L’armatura brucia nel crogiolo come potrebbe bruciare un qualunque metallo: in maniera impossibile, restando invece solida, intoccata. Ad un occhio meno esperto, forse.

Sia Ed che Al sanno bene che, invece, ai suoi atomi sta toccando la più orrenda delle sorti. Il fuoco fonderà quel nido crudele e benigno insieme che è stata la loro vita per più d’un anno. Nessuna pietà, né per il metallo, né per i ricordi che v’erano legati, marchiati col simbolo di sangue all’interno di quel collare di ferro. Era stata la prima cosa a bruciare, Al l’aveva voluta vedere coi suoi occhi.

Non avrebbe avuto la grazia di un pugno di cenere da spargere oltre quelle colline, ma era meglio così. Basta, con le case da bruciare, coi genitori da seppellire. Con loro stessi, da seppellire. I giorni della sua infanzia s’erano esauriti in quel corpo immortale, che nemmeno la pioggia, il vento o la ruggine avrebbero potuto scalfire mai. Quando Alphonse invece disperava per un po’ di normalità.

Una ferita sul dito, come quando andava a cacciar more su quell’isoletta in mezzo al fiume, mentre sui fratello s’arrabattava coi conigli. O mentre leggeva, fiducioso, i vecchi tomi di un padre poco più che evanescente. Rincorrendosi con Ed e Winry, facendo impazzire girandole di carta al vento di Resembool. Giorni dorati che nella sua mente di anima immortale erano ben presto andati a sostituire quei sogni che non poteva più fare, divenendo ben presto ossessioni che solo l’alchimia e quel pazzo di suo fratello, il suo acciaio e il fuoco dell’esercito, riuscivano a tenere a bada.

E adesso, Al sceglie di bruciarli, tutti. Fondendoli in una massa orrenda e informe com’è stato il loro primo peccato. La pietra che avevano scelto di scagliare contro il vetro pulito e intatto della loro infanzia, spaccandola a metà. E ora che la normalità poteva finalmente stringerla daccapo tra le mani, non gli restava altro che distruggere quanto ancora restava di quei frammenti di ricordi. Perché il passato, come in uno scambio equivalente, non si può più recuperare. S’è ormai trasformato, diventando presente. E futuro.

E sia Al che Ed non vedono l’ora di vedere cosa ancora la vita può riservar loro.