Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: vodkadratini    24/09/2022    1 recensioni
2021, una nuova generazione di Potter e Weasley calca i corridoi di Hogwarts e non ha mai conosciuto altro che pace. Non tutto è rose e fiori, però: sono figure distanti e privilegiate, così difficili da raggiungere anche per chi, come Hecuba Rathbone, ha letto e riletto le storie degli eroi della Seconda Guerra Magica fino allo sfinimento. Se c'è una cosa che non ti insegnano i libri, però, è che qualche volta le braci continuano a bruciare nascoste sotto la cenere.
Aggiornamenti ogni sabato! {IN PAUSA}
Genere: Angst, Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Famiglia Weasley, Lily Luna Potter, Lorcan Scamandro, Minerva McGranitt, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

.III.

 
“Sono Erato Carinatus, sarò la vostra insegnante di Trasfigurazione a partire da quest’anno. Per chi non lo sapesse già, ad attendervi oltre questa soglia c’è la cerimonia dello Smistamento, che vi assegnerà a una delle quattro Case dei Fondatori della scuola, Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Come da tradizione, sarà il Cappello Parlante a capire qual è la casa che fa meglio al caso vostro.”
I denti bianchi svettavano come perle sulle labbra carnose viola intenso. La donna aveva un timbro basso e suadente, quasi calmante.
“Nella vostra Casa troverete compagni fidati, spiriti affini. Sarà come entrare a far parte di una grande famiglia, e come tale chiederà il vostro personale contributo per mantenere alto il proprio prestigio. Avrete la possibilità di guadagnare punti, per esempio dimostrandovi preparati in classe. Ogni punto che guadagnerete verrà segnalato qui.”
Un braccio magro scivolò fuori dalla manica del kimono per indicare le quattro immense clessidre che stavano ai lati della porta. Ognuna di esse portava l’emblema di una delle Case ed era piena di gemme colorate. Hecuba osservava i cristalli rapita: c’era una piccola fortuna serrata oltre le teche, abbastanza per permettersi di vivere nell’agio per qualche decennio.
“Ora, vedete, il conteggio è a zero. Se ogni merito personale vi farà guadagnare punti, ogni infrazione delle regole comporterà la sottrazione di gemme dalla vostra clessidra. Alla fine dell’anno, la Casa con più punti riceverà in premio la Coppa delle Case, è molto semplice. Domande?”
Nessun ragazzino ne aveva. Hecuba pensò che fosse stata sufficientemente chiara per passare oltre. Odiava perdere tempo inutilmente e il sistema dei punti casa esisteva dalla notte dei tempi, a sentire suo padre. Non era per niente impressionata dal concetto, dall’efficienza dell’incantesimo che faceva in modo che chiunque fosse in una posizione di autorità nel castello potesse governare l’andamento delle clessidre con la propria voce, in qualsiasi anfratto buio si trovasse, dai sotterranei alla foresta alla più alta delle torri. Adam, accanto a lei, ormai diventato l’ombra di chi si era dichiarato indifferente alla sua condizione di nato babbano, sembrava assolutamente incredulo.
Le porte della Sala Grande si aprirono, rivelando lo sfarzo e le migliaia di candele sospese e la volta stellata di cui aveva letto così voracemente nei suoi libri. Non poté fare a meno di sorridere, anche se il panico le stringeva lo stomaco, cercando con gli occhi tra la fiumana di capelli rossi al tavolo di Grifondoro: eccoli, Potter e Weasley, non in un’unica schiera compatta ma non troppo distanti l’uno dall’altro. Kyle sedeva ad almeno cinque posti di distanza da James, invece, ed Hecuba si ritrovò a tirare un sospiro di sollievo. Sapeva che non poteva dire la verità, solo un idiota sarebbe stato amico di Kyle e James Potter non poteva certo essere un idiota.
