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Autore: evil 65    26/11/2022    4 recensioni
La guerra per il destino della Terra di Mezzo è cominciata.
A vent’anni dalla creazione dei primi Anelli, Sauron ha dato il via ad una guerra di logoramento contro il popolo degli Elfi, distruggendo Eregiorn e costringendoli a rintanarsi nelle regioni del Lindon.
Malgrado i suoi migliori sforzi, Galadriel non riesce a contrastare l’ondata di morte che ha colpito il Regno. Tutto sembra ormai perduto… almeno fino a quando l’Oscuro Signore in persona non le propone un insolito accordo…
(Post Gli Anelli del Potere – Episodio 8)
Genere: Angst, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Galadriel, Sauron
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccovi un nuovissimo capitolo. Vi auguro una buona lettura!




Capitolo 5 – La desolazione di Sauron



Passarono due settimane, e in questo lasso di tempo Galadriel cercò di ridurre al minimo gli incontri con il suo nuovo marito.
Rimaneva quasi sempre nella sua stanza, sfruttando il tempo libero a disposizione per riflettere o ampliare le sue abilità magiche, ancora molto acerbe. Mai una volta aveva pranzato, cenato o fatto colazione in compagnia di Sauron, preferendo che fossero i suoi nuovi servi umani a consegnarle i pasti direttamente in camera.
La sola luce scorta in quei giorni apparteneva ai raggi dorati che in lontananza sbucavano dalle nubi grigio cenere generate dal Monte Fato, quasi la volessero stuzzicare.
Ormai, aveva preso ad osservarli quasi ogni giorno dalla finestra della camera da letto, anche per ore intere… proprio come stava facendo in quel preciso momento, quando il cielo era ormai prossimo al tramonto.
Chiudendo appena gli occhi, cercò di ignorare il puzzo di fumo e si lasciò guidare dal profumo di erba fresca e terra umida del Lindon, il cui ricordo diventava sempre più offuscato di ora in ora, riempiendole il cuore di profonda tristezza.
<< Mia signora >> disse una voce sgradevole alle sue spalle.
Con un sospiro mentale, la donna si rivolse a colui che di fatto possedeva le metaforiche “chiavi” della sua cella dorata.
<< Cosa vuoi? >> domandò brusca, ma Azog non mostrò alcun segno di offesa sul suo volto pieno di cicatrici.
<< Il Maestro desidera che ceniate con lui >> rispose l’orco, senza la minima inflessione. Se non altro, la Nolde poteva ammettere quanto fosse professionale e leale rispetto ai suoi simili, quasi fosse stato scolpito e modellato dalle mani di Sauron in persona.
<< Di al tuo Maestro che, se desidera davvero che ceni con lui, potrebbe anche chiedermelo di persona. E che mi rifiuto di ottemperare alla sua richiesta. >>
All’espressione perplessa dell’orco, aggiunse con un sorrisetto: << Vuol dire “no”. >>
L’orrida creatura rimase inizialmente in silenzio e assottigliò lo sguardo.
<< Il Maestro sospettava che l’avreste detto >> borbottò  << Così mi ha consigliato d’informarvi che, nel caso aveste rifiutato, sarei stato autorizzato a trascinarvi di forza nella sala dei banchetti. E nel caso fossi morto nel tentativo, ha fatto preparare un totale di dieci Orchi al di fuori di questa stanza, pronti a completare il compito. >>
Galadriel sussultò e si portò inconsciamente le mani davanti al petto. Era forte, certo… ma neanche lei sarebbe stata in grado di affrontare un piccolo plotone di Uruk senza l’aiuto di qualche arma. Se solo avesse avuto una spada, o anche un semplice pugnale! Ma Sauron era stato abbastanza furbo da negargli qualsiasi accesso ad una lama… e almeno per ora, non voleva rischiare di usare le energie di Nenya per questioni così futili.
Le labbra screpolate di Azog si arricciarono in un sorrisetto contorto.
<< Vi ha fatto anche portare un vestito >> disse, mentre sollevava la mano destra per rivelare un lungo abito verde tempestato di rifiniture dorate… lo stesso che aveva indossato a Eregiorn, quando aveva costretto il Nemico a rivelare la sua identità.
