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Autore: Aranel95    24/09/2022    2 recensioni
Towa Higurashi, che si era trovata a viaggiare nel tempo tra epoca Sengoku ed era moderna, decide di tornare per un po’ nel mondo moderno (dopo la sconfitta di Kirinmaru) per dedicarsi alla scrittura di un libro che narrasse tutte le leggende legate al mondo al di là del pozzo. A darle ispirazione, sarà la lettura dei tarocchi, le cui figure ricordano personaggi che la stessa Towa ha conosciuto. A leggere le carte, sarà Midori, la sua nuova e strana compagna di classe, arrivata da poco al Saint Gabriel.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Moroha, Nuovo personaggio, Setsuna, Towa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2 Attraverso il pozzo


Moroha POV

Ma perché quella scema di Towa ha preso una simile decisione?! Lei è figlia del Sengoku, non del mondo al di là del pozzo! … ripensandoci, dovrei fare lo stesso ragionamento pure su mia madre: lei appartiene a quell’epoca senza demoni. Eppure, lei è qui e io esisto perché lei è rimasta al fianco di mio padre, superando tutte le barriere che il tempo ha messo loro davanti. 

Ma Towa! Towa era stata strappata alla sua famiglia e, visto che è riuscita a ritornare, dovrebbe passare più tempo con sua sorella e con i suoi genitori! Avrei potuto capire che, magari, quel ghiacciolo di zio Sesshomaru l’ha fatta seccare, o Setsuna l’ha indisposta… Keh! 

"No, la signorina vuole diventare una scrittrice! Gne gne!" 

“Fai il verso a mia sorella?” 

Per poco non cado dentro il pozzo. Ma quando accidenti è arrivata?! Non ho percepito nemmeno il suo odore. Ero venuta qui per capire se fosse il caso di andare ma la voce di Setsuna mi fa trasalire e spezza i miei pensieri. Mi avrà sentita?! 

“Ehm… no! Solo che… Pff, Towa è una sciocca!”

Pugno. In testa. Setsuna non è poi così tanto diversa da suo padre, come mi raccontano i miei genitori. 

“Ehi!!! Ti sei alzata con il piede storto stamattina?!” 

Setsuna mi fissa, a braccia conserte. Indossa il suo kimono giallo e il mokomoko sempre sulla spalla; porta i capelli sciolti, evento insolito e raro ma trovo che sia più graziosa con i capelli in quel modo. Ha pure tanti pretendenti che però, sia lei che suo padre, fanno gelare con un solo sguardo. Se soltanto non fosse così acida… 

“Non mi sono alzata con il piede storto.” mi risponde, sedendosi accanto a me, sul bordo del pozzo. “Ma forse è il caso di andare da Towa. Ormai mi sono abituata ad averla al mio fianco.”

La guardo con aria stranita: da quando Setsuna è così affettuosa?! L’influenza di zia Rin l’ha forse resa un pelino meno arrogante e gelida? Poi non ce la vedo proprio a stare in un’epoca come quella al di là del pozzo: mamma mi racconta sempre che in quel mondo ci sono cose molto strane ma che hanno migliorato la vita delle persone… ad esempio abitazioni a più piani. E non come i palazzi! Davvero con più piani! Anche cento! Towa mi dice sempre che in quel mondo è possibile sapere cosa succede al di fuori del Giappone semplicemente guardando quel cosoSumatō o cose così. Una volta Setsuna aveva puntato la sua Naginata contro quell’oggetto pensando fosse chissà che demone. 

La vedo dura per lei. Ma anche per me…

“Però… tu aggredisci gli Sumatō! E Towa dice che tutti ne possiedono uno, come farai?!”

“Ormai so cosa siano quegli oggetti. Ci abitueremo. Tu, piuttosto…”

“Io cosa?!”

“Tua madre viene da lì.” dice guardando all’interno del pozzo. “Dovresti averlo nel sangue…”

“Keh! Non dire sciocchezze, Setsu!” dico rimettendomi a braccia conserte. 

“Se non vorrai venire, sono cavoli tuoi.” 