Al tavolo dei professori, Hecuba riconobbe subito Minerva McGranitt dalla sua figurina delle Cioccorane e dalle illustrazioni in movimento su Storia di Hogwarts. Alla sua destra c’era Neville Paciock, eroe di guerra, alla cui destra stava Filius Vitious, alla cui destra stava un uomo mai visto prima con l’aria da bibliotecario, che alla sua destra aveva una donna coi capelli grigi. Ultimo nell’angolo di sinistra era Hagrid, che occupava l’equivalente di due posti. Opposto ad Hagrid c’era un giovane vestito di un improbabile maglione color crema e poi, rispettivamente, un uomo nero con il viso tatuato, una signora di mezz’età distinta, una vecchia che sembrava fatta di cera tant’era immobile, una ragazza coi capelli corti che poteva essere una studentessa e infine, alla sinistra della McGranitt, il posto vuoto che doveva essere della Carinatus.
“Non c’è” mormorò Adam, accigliato.
“Chi?”
“Il tizio che è venuto a casa mia a dirmi che sono un mago. Ha detto di essere professore di pozioni, Reginald Moonshine… Ma non c’è.”
“Sarà malato.”
“Shh.”
Al centro della pedana, proprio di fronte al trono della Preside, era stato posto uno sgabello sbilenco e sopra di esso c’era un vecchio cappello malandato. L’intera sala sembrava trattenere il respiro in attesa di qualcosa, ogni chiacchiericcio spento in un respiro nervoso. Improvvisamente, da uno degli squarci uscì una voce e cominciò a cantare:
“Un altro anno è ormai cominciato,
Ed eccoci al solito, lieto evento.
Sotto questo splendido cielo stellato
Ancora una volta io mi presento:
Nacqui da un semplice cappellaio,
Chiunque mi avrebbe voluto in testa,
Non ero affatto come ora appaio,
Ero un elegante cappello da festa.
Giunse un signore assai rinomato
Come mi vide, mi scelte all’istante
Per sua magia ero vivo, ero nato,
E mi diede un compito molto importante.
Sceglier la Casa degli studenti
E io l’ho fatto da quel momento.
Perché della scelta siano contenti,
Ho sempre dato un suggerimento:
C’è Grifondoro con la sua spada,
Nobiltà d’animo, fegato e audacia!
Se trova un ostacolo sulla strada
Lo affronta sempre con gran tenacia.
Poi Tassorosso che è puro di cuore,
Paziente e onesto, leale compagno,
Lavora sempre con gran fervore
E averlo amico è di certo un guadagno.
C’è Corvonero che è lo studioso:
È per l’ingegno che viene apprezzato
Quando hai un dilemma il suo aiuto è prezioso
E il suo consiglio non è mai sbagliato.
E Serpeverde, rimasto in fondo,
Famoso per astuzia ed ambizione.
Difficilmente arriva secondo,
Vista la sua determinazione.
Quattro le case e tanti gli onori,
Sia l’una o l’altra, non temete:
Diverse le brame, diversi i colori,
Ma buoni compagni dovunque andrete.
La canzone a finire si appresta:
Non aspettate neanche un istante!
Sedetevi e mettetemi sulla testa,
Perché io sono un Cappello Parlante!”
L’intera sala applaudì fragorosamente la performance del Cappello. Hecuba spiò ancora una volta l’espressione di Adam. Con la bocca spalancata e le guance arrossate, sembrava persino più ridicolo di lei, con la collana di tappi attorno al collo. Ne fu decisamente rassicurata: non c’era niente di così eccezionale in un vecchio cappello coperto di toppe, poco importava che fosse capace di parlare.
La Carinatus stringeva tra le mani un rotolo di pergamena piuttosto lungo. “Quando chiamerò il vostro nome verrete avanti e vi metterete il cappello in testa. Non preoccupatevi, non morde. Cominciamo: Barrow, Charles”
Un ragazzino allampanato avanzò con andatura traballante. Il cappello, troppo grande, gli coprì completamente gli occhi.
“Serpeverde!” gridò il Cappello dopo un po’ e una delle tavolate di studenti esplose in un boato festoso, accogliendo il nuovo membro.
“Barton, Mary”
“Tassorosso!”
“Bentley, Harriet”
“Tassorosso!”
“Berrycloth, Porzia”
“Corvonero!”
Procedette così per parecchi nomi. La lista di cognomi con la B sembrava infinita. Finalmente con “Camden, Mafalda”, “Grifondoro!”, si passò a un’altra lettera.
“Ci metterà tutta la notte per arrivare a noi” sussurrò Hecuba ai gemelli Scamander. “Adam, tu come fai di cognome?”
