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Autore: WinterMoon_JJ    01/12/2022    1 recensioni
La prima volta che Bucky lo fa Steve non capisce.
Si inginocchia di fianco a lui e china la testa, distende l’unica mano rimasta sulla coscia.
Sta lì, fermo.
Steve si volta verso di lui, confuso. Fa per parlare ma l’altro lo anticipa.
“Dimmi che sono stato bravo”
[stucky]
Genere: Hurt/Comfort | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James ’Bucky’ Barnes, Steve Rogers
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: I personaggi non mi appartengono e la storia non è scritta a scopo di lucro
 
Steve/Bucky
Ambientata post CACW, non tiene però conto della scena dopo i titoli di coda

 

"Say it out loud"
 

 
La prima volta che Bucky lo fa Steve non capisce.
Sta sistemando le buste della spesa che l’ex-Soldato ha appena portato a casa, dividendo sul tavolo le pietanze da mettere in frigo, quelle da collocare in dispensa e quelle da cucinare quella sera stessa. È la prima volta che l’amico è andato da solo.
Bucky si inginocchia di fianco a lui e china la testa, distende l’unica mano rimasta sulla coscia.
Sta lì, fermo.
Steve si volta verso di lui, confuso. Fa per parlare ma l’altro lo anticipa.
“Dimmi che sono stato bravo”
“Buck..?”
Ma l’ex Soldato si irrigidisce, le sue palpebre chiuse tremano.
“Per favore, Steve.”
La gola del capitano si contrae mentre deglutisce, “sei stato bravo”
Lo vede trattenere il fiato.
Fa per accarezzargli la testa, incerto, e Bucky si allunga per andargli incontro, strofina i capelli contro la sua mano, sospirando di piacere.
“Sei stato bravo” ripete.
Ma non era una missione - vorrebbe aggiungere.
Bucky trema.
 
 
 
