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Autore: AlbAM    25/09/2022    16 recensioni
Alba e Azaele finalmente si sono ritrovati e la loro storia sembra filare a gonfie vele. Ma la vita non è mai semplice e i problemi sono sempre dietro l'angolo, soprattutto se il protagonista è un diavolo innamorato e talmente sbadato da rischiare di provocare una nuova "Grande Guerra" tra Inferno e Paradiso. Ma che diavolo avrà combinato stavolta Azaele?
La scombinata banda di Demoni e Angeli di Un diavolo a Roma è tornata più in forma e incasinata che mai!
Genere: Azione, Commedia, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Universo Aza&Miky'
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Capitolo 12

Un gruppo di ribelli


Azaele non prese bene la presenza di Ariel, nonostante l'angelo nel loro ultimo incontro si fosse mostrato diverso dal suo solito, non riusciva a fidarsi.

«Senti Thor, sarà anche casa di Aurora e non mia, ma io una spia di Ysrafael qui non ce la voglio, levati dai piedi!»

Ariel si offese, ma solo per essere stato definito spia. Nonostante l'ironia di Azaele infatti, era molto fiero della sua somiglianza con Chris Hemsworh che tra l'altro aveva accentuato copiando il taglio di capelli sfoggiato dall'attore nei primi film degli Avengers di cui era, segretamente, un fan sfegatato.

«Senti, demonietto irritante, non ti permettere di insultarmi! Sono un angelo, non uno di voialtri voltagabbana e poi mi ha invitato la padrona di casa!»

«Voltagabbana lo dici a tu' sorella!» Intervenne Razel avvicinandosi minacciosamente ad Ariel.

«Non essere ipocrita Razel! Tu sei il primo. Tre mesi fa avresti fatto di tutto per portarti Alba all'Inferno!» Rispose irritato Ariel.

Razel lo raggiunse e lo afferrò per il bavero della giacca candida. «Ce semo già chiariti con il regazzetto e Alba. Tu piuttosto, che fai così facilmente accordi con i demoni che disprezzi tanto, come ti definiresti?»

«Buttalo fuori, Razel!» lo esortò Azaele avvicinandosi.

"Azaele, smettila, ti stai comportando come un bambino!» intervenne Alba.

«Non è affatto vero, è lui che provoca!» Rispose imbronciato Azaele indicando Ariel.

Michele, pur non avendo in grande simpatia Ariel decise di intervenire «Dai piantatela, lasciatelo stare!»

Razel non lo ascoltò e strattonò il recalcitrante Ariel verso la finestra.

«Ragazzi per favore, smettetela, non voglio che litighiate per colpa mia!» Li pregò Aurora senza ottenere alcun risultato.

«Te ne devi anna', damerino di sto' cazzo!» Ringhiò Razel spingendo l'angelo sulla terrazza della cucina.

Ariel si irritò moltissimo e cercando di divincolarsi provò ad afferrare la sua spada, Azaele si precipitò a sfilarla dalla fodera e sventolandola sotto il naso dell'angelo lo sfidò. «Perché non te la vieni a prendere?»

«Non lo sopporto, COME PUOI IMPUGNARE le nostre spade?» sbraitò Ariel.

«Gnegnegne! Come fa a impugnare la mia spada di Angelo perfettino e stronzo!» lo schernì Azaele esibendosi in tutto e per tutto nel comportamento infantile di cui lo aveva accusato Alba poco prima.

«Svegliate damerino, è il figlio di Gabriel!» Rispose Razel mentre Azaele continuava a ridere in faccia al povero Ariel facendolo infuriare ancora di più.

Gabriel e Safet si scambiarono uno sguardo eloquente.

«Ora, basta!» Ordinò Safet. «Razel e Azaele, vi state comportando in modo vergognoso!»

«È lui che si è intromesso! Non ce lo voglio qui!» Protestò Azaele pestando i piedi per terra nella perfetta imitazione di un irritante bambino capriccioso.

«So' d'accordo con Azaele!» Lo spalleggiò Razel continuando a strattonare Ariel.