“Farwell”
“Presto toccherà a te allora! In bocca al drago.”
Fu poi il turno della ragazzina dai capelli verdi che era salita in barca con Drusilla. Si chiamava “Chapman, Tara” e sembrava molto sicura di sé. Il Cappello le inghiottì la testa e lasciò fuori solo il suo mento e qualche ciuffo di capelli verdi. Rimase immobile così per parecchio tempo, persino la Carinatus sembrava impressionata. Un mormorio eccitato si era diffuso per tutta la sala.
“È ufficialmente un Testurbante!” esclamò qualcuno dai tavoli, a voce abbastanza alta perché potessero sentirlo tutti.
Poco dopo il Cappello si decise e con un “Grifondoro!” congedò la ragazzina, ma qualcosa non doveva essere andato come previsto perché lei, furente, se lo tolse e lo scaraventò in terra urlando: “Avevo chiesto Serpeverde! Non voglio un’altra casa, voglio andare in Serpeverde!”
Tara Chapman aveva un’espressione nervosa, tremava tanto da inciampare nei propri piedi. “Mi rifiuto di andare in Grifondoro!”
Un’eco di protesta partì dal tavolo interessato, con un paio di ragazzi che decisero di manifestare il dissenso fischiando. “E chi ti vuole!” sbraitò Kyle, facendo un gestaccio. Il suo amico biondo rise a squarciagola e lo imitò, urlando qualche altro impropero. Gli insegnanti si scambiavano occhiate confuse. La McGranitt sembrava aver ricevuto un secchio d’acqua in faccia, forse più per il fermo rifiuto della Casa di cui era stata direttrice tanto a lungo che per l’assurdità della situazione in sé. Fu il professore dalla pelle scura ad intervenire, muovendosi con tanta rapidità che parve non necessitare affatto della bacchetta. La volta celeste che riproduceva il cielo stellato sfarfallò un paio di volte come fosse mal sintonizzata, spegnendo ogni singola stella. Un tuono di avvertimento bastò ad ammutolire l’intera Sala, prima che il cielo tornasse com’era. La Carinatus raggiunse la ragazzina in uno svolazzo di veste blu intenso, le posò una mano sulla spalla, le sussurrò qualcosa all’orecchio e la condusse pacificamente al tavolo di Grifondoro, dove si sedette in un angolo, il più lontana possibile da tutti.
“Danvers, Drusilla”
“Ah!” esclamò Hecuba, destandosi dall’imbarazzo appena provato. La scena si era svolta troppo in fretta per permetterle di realizzare appieno cosa stava vedendo, ma sapeva di aver provato disagio per sé e anche per la sconosciuta dai capelli colorati. Merlino solo sapeva come sarebbe stato avere una pazza del genere come compagna di stanza… Ma non era tempo per dedicarsi a queste questioni, quando Drusilla sgambettava con inquietudine verso lo sgabello lasciato vacante.
“Serpeverde!”
Ne riemerse coi capelli arruffati e la frangetta sollevata all’insù, per poi sedersi al nuovo tavolo e presentarsi a tutti con un sorriso.
“Davies, Gregory”
“Corvonero!”
“Edwards, Marcus”
“Tassorosso!”
“Facemyer, Hector”
“Serpeverde!”
“Farwell, Adam”
Adam raggiunse lo sgabello e si sedette. La sua faccia tradiva un’ansia che non aveva davvero motivo per provare, perché non aveva una preferenza per una Casa specifica che potesse essere tradita. A spaventarlo era, forse, l’ignoto, il non sapere precisamente come lo smistamento si sarebbe svolto, se il Cappello avrebbe rovistato tra i suoi ricordi per decidere quale fosse il posto giusto per lui o se avrebbe fatto una selezione di ricordi precisi che potessero mettere in luce un difetto o un pregio particolare che l’avrebbero indirizzato a una Casa invece che a un’altra, e, in quel caso, quale fosse il criterio da lui adoperato. O ancora, magari, era la possibilità che di lui uscisse un’immagine distorta, che sarebbe rimasta nella memoria del Cappello abbastanza a lungo da raccontare tutto alla Preside e bollarlo da subito con il marchio del ragazzino disagiato. Altro motivo di ansia era quello che era successo con Tara Chapman, la cui reazione violenta l’aveva scosso profondamente e un altro ancora era che tutte le sue preoccupazioni gli si leggessero in faccia. Fu grato del fatto che il cappello lo celasse alla vista. Sentiva ogni sguardo puntato su di sé e non era una buona sensazione. Si concentrò sul Cappello, invece: sapeva di vecchio e consunto, come il cuoio invecchiato, ed era leggermente tiepido, come se trattenesse ancora il calore della persona che l’aveva indossato per ultima.
