A Sofifi ❤
Estraneo
«Cosa ti perseguita?»
«Non so chi sono.»
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Tom si svegliava di soprassalto ogni notte, e ansimava mentre stralci di incubi seguitavano a martellare i pensieri – dubbi solo dubbi –; si trascinava a fatica sino all’alba, ansioso di gettarsi a capofitto in qualsiasi cosa potesse riempirgli la testa di altro.
Non ricordava quando s’era smarrito, a volte dubitava anche d’averlo fatto – forse era solo nato perso –, eppure andava avanti certo di doversi ritrovare.
Erano dovuti trascorrere anni perché si scoprisse capace di provare emozioni totalizzanti – amare pentirsi comprendere sbagliare – e difenderle quanto quei principi che l’avevano definito prima che imparasse a definire se stesso.
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«Chi sei, Tom?»
«Io, sono io.»
NdA: la storia partecipa all’iniziativa Cento di queste challenge! ed è dedicata a Sofifi (spero tanto ti piaccia questa piccola introspezione di Tom, ci ho provato!).
Piccola parentesi sulla caratterizzazione: Tom è un personaggio che mi ha sempre suggerito l’idea di essere in cerca di un’identità definita da fattori esterni – un ruolo nella società prima ancora che un ruolo nella propria vita, per così dire –, eppure quando si trova la sua identità mi è parsa definita da fattori interni – ciò che prova, ciò che è come individuo in quanto tale –, ecco allora quel Io, sono io con cui ho cercato di esprimere questa evoluzione (il dialogo è da intendersi come un confronto con se stesso).
Grazie a chiunque abbia letto, un abbraccio. ❤