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Autore: cabin13    16/11/2022    1 recensioni
[Storia scritta per la challenge "10 passi della tua OTP" sul cosmic ocean]
Dieci brevi momenti in una lunga vita cosa possono mai rappresentare? Eppure a volte hanno il potere di cambiare un'intera esistenza. Dieci piccoli passi che hanno portato le vite di Denki e Kyoka a legarsi insieme per sempre.
1. Match {primo incontro}
2. Protezione {incrociare gli sguardi}
3. Gavettoni {primo appuntamento}
4. Sciarpa {primo bacio}
5. Vittoria {tenersi per mano}
6. Abbraccio {farsi le coccole}
7. Musica {fare l'amore}
8. Normalità {conoscere gli amici}
9. Figuraccia {cena in famiglia}
10. Istinto {proposta di matrimonio}
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaminari Denki, Kyoka Jiro
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Istinto
[Proposta di matrimonio]

Quella sera Kyoka tornava a casa da un doppio turno massacrante finito parecchio tardi, perciò la prospettiva di una doccia bollente, una cena nutriente e il materasso morbido sotto la schiena era parecchio allettante. Come sempre, l’universo si divertiva a mandare ogni piano allo scatafascio, perché aveva ben pensato di diluviare proprio quando lei doveva uscire dall’agenzia – ormai deserta – e dirigersi a casa. E ovviamente, qualcuno le aveva fregato l’ombrello.

Poteva restare nell’atrio ad aspettare che il nubifragio calasse via, o poteva tentare di beccarsi una polmonite colossale e sfrecciare sotto il muro d’acqua fino alla fermata del bus. No, nonostante fosse aprile, decisamente l’ultima non era un’opzione.

Mandò un messaggio a Denki avvisandolo che avrebbe tardato il suo rientro e, insonnolita, trascinò i piedi di nuovo fino all’atrio dell’agenzia.

Per quasi trenta minuti si dovette rassegnare alla misera compagnia di uno stupido gioco che aveva scaricato sul cellulare, perché il temporale non accennava a passare. Anzi, sembrava essersi pure accanito ancora di più, con tanto di tuoni e fulmini.

Per questo sobbalzò spaventata quando qualcosa di grosso si schiantò abbastanza violentemente contro la porta fumé dell’ingresso. Il boato fu seguito da un rumore indefinito che si disperdeva tra lo scroscio della pioggia, e solo dopo qualche secondo arrivarono anche i colpi. Era una persona. Qualcuno stava battendo un palmo contro la vetrata con un ritmo piuttosto insistente.

Kyoka scattò subito ad aprire per aiutare chiunque ci fosse dall’altra parte, e rimase parecchio stupita nel trovarsi di fronte Denki.

– Ma che diavolo...? – riuscì appena ad articolare, prima di scostarsi per lasciar entrare il fidanzato. Fu solo dopo aver chiuso la porta che completò la frase: – Ma che diavolo ci fai qui? Con questo tempaccio, poi?

– Sono venuto a prenderti!

Il cuore della ragazza saltò un battito a quella risposta così semplice e disarmante. Solo in quel momento mise a fuoco l’ombrello a quadri fradicio che il biondo reggeva in mano. In effetti, aveva gocciolato da quando Denki era entrato.

– È passato un bel po’da quando mi hai scritto e ancora non accenna a calare – si spiegò meglio l’eroe elettrico. – E oggi per te dev’essere stata una giornataccia pesante. Non mi va che resti qui ad aspettare, finché io invece sono comodo a casa al calduccio senza fare niente. – le passò l’ombrello. – Se stiamo in due ci laviamo entrambi, io posso stare sotto l’acqua finché lo usi tu, che tanto a me i fulmini non danno certo problemi.

Kyoka era senza parole; stavano insieme da anni e lo conosceva ancora da più tempo, ma Denki riusciva sempre a sorprenderla. Un piacevole calore si diffuse dal centro del petto fino a raggiungere le guance e la punta delle orecchie, mentre un sorriso le nasceva spontaneo sulle labbra.

– Non ti daranno fastidio i fulmini, ma finirai con una polmonite lo stesso! – obbiettò.

Perché Kaminari era un inguaribile romantico, sì, ma restava ancora anche il suo idiota. E l’immunità alla febbre non l’aveva ancora sviluppata.

– Sciocchezze, ho un sistema immunitario di ferro, io!

