Capitolo settimo
In questo piccolo spazio
In una piazza così grande
La mia vita mi sorprende
E mi riempie di domande
E tu non hai risposte
Ma sorridi al momento giusto
Da farmi incazzare e poi dal niente
Ridere di gusto
Mi fiderò delle tue labbra che
parlano
Che sembrano mantra e non ascolto nemmeno
Mi fiderò delle tue mani la notte
Che mi portano in posti che non conoscevo…
(“Mi fiderò” – Marco Mengoni,
Madame)
Per quanto possa apparire sorprendente e
fuori dall’umana comprensione, Daenerys seguì veramente il piano che era stato
abbozzato in modo delirante da Ramsay e poi rimesso insieme e organizzato più
razionalmente da Tyrion. La Regina dei Draghi, cavalcando Drogon e seguita da
Rhaegal, superò tranquillamente gli eserciti riuniti dei suoi uomini e degli
Stark e anche le mura di Approdo del Re. Ovviamente le guardie sugli spalti
iniziarono a lanciare frecce contro i draghi, ma non fecero loro neanche il
solletico e Daenerys era ben protetta in groppa a Drogon. I due draghi si
appollaiarono sulle mura della Fortezza Rossa e da lì Daenerys parlò alla gente
del popolo che si trovava riunita nella piazza.
Oddio, in realtà parecchi avevano cercato di
scappare vedendo arrivare quei due bestioni, ma quando si accorsero che i
draghi non attaccavano e che, anzi, in sella a uno di loro c’era una giovane
donna che voleva parlare, la gente prese a tranquillizzarsi e ad avvicinarsi
per ascoltare.
Potete immaginare quanto Ramsay avrebbe
voluto essere lì in quel momento? Purtroppo per lui non poteva partecipare e la
cosa lo aveva reso nervoso e malinconico. Si aggirava con un broncio lungo fino
ai piedi in mezzo agli uomini degli Stark, gli Immacolati e i Dothraki che
erano rimasti nell’accampamento davanti alla cittadella di Approdo del Re e
Theon si mise subito all’erta, perché sapeva bene che, quando Ramsay era di
cattivo umore, potevano accadere delle cose molto spiacevoli.
“Ramsay, sai bene che non saresti mai potuto
stare in prima fila mentre la regina Daenerys faceva il suo discorso al popolo
di Approdo del Re” cercò di spiegargli, confidando in una possibile reazione
del suo unico neurone. “Nessuno di noi può, in realtà: anche i soldati dei vari
eserciti sono rimasti alle porte della cittadella e il loro compito sarà
esclusivamente quello di aiutare le persone a uscire dalle mura proteggendole
dalle guardie di Cersei.”
Inaspettatamente lo sguardo di Ramsay si
illuminò. Dunque aveva capito davvero
quello che Theon aveva cercato di spiegargli? Incredibile ma vero…
“Quindi neanche il Re dei Cazzuti Jon-Bastardo-Snow-Targaryen è andato con lei? Anche
lui dovrà semplicemente aiutare la gente a scappare da Approdo del Re?” domandò
con un sorriso soddisfatto che gli andava da un orecchio all’altro.
“Certo che no. Anzi, Jon dovrà volare molto
basso in questo periodo, se vuole davvero essere fedele al giuramento fatto
alla Regina. Dovrà sembrare che Daenerys e solo Daenerys sia la salvatrice di
Approdo del Re e di tutti i Sette Regni” rispose Theon che, a dirla tutta, era
pure lui molto compiaciuto pensando che alla fine Jon non avrebbe raccolto
alcuna gloria. Sebbene non si esprimesse nei toni coloriti di Ramsay, anche
Theon non l’aveva mai sopportato, sempre perfettino e che faceva bene soltanto
lui! “Anzi, guarda, è proprio laggiù adesso, ad accogliere la carrozza degli
Stark che è appena arrivata, dunque non si occuperà neanche di proteggere i
cittadini di Approdo del Re.”
Era vero, la carrozza che portava Sansa, Bran
e Rickon era appena giunta, scortata da un nutrito gruppo di soldati guidati da
Brienne, e Jon era andato ad accogliere la sorella… sorellastra… beh, insomma,
quello che era!
