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Autore: DDaniele    30/09/2022    1 recensioni
«Credevi davvero che non ti sarei venuto a cercare? Pensavi che avrei visto il biglietto che mi hai lasciato sul tavolo della cabina con su scritto “Devo partire per una missione. Oh, ho anche scoperto che non ti amo più, quindi ci lasciamo e considerati sollevato dall’obbligo di venirmi a cercare” e l’avrei accettato senza fare niente?» (estratto dal testo)
La storia partecipa alla challenge Writeptember2022 indetta sul gruppo Facebook "Hurt/Comfort Italia - Fanart and Fanfiction - Gruppo nuovo" e sviluppa i seguenti prompt:
1) X vende qualcosa
2) Grave danno
4) "Ti ho cercato ovunque"
5) Bonus immagine: due persone avvicinano le labbra per baciarsi
Genere: Angst, Fantasy, Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Jason Grace, Nico di Angelo, Nico/Will, Will Solace
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con
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   Will correva per il labirinto di stradine che si snodavano, strette e contorte, lungo tutto il Monte Olimpo, sulla cima dell’Empire State Building di New York. Il fiato corto e le gambe dolenti per via dei sandali che battevano sul selciato di marmo, Will osservava i templi che si susseguivano alla sua destra e alla sua sinistra mentre cercava il santuario principale dedicato a Zeus, padre degli dèi. Purtroppo, Will non conosceva il greco antico e dunque non poteva decifrare i nomi scolpiti sui frontoni che segnalavano a quale divinità fosse dedicato un dato edificio. Inoltre, non essendo ferrato in architettura, non avrebbe saputo trarre un qualunque indizio sull’identità del dio per il quale un tempio era stato eretto, come avrebbe potuto fare ad esempio datando un determinato stile architettonico e da lì risalire a quali divinità fossero in auge in quel periodo storico. Will, tuttavia, non disponeva di queste nozioni. Forse Annabeth Chase lo avrebbe potuto aiutare. Lei era esperta in architettura antica al punto che si era proposta di ricostruire i templi sul Monte Olimpo. Per un certo periodo era entrata addirittura in possesso del computer contenente tutti i progetti realizzati da Dedalo, l’artefice del labirinto di Cnosso, l’architetto più straordinario del mondo antico e, presumibilmente, di tutta la storia. Will desiderò di aver chiesto ad Annabeth di accompagnarlo, ma aveva lasciato il Campo Mezzosangue in fretta e furia dopo aver trovato il criptico biglietto che Nico gli aveva lasciato.

   Will si fermò suo malgrado per riprendere fiato. La milza gli doleva a causa della corsa in cui si era lanciato, inoltre la tunica, che le guardie all’ingresso gli avevano imposto di indossare insieme a dei sandali in cuoio perché si mimetizzasse fra gli dèi che abitavano il Monte Olimpo, gli procurava un prurito terribile, costringendo Will a smuovere continuamente il tessuto del vestito come se fosse stato un forsennato. Mentre inspirava profondi respiri, due giovani donne, probabilmente dee minori di cui Will non aveva mai sentito fare il nome, passarono accanto a lui incedendo con passi brevi e colmi di grazia:

   «Sai, non credevo che il ragazzo mortale sarebbe durato così a lungo. Zeus ha organizzato un intrattenimento davvero particolare, degno del suo estro nel congegnare party di alto livello. Peccato dover rientrare a casa prima della fine, dato che i miei fedeli tengono così tanto a svolgere cerimonie in mio onore nelle ore centrali della notte. Se non fosse stato che non vorrei mai deludere i miei adepti, avrei voluto gustarmi lo spettacolo fino all’ultimo.»

   «Mi scusi, signora, ha parlato di un ragazzo mortale, è corretto? Sa dove posso trovarlo?» le chiese Will, la veste in disordine sulle spalle e il viso accaldato.

   «Oh, ma guarda, cara» esordì la dea che aveva parlato rivolgendosi alla sua compagna «sembra che ci siamo perse la seconda fase della festa. Zeus aveva detto che il fidanzato del figlio di Ade sarebbe arrivato a reclamarlo. Guardalo com’è carino, con questi capelli biondi arruffati e le lentiggini. Si vede proprio che è figlio di Apollo.»

   Le donne presero ad accarezzare Will e di tanto in tanto gli tirarono dei pizzicotti sulle guance ridacchiando estasiate. Will avrebbe voluto assecondarle ridendo imbarazzato come rispondendo alle attenzioni di una zia, forse eccessivamente affettuosa ma certamente mossa da buone intenzioni, mentre invece avvertì una distinta malevolenza celata dietro i gesti delle dee e, soprattutto, dietro le parole che si erano scambiate poco prima. Cosa voleva dire che Nico era ‘durato a lungo’? E cosa c’entrava questo con uno spettacolo organizzato da Zeus?