Strinse le mani a pugno. Sicuramente, si trattava dell’ennesima provocazione atta a sottolineare i suoi numerosi fallimenti.
Con un gesto rabbioso, lo strappò dalle mani dell’Orco e ordinò all’abominio di uscire dalla stanza, per poi indossarlo in tutta fretta. A quel punto, passò il minuto successivo in silenzio, prendendo lunghi respiri calmanti.
Non avrebbe permesso a Sauron di coglierla impreparata. Doveva mantenere il controllo delle proprie emozioni, così da poter controllare anche il resto della situazione. Proprio… proprio come le aveva insegnato.
Uscì dalla stanza e cominciò a seguire Azog, che la condusse fino all’enorme sala dei banchetti della torre, tanto grande da poter ospitare un intero esercito. Eppure, solo l’Oscuro Signore di Mordor stava cenando  al tavolo principale, quello che comunemente era riservato alla famiglia reale di un qualsiasi regno.
Di fronte a lui, spiccavano enormi portate di carne e ortaggi dall’aspetto invitante. 
<< Lady Galadriel è qui >> annunciò Azog, offrendo al suo signore un profondo inchino.
Il Maia – ora vestito di una toga vermiglia – rimase in silenzio e sorseggiò un bicchiere di vino. Poi, sollevò la testa e disse: << Quando ho detto che ti avrei concesso del tempo per abituarti alla tua nuova situazione, sappiamo entrambi che intendevo tutt’altro. >>
<< Allora dovevi essere più specifico >> ribattè Galadriel, mentre si sedeva il più distante possibile da lui.
Gli occhi del Maia lampeggiarono brevemente di giallo.
<< Attenta, Galadriel >> sussurrò con tono d’avvertimento << Sono una persona paziente… ma anche le persone pazienti hanno i loro limiti. Ti ho forse trattata ingiustamente? Ho forse infranto la parola data? Non vivi nel lusso più sfrenato, circondata da servitori che non esiterebbero ad uccidersi per tuo comando? Oppure ritieni che il mio comportamento sia stato irrispettoso nei tuoi confronti? >>
<< La tua intera esistenza è un affronto agli Eldar >> sbottò la Dama, mentre si serviva alcune verdure e cominciava a pugnalarle con la forchetta << Noi viviamo in armonia con il disegno di Illùvatar, mentre tu brami la sua rovina. Tra noi non potrà esserci nient’altro che disprezzo. >>
Con sua grande frustrazione, il Maia ebbe il coraggio di sorriderle.
<< Eppure, non è ciò che provo per te >> disse, dolcemente. Ma Galadriel non si sarebbe lasciata ingannare.
<< No >> sbuffò, assottigliando lo sguardo << Tu vuoi possedermi. Quando mi guardi, vedi solo la tua prossima conquista. Dimmi, ti ha fatto male quando mi sono rifiutata di unirmi al tuo fianco? Il Grande e potente Ingannatore, con la sua lingua d’argento… rifiutato da una piccola Nolde. Tutto questo… >>
Indicò lo spazio tra loro, << Non è altro che il lamento di un bambino che non è riuscito a ottenere il giocattolo che voleva. >>
Il Maia inarcò un sopracciglio divertito.
<< Dubito che qualsiasi uomo sano di mente ti paragonerebbe ad un “giocattolo”, mia signora. Dovresti avere più fiducia in te stessa >> le disse, con tono di rimprovero << Sei molto più che un semplice gingillo. Tu ora sei una mia pari, una Regina. Dovresti cominciare a comportarti come tale, anziché rimanere nella tua stanza a piangere tutto il giorno. >>
Galadriel si sentì arrossire. << Non stavo piangendo! >>
<< I tuoi lamenti nella notte raccontano tutt’altro >> ribatte l’altro, visibilmente divertito dalla sua reazione << Hai nostalgia di casa? Comprensibile. O forse ti stai struggendo per il tuo vecchio marito? Pensavo che avessi gusti migliori. >>
<< Celeborn è cento volte l’uomo che potresti mai essere >>
Quelle parole riuscirono finalmente a suscitare una reazione da parte del Maia, i cui occhi divennero simili alle pupille di una serpe.