Safet mutò nella sua forma diabolica e ordinò nuovamente.

«HO DETTO BASTA! È UN ORDINE, NON UNA CORTESE RICHIESTA!»

«Ma, Safet…» provò a controbattere Razel.

"Ho detto basta!» Ripeté ancora il Supervisore. Razel capitolò, Safet in quel momento non era un vecchio amico, era un superiore che gli stava dando un ordine, non poteva disubbidirgli davanti a tutti.

«Azaele, rendi immediatamente la spada ad Ariel!» ordinò Gabriel con il tono tipico di un padre arrivato al limite della pazienza. Azaele nascose la spada dietro le spalle.

Safet gli lanciò uno sguardo il cui significato era "Non te lo ripeteremo una seconda volta".

Azaele mise su un broncio lungo un chilometro e controvoglia porse la spada all'angelo che gliela tolse di mano sgarbatamente e la rimise dentro la fodera.

Safet si rivolse all'angelo. «Ariel, vieni con me. Dobbiamo parlare».

Ariel lo guardò con aria di sfida. «Non può darmi ord…»

Le parole gli morirono in gola non appena si rese conto che Safet aveva l'espressione di un diavolo molto vicino a perdere il controllo. Si girò verso Gabriel che gli fece un gesto affermativo con la testa.

Safet uscì dalla cucina e Ariel lo seguì silenziosamente.

Azaele andò a farsi consolare da Alba che avrebbe voluto sgridarlo severamente, ma non riuscì a resistere all'espressione da bambino imbronciato del fidanzato. Gli accarezzò una guancia e commentò. «Coraggio, se fai il bravo bambino, domani la mamma ti porterà al Carrefour e ti comprerà una spada da angelo tutta per te!»

Azaele arrossì. «Alba! Ma insomma!»

Gabriel rise, Michele sghignazzò e Eowynziel domandò perplessa. «Ma davvero le spade da Angelo si possono comprare anche al Carrefour?»

Seguì un silenzio imbarazzato.

#


Safet e Ariel erano soli nel salottino dell'appartamento di Aurora, il demone aveva riacquistato sia il controllo che il suo aspetto umano. Fissò intensamente l'angelo negli occhi e domandò. «Te lo chiedo senza girarci intorno! Perché sei qui e come hai fatto a convincere Aurora ad invitarti? E non pensare nemmeno per un attimo di mentirmi, non sono un demone qualunque, lo sai bene!»

Ariel osservò Safet pensieroso. Non lo temeva, al contrario ne aveva sempre avuto un certo rispetto perché lo conosceva come un demone giusto ed equilibrato e soprattutto godeva del rispetto di Ysrafael, ma temeva che confermando l'invito da parte di Aurora avrebbe rischiato di metterla nei guai.

«Allora?»

«Senta, non se la prenda con la sua compagna, è vero mi ha invitato ma non voleva fare niente di male, le ho fatto una buona impressione e ha pensato che sarei potuto essere d'aiuto!»

Gli occhi di Safet tornarono rossi. «Per caso stai osando insinuare che potrei fare del male alla donna che amo?»

Ariel sbiancò leggermente, la voce di Safet era fredda e tagliente come la lama di un coltello.

«Mi… mi scusi, Signore, non intendevo assolutamente offenderla!»

«Sappi, che se non ti ho ancora buttato fuori a calci è solo perché ti ha invitato Aurora e io mi fido del suo giudizio. Ma ciò non toglie che la tua presenza qui possa avere lo scopo di controllare le nostre mosse e riferirle a Ysrafael. Quindi giochiamo a carte scoperte, non permetterò mai ad una spia di starmi tra i piedi!»

«Le giuro sulla mia aureola che non sono stato mandato da Ysrafael a controllare la situazione, né gli ho detto che Azaele e Alba aspettano un bambino!»

«Quindi lo sai. L'hai percepito l'altro giorno, quando ti sei presentato a casa di Alba?»

