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Autore: Star_Rover    22/12/2022    5 recensioni
Stephen Mallory ed Henry Winterton non potrebbero essere più diversi. Il primo è un giovane impulsivo e passionale, l’altro invece è freddo e razionale.
Fin da ragazzi i due si ritrovano a competere l’uno contro l’altro, che sia per vincere una gara sportiva o conquistare il cuore di una fanciulla.
La loro rivalità perdura nel tempo, fino allo scoppio della Grande Guerra. Al fronte una questione personale metterà a dura prova due promettenti ufficiali dell’Esercito britannico.
Genere: Guerra, Introspettivo, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Il Novecento, Guerre mondiali
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Eccoci giunti all’ultimo capitolo di questo racconto, ne approfitto anche per augurarvi buone feste^^
Grazie mille per aver seguito queste vicende dall’inizio alla fine.


 
 
5. Il rivale
 

Stephen non aveva opposto alcuna resistenza al suo arresto, era convinto che l’intera questione fosse solo un enorme malinteso e che appena i suoi superiori si fossero accorti dell’errore l’avrebbero rilasciato senza problemi. Con il passare del tempo però il giovane ufficiale era stato costretto a guardare in faccia la realtà, il giorno della sua condanna si avvicinava inesorabilmente e la sua parola non era sufficiente per provare la propria innocenza.
Era rimasto sconvolto nel sentire le terribili accuse che gli erano state rivolte, dopo anni di sacrifici l’esercito britannico stava trattando uno dei suoi migliori ufficiali come un vile criminale.
Era assurdo, non aveva idea da dove fossero scaturiti tutti quei sospetti, la sua famiglia era sempre stata leale alla Corona. Eppure per qualche ragione qualcuno aveva voluto renderlo colpevole. Era stato coinvolto in un vero e proprio complotto, sembrava che nessuno fosse disposto ad ascoltare la sua versione dei fatti.
Stephen sospirò poggiandosi al gelido muro della cella. Avrebbe affrontato il suo destino con dignità, ma non era ancora pronto ad arrendersi.
 
***

Il treno procedeva lentamente verso il fronte, fermandosi ad ogni stazione per far carico di soldati e rifornimenti. Il tenente Winterton poteva godere di una certa tranquillità nel suo scompartimento. Mentre attendeva con impazienza di raggiungere la sua meta ebbe l’occasione di riflettere.
Ripensò a come era nata la sua rivalità con Stephen, ricordando con inaspettata malinconia i tempi di Oxford. La presenza di Mallory nell’ordinarietà della sua vita studentesca l’aveva spronato a superare i propri limiti e a dare il meglio di sé. Non avrebbe mai messo in discussione se stesso e le proprie capacità senza qualcuno con cui confrontarsi. E doveva ammettere che, nonostante la sua arroganza, Stephen era stato un avversario stimolante ed estremamente competitivo. Nessun altro si era mai rivelato al suo livello.
Non era in cerca di vendetta, la loro era sempre stata una competizione onorevole. Se Philip fosse stato ancora vivo avrebbe sicuramente approvato quel suo atteggiamento cavalleresco.
Henry si rattristò al pensiero dell’amico, la sua morte lo riportò bruscamente alla realtà. 
Se Stephen fosse stato ritenuto colpevole tutti l’avrebbero considerato un traditore, e questo non avrebbe potuto accettarlo. Era diventata una questione d’onore, non poteva permettere che Mallory fosse condannato, lasciando una macchia di infamia anche sulla sua reputazione.
Inoltre era consapevole di non poter agire direttamente per salvare la vita del suo rivale. Lo conosceva bene, sapeva che quell’irlandese era talmente testardo e orgoglioso che avrebbe preferito farsi fucilare piuttosto che accettare il suo aiuto.
 
