.
“Bene, portale qua alla prossima riunione allora” ordinò Voldemort senza pensarci troppo: avrebbe capito avendole di fronte a lui quanto valevano.
“Padrone…” chiamò Antonin sempre più imbarazzato “Mi domandavo se per questa… questa volta non potessimo fare un incontro più… intimo”
“Intimo?” gli occhi di Voldemort luccicarono sinistramente di rosso e Antonin si sentì rimpicciolire.
“Padrone…”
“Antonin non ho tempo da perdere. Spiegati e fallo in fretta”
“Sia Alecto che Bellatrix… insomma… credo sarebbe opportuno vederle da sole, magari in un contesto più neutro”
“Un contesto più neutro? Si stanno arruolando per fare le Mangiamorte, non per diventare segretarie”
“Lo so, mio Signore… ma…” Antonin chiuse gli occhi aspettandosi un Avada Kedavra da un momento all’altro “Vorrei davvero… ecco… non so come chiedere un appuntamento ad Alecto”
“Mi stai chiedendo di fare un appuntamento al buio, un’uscita a quattro? È questo che mi stai chiedendo, Antonin Dolohov?”
“Sì… cioè, Padrone, no” Antonin iniziò a sudare freddo “Lo so che siete un uomo impegnato e che certe… certe banalità non rientrano nella vostra sfera d’interesse”
“La devi desiderare proprio molto questa ragazzetta se rischi d’incorrere nelle mie ire a questo modo solo per uscirci insieme”
“Penso possa essere una… una win win situation per tutti, Padrone” ribatté Antonin riprendendo coraggio dopo aver sentito il tono scherzoso dell’Oscuro Signore.
Voldemort incrociò le braccia e iniziò a picchiettare con le dita sul proprio avambraccio per qualche istante.
“E sia” concordò alla fine “Fammi incontrare queste due giovani fanciulle e vediamo se davvero sono degne, come dici, di fare parte del Cerchio dei Mangiamorte”
“Mio Signore, non ve ne pentirete!”
“Lo credo bene” rispose Voldemort prima di smaterializzarsi “Perché se me ne pento io, ti assicuro Antonin, che te ne pentirai molto di più tu”.
 
***
 
Voldemort si smaterializzò con uno schiocco di fronte al ristorante che Dolohov aveva scelto per l’occasione. Trentatreesimo piano, esclusivamente vetrate, vista mozzafiato su Londra. Si avvicinò al menù esposto fuori; non ricordava di aver mai speso tanto per del cibo ma, d’altra parte, lui non era ricco come i suoi amici Purosangue. Si spostò dall’ingresso e si appoggiò alla parete aspettando pazientemente che arrivassero anche gli altri. Detestava aspettare ma, dopo aver adocchiato l’orologio, si rese conto di essere arrivato con dieci minuti di anticipo. Sbuffò impaziente e, dopo un attimo di esitazione, decise di tirare fuori un libricino di Arti Oscure che teneva sempre con sé. La sua mente iniziò a vagare, pensando agli Horcrux che ancora doveva creare, al modo migliore per nasconderli… a quali modi utilizzare per stabilizzare la propria anima. Era un esperimento vivente, tutto ciò che faceva non era mai stato eseguito prima da nessun altro e doveva fare attenzione. Per quanto fosse legato alla vita e all’immortalità, si rendeva conto di rischiare ogni volta che la sua anima veniva spezzata di nuovo…
“Anche voi in anticipo?”
Voldemort alzò lo sguardo dal proprio libro e si ritrovò davanti a sé quella che, inequivocabilmente, doveva essere Bellatrix Black. Una giovane ragazza, alta, bella. Non c’erano altri modi per descriverla; anche i suoi occhi dalle palpebre pesanti non facevano altro che aggiungere del fascino. Per quanto l’aspetto fosse nel complesso piacente, non fu quello ad attrarre Voldemort. No, c’era qualcosa di più, qualcosa di molto di più.
“Mi piace essere puntuale” rispose Voldemort chiudendo il libricino con uno scatto e riponendolo nella tasca della propria veste. Sentiva provenire dalla strega di fronte a lui vibrazioni magiche che mai aveva sentito prima. In più sprigionava una vitalità che mai aveva trovato in altri. La fissò con insistenza sondandola, era come essere in presenza della Vita stessa.
“Abbiamo qualcosa in comune, pare” rispose Bellatrix sorridendogli.
“Secondo Dolohov abbiamo ben più della passione per la puntualità, in comune”
Bellatrix rise “Cosa vi ha detto Tony di me?”
“Diverse cose” rispose evasivo Voldemort cercando di non lasciare trasparire tutto il suo interesse per lei “Di certo non che fossi così impertinente”
Bellatrix arrossì “Dopo neanche un minuto di conversazione siete già così netto?”
“Di solito mi basta poco per capire la persona che ho davanti”
“E chi avete davanti?”
“Ciao!”
Bellatrix imprecò mentalmente mentre si voltava con un sorriso falso per salutare Alecto Carrow.
“Non sono in ritardo, vero?” domandò Alecto gettando un’occhiata all’orologio.
“No”, rispose Voldemort poi, malevolmente ispirato, si chinò su di lei per farle il baciamano “Alecto Carrow, suppongo?”
“Sì, mio Signore” balbettò Alecto arrossendo “È un vero piacere conoscervi”
“Il piacere è tutto mio” rispose Voldemort “Antonin ha molto perorato la tua causa” gettò un’occhiata a Bellatrix e vide come il suo viso fosse chiazzato di rosso in modo poco uniforme, sembrava non essere contenta di come le cose si stessero sviluppando “Mi ha detto che potresti essere una pedina fondamentale per ciò che ho in mente”
“E cosa vi ha detto di me?” s’intromise Bellatrix.