   «Scusatemi se non mi trattengo oltre, ma come avete detto voi stessa avrei fretta di ricongiungermi con il mio ragazzo. Se foste così gentile da indicarmi dove posso trovarlo, ve ne sarei riconoscente.»

   «Oh, quanto garbo» disse la seconda dea portandosi il palmo della mano alla bocca come in un moto di meraviglia. Nonostante il significato comunemente associato a quel gesto, Will percepì un intento di scherno. «Il figlio di Ade è stato convocato nel tempio principale di Zeus.» La donna poggiò una mano sulla spalla di Will e alzò l’altra in direzione del punto più alto del monte, che si trovava alle spalle di Will. «Va’ dritto verso la cima del monte e non puoi sbagliare. Prendi pure qualsiasi strada preferisci, tanto ogni via porta al Monte Olimpo» spiegò la dea ridendo alla sua battuta, in realtà non molto originale.

   «Grazie per le indicazioni» rispose cortese Will. In cuor suo avrebbe voluto correre verso il tempio non appena ricevuta l’informazione, ma si trattenne perché le dee lo avrebbero considerato una mancanza di rispetto e si sarebbero adirate, forse uccidendo Will e Nico o costringendoli a trascorrere il resto della loro esistenza sul Monte Olimpo per vendetta.

   «Non preoccuparti, caro. Va’ pure» gli rispose la prima dea e poi essa riprese a camminare a fianco dell’amica. «Pensa, tesoro, abbiamo partecipato in maniera attiva alla seconda fase del party. Forse siamo state più fortunate che ad assistere allo stesso spettacolo.»

   Will ignorò quanto esse si dicevano e risalii la strada fino al tempio principale di Zeus.

   Arrivato ai piedi della breve scalinata d’accesso, Will provò un senso d’oppressione. Come prima le dee senza nome gli era sembrate affabili ma poi le aveva scoperte malevole, anche il santuario eretto in onore del padre degli dèi sembrava accogliere i visitatori, richiamandoli da lontano con l’opulenza dei suoi marmi e le dimensioni monumentali atte a testimoniare la grandezza di Zeus, ma da vicino la costruzione sovrastava gli astanti dominandoli dall’alto come un mostro che scopre le zanne per divorare la preda inerme. Will deglutì e si fece avanti.

   Nella sala principale, il semidio notò che l’enorme camera era gremita di gente, tutti dèi uomini adulti con l’eccezione di alcune donne che ridacchiavano estasiate formando piccoli gruppi a sé stanti. A parte questo, tutti i presenti tenevano lo sguardo rivolto verso il centro della stanza. Will cercò di vedere cosa ci fosse, ma gli astanti erano troppo alti per lui e gli coprivano la visuale. Tentò allora di farsi strada fra le persone, seguendo un impulso che gli diceva che Nico si trovava lì. Mentre passava accanto agli dèi, Will provò un senso di repulsione quando questi, lo sguardo sempre puntato al centro della stanza, ansimavano eccitati, le membra che si agitavano come durante l’orgasmo, e urlavo di ‘darci dentro’ come se fossero stati tifosi sugli spalti delle Olimpiadi. Inizialmente Will non capì cosa stesse accadendo, ma quando infine giunse al centro della sala tutto acquisì senso, un tragico senso.

   Nico era sdraiato su un triclinio sistemato su un palco rialzato con indosso una tunica e dei sandali simili a quelli che Will aveva ricevuto all’ingresso. Poggiato sulla sua schiena si trovava un uomo nudo, il corpo muscoloso e irsuto, che premeva Nico contro lo schienale, teneva una mano su un gluteo del ragazzo e nel frattempo lo penetrava. Mentre il dio lo possedeva, Nico si divincolava, allontanando il viso da quello dell’altro premuto nell’incavo del suo collo, e cercando di ritrarre il sedere, che era rimasto scoperto e che tutti nella sala potevano vedere, insieme al pene eretto dell’energumeno che penetrava e fuoriusciva ritmicamente dall’ano di Nico. Quest’ultimo ogni tanto lanciava un grido, ma il dio gli copriva la bocca con la mano, godendo ancora di più nel sentire il mortale alla sua mercé.

   Will, solitamente mite e calmo, urlò di dolore e disperazione.

   «Smettila subito» tuonò montando sul palco. Sguainò una spada che aveva nascosto in una piega della tunica e la puntò al collo del dio che teneva Nico. «Lascialo andare. Ora.»

