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Autore: Yurippe    27/11/2022    6 recensioni
Virgilio si trova davanti all'ingresso del Paradiso, dopo aver salutato Dante. E' triste e non può non pensare a quello che lui e Dante hanno passato insieme e non riesce a capacitarsi che quello sia un addio. Ma...lo sarà veramente? con questo dubbio decide di fare una promessa al poeta fiorentino, di che promessa si tratta? non resta che scoprirlo.
Genere: Angst, Fluff, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dante Alighieri, Nuovo personaggio, Virgilio
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: Addio?

Personaggi: Virgilio e Dante;

Serie: Bloody sunset.

 

Virgilio, il famoso autore dell’Eneide, rimase fermo a osservare l’ingresso del Paradiso, dove poco prima Dante era passato per sparire poco dopo.

Erano passati almeno dieci minuti ma Virgilio non riusciva a staccarsi da lì mentre, con la mente, ripercorreva il viaggio che lui e Dante avevano compiuto insieme: a partire dal salvataggio nella Selva Oscura dalle tre lonze, lui che lo prendeva per mano come un bambino guidandolo nelle tenebre, tra le fiamme e nel tenebroso mondo del dolore eterno che era l’Inferno, per poi andare dove le anime stavano in penitenza prima di accedere al paradiso: il Purgatorio.

Il viaggio era stato difficile, soprattutto per il sommo poeta. Infondo essere il prescelto per fare il viaggio nell’aldilà non era una cosa da poco. Quello che aveva visto era tutto ciò che la mente umana avrebbe mai potuto immaginare, soprattutto all’inferno. Talmente tanto che Dante più volte era svenuto e lui lo aveva preso tra le braccia.

Durante quel tortuoso viaggio, di tanti personaggi la storia avevano ascoltato. A partire da Paolo e Francesca, i due amanti lussuriosi beccati in flagrante dal marito di lei, il viaggio di Ulisse per oltrepassare le Colonne D’Ercole sfidando, così, gli dei e, infine, l’angelo caduto più famoso del mondo: Lucifero.

L’incontro con lui era stato forse il più interessante. Infatti, Lucifero, nonostante la diffidenza iniziale, si scoprì assai volenteroso nel voler raccontare la sua storia, soprattutto quando il poeta fiorentino gli aveva riferito che avrebbe portato la sua storia sulla terra. Gli narrò così dei motivi che lo avevano portato ad andare contro il volere del padre eterno che preferiva gli umani peccatori agli angeli che, al contrario, erano sempre stati a lui fedeli e di come questo suo gesto lo aveva condannato a essere cacciato dal paradiso. Compito che, per lo più, era stato assegnato a suo fratello, non che suo gemello, Michael la spada di Dio.

Dopo Lucifero erano quindi saliti per la montagna del Purgatorio, finito quello erano finalmente usciti a rivedere le stelle.

Erano stati momenti sia belli che brutti per lui e Dante. Avevano passato tanto tempo insieme e, Virgilio, poteva dire che questo era il ricordo più bello, se non l’unico, che aveva da quando era passato all’altro mondo.

Ma le cose erano destinate a finire prima o poi e, questo momento, era stato all’ingresso del regno dei cieli. Infatti Virgilio non essendo stato battezzato non poteva accedervi e per questo era condannato alla pena eterna che consisteva nel rimanere nel Limbo nella speranza vana di poter vedere Dio.

Così i due si erano dovuti salutare per sempre.

Dal momento che Dante aveva oltrepassato il confine la tristezza aveva avvolto l’autore dell’Eneide,

Non era preoccupato, quello no, sapeva che Dante era ora nelle mani di Beatrice, la donna da lui amata, ma… un addio non era mai una cosa piacevole.

Davvero, dopo tutto che aveva fatto, era destinato a tornare nell’oblio? Questo non riusciva ad accettarlo. Sapeva che non poteva farci niente ma non riusciva a non trovarlo ingiusto.

Ma era così che funzionava: Dante avrebbe terminato il suo viaggio e lui sarebbe tornato nell’ombra del suo silenzio.

Inoltre, era sicuro, che non lo avrebbe più rivisto nemmeno quando egli avrebbe lasciato la vita terrena, c’erano troppe differenze tra loro.

“E’ ora di andare…”

Una voce maschile e profonda interruppe i suoi tristi pensieri e il silenzio in cui era caduto da un tempo che ormai non sapeva più calcolare.

Virgilio si girò, quindi, alle sue spalle. Poco lontano da lui vide Uriel, l’arcangelo della terra e guardiano dell’inferno, che gli porgeva gentilmente la mano. Il poeta capì che l’arcangelo era incaricato di riaccompagnarlo al suo posto. Pur sapendo questo egli non era intimidito, anche perché il viso della creatura celeste era tutto tranne che minaccioso.

Così sospirò “va bene, come si può dire…anche questo viaggio è terminato!”

Uriel annuì: “ogni cosa ha una sua fine, che noi lo vogliamo o meno”.

“Mai tali parole furono più vere, anche se non è la prima volta che le sento. Una cosa, però, mi chiedo: sono stato una buona guida?”

Quella era una domanda che lo tartassava da quando il viaggio, almeno il suo, era giunto alla fine. Ok, lui lo aveva fatto con piacere ma…che senso aveva se non era stato una buona guida e non avesse lasciato niente?

Tuttavia Uriel lo rassicurò, fece un bel sorriso e disse “No…sei stato il migliore!”

Mai parole gli fecero più piacere come quelle appena pronunciate, quasi come se le avesse dette lo stesso Dante, ma Virgilio sapeva che gli angeli non mentivano mai quindi era comunque contento, tanto da non riuscire a trattenere un sorriso commosso.

A quel gesto Uriel gli diede alcune pacche sulla spalla, senza smettere di sorridere, per poi riprendere parola.

“Dai…ora dobbiamo davvero andare!”

Virgilio annuì, mentre l’arcangelo della terra lo precedeva nel viaggio di ritorno. Quest’ultimo non usò la forza anche perché Virgilio era tranquillo non c’è n’era bisogno.

Aprì poco dopo un portale. Quello che li avrebbe portato diretti al limbo. Mentre quest’ ultimo lo oltrepassò subito Virgilio si fermò, per poi voltarsi, un ultima volta, verso il punto in cui Dante era sparito.

Fu lì che fece una promessa al sommo poeta. Non sapeva se si sarebbe mai avverata ma sentiva di doverlo fare.

“Dante…io e te ci rivedremo. Non so come e nemmeno quando, ma farò in modo che questo accada… è una promessa!

 

 

 

  
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