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Autore: Violet Sparks    25/12/2022    3 recensioni
"Oggettivamente, il piano di Tanaka era un ottimo piano.
Aveva tutti i presupposti giusti per funzionare: puntava su delle solide basi scientifiche, era semplice, ma assolutamente ben pensato, contava su degli alleati validissimi e poi - non per darsi delle arie- ma possedeva anche una invidiabile vena romantica.
(...)
Ecco, forse, c’era soltanto un piccolo, infinitesimo, dettaglio che non aveva considerato.
La assoluta vastità della sua sfiga!"
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Tanaka si mette in testa di aiutare Kageyama e Hinata a dichiararsi l'un l'altro.
Peccato che le cose non filino lisce come sperava!
[KAGEHINA]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Karasuno Volleyball Club, Ryuunosuke Tanaka, Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CHRISTMAS IS A LOVE IN ACTION
 
 

Alla mia stellina,
alla fortuna di poterla chiamare amica.
 
 
Oggettivamente, il piano di Tanaka era un ottimo piano.
Aveva tutti i presupposti giusti per funzionare: puntava su delle solide basi scientifiche, era semplice, ma assolutamente ben pensato, contava su degli alleati validissimi e poi - non per darsi delle arie- ma possedeva anche una invidiabile vena romantica.
Dopotutto, doveva pur esserci un lato positivo nella malsana ossessione di sua sorella per quelle telenovele turche tutto zucchero, che lo obbligava a guardare all’ora di cena, no?
Quando lo aveva proposto ai ragazzi del Karasuno, tutti avevano dato la loro ferma approvazione, perfino Daichi che di solito si premurava di troncare le sue idee – diaboliche, secondo lui, pericolose al limite della letalità e soprattutto illegali in almeno un centinaio di paesi, Giappone compreso - sul nascere.
Per cui sì, Tanaka era fiducioso.
Non restava che mettersi in azione, attendere che la magia si compisse e godersi la standing ovation che sicuramente avrebbe seguito il suo successo.  
 
Ecco, forse, c’era soltanto un piccolo, infinitesimo, dettaglio che non aveva considerato.
La assoluta vastità della sua sfiga!
 
You're all that I need
Underneath the tree
Tonight I'm gonna hold you close
 
Il piano, come poc’anzi accennato, era semplicissimo, il numero di step da seguire praticamente irrisorio:
  1. comprare una piantina di vischio nel negozio del sensei Ukai;
  2. appendere suddetto vischio in un posto strategico, né troppo in alto né troppo basso, in modo che potesse essere visto facilmente, ma non adocchiato in anticipo per essere evitato;
  3. portare i bersagli in prossimità del vischio;
  4. simulare necessità impellenti affinché i bersagli rimanessero soli soletti;
  5. assistere alla dichiarazione dei due bersagli e il conseguenziale bacio del vero amore;
  6. festeggiare tutti insieme ed essere acclamato fino alla fine dei suoi giorni.
Geniale, vero?!
Nome dei bersagli?
Hinata Shoyo e Kageyama Tobio, ovvio!
 
Make sure that you know
I was lost before you
Christmas was cold and grey
Another holiday alone to celebrate
But then one day everything changed
You're all I need
Underneath the tree
 
Tanaka non era un impiccione, questo andava detto: infatti, avrebbe volentieri lasciato che gli eventi seguissero il loro corso naturale… se soltanto tale corso fosse stato dritto, senza ostacoli e con delle tempistiche ragionevoli, per diavolo!
La verità era che al Karasuno erano tutti un po' stufi di vedere quei due testoni girarsi intorno nemmeno fossero due calamite, scambiandosi sguardi languidi e facendo finta di lanciarsi insulti poco convinti, senza cavarne un ragno dal buco! Insomma, santo cielo, erano così palesi! Perfino il prof Ukai e il prof Takeda avevano capito tutto e stavano cercando di smuovere un po' le acque! Ma loro no, niente! Invece di saltarsi addosso e limonare, dando sfogo a quella valanga di tensione irrisolta, se ne stavano lì, come due stoccafissi, mentre il resto del mondo - che li shippava un casino- doveva spasimare e soffrire, in attesa di una mossa!
Roba da pazzi!
Per fortuna, lui non era come gli altri.
Oh no, Ryu Tanaka non era un temporeggiatore, non era uno che se ne stava a guardare!
Lui agiva.
Com’era quel detto?
Se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna!
Benissimo, lui era Maometto!
 