Henry non avrebbe mai pensato di dover ricorrere alle sue competenze come avvocato per salvare la vita di Stephen. Fortunatamente tra i nomi degli ufficiali a cui era stato affidato il giudizio della corte marziale riconobbe il colonnello Joseph Moore. Si trattava di un vecchio amico di famiglia al quale avrebbe potuto rivolgersi per tentare di mettere in atto il suo piano.
Winterton riuscì ad ottenere un colloquio con il suo superiore quella sera stessa, non aveva tempo da perdere.
Il colonnello Moore accolse il giovane ufficiale con commozione.
«Tenente Winterton, è un piacere incontrarla»
Egli rispose alla vigorosa stretta di mano.
«Mi spiace disturbarla, ma devo parlare con lei di una questione urgente»
Moore si sistemò al tavolo: «di che si tratta?»
«Sono qui per testimoniare a favore del tenente Stephen Mallory»
Il colonnello sollevò lo sguardo con discrezione: «quell’uomo è accusato del crimine più grave che possa essere commesso: tradimento»
Winterton iniziò a parlare in sua difesa.
«Abbiamo combattuto insieme al fronte, prendendo parte all’ultima grande offensiva. In quell’occasione il tenente Mallory mi ha salvato la vita, dimostrando coraggio in battaglia e lealtà verso i suoi commilitoni. Egli è un uomo d’onore, non potrebbe mai essere coinvolto in un sabotaggio!»
«C’è chi sostiene il contrario»
«Ci sono prove contro di lui?»
Moore esitò: «no, soltanto sospetti»
«Dunque la corte non ha modo di dichiararlo colpevole»
«Questi sono tempi difficili, tenente Winterton. In guerra anche la giustizia diventa un metodo di disciplina»
Henry avvertì un’intensa sensazione di nausea.
«Mio padre mi ha sempre parlato di lei come un uomo retto e leale, l’ho sempre stimata per il suo lavoro. Quando ero studente ad Oxford la consideravo un esempio da seguire, lei era tra i migliori giudici della contea. Voglio credere che la sua integrità non sia stata corrotta dalla guerra»
Il colonnello Moore rifletté qualche istante in silenzio prima di tornare a rivolgere la parola al suo ospite.
«Mi ha davvero colpito la passione con cui si sta dedicando alla questione. Il tenente Mallory è un suo amico?»
Henry trasalì a quella domanda. In un certo senso il loro rapporto era ancora più profondo dell’amicizia. Erano come due fratelli sempre in competizione tra loro, ma che alla fine dovevano rassegnarsi al fatto di essere indissolubilmente legati da un patto di sangue.
Winterton prese un profondo respiro, sapeva cosa fare per raggiungere il suo obiettivo.
«Sì, colonnello. Devo considerare il tenente Mallory tra i miei più cari affetti» affermò cercando di manifestare maggior trasporto e sentimento.
Il suo superiore parve credere all’intensità di quella confessione.
«In effetti, considerando tutti i dettagli della situazione, potrebbe davvero essersi trattato di un terribile malinteso»
Henry emise un sospiro di sollievo comprendendo il significato di quelle parole.
«Se non è troppo, colonnello, vorrei chiederle un ultimo favore»
Moore restò ad ascoltare in silenzio.
«Il tenente Mallory non deve sapere del mio coinvolgimento»
Il colonnello non comprese la vera ragione di ciò, ma poiché non c’erano motivi per contestare una simile richiesta, si limitò ad acconsentire.
Scelse di aiutare quel giovane ufficiale in lotta per la giustizia per due ragioni: perché conosceva la sua rispettabilità e perché in fondo era stato commosso da quello che era apparso con un puro e sincero gesto di fedele amicizia.
 