A quella vista Ramsay scoppiò a ridere
divertito e il suo malumore svanì all’istante: vedere che anche il
maledettissimo Jon Snow non aveva alcun ruolo nella conquista di Approdo del Re
gli bastava e poteva anche soprassedere sul fatto di non poter vedere la
Fortezza Rossa che andava a fuoco, il che per lui era un sacrificio non
indifferente…
“Oh, il grande eroe deve fare da scudiero
alla sorella, lei sì che è una tosta, merita di essere la Lady di Grande
Inverno, mica come quel coglione che sa prendersela solo con i più deboli come me, che mi ha lussato la spalla che ancora mi fa male, lo sai che a
volte la notte mi si intorpidisce tutto il braccio? Ed è colpa sua, è colpa
sua, sai? Adesso almeno sta al posto che gli merita! E poi guarda, ci sono
anche i due fratelli minori, Rickon è solo un ragazzino ma quell’altro è
inquietante, io me lo sogno di notte e mi fa paura, non potevano lasciarlo a
Grande Inverno? Figurati, se c’era lui nessuno osava avvicinarsi o tentare di
assaltarlo, chi mai si avvicinerebbe a uno così spaventoso che ti dice le cose
strane e ti guarda con quegli occhi? Ma non c’è l’altra sorella, quella con le palle quadrate che ha fatto fuori il Re
della Notte?”
“Arya è… è arrivata con l’esercito degli
Stark qualche giorno fa insieme a Sandor Clegane, non ha viaggiato in carrozza”
riuscì a rispondere Theon in un attimo in cui Ramsay dovette fermarsi per
riprendere fiato.
“Ah, ecco, chissà se incontrerà Gendry in
mezzo ai soldati” commentò Ramsay che, a quanto pareva, adesso si interessava
anche ai pettegolezzi dei Sette Regni e chissà, magari un giorno avrebbe
diretto il primo Gazzettino scandalistico
di Westeros! “Quello è proprio scemo, le deve parlare e dirle che vuole
stare con lei e non rinchiuderla in un castello come Lady. Se non si sbriga a
farsi avanti finirà che qualcun altro gliela porterà via, magari proprio quel
Sandor Clegane con cui ha viaggiato!”
Theon non sapeva se mettersi a ridere o
strapparsi i capelli. Cioè, la regina Daenerys era davanti alla Fortezza Rossa
con i suoi Draghi, era un momento chiave per il futuro dei Sette Regni, chissà
se Cersei si sarebbe arresa o avrebbe preferito morire nella sua Fortezza e
chissà chi avrebbe regnato sul Trono di Spade… e Ramsay si preoccupava delle
eventuali relazioni tra le ragazze Stark e i loro spasimanti? Ma sul serio?
“No, non credo che Clegane si interessi ad
Arya, quando eravamo a Grande Inverno l’ho visto spesso parlare con Sansa e…”
suo malgrado il giovane Greyjoy doveva rispondere, tanto Ramsay non avrebbe
smesso di chiacchierare e fare domande.
“Ma dai, e tu non mi avevi detto niente? L’altezzosa
Lady Sansa potrebbe decidere di sposarsi con un semplice cavaliere? Beh, è
proprio vero che l’amore è cieco” disse Ramsay, che a quel punto aveva già
dimenticato anche la battaglia finale e la conquista del Trono di Spade.
Oh sì, l’amore è cieco, ma è anche sordo, scemo e
psicopatico visto che io, a quanto pare, mi sono innamorato di te e, nonostante
tutto, tu mi fai sentire importante, mi fai sentire bene e con te mi diverto, pensò Theon, però non lo disse perché come
dichiarazione d’amore non gli pareva tanto azzeccata e Ramsay avrebbe anche
potuto prenderla nel verso sbagliato: meglio non rischiare mai equivoci con
Ramsay Bolton!
“Beh, immagino che tu ora vorrai andare a
salutare i tuoi amici Stark” fece poi
il giovane Bolton con un tono a metà tra la stizza e la delusione. “In fondo,
anche se non lo sono, ti hanno accolto e ti considerano come se fossero la tua
famiglia, no?”
“È vero, ma dimentichi che Sansa ha riconosciuto
la tua importanza nel proteggere Bran e nel lottare contro gli Estranei e
quindi sono sicuro che vorrà salutare anche te” gli disse Theon in tono
paziente e dolce, cercando di smontare quell’assurda gelosia che sembrava
artigliare sempre Ramsay quando c’erano di mezzo gli Stark. “Vieni, andiamo
insieme a salutarli.”
In qualche modo Theon riusciva sempre a
rabbonire Ramsay, diciamo che ormai lo conosceva bene e sapeva come addomesticarlo. Così i due giovani si
avviarono insieme verso la carrozza degli Stark.