“Che non desideri altro che essere a mia disposizione” Voldemort si passò la lingua sulle labbra sottili “E invece mi ritrovo davanti una giovane strega che non sa portare rispetto a quello che dovrebbe essere il suo Signore”
“Io non ho Padroni”
“Ribelle” Voldemort rise “Non mi faccio intimidire”
“Eccomi!” esclamò Antonin materializzandosi proprio accanto a loro con uno schiocco “Mio Signore, vi prego di perdonarmi per il ritardo! Ho avuto un contrattempo che riguarda la Causa…” esitò “Nulla di grave ma magari posso ragguagliarvi più tardi”
“Se non è grave, non mi interessa” rispose Voldemort senza spostare lo sguardo da Bellatrix.
“Immagino abbiate già fatto le presentazioni?” chiese Antonin.
Voldemort annuì.
“Bene, allora entriamo. Spero vi piaccia la cucina giapponese”
Antonin fece strada all’interno del ristorante e la cameriera li scortò fino al tavolo migliore che avevano. Erano a ridosso delle vetrate, ai loro piedi Londra. Antonin si premurò di spostare la sedia ad Alecto che lo ringraziò con un sorriso, Voldemort invece ignorò completamente Bellatrix.
“Le buone maniere, queste sconosciute” borbottò Bellatrix prendendo posto di fronte a Voldemort.
“Non riserbo nessun trattamento speciale ai miei sottoposti… o aspiranti tali”
“È buona educazione”
“Buona educazione sarebbe iniziare a usare mio Signore e Padrone quando ti rivolgi a me”
“Non vedo proprio perché dovrei”
Bella” la richiamò Dolohov piano “Sei impazzita?”
Bellatrix alzò le spalle “Parli sempre così bene di lui… e tutti lo adorano… ma al momento, oltre che a un mago molto… affascinante… non vedo altro”
“Forse dovresti guardare meglio” ribatté Voldemort “Bellezza fisica me ne è rimasta ben poca”
Bellatrix puntò i suoi occhi dritti in quelli screziati di rosso di Voldemort. Lei lo trovava tremendamente affascinante, per non dire altro. Era alto, slanciato ed emanava un’aura oscura che la sconquassava nel profondo. Gli si sarebbe concessa lì, in quell’istante, su quel tavolo. E sì, sarebbe anche voluta diventare una sua Mangiamorte perché un’aura oscura di quel tipo non la si trovava tutti i giorni ma lei non mendicava. Non era come Alecto che si sarebbe chinata subito e facilmente. No, lei era una Black ed esigeva altro, esigeva rispetto.
“Non si esige niente da me”
 Bellatrix sussultò e si coprì la bocca con le mani.
“Sono un Legilimens, cara Bella” appoggiò i gomiti sulla tavola e si sporse un poco verso di lei “Se vuoi essere scopata su questo tavolo sappi che non ho problemi ad accontentarti”
“Magari noi intanto possiamo leggere il menù” disse Antonin afferrando il menù di carta che era sul tavolo e facendo cenno ad Alecto di leggerlo con lui “Hanno un’ottima selezione di Wagyu… io opterei per il menù degustazione con diversi tipi di tagli…”
“E cosa state aspettando, allora?” lo sfidò Bellatrix.
“A me va bene il menù degustazione, Antonin” rispose Alecto tentando di ignorare i discorsi degli altri due commensali “Non ho mai assaggiato la maggior parte di queste cose ma mi fido di te…”
“Aspetto che tu inizi a portarmi rispetto. Padrone e mio Signore, finché non sento uscire queste parole dalla tua bocca…”
“Magari nella mia bocca potrebbe entrarci altro”
Voldemort chinò il capo di lato, divertito da tanta sfacciataggine.
“Anche per voi menù degustazione?” chiese Antonin a disagio e senza capire come quei due – che mai si erano visti prima – potessero essere così espliciti nei loro discorsi “Lo deve prendere tutto il tavolo per poter essere praticabile”
“Ma certo” annuì Voldemort “Non vedo l’ora di degustare
Antonin batté le palpebre poi scosse la testa e decise di farsi gli affari suoi: non aveva preso in considerazione il fatto che quei due potessero mettersi a flirtare in modo così sfacciato. Chiamò con un gesto della mano la cameriera che li aveva accompagnati al tavolo e ordinò per tutti e quattro.
“Desiderate qualcosa da bere?”
“Della birra, va bene per tutti?” domandò Antonin gettando un’occhiata al menù dell’alcol. Spostò la sua attenzione su Voldemort che tuttavia però continuava a fissare Bellatrix come se non esistesse altro.
“Della birra… Sapporo, grazie” ordinò. Consegnò i menù alla cameriera e sorrise ad Alecto.
“Sei splendida stasera” disse sorridendole “Sono contento che abbiate accettato di vederci”
“Ma certo” rispose Alecto arrossendo per il complimento “È un piacere cenare con te… e conoscere, finalmente, l’Oscuro Signore. Ce ne parli sempre con così tanta passione!”
“Be’ certo” rispose Antonin “Conosco l’Oscuro Signore da molti anni”
“Il mio Mangiamorte più fedele” rispose Voldemort distogliendo infine lo sguardo da Bella e portandolo su Alecto “Il primo, il mio braccio destro. Come vi siete conosciuti, voi? C’è una bella differenza di età”
Bellatrix rise “Come si conoscono tutti i Purosangue” rispose supponente, alzando il mento “Alle feste… quelle esclusive, dove sono invitati solo i più Puri” batté le ciglia “Non ricordo di avervi mai visto lì”
“Come credo Antonin vi abbia accennato, sono stato via dal Regno Unito per diversi anni”
“Non è la sola cosa che ci ha accennato” ribatté Bellatrix provocatoria “Non siete un Mezzosangue?”
