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Autore: dirkfelpy89    25/11/2022    0 recensioni
1998 - il il Canada–France–Hawaii Telescope osserva per la prima volta, dalla terra, il satellite di un asteroide: 45 - Eugenia. In cerca di ispirazione per dare un nome a quel piccolo satellite, a Lucienne, una ricercatrice, viene chiesto di portare il diario di sua nonna, contenente, tra tante cose, la triste storia di Eugenio Napoleone, l'unico figlio dell'ultimo imperatore francese Napoleone III.
Questa è la storia dei suoi ultimi anni.
"Un piccolo asteroide che orbita intorno a 45 Eugenia… non è possibile," sussurrò Lucienne, osservando il quaderno e cercando ancora una volta di ricacciare indietro le lacrime. "Le Petit Prince."
Genere: Angst, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Periodo Napoleonico, Età vittoriana/Inghilterra
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Capitolo 5, Una Donna da Amare



Giugno 1874

"Pensate un po', qualcuno già mi chiama Napoleone IV"
L'aria, all'esterno di quella dimora della famiglia reale inglese, era particolarmente piacevole, dopo alcuni giorni di pioggia leggera.
Beatrice e Luigi Eugenio, seduti sotto a un gazebo fresco e confortevole, osservavano la natura rifiorire, in vista dell'estate, mangiando dei piatti freddi e scambiandosi chiacchiere e confidenze. Cosa che ormai facevano sempre più spesso da quando il giovane principe aveva terminato l’accademia militare.
Normalmente, una delle tante dame di compagnia della ragazza sarebbero state presenti ma, da qualche tempo a quella parte, sembrava che la regina Vittoria avesse rallentato un po' le restrizioni in presenza del giovane principe.

"E la cosa non vi fa piacere?" Chiese Beatrice, mangiando alcuni chicchi d'uva belli gonfi e succosi.
"Sinceramente non lo so,” borbottò il ragazzo, la testa tra le mani. Erano successe talmente tante cose, aveva partecipato a così tanti incontri, nel corso degli ultimi mesi, che ormai sentiva il capo vorticare.
Era diventato maggiorenne, il ruolo di erede e di capo della fazione bonapartista erano sue di diritto.
Ma quanta fatica!

“É un grande onore!” esclamò la ragazza, sorridendo incoraggiante.
“Sì ma… a volte ho l'impressione di non meritarmi questo nome né tantomeno il mio titolo,” rispose Luigi, alzando le spalle e lasciando vagare lo sguardo.
Era vero, tutti che lo chiamavano Napoleone IV, tutti pronti ad aspettarsi che riportasse l’ordine in Francia, che facesse tornare l’Impero. Ma lui era solo un ragazzo appena maggiorenne.
Dentro sé sapeva quale fosse il suo ruolo, cosa il suo nome si portasse dietro, ma d’altra parte non poteva non vacillare, se si fermava a pensarci troppo a lungo.

“Ci sono alcune volte dove vorrei dare tutto in mano a uno dei miei cugini e vivere una vita tranquilla e felice… ma so che la situazione non è così semplice," aggiunse, dopo qualche secondo di silenzio.
Normalmente non avrebbe espresso quei timori ma conosceva Beatrice da anni, ormai, e i due erano riusciti a creare una solida amicizia nel corso del tempo. Sapeva che la ragazza non ne avrebbe parlato con nessuno.
Sapeva che avrebbe trovato conforto nelle sue parole.

Questa, dopo una rapida occhiata nei paraggi, prese la mano del giovane principe tra le sue. A quel contatto, dolce e caldo, Luigi Eugenio rimase per qualche secondo come intontito, immobile sentendo allo stesso tempo qualcosa di altrettanto caldo nascere dentro di lui e irradiarsi per tutte le membra.
Sarebbe rimasto in quel modo per ore, giorni forse: era un contatto decisamente piacevole. Ma, purtroppo breve perché, subito dopo, uno dei tanti paggi della ragazza si avvicinò al gazebo con una nuova portata di pietanze.
"Sono sicuro che troverai la tua strada," sussurrò Beatrice, piuttosto rossa in volto, "io credo in te."

/ / / / / / /



Sì, c'era decisamente qualcosa di strano nell'aria, Luigi Eugenio ne ebbe la conferma quella sera stessa mentre cenava, come al solito, insieme a sua madre.

