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Autore: Yurippe    25/11/2022    1 recensioni
Durante un freddo pomeriggio in quel di Torino, Christie Bloom si rifugia all'interno della chiesa intitolata a San Raffaele Arcangelo per trovare conforto dal brutto periodo che sta passando. Infatti il suo angelo custode è tonato a essere quello che era durante la genesi: il serpente tentatore dell'Eden. Ma quello che, inizialmente, doveva essere un pomeriggio all'insegna della tranquillità si rivelerà tutt'altro non appena Don Eamon farà la sua comparsa. Che cosa vuole il prete da lei? che cosa succederà? non resta che scoprirlo.
Genere: Fantasy, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Chiesa di San Raffaele Arcangelo;

Serie/universo: Bloody Sunset;

Personaggi: Christie Bloom, Don Eamon e Gadeel 

 

Conforto.

Questo era quello che stava cercando Christie Bloom mentre, seduta su una panca di legno, fissava la statua di San Raffaele Arcangelo.

Da quanto tempo era lì? non lo sapeva, da quando era entrata in chiesa e aveva silenziato il cellulare, per poi buttarlo dentro alla borsa, aveva totalmente perso la cognizione del tempo.

Ma come mai quel sabato pomeriggio si trovava dentro alla chiesa dedicata all'arcangelo dell'aria e della guarigione, nonché suo custode, di Torino? il motivo era, appunto, quello di cercare conforto. Da cosa? Il motivo era il seguente: Gadeel, il suo angelo custode, era tornato alle origini. Ossia era tornato a essere il serpente dell'Eden che tentò Adamo ed Eva ai tempi della Genesi, guadagnandosi, per modo di dire, il titolo di angelo caduto.

Com'era potuto succedere? Semplice: tutto era cominciato due settimane fa: quando Abaddon, uno dei principi infernali, l'aveva rapita per fare un dispetto all'angelo con cui non era mai andato d'accordo. Per fortuna tre giorni dopo Gadeel, insieme a Raphael e Uriel, era venuto a salvarla. Ma se i due arcangeli l'avevano portata via da lì, Gadeel, al contrario, era rimasto per affrontarlo.

Raphael l’aveva poi affidata ad Hakan e Demet, i genitori del suo amico Alman, che, senza problemi, l’avevano accolta da loro per qualche giorno, offrendole camomilla e rassicurandola. Di Gadeel non si era più saputo niente.

Fino a una settimana fa.

Gadeel tornò, manifestandosi all’interno dei suoi sogni. Ma egli non era più lo stesso. Infatti, come il serpente tentatore quale era un tempo, tentò di farle addentare la mela, proprio come fece con i primi due umani sulla terra. Il motivo per cui, a detta sua, lei doveva farlo? “per rafforzare il loro legame”, quello tra custode e protetta. Egli aveva pure usato l’ipnosi per convincerla e c’era riuscito.

Ma, per fortuna, Michael, l’arcangelo del fuoco e spada di dio, era in ronda proprio nei sogni della ragazza e arrivato in tempo, per vedere lei che stava per dare un morso al frutto di ogni peccato, l’aveva salvata. Ovviamente usando i suoi soliti modi un po’ bruschi, quali colpirla e scaraventarla diversi metri più in là.

Da lì la dolorosa e alquanto triste realtà era emersa: Abaddon gli aveva fatto il lavaggio del cervello, facendolo così tornare quello di una volta.

Inutile dire che ora, fino a data destinarsi, Christie non poteva contare su di lui.

Tutto questo la faceva sentire alquanto triste, si sentiva persa senza il suo angelo custode.

Ok che c’erano Raphael, il suo arcangelo custode, e Uriel, a cui era consacrata, ma bastava l’assenza di uno dei tre a farla sentire incompleta.