Il problema adesso era la fottuta montagna…
 
You're here where you should be
Snow is falling as the caroles sing
It just wasn't the same
Alone on Christmas day
Presents, what a beautiful sight
Don't mean a thing if you ain't holding me tight
 
La prima volta, era stata la fortuna a non voler girare dalla sua parte.
Aveva lasciato che Asahi sistemasse ben benino il vischio proprio all’entrata dello spogliatoio, dopodiché era andato a nascondersi insieme agli altri nell’edificio situato proprio dal lato opposto, rigorosamente al buio, aspettando che si compisse la magia.
Peccato soltanto che, quel giorno, Hinata e Kageyama stessero bisticciando su qualche argomento ignoto e tra un insulto e un calcio nel sedere, uno spintone e una parolaccia, eccoli lì che ignoravano bellamente la bella piantina sopra le loro teste e se ne andavano a casa, dopo aver recuperato i propri borsoni.
La delusione era stata cocente.
La voglia di perorare la causa, tuttavia, si era accesa più che mai.
 
La seconda volta… okay, sì! Era stata colpa sua, doveva ammetterlo.
Durante il ritiro della squadra a Tokyo con il Nekoma, Tanaka aveva pensato di appendere il vischio su una delle arcate dei bagni dell’alloggio, premurandosi di costringere i due primini ad entrare sotto le docce per ultimi, lasciandoli soli – se non si contava loro nascosti dentro gli armadietti.
Peccato solo che, sballottolato nel suo borsone, nonché da Nishinoya, Sugawara e Daichi che si erano messi a litigare sulla scelta del punto esatto in cui metterla, la povera piantina aveva perso tutte le bacche, i glitter e un gran bel mucchio di foglie, trasformandosi in una sottospecie di ramoscello floscio che sarebbe tranquillamente potuto passare per una ragnatela.
C’era bisogno di dirlo?
Hinata e Kageyama non avevano minimamente accusato la presenza del vischio ed erano filati dritti verso le docce, parlottando del più e del meno.
Insomma, un altro buco nell’acqua.
Grazie al cazzo!
 
La terza volta… beh, lui lo aveva sempre detto che il vicepreside del Karasuno era un gran guastafeste!
Era tutto perfetto, niente sarebbe potuto andare storto: il vischio che aveva scelto era rigoglioso, luccicante, Sugawara e Yamaguchi si erano perfino adoperati per impreziosirlo con ghirlande rosse e oro; Asahi e Daichi erano saliti sullo scaletto per appenderlo proprio all’ingresso della classe dei primini, un po' più in basso questa volta così che fosse praticamente impossibile non vederlo e, dulcis in fundo, aveva appositamente pregato la loro rappresentate di classe di cambiare il loro turno delle pulizie, affinché Hinata e Kageyama capitassero insieme, da soli.
Dovevano soltanto aprire la porta.
Fine.
Dovevano mettere le mani sulla maniglia, lasciare scorrere il pannello e poi il vischio sarebbe apparso proprio davanti ai loro nasi, luccicante e pieno di promesse, pronto ad estrapolare da quelle loro boccacce impertinenti il bacio del vero amore.
Ebbene, Kageyama aveva effettivamente posato le sue dita curatissime sulla porta.
Peccato che il vicepreside avesse deciso che quello fosse il momento opportuno per tirare fuori le decorazioni natalizie dal sottoscala della scuola e “Voi due marmocchi! Ci penserà qualcun altro a pulire la vostra classe! Scendete giù con gli altri e aiutateli a portar su gli scatoloni!”
Il rammaricato “nooo!!!” che era seguito da parte di tutti i membri del Karasuno aveva fatto vibrare il rinnovato silenzio dell’istituto.
Possibile che il destino ce l’avesse tanto con loro?
 
