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Autore: ArrowVI    27/09/2022    0 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 15-4: Forza Nascosta



"Dovrai partecipare all'incontro dimostrativo."
Furono quelli gli ordini dell'Imperatore. Per quanto avessi voluto farlo, non fui in grado di rifiutarmi. Trascorsi tantissime notti senza chiudere occhio, pensando a come sarei potuto uscire da quella situazione... Ma non trovai alcuna soluzione.


Se Nikola fosse stato ad Asgard, forse lui ci sarebbe riuscito... 
Ma così non fu. Arrivò il giorno del Festival, e dovetti salire su quel ring senza avere alcun piano tra le mani.
Quei passi sembrarono un'infinita scalinata che sapevo mi avrebbe portato alla mia condanna. 

L'arena dove si svolse il Festival era una delle arene più antiche di tutta Avalon, un enorme Colosseo usato, un tempo, per svariati giochi e sfide tra guerrieri.

Sarebbe stato quello il luogo dove la mia immagine sarebbe andata per sempre in frantumi, per proteggere mia madre.
Gli spalti colmi di persone, la gran parte nobili e studenti della Himmel. Seduto in un trono, invece, vidi quello che sarebbe dovuto essere mio padre... Con un ghigno soddisfatto in volto, intento a bere qualche vino pregiato nell'attesa di vedere la mia disfatta.


La rabbia che provai in quell'istante, non riesco a pensare a nessuna parola in grado di descriverla.


Quando salii quel ring, potei sentire il pubblico cominciare a fischiare e a ridere di me.
Il mio avversario salì poco dopo di me, venendo acclamata dal pubblico come se fosse una regina.

Non fui in grado di contenere una risatina, mista a rabbia, fastidio e frustrazione per i  loro doppi standard.

Mi domandai se avessi potuto fare qualcosa per evitare lo scontro... Pensai di lasciarmi colpire dal primo attacco, per poi causare un'esplosione io stesso e rompermi un braccio per obbligare i giudici a concludere l'incontro, ma scartai rapidamente quella possibilità. Sapevo mio padre mi stesse tenendo sotto controllo, non avrebbe mai accettato un risultato di quel tipo... Inoltre, avrebbe semplicemente potuto ordinare ai giudici di far continuare l'incontro.



Le parole che mi disse Eva in quell'istante, però, mi colsero completamente alla sprovvista.
Non appena i giudici diedero il via all'incontro dimostrativo, Eva mi disse di essere a conoscenza del fatto che io mi stessi trattenendo.
Quella rivelazione mi lasciò di stucco: non so quale espressione apparve nel mio volto, ma so per certo che all'inizio fui completamente scioccato.


Il mio cuore sembrò fermarsi per secondi interminabili: se Milutin l'avesse scoperto, chissà cosa sarebbe successo a mia madre.

"Sta zitta!"
Le dissi.
La mia risposta sembrò sorprenderla.


"Non hai idea dei problemi che mi stai causando, facendomi queste domande. Ti prego, sconfiggimi e basta... Sfottimi come sempre e facciamola finita."
Ciononostante, quelle mie parole sembrarono farla inferocire ancora di più.
Non sapevo come avesse fatto a scoprire il mio segreto, ma onestamente in quel momento non mi chiesi "come"... Mi domandai semplicemente in che modo avessi potuto farle tenere la bocca chiusa.


Una espressione inferocita apparve nel volto di Eva.
Il suo corpo venne circondato da acque cristalline, pure e gelide, poi invocò il nome del suo Spirito.

Hydra, un potente Spirito che controlla l'acqua e il ghiaccio, che possiede abilità difensive quasi impareggiabili. Uno degli Spiriti più potenti di tutta Gaia, nelle mani di una maga dalle abilità sorprendenti.
Non ero decisamente al suo livello... Probabilmente non lo sarei mai stato.

Ma Eva non evocò il suo spirito per schiacciarmi... Aveva tutt'altre ragioni.


"Non sei debole! Perché devi piegarti al volere di nobili senza spina dorsale?!"
A quella sua domanda, non riuscii a rispondere.

"Se eviterai il mio attacco, continuerò ad attaccare senza sosta. Se ti arrenderai, o scenderai dal ring, non mi fermerò."

"Mostrami la tua vera forza. Mi assicurerò di non ucciderti, ma non ti permetterò di trattenerti ancora una volta."


