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Autore: LadyOfMischief    31/12/2022    3 recensioni
La sguardo colmo di meraviglia di Merrin lo fece sorridere, era bello vederla così spensierata e di buon umore, aveva sofferto tanto come lui ed entrambi avevano appena ricominciato a ‘vivere’, anche se il periodo non era dei più rosei per la galassia.
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Genere: Avventura, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Prompt: 11. «Guarda, nevica! Non avevo mai visto la neve in vita mia, è bellissima!»


 

 

Essere ricercati dall'Impero rendeva piuttosto difficile all'equipaggio della Stinger Mantis trovare posti in cui fare rifornimento di carburante e provviste, pochi luoghi si potevano definire indipendenti ma persino in quei casi era meglio essere prudenti perché non ci si poteva fidare di nessuno. Per la cospicua somma di crediti che l'Impero offriva come ricompensa per la loro cattura era meglio mantenere un profilo basso, di per sé era già sospetto il fatto che l'unica forma di pagamento che potevano permettersi era il baratto di cimeli e affetti personali, che coprivano appena i costi del carburante, ma era tutto ciò che potevano permettersi.
La nave era nuovamente quasi a secco, dopo una fuga di fortuna da Lothal, e l'unico posto nel settore Bryx che Greez riteneva adeguato alle loro esigenze era Kijimi, perciò erano atterrati appena fuori città per evitare un'eventuale registrazione e identificazione della nave allo spazioporto, anche se quel luogo – a detta di Greez – era un covo dell'illegalità, tuttavia nessun membro dell'equipaggio aveva intenzione di rischiare e su suggerimento di Cere avevano scelto una zona isolata dal resto della città.
I quattro viaggiatori si erano riuniti attorno all'olotavolo che mostrava una mappa della città, costruita su tre livelli connessi tra loro da larghe gradinate in pietra

“L'officina di Irek dovrebbe trovarsi qui” Greez indicò un piccolo edificio al secondo livello, proprio nei pressi dei gradini “Sempre che sia ancora vivo”

“Non sai se questo tuo conoscente sia vivo? Avresti potuto dircelo prima” Cere sembrò quasi fulminare Greez con lo sguardo, cosa che capitava abbastanza di frequente poiché il pilota era solito ricordare soltanto in un secondo momento dettagli importanti come quello.

“Non pensiamo al peggio, il piccoletto è un tipo tosto” si affrettò a dire il pilota, che non avrebbe mai ammesso di nutrire un briciolo di timore nei confronti dell'ex maestra Jedi.

“Giusto, dobbiamo essere ottimisti” aggiunse Cal.

“Piccoletto?” chiese Merrin nello stesso momento, assumendo un'espressione piuttosto perplessa.

“Irek è un anzellan, ce ne sono parecchi qui ma lo riconoscerete facilmente, indossa sempre una spilla a forma di fiamma verde” spiegò il pilota, anticipando il fatto che non sarebbe andato con loro “Mi deve un favore, ditegli che vi mando io e non avrete problemi per il pagamento”

“E sei sicuro che si ricorderà di questo favore che ti deve?” intervenne Cere.

“Più o meno” l'ex maestra sospirò e poi scosse la testa, mentre Cal e Merrin soffocarono una risata osservando quella scena, a volte il giovane Jedi aveva quasi l'impressione che Greez fosse un bambinone che si divertiva a far esasperare Cere.

“Sarà meglio che andiate prima che faccia buio, questo posto brulica di delinquenti e preferirei restarci il meno tempo possibile” dichiarò Cere.