***

Il tenente Mallory rimase ignaro sulla motivazione della sua scarcerazione, era certo di dover fronteggiare il plotone d’esecuzione, invece si era ritrovato con il dono della libertà. Fu rispedito al fronte in tempo per contrastare l’ultima grande offensiva teutonica. Trascorse l’intera estate in prima linea, e quell’autunno ebbe modo di dimostrare ancora una volta il proprio valore combattendo sulle sponde della Somme, dove diede prova del suo eroismo.
Al termine del conflitto Mallory era un ufficiale stimato e rispettato. I vecchi sbagli di gioventù sembravano appartenere a una vita passata, e l’ombra di disonore che aveva rischiato di rovinare per sempre la sua reputazione era svanita alla luce della verità.
In poche parole, Stephen Mallory era tornato in Inghilterra come un uomo nuovo.
Decise di prendere esempio da suo fratello, ricordandosi dei suoi consigli scelse di accettare le sue responsabilità come ufficiale delle Irish Guards.
Avrebbe potuto ambire a tutto ciò che aveva sempre desiderato, ma la sua unica preoccupazione fu rivedere la donna amata. Temeva che fosse troppo tardi, invece quando tornò a Londra apprese che il suo matrimonio con Winterton non era mai stato celebrato, e che in tutto quel tempo lei non aveva accettato nessun’altra proposta. Mallory non ebbe alcun dubbio, Charlotte lo amava ancora.
Erano trascorsi diversi anni dal loro ultimo incontro, eppure Stephen avvertì il suo cuore sussultare come la prima volta. Charlotte era sempre bellissima, corse subito ad abbracciarla, per avere la certezza di non star sognando. Stringendola tra le sue braccia le confessò che il suo più grande rimpianto era stato perderla. In risposta lei lo baciò con passione, dimostrandogli che i suoi sentimenti non erano mai cambiati.
Il giorno delle nozze promise a se stesso che avrebbe fatto di tutto per renderla felice, aveva avuto il dono di una seconda occasione, non avrebbe sprecato quella preziosa opportunità.
 
***

Londra, 1920.