“Dove siete stato, mio Signore?” intervenne Alecto guardando storto Bellatrix. Cosa si era messa in testa? Erano mesi che pregavano Antonin di incontrare l’Oscuro Signore e ora che, finalmente, erano lì con lui non faceva altro che provocarlo?
“Un po’ qui… un po’ lì… la magia va perseguita, riscoperta, alimentata”
“Un brindisi” esclamò Antonin come le birre si materializzarono al loro tavolo “All’Oscuro Signore!”
“All’Oscuro Signore!”
“Per quale motivo vorreste unirvi a me?” domandò Voldemort dopo aver bevuto un sorso di birra.
“Per riportare la nostra società all’antico splendore” rispose prontamente Alecto “Antonin mi ha molto parlato dei vostri piani per il futuro; sono anni che aspettiamo qualcuno che abbia il coraggio di mettere in atto le parole”
“E non avete paura? Bisogna combattere, andare in battaglia. Uccidere e torturare… non cose che si sposano bene con l’avere una famiglia”
Bellatrix sbuffò e Voldemort riportò la sua attenzione su di lei.
“Avete fatto queste domande anche agli uomini?” domandò Bella altera “O è una cosa che riservate a noi donne?”
“Nella società corrente uomini e donne hanno compiti differenti, soprattutto nella comunità purosangue”
“Per non essere Purosangue sembrate piuttosto sicuro dei doveri che comporta esserlo”
Voldemort socchiuse gli occhi “Non è così?” chiese mentre la cameriera tornava al loro tavolo portando la piastra sulla quale avrebbe iniziato a cucinare la carne “Non sei promessa in sposa, Bellatrix Black?”
Bella arrossì, colta in fallo “Sì. Sono promessa in sposa… ma questo non cambia nulla!”
“No?”
“È lo stesso per Rodolphus!”
“Non ci si aspetta che Rodolphus rimanga incinto... I miei guerrieri devono essere pronti a sacrificare tutto”
“Io non voglio figli” rispose Bellatrix con passione “Voglio combattere in prima linea! Voglio votarmi alle Arti Oscure…”
“A me, dunque” la interruppe Voldemort.
“Siete molto arrogante” rispose Bellatrix “Ma ancora non ho visto nulla che possa persuadermi del fatto che possiate essere degno della mia devozione”
“Non mentire al Signore Voldemort, Bellatrix Black. Ho visto nella tua mente…”
“E cosa avete visto?”
“Che un’aura oscura come la mia non la si trova tutti i giorni”
Bellatrix arrossì e abbassò lo sguardo sul piatto. La cuoca aveva continuato a cucinare in silenzio accanto a loro e le aveva messo nel piatto un pezzo della carne wagyu più pregiata.
“È da provare col wasabi quella” disse Antonin cercando di spostare la conversazione su acque più neutre.
“Vieni spesso qui, Tony?” chiese Bellatrix afferrando con le bacchette un po’ di wasabi per poi metterlo sulla carne.
“Non così spesso ma per questa serata mi è sembrato il posto migliore”
“Grazie Antonin per aver organizzato questo incontro” civettò Alecto “Sono molto contenta di essere in vostra presenza, mio Signore. Avete ragione nel dire che la comunità purosangue da noi donne si aspetta qualcosa di ben preciso… e sono anche disposta a essere parte di questo disegno” aggiunse sorridendo ad Antonin “Ma, prima di tutto, vorrei costruire un futuro più solido al vostro fianco, Padrone”
“Parli molto bene, Alecto” rispose Voldemort “Ti ha istruita Antonin?”
Alecto ridacchiò “Diciamo che Antonin mi ha dato alcuni consigli”
“E a te, Bella, non li ha dati?”
“Io non ho bisogno di consigli” rispose Bellatrix arrogante “Sono la strega migliore che possiate trovare”
“E questo chi lo dice?”
“Io”
Voldemort rise.
“I fatti” aggiunse Bellatrix impermalita “Sono più potente di Tony”
Voldemort si volse verso Dolohov “Hai sentito, Antonin? La ragazzetta ti sta sfidando”
Dolohov quasi si strozzò con la birra. Cosa diamine stava succedendo? Non aveva mai visto Voldemort tanto tranquillo, Bellatrix era arrogante e impertinente e lui, invece di cruciarla, stava continuando a darle corda come se nulla fosse.
“Io non sono una ragazzetta”
“No? Quanti anni hai?”
“Diciotto”
“Ah, scusa allora… non avevo capito fossi tanto grande”
Bellatrix lo fulminò con lo sguardo. Si stava prendendo gioco di lei ma la verità era che tutto ciò la stava eccitando sopra ogni dire. Voldemort faceva il superiore e il distaccato ma era davvero così impenetrabile? Sorrise sorniona masticando con calma il boccone di carne poi si sfilò la scarpa e allungò il piede verso la gamba di Voldemort. Le sue dita si scontrarono subito con la stoffa della sua veste, spostò il sedere leggermente più avanti per riuscire a raggiungerlo meglio e approfondire il tocco. Iniziò a sfiorarlo piano, le dita dei piedi che accarezzavano il polpaccio. Bellatrix puntò i suoi occhi sull’uomo seduto di fronte a lei ma nulla nella sua espressione lasciava intuire che avesse sentito il suo tocco.
“E voi invece vi siete conosciuti a Hogwarts” disse Alecto riprendendo il filo del discorso.