Hecuba lo guardò per tutto il tempo dello Smistamento, cercando di farsi un’idea sulla Casa in cui sarebbe potuto finire. A parte dimostrarsi timido, non c’era stato un lato del suo carattere ad emergere in modo preponderante durante le ultime ore.
Pochi minuti e con un “Corvonero!” Adam venne accolto da un giro di applausi dal quarto bronzo-blu della Sala Grande. Dalla faccia sembrava che la conversazione con il Cappello gli avesse dato molto da pensare ed Hecuba si segnò mentalmente di chiedergli cosa gli avesse detto, alla prima occasione.
“Finnigan, Clarice”
“Grifondoro!”
“Hyde, Veronica”
“Tassorosso!”
Passò parecchio tempo, Hecuba cominciava a sentire il sonno reclamarla. La fame le era passata, a tenerla in piedi, in attesa, era solo l’ansia, che pareva aver preso possesso del suo corpo. Si sentiva esausta, complice il fatto di non aver dormito sul treno, e le palpebre le si facevano pesanti durante ogni pausa di silenzio prima che le urla del Cappello la facessero quasi saltare sul posto. Succedeva ogni volta, ormai.
“Nichols, Harry”
Hecuba era sicura di aver già sentito almeno altri tre studenti di nome Harry, ma questo fu il primo a finire a Serpeverde. Era un nome che aveva attraversato un momento di enorme popolarità, negli ultimi decenni.
“Noble, Charlotte”
“Corvonero!”
Hecuba si assopì di nuovo, osservando meglio il tavolo dei professori: Neville Paciock era il Capo della Casa Grifondoro, di questo era sicura, e Filius Vitious quello di Corvonero. Suo padre le aveva parlato dei professori che c’erano ai suoi tempi, ma tra gli altri l’unica che poteva assomigliare alle descrizioni era la donna coi capelli grigi seduta accanto ad Hagrid, che doveva essere Madama Hooch. Il suo sguardo indugiò sulla McGranitt, seduta perfettamente eretta sul suo trono, in una posizione di rigida scomodità. Sorrideva e aveva applaudito ogni singolo studente finora. Forse era suggestione, ma Hecuba era convinta che avesse applaudito quelli smistati in Grifondoro un po’ più forte.
“Poole, John.”
“Tassorosso!”
“Rathbone, Hecuba.”
Hecuba sobbalzò. Stava ancora fissando la McGranitt e ora la McGranitt stava fissando lei con aria di profonda disapprovazione perché, nonostante fosse il suo turno, il suo tempo di reazione per alzarsi e barcollare fino allo sgabello era stato esageratamente lungo. Si sedette, dandole le spalle e cercando di rilassarsi, benché ancora sentisse gli occhi della preside piantati come pugnali nella sua nuca. Rabbrividì, alzò lo sguardo a guardare la Carinatus, le cui labbra viola erano strette in una linea sottile. Giusto, il Cappello. Se lo infilò, pregando che facesse in fretta a sceglierle una Casa.
“Capisco. Molto bene… Sento che sei preoccupata di finire a Serpeverde” disse una voce vicinissima alle sue orecchie. “Ti hanno detto che sarebbe il posto adatto a te”
“Non sono preoccupata!” protestò Hecuba in un filo di voce, ma forse lo urlò o forse non parlò affatto, perché tutto era dentro la sua testa. “È che sono competitiva. Mio papà…”
Non era un ricordo su cui le piaceva tornare, quello. Era stato uno dei suoi primi episodi di magia involontaria, giocavano a un gioco da tavolo in famiglia in cui bisognava muovere delle pedine su un tabellone. Neanche ricordava il nome di quel gioco. Ma perdere era stato davvero umiliante e l’umiliazione bruciava e bruciava assieme alle tende del salotto. Suo padre aveva riso, alla fine, ironizzando sul fatto che se fosse finita a Serpeverde non si sarebbe stupito nessuno.