I found what I was looking for
A love that's meant for me
A heart that's mine completely
Knocked me right off my feet
 
“Ryu, io ho capito che hai preso a cuore questa faccenda, ma non starai un po' esagerando?”
“Tranquillo, Suga! Ho tutto sotto controllo!”
Stava mentendo, Tanaka, ma ormai era troppo tardi per potersi fermare.
Non dopo aver corrotto il custode della scuola a suon di torta di mela per lasciargli le chiavi della palestra, aver convocato tutta la squadra per le 06:45 di domenica mattina, aver piazzato Ennoshita, Narita e Kinoshita di vedetta e aver appeso – con un sistema di corde e leve che gli era costato una preghiera in ginocchio sui ceci al piantagrane Tsukishima- il vischio di tre metri per quattro, ordinato su Aliexpress, sulla parete proprio davanti alla porta di ingresso.
Con l’aiuto di Asahi e Daichi, fissò la corda e il nastro rosso cui era attaccato il vischio, col nodo più forte che riuscì a realizzare, dopodiché “In posizione! È ora, ormai!” gridò a tutta la banda, dopo aver controllato brevemente l’orologio: i bersagli sarebbero arrivati da un momento all’altro!
“Siamo sicuri che si presenteranno?” chiese Asahi, non appena furono tutti appostati come corvi appollaiati, dietro agli spalti al primo piano.
“Oh sì! Ho detto loro che avremmo fatto una partita di allenamento extra con il Dateko! Non esiste che si tirino indietro!” ridacchiò Nishinoya, la cui testa faceva capolino da sotto il braccio dell’asso.
“Non ne posso più di questa farsa!” si lamentò Tsukishima.
“Tsukki! Ti prego! È per una buona causa!” provò a rabbonirlo Yamaguchi.
“Si staranno cambiando… mi è parso di vedere la bici di Hinata in cortile…” intervenne allora Sugawara.
“Eccoli! Eccoli! Fate silenzio!” li rimbrottò Daichi, mentre due sagome si avvicinavano alla porta.
E infatti, dopo appena qualche secondo, Tanaka vide i due ragazzi entrare in palestra, sbadigliando, stiracchiando i muscoli o stropicciandosi gli occhi, entrambi parecchio assonnato. Proprio come aveva immaginato, era troppo presto per litigare o per distrarsi parlando di qualsiasi argomento, per cui i due si limitarono a deambulare con fare circospetto, probabilmente in cerca del resto della squadra.
Poi, finalmente…
“Kageyama, ma che diavolo è quel coso!” esclamò Hinata, puntando un dito verso l’enorme piantina di vischio appesa alla parete di fronte a loro.
“Non saprei, forse fa parte delle decorazioni della scuola.” rispose Kageyama, facendo spallucce “Yachi aveva detto che quest’anno il vicepreside non aveva badato a spese.”
“È bellissimo!” continuò Hinata, frattanto che camminava, seguito dall’annoiato compagno, in direzione del vischio, forse con l’intento di osservarlo più da vicino “Certo che è davvero enorme! Che cos’è?”