«Esattamente, quando io e Alba siamo rimasti soli, ho percepito che dentro di lei si sta formando una vita». Ammise Ariel tenendo d'occhio la reazione di Safet che rimase impassibile e continuò a fissarlo con gli occhi che brillavano di rosso.

«Senta, la verità è che mi vergogno ancora del mio comportamento precedente e soprattutto di aver stretto un accordo con Razel!»

«E quindi?» domandò, Safet.

«E quindi voglio provare a espiare le mie colpe dando una possibilità ad Azaele perché per quanto mi secchi ammetterlo, non credo proprio che alleverebbe l'Alfiere del male. Penso che sia solo talmente idiota da desiderare di avere un figlio, tutto qua!»

«E perché lo ritieni idiota? Ritieni forse sbagliato desiderare una famiglia?» Domandò gelidamente Safet.

«È un demone signore. Mica un umano!»

Safet scosse il capo. «Già, un demone che osa amare una donna e desiderare di avere un figlio con lei. Dovrebbe solo vergognarsi, eh?»

Ariel si imbarazzò. «Non… non volevo dire questo!»

«Si, volevi dirlo, ti ho detto di non mentirmi!»

Ariel abbassò gli occhi imbarazzato.

«Se, pensi questo di lui non espierai mai le tue colpe e sai perché?»

Ariel lo guardò incerto.

«Perché lo stai facendo solo per te Ariel, non ti importa niente né di Azaele, né di Alba, né del loro bambino. Come sempre ti stai comportando da egoista presuntuoso! Puoi anche andartene, la tua presenza qui non aiuta né te, né noi!»

Ariel arrossì violentemente.

«La prego signore, mi creda. Voglio davvero cambiare, migliorarmi. E non è vero che non mi importa nulla di loro. Forse non riesco ancora a provare dei sentimenti totalmente positivi verso Azaele e non riesco ancora a fidarmi del tutto di lui, ma Alba è gentile e il bambino non ha colpe. Almeno loro due voglio aiutarli sinceramente!»

Safet lo guardò dubbioso.

«È la verità, perché non vuole credermi?» Implorò Ariel con gli occhi lucidi.

Safet sospirò e lo fissò a lungo, ma Ariel sostenne il suo sguardo.

«Va, bene. Ti credo". Disse infine Safet. «Puoi restare, ma sappi che qui comando io, perciò non obbedirai agli ordini di Gabriel ma ai miei. Se non ti sta bene, ti consiglio di andartene immediatamente e non farti più vedere qui attorno perché la prossima volta non fermerò Razel. Ti è chiaro?»

«Si, Signore. Mi è chiaro e lo accetto!»

L'angelo esitò e poi domandò. «Come devo comportarmi con Ysrafael?»

«Fino a quando non ti farà domande, non riferirgli nulla. Nel momento in cui dovesse chiederti qualcosa, rispondigli che sei legato ad una promessa e non puoi parlare, ma che può venire a informarsi da me!»

Ariel decise che quello che gli stava chiedendo Safet era giusto, in definitiva non poteva tenere il piede in due staffe e il Supervisore non lo stava neppure obbligando a mentire a Ysrafael.

«Va, bene, lo ritengo corretto, Signore!»

«C'è un'altra cosa che devi fare!»

Ariel lo guardò un po' preoccupato.

«Devi parlare con Azaele, chiarirti con lui. Non voglio assistere ad altri spettacoli indecorosi come quello di poco fa!»

«Signore, se solo Azaele qualche volta cercasse di fare attenzione a quello che gli dicono!»

«Se vuoi dare una possibilità ad Azaele devi imparare a conoscerlo e soprattutto comprenderlo. Non sarà facile, è un bravo ragazzo, ma sappiamo entrambi che è anche impulsivo, svampito, casinista e insubordinato!»

«Ma ha anche dei difetti…!» ridacchiò Ariel.

Safet gli concesse finalmente un sorriso. «Si... qualcuno!»