Pensava di aver rimosso quel ricordo, e invece era ancora lì, in qualche cassetto del suo cervello.
“Tu hai talento e lo sai, desideri metterti alla prova e brillare più che ogni altro… La tua ambizione farebbe di te una buona Serpeverde. Molti maghi tra i migliori erano Serpeverde, Merlino stesso lo era.”
“Anche Voldemort lo era.”
“Era un Serpeverde e uno dei più grandi maghi mai esistiti. Aveva talento, ma l’ha impiegato per compiere azioni malvagie. Sento che sei preoccupata di quello che potrebbero pensare gli altri se finissi in quella Casa…”
“Non è vero, ho letto i giornali e le interviste, Harry Potter parla bene dei Serpeverde da anni, per non parlare di –”
“E allora cos’è che ti preoccupa?” chiese il Cappello, e lo chiese come se sapesse già la risposta.
Hecuba sospirò. “Ho paura che finire a Serpeverde non mi dia la possibilità di fare amicizia con le persone… giuste.”
“Questo è un ragionamento molto Serpeverde. Cerchi la Casa che ti porti più vantaggi. Senti che Grifondoro sarebbe la scelta più sicura, ma non senti particolare affinità caratteriale con nessuno dei Grifondoro che hai conosciuto in prima persona. Sarebbe una bella sfortuna dover sopportare quel tuo cugino ogni giorno e non riuscire neanche a integrarti perfettamente tra tutti i Weasley e i Potter che scorrazzeranno per la Sala comune…
“A Serpeverde troveresti persone che hanno la tua stessa visione del mondo, studenti che sanno contare sull’astuzia, analizzare la situazione e coglierne vantaggi e svantaggi. Quello che ti spaventa è che dar spazio e incoraggiare questa parte del tuo carattere che di solito non ti fa fare amicizia facilmente. Hai paura di diventare una strega che non piace a nessuno.”
Hecuba scosse il capo violentemente: “No, io… non è così. Non sono meschina. Non è colpa della Casa Serpeverde. Volevo solo fare amicizia con i Potter perché sono famosi. Non c’è nulla di male!”
“No, ma non sei neanche una persona tollerante, Hecuba Rathbone, posso vedere quello che pensi del resto della gente qui presente. Sei competitiva perché ti consideri superiore agli altri e non ti piace perdere perché ti dimostra che qualcun altro è superiore a te. Tassorosso potrebbe essere la Casa in cui troveresti gli amici migliori, in cui saresti benaccetta a prescindere da tutto, ma la gentilezza dei tuoi compagni di Casa potrebbe persino darti fastidio.”
“E quindi? Mi manderai a Serpeverde per punirmi?”
“No. Voglio darti un’opportunità diversa per migliorare. L’intelligenza per coltivare le tue abilità nel modo giusto non ti manca, credo che tu possa trovare un modo per integrarti che smorzi questa parte del tuo carattere. Ci vorrà un po’ di lavoro, ma a Corvonero troverai compagni saggi abbastanza per comprenderti e accettarti. A tua volta dovrai mostrare giudizio, perché tra tanti ingegni eccezionali sarà difficile primeggiare ogni volta.”
Stavolta il Cappello parlò a tutta la sala ed Hecuba se ne accorse perché l’eco della sua voce risuonò in modo diverso, quasi assordandola. “Corvonero!”, fu il decreto definitivo e la ragazzina tornò a vedere, togliendosi il Cappello dalla testa con dita tremanti.
La prima reazione fu di estraniamento, come se non ricordasse più come camminare. Registrò Lorcan e Lysander sulla destra che la applaudivano incoraggianti, ma li superò senza guardarli. Il tavolo di Corvonero era quello centrale sulla sinistra, e con gli occhi lo passò tutto, fino a trovare Adam. Alla sua destra sedeva un ragazzo cinese e alla sua sinistra una ragazza con gli occhiali e tipici capelli rosso Weasley. Sembrava quasi che ovunque si guardasse non si potesse fare a meno di vedere un Weasley. E non era forse un sogno che si avverava, avvicinarsi a lei?