“Eravamo compagni di scuola, stesso anno” annuì Antonin “Ho imparato più da Tom che non dai professori” Antonin impallidì non appena si rese conto di cosa era uscito dalla sua bocca. Gettò un’occhiata fugace verso Lord Voldemort che, però, sembrava non averlo sentito: stava continuando a fissare Bellatrix dritto in faccia ed era sicuro le stesse praticando la Legilimanzia. Antonin scosse la testa, sempre più incredulo di ciò a cui stava assistendo, sapeva molto bene l’effetto che il suo Signore faceva sulle donne ma non lo aveva mai visto tanto concentrato su qualcuno. Era davvero interessato a Bellatrix? E poi perché Bellatrix faceva tanto la sostenuta quando erano mesi che lo pregava di fargli incontrare Lord Voldemort e non faceva altro che discorsi farneticanti su quanto era l’unico Mago Oscuro a essere degno di quel nome?
“Perché, Antonin, questa ragazzina è arrogante e impertinente e in quanto tale va… addestrata
“Non sono un animale” ribatté Bellatrix mentre il suo piede risaliva verso la coscia dell’Oscuro Signore. Si stava bagnando, quel gioco la stava eccitando all’inverosimile.
“No, ma sarai la mia serva. La mia Mangiamorte numero uno, il mio braccio destro” il piede di Bella tremo, lo fece ricadere in basso, verso la caviglia, per farlo intrufolare sotto la veste e poter essere a contatto diretto con la pelle di Lord Voldemort.
“E cosa ne sarà di Tony?”
“Antonin può essere il braccio sinistro” si volse verso Dolohov “Non ti offendi, no?”
Dolohov si strinse nelle spalle, senza sapere cosa dire. Erano anni che lo serviva fedelmente e si rimetteva a ogni sua decisione. Non sarebbe stato diverso quella volta anche se… guardò Bellatrix. Aveva le guance arrossate e, improvvisamente, sembrava molto concentrata su altro.
“Potrebbe essere piacevole condividere gli onori e oneri di esservi tanto vicino, Padrone” rispose Antonin “E non posso pensare a una persona migliore di Bella che, come vi accennavo, è molto dotata”
“Lo vedo… Lo sento” rispose Voldemort con non curanza, fece scivolare una mano sotto il tavolo e, prima che Bellatrix potesse ritrarre il piede, lo afferrò con forza.
“Voglio essere chiaro: il servizio di Mangiamorte è a vita” sibilò Voldemort; mentre parlava le sue dita massaggiavano il piede di Bellatrix. Col pollice spingeva sulla pianta del piede e poi più su, verso le dita “Una volta marchiate non potrete mai più tirarvi indietro”
“Non voglio tirarmi indietro” rispose Alecto, “Sono pronta a fare la mia parte… Insieme a Tony, insieme a mio fratello Amycus”
“E tu, Bella? Vuoi fare la tua parte?” chiese Voldemort massaggiandole con più forza il piede.
“Sì”, esalò Bella, le mani ancorate ai bordi della sedia. Com’era possibile che riuscisse a farla godere con un semplice massaggio ai piedi?
“Sono nata per fare la mia parte… per combattere…”
Voldemort fece un’ultima carezza poi si mise il piede di Bella tra le gambe. Bellatrix sgranò gli occhi sentendo sotto la pianta del piede l’erezione dell’Oscuro Signore “Vuoi iniziare a fare la tua parte? Qui e ora. Subito” domandò Voldemort con un sorrisetto che fece sciogliere Bellatrix sulla sedia. All’improvviso sentiva molto caldo, il petto le si alzava e abbassava velocemente, come se facesse fatica a recuperare il respiro.
“Certo… certo che voglio iniziare…” rispose lasciva iniziando a muovere il piede sull’erezione per stimolarlo.
“Ancora però non ho sentito quelle parole, Bella…”
“Quali parole?” chiese Bellatrix il cervello confuso, annebbiato dalla lussuria.
Mio Signore, Padrone
Bellatrix bloccò il piede “Non so se sono pronta”
“Senza quelle parole… non so se possiamo proseguire” ribatté Voldemort, afferrò con le bacchette un pezzo di carne e lo morse con fare lascivo “Perché è così difficile sottometterti a me?”
“Non sono abituata a farlo” rispose Bellatrix “Sin da bambina sono sempre stata uno… spirito libero” riprese a massaggiare l’erezione dell’Oscuro Signore eppure, sul viso di Voldemort, non traspariva nulla. Come se nulla stesse succedendo sotto al tavolo. Come era possibile?
“Sarò io a liberarti, Bella” ribatté Voldemort “Non è ciò che ho fatto anche con te, Antonin?” domandò poi rivolto verso Dolohov “Imprigionato e imbrigliato nelle forme dei Purosangue… Ora sei un soldato, un assassino che uccide per diletto coloro che osano mettersi tra noi e il potere, tra noi e la magia”
Dolohov annuì entusiasta “È così, mio Signore. Grazie a voi vivo una vita piena, degna di essere vissuta, dedita alle Arti Oscure”
“Non vuoi questo genere di libertà, Bellatrix?”
“Certo” rispose Bella, era eccitata più che mai, sentiva le mutande fradice di umori e quell’erezione che accarezzava con un piede avrebbe voluto sentirla dentro di sé. Represse un gemito e di scatto ritrasse il piede “Perdonatemi” disse alzandosi in piedi “Con permesso… torno subito”
Voldemort la seguì con lo sguardo. Sentiva il suo membro pulsare sotto la veste. Erano anni che non stava con una donna, anni che, anzi, praticava l’astinenza come forma di elevazione spirituale. Eppure, aveva capito sin da subito che Bellatrix era diversa. Come poteva rimanere indifferente alla forma più alta di espressione della Vita? Lui che vi era così attaccato e cercava di farla sua in ogni istante. Ogni volta che posava lo sguardo su Bellatrix aveva come la sensazione di impossessarsi della Vita.