<< Non sono un uomo, Galadriel >> sibilò freddamente << Io ero vivo ancora prima che i colli, le foreste e mari fossero plasmati dalla Canzone degli Ainur. Ho visto stelle nascere e creazioni bruciare. E conosco cose… segreti che non vanno rivelati, conoscenze che ridurrebbero in cenere il tuo amato Celeborn. E tu oseresti considerarlo superiore a me? >>
<< Abbiamo idee molto diverse su cosa voglia dire “superiore” >> fu la fredda risposta della Nolde.
Sauron schioccò la lingua, mentre i suoi occhi tornavano quelli di un semplice mortale.
<< Ovviamente >> disse, in modo quasi diplomatico << Eppure, un tempo non la pensavi così. >>
Sorrise all’espressione tesa sul volto della Dama.
<< Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati su quella zattera? Eri così sola… e persa, una giovane Elfa in balia delle impetuose correnti della vita. Così piena di rabbia e violenza… ma anche di compassione e gentilezza. Una creatura unica nel suo genere. >>
 Ancora una volta, un calore sgradevole e invitate comincio ad agitarsi dentro di lei. Per quanto lo odiasse, non poteva che sentirsi lusingata da simili affermazioni… anche se la sola idea che tali complimenti provenissero dalla sua lingua biforcuta la riempiva di disgusto.
<< E tu hai comunque scelto di manipolarmi. >>
<< No >> disse il Maia, scuotendo la testa <<  Io ti ho salvata. Avrei potuto lasciarti annegare, ma per la prima volta in tutta la mia esistenza terrena ho scelto di aiutare qualcuno. Ti ho offerto i miei consigli, ti ho assistito ad ogni passo, ho scelto di abbandonare i miei piani per seguirti nella Terra di Mezzo, ho combattuto al tuo fianco! >>
La mente della Nolde venne invasa dal ricordo della loro battaglia per il destino delle Terre del Sud, quando avevano affrontato i loro nemici spalla contro spalle, schiena contro schiena, sostenendosi l’un l’altra. E ricordò anche il tripudio di emozioni provate all’epoca, quando i loro occhi si erano incontrati dopo la battaglia per la prima volta. 
All’improvviso, il volto dell’Oscuro Signore divenne duro come la pietra.
<< E quando ti ho chiesto di restituire la stessa fiducia che ti avevo concesso… tu mi hai sputato in faccia. >>
Galadriel restituì lo sguardo con altrettanta freddezza.
<< Hai ucciso mio fratello e causato la morte di innumerevoli elfi >> sputò, con Nenya che diventava sempre più luminosa << Come pensavi che avrei reagito? >>
<< Speravo che almeno mi avresti concesso la possibilità di spiegarmi. Mi dovevi almeno questo. >>
<< Io non ti devo niente! >> sbraitò la Nolde, alzandosi dalla sedia con uno scatto << Se mai mi fosse data la possibilità, ti concederei solo la lama della mia spada, e il tempo necessario per guardarmi negli occhi e sapere che sono stata IO a porre fine alla tua vita! >>
Eppure, Sauron non mostrò segni di rabbia o paura. Anzi, sembrava quasi deliziato dalle affermazioni dell’Elfa!
<< Curioso >> borbottò, mentre incrociava le mani sotto il mento << è la stessa sorte che ho concesso a molti degli elfi che ho ucciso. In fondo siamo molto simili. >>
Il cuore della Nolde mancò un battito.
Come… OSAVA paragonarsi a lei?! Proprio colui che più di chiunque altro aveva seguito l’opera maligna di Morgoth, sperperando morte gratuita, dolore e sofferenza per tutta la Terra di Mezzo, come fosse un messaggero della distruzione stessa! Lui, che aveva ucciso i suoi amici e parenti… che aveva ucciso Findor!
“Forse la tua ricerca del successore di Morgoth doveva terminare allo specchio” le sussurrò un infido ricordo.