La ragazza rossa si spostò perché si sedesse accanto ad Adam e poi si strinse di nuovo accanto a lei, con un sorriso esageratamente ampio. “Ciao! Ti chiami Hecuba, giusto? Io sono Molly Weasley, piacere di conoscerti e benvenuta a Corvonero! Adam ci dice che ti ha conosciuta sul treno, sono contenta che tu abbia già fatto amicizia con qualcuno. Per qualsiasi cosa, comunque, scoprirai che i nostri Prefetti sono persone molto professionali.”
“O almeno ci proviamo” ridacchiò il ragazzo cinese, chinando il capo e porgendole una mano. “Il mio nome è Tian Simmons, sono Prefetto di Corvonero a partire da quest’anno. Dovessi avere delle domande, sono a disposizione. E comunque… che bella collana.”
“Grazie” disse Hecuba, stingendogli la mano. Tian aveva le fossette. La ragazzina si rivolse ad Adam, che guardava un punto al di sopra della sua spalla sinistra con aria di sollievo.
“Ehi, Adam! Sono contenta che siamo compagni di Casa!”
“Ciao,” disse lui “fa piacere anche a me”
“Il Cappello mi ha detto che avrò bisogno di compagni saggi per prendermi meno sul serio. A te che ha detto, come mai Corvonero?”
Adam arrossì un po’. “Ha detto che sono scrupoloso e perfezionista.”
Un motivo banale, tutto sommato. Hecuba annuì, un po’ delusa. “Ah, perfetto. Tempo qualche anno e tutti ti chiameranno Adam il Saggio e il tuo compito sarà evitare di farmi diventare il prossimo Signore Oscuro, anzi, Signora Oscura.”
“Ti prendi così tanto sul serio?”
“No, direi di no, è tutta un’idea del Cappello.”
“Rosier, Roger”
“Corvonero!”
Un ragazzino dai capelli scuri e l’aria scioccata li raggiunse e li superò per andare a sedersi qualche posto più in là. Tian e Molly si presentarono e si complimentarono con lui, ripetendo le loro offerte di aiuto, qualora ne avesse avuto bisogno; lui annuì e ringraziò, ammettendo che non si aspettava di finire a Corvonero, quando tutta la sua famiglia era Serpeverde da generazioni.
“A mio padre prenderà un colpo… almeno non sono finito a Grifondoro!”
“Sackville, Francis.”
“Grifondoro!”
“Savage, Pierce.”
“Grifondoro!”
“Scamander, Lorcan.”
Hecuba tirò una gomitata ad Adam proprio in mezzo alle costole, forte abbastanza che lui dovette mordersi la lingua per non urlare. Non emise un suono, invece, portando gli occhi in direzione di Lorcan. Il loro amico salutò il Cappello ad alta voce prima di calarselo in testa e tutti scoppiarono a ridere.
“Tassorosso!”
Il ragazzino saltellò fino al tavolo di Tassorosso, guardandosi attorno con aria rapita e venne subito inghiottito dal mare di studenti giallo-nero che allungava braccia e mani, sorrideva e applaudiva forte.
Fu il turno di Lysander, non che qualcuno fosse in grado di distinguerli. Hecuba non voleva dire che si aspettava di vederlo seguire subito il fratello al tavolo di Tassorosso, ma sicuramente non aveva previsto che potesse essere smistato altrove. Provava già un po’ di amaro in bocca all’idea, ma c’era il vantaggio di non dover portare addosso quella collana ridicola per il resto della sera.
“Corvonero!” aveva decretato invece il Cappello, e Lysander si era unito a loro con un bel sorriso spontaneo, salutando con la mano Lorcan, seduto al tavolo di fianco.
“Sei finito in Corvonero!” esclamò Hecuba, quasi incredula.
“Beh… Sarà destino, credo. Io sono nella casa di mia mamma, Lorcan in quella di papà.”
“Benvenuto a Corvonero, Lysander. Ti ricordi di me? Ci siamo incontrati a casa di zio Harry, una volta, quando eravamo piccoli” disse Molly, sistemandosi gli occhiali sul naso coperto di lentiggini.
