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Autore: Miravel0024    08/10/2022    0 recensioni
#7 Ottobre / PumpAU / Coffe Shop AU
Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
N° parole: 796
"L'amore può nascondersi dietro ogni angolo... o dietro ogni bancone."
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Writober 2022'
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Questa storia partecipa al Writober di Fanwriter.it
Prompt: 
Coffee shop AU
N° parole: 
796
 


«Toshiii… non mi va, vacci da solo. Lo sai cosa ne pensa mia madre di questi locali occidentali.» Perchè ogni volta che riusciamo ad uscire insieme deve propormi cose strane, ora vuole andare a provare quello stupido coffee shop occidentale che ha appena aperto. Non dico di non essere curiosa, ma non ho davvero voglia di sentire la ramanzina di mia madre, quella donna in qualche modo scopre sempre tutto e per qualche motivo odia tutto ciò che viene da fuori il Giappone.

«No dai, ti prego Jun. Voglio andarci con te, so quanto ti piacciono queste cose. Prometto che questa volta non lo verrà a sapere! Per favoreeee!» Mi sta dando quello sguardo, di nuovo… Odio quando lo fa.

«Argh… va bene, ma se lo scopre me la prenderò con te.» Non è vero, non riesco mai ad arrabbiarmi con lui. 

«Si! Sbrighiamoci, hanno sempre una gran fila.»

«La fila no!»
 

Dopo circa mezz'ora riusciamo finalmente ad entrare nel locale. Devo dire che è carino, anche se un pò strano e… non so, minimalista quasi.

«Sei già cosa prendere Jun?» 

«Ugh… non proprio. Il cappuccino non sembra male, ma anche la.. crema al caffe? Non sembra male, dovrebbe essere una specie di caffè mouse dolce, poi non so se provare una brioches o uno di quei biscotti glassati… perchè mi guardi così?» Toshi ha quello sguardo da "so qualcosa che tu non sai" che è così dannatamente fastidioso.

«Niente niente, è solo che continuavi a dire di non voler venire eppure conosci già il loro menù.» Arrossisco ed inizio a balbettare, riesce sempre a mettermi in difficoltà.

«Tu...»

«Oh guarda, tocca a noi.» Maledetto lui e il suo essere così irritante.

«Buongiorno, come posso servirvi?» Con un'ultima occhiataccia a Toshi, mi volto verso la cameriera pronta a parlare, ma delle mie labbra non esce un suono.

La ragazza che mi sta di fronte  è una delle più carine che abbia mai visto. Ha dei bellissimi capelli castano aranciato, dei grandi occhi blu ed un adorabile spruzzata di lentiggini sul naso e sugli zigomi.

Io amo le lentiggini. Mi sento andare in fiamme. Fisso il bancone come se fosse la cosa più interessante di sempre e quando sento Toshi ridacchiare accanto a me mi trattengo a stento dal colpirlo.

«Ciao, io prendo un caffè macchiato ed un cornetto alla crema, per la mia amica invece un cappuccino al ginseng ed un biscotto glassato grazie. Portiamo via.» Noto come sottolinea la parola amica e sento il rossore raggiungermi le orecchie e quasi non mi accorgo che ha modificato il mio ordine.

«Aspetta. Perché al ginseng?»

«Perché tu odi le cose amare è il caffè Io è molto, ho letto che quello al ginseng è meno amaro.» Oh… non ci avevo pensato. Immagino che un po' di latte non basti ad attenuare l'amarezza.

«Oh... va bene allora, grazie.»

«Sempre a suo servizio, oh sua sbadataggine.» Lo uccido…

«Mi riprendo il grazie.» Una risata leggera ci distoglie del nostro battibecco, è anche più carina quando ride. I nostri occhi si incrociano per un breve secondo e un piacevole formicolio mi corre lungo la spina dorsale.

«Ehm… scusate un momento, vado a preparare il vostro ordine. Torno subito.» E sparisce nella cucina.

«Io vado a pagare, tu vedi di dirle qualcosa quando torna, magari chiedile anche il numero.» Il rossore che si era appena calmato torna a colpirmi, come se potessi mai realmente provarci con una barista sconosciuta. Stupido.

«Eccomi qui! E questo è il vostro ordine.» Oh... non ci è voluto molto. Afferro la busta che mi sta porgendo, ma nel farlo le sfioro le dita e il mio cervello va in tilt. Entrambe balbettiamo qualcosa in imbarazzo finché un'altra cameriere non ci toglie d'impiccio richiamando la ragazza.

Sospiro, alla fine non le ho nemmeno chiesto come si chiama.

«Quindi? Le hai parlato?» Lo guardo storto e frugo nel sacchetto mentre usciamo dal dannato locale. Gli passo il suo ordine mentre ci sediamo ad una panchina.

«No, pensavi davvero che l'avrei fatto? Pensavo mi conoscessi ormai.»

«Jun! Perché diavolo no? Le piacevi anche tu! Sai che non avrai occasioni infinite, devi imparare a buttarti.»

«E se non volessi buttarmi? Sto benissimo così e anche fosse non puoi sapere se fosse interessata.» So benissimo che ora mi sta dando il suo sguardo da "sei seria?", ma decido di ignorarlo a favore del mio spuntino, almeno finchè non estraggo il biscotto del sacchetto.

Scritto sulla glassa c'è un e-mail e un "scrivimi" subito sotto. Per poco non mi cade.

«Sai Jun, dopotutto credo che tu avessi ragione, non penso che tu le piaccia.»

«Oh sta zitto.>>


 
   
 
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