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Autore: blackjessamine    25/12/2022    5 recensioni
[Homer Landmann (OC)/Ole Nissen (OC)]
Varcare quella soglia era un po' come tornare a casa. Farlo alla vigilia di Natale, le mani appesantite da una valigia e da un sacchetto colmo di doni, era come scivolare in un sogno pieno di cose apparentemente sbagliate eppure perfettamente giuste.
Perché, Ole lo sapeva, la vigilia di Natale avrebbe dovuto sentirsi a casa varcando la soglia di un modesto appartamento nel centro di Brighton, non quella porticina di legno incastonata nella pietra di una baita in Svizzera. Una baita in cui Ole non aveva mai messo piede, ma che in qualche modo sapeva di casa molto più di quanto l'appartamento della sua infanzia avrebbe mai potuto fare.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
- Questa storia fa parte della serie 'Surya Namaskara'
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La montagna incantata




 

Varcare quella soglia era un po' come tornare a casa. Farlo alla vigilia di Natale, le mani appesantite da una valigia e da un sacchetto colmo di doni, era come scivolare in un sogno pieno di cose apparentemente sbagliate eppure perfettamente giuste.

Perché, Ole lo sapeva, la vigilia di Natale avrebbe dovuto sentirsi a casa varcando la soglia di un modesto appartamento nel centro di Brighton, non quella porticina di legno incastonata nella pietra di una baita in Svizzera. Una baita in cui Ole non aveva mai messo piede, ma che in qualche modo sapeva di casa  molto più di quanto l'appartamento della sua infanzia avrebbe mai potuto fare. 

Sapeva di casa perché ogni  cosa, dal fumo magicamente colorato di una delicata sfumatura turchese che usciva dal camino alla ghirlanda dalle decorazioni eccentriche eppure elegantissime appesa alla porta sembrava gridare a gran voce il nome della famiglia Landmann. E sapeva di casa perché c'era Homer a fargli strada, ad aprirgli le porte e a continuare a lanciargli sorrisi da sopra la spalla e a gridare con una risata:

"Mamma, papà, siamo arrivati!"

 

***

 

Gli abbracci di Cecilia Landmann non sembravano in grado di cambiare: gli anni potevano regalare al suo sorriso qualche ruga in più, potevano intessere fili d'argento fra i suoi capelli tenuti fermi da un nastro di raso color del sole, ma il calore con cui sapeva investire Ole era qualcosa di immutabile.

Così come immutabile era il luccichìo  negli occhi di Elazar Landmann quando le sue mani si stringevano con calore attorno a quelle di Ole: era un luccichìo quasi commosso e pieno di gioia – era tutto ciò che Ole avrebbe voluto intuire negli occhi di suo padre a ogni ritorno a casa.

 

La vigilia di Natale trascorse come se qualcuno avesse gettato su quella baita un felice incantesimo: luci fatate ad ogni finestra e chiacchiere a non finire per colmare ogni stanza, abbracci improvvisi e ma come stai veramente e raccontami tutto del tuo lavoro e non fare complimenti, il pasticcio di carne lo abbiamo preparato apposta per te, prendine ancora!

Il sorriso di Homer un faro luminoso al fianco di Ole, e i suoi genitori a guidarlo in quella vecchia casa di famiglia piena di ricordi che loro erano ansiosi di condividere con Ole.

Qui è dove Homer ha detto per la prima volta Cioccorana…

Questo è un ritratto della nonna di Cecilia, guarda come ti sorride!

Questo è il pungiglione essiccato di una Manticora, dicono che possa esaudire un desiderio ogni solstizio d'estate…

Era una baita piena di cimeli magici dal valore inestimabile, ma le cose più preziose erano i ricordi che tutti i Landmann volevano  condividere con Ole.

 

Prima di cena Ole si ritrovò sdraiato a terra, in mezzo alla neve, a muovere braccia e gambe per disegnare un angelo decisamente troppo grande per ricalcare quello di un ricordo di Homer bambino. In qualsiasi momento Ole si sarebbe sentito tremendamente stupido, ma non lì. Non quando Homer accanto a lui imitava ogni suo gesto, non quando in mezzo al gelo della neve le loro dita si sfioravano appena, accendendo incendi.

 

***

 

"Mamma, il dolce possiamo mangiarlo sul divano? Come quando ero piccolo?"

