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Autore: Rainbow_unicorn    31/10/2022    1 recensioni
Zoe è una ragazza normale... Normale? ok forse non così tanto, dopotutto essere la nipote di Stephen Vincent Strange toglie tutto quello che può essere considerato razionalmente nella norma.
Ma d'altronde cosa significa normale? Zoe non l'ha mai capito, ma forse ora che entrerà alla E.S.U. riuscirà a comprenderlo.
Le stranezze però sono dietro l'angolo e non solo quelle purtroppo, ma per fortuna non è da sola... o forse per sfortuna: dipende dai punti di vista. Starà a lei decidere se essere una normale adolescente o la stravagante nipote di un dottore piuttosto... particolare.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Doctor Stephen Strange, Nick Fury, Nuovo personaggio, Peter Parker/Spider-Man, Tony Stark/Iron Man
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano finite le lezioni, Zoe dopo aver salutato le sue amiche all’ingresso della stazione metropolitana scese le scale e aspettò l’arrivo della metrò.

Si guardò intorno per essere sicura non ci fosse nessun soggetto strano che la fissava: non c’era nessuno di sospetto.

Fece un sospiro di sollievo e poi entrò nel mezzo con gli altri passeggeri.

Una volta arrivata a casa, la prima cosa che fece fu aprire lentamente la porta e guardarsi intorno se ci fosse suo zio, per fortuna non era ancora arrivato.

Corse in camera e prese lo sling-ring e con un semplice movimento di mani si cambiò nel suo vestito da apprendista, corse verso il portale per Kamar-taj per poi entrarci.

Si guardò intorno guardinga e poi, non vedendo né Wong né Strange, si diresse di soppiatto verso la biblioteca.

Arrivò davanti al bancone e fece un colpo di tosse, il giovane bibliotecario si girò e le sorrise: «Zoe, quanto tempo che non ci si vede, dimmi pure di che hai bisogno»

La giovane ricambiò il sorriso e rispose: «Hai per caso una lista di tutti i libri in latino che sono stati a Kamar-taj?»

«Sì certo, ma perché ti serve?»

«Mio zio, cioè volevo dire lo Stregone Supremo, mi ha detto che deve controllare se un libro facesse già parte della biblioteca di Kamr-taj o se fosse già parte dei libri del Sancta Sanctorum» spiegò la giovane.

Il bibliotecario sembrò abboccare e le diede un registro: «Tieni, questo è della sezione dei libri in latino e dovrebbe contenerli tutti, basta che metti una mano sul libro e pensi al titolo e lui dovrebbe mostrartelo o ,se non c’è, quelli con un titolo simile» spiegò.

«Grazie mille Naran!»

«Figurati, per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi» le ripose per poi salutarla quando la vide uscire dalla biblioteca.

Zoe aprì un portale e tornò in camera sua dove nascose il libro in uno degli armadi.

Con un movimento delle mani torno con i suoi abiti civili, si tolse lo sling-ring e si sedette per terra iniziando a tirare fuori i libri che aveva usato durante l’orario di lezione.

Poco dopo sentì qualcuno bussare alla porta, alzò lo sguardo e vide Stephen sulla soglia che la osservava con un leggero sorriso sulle labbra.

«Posso entrare?»

La nipote annuì.

«Allora come è andato il primo giorno di scuola, ti sei trovata bene?» chiese

Lei gli fece segno di sedersi al suo fianco sul tappeto.

Le si sedette accanto.

«È andato bene! Ho conosciuto le amiche di Ann, sono simpaticissime, mi hanno invitato a pranzare con loro e anche l’amico di Peter, si chiama Ned! Anche lui è molto divertente e mi ha detto che se ho bisogno di non farmi problemi a parlarne con loro, poi ho conosciuto MJ, una loro compagna di classe, sembra una tipa a posto, ha voluto mangiare con noi perché le hanno rubato il suo solito posto a quanto pare a scuola-»

Stephen si appoggiò con la schiena al letto e la lasciò parlare, era rilassante sentirla parlare e vederla felice, a volte intervenne pure con dei commenti. Era bello osservarla crescere, anche se un po’ gli sarebbe mancato il periodo quando era ancora piccolina e aveva bisogno di lui, non che adesso non ne avesse, ma era diverso, ora stava crescendo.

La sua bambina era diventata una ragazza in un batter d’occhio e presto sarebbe diventata una donna capace, ne era convinto.

«E poi è successa una cosa che non ho capito, in pratica è arrivato un compagno di classe di Peter, ci ha invitato alla sua festa e poi mi ha dato il suo numero-»

Aspetta aspetta, frena cosa! Erano già arrivati a quel punto, si voleva rimangiare tutto: molto meglio se fosse rimasta bambina.

«Ann mi ha detto che lo ha fatto per provarci con me, ma che significa? Perché ci voleva provare con me, non ci conosciamo neanche. Non capisco» disse confusa.

«Chi è sto compagno di classe?»

«Mi sembra si chiami Flash Thompson.
Ma non è quello il punto, non capisco perché ci voglia provare con me.»