   L’uomo rise sprezzante al pungolo che Will gli diede con la punta della spada. Contrasse il viso in un ghigno, un gesto di disprezzo rivolto al semidio, e muovendo i fianchi affondò di nuovo con il pene nell’ano di Nico. Questi gemette dolorante. Will sollevò il piatto della spada alzando il mento dell’uomo in segno di sfida. Entrambi sapevano che era un bluff, perché il dio avrebbe potuto letteralmente polverizzare Will con uno schiocco di dita. Ciò nonostante, si alzò da sopra Nico e, le nudità esposte, si mise a braccia conserte a lato del triclinio, intento a osservare divertito le prossime mosse di Will.

   Questi si slanciò su Nico e lo aiutò ad alzarsi prendendolo per le mani. Nico strinse forte le dita nei palmi di Will e tentò di sollevarsi mettendo forza nelle gambe, ma queste cedettero e lui cadde bocconi. Will, preoccupato per lo stato di salute di Nico, gli guardò brevemente il sedere per controllare quanto fossero gravi i danni che aveva riportato. Con suo orrore, Will notò che l’ano di Nico presentava varie tumefazioni dovute allo strofinamento, al punto tale che alcune piccole vene si erano rotte e sottili rivoli di sangue scorrevano giù per le natiche fino alle gambe. Come se ciò non fosse stato abbastanza, sul sedere vi erano dei residui di sperma che, quando calavano sulle ferite, bruciavano e si mischiavano con il sangue di Nico formando un liquido rossastro dalla consistenza ributtante.

   «Come avete osato far questo a Nico?» ululò Will rivolto ai presenti nella sala e all’energumeno che lo aveva stuprato.

   «Forza, vogliamo il duello. Sgozzalo, sventralo» disse un uomo rivolto al dio che aveva posseduto Nico per ultimo.

   «Cosa? No. Non ci sarà nessun duello. Voi ci lascerete andare.»

   «No!» ribatté indignato l’uomo «Zeus aveva promesso un duello con un’uccisione finale. Fa’ la tua parte e concludi lo spettacolo.»

   Will, troppo arrabbiato per tentare di ragionare con quei mostri, passò il braccio dietro la schiena di Nico e invocò i poteri che aveva ereditato da suo padre, Apollo, lanciando un fascio di luce che accecò i presenti. Mentre gli dèi non potevano vedere, Will portò via Nico.

   «Dobbiamo trovare un rifugio, l’effetto non durerà a lungo» disse a Nico. Questo non rispose, concentrato nel cercare di camminare, ma non vi riuscì e Will dovette praticamente trascinarlo, le gambe penzoloni che strusciavano sul pavimento di marmo.

   Dopo aver percorso qualche metro, Will scorse un tempietto all’apparenza abbandonato, con le candele spente e le finestre dai vetri rotti. Il semidio condusse il fidanzato con sé all’interno e lo fece sdraiare supino su di un triclinio. Strappò un lembo della veste di Nico e lo usò per pulirgli il sedere dal sangue e dallo sperma, quindi pose le mani sopra il suo ano devastato invocando la magia curativa di Apollo. Una luce dorata si spanse dai suoi palmi.

   «Ti ho cercato ovunque.» Will parlò in tono di voce asciutto, intenzionato non ad accusare Nico per essere stato avventato ma piuttosto come a comunicargli un dato di fatto.

   «Perché sei venuto qui?» gli domandò Nico grugnendo per il dolore.

   «Credevi davvero che non ti sarei venuto a cercare? Pensavi che avrei visto il biglietto che mi hai lasciato sul tavolo della cabina con su scritto “Devo partire per una missione. Oh, ho anche scoperto che non ti amo più, quindi ci lasciamo e considerati sollevato dall’obbligo di venirmi a cercare” e l’avrei accettato senza fare niente?»

   «Non ho scritto così. Ho scritto…»

   «Sì sì, lo so cos’hai scritto. Hai scritto il messaggio in maniera molto più eloquente» Will gli parlò sopra ironico «ma era quello il succo del discorso. Adesso non ho tempo di badare ai sofismi. Dimmi cos’è successo.»

   Nico sospirò e poggiò la faccia nell’incavo del braccio. Rilassò i muscoli e respirò più regolarmente.

   «Sul serio, spiegami il motivo per cui sei qui. Per come vedo io le cose, non posso credere che all’improvviso sei stato colto dal desiderio di farti seviziare a turno da tutti gli dèi dell’Olimpo.»

   «Ho stretto un accordo con Zeus. Ha detto che avrebbe accolto una mia richiesta se avessi acconsentito a farmi stuprare in pubblico dagli altri dèi.»

   «Ma perché?» chiese Will esasperato, cercando di mantenere la concentrazione sull’incantesimo quando avrebbe voluto assecondare i piani di Zeus e affrontare uno per uno gli dèi in duello per il male che avevano arrecato a Nico.

   «Per umiliare papà, Ade. Sai che tra loro non scorre buon sangue. Ho rivolto una preghiera a Zeus e lui, come si è accorto che un figlio del fratello si era prostrato a lui come un questuante, ne ha approfittato per offendere papà.»

