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Autore: Farkas    23/12/2022    3 recensioni
Per ovvie ragioni gli dei dell'Olimpo non amano particolarmente il Natale, e Ade in particolare non ha mai capito perché i mortali amino tanto quella festa. Un anno però dopo il solstizio d'inverno, decide di farsi un giro in un centro commerciale dove troverà il vero significato della festa, grazie all'aiuto di qualcuno molto speciale.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ade, Hazel Levesque, Nico di Angelo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                     Scoprire il Natale

 
Il 21 dicembre era un giorno speciale per Ade, dato che era l’unico in cui gli era permesso salire sull’Olimpo.
Come sempre durante il tragitto non poté non notare che i mortali si preparavano a festeggiare il compleanno di quello che li aveva rimpiazzati.
Secoli di adorazione, poi arriva questo Gesù e in un lampo diventa lui l’attrazione principale”. Ogni anno c’era qualcuno che lo diceva al Solstizio d’inverno. Di solito Zeus o Apollo, ma qualche volta anche Afrodite o Atena.
Ade invece pensava ad altro mente gli alberi decorati. le ghirlande, e il via vai della gente intenta a fare compre.
“Chissà che ci trovano quella stupida festa in cui tutti si vogliono bene. Ma per me è diverso… tutti mi odiano e io odio tutti! Sembra si divertano, ma non mi sono mai divertito io!”.
Si era ripetuto queste frasi per secoli. Per qualche motivo, vedere i mortali intenti in quelle attività agli procurava una sensazione simile a quella di quando Persefone tornava nel mondo dei vivi.
Quell’anno però non aveva pensato quelle frasi. Chissà, forse centrava il fatto che finalmente aveva avuto il suo trono. Oppure che Nico e Hazel sembrassero felici. Fatto sta che finita la riunione invece di tornarsene negli Inferi si era messo a girare per la città a guardare la gente in giro a comprare regali. Ma i regali potevano giustificare quell’atmosfera gioiosa che si respirava in giro?
-Abbracci gratis! Abbracci per sentirsi meno soli! - urlò una voce.
Ade si voltò. C’erano persone che si gettavano ad abbracciare passanti a caso, che sembravano perlopiù divertiti dalla scena.
“Ma cosa fanno?” si chiese perplesso il dio, quando una ragazzina sui sedici anni, molto graziosa, si gettò su di lui e lo strinse in un abbraccio, augurandogli buon Natale.
-Un abbraccio scalda il cuore! - sentenziò sorridendo. - Mi auguro che lei passi un felice Natale-.
Il figlio di Crono era stupefatto. Era appena stato abbracciato da una perfetta sconosciuta! Lui, Ade il dio dell’oltretomba!
Un uomo di passaggio sorrise e lo raggiunse: - So che sembra strano, ma qui c’è gente che distribuisce abbracci. Secondo alcuni studi calmerebbero… in ogni caso è un gesto carino, non trova? -.
Ade non se ne intendeva affatto di gesti carini, per cui si limitò ad annuire per poi allontanarsi. Certo, che era stranamente calda quella ragazza… e per qualche motivo ora aveva ancora meno voglia di tornare a casa. Voleva farsi un giro, dare un’occhiata ai mortali. Voleva capire perché amassero tanto quella festa.
 