Ole si trovò a combattere con un senso di commozione nel guardare Homer, un giovane uomo, un Guaritore straordinario, chiedere alla madre il permesso di mangiare il dolce sul divano. Forte della nuova consapevolezza sul loro rapporto, avrebbe voluto allungare una mano e posarla sul dorso di quella di Homer. Solo per sentire il suo calore e saperlo concreto, presente. Ma non poteva farlo, non davanti alla famiglia di Homer, non quando loro lo avevano accolto con tanta serenità, come un secondo figlio.

Non cambierà niente, gli aveva ripetuto Homer ogni volta che i loro abbracci si erano fatti tutt'altro che amichevoli. E Ole aveva finto di crederci, ignorando il terrore che lo scavava dentro.

 

Nessuna esitazione da parte di Cecilia Landmann, solo un colpo di bacchetta per sparecchiare la tavola.

"Iniziate ad accomodarvi di là, io arrivo subito".

Ole si offrì di aiutare in cucina, ma Cecilia, con un colpetto sul braccio, lo invitò a seguire Homer.

E proprio mentre Ole stava varcando la soglia della cucina, accadde qualcosa di strano. 

Accadde che lo stipite della porta non fu più legno lucidato, ma un intrico di tralci pieni di linfa e di straordinaria forza vitale. Ole si ritrovò avviluppato in vita dallo strisciare insistente di un viticcio ricoperto di foglie verdi e invitanti bacche rosse. 

È la versione natalizia del Tranello del Diavolo, si ritrovò a pensare del tutto irrazionalmente.

"Tesoro, il tuo maledetto Vischio Avviluppante si è risvegliato! Te l'avevo detto che è il caso di chiamare un esperto per sradicare ogni rizoma!"

Elazar scosse il capo, fissando con aria mesta Ole intrappolato.

Cecilia, dal canto suo, gettò un'occhiata fintamente offesa al marito.

"Non dire sciocchezze, questa pianta avrà almeno settant'anni, può continuare a stare dove sta!"

E poi, più dolcemente, rivolta a Ole: 

"Mi dispiace, caro, sei stato proprio sfortunato, erano anni che il mio vischio non avviluppava nessuno. Basta un semplice incantesimo, comunque".

La donna prese a frugare nelle innumerevoli tasche del suo coloratissimo vestito, in cerca della bacchetta. In quel momento Homer comparve di nuovo sulla soglia:

"Ma vi siete persi? Che…"

"Il vischio di tua mamma ha avviluppato il nostro ospite", spiegò laconico Elazar.

E prima che Cecilia avesse il tempo di trovare la bacchetta e pronunciare il controincantesimo, Homer si fece avanti.

Ridusse la distanza che lo separava da Ole, e come se si trattasse del gesto più naturale del mondo, circondò il suo volto con le mani, per poi chinarsi a baciarlo. Un bacio che fu uno sfiorarsi di labbra appena accennato e poi subito approfondito quel tanto da non lasciare dubbi sulle sue intenzioni. 

Un bacio che convinse subito il ramo di vischio a liberare Ole, e da cui Ole si sottrasse subito, terrorizzato.

Non sapeva che cosa aspettarsi di vedere sui volti dei Landmann.

Disprezzo, forse.

Rabbia, un'espressione tradita. 

Di certo, un po' di sorpresa.

Cecilia invece si limitò a sbattere le palpebre, rimettendo al suo posto la bacchetta.

Elazar borbottò qualcosa a proposito di diserbanti piante che volevano sopravvivere ad ogni costo.

"Su, iniziate a mettervi comodi sul divano. Ole, la vuoi anche un po' di panna sulla torta?"

Il solito sorriso sereno di Cecilia Landmann, il suo solito tono premuroso.

 

Non cambierà niente.

Una promessa a cui Ole non aveva saputo credere, ma che lì, in quella baita incastonata in un panorama alpino mozzafiato, cominciava a prendere contorni concreti.

Una promessa fatta di torte mangiate sul divano, con le chiacchiere e i ricordi dei Landmann a piovere come carezze sulle dita incapaci di non sfiorarsi di due giovani uomini.





 

 


 

Note:

Questa storia è assolutamente non necessaria, e, di nuovo, va un po' a mandare a ramengo la costruzione del rapporto fra Ole e Homer, ma avevo bisogno di auto-regalarmi un po' di fluff natalizio con al centro loro due.

È una storia scritta di getto, che ho a malapena riletto, giusto perché avevo voglia di scrivere di Ole incastrato sotto il vischio.

 

Buon Natale!

 

   
 
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