L’Elfa strinse le mani in pugni serrati, mentre il volto di Adar si palesava di fronte a lei, guadandola con occhi beffardi.
<< Io non sono come te >> sussurrò, e allora un sorriso tornò a dipingersi sul volto del Maia.
<< Forse è per questo che non sei mai riuscita ad uccidermi >> disse, con tono canzonatorio.
Galadriel non si preoccupò di rispondergli, ma nemmeno riprese a mangiare. Ormai aveva completamente perso l’appetito.
Sauron la scruto contemplativo per qualche altro minuto, poi si alzò dalla sedia e le offrì una mano.
<< Vieni con me. >>

                                                                                                         * * *

Il Maia la condusse sulla cima della torre, ove la vista di Mordor e delle terre circostanti era davvero magnifica. Specie in quel periodo del giorno, quando i raggi del tramonto avevano dipinto la terra arida con striature arancioni, nascondendo la desolazione portata dall’eruzione del Monto Fato.
<< Osserva attentamente >> le ordinò Sauron, dolcemente << Che cosa vedi? >>
La Nolde inarcò un elegante sopracciglio e rimase a scrutare ciò che restava delle Terre del Sud.
<< Una terra un tempo verde e rigogliosa tramutata in una contorta parodia di se stessa. Una landa brulla e desolata, dove l’oscurità ha preso il sopravvento e reclamato ogni luce. Un vero e proprio Inferno sceso in terra. >>
<< Precisamente >> concordò il Maia, sorprendendola << Questa doveva essere una terra di pace e opportunità, ma le azioni incontrollate di un singolo Uruk sono state sufficienti per deturparla. Il mondo ha bisogno di ordine, o questo sarà il destino di tutti i regni che sono e che verranno. Pochi anni, lunghi secoli… non ha la minima importanza. Alla fine, questo sarà il fato comune a tutti loro, se non facciamo qualcosa a riguardo. >>
Galadriel gli rivolse un’occhiata piena di disgusto.
<< È  questo che ti ripeti ogni giorno per giustificare le tue azioni? >> sibilò freddamente << Se la memoria non m’inganna, è stato il tuo piano a provocare l’eruzione del Monte Fato. >>
Sauron si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
<< Fossi stato al comando, ti assicuro che il risultato di tali azioni sarebbe stato molto più… raffinato >> disse, con un sorrisetto << Lento, misurato, così da permettere alla gente delle Terre del Sud di adattarsi al cambiamento inevitabile. E come puoi vedere, sono più che capace di creare tanto quanto sono abile nel distruggere. >>
<< Non vedo futuro per un regno come il tuo. >>
<< Il nostro, Galadriel >> la rimproverò il Maia << Non dimenticare che ora è anche casa tua. >>
Ancora una volta, la Nolde si sentì avvampare. << Puoi chiamarmi la tua regina finchè lo desideri, ma non mi impegnerò mai alla tua causa. Mai! >>
Con sua furia crescente, l’Oscuro Signore ebbe il coraggio di sembrare offeso dalle sue parole.
<< E io che pensavo di farti un regalo >> disse, simulando una triste espressione << Ho sentito voci, sai? Di una giovane Nolde che secoli orsono abbandonò la sua gente per il desiderio di fondare un proprio regno… salvo per tornare da loro allo scoppiare dell’ultima guerra, per assistere il suo amato fratello. >>
Galadriel rimase in silenzio per qualche secondo.
Per quanto odiasse ammetterlo, Sauron diceva il vero. Quando era più giovane – una guerriera desiderosa di avventure e della possibilità di mettersi alla prova – aveva sognato a lungo il giorno in cui avrebbe finalmente abbandonato le terre di Valinor per fondare un regno a suo nome, con grande costernazione non solo dei suoi familiari… ma di tutta la razza degli elfi.
<< Quella ragazza era una sciocca sognatrice >> borbottò, distogliendo lo sguardo. Ma prima che potesse rientrare nella fortezza, sentì le dita del Nemico avvolgersi attorno al mento, facendola irrigidire.