Era per questo che in quel freddo pomeriggio si era recata lì. Non solo per trovare conforto ma anche per sentirsi al sicuro da quello che prevedeva essere un periodo buio. Un periodo che avrebbe colpito non solo lei ma anche il paradiso, soprattutto Gabrielle, gemella dell’arcangelo Gabriel e compagna di Gadeel, e anche per la terra. Insomma, con il serpente dell’Eden che tornava alle origini come si poteva stare tranquilli?

Purtroppo il senso di tranquillità e di sicurezza che sembrava aver trovato era destinato a finire.

“Bene, bene…chi abbiamo qui? La protetta di Gadeel”.

All’udire quella sarcastica voce maschile Christie si voltò di scatto e per poco non cadde dalla panca. La voce si rivelò essere quella di Don Eamon, un prete che era tutto tranne che buono. Egli infatti, anni fa, aveva brandito una spada e ucciso tutti coloro che riteneva peccatori.

Christie si alzò di scatto facendo qualche passo indietro. Anche se erano passati anni da quella vicenda non si fidava di lui, non poteva mai sapere che impazzisse di colpo e la facesse fuori.

Nel vedere la sua reazione il prete ridacchiò divertito.

“Paura?” chiese ironicamente.

“Come potrei mai fidarmi di te? Pensi che non sappia cosa hai fatto? Che cosa vuoi?”

Nonostante la paura Christie riuscì a tenere un tono deciso, non voleva farsi vedere debole da una persona così infida come lui.

Tuttavia Don Eamon non parve affatto turbato dalle sue parole, al contrario, sembrava divertito.

“Accidenti che caratterino! Fossi in te cercherei di stare attento a come parli…ti ricordo che siamo in una chiesa”.

Il tono che dovrebbe essere di rimprovero e con l’obiettivo di calmare gli animi ha l’effetto contrario sulla mora. Poteva essere d’accordo sul mantenere un comportamento consono all’interno di un posto sacro, quello assolutamente, ma non gli stava bene che a dirglielo fosse lui, che era tutto tranne che un prete.

“Sono sicura che Raphael per una volta chiuderà un occhio, almeno spero, e poi…parli proprio tu? Con tutto quello che hai combinato dovrebbero bandirti dalla chiesa a vita!”

All’udire ciò il prete peccaminoso scoppiò in una fragorosa risata di scherno, segno che le parole della protetta di Raphael non lo hanno toccato minimamente.

“Accidenti che parolone! Comunque lascia che ti dica una cosa: se il tuo angelo custode è tornato a essere il serpente dell’Eden, proprio come all’inizio dei tempi, fossi in te starei più attenta a dove vai!”

Christie non ci stava più a essere presa in giro da lui, così sbottò.

“Aah! Basta! Ero venuta qui per trovare conforto, ma tu sei riuscito a farmi venire solo un grande nervoso! Ma perché perdo tempo con te? Me ne vado! Addio!”

Detto questo Christie, alquanto irritata, fece per andare via.

Fece in tempo a fare cinque passi quando sentì una voce, che riconobbe come quella del prete, pronunciare una parola.

“Si!”

Non appena la udì si pietrificò sul posto. “Si", una parola semplice e innocua, che stavolta aveva avuto il potere di inquietarla.

“Ciao Christie!”

Nell’udire quelle parole alla ragazza si gelò il sangue nelle vene. Si girò lentamente alle sue spalle, trovando così conferma ai suoi sospetti.

Don Eamon, per essere lui era lui, ma aveva qualcosa di diverso e la risposta stava nei suoi occhi: erano serpenteschi.

Christie capì immediatamente che quel si era stato detto a un angelo e quell’angelo era proprio…

“Gadeel!”

Il suo tono era spaventato. Quel nome che fino a una settimana prima avrebbe pronunciato normalmente, anche con gioia, ora le faceva paura.

L’interpellato, dal canto suo, ridacchiò.

“Esattamente! Avanti Christie, perché hai paura di me? Sono io, il tuo angelo custode.”