#


Safet e Ariel rientrarono in cucina. L'ambiente nel frattempo si era rilassato, Elena e Alba stavano aiutando Aurora a cucinare, Merlino era impegnato a preparare gli antipasti e ogni tanto si mangiava di nascosto un'oliva snocciolata o un sottaceto sotto gli occhi divertiti di Aurora e Alba che fingevano di non accorgersene. Azaele, Sakmeel e Eowynziel erano impegnati ad apparecchiare e Gabriel e Razel chiacchieravano amabilmente in terrazza fumando una sigaretta. O meglio, Razel fumava e Gabriel ogni tanto tossiva a causa degli sbuffi di fumo emessi dal demone. A un certo punto Razel passò un braccio intorno alle spalle di Gabriel e gli bisbigliò qualcosa all'orecchio, l'Arcangelo strabuzzò gli occhi e scoppiò in un'allegra risata. Ariel ne rimase molto colpito e domandò a Safet. «Ma com'è possibile, sembra si conoscano molto bene, anzi sembrano proprio amici!»

Safet sorrise. «Ho idea che frequentarci ti darà modo di sfatare molti luoghi comuni a cui sei abituato!»

Aurora li vide e sorridendo chiese a Safet di chiamare tutti a tavola.

Azaele notò che Ariel stava prendendo posto anche lui ma non disse nulla, in fin dei conti se Safet aveva deciso che poteva restare, doveva fidarsi.

La cena si svolse senza intoppi e quando anche l'ultima fettina di dolce sparì dal tavolo, Safet chiese e ottenne l'attenzione di tutti e cominciò il suo discorso.

«Come ormai sapete tutti, Alba e Azaele aspettano un figlio. All'Inferno questa notizia è già arrivata e sia Akenet che altri Arcidiavoli si stanno preparando a rapire il bambino. Visto che suppongo che sappiate già tutti perché vi ho invitato, prima di andare avanti vi chiedo di rispondere sinceramente ad una domanda importante: ve la sentite davvero di rimanere e combattere per Alba e Azaele? Perché avremo molti nemici da entrambe le parti e le cose potrebbero mettersi molto male, per cui chi di voi non è sicuro fino in fondo di fare questa scelta, può andarsene senza che questo comporti altro che darmi la sua parola che non parlerà con nessuno di questo incontro!»

Safet fece una piccola pausa e aggiunse freddamente. «Non occorre sottolineare che se qualcuno dovesse tradirci, se la vedrà con me!»

Safet guardò dritto negli occhi ciascuno dei presenti, ma nessuno vacillò, né si alzò per abbandonare la sala.

«Bene. Vi ringrazio. Ora, il primo problema da risolvere è trovare un posto sicuro per madre e figlio. Dovrà essere poco conosciuto e lontano da Roma in modo che possa essere facile creare una barriera protettiva per nasconderlo ad occhi nemici. Per questo conto su di te, Elena» spiegò Safet rivolgendosi alla strega che annuì.

«Tutti gli altri, compresa Alba, fino a che sarà in grado di farlo, dovranno aiutarmi a controllare e difendere il nascondiglio scelto. Altro problema da risolvere al più presto è che per ora, nonostante possiamo contare sull'aiuto di Gabriel, siamo ancora troppo pochi e non abbastanza forti per riuscire a respingere a lungo un attacco nemico. Abbiamo bisogno di alleati. Quindi vi chiedo se pensate di conoscere qualcuno disposto ad allearsi con noi. Non mi importa se angelo o demone, mi importa solo che possiate garantire che sia affidabile e che non ci tradirà!»

Seguì un silenzio assorto, rotto da Azaele che parlò per primo. «Yliel e Aleniel potrebbero aiutarci, non credi Michele?»

L'angelo sospirò, Gabriel arrossì leggermente, Merlino si portò una mano alla fronte scuotendo la testa.