“Va bene, però io non voglio che Bran mi
parli, quello mi mette ansia!”
E, almeno per il momento, Ramsay poté stare
tranquillo visto che Bran era rimasto in carrozza ed era Sansa a monitorare la
situazione, seguita da Rickon, Brienne e alcune delle sue guardie. Fu molto
felice di vedere Theon e lo salutò con calore, salutò gentilmente anche Ramsay
(ormai aveva accettato il fatto che Theon se lo sarebbe portato sempre dietro,
ma aveva anche capito che il Ramsay attuale era del tutto innocuo!) e poi
chiese di poter parlare con i capi degli eserciti che erano giunti ad Approdo
del Re nei giorni precedenti per capire come evolveva la situazione. Sì,
decisamente una tipa tosta, in questo Ramsay aveva perfettamente ragione!
“Oh, ma che umiliazione deve essere per il
grande eroe Jon-Bastardo-Snow vedere
che non serve più a un accidenti: gli eserciti saranno guidati da Clegane, da
Brienne e probabilmente anche da Lady Sansa, la vera signora di Grande Inverno,
e magari prima di dare il comando a te preferiranno concederlo anche ad Arya.
Come ti senti, grande eroe? Facile
fare il prepotente con chi non sa combattere, come me, vero? Lo sai che mi fa ancora male la spalla che mi hai
lussato due anni fa? Ma, a parte quello, non hai saputo fare di meglio, vero?”
non avendo altro da fare, Ramsay aveva deciso di divertirsi un po’ a tormentare
Jon che era già tormentato di suo e, almeno stavolta, Theon lo lasciò fare, perché
anche lui a volte era un bello stronzetto e non gli dispiaceva troppo che
qualcuno rompesse le scatole al Bastardo dei Targaryen (e meno male che Ramsay
non si era lasciato sfuggire niente sulla vera identità di Jon, evidentemente
il suo unico neurone era tutto concentrato nello sforzo di non far sapere a
nessuno che anche Jon era un Targaryen, non fosse mai che qualcuno potesse
volerlo sul Trono di Spade!).
Jon, che già aveva diversi problemi per conto
suo, era esasperato e pensò che due anni prima avrebbe fatto meglio a lussargli
la testa, a Ramsay Bolton, così
adesso se ne sarebbe stato zitto, e già che c’era a eliminare anche quel leccapiedi di Theon che adesso si era
accaparrato tutta la simpatia e la gratitudine degli Stark, come se avessero
dimenticato che era stato lui a tradire Robb e a cercare di conquistare la
fortezza… ma, alla fine, quello era successo ormai tanto tempo prima e Jon, pur
non essendo un’aquila, doveva ammettere che Ramsay non aveva tutti i torti.
Theon e lo stesso Bolton ne avevano fatte di ogni, ma poi in qualche modo si
erano riscattati ed erano stati al posto giusto nel momento giusto, salvando
Bran e permettendo ad Arya di uccidere il Re della Notte, mentre lui dov’era? Si
era fatto spaventare da un Drago non-morto e non era riuscito a liberarsene,
arrivando sulla scena quando tutto era ormai risolto! E, sebbene avesse giurato
più e più volte la sua devozione e fedeltà alla Regina Daenerys, le lettere di
Varys lo avevano messo in una brutta posizione suo malgrado e Daenerys adesso
vedeva in lui un pericolo mentre, a quanto pareva, trovava divertenti e utili i
consigli di Ramsay Bolton e aveva stima di Theon Greyjoy…
Jon meditò sul fatto che la sua vita era
stata tutta un enorme fallimento… Chissà, forse avrebbe davvero fatto meglio a
tornare alla Barriera, quando tutto si fosse sistemato, almeno là era Lord
Comandante, a meno che nel frattempo non avessero scelto qualcun altro!
“Hai ragione tu, Ramsay, non sono servito a
niente in questa guerra e la Regina Daenerys merita di essere acclamata da
tutto il popolo” disse, sperando che questo bastasse a farlo stare finalmente
zitto. “Il mio ruolo è solo quello di guidare un contingente dell’esercito
degli Stark e adesso andrò a vedere se è tutto a posto e se hanno già iniziato
a evacuare le persone dalla cittadella, se non ti dispiace.”
“No, certo che no, vai pure, eroe” lo congedò Ramsay con una risatina
alla quale, dispiace dirlo, partecipò anche Theon. Eh, beh, alla fine quei due
qualche punto in comune dovevano pur averlo, altrimenti come avrebbero fatto a
stare insieme? E anche Theon era piuttosto maligno quando ci si metteva d’impegno.
