04/01/2023
2 recensioniDisclaimer: i personaggi appartengono a Hajime Isayama e a chiunque ne detenga i diritti legali, solo l’intreccio descritto rappresenta copyright dell’autrice. La storia non ha alcun fine lucrativo e nessun copyright si ritiene leso.
Nota di contesto: la storia è ambientata nel dicembre dell’anno 848: Colt ha sedici anni e Falco sei. L'anno di nascita di Colt (832) e quello di Falco (842) sono miei headcanon basati sulle informazioni presenti nel manga e alcune ricerche fatte online.
Nota di contesto: la storia è ambientata nel dicembre dell’anno 848: Colt ha sedici anni e Falco sei. L'anno di nascita di Colt (832) e quello di Falco (842) sono miei headcanon basati sulle informazioni presenti nel manga e alcune ricerche fatte online.
To the Moon and back
Uno spiffero dispettoso gli accarezzò il viso e un brivido fulmineo lo scosse da capo a piedi; Colt schiuse un po' le palpebre ancora pesanti di sonno e tirò il lenzuolo di flanella fino al mento. La camera era tenuamente rischiarata dai timidi raggi solari, che filtravano dalle imposte spalancate, e dalla strada giungeva il vivace vociare del vicinato. Sfregò la guancia sulla federa, inspirandone il buon profumo di pulito e guardò di sottecchi la sveglia malridotta ticchettare sul comodino. Le lancette segnavano meno due minuti alle otto e un'ondata di puro terrore lo travolse: l'istruttore Magath lo attendeva alle nove in punto e non avrebbe tollerato alcun tipo di ritardo.
Doveva sbrigarsi.
Con uno slancio da micio insonnolito si mise seduto sul bordo del materasso e stiracchiò le braccia in alto, sbadigliando rumorosamente.
Era giunto (purtroppo) il momento di alzarsi – ma qualcuno doveva aiutare con i preparativi per la Festa del Solstizio, no?
«Falco...» mormorò mentre si stropicciava gli occhi.
Un ovattato brontolio giunse dal fortino di coperte dove suo fratello si era barricato per la notte e Colt alzò lo sguardo al soffitto, sorridendo divertito: ogni mattina, far alzare Falco senza lamentele e piagnistei era un'impresa degna del Gigante Bestia.
«Avanti, pigrone! Se mi fai arrivare tardi in Accademia, scrivo al Guardiano dell'Inverno per dirgli di riprendersi i regali che ti ha lasciato questa notte» lo incalzò, iniziando a rovistare nel piccolo armadio che dividevano lui e Falco alla ricerca di qualcosa da indossare.
«Non lo faresti!» Falco scattò a sedere sul letto, i capelli scompigliati dal cuscino e le guance rosse dal freddo e dalla foga. «Non lo faresti mai e poi mai!» ripeté, incrociando le braccia al petto e incurvando le labbra in un adorabile broncio.
«Mettimi alla prova» ribatté Colt, sostenendo lo sguardo di sfida del fratellino.
Dopo una manciata di secondi Falco sbuffò con fare teatrale – come era solito fare quando non riusciva a spuntarla – e sgusciò fuori dal suo caldo giaciglio come una lepre da un cespuglio.
«Ehi ehi ehi, signorino!» Colt schioccò le dita per richiamare l'attenzione del fratello, intento a sbirciare dentro la calza di lana decorata con toppe colorate e ricami appesa al pomello di una delle imposte. «Le pantofole. Subito. Non voglio ripeterlo due volte.»
«Sei noioso, fratellone!»
«Mi ringrazierai quando non passerai l'intera mattina a casa Braun con il mal di gola e il naso smoccolante.»
«Che schifo!»
«Non c'è di che.» Colt agguantò il necessario per sé e per suo fratello e chiuse l'anta dell'armadio con un leggero calcio. «Avanti, andiamo a lavarci e a vestirci.»
«Quando potrò aprire i regali del Guardiano dell'Inverno?» chiese Falco, stringendogli la mano e iniziando a saltellare sul posto. «Sono troppo emozionato!»
«Mamma e papà verranno a prenderti a casa di Gabi dopo la fine del turno in fabbrica» rispose Colt sull'uscio della loro stanza. «Ricordi che oggi lavorano fino a mezzodì? Bene, entro l'ora di pranzo la tua curiosità verrà soddisfatta.»
«Devo aspettare così tanto?» Falco sgranò gli occhi e per lo stupore la sua bocca assunse la forma di una perfetta piccola O. «Sei proprio sicuro sicuro, fratellone?»
Colt lo guardò intenerito: anche se in autunno aveva iniziato il duro addestramento per diventare cadetto, Falco continuava a osservare il mondo attraverso la lente dell'infantile meraviglia.
«Temo proprio di sì, piccola peste...» Colt piegò le gambe per fissare il fratellino dritto negli occhi. «Ma ti prometto che quando svuoterai la calza troverai una bellissima sorpresa» aggiunse, scompigliandogli la zazzera arruffata.
«Dici sul serio?»
«Ehi! Per chi mi hai preso?» chiese Colt con tono fintamente offeso, toccando la punta del naso di Falco e suscitandogli un risolino. «Ho messo una buona parola con il Guardiano dell'Inverno.»