“Mi dispiace, mio Signore” disse Antonin “Non so come mai Bellatrix sia così… sostenuta”
Voldemort portò la sua attenzione su Dolohov, lo guardò in silenzio per qualche istante poi scoppiò a ridere “Sostenuta?” scosse il capo “È solo un gioco, è una ragazzina impertinente ma come sai a me piacciono molto le sfide” chinò il capo di lato “E poi avevi ragione: è proprio quello che cerco”
Alecto si schiarì la gola.
“Sarai anche tu una Mangiamorte preziosa, Alecto Carrow” sibilò Voldemort poi si alzò in piedi “Credo di avere bisogno del bagno anche io, torno subito”
Bellatrix era seduta sul gabinetto, la testa tra le mani. Non poteva credere a quello che era appena successo al tavolo. La sensazione del membro dell’Oscuro Signore ancora sulla pianta del piede. Scosse la testa tentando di recuperare lucidità. Era così eccitata che si sarebbe volentieri messa a toccarsi lì, in quel momento, nel bagno del ristorante. Fece qualche respiro profondo, doveva schiarirsi la mente, ritornare a essere padrona di sé. Sentì la porta del bagno aprirsi e si decise a uscire dal cubicolo.
“Eccoti qua, Bella”
Bellatrix sgranò gli occhi, tutta la fatica fatta per tentare di recuperare un minimo di padronanza di sé andata in frantumi.
“Ti nascondi da me?” domandò Voldemort avanzando verso di lei e Bellatrix si vide costretta a indietreggiare e a rientrare nel cubicolo “Mi sono spinto troppo oltre, ragazzina?”
Al “ragazzina”, Bellatrix alzò il mento, fiera “Per nulla, anzi, vi stavo aspettando”
Voldemort rise “Credi di poter mentire al Signore Voldemort?”
Bellatrix si leccò le labbra mentre Voldemort richiudeva la porta dietro di sé e faceva scattare la serratura.
“No”, rispose Bellatrix “Non credo di potervi mentire…” l’eccitazione era così forte che quasi sentiva male alla pancia “Non voglio neanche farlo”
Voldemort allungò una mano verso di lei e le sfiorò il viso con le dita.
“Sei bollente” sibilò “Sei eccitata”
Bellatrix socchiuse gli occhi al suo tocco, aveva le dita ghiacciate “Anche voi” rispose “Siete eccitato”
“Difficile rimanere indifferente a tanto
Bellatrix non riuscì più a trattenersi si sporse verso di lui, non desiderava altro che baciarlo e sentire la sua lingua nella bocca ma, proprio quando stava per unire le labbra alle sue, sentì la mano di Voldemort artigliarla sulle guance.
“Forse non mi sono spiegato sufficientemente bene, Bellatrix Black” le sibilò Voldemort a un centimetro dal viso “Sono io che comando. Io che decido. Io sono il tuo Padrone e Signore”
Bellatrix lo guardò negli occhi, era come essere in presenza di un serpente ipnotico.
“Sì”, sussurrò sentendo l’eccitazione montare sempre di più all’idea di avere un Padrone di quel genere “Sono vostra…”
Voldemort inclinò il capo di lato con un sorriso “Chi sono?”
“Siete il mio Padrone”
Neanche le fece terminare la frase, Voldemort si avventò sulla bocca di Bellatrix e la baciò con foga. La sentiva tremare nella sua presa, ricambiare il suo bacio con una passione che non aveva mai sentito in nessun’altra donna ma, d’altra parte, lui stesso non aveva mai dato baci simili prima. Bellatrix era esuberante, vitale… era tutto ciò che aveva cercato, ciò di cui tentava di impossessarsi da sempre. Le morse le labbra e la sentì gemere. Voldemort si eccitò al pensiero che si sarebbe scopato la vita stessa; perché era esattamente ciò che Bellatrix rappresentava. Fece scivolare una mano tra le sue cosce, le spostò l’intimo e immerse le dita nei suoi umori.
Mio Signore
Voldemort ghignò a sentire quelle parole sospirate.
“Esatto, sono il tuo Signore…” le sibilò all’orecchiò approfondendo il tocco tra le sue gambe, la sentiva vibrare come una corda di violino “E sarai una Mangiamorte perfetta, Bellatrix Black”
“Vi prego, mio Signore. Non desidero altro”
Voldemort smise di toccarla “Sicura?”
Bella alzò lo sguardo su di lui, il viso imbronciato “Be’, ci sarebbe qualcos’altro…” disse facendo scivolare una mano sul suo petto fino a che non incontrò il membro eretto dell’Oscuro Signore “E ora… ora che vi ho detto che siete il mio Padrone…”
“Lo vorresti?”
“Sì, Padrone”
“Sei stata molto impertinente prima” rispose Voldemort scostandosi un poco, fingendo di voler aprire la porta del cubicolo e andarsene.
“Oh no, Padrone! Vi prego. Per favore…
“Mi stai pregando per essere scopata, Bella?”
Bellatrix arrossì. Abbassò lo sguardo, quasi intimidita. Non era abituata a certe dinamiche e l’uomo che aveva di fronte a sé non solo era tanto più grande ma era letteralmente ciò che aveva sempre cercato nella vita. Qualcuno che potesse dominarla, liberarla, insegnarle le Arti Oscure. Farla essere la guerriera che aveva sempre desiderato essere nella sua vita.
“Sì, Padrone” esalò, infine, perché se non la avesse presa subito, in quel momento, sentiva sarebbe potuta morire da un momento all’altro.
“Addirittura”, sibilò Voldemort. L’afferrò per le spalle e si scambiarono di posto, s’impossessò ancora una volta della sua bocca. Non aveva mai amato i baci; eppure, non riusciva a staccarsi dalle labbra di Bellatrix come se, ogni volta che la baciava, si abbeverasse direttamente dalla fonte della vita.