“Faremo in fretta” le promise Cal, nemmeno a lui piaceva l'idea di trascorrere troppo tempo in un luogo non sicuro, se qualcuno li avesse riconosciuti o avesse capito la loro vera identità avrebbe potuto allertare l'Impero e riscuotere la taglia sulle loro teste, proprio com'era successo a Lothal e se erano riusciti a fuggire era stato soltanto grazie a BD-1 che era riuscito a manomettere le porte della bottega presso cui avevano fatto acquistato provviste, così da fargli guadagnare un po' di tempo per raggiungere la nave.
Le strade di Kijimi erano piuttosto dispersive, ogni edificio sembrava identico all'altro – persino nei colori – e molti non avevano neppure insegne o cartelli a indicare che tipo di attività fosse, in aggiunta a ciò era tutto estremamente caotico. C'era un viavai di persone, quasi tutte armate, che entravano e uscivano dalle botteghe con aria guardinga, altre che si radunavano all'esterno delle taverne – nonostante l'aria gelida – e altre che avevano allestito dei banchetti improvvisati per vendere la propria merce. Cal era abituato al baccano, aveva trascorso gli ultimi cinque anni della sua vita a lavorare al cantiere di Bracca e lì il silenzio era soltanto un concetto astratto, al contrario Merrin non era affatto abituata a quel trambusto perché aveva trascorso gran parte della propria vita da sola a Dathomir, con unica compagnia un Jedi corrotto e affamato di potere che l'aveva manipolata.

“Non mi piace questo posto, sono tutti armati” mormorò la giovane strega che stava camminando al suo fianco, non era un segreto che lei disprezzasse le armi poiché tutta la sua gente era stata sterminata dalle droidi-armate del Generale Grievous.

“Nemmeno a me piace, ma credo che siamo arrivati” le disse Cal indicando una scalinata in pietra identica a quella che avevano sulla mappa olografica.

“Bene, se saremo fortunati nessuno ci sparerà contro per pareggiare i conti in sospeso di Greez” scherzò Merrin, per chi non la conosceva era difficile capire quando stesse scherzando e quando fosse seria, ma lui la conosceva bene da cogliere il suo senso dell'umorismo.

“Se le cose si mettono male abbiamo BD a coprirci le spalle” il droide in questione era ben nascosto nella borsa a tracolla del Jedi, era troppo rischioso andarsene in giro con BD appollaiato sulla sua spalla come faceva di solito, qualcuno avrebbe potuto riconoscerlo e li avrebbe identificati.
I due salirono i gradini confondendosi tra le altre persone che si aggiravano tra un livello e l'altro, alcuni di loro indossavano mantelle con un cappuccio esattamente come loro due, altri invece indossavano vere e proprio armature con tanto di caschi per celare la propria identità. Da quel punto di vista era positivo che in quel posto ci fossero criminali e fuggitivi di passaggio perché era più facile mescolarsi tra loro senza destare troppi sospetti tra la gente del posto, se tutto fosse andato secondo i piani anche loro sarebbero apparsi semplicemente come dei visitatori.
Proprio come indicato da Greez l’officina era appena accanto ai gradini, sul lato sinistro, e se non fosse stato per l’insegna in metallo arrugginita – e con alcuni segni di colpi di blaster – probabilmente nessuno l'avrebbe mai notata. 

“Ora comprendo perché Greez non sapeva se il suo amico fosse ancora vivo” commentò Merrin indicando i segni di blaster sull'insegna. 

“Già, questo non per niente è incoraggiante” Cal si avvicinò comunque alla porta, un semplice pannello di metallo arrugginito dotato di un interruttore, non avendo altre opzioni a sua disposizione. Non appena premette l’interruttore la porta si aprì cigolando e un forte odore di rhydonio gli invase le narici ancor prima di entrare, confermandogli che quello era decisamente il luogo indicato da Greez.
I due varcarono la porta, l’interno dell’officina era scarsamente illuminato da luci azzurrognole e la puzza del carburante era ancora più intensa, cosa che fece tornare in mente a Cal il suo lavoro al cantiere di Bracca, dove spesso demolivano navi ancora piene di carburante e andava estratto prima di cominciare la demolizione. Il caos che regnava lì era difficile da descrivere a parole, c’erano componenti meccanici, cavi e altre cianfrusaglie sparse in ogni angolo di quel minuscolo edificio, persino sul pavimento.
Un piccolo anzellan stava trafficando con dei pezzi di ferraglia su un bancone da lavoro, borbottando qualcosa in una lingua che Cal non riconobbe e capì che comunicare con lui sarebbe stato un problema.

“Irek?” chiese incerto alla creaturina che gli stava dando le spalle, per cui era impossibile verificare se indossasse o meno la spilla.

“Kyoe volghoe hal cnous? [1]” replicò l’anzellan senza neppure voltarsi, tuttavia Cal non comprese ciò che aveva detto.