“Ed io che ne so! Ti sembro un esperto di botanica, idiota!”
“Ah! Ho capito! È un albero di Natale!”
“Un albero di Natale?! Sei sicuro!”
“Ma sì! È grande e verde… e poi guarda i fiocchi e le palline rossi! Deve essere quello per forza! Peccato che sia al rovescio, però! Forse è una trovata del club di arte!”
“Se lo dici tu…”
Tanaka dovette reprimere l’impulso di uscire dal suo nascondiglio, prendere quei due tonti e farli volare sulla luna a suon di calci nel sedere! Come si faceva a non riconoscere un vischio! Okay, quelle non erano propriamente le dimensioni standard della pianta, ma c’erano le bacche rosse, le foglie dalla forma inconfondibile, che cavolo! Come facevano a confonderlo con un abete! Possibile che non avessero mai visto un vischio in vita loro?! Ma allora, a questo punto, era probabile che non conoscessero nemmeno la tradizione del bacio di buon augurio…
Tanaka non sapeva se lasciarsi prendere dallo sconforto o imprecare!
Tanta fatica per niente!
Quando si girò verso i compagni, scoprì sui loro volti lo stesso, medesimo stato d’animo.
“Non ci posso credere! Solo due analfabeti come loro possono scambiare un vischio per un abete!” ridacchiò Tsukkishima, scuotendo la testa, insieme ad un altrettanto divertito Yamaguchi.  
“Questa volta il piano era perfetto, è un vero peccato!” affermò Sugawara, rivolgendo a Tanaka uno sguardo desolato.
“Troveremo un altro modo!” li confortò Daichi, da bravo capitano sempre pronto a sostenere la propria squadra.
“Sì, sì, va bene! Però usciamo da qui, adesso! Non ne posso più di stare così accovacciato!” disse Nishinoya, cominciando ad agitarsi con l’intento di sgusciare via per primo.
“Noya, quello è il mio piede, stai un po' attento!”
“Ragazzi, ho un crampo! Fate uscire me per primo!”
“Asahi! Asahi! Mi stai schiacciando!”
“Aiuto! Cado!”
“Anche io! Fermi! Fermi!”
“Lo sapevo che dovevo starmene a casa e darmi malato!”
“Smettetela di spingere!”
“Io non sto spingendo! Smettila tu!”
“No, tu!”
“Aiuto, non respiro! Non respiro!”
“COSÌ CADIAMO TUTTI! STATE FERMI! FERMI! FERMI!”
Parole al vento.
Tanaka sapeva soltanto che un momento era in piedi, quello successivo era spalmato sul pavimento con la testa di Sugawara sulla pancia, il gomito di Daichi in bocca e il piede di Tsukkishima in testa.
Cavolo, che botta!
Lentamente, si issò a sedere insieme agli altri, quantomeno per assicurarsi che nessuno si fosse rotto niente, tuttavia, all’improvviso, un “Oh-oh…” a dir poco sinistro di Nishinoya fece gelare a tutti il sangue nelle vene.
Nel parapiglia generale, il nodo che teneva su il gigantesco vischio era appena volato per l’aria!
 
