Serie TV > Altro
Ricorda la storia  |      
Autore: Asmodeus    02/01/2023    1 recensioni
[Prisma]
Andrea/Daniele|Post S1 ending
Andrea e Daniele arrivano finalmente a Ninfa e vi trascorrono l'intero pomeriggio, tra tazze di cappuccino e gonne verdi a balzi.
[Dal testo:]«Hai altro da fare oggi?», gli aveva sorriso Daniele, voltandosi a guardarlo con uno sguardo rassicurante, un invito a raggiungerlo lì dov’era. «Guarda che puoi avvicinarti, mica te magno…»
~ Scritto per la Maritombola 13 di Lande di Fandom, prompt 76: Una gonna verde a pieghe e una tazza di cappuccino.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Cappuccini e gonne verdi

 
Andrea ha gli occhi fissi sulla tazza di cappuccino ancora caldo - si perde tra le volute di fumo e spera che nascondano il rossore sulle sue guance e che l’imbarazzo svanisca nell’aria seguendo l’aroma del caffé.
 
Daniele era sceso a Ninfa, poco dopo che lui aveva messo la loro canzone - e quando lui l’aveva seguito, per un bel po’ non avevano fatto altro che camminare senza parlare, Daniele avanti e Andrea poco più indietro.
Sassi e polvere, le loro scarpe avevano macinato diversi metri prima che Daniele si fermasse per affrontarlo, dandogli le spalle - un gesto che Andrea aveva interpretato subito come un rifiuto, prima che dalle labbra del ragazzo non uscissero domande su di lui, ma semplice curiosità sul perché aveva scelto proprio Ninfa per incontrarsi.
«Storia lunga, Dani…», aveva provato a glissare lui, quasi rifiutando quell’appiglio che l’altro gli stava offrendo, senza risultato.
«Hai altro da fare oggi?», gli aveva sorriso Daniele, voltandosi a guardarlo con uno sguardo rassicurante, un invito a raggiungerlo lì dov’era.
«Guarda che puoi avvicinarti, mica te magno…»
 
Andrea gli aveva raccontato della storia che leggeva con suo fratello da piccolo, la leggenda di Ninfa che usciva con naturalezza dalla sua bocca nascondendo l’ansia che provava e l’imbarazzo che rischiava di farlo inciampare su ogni sillaba.
Daniele era attentissimo, eppure aveva mostrato una nonchalance rara, godendosi il parco e interrompendo qua e là il racconto non per sgarbo o distrazione, ma per stupore davanti alla bellezza del luogo in cui Andrea lo aveva portato.
 
«Beh, che c’è? Il gatto t’ha magnato la lingua?»
Daniele è diretto anche ora, e continua a sorridere - come se non gli pesasse tutte le parole che si sono detti al parco, nessuna in realtà volta ad affrontare l’elefante nella stanza.
Andre arrossisce, ma non c’è più vapore che esce dalla tazza a nasconderlo e deve farsi coraggio.
«Mi vuoi spiegare che hai?» chiede, come se non fosse già chiaro che quella situazione non è normale, che c’è così tanto da tirare fuori e di cui parlare che non basterebbe una vita per spiegarsi.
Andrea lo scruta da sopra la tazza - poi se la porta alla bocca per tardare ancora un po’, facendo spallucce come a giustificarsi con un “Bevo sennò si fredda…”
Ma la tazza pare vuota e il cappuccino poco, perché in un attimo ha le labbra che tastano in cerca di un liquido che non c’è già più, e l’ultimo appiglio a cui aggrapparsi per fuggire è infine svanito.
«Io… Penso di doverti delle spiegazioni per…», balbetta, cercando ogni briciola di coraggio dentro di sè, e mentre posa la tazza spera che il cappuccio gli abbia fornito qualche grammo extra di cuor di leone.
«Andre, mi hai già spiegato tutta la storia del parco, e dei Caetani e tutto il resto!», sbuffa fintamente scocciato Daniele, allungando una mano a sfiorare la sua sinistra che ancora regge la tazza - ed un brivido corre alla sua schiena, come se Daniele fosse un fuoco bollente che rischia di scottarlo.
«Insomma, sei bravo a parlare e ti ascolterei per ore, ma… Non proccuparti se non ricordi l’ultimo minuscolo dettaglio sul villaggio medievale o la sua leggenda. Davvero».
Daniele nasconde la serietà col suo sorriso, la salvezza dietro a quella maschera di risposta. Come se gli dicesse che non c’è niente da spiegare e che tutto è già chiaro - o se non lo è, lo sarà a tempo debito. Le parole non contano quando è stato già altro a parlare.
 