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Il centro commerciale era pienissimo e se qualcuno gli avesse chiesto che ci era andato a fare, Ade avrebbe risposto in tutta onestà che non le sapeva
Una ragazza sui sedici anni trasportava parecchie buste piene e intanto ripercorreva mentalmente un elenco: - Allora ho preso il regalo a mio cugino, a mia mamma, a mio papà, a zia Gladys… manca solo zio Shaun-.
-E per me niente? - le chiese divertito un ragazzo della sua età che trasportava a sua volta un bel po’ di buste.
-Sì, ma ce l’ho a casa. Grazie per aiutarmi nello shopping-.
-Figurati. In fondo fare i regali è divertente. Comunque anche il tuo è già impacchettato-.
“Regali. Ecco su cosa si basa questa festa” si disse Ade. “Gli umani sono così contenti perché riceveranno qualcosa. Logico”.
Il marito di Persefone, distolse lo sguardo dai due fidanzati che si erano fermati per una cioccolata calda e vide un uomo sulla quarantina che stava fissando i panettoni con aria indecisa: - Ragazzi quante squisitezze! Sarà difficile scegliere. Mmm… non vedo l’ora che arrivi il cenone-.
“Mi correggo. Molti umani si accontentato di avere una scusa per ingozzarsi”.
Una ragazza bionda distribuiva volantini. Il dio occhieggiandone uno, scoprì che pubblicizzavano una festa in una delle discoteche più popolari della città.
E naturalmente c’è anche la scusa per fare baldoria. Bah. Non c’è nulla di particolare in questa festa. Se le nostre non erano così amate, è perché all’epoca non c’era il consumismo”.
-Buon Natale signore! - disse una voce alle sue spalle. Il padre di Nico si voltò e si trovò di fronte un uomo vestito da Babbo Natale.
-Grazie, ma io non lo festeggio- rispose in tono annoiato. - Sono… di un’altra religione-.
-Che peccato! - fece l’uomo. - Quindi non farà nulla con la famiglia il venticinque? -.
-Non faccio mai niente con la mia famiglia. Non andiamo molto d’accordo. Ultimamente va un po’ meglio, ma…- il dio si fermò di colpo. Ma che gli era preso? Stava parlando della sua vita privata con un mortale qualunque!
-Be’ da esterno che ne pensa del Natale? Le piace l’atmosfera? - chiese l’uomo.
Ade sbuffò: - Le dirò, mica tanto. Sembra tanto speciale, ma in fondo la gente vuole solo una scusa per divertirsi-.
-Già può sembrare così- convenne l’uomo. - Ma se vuole dedicarmi cinque minuti del suo tempo, potrei mostrarle un altro lato del Natale. Quello vero-.
“Ma cosa vuole che me ne importi!” avrebbe voluto rispondere Ade. E invece per qualche ragione fece spallucce e seguì l’uomo per un centinaio di metri.
-Fate una donazione! Fate una donazione per la festa dei bambini dell’orfanotrofio- strillava un ragazzo sui ventidue anni agitando una campanella.
-Quel ragazzo sta faticando gratis per fare in modo che i bambini possano godersi la festa. Non lo trova stupendo? -.
-Immagino di sì- concesse il dio. - Ma una persona…-.
Di colpo notò l’uomo di prima avvicinarsi al ragazzo. Reggeva tre panettoni e ne depose due ai suoi piedi. Due grossi panettoni, ricoperti di cioccolata. Per sé aveva tenuto un semplice pandoro.
-Tenga. Spero che i bambini si godano il dolce-.
-Lo faranno certamente. Grazie e buon Natale! -.
“Ha rinunciato ai cibi più ghiotti per donarli a dei bambini che non conosce” pensò stupito il fratello di Zeus.
-Un gran golosone il signor Jones. Eppure preferisce saziarsi di buone azioni che di cibo- commentò l’uomo.
-Be’… ha fatto un bel gesto, devo ammetterlo-.
Di colpo arrivarono anche i due adolescenti di prima. Trasportavano ancora più pacchi e buona parte di essi vennero versati in un contenitore per donazioni di quel tipo.
-I loro parenti meritavano dei regali non trova? Sono stati loro che hanno insegnato ad Andrew e Vivian ad essere altruisti e d’aiuto. Pensi che si sono anche offerti di accompagnare gli orfani a cantare lo yodel. E sì che in questo periodo i ragazzi potrebbero pensare solo a poltrire-.
Un attimo dopo arrivò la ragazza bionda di prima, che diede un bacio al ragazzo con la campanella.
-Ho distribuito tutti i volantini-.
-Bene. Speriamo che vengano in molti. Certo che il padrone della discoteca è stato molto generoso, a decidere di devolvere tutto l’incasso in beneficenza-.
-Già, ma anche noi dobbiamo darci da fare- rispose lei mettendo in testa un cappello da Babbo Natale e afferrando a sua volta una campanella che prese a suonare pregando la gente di fare offerte per la festa degli orfani.
-Certo, molti sono felici per i regali e per poter fare un po’ di bisboccia… però altrettanti ricordano che il vero significato di questa festa è esserci l’uno per l’altro. Per fortuna lo spirito del Natale è vivo e forte-.
-Immagino di sì- convenne Ade, un momento prima che l’uomo gli mettesse in mano un pacchetto.
-Suppongo che lei non abbia mai ricevuto un regalo di Natale. Alcuni negozi ci hanno incaricato di distribuire piccoli omaggi, la prego di accettare questo-.
“Io non ho mai ricevuto un regalo in vita mia, se non contiamo i sacrifici. E me ne danno pochi anche di quelli”.
Stranamente emozionato il dio scartò il pacco trovando una penna stilografica.
-Non è molto originale, ma mi sembrava adatto a lei. Scommetto che deve firmare molti documenti. Ha proprio l’aria di essere un direttore di banca! -.
-Diciamo di un albergo. Comunque… grazie-.
Aveva sempre usato poco quella parola in qualunque lingua. Aveva un suono arrugginito, pronunciata da lui.
L’uomo sorrise.
-Per così poco. Be’ ora devo tornare a lavoro e sono sicuro che anche lei abbia i suoi impegni. Arrivederci-.
Il dio ricambiò il saluto e poco dopo tornò negli Inferì. La penna fu posata con cura sulla sua scrivania, e quella notte mentre dormiva Ade sognò il suono di una campanella e una voce che ripeteva: “Fate una donazione! Fate una donazione per la festa dei bambini dell’orfanotrofio”.
La mattina dopo Persefone chiese al marito perché avesse quell’aria così pensierosa.
-Nulla, cara, nulla. Per favore chiamami Caronte. Devo chiedergli… un servizio-.
Il traghettatore comparve poco dopo: - Cosa desidera? -.
-Va alle fucine e ordina che preparino dei gioielli. E di che facciano in fretta. Mi servono subito-.
 