La vedo ritornare dentro la foresta, allontanandosi con il suo solito passo felpato. La fisso nonostante sia fuori dalla mia visuale: che faccio?! Io vorrei tanto ma quel mondo al di là mi insinua parecchi dubbi… 
Mi alzo, stiracchiandomi. Forse è il caso di andare. Mi manca Towa, mi mancano le nostre avventure tutte e tre insieme! Magari se chiedessi a Riku di… oh no! Lo zio mi ammazzerebbe! Nononono! Andremo solo io e Setsuna! Decido di tornare a casa, prendere il mio zaino giallo e andare con Setsu! Sicuramente papà vorrà una scorta di ramen istantaneo e mamma vorrà che porti i suoi saluti ai suoi parenti. E visto che ci sono, magari le chiedo qualche consiglio su come sopravvivere in questo mondo giù dal pozzo! 



 

Setsuna POV

Towa è una sciocca ma Moroha lo è ancora di più. È vero: quel mondo al di là del pozzo non è fatto per noi, ma Towa… Lei è la mia gemella e, solo dopo aver riacquistato la memoria, sono riuscita a comprendere quel legame che mi tiene stretta a lei. Inizio a guardarmi allo specchio, una volta tornata a casa; pettino con cura i miei capelli e mi rendo conto di quanto io e mia sorella siamo diverse… lei il sole e io la luna. Come sono diversi i nostri genitori, come erano diversi i nostri nonni paterni. 

Io…

“Setsuna, sei rientrata!” 

Mi volto, trovando mia madre davanti la porta della mia camera. È bellissima, nel suo kimono rosa a fantasie dorate e con l’obi color corallo… certo, la cinta le va stretta perché il bambino che porta in grembo le ha fatto venire su un bel pancione. Nostro padre dice che sarà un maschietto e, come al solito, lascerà che sia nostra madre a decidere il nome. 

“Madre…” 

“Vuoi andare da Towa, non è così?” mi chiede, sedendosi delicatamente sul tatami

Un po’ mi piange il cuore perché resterà sola in questo periodo così delicato: certo, la gravidanza è ancora a metà e con lei ci sarà il vecchio Jaken, ma a mancare siamo i suoi gioielli preziosi. Io, Towa, nostro padre. 

“Sì, però… Mio padre non è ancora tornato.”

“Tornerà presto.” mi risponde lei, carezzandomi il viso con la sua infinita delicatezza. “Finché so che tu e tua sorella non correte pericoli, mi va bene tutto.”

No, non è vero. Lei soffre ancora per non averci potute crescere come avrebbe voluto! A volte si colpevolizza pensando che, con il nostro fratellino, farà tutto ciò che non l’era stato permesso di fare con noi, pensando che ne saremo gelose. Mai. Io e Towa siamo felici che almeno nostro fratello riceva l’amore di cui un bambino ha bisogno. E so benissimo che la scelta di Towa l’ha fatta piangere. Ma le madri sono tali perché sono capaci di accettare qualsiasi cosa per la felicità dei propri figli. Se ripenso a Kagome che, un tempo, ci raccontò che non aveva mai smesso di pregare nostro nonno affinché sia la sua Moroha che io e mia sorella stessimo bene. Pregava lui affinché con il suo spirito guerriero ci proteggesse sempre, come aveva fatto con i suoi figli. 

“Setsuna, su. Vai. Towa, in fondo, è andata via cinque giorni fa.” 

“E mio padre?” 

“Il signor Jaken ha detto che sarà di ritorno tra due giorni.” 

Mia madre mi rassicura più che può. Non vuole che lasci Towa da sola, ho compreso questo. 

Decido di darle ascolto e di preparare la mia roba. Lascerò una lettera per mio padre, per avvertirlo e per dirgli che presto, io e Towa torneremo a casa. Certo che questa sua voglia di scrivere un libro mi è ancora inspiegabile ma nostra madre ha imposto ad entrambe di seguire i nostri sogni, i nostri desideri e le nostre volontà, senza guardarci indietro. Sospiro, uscendo dal palazzo. Vedo mia madre e Jaken salutarmi mentre mi allontano con la mia roba. 

“Vado a recuperare Moroha.” 