“Padrone” balbettò Bellatrix. Voldemort la ignorò, la fece voltare contro la porta del bagno.
“Mi vuoi, Bella?” le domandò mentre le mordeva il collo con forza, voleva marchiarla di lui. Anche senza il Marchio Nero, tutti dovevano sapere che gli apparteneva.
“Sì, mio Signore” annuì Bellatrix spostando il bacino all’indietro in un chiaro invito.
Fu facile per Voldemort entrare in lei. Bella era tanto bagnata che gli umori le avevano imbrattato le cosce. Si spinse in lei e ci volle tutto il suo autocontrollo per non venire subito. Si era dimenticato la sensazione di calore, bagnato, strettezza che lo avvolgeva. Bellatrix gemeva senza ritegno a ogni spinta, forse dimentica del fatto che erano nel bagno di un ristorante di alta classe e che chiunque sarebbe potuto entrare e sorprenderli, sentirli. L’afferrò per i fianchi e continuò a penetrarla con forza mentre faceva scivolare una mano per stimolarle il clitoride. Il respiro di Bella si fece più pesante, la sentì contorcersi leggermente mentre i muscoli del suo sesso lo avvolgevano, contratti dall’orgasmo.
Padrone!” lo urlò come se volesse che tutto il mondo sentisse che stava godendo “Mio Signore…”
Voldemort smise di muoversi in lei, si sentiva al limite ma non voleva raggiungere l’orgasmo a quel modo. Si sfilò da Bella, la prese per i capelli e la fece inginocchiare.
“Dicevi che nella tua bocca potrebbe entrarci altro, no?” chiese Voldemort puntando la sua erezione dritto tra le labbra di Bellatrix. Lei non se lo fece ripetere, aprì la bocca e accolse con foga il membro del suo Padrone, succhiando con foga e passione. Voldemort si appoggiò alla parete, gustandosi la lingua di Bella, le sue labbra. Senza neanche rendersene conto venne. Erano anni che non provava un orgasmo, strizzò gli occhi e si morse le labbra: non voleva emettere nessun rumore. Si lasciò andare nella bocca di Bella che non perse neanche una goccia.
Dopo qualche istante di silenzio, Voldemort spalancò gli occhi, li fissò in quelli di Bellatrix che era ancora in ginocchio poi, senza dire una parola, aprì la porta del bagno e scomparve. Bellatrix rimase in ginocchio, la veste scomposta, i capelli arruffati, interdetta. Non si aspettava di venire lasciata sola così, all’improvviso.
“Mio Signore?” chiese Antonin quando vide ricomparire Voldemort “State bene? Ci avete messo un po’”
Voldemort gli fece un ghigno “Volevo lasciarvi i vostri spazi…” prese il boccale di birra e finì il liquido ambrato in un solo sorso “Comunque devo andare, sono stato chiamato”
Antonin fece per alzarsi a sua volta, pronto a seguirlo “Non c’è bisogno. Resta pure con Alecto. Non è nulla di importante”
“Va bene, mio Signore ma… come dobbiamo procedere con le due ragazze?”
“Portale alla prossima riunione, ci vuole un incontro più… formale
Antonin osservò Voldemort smaterializzarsi, confuso da quell’uscita di scena così repentina.
“Dov’è?” chiese Bellatrix riemergendo dal bagno. Dolohov la osservò come inebetito per qualche istante. sul collo aveva segni inequivocabili di morsi, i capelli arruffati e in viso un’espressione che non lasciava adito a dubbi.
“Avete… avete scopato?” domandò Alecto con gli occhi sgranati e, con sommo dispiacere di Dolohov, con un pizzico di invidia.
“Dov’è l’Oscuro Signore?”
“È andato via” rispose Antonin “Ha detto che c’era un’emergenza…”
“Oh Tony!” esclamò Bella sedendosi nel posto a fianco a lui lasciato libero da Voldemort “È più di quanto abbia mai sognato!”
“Immagino” rispose Antonin a disagio, senza sapere cosa dire “Sono sorpreso, non pensavo che… insomma… mi era parso di capire che non fosse più interessato a determinate cose” poi aggiunse quasi più a sé stesso “Resistere a te comunque non dev’essere facile”
“Vado” esclamò all’improvviso Bella rialzandosi in piedi esagitata “Non posso rimanere qui, mi sento troppo… troppo…”
“Bella, non fare cazzate” l’ammonì Antonin “Non andare da lui senza essere invitata”
“Ma sì, sì” rispose Bella distratta “Ci vediamo” si smaterializzò senza pensarci due volte.
Antonin si sistemò un po’ meglio sulla sedia e si volse con un sorriso verso Alecto.
“Cosa succede?” chiese Dolohov vedendo come la ragazza di fronte a lui avesse cambiato espressione.
Cosa succede?” ripeté Alecto “Anche tu vuoi farti Bellatrix, vero?”
“Cosa?”
Resistere a te comunque non dev’essere facile
“Oh ma no” rise Antonin ma vedendo le sopracciglia di Alecto corrugarsi smise subito di ridere “Non intendevo…”
“Ma certo. Lei è più bella, più magicamente dotata… anche l’Oscuro Signore non ha fatto altro che rivolgersi a lei tutta la sera!”
“Ha detto che anche tu sarai una pedina fondamentale!” esclamò Antonin impanicato “Ti ha accettata tra i suoi Mangiamorte”
“Bellatrix sarà il suo braccio destro!
“Sì, be’… Bellatrix…”
Alecto fece una smorfia “Vai da lei anche tu, dato che ti piace tanto!”
Dolohov aprì la bocca per ribattere ma Alecto si smaterializzò senza dargli il tempo di dire nulla.
“Per Salazar!” esclamò Antonin guardandosi intorno.