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La sera dell’antivigilia, Caitlin e Barry stavano facendo il conto delle donazioni.
-Non male. Contando anche i soldi della discoteca, i bambini avranno una festa decente- commentò il ragazzo.
-Già, vorrei solo aver fatto di più-.
-Scusate, faccio ancora in tempo a fare una donazione? - chiese una voce. I due fidanzati alzarono lo sguardo e videro un uomo alto, imponente e molto muscoloso con la pelle pallida che facevi un contrasto fortissimo con gli occhi e i capelli nerissimi. Indossava un abito d’alta sartoria e trasportava una ventiquattr’ore nera nella mano destra. I due capirono subito che doveva essere una persona molto importante.
-Sì certo- rispose Barry. - E grazie-.
-Tenete- rispose l’uomo poggiando la valigetta davanti a loro e aprendola. Dentro c’erano almeno diecimila dollari in banconote di grosso taglio.
I due si sentirono soffocare.
-Ma… ma non può… è… è… è troppo- boccheggiò Caitlin.
-Per me non è nulla. Per quei bambini potrebbe essere molto, invece-.
I due fidanzati si guardarono in faccia, temendo uno scherzo di pessimo gusto. Eppure c’era qualcosa nella voce dell’uomo che diceva loro di potersi fidare.
-Io… io non so cosa dire- mormorò Barry. - Grazie[j1]  signor… signor?-.
-Ade-.
-Ade? Come il dio greco? - chiese stupita la biondina.
-Sì, proprio come il dio greco-.
-In questo momento lei sembra più Babbo Natale. Davvero… ne avremo abbastanza anche per la festa dell’anno prossimo o per certi lavori all’orfanotrofio… grazie anche a nome dei bambini. Anzi, soprattutto a nome dei bambini- rispose Barry commosso.
“Grazie” era una parola che lui aveva usato poco, ma che era stata usata ancora di meno per lui nelle migliaia d’anni che aveva vissuto. Era per quello che sentirla gli procurava quella sensazione di calore nel petto?
-Per così poco- rispose. I due ragazzi sorrisero e presero a svuotare la valigetta per inserirne il contenuto fra le donazioni. Quando ebbero finito il loro grande benefattore era scomparso.
 