 

Towa POV

Altro giro, altra corsa. Midori sta leggendo le carte ad una ragazza della IV B - la voce sulle doti di Midori si era sparsa a macchia d’olio in un solo giorno. Povera Nanami, Midori le ha predetto un breve periodo di sventura! Certo che deve essere dura dire alle persone che stanno per accadergli cose brutte o difficili, senza lasciarsi coinvolgere emotivamente ma sembrerebbe che Midori ci riesca in maniera eccelsa. La sua espressione impassibile, i suoi sottili occhi nocciola, la sua lunga chioma riccia, le sue mani dalle dita affusolate che mischiano le carte con maestria… Mi sento quasi ipnotizzata nel vederla! 

“Towa.” 

La sua voce spezza i miei pensieri, richiamandomi alla realtà. L’intervallo è finito, tutte le altre erano appena tornate ai loro posti e Midori aveva appena messo via le carte. Mi siedo e la osservo: ha gli occhi chiusi, le braccia conserte e la bocca serrata. Dopo pochi istanti, si volta, guardandomi. 

“Sei sicura di ciò che vuoi scrivere?”

“Certo, perché non dovrei?!”

Midori abbassa lo sguardo. Sembra non essere convinta… che delusione! Beh, se non vorrà aiutarmi, scriverò per conto mio, magari un altro tipo di racconto! Un po’ ammetto che ci sono rimasta male, visto che Midori mi è parsa simpatica sin da subito… forse si sente annoiata da me oppure…

“Non ho detto questo. Stavo pensando a quali creature conosci che potrebbero ricordare i personaggi dei tarocchi, tutto qui. Non voglio scoraggiarti nella stesura.”

Annuisco, rincuorata. Devo smetterla di pensare troppo e di essere estremamente emotiva - come dice Setsuna. Devo avere anche più fiducia in me stessa e in chi mi circonda ed essere meno dubbiosa. Forse…

“Allora, posso chiederti di venire al Tempio Higurashi? Visto che abiti lì vicino, possiamo passare lì il pomeriggio e fare la lettura dei tarocchi!” 

Midori si incupisce per un istante, poi mi rivolge il suo solito suadente sorriso e annuisce. 

“Molto volentieri.” 



 

Moroha POV

“Eh?! Stai scherzando?!” 

“No, non scherzo, Moroha!” 

Guardo mia nonna con aria stranita: mi aveva appena piazzato sotto il naso i vestiti di Towa, pretendendo che sia io che Setsuna ci vestissimo da ragazze di quell’epoca. 

“Non esiste!” 

“Suvvia, non potete andare in giro vestite così!” 

Nonna Haruka sospira: certo, poverina, si è spazientita e mi sento in colpa. D’altronde è l’unica nonna che ho, così come le mie cugine hanno come unica nonna quella lastra di ghiaccio di Lady Inukimi. Inoltre, è sempre dolce e paziente con noi, non vedo perché debba comportarmi da immatura… 

“Va bene, anche se non credo usciremo da qui.”

“Non ci credo.” dice lei, ridendo. “Towa vi trascinerà in giro per Tokyo e vi farà conoscere le sue amiche, ne sono sicura!”

“Amiche… tsk!” commenta Setsuna, intenta a indossare i suoi abiti.

“Oh, hai scelto quelli? A Towa non piacciono, mi chiedo perché li abbia comprati…” aggiunge nonna. 

Setsuna indossa un paio di pantaloni blu stretti - Towa li chiama jeans - con una strana maglia color vinaccia piccina, tanto che le lascia scoperte le braccia e un filo di pancia. Io decido di mettere un paio di pantaloni corti, simili ai miei hakama, però di un color nocciola e una maglia verde. Certo che i vestiti di Towa mi vanno abbondanti, visto che lei è più alta di me e ha più forme!

“Mi sento ridicola…” dico, sistemando il mio immancabile fiocco rosso sui capelli. 

“Piantala.” 

Setsuna invece non perde mai l’uso della parola, eh? La vedo uscire da quella che era la stanza di mia madre e scende le scale, seguita da Buyo. Sto per farlo anche io ma la nonna mi blocca. 

“Moroha… come sta la mia Kagome?” 