Daniele ha gli occhi fissi sulla gonna verde a pieghe che Andrea gli mostra dal suo telefono - una delle tante foto che doveva finire sul profilo fake e che invece è ancora rimasta intrappolata dentro al rullino del gemello.
«Sai che è davvero molto bella questa?», butta lì con naturalezza, come se fosse la cosa più normale del mondo - anche se per costringere Andrea a fargli vedere quelle foto c’era voluta tutta la sua tenacia e soprattutto una dose di autocontrollo infinita per tenere in fila quello che sente dentro.
Andrea arrossisce, per l’ennesima volta in quel pomeriggio, e Daniele non riesce a non pensare che è davvero infinitamente bello quando lo fa - e che quella gonna addosso all’altro calza come un guanto.
«Potresti, ecco… mandarmela, per favore?», chiede poi a ruota libera la sua lingua, avanti anni luce mentre il suo cervello sta tirando il freno a mano sulla marea di sensazioni e pensieri che gli affollano la mente da quando Andrea è salito sul bus con lui.
L’altro sobbalza, intimorito, ma Daniele mette le mani avanti per non farlo pensare male.
«Se non vuoi non c’è problema eh! Tranquillo!», aggiunge subito, «Ma… Sei proprio… fregno, ecco. Tanto».
Stavolta è Daniele ad arrossire e a mordersi la lingua nel tentativo di fermarla in quella corsa pazza verso un burrone, ma la risata un po’ imbarazzata e un po’ lusingata di Andrea rintocca dentro di lui.
«Nessuno m’aveva mai dato del fregno con questa addosso, sai?»
Sembra essersi finalmente sciolto, come se quel pomeriggio fosse qualcosa che hanno fatto da sempre e nessuno di quei non detti tra loro importasse davvero - è Daniele a volere che sia così, oggi, e Andrea sembra finalmente averlo capito.
Ci sarà tempo per pensare ai significati e alle definizioni, per sistemare in fila i pensieri e allineare le cose per rischiararle con la ragione. Adesso il freno a mano rallenta il cuore e quando riesce morde la lingua, di più non può fare - e ogni tanto, blocca le sue gambe dal fuggire via spaventato e le sue mani dall’abbracciare Andrea innamorato.
«Perché? Chi t’altri t’ha visto con questa addosso?», domanda fingendosi geloso, mettendo il muso quasi - eppure è curioso, chi conosce il segreto dell’altro?
Andrea ride, per davvero e di cuore.
«Solo tu, tranquillo. E il mio specchio, ma lui non parla…»
«Meglio così», annuisce Daniele, aggiungendo per non essere frainteso: «Non voglio che altri ti diano del bono con quella addosso prima di me».
Entrambi scoppiano a ridere, seppellendo l’imbarazzo e sciogliendo la tensione. Hanno come trovato il loro equilibrio, pare, perché poi è tutto uno scoprire quegli scatti segreti con cui Andrea ha costruito quell’identità di cui lui si è innamorato, ma che ora è semplicemente un altro lato del ragazzo che Daniele vuole svelare passo dopo passo.
E più foto vede, più sente parlare Andrea, più Daniele capisce che qualunque domanda possa sorgere dentro di lui può davvero attendere e trovare da sè la propria risposta, perché Andrea è davvero bello - con la gonna verde come con gli altri vestiti femminili, ma anche così, in jeans e maglietta e più simile a lui di quanto pensasse.
Non è importante il perché siano finiti lì, a parlare di gonne verdi a pieghe davanti a un cappuccino bevuto già da un pezzo - ciò che conta è che il pomeriggio insieme vola come non ha mai fatto, e Daniele si sente leggero come non si sentiva da troppo tempo.
Si alzano che fuori il sole comincia già lentamente a calare, e l’orario dell’ultimo autobus ormai si avvicina.
«Meglio che andiamo. Abbiamo tempo, ma se lo perdiamo…», suggerisce Daniele alla casa mentre paga per entrambi. Uscendo, sfiora poi leggermente - inconsapevolmente? - la mano di Andrea, per qualche secondo di troppo ma senz’altra conseguenza se non un brivido che li percorre entrambi piacevolmente.
«Quanto ti devo?», balbetta Andrea, fingendo che non sia successo nulla sebbene le sue guance suggeriscano tutt’altro.
Daniele gli sorride e scaccia quel pensiero con la mano, e con un cenno del capo lo invita a riprendere il cammino insieme verso il bus.
L’andatura è calma e rilassata, e quando il bus arriva tornano a sedersi entrambi nei penultimi posti, stavolta uno a fianco all’altro e con gli auricolari condivisi fino all’ultimo momento possibile.
 
«Ci vediamo al prossimo allenamento?», gli domanda Daniele poco prima di arrivare alla fermata di casa, quando Andrea raccoglie le sue cose e si prepara a scendere. Poi aggiunge, quasi a cercare una scusa per giustificarsi ad eventuali domande d’altri: «Magari ti va di accompagnare tuo fratello, e poi abbiamo un pezzo nuovo da farti sentire…»
«Ci penso», sorride Andrea, per tenerlo sulle spine almeno a parole quando già non vede l’ora di replicare una giornata come quella. Fluttua a dieci centimetri da terra, come se tutto il peso degli ultimi mesi fosse ormai un fardello ormai dimenticato, gettato nel lago di Ninfa e finalmente non più suo.
Daniele storce le labbra in una smorfia di supplica, ma l’autobus è arrivato a destinazione e Andrea deve scendere - non prima di fargli un occhiolino attraverso il finestrino mentre le porte si chiudono e Daniele riparte verso la propria fermata.
 
Il telefono vibra pochi istanti dopo che Andrea svanisce dal suo campo visivo, lasciando spazio alla città che man mano si accende mentre il buio comincia ad avvolgere tutto nel suo abbraccio.
Daniele lo ha ignorato per tutto il pomeriggio, ma ora che Andrea non è più con lui e sente già la sua testa correre per conto suo - perché è tutto un fottuto casino e che come cazzo c’è finito lui in mezzo? - e la paura prova a prendere il sopravvento e la razionalità cerca di soppiantare i sentimenti - ecco, è il momento giusto per agganciarsi a qualcos’altro, fosse anche una stupida chat coi suoi amici e piena di notifiche.
Quando apre Whatsapp, però, la prima notifica che vede viene proprio da Andrea.
“Vale molto più di un cappuccino, ma se non lo dici al mio specchio geloso per me siamo già a posto così”, recita il messaggio. Sotto c’è la foto con la gonna verde a pieghe che Andrea gli ha mostrato quel pomeriggio, e Daniele non riesce a trattenere un sorriso.
“Mi sdebiterò allora 😘🤐”, risponde semplicemente, e il tragitto verso casa insieme solo ai suoi pensieri non è più un pericolo ora.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Altro / Vai alla pagina dell'autore: Asmodeus