Erano appena arrivati al dolce dopo una cena particolarmente piacevole e ben cucinata quando sua madre chiese: "Allora, com'è andata oggi con Beatrice?"
Il tono di voce dell'imperatrice madre era noncurante ma il giovane principe la conosceva abbastanza bene da sapere che sotto la cenere covava il fuoco. Un fuoco di curiosità
"Madre, non so cosa tu e la regina Vittoria siate tramando, ma credo sarebbe il caso di terminare questi giochetti alle mie spalle,” disse il ragazzo, terminando la sua fetta di torta e pulendosi la bocca a un tovagliolo.
"Quali… quali giochetti, non capisco!" Rispose prontamente la donna, fingendo stupore.
"Sono ormai alcune settimane che visito Beatrice e rimaniamo per diverse ore da soli, una cosa che non è mai accaduta prima," spiegò Luigi Eugenio.
"Ormai si fidano di te, sei uno di casa per loro…"
“Peccato che questo non avvenga quando vado in visita a qualche altra parente della regina,” continuò il giovane principe, ignorando la madre. “E, cosa ancora più strana, oggi Beatrice mi è sembrata… strana…”

Quelle parole però accesero ancora di più la curiosità di Eugenia.
"Davvero? Caro, ormai vi conoscete da tanti anni, è del tutto naturale che sia nato tra di voi un certo affetto. Per lo meno da parte di Beatrice, so che lei è molto… interessata a te e io credo che sarebbe una buona…" balbettò la donna.
"Una buona moglie?"
Eugenia si zittì per qualche istante e poi rispose con un secco "sì."

Luigi Eugenio sbuffò, alzandosi dal tavolo.
"Madre, lo sapete come la penso a riguardo. È troppo presto per pensare al matrimonio, sono appena maggiorenne e ho tante cose da fare prima di accasarmi!"
"E perché aspettare così tanto tempo? È ovvio che tu e Beatrice vi piacete, non capisco perché non ufficializzare la cosa!" Rispose prontamente Eugenia.
"Io… non lo so, se mi sposerò sarà per amore, con una donna che rispetto e che non tradirò mai per tutta la mia vita. Perché ciò che Dio unisce è sacro e non so se Beatrice può rappresentare questo ideale di donna!" Rispose il ragazzo.
"Il tuo ideale di donna? Ma allora non capisci la nostra situazione!" Esclamò Eugenia, la voce improvvisamente dura.
Sentendo quel tono di voce, Luigi Eugenio si ammutolì.
Normalmente era suo padre quello che si faceva prendere facilmente dall'ira, aveva udito sua madre urlare pochissime volte.
Quella era la prima volta che alzava la voce da quando erano in esilio, il loro primo litigio.

"Siamo soli, in esilio, la nostra causa appesa a un filo e tu pensi al tipo di donna ideale?" Continuò Eugenia. "Ma ti rendi conto che se tu morissi senza eredi, la causa Imperiale perderebbe tutto il suo vigore? Che sei l'unico faro di speranza per migliaia di bonapartisti che attendono un futuro diverso per la Francia?"
Il silenzio cadde di nuovo nella piccola sala, Eugenia si mise a sedere leggermente ansante mentre il figlio rimase in piedi, osservando il fuoco che guizzava allegro nel camino.
"Avete ragione, madre, siamo soli e la nostra causa è appesa a un filo ma è proprio per questo motivo che non voglio pensare a un matrimonio, adesso," disse infine il ragazzo.
"Voglio viaggiare, vedere il mondo e crescere, sia come età che come persona. Adesso, come dicono i miei detrattori, sono solo un ragazzino viziato e se voglio mettere su famiglia, se voglio sposarmi e fare dei figli, voglio essere un uomo."
"Luigi, tu…" rispose la madre, il tono nuovamente più basso e rilassato.
"Se mi dovessi sposare adesso," continuò Luigi, stringendo i pugni, "mia moglie si troverebbe come marito un ragazzo insoddisfatto, che non sa neanche quale sia il suo posto nel mondo e quale futuro lo attende. Se dovessi mettere su famiglia adesso, mia moglie e i miei figli si vergognerebbero di me."
Lacrime apparvero agli angoli degli occhi dell'imperatrice ma il ragazzo non tornò sui suoi passi. "Con permesso," mormorò e uscì dalla stanza da pranzo.

Vagò a lungo, irrequieto, per la casa fino a quando i suoi passi non lo condussero verso la stanza dei quadri.
Rimase per ore davanti ai quadri che raffiguravano le grandi battaglie vinte dal prozio e solo allora decise che davvero sarebbe diventato un uomo, che avrebbe fatto di tutto per portare avanti la sua causa e allora, quando sarebbe finalmente rimasto soddisfatto di sé stesso, si sarebbe sposato.
Perché no, con Beatrice.

/ / / / / / /



Anche questo capitolo non è stato molto facile da scrivere perché della vita privata di Luigi sappiamo poco. Effettivamente questo matrimonio con Beatrice a un certo punto è venuto e fuori da quello che ho ricostruito la ragazza era anche interessata ma Luigi tentennò molto quindi sì, mi è piaciuto dipingere questo ragazzo insicuro del futuro e alle prese con i primi tormenti amorosi da una parte e la figura pubblica dall'altra.

  
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