   «Certi ricatti e vendette sono disgustosi, ma non è quello che intendevo. Volevo dire, perché hai stretto un accordo con Zeus?»

   Nico aprì la bocca per parlare, quando provò dolore per la magia di Will e contrasse il viso in uno spasmo.

   «È per Jason. Ho avuto come una premonizione» Nico allungò la mano dal triclinio e prese a dare dei colpetti con la punta dell’indice a dei frammenti di marmo che si trovavano a terra, facendoli rotolare via. «Come sai, i miei poteri derivano dall’ombra e dalla morte, dunque so percepire, come per un istinto, quando la vita di una persona sta per finire. L’altro giorno sono andato a trovare Jason nel college che ha iniziato a frequentare. Quando l’ho incontrato, io, in qualche modo dentro di me, sapevo che sta per…» Nico lasciò la frase in sospeso. «Quindi ho rivolto una preghiera a Zeus perché lo salvi. Poi sai già cos’è successo.»

   «Lui ha accettato di accogliere la tua richiesta solo se tu prima avessi, come dire?, venduto i tuoi favori sessuali agli abitanti del Monte Olimpo. Tutto questo manipolando te per umiliare Ade.»

   «Già.»

   «Perché ovviamente Zeus non può aiutare Jason, che tra l’altro è suo figlio, spinto da un puro sentimento paterno.»

   «A quanto pare, no. Se Zeus avesse voluto proteggere Jason, non lo avrei percepito in pericolo di vita in primo luogo.»

   «E di fronte a questa allettante proposta» osservò Will sarcastico «tu hai detto subito di sì e ti sei concesso agli dèi.»

   «Una sintesi efficace.»

   «Perché hai scritto che non mi ami più?»

   «Uno: volevo spingerti a non cercarmi per non farti preoccupare e non metterti nei guai. Due: non volevo offenderti facendo sesso con altri.»

   «Avresti potuto parlarmene. Dirmi di Jason. Possiamo aiutarlo noi senza piegarci alle imposizioni di Zeus.»

   «Jason è figlio del più grande dei Tre Pezzi Grossi. È un semidio particolarmente potente. Più di me che sono figlio di Ade. Se lui affronta un nemico così potente da soccombere, che speranza abbiamo noi di salvarlo? Ottenere l’aiuto di Zeus mi è sembrata l’unica possibilità.»

   Will e Nico rimasero in silenzio per alcuni minuti.

   «Devo tanto a Jason» riprese a dire Nico «grazie a lui ho accettato la mia sessualità, accettato il mio posto nel Campo Mezzosangue e incontrato te. Se Jason non fosse stato al mio fianco, probabilmente non avrei avuto tutto questo. Ho già perso Bianca e mi sono sentito così solo e impotente quando ho saputo della sua morte» Nico colpì un altro sassolino facendolo ruzzolare lontano dagli altri «non voglio che succeda di nuovo. So in anticipo che Jason sarà presto in pericolo e posso agire per aiutarlo. La situazione stavolta è diversa.»

   Nico si interruppe nuovamente. Will proseguì l’incantesimo, che aveva sanato buona parte delle ferite.

   «Come hai fatto a trovarmi? Sul messaggio non ti ho scritto dov’ero diretto.»

   «Come ho finito di leggere ho avuto la visione dell’Empire State Building. All’inizio credevo fosse una premonizione inviata da papà Apollo. Una volta sentiti i discorsi che facevano gli dèi, però, mi sono reso conto che doveva essere un’indicazione di Zeus. Voleva che venissi per affrontare in duello gli dèi che ti hanno violentato, fornendo una seconda parte al suo spettacolo.»

   «E invece siamo scappati. E come mi sarò ripreso userò il viaggio-ombra per portarci fuori di qui. Dubito che Zeus ci darà il suo aiuto: gli abbiamo rovinato la festa.»

   «Chi se ne importa! Aiuteremo noi Jason. Gli staremo incollati tutti il tempo facendogli da guardie del corpo. Lo seguiremo nelle prossime missioni e lo salveremo noi. Senza l’aiuto di divinità psicopatiche che chiedono servizi sessuali in cambio di favori.»

   «A proposito, scusa se me ne sono andato senza dirti niente e mi sono lasciato usare da quegli schifosi.»

   «Avresti potuto dirmelo, quello sì. Ma non sono offeso se ti sei concesso a loro. Sono loro in torto, non tu.»

   Nico prese la mano di Will protesa sul suo corpo e la strinse forte.

   «Allora come finisci mi tengo pronto a portarci fuori di qui con il viaggio-ombra. E poi andiamo a salvare Jason senza bisogno di Zeus.»

   «Sì, insieme.»

   «Insieme.»

   Will e Nico avvicinarono le labbra l'uno all'altro e si baciarono.

   
 
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