Cadono stelle

un, due, tre,

cadono stelle 

a infrangere il silenzio

Sei troppo serio.

Sua madre lo ripete tra una giravolta e una risata, un bicchiere perennemente stretto fra le dita eleganti su cui gli anelli si alternano con ritmo ipnotico.

Lei crede di poter ingannare anche suo figlio con quella sua recita di sorrisi frivoli e giochi sussurrati, ma Blaise non è uno sciocco. Blaise sa leggere il calcolo preciso che sostiene ogni suo sorriso, e sa benissimo che i giochi di sua madre servono solo a far cadere ai suoi piedi l’ennesimo uomo.

Sei troppo serio.

Ogni tanto lo ripete qualche compagno di Casa, la voce un ibrido di rimprovero e noia.

A Blaise viene difficile tenere il passo dei suoi compagni, perché i giochi lo annoiavano già quand’era un bambino: gli strati di cartapesta e sospiri che compongono gli amori di prova degli adolescenti lo lasciano indifferente. Non si presta a quei giochi inutili e incassa i rimbrotti degli amici con una gelida alzata di sopracciglio.

un, due, tre

cadono stelle assieme alle risate

È troppo sciocca.

Lo dicono tutti, di Lavanda Brown.

Blaise non ha mai tollerato il manto di stupidità che lei si cuce addosso: risatine per la trama e pettegolezzi per l’ordito, un Incantesimo Scudo non sarebbe altrettanto efficace per convincerlo a starle il più lontano possibile.

È troppo sciocca.

Blaise se lo ripete ogni volta che la vede infatuata di un ragazzo diverso.

È così sciocca che Blaise è convinto che non dovrebbe nemmeno impegnarsi per diventare l’oggetto delle sue risate e dei bisbigli scambiati a gote rosse con la sua amica. Se solo gli interessasse giocare con una bambina.

un, due, tre, 

è una notte senza stelle

Non c’è più spazio per niente, nemmeno per l’aria.

Ogni giorno respirare è un po’ più difficile, quando la guerra è l’unica cosa a scandire i secondi e i minuti e le ore.

Blaise si tiene stretto il suo sguardo serio e nasconde dietro una maschera impassibile il dolore nel petto che ha il sapore di un’angoscia a cui non vuole dare nome.

Il mondo è troppo serio, e Blaise è troppo sciocco.

Lavanda sorride e si lascia baciare e arrossisce e racconta di futuri che ha disegnato nelle stelle. Blaise la lascia parlare: non gli importa di ascoltarla davvero, gli importa solo la frivolezza di una ragazzina sciocca che con la sua leggerezza si staglia sul profilo della guerra.

Ogni giorno che passa Lavanda ride un po’ di meno e crede un po’ di più che le stelle siano in cielo solo per illuminare un campo di battaglia da cui lei non ha intenzione di fuggire – non puoi essere tanto sciocca, Blaise vorrebbe urlarlo, ma non ha nemmeno quel coraggio.

un, due tre, 

fauci di lupo 

polvere di stelle

La pace porta soltanto stelle sbriciolate e giochi per sempre perduti.

Note:

Pacchetto ideato da VigilanzaCostante: Lavanda Brown/Blaise Zabini

Indicazione: Blaise usa la sua bellezza e il suo fascino come arma a doppio taglio, e quello con Lavanda era iniziato come un gioco, quando durante la guerra nessuno ha voglia di giocare.

Questa challenge per me è stata un’impresa titanica, perché la maggior parte dei pacchetti che mi sono capitati, per quanto molto interessanti, ruotavano attorno a coppie e dinamiche che proprio si allontanano da ciò che voglio scrivere. 

Ho quindi ripiegato su Blaise e Lavanda che, ahimé, sono due personaggi che non mi hanno mai stimolata più di tanto: ho idee confuse su di loro, non ho headcanon che li riguardino, insomma, sono stati un po’ un salto nel buio, ma è stato stimolante provare comunque ad andare oltre i miei confini.

Non sono sicura di aver reso al meglio il pacchetto, soprattutto la parte riguardante il fascino di Blaise come arma a doppio taglio, che quindi dovrebbe implicare anche un momento in cui questo gli si ritorce contro: ho immaginato che affascinare Lavanda gli sia facilissimo, e questo si trasformi in un’arma nel momento in cui lui si ritrova a tenere a lei più di quanto si sarebbe aspettato, soprattutto dopo l’esito della battaglia (dove, pur mantenendo l’ambiguità del finale dei libri, credo si possa legittimamente immaginare che anche una sua eventuale sopravvivenza non sia senza gravissime conseguenze).