<< Sciocca… o ambiziosa? >> le chiese Sauron, mentre le girava il viso per costringerla a guardarlo. E ancora una volta – per quanto si fosse sforzata di evitarlo – gli occhi azzurri della Nolde si persero nell’oceano infuocato che infuriava oltre quelli del Maia, ribollenti di potere e antica saggezza.
<< Potrebbe essere la tua occasione, Galadriel >> continuò la creatura, respirandole sulle labbra << Ora hai finalmente un regno da governare. Perché non sfruttarlo per realizzare quello che hai sempre sognato? Dimmi, quali terre sarebbero più appropriate per la nostra prima conquista? >>
<< Stammi lontano, serpente! >> sbottò la Nolde, strappandosi alla presa del Maia e compiendo qualche passo indietro.
Respirava pesantemente e il suo cuore sembrava pronto ad esploderle nel petto. Poteva sentire il sangue ribollirle nelle vene… e una sensazione familiare farsi strada nel suo stomaco, gradevole e odiosa al tempo stesso.
Di fronte a lei, Sauron sollevò ambe le mani in un gesto conciliante.
<< Con il tempo, tornerai a bramare il mio tocco, proprio come allora. >>
<< Non sarà mai come allora >> sibilò l’Elfa.Troppo tardi si rese conto del suo errore, mentre il Nemico tornava a sorriderle come un gatto alle prese con un uccello indifeso.
<< Allora non lo neghi >> disse, vittorioso.
Galadriel si bloccò, come un cervo catturato dal bagliore della luna.
La sua mente venne invasa dai ricordi di quel periodo. Il giorno in cui aveva conosciuto Halbrand… le avventure che avevano condiviso assieme su Numenor… la notte in cui si erano aperti l’uno all’altra, rivelando il tormento che opprimeva i loro cuori… e le battaglie che avevano combattuto assieme, quando tra loro non esisteva altro che rispetto e fiducia.
E ricordò anche i momenti successivi al conflitto con Adar, quando il suo cuore aveva canticchiato al pensiero delle sue labbra sulle proprie… dei loro corpi uniti in qualcosa al di là della semplice amicizia, una sensazione che non aveva più provato dalla scomparsa del marito.
Lentamente, prese un paio di respiri calmanti e tornò a fissare il Maia.
<< Non nego di aver provato forti sentimenti per Halbrand >> disse, freddamente << Ma non era reale. Solo una maschera minuziosamente creata per ingannarmi. >>
<< Oh, ma lui era reale, Galadriel >> ribattè Sauron, picchiettandosi la testa << Ogni maschera che creo è una parte intrinseca di ciò che sono. Il desiderio che provavi allora non era rivolto ad uno spettro… ma a me. Non puoi continuare a negarlo. >>
La Nolde strinse gli occhi.<< Allora sottovaluti la mia determinazione. Quindi lascia che te lo ripeta un’ultima volta. >>
Fece alcuni passi avanti, fermandosi a soli pochi centimetri dall’odiato avversario.
<< Per te non proverò mai qualcosa di diverso dall’odio e dal disprezzo >> sibilò, cercando di imprimere in quelle parole tutta la rabbia e il dolore accumulatisi negli ultimi vent’anni.
Il Maia la fissò in silenzio per quasi un minuto buono, poi tornò a scrutare la valle sottosante.
<< Vedremo >> disse, più calmo di quanto Galadriel si aspettasse << Sappiamo entrambi che so essere molto persuasivo. >>
E sfortunatamente, la Nolde sapeva anche che una simile affermazione non era affatto dettata dall’arroganza.
 



 

Nel caso ve lo steste chiedendo… sì, secondo gli scritti e le lettere di Tolkien, la giovane Galadriel voleva davvero abbandonare Valinor per fondare un proprio regno. Era sempre stata un’Elfa ribelle e dallo spirito indomito, più interessata al combattimento e all’avventura rispetto al resto della sua razza.
La scena in cui Azog le offre il vestito a nome di Sauron è leggermente ispirata ad una sequenza simile del film “Pirati dei Caraibi – la Maledizione della Prima Luna”.
Spero che i personaggi siano abbastanza IC!
Il prossimo capitolo arriverà tra un paio di settimane per questioni di lavoro.
  
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