Henry Winterton stava sistemando le carte del suo ufficio dopo un’estenuante giornata di lavoro. Tornare alla quotidianità non era stato semplice, ma lentamente era riuscito a ricostruirsi una vita dopo la terribile esperienza al fronte. Aveva lasciato l’esercito dopo una meritata promozione, era tornato in Patria come un eroe di guerra. Rispetto a molti altri connazionali poteva considerarsi fortunato, aveva potuto riprendere la sua carriera di avvocato, dedicandosi con passione e dedizione al suo lavoro.
Anche per quel che riguardava la sfera privata Henry aveva avuto le sue soddisfazioni. Non era stato semplice superare la fine della relazione con Charlotte, aveva sofferto, pur essendo consapevole di aver preso la giusta decisione.
Dopo un anno dalla fine della guerra Winterton aveva conosciuto Anne, una giovane dattilografa che frequentava spesso la sua libreria preferita nel centro di Londra. Si erano scambiati i primi sguardi tra gli scaffali, iniziando a rivolgersi la parola per discutere di libri e poesie. Era stato un colpo di fulmine e dalle recenti esperienze Henry aveva imparato a non lasciarsi sfuggire la giusta occasione. I due si erano trovati subito in sintonia, dopo sei mesi dal loro primo incontro avevano già coronato il loro sogno d’amore unendosi in matrimonio. Il loro primo figlio sarebbe nato entro la fine dell’inverno.
Henry era ancora immerso nei suoi pensieri quando ad un tratto avvertì dei battiti alla porta. Egli sospirò osservando l’orologio, gli appuntamenti della giornata erano terminati e il suo assistente era già andato via.
Quando diede il permesso di entrare dentro di sé aveva già il sospetto di chi si sarebbe presentato, per questo non si sorprese quando riconobbe un paio di occhi verdi.
«Ero certo che l’avresti capito» disse semplicemente con un arrendevole sorriso.
Mallory non era cambiato molto in tutto quel tempo, aveva un aspetto più maturo, i tratti giovanili erano stati induriti dalla guerra, ma il suo sguardo era rimasto lo stesso.
I due rimasero qualche istante in silenzio, uno davanti all’altro, scrutandosi con attenzione e sospetto. 
«Perché l’hai fatto?» chiese all’improvviso Stephen, rompendo il silenzio.
Henry non ebbe bisogno di altre informazioni per capire a quale evento si stesse riferendo.
«Per lo stesso motivo per cui tu hai deciso di soccorrermi sul campo di battaglia» fu la semplice risposta.
«Con quella condanna avresti potuto semplicemente liberarti di me»
«Credevi davvero che ti odiassi a tal punto da desiderare la tua morte?»
«Di certo non avresti pianto sulla mia tomba»
Winterton scosse la testa: «non avrei guadagnato niente da una condanna ingiusta. Ho fatto ciò che ritenevo corretto, nulla di più»
Stephen rifletté su quelle parole.
«È sempre per fare ciò che ritenevi giusto che hai deciso di non sposare Charlotte?»
Egli annuì: «lei ti ha sempre amato, sarebbe stato stupido da parte mia illudermi che avrebbe potuto dimenticarti. Il nostro sarebbe stato un matrimonio infelice»
Mallory non seppe come reagire a quella scoperta, Henry non era solo responsabile per la sua salvezza, era anche artefice della sua felicità.
«Suppongo di doverti essere riconoscente per tutto quel che hai fatto per me»
Winterton poté ritenersi soddisfatto.
«La nostra rivalità è durata anche troppo a lungo. Adesso che la guerra è finita, possiamo lasciarci il passato alle spalle?»
«Sono in debito con te»
«Non è per vendetta che ho voluto salvarti»
Stephen non parve convinto: «in ogni caso penso che dovremmo chiarire la questione»
Henry espose la sua proposta: «siamo in tempo di pace, anche tra noi potrebbe nascere un’alleanza»
«Che cosa intendi?»
«Non siamo più ragazzini in cerca di un momento di gloria. Abbiamo avuto le nostre vittorie e sconfitte. Sappiamo di essere entrambi uomini onesti ed onorevoli, non dobbiamo dimostrare niente a nessuno»
Stephen concordò a riguardo.
«Tu hai dimostrato qualcosa a me ed io ho insegnato qualcosa a te, ognuno ha imparato la sua lezione. Adesso possiamo separare le nostre strade…definitivamente» asserì Winterton, scandendo con particolare enfasi l’ultima parola.
Mallory non poté negare la verità, aveva sempre riconosciuto le qualità del suo rivale, e anche in quel momento dovette ammettere di trovarsi davanti ad un uomo ben più maturo e consapevole di lui.
I due suggellarono quell’accordo con una stretta di mano.
L’irlandese stava per uscire dalla stanza quando fu richiamato dalla voce dell’avvocato.
«Stephen…aspetta!»
Egli si voltò.
«Volevo ringraziarti. Per quanto assurdo, mi hai aiutato a diventare un uomo migliore»
Mallory rispose con orgoglio: «lo stesso vale per me. Sei stato un degno avversario e un prezioso alleato»
Quando la porta si richiuse Henry si sentì libero dalle catene che per anni l’avevano stretto al destino di Stephen. Quell’assurda faccenda era finalmente terminata.
Winterton osservò le carte ordinate sulla scrivania, lo attendeva l’esistenza tranquilla e serena che aveva sempre desiderato, lontano da quell’estenuante e folle competizione. Sarebbe tornato a casa dall’adorata moglie, una donna che fin dal primo momento l’aveva amato senza pretendere nulla da lui. Fu strano realizzare che non avrebbe mai potuto conoscere Anne senza l’intromissione di Mallory nella sua vita.
Si concesse un momento per perdersi nei suoi ricordi, sorprendendosi nel provare sincera malinconia. A distanza di tanto tempo, doveva ammettere di non aver più provato emozioni talmente intense al di fuori di quelle sfide, e di non aver mai preteso tanto da se stesso come quando si era impegnato nel dimostrare di essere migliore di Stephen.
Accettò la sua condizione con un misto di soddisfazione e rassegnazione, con la consapevolezza che nella sua vita non avrebbe incontrato nessun altro come il suo vecchio rivale.
  
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