Jirou non era abbastanza lucida da ribattere a tono e affossare la vanità di Kaminari con la sua logica, convincendolo a dividere l’ombrello con lei; era stanca morta e la razionalità faticava a stare dietro a ogni singola idea che le passava per il cervello. Così si ritrovò a pronunciarlo ancora prima di realizzarlo.

Sposami.

– ...cosa?

Kyoka avvampò. Era stato istintivo, una singola parola che non le sarebbe scappata se la trama logica dei suoi pensieri fosse stata quella di sempre. Però era seria nell’averlo pronunciato, era da parecchio che ci rifletteva e quel momento, quel singolo momento all’apparenza così insignificante, era stato l’input decisivo per convincerla. Voleva davvero quel ragazzo al suo fianco per la vita.

– Io, ah... uh... lo intendo davvero. È con te che voglio stare. E... uhm, ecco... – diamine, perché doveva arrossire come una dodicenne alla sua prima cotta?

– Anche io voglio passare il resto della mia vita con te. – Kaminari ruppe finalmente i suoi balbettii scomposti.

Alzando lo sguardo dal pavimento per osservarlo, Kyoka si rese conto che il viso del ragazzo era attraversato da uno di quei sorrisi radiosi che amava tanto, e che gli occhi chiari scintillavano nella penombra dell’atrio. Forse era addirittura arrossito, ma era difficile a dirsi.

Con un breve passo, azzerò la distanza tra i loro corpi, circondando il busto di Kyoka con le braccia. Earphone Jack si sentì riecheggiare il cuore fin nel profondo delle ossa: come riusciva quella semplice vicinanza a farla sentire in quel modo, come una sedicenne ubriaca d’amore, nonostante fossero una coppia fissa da ormai quasi sei anni? Stava succedendo davvero?

– Cavoli, mi hai battuto sul tempo, Kyo – rise Denki, appena a un centimetro dalle sue labbra. – E io che volevo farti una proposta come si deve, aspettando il momento giusto con l’anello e tutto... Però, in effetti, non esiste il momento giusto.

Kyoka poteva perdersi in quelle pozze dorate, le sembrava di poter sciogliersi da un momento all’altro. Voleva dannatamente afferrarlo per la maglia e baciarlo lì, seduta stante, come se non fossero stati nella hall di un’agenzia di eroi chiusa e fuori non stesse venendo giù il finimondo.

– Avrei dovuto dare retta al mio istinto e muovermi prima. – sussurrò Denki, solo per lei. – Sì, Kyoka Jirou, ti sposo. Voglio stare per sempre con te.

E quando piegò appena la testa per annullare lo spazio che c’era tra le loro labbra, alla violetta parve di poter toccare il cielo con un dito.

Chi se ne frega se gli aveva appena fatto la proposta lei, senza manco un anello, in piedi, con l’aspetto fisico vagamente simile a quello di uno straccio e con addosso la stanchezza sfibrante di un doppio turno di pattuglia. A chi importava che Denki fosse uscito di casa in fretta e furia, con addosso i primi pantaloni della tuta trovati in giro, e in mano un ombrello fradicio?

Era tutto fuori dagli schemi ordinari, era arrivato di getto seguendo il puro istinto. Ma nemmeno loro erano ordinari, e per questo a entrambi andava più che bene così.









Heilà gente
Oddio è finita. Non ci credo manco io. Dopo tre anni che sto dietro a questa raccolta, finalmente posso mettere la spunta "completa", è un miracolo
Mi è venuta parecchio più lunga delle altre parti, più che altro perché ero ispirata e perché, dai, è l'ultimo capitolo e vista la tematica dovrebbe essere per antonomasia quello più fluffoso... circa
Il fluff da cariare i denti non è proprio la mia specialità (angst per tutti, olé!) e soprattutto, dati i personaggi, non ce li vedevo per niente a fare una proposta di matrimonio classica. Per cui, sì, prendendo spunto anche da roba che ho visto girando su internet al posto di studiare ecco qui questo capitolo conclusivo
La KamiJirou non se la caga più quasi nessuno nel fandom - sarò rimasta indietro io boh - ma vabbé, a voi poche anime che hanno avuto comunque voglia di leggere spero che la raccolta sia piaciuta
Ringrazio chi recensirà e anche chi leggerà e basta
Alla prossima gente
Adios
   
 
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