Poi l’attenzione di Ramsay, che generalmente
vagava da una parte all’altra seguendo le circonvoluzioni del suo neurone,
venne attratta da Brienne di Tarth che aveva scortato la sua Lady e gli altri
Stark ma che, ora notava, era sola.
Beh? Che fine aveva fatto Jaime Lannister?
Ovviamente Ramsay non poteva resistere,
doveva soddisfare la sua curiosità a tutti i costi e poco importava che proprio
in quel momento si decidesse il destino dei Sette Regni: lui voleva sapere perché Jaime non era insieme a Brienne.
Insomma, sarebbe veramente potuto diventare un ottimo giornalista di tabloid o magari un opinionista del Grande Fratello VIP, se queste cose
fossero esistite già allora!
“Brienne di Tarth, benvenuta ad Approdo del
Re” la salutò. “Sono dispiaciuto però di non vedere Jaime Lannister al tuo
fianco. Gli è forse accaduto qualcosa?”
Theon non riusciva a star dietro ai continui
cambi di posizione di Ramsay e, alla fine, si era rassegnato a seguirlo e, caso
mai, a cercare di rimediare alle figure di merda che faceva e che faceva fare
agli altri, e anche in quel caso arrivò per secondo.
Brienne, comunque, non sembrava offesa, solo
molto rattristata.
“Ben trovati, miei Lord. Avete ragione, Jaime
Lannister non è qui, è… alla Barriera” rispose.
“Cosa??? Non avrà deciso di diventare uno di
quei corvi tristi e malinconici,
spero!” esclamò Ramsay con la solita diplomazia.
“No, almeno per il momento, e spero con tutto
il cuore che non prenda quella decisione” spiegò la donna. “Prima che gli
eserciti degli Stark partissero per raggiungervi, ha lasciato Grande Inverno
diretto alla Barriera e mi ha detto che era l’unica possibilità che aveva, che
non avrebbe combattuto al fianco di Cersei perché ormai si sentiva uno di noi,
ma anche che non sarebbe mai riuscito a combattere contro di lei… o a vederla morire, giustiziata dagli Stark, magari.
Credo che in realtà Jaime ami ancora Cersei e che, pur non facendo niente per
aiutarla, si sia reso conto che… che non può stare accanto a me. Forse alla
fine deciderà veramente di prendere il nero…”
“Ma insomma, sono tutti così coglioni qui?” esplose Ramsay, senza più
freni, facendo girare verso di sé metà dell’accampamento. “Prima Gendry e ora
Jaime. Meno male che sono io quello pazzo! Quell’idiota di Jaime Lannister è
andato alla Barriera invece di stare con te perché il suo cuore sanguina ancora
per quella zoccola della sua gemella?
A parte il fatto che mi ha sempre fatto anche schifo questa cosa dei gemelli
che scopano, ma non lo voglio dire troppo forte perché lo facevano anche i
Targaryen, però insomma, Jaime si è trovato una compagna perfetta, forte,
decisa, simpatica, intelligente, coraggiosa e anche non male di aspetto, se non
ti offendo, e la lascia per andare alla Barriera perché è ancora innamorato di
quella gran puttana di Cersei? Ma non
lo sa che, nel frattempo, quella si è fatta scopare anche da quel maiale presuntuoso di Euron Greyjoy, lo
zio del nostro Theon, qua? Per gli Dèi Antichi e Nuovi, che gente strana c’è al
mondo!”
E, così dicendo, Ramsay si allontanò
scrollando la testa disgustato, dopo una stretta di mano consolatoria a
Brienne. Ora tutto l’accampamento taceva e lo fissava, riflettendo sui
retroscena intriganti e inaspettati di quella battaglia; Theon lo seguiva con
le mani tra i capelli e una grandissima voglia di farsi bruciare dai Draghi di
Daenerys, mentre Brienne continuava a fissarlo.
Nessuno aveva mai difeso il suo onore né le
aveva mai detto delle cose così belle, anche se con la consueta mancanza di
tatto del giovane Bolton, e le sue parole avevano fatto rinascere in lei la
speranza. Chissà, forse Jaime avrebbe cambiato idea se avesse saputo che, in
sua assenza, Cersei si era concessa perfino a Euron Greyjoy, mentre lui
rischiava la vita contro gli Estranei?
Per la prima volta dopo giorni, Brienne
vedeva una possibilità di essere felice… e alla fine era tutto merito di Ramsay
Bolton!
Fine capitolo settimo