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Autore: Monkey D Anjelika    16/11/2022    1 recensioni
Dal testo:
"Gellert ricordava ancora la sorpresa negli occhi di Albus, i battiti accelerati del suo cuore mentre le loro bocche si univano in un bacio.
Un bacio poco casto, passionale.
Le loro lingue si accarezzavano con passione, le mani frenetiche vagavano sulla pelle ormai nuda.
Il desiderio circondava quel momento mentre il libro giaceva sull'erba privato di ogni interesse."
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Gellert Grindelwald | Coppie: Albus/Gellert
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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"Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria"


 
Il vento gelido di gennaio entrava con prepotenza dall'unica finestra presente nella cella.
Una finestra troppo piccola per permettere ad un uomo di entrare o uscire ma abbastanza grande e mal ridotta per far passare il freddo.
L'aria glaciale riempì in pochi minuti la stanza buia e umida.
Circondò il letto duro e vuoto ma non oltrepassò una coperta malconcia che proteggeva un copro gracile e tutto tremante.
L'uomo, ormai, era abituato a quel clima in cui era imprigionato da decenni.
La sua pelle pallida conosceva molto bene le pungenti carezze invernali.
Ma per qualche strano motivo continuava a tremare e non per il freddo, ma per abitudine.
Le deboli braccia stringevano quel corpo magro con forza, si abbracciava da solo.
Gli occhi cerulei vedevano solo il buio creato dalla coperta, le orecchie non catturavano nessun suono.
Ed era proprio in quei momenti che i ricordi tornavano con prepotenza.
Erano portati dal vento per riempire quel silenzio e dare colore al buio.
"La bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu 'l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante"

 
Il nero che lo circondava sfumava in tutte le direzioni di colori accesi, brillanti. I colori dell'estate.
Nella sua mente era ancora vivido l'azzurro di quel cielo estivo, di quegli occhi vispi che avevano catturano ogni suo minimo particolare.
Nessuno lo aveva mai guardato in quel modo, come se fosse la cosa più bella del mondo.
Le sue orecchie potevano ancora sentire quelle risate allegre, i sogni infarti e le promesse non mantenute.
Nelle mani poteva tastare ancora la pagine sottili e, ormai, ingiallite un vecchio libro.
Un libro che cambiò ogni cosa.
Ricordava bene quel pomeriggio afoso di luglio in cui lui ed Albus si eravano appartati sotto un albero per sfuggire al caldo.
Quanto rimpiangeva quel sole pungente...
Erano seduti sull'erba asciutta intenti a leggere quel vecchio libro di fiabe.
Le Fiabe di Beda il Bardo...
Favole per bambini, forse...ma una di quelle favole parlava dei doni della morte.
Albus teneva tra le mani il libro e leggeva ad alta voce.
Era così preso che non si era accorto che Gellert non lo stava più ascoltando.
Il suo sguardo, i suoi pensieri erano fissi su altro. Su quei capelli ramati e ribelli, su quegli occhi limpidi e sulle labbra piene e rosse.
Dopo un po' Albus si accorse di essere osservato e perplesso ricambiò il suo sguardo.
Gellert ricordava ancora la sorpresa negli occhi di Albus, i battiti accelerati del suo cuore mentre le loro bocche si univano in un bacio.
Un bacio poco casto, passionale.
Le loro lingue si accarezzavano con passione, le mani frenetiche vagavano sulla pelle ormai nuda.
Il desiderio circondava quel momento mentre il libro giaceva sull'erba privato di ogni interesse.
"Amor, ch'a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m'abbandona."

 
Il prigioniero sorrideva ancora a quel ricordo.
Fu in quel momento che iniziò la sua discesa nell'abisso ma nonostante ciò era il suo ricordo preferito, quello che lo salvava dalla monotonia della sua prigione.
Albus era stata la sua condanna e la sua salvezza.
Fu a causa sua e delle sue promesse infrante che fu imprigionato in quel luogo.
Ma il ricordo di lui e dei momenti passati insieme era ciò che lo salvava dalla pazzia.
Quanto gli sarebbe piaciuto poter rivivere quei momenti ancora una volta per poter cambiare il finale.
Erano stati due sciocchi, troppo presi dai loro obiettivi per capire che il loro amore era ciò che contava di più.
Quando erano  insieme Gellert non lo comprese fino in fondo.
Fu la lontananza a portare un po' di buon senso.
Ormai erano passati troppi anni e non si poteva rimediare.
Albus non c'era più. Aveva lasciato solo bei ricordi, tanti rimorsi e una speranza.
L'uomo si privò della coperta per poter osservare il cielo scuro e privo di stelle.
Albus ormai era lassù.
Il sorriso apparve sul suo volto magro e segnato dal tempo.
Nonostante gli anni passati, il suo cuore batteva ancora per lui e così sapeva che aveva fatto anche quello di Albus  fino alla fine.
Gellert sapeva che presto lo avrebbe  raggiunto e sarebbero stati insieme per l'eternità, niente li avrebbe più separati.
"Amore condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense."
 


   
 
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