Come sta… Sta bene, di questo ne sono sicura. Vive una vita completamente diversa da quella che sarebbe stata se avesse scelto di rimanere da questo lato del pozzo… una vita semplice, fatta di spiritualità e bene verso il prossimo. A volte penso che mia madre avrebbe voluto vivere in un lussuoso appartamento - si chiama così quello in cui vive zio Sota? - con tutte le comodità, abiti belli, cibo in abbondanza e quanto altro. Ma ha scelto di stare con papà e credo che questo la renda felice. 

“Uh… sta bene. Ti porge i suoi saluti.” 

Dico così e l’abbraccio. Arriccio il naso, sento un lieve odore di lacrime. Nonna sta piangendo, ma non comprendo se siano lacrime di gioia o di tristezza. O rassegnazione. 

“Bene, sono contenta per lei. Sapevo che Inuyasha avrebbe fatto la sua felicità…” mi risponde, staccandosi dall’abbraccio e asciugando le lacrime.

Sorrido, infondendole conforto e fiducia. Lo penso anche io, altrimenti non esisterei. 

“Beh, sì… Lei e papà sono molto felici.” 

“Non avevo alcun dubbio!” esclama. “Avanti, adesso andiamo di sotto. Vi preparo un bel pranzetto nell’attesa che torni Towa!”



 

Setsuna POV

Già tramonto e Towa ancora non torna. Guardo la mia tazza di tè e sospiro, ricordandomi che Towa passa nel tardo pomeriggio, dopo la scuola. Io sono abituata a ricevere la mia educazione in casa, con il vecchio Jaken o con mio padre. In questa strana epoca, invece, ricchi e poveri ricevono ugualmente un’istruzione… che cosa assurda. Mi volto: vedo Moroha distesa per terra, intenta a fissare quella strana scatola luminosa che emette suoni mentre si strafoga di dolci, il bisnonno intento a leggere un libro, la nonna impegnata a rammentare uno strappo sulla casacca di Moroha. Buyo si poggia sulle mie gambe, ricordandomi Kirara. 

Che epoca assurda! La gente vive nell’ozio, nella corruzione, non ha degli ideali per cui combattere. Si parla solo di politica, di denaro, di intrattenimento… Mio padre non è di certo felice della decisione presa da Towa ma lo scrivere un libro ha catturato la sua attenzione. Lui dice sempre che un guerriero deve affinare due arti: la spada e la cultura. Avrebbe preferito che mia sorella scrivesse su pergamena con l’inchiostro ma non ha fatto alcuna obiezione. 

Chiudo gli occhi… il suo odore! 

Mi alzo, correndo verso l’esterno e la vedo salire le scale del tempio, ma non era sola. 

“Ehi Setsu!!!” 

Sento Moroha gracchiare dietro di me, protestando per non averla aspettata. La ignoro, mi concentro sulla compagnia che ha Towa: non odora di demone, né di umano. Sa di pulito. Che strano. Con la coda dell’occhio, guardo Moroha che prova ad annusare.

“Ma che strana quella tizia… non ha odore. Forse è uno spettro!” 

“Non dire stupidaggini.” sibilo. 

Towa mi sembra felice, ancor di più quando ci vede. 

“Non ci credo! Setsu, Moroha!!!” 

Corre verso di noi, buttando per terra la cartella e ci abbraccia. Mi era mancato il suo odore, la morbidezza dei suoi capelli candidi, la sua voce squillante, la risata cristallina… Towa è come mia madre, non ci sono dubbi su questo.Ricambio l’abbraccio, senza dire nulla… non sono necessarie le parole, Towa lo sa quanto mi sia mancata. E io so quanto ci attendeva con ansia. 

“Ehilà! Vedo che ci hai rimpiazzate!” dice Moroha scherzando, una volta sciolto l’abbraccio. 

Towa sembra non capire ma, appena vede quella strana tipa dietro di lei, ferma in attesa mentre Moroha, maleducatamente, la indica, capisce. 

“Ah lei è Midori! La mia nuova compagna di banco!” 

Questa Midori si avvicina, continuando però a guardare Moroha, forse infastidita per la sua maleducazione. Lo sarei anche io. 

“Piacere di conoscervi. Voi sareste…?”

“Sono Setsuna, la mia gemella, e Moroha, mia cugina!” risponde Towa, con il suo immancabile entusiasmo. 