Quelle sue parole mi terrorizzarono. Non avevo alcuna via di scampo. Tra rabbia e terrore, posai il mio sguardo prima su mio padre, poi di nuovo su di lei.


"Ti prego, smettila! Non mandare tutto il mio lavoro all'aria!"
Neanche implorarla servì a qualcosa... Anzi, forse la fece innervosire ancora di più.


"Non so perché hai accettato, ma al momento non è ciò che m'interessa."
Mi disse.

"Voglio vedere di cosa sei capace. Mostramelo. Voglio vedere le tue vere capacità, mostrale anche a questi buoni a nulla che non hanno fatto altro che ridere di te."
In quell'istante rivolse il suo braccio nella mia direzione, pronta a scagliare il suo attacco.



In quell'istante... Li odiai con tutto me stesso.
Odiai quella ragazzina viziata che aveva ogni intenzione di distruggere tutto il lavoro che feci per proteggere mia madre.
Odiai le persone che andarono ad assistere a quell'incontro.
Odiai mio padre, per avermi messo in quella situazione.

...E odiai il sistema di Asgard, che fu la causa di tutti i nostri problemi fin dall'inizio.



Quando Eva scagliò il suo attacco, compresi di essere con le spalle al muro.
Le mie opzioni, in quel momento, erano solo due:

- Essere colpito in pieno dall'attacco, cadere fuori dal ring e sperare che lei non continuasse nel suo assalto, distruggendo la mia immagine per sempre, e probabilmente infangando anche quella di mio fratello.

- Rispondere all'attacco, usando i poteri di Byakko. La stronzetta si era assicurata di usare un attacco abbastanza potente che non avrei potuto bloccare con semplici incantesimi di basso livello.



La mia rabbia riprese a ribollire nelle mie vene, e rapidamente realizzai quale fosse la strada che avrei preferito prendere, tra le due.

Mentre il getto d'acqua ghiacciato di Eva continuò a muoversi nella mia direzione, un enorme energia cominciò a sovraccaricare il mio corpo, che venne rapidamente pervaso da scariche elettriche azzurre.
Per quegli istanti, l'unica persona su cui fui in grado di concentrarmi fu Eva. Il resto sembrò sparire completamente dalla mia mente, dalle mie preoccupazioni.
Un impeto di energia che mai prima di quel momento provai continuò a ribollire dentro di me, fino a quando evocai anche io il mio Spirito.


Voleva che le mostrassi la mia forza, quindi avrei dato il massimo in un singolo attacco. 
Se c'era una cosa che avevo in comune con mio fratello, era il fatto che detestassi perdere uno scontro.

"Byakko!"
Non appena pronunciai quel nome il terreno ai miei piedi cominciò a tremare intensamente, e vidi le pietre del ring andare lentamente in frantumi sotto di me.


Allungai entrambe le mani in avanti mentre scariche elettriche cominciarono a riversarsi nei palmi formando una grossa sfera di energia azzurra.
L'energia che canalizzai in quell'attacco bastò a mandare in frantumi il ring sotto ai miei piedi, e anche durante il tragitto verso il suo bersaglio.
Fui in grado di vedere l'espressione scioccata di Eva quando il mio lampo si scontrò con il suo getto d'acqua, vaporizzandolo in un istante come se nulla fosse.

Quando la raggiunse, Eva fu a malapena in grado di scansarsi di lato per non venir investita dal mio attacco, che la mancò per un millimetro.


Il silenzio che seguì l'enorme esplosione, bloccata solamente dalla barriera protettiva innalzata per proteggere il pubblico, fu assordante.
Eva, pallida in volto, e completamente senza parole, non fu in grado di distogliere lo sguardo dall'enorme cratere alle sue spalle che il mio attacco causò. 

Il ring ai nostri piedi ormai completamente distrutto e fumante era un altro dettaglio che lei non fu in grado di smettere di fissare, come anche tutti gli spettatori.
Per un istante, però, vidi un enorme sorriso comparire nel suo volto.


L'espressione nel volto di mio padre, invece, era il completo opposto.
Pieno di rabbia si era alzato in piedi e stava fissando intensamente il ring con occhi preoccupati e furiosi.
Non so se fosse più arrabbiato con me o con Eva... E, onestamente, la risposta non m'interessa.


Per un istante mi sentii libero, come se mi fossi tolto un enorme peso dal petto... Però, le mie preoccupazioni emersero ancora una volta dal mio cuore, ricordandomi che non fossi l'unico a essere stato minacciato da Milutin.

