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Autore: Rucci    09/09/2009    7 recensioni
Strappando la carta come se strappasse un velo sulla parte più intima di sé stesso, gli occhi azzurri innaturalmente fermi, pensò che era questo il modo, che se solo avesse potuto avrebbe parlato per sempre così. Aveva scelto i fiori perché essi parlavano chiaro, e senza un suono.
Per augurare buon compleanno a Shun, Hyoga sceglie i fiori. E, per la prima volta, anche le parole.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Andromeda Shun, Cygnus Hyoga
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Hanakotoba
Il linguaggio dei fiori.

 

Si era alzato accuratamente mentre lui dormiva, con nessun altro rumore che lo sciabordio delle onde, da lontano, e il suo respiro dolce ed alternato sulle coperte. Avrebbe dovuto fare più o meno in fretta, perché Shun era solito svegliarsi quasi sempre quando avvertiva il sonno altrui interrompersi; ma dalla parte di Hyoga c’era il silenzio e la decisione dei movimenti.

 

Parlavamo, ieri, del più e del meno:

i miei occhi andavano cercando i vostri;

e il vostro sguardo cercava il mio,

mentre il discorso continuava a svolgersi.

 

Dieci minuti soltanto sarebbero bastati per svolgere con mani delicate la carta che, come un velo, se squarciata brano a brano avrebbe rivelato un messaggio. Hyoga lo fece piano, con un rumore quasi dolce, gli occhi fissi su quella piccola nascita come se si fosse dimenticato del resto. Un fiore dopo l’altro, sbocciavano dal loro involucro come se fossero destinati a crescere sino a ricoprirlo, e quando finalmente emersero, splendenti, era un mazzo talmente grande che per prenderlo lo si sarebbe dovuto abbracciare. Rimase muto a guardarli. Fermò le dita. Fermò i pensieri. Chiuse gli occhi.
A Hyoga erano sempre piaciuti i fiori.
Le sue mani si erano fatte abili, nel maneggiarli, negli anni.
Nell’acqua gelida, sparsi sul ghiaccio. Fiore dopo fiore, petalo dopo petalo.
Tanto i suoi occhi erano pieni di fiori che, con il tempo, aveva imparato a sceglierli con cura per comporre dei messaggi silenziosi. Puri, minuscoli, magniloquenti. Strappando la carta come se strappasse un velo sulla parte più intima di sé stesso, gli occhi azzurri innaturalmente fermi, pensò che era questo il modo, che se solo avesse potuto avrebbe parlato per sempre così. Aveva scelto i fiori perché essi parlavano chiaro, e senza un suono.

 

Sotto il peso banale di frasi calcolate

l'amore mio errava dietro i vostri pensieri,

e quando parlavate, distratto ad arte,

Prestavo ascolto al vostro segreto:

poichè la voce, come gli occhi di quella

che ti fa seren e triste, svela,

malgrado ogni sforzo triste e allegro

e mette in piena luce il mistero dell'anima.

 

Aveva scelto quattro messaggeri per quello che quel giorno voleva dire. Quattro eleganti messaggeri intrecciati in quattro colori soavi, distinti in un mazzo talmente grande da poterti sopraffare ed addormentare nel suo profumo.  Quattro messaggeri per quattro semplici sillabe: un messaggio invero importante, se aveva deciso di suddividere così solennemente il carico. Sorrise, prima di carezzare lentamente con il pollice, gli occhi chiusi, il pennello che reggeva fra le dita. Ad intingerlo nell’inchiostro avrebbe aspettato qualche minuto. Poi avrebbe mosso le dita per squarciare un nuovo velo, molto più importante, molto più nascosto, per affidare, per una volta, i suoi sentimenti alle parole. Quattro ideogrammi, quattro messaggeri.

Ai.

Aveva scelto l’azalea dai petali fragili ma di un rosa dolce, da accarezzare ed avvolgere gli occhi.
L’azalea era: la modestia. La timida bellezza. La virtù. Il germoglio nascosto e raggiante.

Shi.

Aveva scelto la gardenia, dai petali bianchi cadenti come mantelli, da raccogliere ogni lacrima.
La gardenia era: l’amore segreto. Quello che aspettava ed aveva aspettato, discreto come la neve.

Te.

Aveva scelto la margherita, forte e raggiante assieme a mille sorelle.
La margherita era: la fede. Incrollabile e certa, sveglia ed orgogliosa, ed assieme tanto pura.

Ru.

Aveva scelto il non ti scordar di me, il più piccolo, il più fiorente, blu come il cielo, come vividi punti sperduti.
Il non ti scordar di me era: l’amore vero. Talmente assoluto da vibrare in quel blu così muto come occhi spalancati.

Ieri perciò sono partito totalmente ebbro:

è una speranza vana che il mio cuore carezza,

una vana speranza, falsa o dolce compagna?

 

Dovette affrettarsi a prendere in mano il foglio dipinto di fresco, che Shun non avrebbe tardato a svegliarsi, e lo sapeva. Sentiva già il suo respiro farsi meno pesante, qualche movimento impercettibile giungergli alle orecchie. Soffiò senza fretta, però, per non rovinare quelle quattro sillabe tanto preziose. Quando fu certo che l’inchiostro si era asciugato, senza perderlo di vista, in quel rituale sciocco e tanto importante, piegò il biglietto. Due volte. Se lo appoggiò alla fronte, per un momento ancora, sorridendo di sé stesso. Poi lo affidò ai fiori, che ora riempivano la stanza dal loro angolo colorato. Se avesse potuto, Hyoga avrebbe parlato per sempre così, come loro, lasciando i suoi messaggi tanto grandi senza un suono.
Rinfilandosi nel suo futon, un vago sorriso in volto, si rese conto che allo stesso tempo non poteva fare a meno delle parole: un augurio di buon compleanno, e quattro sillabe affidate ai fiori erano quello che attendeva Shun al risveglio. E chissà quali attendevano lui.

 

Oh! Non può essere vero? Non è vero che no?

 

 

 

 

09/09/09 (ma LOL che data! ):

- HANAKOTOBA: Linguaggio dei fiori (eccolo qui)
- AISHITERU: “Ti amo”. E che altro mai poteva essere. <3

Auguri Shun. Chissà come la prenderà. Quella stanza sarà diventata un vivaio.
Per la poesia complimentatevi con Paul Verlaine. Non è strettamente legata alla storia né vuole riprenderne i temi, ma ho pensato subito a lei come sottofondo ad una Hyoga/Shun, trattando in maniera così hyoghescamente struggente dell’amore non detto e sospeso. Aw, Verlaine è il mio preferito. ;_;

Dedicato a chi attendeva una Hyoga/Shun e a chiunque è riuscito a sopravvivere alla melensaggine del tutto. E ai miei soliti partners in crime, sottolineando che questa è la mia risposta alle angherie che deve subire Cygnus in play. Spero che ve la siate sciroppata tutta. Vi voglio bene, anche se apparentemente sembra un tentativo di omicidio tramite glucosio. Alla prossima. <3

  
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