«Non so Azaele. Yliel ti voleva molto bene e Alienel ha un caratteraccio ma effettivamente gli eri simpatico…» Michele calcò leggermente l'accento su simpatico e Azaele rendendosi conto della gaffe lanciò un'occhiata timorosa ad Alba che aveva sul volto lo stesso sorriso non proprio genuino di Daenerys Targaryen in un famoso meme che girava nel web. Azaele sbiancò leggermente e riportò lo sguardo su Michele che continuò. «D'altra parte sono due guerriere molto forti e non sarebbe male averle dalla nostra parte. Sebbene Yliel, essendo un Arcangelo non sono sicuro che possa essere disposta a schierarsi con noi… tu che ne pensi Gabriel?»

Gabriel, leggermente imbarazzato nel sentirsi chiamato in causa, rispose un po' esitante. «Aleniel non l'ho ben presente, ma Yliel la conosco e penso di poterle accennare la cosa!»

«Grande! Allora forse potresti parlare anche con mia madre!» Intervenne con entusiasmo Azaele.

Seguì un gelo tale che se solo fosse durato qualche giorno in più avrebbe risolto definitivamente il problema dello scioglimento della Calotta Polare. Safet, con gli occhi lucidi, intervenne per togliere Gabriel dall'imbarazzo di rispondere. «Di questo, credo sia meglio che tu e tuo padre ne parliate da soli, più tardi. Sei d'accordo Gabriel?»

«Si, credo sia meglio!» Mormorò l'Arcangelo. Azele non capì il motivo di una reazione simile, ma preferì non indagare oltre.

«Papà!» chiamò Sael. Safet si girò verso il figlio.

«Pensi che mia madre potrebbe unirsi a noi?»

Safet esitò. Era la prima volta che Sael parlava apertamente di sua madre. «Non lo so, Sael. Tua madre è un'ottima persona, ma un po'... Integralista. Fra noi è finita proprio per questo. Non so se sia il caso di coinvolgerla. Lascio a Gabriel la decisione di parlarle!»

Gabriel fece un cenno di assenso e Sael si lasciò scappare un piccolo sorriso speranzoso.

Eowynziel pensò che fosse finalmente arrivato il momento buono per parlare di Adel.

«Potremo invitare anche Adel!» Propose.

«Adel?» Domandò incuriosito Safet.

«È una giovane demone che verrà ad abitare con noi al posto di Arianna» spiegò Alba.

«È una bravissima demone, la conosco da millenni!» Continuò Eowynziel entusiasta.

Safet si grattò il mento pensoso. «Farò una chiacchierata con lei, non so perché ma questo nome non mi giunge nuovo…»

«Io forse ho un posto da suggerire». Intervenne Alba timidamente.

Safet si girò verso di lei e la invitò a continuare.

«Un mio collega, Renzo Galletti, è proprietario di un piccolo agriturismo/bed&breakfast fuori Roma. Non è ancora molto conosciuto quindi non penso che avremo problemi ad affittarlo!»

Azaele grugnì leggermente, ma dopo la gaffe di Aleniel non osò criticare la proposta di Alba.

«Mi sembra un'ottima idea! Tra l'altro essendo piccolo e poco conosciuto, potremo non avere il problema di incontrare altri ospiti e coinvolgerli nei nostri problemi!» Approvò Safet. «Eventualmente, più avanti se sarà necessario troveremo un posto ancora più tranquillo! A proposito, Alba. Ritengo che per te sia venuto il momento di prendere un po' di lezioni da Elena, devi imparare a conoscere e sfruttare i tuoi poteri. Abbandona una volta per tutte le tue remore e diventa la strega potente che ti rifiuti di essere! Fallo per tuo figlio!»

Alba diventò paonazza. «Ma, io non sono affatto potente!»

Elena sorrise e le strizzò l'occhio. «Non è quello che mi risulta!»


#


Una volta finita la cena Ariel avrebbe voluto parlare con Azaele, ma Gabriel fu più veloce. Si avvicinò al figlio e lo invitò a uscire sulla terrazza della cucina.

Azaele era molto agitato, aveva paura di dire ancora qualcosa di sbagliato, così lasciò che fosse il padre a parlare per primo.

Gabriel poggiò la schiena sul parapetto della terrazza e le mani sulla ringhiera, si fece coraggio e cominciò a parlare.

