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Autore: babastrell    20/10/2022    0 recensioni
Nico si ritrova ogni paio di settimane ad andare sempre dallo stesso fiorista. E non sono i fiori che gli interessano, ma il bellissimo commesso dagli occhi verdi.
(Percico)
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Questa storia partecipa al Writober 2022 di Fanwriter.it
Prompt: Flower shop
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al Writober2022 di Fanwriter.it

Prompt: Flower shop (pumpAU)

No. parole: 560

 

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UN BOUQUET DI GIGLI E IMBARAZZO

 

Sotto la pensilina del negozio di fiori all’angolo della strada troneggiava un cartello: “Ci dispiace! Siamo chiusi”.

Nico sbuffò. Ovviamente l’unica volta che si presentava in quel negozio con una ragione, lo trovava chiuso.

«Ehi, Nico!» disse una voce alle sue spalle. «Non credevo saresti venuto così presto oggi».

Percy, il commesso. Nico lo aveva visto per caso un paio di mesi prima, mentre sistemava una fila di piccoli cactus fioriti sulla griglia di fil di ferro all'esterno, e senza neanche rendersene conto era entrato e aveva comprato un mazzo di garofani. Un paio di settimane dopo era tornato per un mazzo di tulipani, poi di camelie.

Non gli interessava particolarmente la varietà di fiori che comprava, cambiava loro l'acqua un paio di volte prima che appassissero e poi ne comprava degli altri. Tutto solo per poter rivedere un'altra volta quei vivaci occhi verdi che facevano capolino tra i ciuffi di capelli neri leggermente troppo lunghi. E per darsi dell'idiota.

Percy pescò dalla tasca le chiavi del negozio e gli sorrise, obbligandolo a guardarsi le scarpe. «Hai aspettato molto?» chiese.

Nico scosse la testa. «Sono appena arrivato»

«Meno male. Entra».

Aprì la porta e gli fece strada nel locale pregno del profumo dolciastro dei fiori, accompagnato dal tintinnio della campanella appesa sopra l'uscio.

«Sai che potresti telefonare il giorno prima e troveresti i tuoi fiori pronti quando arrivi senza dover aspettare, vero?» aggiunse Percy lasciando il cappotto appeso accanto alla porta. «A meno che tu non venga qui per vedere me».

Si sentì gelare lo stomaco. Era davvero così evidente? Aveva fatto o detto qualcosa per tradirsi?

«Sto scherzando». Il ragazzo sogghignò sotto i baffi e si appoggiò al bancone. «Allora, cosa ti dò oggi?».

Dandosi un ceffone mentale, Nico ingoiò il nodo alla gola e si costrinse a parlare. «Non è per me. Si sposa mia sorella, ma c’è stato un incidente con il bouquet». Affondò le mani nelle tasche. «Il fattorino che doveva consegnarlo l’ha perso, e così…»

«E così hai pensato a me» concluse Percy. «Sono onorato, davvero. Allora, qual è il tema? Dammi qualche colore e ci penso io»

«Arancione. E bianco, immagino»

«Ricevuto. Puoi sederti qui al bancone mentre aspetti, visto che non c’è nessuno. Io faccio in un lampo».

Nico lo guardò esaminare i fiori recisi e mettere insieme la composizione con aria assorta. Che carino, pensò.

«Ti piace quello che vedi?». Percy gli lanciò un’occhiata divertita di sbieco mentre avvolgeva i gambi dei fiori in un nastro di raso.

Avvampò e distolse lo sguardo. «No! Cioè, sì! Cioè-». Tossì e si tormentò i polsini della felpa. «I fiori sono belli, direi».

Bel salvataggio. Voleva morire.

Lui trattenne una risata. «Trovi? Allora, per il mio miglior cliente, offre la casa» disse porgendogli il bouquet.

«Stai scherzando?». Nico squadrò il ragazzo e i fiori con gli occhi sbarrati. «No! No, non posso accettare, questo è-»

«Offrimi la cena e siamo pari. Ora vai, hai una sposa a cui consegnare questo».

Lo spinse fuori dal negozio e lo salutò con un cenno, mentre accoglieva i nuovi clienti che entravano.

Come un automa, Nico mise un piede davanti all’altro verso il luogo del matrimonio, stringendo convulsamente il bouquet di gigli arancioni e bianchi. Solo dopo due interi isolati realizzò completamente cosa Percy gli avesse detto. In che senso “offrirgli la cena”?!

  
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