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Autore: babastrell    11/10/2022    0 recensioni
[Magnus Chase e gli Dei di Asgard]
Alex tinge i capelli a Magnus.
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: Verde
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Verde (pumpINK)

No. parole: 878

 

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TINTA PER CAPELLI

 

«Che succede se poi mi stanno da schifo?»

«Facciamo che ti decapito un'altra volta per distrarre tutti e poi pensiamo a una soluzione»

«Non so se mi piace questo piano».

Alex rimescolava con un pennello il contenuto di una vaschetta di alluminio. «Rilassati, l’ho mischiata con il balsamo. Così sarà un colore meno vivido».

Era cominciato tutto nel bagno di Alex, quando la ragazza gli aveva chiesto di aiutarla a sistemarsi la tinta verde scuro ai capelli che stava cominciando a scolorire lasciando intravedere il biondo dell’acqua ossigenata. C’erano state frecciatine e punzecchiature, qualche spallata scherzosa. E Alex che lo guardava dal basso con quegli occhi, scuro e ambra, mentre Magnus controllava che il colore fosse ben distribuito e si macchiava di verde fino ai gomiti. Poi lei si era avvolta la testa nella pellicola trasparente per fare riposare il colore, e gli aveva chiesto con un sorrisetto se voleva provare.

Il problema dell'avere sedici anni per sempre, aveva scoperto Magnus in quel momento, era essere condannato a un'eternità di sbalzi ormonali adolescenziali. Oltre al fatto di essere morto.

Per cui ora era lui seduto sul bordo della vasca, con uno degli asciugamani rosa di Alex sulle spalle, che la guardava rimestare la tinta.

«Facciamo solo le punte?» chiese lei. «Così se non ti piacciono li tagliamo».

Magnus annuì. «Sempre meglio della decapitazione».

Alex sogghignò e gli mostrò il colore nella vaschetta: sembrava davvero più chiaro di prima, e la cosa lo tranquillizzò almeno un po'.

«Se questa tonalità va bene io comincio»

«Fai del tuo peggio» replicò lui con un'alzata di spalle. Ormai era in ballo.

«Non me lo faccio ripetere. Ora zitto, devo lavorare».

Alex si sedette accanto a lui e cominciò a separare le ciocche bionde tra le dita. Era una sensazione rilassante avere le sue mani sulla testa, e il silenzio tra loro era confortevole e tranquillo. Magnus sbirciò la ragazza di sbieco: aveva le sopracciglia corrugate in un’espressione concentrata e gli occhi fissi. La pellicola intorno alla testa la faceva sembrare un alieno. Vederla così gli faceva venire voglia di sorridere.

Dopo un paio di minuti passati a cercare di fare un lavoro professionale, Alex si stufò del pennello e lo abbandonò nel lavandino, poi finì il lavoro spalmando la mistura verde con le dita senza neanche preoccuparsi di indossare dei guanti.

A onor del vero, a mano era molto più veloce. «Giuro che ci provo a farlo con il pennello, ma lo detesto» sbuffò e si sfregò la fronte con il dorso della mano, lasciandosi dietro uno sbaffo verde. «Finito. Tra un quarto d’ora dobbiamo sciacquarli». Aggiunse, girando la rotella di un buffo timer a forma di ranocchia.

Magnus alzò lo sguardo, ma lei si parò tra lui e lo specchio del lavandino.

«Non ci provare! È una sorpresa».

Lo prese per il polso e si sedette a terra tirandoselo dietro. Magnus si lasciò scivolare giù dal bordo della vasca e si sedette a gambe incrociate davanti a lei.

«Sai, la prima volta che ho provato a tingermi i capelli avevo tredici anni» disse Alex. Recuperò da terra un asciugamano e cercò di pulirsi la fronte. «Più che altro volevo fare infuriare mio padre».

Magnus si morse il labbro superiore. Ogni volta che lei tirava fuori suo padre gli sembrava che l’atmosfera si facesse più pesante, e non sapeva mai come rispondere.

Alex incrociò le braccia al petto. «Sono venuti una schifezza, tutti a chiazze, ma mi piacevano tanto». Schioccò le dita. «Tocca a te. Parlami».

Il ragazzo sobbalzò. «Di cosa?».

«Di quello che vuoi. Perché hai accettato di lasciarmelo fare?».

Fece un cenno verso la testa di Magnus, che si strinse nelle spalle.

«Non lo so». Le rivolse un sorriso. «Forse sei una cattiva influenza».

Lei sorrise a sua volta, sembrava lo Stregatto. «Allora la prossima volta ti porto dal mio tatuatore»

«Con calma». Magnus alzò le mani. «Non so se sono pronto per qualcosa di permanente».

«Capito. Ma se decidi di farti un tatuaggio-»

«Non credo che succederà mai». Tagliò corto.

Ding!

«Salvato dalla campanella» brontolò Alex, sarcastica, togliendosi la pellicola.

Aprì il rubinetto dell’acqua fredda e mise la testa sotto senza troppe cerimonie. La ceramica bianca si macchiò di verde, poi tornò bianca quando i capelli smisero di rigettare colore e l’acqua tornò limpida.

Alex chiuse l'acqua e recuperò un asciugamano pulito. «È il tuo turno»

«Cercherai di annegarmi?» chiese il ragazzo, ma imitò comunque il procedimento.

Appena chiuse il rubinetto, Alex gli gettò addosso l’asciugamano e lo frizionò con energia.

«Piano, così mi scortichi!» esclamò Magnus.

Appena riuscì a emergere da sotto la spugna morbida, il getto di aria calda di un phon lo investì in pieno.

«Quasi fatto». Dopo qualche minuto, Alex finalmente spense il phon. «Che ne dici?». Si fece da parte, permettendogli di guardarsi allo specchio.

Magnus piegò la testa da un lato all’altro, osservando il lavoro. Le punte dei capelli erano verde chiaro, molto caldo dato che non avevano schiarito i capelli sotto. Forse non era esattamente il suo colore, ma non lo odiava.

«Allora, sei pentito?» chiese la ragazza con un sorriso, sventolando un paio di forbici.

Lui scosse la testa. «Non è male. Potrei abituarmici».

Alex sorrise e mise le forbici in un cassetto.

  
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