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La mattina di Natale, Nico si alzò senza aspettarsi nulla di particolare: Will era tornato a casa e Hazel era al Campo Giove. Avrebbe fatto un salto da lei per pranzo con un viaggio nell’ombra.
Fu con una certa sorpresa che vide un pacco regalo sul suo comodino.
Lo aprì e trovò una foto incorniciata in cui si vedeva una Bianca piccolissima di due anni al massimo, seduta su un divano. Al suo fianco c’era loro padre e una donna con i capelli scuri che sorrideva dolcemente all’obiettivo, mentre con la mano destra si carezzava il ventre. La sua delicata bellezza non era minimamente intaccata dalla gravidanza.
Una lacrima rigò il viso del figlio di Ade, mentre si stringeva la foto al petto.
 
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Hazel si era svegliata nel suo alloggio da pretore trovando un pacchetto vicino al suo letto. Aveva ipotizzato che fosse da parte di Frank, ma aprendolo aveva visto che si trattava di un libro scritto in latino in cui vi erano consigli sulla pittura. Non c’era mittente, ma considerando che i capitoli contenevano domande fatte a Caravaggio, Van Gogh e Michelangelo, non ci voleva molto a capire chi le avesse fatto il dono.
 
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Naturalmente negli Inferi non c’erano decorazioni natalizie, ma la sera di Natale, Ade trovò davanti al suo letto un pacchetto avvolto in carta rossa, con il suo nome scritto sopra.
“Ermes avrà scoperto cos’ho fatto e vorrà prendermi in giro” si disse seccato il figlio di Rea, ma qualcosa lo spinse ad aprire il pacchetto. Dentro c’era una di quelle sfere con la neve dell’Empire State Building e quando la capovolse, di colpo all’interno comparve una festicciola in cui dei bambini gridavano e giocavano circondati da dolci e giocattoli sotto lo sguardo intenerito di alcuni adulti.
-Tutto merito di quel signore così generoso. Speriamo passi anche lui un bel Natale- commentò una delle donne che tenevano d’occhio i piccoli.
Ade era stupito. Non sembrava affatto una presa in giro e qualcosa gli diceva che la sua famiglia non centrava niente con quell’oggetto.
Negli anni futuri di tanto in tanto Ade avrebbe capovolto la sfera e subito sarebbe comparsa la scena della festa e risuonata quella frase. E queste cose davano gioia al cuore del signore degli Inferi.
 
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Una sedicenne attraente e dal sorriso frizzante stava seduta vicino a Babbo Natale, davanti a un camino in cui ardeva un bel fuoco scoppiettante.
-Ahh… ci voleva proprio- sospirò l’uomo. –Amo il mio lavoro, ma ammetto che è faticoso distribuire tutti quei doni e diffondere lo spirito natalizio-.
-Devo ammettere che dopo tanto tempo in fabbrica è piacevole andare a cercare chi ha bisogno di sentire la magia del Natale- commentò la ragazza. - Certo, non mi sarei mai aspettata che l’avreste trasmessa a un dio…-.
-Un’idea che si è rivelata ottima e ha funzionato benissimo. Perché non hai ancora ripreso le sembianze di folletto? -.
Babbo Natale non riuscì a non sorridere. Nessun pantheon aveva idea della sua esistenza, ed era ironico essere considerato una leggenda da altre leggende. Come loro lui esisteva perché la gente credeva in lui ed era un ibrido nato dalla fusione di antiche credenze inglesi, di quelle su Odino e su San Nicola. Lui era l’incarnazione del donare e per questo era tanto felice di aver donato gioia ad Ade e a quei bambini.
La ragazza fece spallucce: - I piccoli si divertono di più a salirmi sulle spalle se sono più alta. A proposito volevano sapere se la Befana verrà alla festa di Capodanno-.
-Certo e non ti preoccupare avranno i loro dolcetti extra- rispose sorridendo la mascotte della festa più amata.
 
 
 
 
 
 
 

ANGOLO DELL’AUTORE

 
Era una vita che non scrivevo qualcosa in questa sezione, ma di colpo mi è venuta quest’idea e ho pensato di metterla in pratica. Un accostamento originale direi. In più mi sono voluto divertire a contestualizzare Babbo Natale nel Riordanverse.
Non ho molto altro da dire, se non Buon Natale e felice anno nuovo.

  
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