“Tu riesci a capire questa creatura?” bisbigliò Merrin, che, chiaramente non comprendeva quella lingua.
Cal scosse il capo, conosceva alcune lingue oltre al basic [2], ma nessuna di quelle somigliava anche solo vagamente a quella parlata del meccanico ed era la prima volta che si imbatteva in un anzellan. Neppure BD-1 sarebbe stato d’aiuto in quella circostanza poiché non rientrava nella sua programmazione fare da interprete, quella era una prerogativa dei droidi protocollari, tuttavia dovevano trovare un modo per comunicare con il presunto amico di Greez.

“Siamo amici di Greez, lo conosci?” tentò Merrin con un approccio più diretto.

“Greez? Ghey gioo ganaloe dhiskiloe viv? [3]” finalmente la creatura si voltò e la spilla menzionata da Greez spiccava sulla giacca marrone indossata dal meccanico, confermandone l’identità. Era un piccolo passo avanti, ma restava comunque il problema della comunicazione e Cal non aveva la minima idea di come abbattere quella barriera linguistica.

“Greez, amici” confermò il Jedi, sperando di non aver messo il pilota in ulteriori guai.

“Minni culdi lin sikn pavor [4]

“Così non andremo da nessuna parte” disse Merrin leggermente irritata, la pazienza non era il suo forte e in situazioni come quella tendeva a perdere la calma, ma Cal non gliene faceva una colpa perché sapeva quanto potesse essere difficile adattarsi e per Merrin tutto era una novità, anche i piccoli inconvenienti come quello.

“Forse ho un’idea” Cal ricordò del tanfo di rhydonio appena entrati nel negozio, il che voleva dire che c’era qualche contenitore nei paraggi, se lo avesse indicato ad Irek forse avrebbe capito che avevano bisogno di carburante.

“Ghey vali dek pkoe gioo pavor? [5]” chiese il meccanico rivolgendogli uno sguardo colmo di panico, qualunque cosa fosse successa con Greez doveva avergli lasciato un brutto ricordo, ma non erano lì per questo.
Cal ignorò il meccanico e aprì la borsa per permettere a BD-1 di uscire e posarsi sulla sua spalla, con una scansione del droide sarebbe stato facile individuare ciò di cui aveva bisogno.

“BD ho bisogno di una scansione, cerca del rhydonio” il droide non se lo fece ripetere due volte e cominciò a scansionare l’interno dell’officina. Il droide si soffermò ad analizzare un cumulo di casse e contenitori vuoti sparsi sul pavimento, poi emise un beep acuto.

“Grazie amico” il Jedi accarezzò la testa del droide, un gesto che BD-1 sembrò apprezzare poi rivolse nuovamente la sua attenzione ad Irek “Greez ha bisogno di quello” gli disse indicando un contenitore scoperchiato sul pavimento.

“Gioo ghey wokel pavor? Minni vl dhon vali ghrulajoe boski [6]” Irek si portò due dita alla bocca e fischiò, pochi secondi dopo cinque droidi-meccanico sbucarono da dietro una tenda che separava quell’area dal retro bottega, l’anzellan gridò loro qualche parola nella sua lingua e i droidi tornarono da dov’erano venuti.

“Cos’erano quelli?” gli chiese Merrin riferendosi ai droidi.

“Droidi-meccanico, aiutano nelle riparazioni e svolgono piccole mansioni, li puoi trovare in quasi tutte le officine”

“Sembrano utili, Greez dovrebbe prenderne qualcuno per la Mantis”

“Dubito che lascerebbe toccare la Mantis a qualcuno che non sia lui, non si fa aiutare nemmeno da me per le riparazioni”

I cinque droidi fecero ritorno trasportando a fatica un grosso contenitore dotato di manico identico a quelli che c’erano in giro, forse Irek aveva preso troppo alla lettera le indicazioni di Cal perché un contenitore del genere poteva contenere abbastanza carburante da rifornire due navi o uno addirittura Star Destroyer, inoltre sarebbe stato difficile per lui e Merrin trasportarlo fino alla Mantis senza dare nell’occhio, non era certamente un oggetto discreto.

“Lin hai zal vae pkoe liver! [7]” esclamò Irek indicando l’oggetto, poi fece un gesto con la mano e i droidi posarono il contenitore ai piedi di Cal.