Inconsciamente nominai mia madre, preoccupato da cosa le sarebbe successo.
Fu in quel momento che sentii la voce di Eva.

"Credo di aver capito cosa sia successo, ora."
Le sentii dire.


In quell'istante la ragazza s'incamminò fuori dal ring, strappando dalle mani di uno dei giudici il microfono, per poi rivolgersi a tutta la gente nel colosseo.


"Da oggi in poi, Tesla Heiner e sua madre saranno sotto la protezione degli Hauser!"
Disse, rivolgendosi poi verso mio padre e fissandolo con uno sguardo di sfida, divertito.

"Chiunque osi mettersi contro di loro, si metterà anche contro di me."


Non appena disse quelle parole, Eva lasciò andare il microfono... Poi posò il suo intenso sguardo nella mia direzione.
Non so perché lo fece, l'unica cosa che so per certo è che se fui in grado di liberarmi dalle grinfie di Milutin fu solamente grazie alla stessa persona che per così tanto tempo provò a distruggermi.



La rabbia che trattenni per tutto quel tempo esplose in un istante. Con un rapido movimento della mano strappai con forza il simbolo della Himmel dai miei vestiti, per poi rivolgermi a tutte le persone che quel giorno assistettero all'incontro.

"Andate tutti al diavolo!"
Urlai a squarciagola, assicurandomi che tutti mi sentissero.

"Fottetevi voi, le vostre maledette regole, i vostri stupidi ideali, i vostri inutili nobili e il vostro schifoso istituto!"
Continuai, rivolgendo poi il mio sguardo verso mio "padre".

"Vi detesto tutti... Tu, specialmente!"
Milutin sembrò andare in tutte le furie davanti alle mie parole.

Mi disse qualcosa, ma non lo ascoltai. 
Non appena aprì quella sua schifosa bocca, lanciai un fulmine nella sua direzione, mandando in fiamme il trono alle sue spalle e vedendo per la prima volta una espressione terrorizzata nel suo volto.


"Chiudi quella cazzo di fogna!"
Esclamai.


Fu in quell'istante che Milutin ordinò ai suoi soldati di uccidermi, ma Eva si mise in mezzo.
Usando i poteri di Hydra creò una barriera intorno a noi, ricordando all'imperatore che io e mia madre fossimo sotto la sua protezione. 
Pensavo che le cose sarebbero peggiorate ma, grazie all'intervento di Eva, tutto sembrò calmarsi in un istante.

Ciononostante, io mia madre fummo banditi da Asgard e grazie all'aiuto di Eva ci trasferimmo a Mistral, in una località segreta. dove, a detta sua, non ci avrebbe mai trovato.
Fu proprio li che incontrai di nuovo mio fratello.

Eva lo contattò in segreto, dicendogli dove fossimo, e all'inizio Nikola non riuscì a credere al nostro racconto.
Mi disse che avessi esagerato e che con quella reazione Milutin avrebbe davvero potuto farci giustiziare, e ci avrebbe decisamente provato prima o poi.
Eva promise di tenerci al sicuro, e di ricordare all'imperatore che fossimo sotto la sua protezione se necessario. Nikola le fu grato per questo.

Poco tempo dopo, mio fratello tornò ad Asgard seguito da Eva. Io e mia madre, invece, rimanemmo a Mistral per un certo periodo di tempo, scomparendo dai radar di mio padre.
Quando mio fratello tornò a farmi visita, due anni dopo, insieme a Eva, mi domandò quale fossero le mie intenzioni.

Mistral non faceva decisamente per me... Quindi decisi che avrei fatto il dito medio a mio padre ancora una volta.
L'istituto Himmel venne creato come antagonista all'Istituto Star di Avalon, quindi mi domandai quando lo avrei fatto imbestialire se fossi andato a studiare li. Eva approvò la mia decisione, e mi aiutò a partire per Avalon.


Quando le domandai perché mi avesse aiutato in quel modo, lei evitò il mio sguardo.

"Mi sbagliavo."
Fu la sua risposta.

"Ero convinta che tu fossi debole, ma in realtà era l'esatto opposto. Eri abbastanza forte da sopportare tutto quel dolore e le pressioni di tuo padre, da solo, per proteggere non te stesso ma tua madre, che non poteva difendersi."
Mi disse.

"Non sei debole. Sei forte, molto più forte di me."





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Fine del capitolo 15-4, grazie di avermi seguito e alla prossima!


 

   
 
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