“Signore, desidera il dessert?”
 
***
 
Ventisette anni dopo…
 
Antonin si alzò zoppicando dal tavolo delle riunioni. Quattordici anni ad Azkaban, quattordici anni in mano ai Dissennatori, quattordici anni di sofferenza e nessuno era rimasto ad aspettarlo. Guardò fissò Alecto per diversi istanti, fino a quando lei non alzò gli occhi su di lui.
“Ciao, Tony” lo salutò avvicinandosi a lui.
Antonin strinse gli occhi “Ciao, Tony” ripeté in un sibilo basso, scontroso “È tutto ciò che hai da dire dopo quattordici anni?” sputò per terra “Dopo esserti fatta sbattere da un Auror?”
Alecto ridacchiò “Un Auror che non ci ho pensato due volte a far fuori non appena i tempi sono stati maturi” scosse la testa “Cosa ti aspettavi? Cosa avrei dovuto fare? Tutti sapevano della nostra relazione! Mi serviva una copertura”
“Cosa mi aspettavo? Mi aspettavo che… che… non di certo che te lo facessi mettere dentro da un altro la settimana dopo che sono stato arrestato!”
“Ti ho appena spiegato il motivo, Tony. Si chiama praticità, opportunismo”
“Mi fai schifo” sputò fuori Dolohov, velenoso.
“Cosa avrei dovuto fare secondo te?” chiese Alecto offesa “Aspettarti?” rise “Nessuno farebbe tanto. Per quel che ne sapevo, saresti potuto non uscire mai, Tony. Cerca di capire”
Antonin fece una smorfia, si voltò. I suoi nervi dopo Azkaban erano a pezzi e avrebbe voluto cruciare Alecto, farla soffrire anche solo un decimo di ciò che aveva patito lui. L’idea che mentre lui era in prigione a piangere lei invece fosse a letto con un Auror lo faceva uscire di testa.
“Bellatrix” chiamò a un certo punto vedendo Bella comparire nel suo campo visivo.
“Tony” rispose lei avvicinandosi all’altro Mangiamorte “Alecto” salutò con supponenza senza guardare la strega. Odiava chiunque non fosse stato ad Azkaban per il suo Signore.
“Stavamo parlando di fedeltà” iniziò Antonin.
“E ne parli con la Carrow?” aggredì subito Bella “Con una che non ha aspettato mezzo secondo a saltellare dall’altra parte?”
“Non ho saltellato dall’altra parte!” ribatté Alecto, “Ho fatto ciò che era necessario… come Piton!”
“L’altro buono” borbottò Bella schifata.
“Bella” la richiamò Antonin. Bellatrix si volse di nuovo verso di lui “Vorrei chiederti una cosa”
Bellatrix gli fece cenno di continuare, curiosa.
“Metti caso che l’Oscuro Signore sia ad Azkaban”
“Perché mai l’Oscuro Signore dovrebbe essere ad Azkaban?”
“Perché ce lo hanno messo gli Auror”
Bellatrix scoppiò a ridere “Che fantasia infantile è mai questa? L’Oscuro Signore gli Auror se li mangia a colazione”
Antonin sospirò “Va bene, facciamo finta che lo catturi Silente”
“Il Signore Oscuro è più potente”
“Ma per assurdo
“Non mi piacciono queste tue assurdità!” sbottò Bella alterata.
“Fai finta che l’Oscuro Signore sia ad Azkaban”
“Ne uscirebbe in un battibaleno”
“Fai finta che non riesca ad uscirci”
“Improbabile”
Bellatrix!” urlò Antonin esasperato “Fai finta!”
Antonin fissò in silenzio Bella per alcuni istanti, quando fu sicuro che non si sarebbe più messa a protestare continuò “Fai finta che l’Oscuro Signore sia ad Azkaban e tu sia fuori… cosa faresti?”
“Andrei ad Azkaban a liberarlo” rispose Bellatrix come se Antonin fosse stupido anche solo per aver posto una domanda di questo tipo.
“Be’, fai finta che non ci riesci”
“E perché mai non dovrei riuscirci?”
“Perché non ci riesci e basta!”
Bellatrix strinse gli occhi “Mi farei mettere ad Azkaban con lui”
“E ad Azkaban non ti ci vogliono. Ti liberano. Bella, lui è dentro, tu fuori. Questa è la situazione!”
“Una situazione impossibile” ripeté Bellatrix “Quello che dici non ha senso, Antonin Dolohov”
“Puoi far finta? Per assurdo! Per favore, Bella!”
Bellatrix alzò gli occhi al cielo “OK, lui è dentro e io fuori… cosa vuoi che faccia?” Bellatrix si mise le mani tra i capelli, il solo pensiero sembrava ucciderla “Non ha senso Tony! Non riuscirei a vivere! Perché mai io dovrei essere fuori mentre lui è dentro? Non ha senso, non posso, non voglio!” le vennero le lacrime agli occhi al solo pensiero di essere di nuovo divisa dal suo Signore, dopo tutti quegli anni.
“Non andresti con qualcun altro?”
Bellatrix tirò su col naso e si asciugò le guance. Ci mise qualche secondo a capire cosa stesse dicendo Antonin.
“Andare con qualcun altro?” ripeté Bellatrix schifata.
“Smettila Dolohov” intervenne Alecto, aveva capito dove Antonin volesse andare a parere “Non è corretto chiedere a lei!”
“E perché non dovrebbe essere corretto?”
Perché tu non sei l’Oscuro Signore!” sibilò Alecto.
Antonin strinse gli occhi “Stai dicendo che avresti aspettato l’Oscuro Signore? Perché non mi sembra tu l’abbia fatto” si volse di nuovo verso Bellatrix “Ti saresti fatta scopare da qualcun altro? Avresti vissuto la bella vita, magari con Rod?”