“Ehm…grazie” disse perplesso il Jedi mentre si chinava per prendere il contenitore, anche se era più che sicuro che l’anzellan non poteva capire ciò che gli aveva appena detto.
Il meccanico voltò nuovamente le spalle ai due e tornò al proprio lavoro come se nulla fosse, un gesto che valeva più di ogni parola e che Cal interpretò come un “Per me la faccenda si chiude qui, sparite”. Era stato più facile del previsto e per una volta le cose erano andate per il verso giusto, anche se era presto per cantare vittoria visto che dovevano ancora lasciare la città.

“Non possiamo vagare per le strade con questo contenitore, è troppo sospetto” gli fece notare Merrin, per un attimo Cal si chiese se lei fosse in grado di leggere la mente altrui o se fosse soltanto una coincidenza il fatto che lei avesse espresso ad alta voce ciò che lui aveva pensato poco prima.

“Dovremmo coprirlo con qualcosa” concordò Cal.

“Posso fare di meglio” Merrin gli rivolse un sorrisetto beffardo, cosa che faceva di rado, e passò una mano avvolta da un’aura verde sul contenitore, che si tramutò all’istante in una scatola di ferraglia e rottami; il Jedi sapeva che in realtà quella fosse soltanto un’illusione generata dalla magia della sua amica, ma ne rimase comunque stupito.
 

“Mi piace come ragioni” scherzò lui, anche se lo pensava davvero.

I due uscirono dall’officina più tranquilli sapendo che difficilmente qualcuno li avrebbe importunati per dei rottami, nel breve lasso di tempo in cui erano stati all’interno la temperatura si era abbassata ulteriormente, ma questo non aveva scoraggiato i mercanti dei vari banchetti sparsi per le strade. Kijimi sembrava un luogo in cui l’Impero non esisteva, in cui non aveva alcun significato e sia gli abitanti che i visitatori si comportavano come se esistesse ancora la libertà nella galassia, forse quel posto non era così male come sembrava.
Merrin si fermò di colpo in mezzo la strada e Cal per poco non le finì addosso, all’inizio non ne capì il motivo ma poi lei si voltò verso di lui e gli mostrò il palmo della mano in cui aveva raccolto alcuni fiocchi di neve

“Guarda, nevica! Non avevo mai visto la neve in vita mia, è bellissima!” esclamò lei entusiasta, Cal non si era nemmeno reso conto che avesse cominciato a nevicare perché era assorto nei propri pensieri e per lui non era una cosa così insolita, tuttavia per Merrin era la prima volta e se sapeva cosa fosse la neve era soltanto perché lui le aveva raccontato di Illum. La sguardo colmo di meraviglia di Merrin lo fece sorridere, era bello vederla così spensierata e di buon umore, aveva sofferto tanto come lui ed entrambi avevano appena ricominciato a ‘vivere’, anche se il periodo non era dei più rosei per la galassia. In cuor suo Cal sperava che ci potessero essere più momenti di serenità e spensieratezza come quello, sperava di poter mostrare a Merrin la galassia e vederla così felice nel scoprire cose nuove per lei, come la neve.

 

Spazio Autrice:

Questo è il mio regalo di fine anno per tutti voi cari lettori e care lettrici, ci tenevo a chiudere l’anno con qualcosa di nuovo e ringraziarvi per ogni recensione che avete lasciato alle mie storie, per me sono una grande fonte di motivazione e di conforto. Auguro a ognuno di voi un anno ricco d’ispirazione, di opportunità e tante cose meravigliose e spero di poter condividere con voi tante nuove storie e proseguire quelle vecchie.

BUON ANNO A TUTTI 

Note:

Purtroppo non esiste un traduttore per la lingua degli anzellan perciò ho usato un’altra lingua dell’universo di Star Wars (il proto-basic)

[1] “Chi vuole saperlo?”

[2] La lingua equivalente all’inglese, parlata un po’ da tutti gli abitanti della galassia

[3] “Quella canaglia è ancora viva?”

[4] “Gli devo un favore”

[5] “A Greez serve carburante? Io ce l’ho”

[6] “È questo il favore? Vi darò il carburante allora”

[7] “È tutto vostro, gratis!”

 
   
 
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