«Sei il migliore, fratellone!» Falco gli gettò le braccia al collo, stringendolo con tutta la forza che le sue piccole braccia avevano.
Dimentico di tutto e tutti Colt restò immobile, in ginocchio sul pavimento, a godersi il calore dell'abbraccio stritolante di suo fratello.
Doveva sbrigarsi.
Con uno slancio da micio insonnolito si mise seduto sul bordo del materasso e stiracchiò le braccia in alto, sbadigliando rumorosamente.
Era giunto (purtroppo) il momento di alzarsi – ma qualcuno doveva aiutare con i preparativi per la Festa del Solstizio, no?
«Falco...» mormorò mentre si stropicciava gli occhi.
Un ovattato brontolio giunse dal fortino di coperte dove suo fratello si era barricato per la notte e Colt alzò lo sguardo al soffitto, sorridendo divertito: ogni mattina, far alzare Falco senza lamentele e piagnistei era un'impresa degna del Gigante Bestia.
«Avanti, pigrone! Se mi fai arrivare tardi in Accademia, scrivo al Guardiano dell'Inverno per dirgli di riprendersi i regali che ti ha lasciato questa notte» lo incalzò, iniziando a rovistare nel piccolo armadio che dividevano lui e Falco alla ricerca di qualcosa da indossare.
«Non lo faresti!» Falco scattò a sedere sul letto, i capelli scompigliati dal cuscino e le guance rosse dal freddo e dalla foga. «Non lo faresti mai e poi mai!» ripeté, incrociando le braccia al petto e incurvando le labbra in un adorabile broncio.
«Mettimi alla prova» ribatté Colt, sostenendo lo sguardo di sfida del fratellino.
Dopo una manciata di secondi Falco sbuffò con fare teatrale – come era solito fare quando non riusciva a spuntarla – e sgusciò fuori dal suo caldo giaciglio come una lepre da un cespuglio.
«Ehi ehi ehi, signorino!» Colt schioccò le dita per richiamare l'attenzione del fratello, intento a sbirciare dentro la calza di lana decorata con toppe colorate e ricami appesa al pomello di una delle imposte. «Le pantofole. Subito. Non voglio ripeterlo due volte.»
«Sei noioso, fratellone!»
«Mi ringrazierai quando non passerai l'intera mattina a casa Braun con il mal di gola e il naso smoccolante.»
«Che schifo!»
«Non c'è di che.» Colt agguantò il necessario per sé e per suo fratello e chiuse l'anta dell'armadio con un leggero calcio. «Avanti, andiamo a lavarci e a vestirci.»
«Quando potrò aprire i regali del Guardiano dell'Inverno?» chiese Falco, stringendogli la mano e iniziando a saltellare sul posto. «Sono troppo emozionato!»
«Mamma e papà verranno a prenderti a casa di Gabi dopo la fine del turno in fabbrica» rispose Colt sull'uscio della loro stanza. «Ricordi che oggi lavorano fino a mezzodì? Bene, entro l'ora di pranzo la tua curiosità verrà soddisfatta.»
«Devo aspettare così tanto?» Falco sgranò gli occhi e per lo stupore la sua bocca assunse la forma di una perfetta piccola O. «Sei proprio sicuro sicuro, fratellone?»
Colt lo guardò intenerito: anche se in autunno aveva iniziato il duro addestramento per diventare cadetto, Falco continuava a osservare il mondo attraverso la lente dell'infantile meraviglia.
«Temo proprio di sì, piccola peste...» Colt piegò le gambe per fissare il fratellino dritto negli occhi. «Ma ti prometto che quando svuoterai la calza troverai una bellissima sorpresa» aggiunse, scompigliandogli la zazzera arruffata.
«Dici sul serio?»
«Ehi! Per chi mi hai preso?» chiese Colt con tono fintamente offeso, toccando la punta del naso di Falco e suscitandogli un risolino. «Ho messo una buona parola con il Guardiano dell'Inverno.»
«Sei il migliore, fratellone!» Falco gli gettò le braccia al collo, stringendolo con tutta la forza che le sue piccole braccia avevano.
Dimentico di tutto e tutti Colt restò immobile, in ginocchio sul pavimento, a godersi il calore dell'abbraccio stritolante di suo fratello.
Note a piè di storia
1. Il titolo è un’espressione inglese usata per indicare il concetto di tantissimo/moltissimo; solitamente – come nel caso di questa storia – si usa come forma contratta della frase “I love you to the Moon and back” (“Ti voglio bene/ti amo moltissimo”).
2. Nel mio headcanon la Festa del Solstizio è la versione marleyana/eldiana del Natale, la Notte del Solstizio corrisponde alla notte tra il 24 e il 25 dicembre e il Guardiano dell'Inverno è il Babbo Natale dell'universo di Shingeki no Kyojin.
3. Nel mio headcanon i coniugi Grice lavorano come operai in una delle fabbriche marleyane riservate agli eldiani.
L’angolino della scribacchina
Inizio il mio anno da ficwriter in compagnia dei miei adorati fratelli Grice e spero di avervi regalato una piacevole lettura.
Un grazie all'admin di Fanwriter.it per aver organizzato un’altra edizione della challenge del Calendario dell’Avvento.
Vi ringrazio per essere giunt* sin qui.
À bientôt!
Midnight