Bellatrix lo fissò alcuni istanti, poi scoppiò a ridere “Stavamo parlando di assurdità e va bene… ma da quando è diventato un fantasy comico?”
Antonin si volse vittorioso verso Alecto.
“Hai capito? Hai capito cosa fa una persona innamorata?”
“Non puoi paragonare quello che Bellatrix prova per l’Oscuro Signore con… con quello… con qualsiasi altra cosa!” sbottò Alecto “Nessuno farebbe quello che ha fatto lei per lui, nessuno!
“Anche io sono stato ad Azkaban per lui!” ribatté Dolohov.
“È diverso” intervenne Bellatrix “Completamente diverso”
“Ero ad Azkaban con te, Bella. Te lo ricordi, vero? Stavamo anche vicini!”
“Che succede qua, signorine?”
Antonin si volse come una furia “Vaffanculo Rabastan”
Rabastan alzò le mani in aria, poi passò un braccio intorno alle spalle di Bella “Che cos’ha Tony?”
“È offeso con Alecto perché non l’ha aspettato” rispose Bella annoiata, sbadigliando.
“Eh, dai, Tony” fece Rabastan “Nessuno avrebbe aspettato. Credi che Rita Skeeter a me abbia aspettato? Non si sapeva se saremmo mai usciti”
“Bellatrix” disse Antonin cocciuto “Avrebbe aspettato. Avrebbe aspettato l’Oscuro Signore!”
“Eh sì vabbé, Tony, dai” rispose Rabastan “Di cosa stiamo parlando?”
“Anche tu sei finito ad Azkaban per lui!”
“È diverso” disse Rabastan di nuovo “Io non mi sono messo a urlare la mia fedeltà di fronte al Wizengamot. La vita va avanti”
“Non la mia senza l’Oscuro Signore” rispose Bella.
“Sì, lo sappiamo. Ma sei un’eccezione Bella. Vuoi fare un paragone, Tony? Chiedi a Bella cosa avrebbe fatto se Rodolphus fosse finito ad Azkaban e lei fosse stata fuori. Così è più equo”
“Ma vai a farti fottere Lestrange” lo aggredì Antonin “A Bella non fotte un cazzo di Rod. Si preoccupa più per te che di suo marito… avrei sperato di essere qualcosa di più per te, Alecto”
“Lo sei, Tony, lo sei… ma… non volevo finire ad Azkaban. Puoi davvero biasimarmi?”
Antonin la fissò per qualche istante. No, non poteva biasimarla. Ma lui non voleva quel genere di amore, lui voleva ciò che Bellatrix dava all’Oscuro Signore.
“No”, rispose infine “Non posso biasimarti… ma non aspettarti che io possa dimenticare e perdonare ciò che hai fatto” e, così dicendo, se ne andò sbattendo la porta.
Sudicia puttana menefreghista e opportunista” sbottò camminando come una furia per i corridoi di Villa Riddle.
“Con chi ce l’hai, Antonin?”
Dolohov si interruppe e sussultò.
“Nessuno, Padrone” rispose abbassando la testa intimidito “Perdonatemi, non vi avevo visto”
“Non mentire al Signore Voldemort, Antonin Dolohov. Con chi ce l’hai?”
Antonin si torturò i lembi della veste, indeciso sul cosa fare ma non poteva ignorare un ordine tanto diretto di Lord Voldemort.
“Ce l’ho con Alecto” rispose Antonin con passione “Mentre io me ne stavo ad Azkaban a soffrire le pene dell’inferno lei si faceva sbattere da un Auror!”
“Le informazioni che mi ha dato si sono rivelate utili” commentò indifferente Voldemort. Antonin si morse le labbra per non rispondere.
“Mi ha sempre incuriosito questo tuo interesse nei confronti della Carrow” Voldemort alzò le spalle “Puoi ambire a di meglio”
“Non sono voi, Padrone” Antonin esitò “Bellatrix non avrebbe mai… non avrebbe mai fatto quello che ha fatto Alecto”
Voldemort ridacchiò e si avvicinò al suo primo Mangiamorte, quello che era sempre stato al suo fianco fin dai tempi di Hogwarts “Vuoi davvero paragonare Bellatrix ad Alecto? A parte il fatto di essere entrambe donne non hanno null’altro da spartire”
“Me ne rendo conto”
“Sei sempre stato un compagno fedele, Antonin. Lord Voldemort non dimentica. Verrai premiato per le tue pene”
“Vi ringrazio, Padrone, come sempre, siete molto generoso”
Voldemort fece per voltarsi e andarsene ma Antonin non riuscì a trattenersi “Padrone!” lo chiamò per poi pentirsi subito di ciò che stava per dire “Siete stato con qualcun altro…?”
Voldemort alzò un sopracciglio “Con qualcun altro?”
“Qualcuno che non sia Bellatrix”
“Sai molto bene che ho avuto diverse donne, in passato”
“Intendevo in questi anni… in questi mesi…”
“Ho avuto altro a cui pensare, Dolohov” rispose piatto Voldemort. Antonin rimase in silenzio, voleva chiedere ancora, indagare, capire… ma non aveva il coraggio di spingersi oltre con l’Oscuro Signore.
“Non starei mai con nessuno di diverso da Bellatrix” aggiunse Voldemort “Non ne ho motivo. Lei mi dà tutto ciò di cui ho bisogno. Bellatrix è vita… e io sono incredibilmente attaccato alla vita”.
 
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Grazie a chiunque sia arrivato fino in fondo a questa nuova prode avventura. Dedico la storia a Sev che, come sempre, è fonte di grande ispirazione <3 
A presto!

Clo

 
 
 
 
 
 
 
  
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