“Come no! Tua sorella come sta?”
“Lucy è stata smistata in Grifondoro, insieme a gran parte della famiglia. In effetti gli unici che non sono Grifondoro sono Lily, Tassorosso, e Louis, Corvonero, che è seduto in fondo insieme agli altri studenti del sesto anno, oltre a me. Ah, e chiaramente Roxy che verrà smistata tra poco, ma scommetto che finirà assieme a suo fratello Fred.”
Gli studenti rimasti erano quattro, tra cui naturalmente l’immancabile Roxanne Weasley, che venne smistata in Grifondoro nel momento esatto in cui il Cappello si posò sulla sua testa piena di treccine, con un vero e proprio boato e fischi da parte di tutti i suoi parenti. Il tavolo di Grifondoro si alzò in un moto collettivo per andarle incontro e inglobarla al suo interno e la McGranitt non fece che una piccola smorfia di disappunto che pareva persino forzata. In pochi istanti Roxy sedeva accanto a James Potter in persona ed Hecuba sentì un fiotto di gelosia sottopelle, che tacitò sul nascere mordendosi l’interno della guancia.
“Zabini, Basil” finì a Serpeverde e lo Smistamento finalmente finì. Hecuba sentì qualcuno degli studenti più anziani lamentarsi che fosse durato tanto a lungo. “Ho una fame incredibile” borbottò qualcuno.
La McGranitt prese la parola per ripetere i convenzionali “benvenuti” e “bentornati”; presentò poi una nuova aggiunta al corpo insegnati, Charles Ferlet, che avrebbe sostituito in qualità di professore di pozioni e Capo della Casa Tassorosso Reginald Moonshine, che a causa di problemi di salute non avrebbe potuto riprendere a insegnare per un po’ di tempo.
“Lo dicevo che mancava” sibilò Adam, sospettoso. Charles Ferlet sedeva nell’angolo di destra del tavolo dei professori ed era il giovane dal maglione improbabile. Quando si alzò ricevette un giro di applausi di cortesia, perlopiù provenienti dal tavolo di Tassorosso. Chinò il capo e si risedette, rifiutando di prendere la parola per aggiungere altro.
“Hai incontrato Moonshine?” chiese Tian con interesse.
“Sì, è v-venuto a spiegare ai miei genitori che sono un mago. Ha portato la mia lettera per Hogwarts.”
“Oh! E come ti è sembrato?”
Adam scrollò le spalle. “Un uomo normale. Gentile, anche. Mi ha guarito il braccio rotto con un incantesimo. Ho letto che suo fratello è un ricercatore importante della Società dei Pozionisti.”
“Ah sì, ma voci di corridoio dicono che è pazzo.” intervenne un ragazzo più grande, seduto di fronte a Tian. “Pensate che Moonshine, il nostro Moonshine, era la seconda scelta qui ad Hogwarts. Serviva un professore di Pozioni e la McGranitt voleva Regulus Moonshine per fare il direttore della Casa quando la Sprite è andata in pensione. Regulus ha rinunciato all’ultimo praticamente senza preavviso, e la McGranitt si è trovata ad assumere Reginald, il fratello minore.”
“Peccato, tutto sommato era un bravo professore. Ferlet sembra giovane, speriamo sia competente.” commentò Molly.
“Quella ragazza seduta accanto alla Carinatus sembra ancora più giovane!” rimbeccò Hecuba.
“Darian Price. Aspettate di vedere la sua prima lezione. Insegna Difesa contro le Arti Oscure. Adesso silenzio, la McGranitt sta parlando” rispose Tian, facendole l’occhiolino.
La McGranitt continuò con le raccomandazioni generali: tutti gli studenti erano tenuti a rispettare il coprifuoco e stare alla larga dalla Foresta Proibita (“Se è proibita perché qualcuno ci dovrebbe andare?” fu il commento di Hecuba), dopodiché diede inizio al banchetto, per la gioia di tutti.

 
Nda: al solito, grazie a tutti se leggerete, recensirete, aggiungerete a preferiti o seguiti o altro. Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Passate a trovarmi anche qui, sempre per la stessa storia. Uscirà il prima possibile anche in traduzione.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: vodkadratini