And this year I will fall
With no worries at all
'Cause you are near and everything's clear
You're all I need
Underneath the tree
 
Kageyama non era un bugiardo.
Sua madre gli aveva insegnato che mentire era una cattiva azione e una mancanza di rispetto verso il prossimo, per cui Kageyama si era sempre prodigato a dire la verità, anche quando essa poteva risultare difficile, spigolosa o diametralmente antipatica.
Però omettere determinate informazioni non era mentire.
Giusto?
Cioè, lui sapeva benissimo com’era fatto un vischio.
E sapeva anche che - secondo quella stupida usanza tanto amata dalle commedie rosa americane- chiunque si ritrovasse sotto la celebre piantina, avrebbe dovuto scambiarsi un bacio sulle labbra.
Quello che non aveva capito era perché, da circa due settimane, sembrava scorgere quel maledetto simbolo ovunque si girasse, ma quella era una storia su cui preferiva non soffermarsi…
Il punto era che, se Hinata non se ne accorgeva perché era un idiota costantemente con la testa tra le nuvole, e addirittura scambiava quel vischio gigantesco per un albero di Natale al contrario – che imbecille patentato! - chi era lui per contraddirlo?
Perché doveva fargli notare quella cosa?
Perché doveva dirgli la verità?
Era più facile far finta di niente!
Così come era più facile reprimere quello strano calore alla bocca dello stomaco ogni volta che portavano a termine una azione con successo e Hinata lo guardava con un’espressione di pura felicità negli occhi di ambra; così come era più facile scacciare quella voglia inspiegabile di cercarlo, di tenerlo vicino che ultimamente non lo lasciava in pace nemmeno un secondo oppure zittire quei pensieri imbarazzanti, intrusivi che a tradimento gli sussurravano "bacialo… bacialo… bacialo…”, invece di farsi strane domande.
Sì, tacere e lasciare tutto come stava: era quella la cosa giusta da fare.  
Stava pensando proprio questo, Kageyama Tobio, quando all’improvviso vide il gigantesco arbusto appeso alla parete, venir giù proprio sulla testa di Hinata, in un tripudio di bacche, fiocchi e purpurina.
Fu istintivo, “Attento!” urlò il ragazzo, mentre con una mano afferrava il polso dell’altro corvo e lo tirava verso di sé, per evitare che venisse travolto da quell’enorme affare verde.
“Oddio! Stavo per morire! Stavo per essere ucciso dal Natale!” piagnucolò Hinata, non appena fu in salvo, fissando il cadavere del vischio sul pavimento sfarfallando le ciglia in un evidente stato di shock.
“Macché dici, idiota! Al massimo poteva ferirti mica ucciderti!” protestò subito Kageyama.
“E hai detto niente?! Guarda che ci tengo alla pelle! E poi… tu come avresti fatto?”
“A fare cosa?”
“A stare senza di me.”
Kageyama era abbastanza convinto che Hinata non avesse pronunciato quella frase con cognizione di causa, tuttavia entrambi, dopo un istante di silenzio, immersero i propri occhi gli uni negli altri. Fu in quel momento che Kageyama si accorse non soltanto di non aver mai lascio il polso di Hinata, ma di avergli addirittura circondato il bacino con un braccio e di star tenendolo stretto al proprio petto, con il respiro di entrambi che entrava e usciva a un ritmo incostante e irregolare – che si fosse accorto prima di loro quanto erano vicini?
“Kageyama…” soffiò fuori il giovane centrale, e il suo viso era bello come non era mai stato prima di allora, colorato di rosa sulle guance e con le labbra schiuse, appena appena screpolate dal freddo dell’inverno.
“Quello era un vischio, baka, non un albero di Natale.” puntualizzò Kageyama, ma non attese alcuna risposta dall’altro ragazzo, semplicemente schiuse le palpebre e lo baciò con dolcezza, lentamente.  
Quando Hinata sorrise sulla sua bocca, circondandogli il collo con le braccia sottili e approfondendo il contatto, il cuore dell’alzatore fece un triplo salto mortale, rimbalzò dai piedi alla testa e poi ancora, in picchiata, per tutta la superficie del suo scheletro.
 
You're here where you should be
Snow is falling as the caroles sing
It just wasn't the same
Alone on Christmas day
Presents, what a beautiful sight
Don't mean a thing if you ain't holding me tight
You're all I need underneath the tre
e
 
Da qualche parte, sopra le loro teste, una voce – il senpai Tanaka, possibile? - parve lanciare un grido di giubilo, che si perse nell’aria. Di nuovo immerso nel silenzio, tuttavia, col corpo caldo di Hinata premuto contro il proprio, Kageyama decise di non dar peso alla cosa.
Forse, si disse, era soltanto un'altra stupida, incomprensibile, magia del Natale.
 
And then one day everything changed
you underneath, underneath the tree!
 
 
NOTE AUTORE
Buon Natale Bennina del mio cuore!!
Lo so, probabilmente sei giunta fin qui a suon di eclatanti: “WTF?!”, ma questa totale e completa baggianata è l’unica cosa che la mia mente è riuscita a partorire… PER FARTI COMPRENDERE COME STIAMO MESSI QUI!! Spero tanto che, se non altro, ti abbia strappato una risata!
 
Tantissimi auguri di Buon Natale, stellina!
Non smettere mai di brillare!
Violet Sparks  :)
 
Ps. Le strofe inserite nel testo appartengono alla canzone Underneath The Tree di Kelly Clarckson! Scusa teso, avrei voluto usare la canzone che mi avevi suggerito tu, ma non era molto adatta al tenore della storia ahaha
 
 
   
 
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