Nel dire ciò inizia ad avanzare verso la ragazza umana che, al contrario, indietreggia impaurita, stringendo tra le mani la borsa a tracolla con l’idea, anche se sicuramente sarebbe servito bene a poco, di usarla come arma qualora ce ne fosse stato bisogno.

“Gadeel, ti prego, smettila…mi fai paura!”

A quelle parole, che sono praticamente una supplica, l’angelo ridacchia per poi prendere parola.

“Paura? Andiamo, voglio solo rafforzare il nostro rapporto, che male c’è?”

Christie deglutisce fortemente, non le aveva mai fatto così paura prima d’ora. Nonostante il sentimento fosse tutt’uno con lei decide di provare a farlo ragionare. Anche perché non vuole che lui rimanga così, rivuole il suo vecchio angelo custode!

“Gadeel, ascoltami: tu non sei così, Abaddon ti ha fatto il lavaggio del cervello…”

Tuttavia non riesce però a dire altro in quanto il serpente dell’Eden scoppia, nuovamente, a ridere.

“Il lavaggio del cervello? Mi ha fatto aprire gli occhi! Ora basta con le chiacchiere…”

Senza che Christie se ne accorga si ritrova davanti alla faccia la mela, ovvero il frutto di ogni peccato. Lo stesso con cui la tentò in sogno, un'altra volta!

A quella vista Christie sgrana gli occhi, per poi indietreggiare allarmata. “No…” è l’unica parola che le riesce pronunciare.

“Andiamo Christie…te l’ho detto cosa voglio fare, basterà un morso, non ti succederà niente”.

Un'altra volta stava cercando di convincerla. Ma stavolta no! Sapeva benissimo cosa sarebbe successo se gli dava a mente, no! Non voleva essere la responsabile di un nuovo peccato capitale! Senza contare i guai che, sicuramente, avrebbe passato.

Con questo pensiero ella iniziò a indietreggiare nuovamente per rendersi conto, con orrore, che la mela aveva un terribile potere ipnotico, quasi difficile staccarle gli occhi di dosso. Accidenti…si era sempre chiesta come avesse fatto Eva a farsi tentare da una semplice mela, ora lo sapeva! Se anche ai tempi aveva quel potere era piuttosto difficile resisterle, a meno che non si conoscesse già l’inganno, come nel suo caso.

Nonostante lei continuasse a indietreggiare verso l’uscita Gadeel non mollava. Al contrario, si avvicinava sempre di più, sempre con la mela in mano.

Ma quando ormai la situazione sembrava irreparabile ecco che il miracolo accadde.

Infatti un immensa luce bianca, proveniente dall’alto, si frappose tra i due.

Era così forte che Christie si portò un braccio davanti agli occhi, per paura di rimanere accecata.

“Christie guarda pure!”

Una voce maschile proveniva da quella luce, anche se aveva gli occhi coperti lei capì subito che proveniva da lì.

 Fece come la voce le aveva detto. Tolse il braccio da davanti agli occhi e guardò la luce.

Non era più accecante come prima, al contrario, era piacevole.

Fu lì che le venne da porre una domanda: “Raphael?”

Lui era il primo che gli venne in mente vedendo la luce bianca ed essendo all’interno di una chiesa a lui intitolata.

La voce allora rispose.

“Si, sono io. Ascoltami Christie: a Gadeel qua ci penso io, tu vai!”

“Ma…”

“Niente ma! È pericoloso per te stare qui! Vai! Ora!”

Se il suo arcangelo insisteva con il farla andare via voleva dire che era la cosa giusta, così decise di obbedire.

“Va bene…grazie!”

Non se lo fece ripetere un'altra volta. Diede le spalle ai due e corse fuori dalla chiesa, il più lontano possibile da lì.

Christie non ha idea di come si svolgerà il confronto tra i due custodi, come non ha idea di come si svolgerà tutta quella situazione, ma di una cosa è certa: sarà una cosa che non si risolverà in fretta.

 

 

 

 

 

 

 

  
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