«Immagino che tu abbia parecchie domande da farmi e immagino anche quali siano le più importanti, per cui ti racconterò tutto. Tu però devi stare calmo e non interrompermi, ok?»

Azaele fece cenno di sì con il capo.

«Bene. Prima di tutto voglio che tu sappia che non è stata una decisione mia e di tua madre affidarti a Michele, o meglio, quella di affidarti a Michele si, ma non quella di abbandonarti».

Azaele apri la bocca per intervenire ma il padre lo bloccò. «Hai promesso di non interrompermi!»

Azaele richiuse la bocca un po' imbronciato. Gabriel riprese il racconto.

«Molti millenni fa, il Padre concesse a noi Arcangeli di poter avere dei discendenti. Io e tua madre, Galadriel, ci amavamo molto e insieme ad altri Arcangeli decidemmo di approfittare del regalo concesso dal Padre. Così nascesti tu. Per noi fu un'esperienza meravigliosa, anche perché a differenza di quello umano il parto delle nostre compagne era sereno e indolore».

Gabriel si interruppe, guardò con tenerezza Azaele e proseguì. "Eri tanto bellino, sai? Un ranocchietto ricciolino come me e con gli occhi neri di tua madre. Eri sempre allegro, non piangevi quasi mai a parte quando avevi fame! La nostra vita, così come quella degli altri Arcangeli che avevano scelto di avere figli, era molto felice, ma anche molto cambiata, passavamo moltissimo tempo a occuparci di voi piccoletti.

Alcuni Arcangeli nel vederci così impegnati ad allevarvi, cominciarono a pensare che stavamo lasciando poco spazio agli altri doveri. Ci furono molte discussioni a riguardo, anche piuttosto accese. Purtroppo alcuni genitori si schierarono dalla parte di chi non aveva figli affermando che non era possibile conciliare l'essere genitori e gli impegni di lavoro. Provammo a chiedere un aiuto più alto, ma la risposta fu che dovevamo capire da soli ciò che era giusto fare. Sinceramente ho sempre pensato che se Lui ci aveva dato la possibilità di avere figli fosse anche d'accordo per cercare un equilibrio tra farvi crescere e continuare a svolgere i nostri compiti. Purtroppo a pensarla così eravamo una minoranza e così quando si decise di votare democraticamente, io, tua madre, Safet, la madre delle gemelle e il padre di… bé un altro padre, fummo gli unici a votare contro il vostro affidamento ad angeli minori».

Gabriel dovette interrompersi per l'emozione. Azaele cercò di nuovo di intervenire ma Gabriel alzò l'indice e fece segno di no.

«Come se non bastasse, per evitare presunti favoritismi fu deciso di nascondere le vostre origini e fummo tutti obbligati a tenere il segreto su chi fosse figlio di chi. Provarono anche a farci promettere che non vi avremmo mai contattati. Ma io mi rifiutai, dissi che se un giorno tu avessi avuto bisogno di me… bé… sono qui infatti!»

«E mia madre?» domandò Azaele.

«Anche tua madre e Safet rifiutarono di sparire completamente dalla vostra vita».

«Allora perché non è qui con te?»

«Calma, ci sto arrivando» rispose Gabriel con uno sguardo così triste che Azaele cominciò a preoccuparsi seriamente.

«La decisione di affidarti a Michele ci fu di grande aiuto. Lui fu entusiasta e anche orgoglioso di prendersi cura di te, era solo un ragazzino e per lui fu un grande onore essere scelto. Ma nonostante questo per tua madre il dolore di averti abbandonato fu troppo grande. Un po' alla volta si indebolì. E quando scoppiò la Grande Guerra non era più la guerriera forte e sicura di sé di un tempo. Così un giorno durante una battaglia alcuni demoni la assalirono e riuscirono a separarla dai suoi compagni e io…»

Gabriel dovette interrompersi di nuovo. Azaele deglutì e lo invitò a continuare. «E tu?»