Midori annuisce e assottiglia gli occhi al sentire il nome di Moroha. L’ha presa ad antipatia, ben le sta a quella cafona! Nonostante questa tizia mi trasmetta strane sensazioni, inizia a farmi simpatia per come squadra male mia cugina. 

“Dai, entriamo!” 

Towa ci trascina dentro, compresa Midori, ma lei si ferma. 

“Eh? Che succede?”

Midori guarda Towa e le fa un leggero sorriso. 

“Non credo sia il caso di farti la lettura dei Tarocchi, oggi. Hai visite speciali, magari un’altra volta.” 

“Oh… pazienza. Però ti ringrazio per essere stata così comprensiva!” 

Tarocchi? Che roba è? Si è sentita infastidita dalla nostra presenza?

“Non ti preoccupare, Towa.” dice guardando mia sorella. “Domani è anche meglio. Secondo la carta astrale, domani è una giornata favorevole alla consultazione. Puoi anche venire da me, se vorrai.”

“Con piacere!” risponde lei.

“E siete invitate anche voi.” dice rivolgendosi a noi, sorridendo.

Moroha risponde ridendo, senza rendersi conto di avere infastidito Midori, mentre io mi limito ad annuire. La vediamo andare via, poco prima che Towa ci porti in casa. 

“Ma che roba è?!” chiede Moroha, anticipando la mia domanda. 

“Cosa? I Tarocchi?! Oh ecco…” inizia Towa “sono delle carte speciali che servono a leggere il futuro e a vedere come procede la nostra vita!”

“Ooooh fantastico!!” 

“Che stupidaggini…”

“Lo so, sorellina, non sei una a cui crede in queste cose, ma vedrai, Midori è pure brava!”

Midori…

“Towa?” 

“Sì?” 

“Quella ragazza… ha uno strano odore.” 

Towa si incupisce un po’, rimanendo davanti lo stipite della porta. 

“In effetti… è lo stesso odore che si sente quando vengono pulite e purificate le tombe.”

“Esatto.” 



 

Midori POV

Entro in casa, butto via quella stupida cartella. Mi spoglio dell’uniforme, indossando un vestitino a mezze maniche, viola scuro; sciolgo i capelli e rimetto a posto i miei bracciali. Mi dirigo in cucina e inizio a preparare il bollitore per il tè, nel silenzio di casa mia. 

Che forte aura demoniaca, quelle tre. 

Sento il mio petto pesante, come se il mio desiderio stesse iniziando a crescere dentro di me. Ma devo starmene buona, non è ancora il momento. Devo guadagnare la fiducia di Towa e non devo spaventarla, non voglio. Osservo la mia pietra di luna, sul bracciale: è brillante e piena. Certo, appartengono agli Inu yokai, e la luna è il loro elemento. 


Fiiiiiiiiuuuuuuuuu

 

Anche le foglie del tè non mentono. La loro posizione verticale indica il mio essere nella giusta direzione. Forse riavrò quello che desidero. 
Desiderio… una parola legata ad un oggetto magico. Un oggetto magico che, in passato, aveva coinvolto due persone a me care. Devo fare tutto questo per loro, per riaverli con me… Mi avvio verso la mia stanza, in penombra, e mi avvicino al tavolo su cui tengo le mie gemme. Accendo un incenso, rivolgo una preghiera ai Kami e purifico le pietre. La pesantezza nel mio cuore aveva creato energia negativa attorno a me, non mi serve.

Prendo un pezzo di vetro, il pezzo di uno specchio. Non ricordo chi me l'abbia dato, so solo di avercelo da sempre, da quando ero bambina. Osservo al suo interno, vedendo il riflesso della ragazzina dai capelli corvini e il fiocco rosso. 

Un lieve sorriso incurva le mie labbra. 

“C’è anche Moroha.” 





1. Smartphone pronunciato dai giapponesi



A/N: Sono viva! Mi dispiace immensamente per il ritardo (che credo si verificherà spesso) ma l'indomani della pubblicazione del primo capitolo, ho dovuto fare le valigie e trasferirmi per lavoro quindi... vi chiedo scusa ç__ç se vorrete continuare a sostenermi, ne sarò più che lieta, nonostante i prossimi ritardi di pubblicazione! T_T 
  
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