Aspetta che sia sera per tirare fuori il discorso. Quando finisce di lavarsi i denti e raggiunge l’amico in camera lo trova seduto sul letto, un cuscino dietro le spalle e lo sguardo perso davanti a sé. Ha ancora qualche problema di concentrazione, quando è da solo, ma ci stanno lavorando.
“Ehi” lo chiama.
Bucky si volta verso di lui, i capelli lunghi che gli sfiorano il mento, i grandi occhi chiari che si fanno più limpidi, quando lo vede.
Sorride un pochino. Quel che resta braccio di metallo, lamiera tranciata e circuiti penzolanti, stride con gli indumenti morbidi che indossa; uno dei pigiami di Steve.
La tenerezza lo colpisce come un pugno nello stomaco.
Lo raggiunge sul letto prima di parlare “ascolta, Buck, quello che è successo prima…”
“Lo so, è stato strano”
“Un po’, ma non è questo. Non mi interessa se è strano, voglio solo capire cos’è successo”
Bucky cerca ancora di sorridere, ma non gli esce più bene “non lo farò più, scusami”
“Non devi scusarti, okay? Non è questo. Non mi hai messo a disagio”
Steve cerca di spiegarsi: “vorrei solo capire cosa è successo. Se quello che mi hai chiesto… se è una cosa che vuoi che io faccia, anche in futuro”
Bucky arrossisce e spera solo di sprofondare, che si apra una voragine nel letto e lo inghiotta.
Ma allo stesso tempo non può impedire a una vampata d’aspettativa di esplodergli nel petto, all’idea.
Annuisce.
Steve si passa una mano tra i capelli, è una cosa nuova quella. Una cosa che sicuramente non si porta dietro dalla sua vita di prima, che ha altre origini, molto più riprovevoli, molto più crudeli.
Origini che lui vuole estirpare, non assecondare.
Ma lo sguardo che Bucky ha sul suo volto, non può ignorarlo.
“Va bene” dice, e non può non notare come tutti i muscoli del suo compagno di tendano, in attesa, come smetta persino di respirare. “Certo che sei bravo, Buck, stai andando benissimo. Sono molto orgoglioso di te” si sforza di dire.
“Davvero?”
“Certo”
E Bucky sa che non è vero. Intervalla crisi di panico a momenti di aggressività, costringe Steve a una vita castrata, sprecata a prendersi cura di un uomo danneggiato come lui. Ma forse può fare finta di niente, per un pochino.
“Grazie, è una bugia piacevole”
Altre bugie non lo sono mai state, per lui.
“Credi che menta?”
Il capitano gli posa una mano sulla guancia, lo costringe gentilmente a guardarlo.
Il suo viso è serio.
“Davvero non riesci a vedere quanto mi fai stare bene?”
Bucky corruga la fronte quando Steve gli si porta sopra, quando gli dondola il bacino contro il proprio, sporgendosi per baciargli una guancia, per alitargli sul lobo.
Chiude gli occhi, lasciandosi andare all’indietro, lascia il capo affondare nel cuscino.
Mi fai stare bene - un bacio sul collo - mi fai stare bene - un bacio sul petto mentre gli alza la maglietta - mi fai stare bene - le mani del capitano gli entrano nei pantaloni, lo trovano duro, lo stringono.
Bucky sente i muscoli farsi deboli, sente il calore farsi strada a onde dentro di lui, da ogni punto che Steve tocca con le labbra umide o con le mani.
Serra le labbra per non lasciarsi sfuggire alcun suono, poi però ricorda che a Steve non danno fastidio, che non si arrabbia se fa rumore senza permesso, anzi, sembra che lo renda felice.
Prova a gemere, e non è che debba sforzarsi, ma allo stesso tempo è una cosa nuova per lui, o per lo meno per il nuovo lui.
Lascia che il verso gli scivoli tra le labbra e immediatamente sente la reazione del compagno, sente la sua erezione farsi più dura, contro la sua coscia, sente le sue mani avere un piccolo spasmo involontario, mentre ancora lo stringono.
A Steve è piaciuto ascoltarlo gemere, ne è certo.
“Lo senti?”
Steve gli lecca il bordo dell’orecchio, mentre glielo mormora. Struscia appena la sua erezione contro di lui.
Bucky annuisce.
“Dillo, voglio che lo dici ad alta voce”
“Sì”
“Sì, cosa?”
La voce dell’ex Soldato è liquida “ti faccio stare bene”
“Bravo” sussurra Steve e quella parola insieme a quello che stanno facendo le sue mani lo fa gemere più forte. Bucky si arrischia a socchiudere gli occhi, aspetta il permesso in quelli del capitano prima di mormorarlo “sono bravo” osa.
E forse sta esagerando, forse non avrebbe dovuto spingersi così in là. Forse ora una mano si chiuderà sulla sua gola, soffocandolo, arriveranno dei calci per ricordargli qual è il suo posto e il dolore spillerà dentro di lui, come fatto da mille aghi, come sempre, come è giusto che sia…
“Ancora” ordina invece Steve, tutto in lui gronda piacere “ripetilo, Bucky”
“Sono… bravo”. La sua voce è più alta, più convinta.
Il resto è un’esplosione bianca che toglie a entrambi il fiato.
 
 
 
 
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Per me è praticamente Canon che Bucky anche dopo essersi ritrovato con Steve e aver riavuto indietro almeno parzialmente i suoi ricordi, conservi meccanismi comportamentali imposti nel periodo in cui era controllato dall’Hydra - premi/punizioni.
Mi fa una tenerezza pazzesca questa cosa, quindi mi sa che ci scriverò ancora qualcosina <3
Sicuramente ho in mente un’altra ff sul secondo tema (punizioni), che non sarà collegata a questa anche se forse ci saranno delle similitudini.
Ma ho idea sarà molto più angst (probabilmente non riesco a farne a meno)
Spero vi sia piaciuta, vi lascio questa fanart che ho trovato su Pinterest che mi è parsa molto azzeccata!


 

 

   
 
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