«Non sono arrivato in tempo Azaele, non sono riuscito a salvarla». Concluse Gabriel con un sospiro carico di dolore.

Azaele sbiancò e i suoi occhi si riempirono di lacrime. Aprì le ali e cercò di scappare ma questa volta Gabriel decise che no, non glielo avrebbe permesso. Non avrebbe lasciato che se ne andasse. Così lo afferrò e lo strinse a sé.

«Lasciami, per favore lasciami!» Gridò Azaele con la voce strozzata dal pianto.

«No!» disse Gabriel, tenendolo stretto al petto e scivolando a sedere sul pavimento della terrazza.

Azaele cercò di divincolarsi, ma la sua forza non era lontanamente comparabile a quella di Gabriel. Alla fine smise di lottare e si limitò a singhiozzare con la schiena poggiata al petto di suo padre e la testa reclinata contro il petto. Gabriel non sopportava di vedere il figlio così distrutto, ma sapeva che doveva succedere e in qualche modo, dentro di sé, era felice che Azaele amasse tanto sua madre pur non avendola mai conosciuta. Lasciò che il figlio sfogasse il suo pianto un altro po', poi con cautela poggiò una mano sul petto di Azaele che per un attimo sentì mancargli il respiro. Lentamente Gabriel cominciò a massaggiarlo con delicatezza. Azaele provò una strana sensazione, come se il peso che stava provando al cuore venisse risucchiato poco a poco dal palmo caldo della mano di Gabriel. Rilassò la schiena contro il petto del padre e smise di singhiozzare.

«Mi dispiace, figlio mio. Non hai idea di quanto mi addolori vederti soffrire così!» Mormorò Gabriel poggiando il viso sulla nuca di Azaele.

Il demone sentì una sensazione di bagnato tra i riccioli neri e si rese conto che anche suo padre aveva pianto.

In quel momento capì il dolore di Gabriel. Si rese conto che se lui aveva sofferto per essere stato abbandonato, suo padre aveva sofferto forse addirittura più di lui, perché prima aveva dovuto rinunciare a suo figlio e poi aveva perso la compagna che amava.

Emise un respiro profondo e poi trovò il coraggio di fare una domanda difficile. «Dove è andata? Voglio, dire. Cosa succede ad un Arcangelo quando muore?»

Gabriel sospirò. «Angeli e Arcangeli sono stati creati dal Padre, Azaele. Quando muoiono tornare ad essere parte di Lui»

«Quindi mia madre, ora è in Lui?»

«Si, esatto!»

Azaele ci pensò su un attimo, si girò verso Gabriel e sorrise timidamente. «Bè, allora questo significa che grazie a lei, forse il Padre ora ci ama un pochino di più, non credi?»

Gabriel lo guardò esterrefatto, non aveva mai visto la cosa da quel punto di vista. Strinse forte suo figlio e mormorò. «Sai una cosa ranocchietto? Tua madre aveva ragione, sei davvero speciale tu!»


#


Ariel che aveva osservato tutta la scena dalla cucina di Aurora, si rivolse a Safet. «Che succede, perché Azaele è così sconvolto?»

Safet, si girò verso di lui e l'angelo notò che aveva gli occhi lucidi. «Credo che Gabriel gli abbia spiegato che non conoscerà mai Galadriel» rispose cupo.

«Galadriel?» Domandò stupito Ariel. Poi si rese conto di quello che intendeva dire Safet. «Galadriel era la compagna di Gabriel, quindi Azaele è il figlio di Galadriel e Gabriel?»

«Già!» Sospirò Safet.

Ariel per la prima volta in tanti millenni provò simpatia per Azaele. «Mi dispiace, povero Azaele, deve essere veramente doloroso per lui aver scoperto che non conoscerà mai sua madre!»

«Sbaglio o sei sinceramente dispiaciuto per lui?» Domando stupito Safet.

Ariel accennò un sorriso imbarazzato.

«Allora, forse sei pronto a chiarirti con lui, finalmente»

Ariel annuì. «Si, credo di sì!»



   
 
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