Fece mentalmente un sospiro di sollievo, Zoe non sembrava per nulla interessata a questo ragazzo, non era ancora arrivato quel momento in cui avrebbe dovuto spiegarle alcune cose importanti sulle relazioni.

«Beh probabilmente perché è interessato a te.»

«Ma non ci conosciamo nemmeno, come può esserlo.»

«Beh ma non per forza devi conoscere una persona per essere interessato.»

Zoe non sembrò convinta.

«Ci sono alcune persone che si interessano agli altri senza per forza conoscerli prima» tentò di spiegarlo meglio.

«Quindi… non sono strana io, perché a me non è mai successo»

Stephen la guardò: quindi era questo il problema
.
«Hey, guardami» le prese con delicatezza il viso tra le mani «tu non sei strana, ok?
Ognuno vive le esperienze in modo diverso e non significa che perché tu non le sperimenti come gli altri allora sei strana.»

«È che agli altri sembrava così ovvio e quindi non riuscivo a capire perché per me non fosse così.» abbassò lo sguardo.

«Ti ha messo a disagio questo suo comportamento?»

La ragazza annuì.

«Allora la prossima volta diglielo, non c’è niente di male a dirlo, Zoe, anzi è giusto che se una cosa non ti fa sentire bene, tu lo dica e poi se ti risponde male, non ti preoccupare ci penso io e vedrai che non ti darà più fastidio.»

La nipote ridacchio: «Va bene, farò così.
Ah zio devo dirti un’altra cosa…»

«Sì, dimmi pure.»

«Mentre stavo andando a scuola, hanno tentato di investirmi» sussurrò.

Lo sguardo di Strange cambiò improvvisamente si fece molto preoccupato: «Cosa!?»

«Però non mi sono fatta niente, Spiderman mi ha salvato in tempo!» si affrettò ad aggiungere la ragazza.

«E ho notato una cosa strana, il guidatore non era in sé era come se fosse controllato: aveva le dita macchiate come da una pece nera, i suoi occhi erano verdi fosforescenti e una volta che si è schiantato contro un lampione è diventato polvere.»

Lo stregone si incupì: era un chiaro messaggio per dirgli che nessuna magia avrebbe impedito a quell’essere di tentare alla vita di sua nipote, se Stephen usava un amuleto per difenderla dagli incantesimi, nessun problema, quella cosa avrebbe provato a farle del male in altri modi.

Era anche un modo per dirgli che Zoe non sarebbe mai stata al sicuro.

La ragazza lo guardò dritto negli occhi con un’espressione seria: «So che quella cosa è la stessa che ha provato ad attaccarmi a casa di Peter e quella notte. Voglio sapere di cosa si tratta.»

«No, non è il momento.»

«Ha tentato di investirmi! Come fa a non essere il momento!» alzò la voce arrabbiata

«Non sei ancora pronta per questo, Zoe»

«Lo sarò mai? Per te non sono mai pronta a fare nulla!»

«Abbassa i toni signorinella, non parlare in questo modo a tuo zio.»

Zoe e sbuffò e poi disse con frustrazione: «Dimmi cosa sta succedendo, ti prego!»

«Assolutamente no, non adesso, è troppo presto.» continuò imperterrito lo stregone

«Perché non adesso! Ho quindici anni sono abbastanza grande per sapere queste cose.»

«No, non lo sei.
Sei ancora una ragazzina.»

Vide negli occhi della nipote quanto quella frase l’aveva ferita: aveva gli occhi lucidi e lui sapeva benissimo quanto si stava trattenendo dal non piangere.

«Quindi cosa vuoi fare, aspettare che tenti di nuovo di farmi del male per dirmelo o quando sarà troppo tardi!» gli ripose tagliente

«Pensi che a me questa situazione piaccia!
Sto facendo il possibile per proteggerti e questo sarebbe il ringraziamento?!»

«Magari, se mi dicessi di cosa si tratta, potrei essere pronta e aiutarti.»

«Toglitelo dalla testa, sei solo una ragazzina, non posso permettere che tu faccia una cosa del genere»

«Allora perché sto imparando le arti magiche, per sport!? Prima o poi dovrò usarle.»

«Preferirei che tu non le usassi mai, Zoe»

«Perché?!»

«Perché è pericoloso!»

«Tu lo fai!
Perché non posso farlo anche io, Spiderman ha solo un anno in più di me e-»

«Ah ah ah non ci provare, Spiderman non vive qui, finché vivrai sotto questo tetto starai alle mie regole, sono stato chiaro!»
Stephen sospirò: «Per favore Zoe cerca di capire, lo sto facendo per proteggerti, è per il tuo bene.»

La nipote girò la testa di lato in silenzio cercando di non piangere.

«Ti prometto che risolverò la situazione e che tu non dovrai preoccuparti di nulla, ok?»

La giovane tirò su il naso e si limitò ad annuire.

«Mi dispiace aver alzato la voce- continuò Strange- possiamo fare pace adesso?» aprì le braccia, Zoe ci si fiondò dentro e iniziò a singhiozzare, lui le accarezzò dolcemente i capelli.

«Ti voglio tanto bene.» le disse stringendola a sé poggiando il mento sulla sua testa.
   
 
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