Difficile
prevederlo
“Dovevamo
immaginare che sarebbe finita così.”
“Non
vedo
come.”
“Dedurre
è
letteralmente il tuo lavoro, Kudo.”
“Formulare
ipotesi sugli esiti di un esperimento è il tuo,
Miyano.”
“Magari
l’ho fatto,” replica Shiho, “ma altri
esiti sembravano più probabili. Sei una variante difficile
da considerare.” Non
dice che ha immaginato eccome che potesse finire così, ma
solo per relegare il
pensiero a una vana speranza. Sono due anni che sogna a tempo perso un
momento
come questo, ma non aveva mai creduto che potesse realizzarsi, prima.
Shinichi la
fissa a bocca aperta e Shiho non trattiene una risata. Il figlio di
Yukiko Kudo
non ha ereditato neanche un briciolo della perspicacia di sua madre per
le
questioni romantiche.
“Mi
stai
dicendo che l’avevi previsto e hai accettato
ugualmente?”
Shiho
incrocia le braccia di fronte a sé e alza un sopracciglio.
“Considerare
l’eventualità non è la stessa cosa di prevedere,”
rimarca, “e la tua
proposta veniva insieme all’ultima borsa Fusae. Certo che ho
accettato.” Come
se avesse avuto bisogno di un pagamento. “Tu non
l’avresti fatto, quindi, se
avessi saputo?”
Shinichi
apre
e chiude la bocca un paio di volte, prima di ritrovare le parole.
“Certo che
l’avrei fatto. È solo… Non pensavo mi
avresti mai potuto vedere in questo
modo.”
Shiho rotea
gli occhi. Come può una persona essere tanto intelligente e
allo stesso tempo
tanto cieca? “Mi sono innamorata di un idiota.”
Quando
riporta lo sguardo su Shinichi, il volto del ragazzo è
parecchio più rosso.
Shiho
sorride. Se due anni prima le avessero detto che anche lei avrebbe
potuto
ottenere un lieto fine, avrebbe esitato a permettersi di sperarci. Se
le
avessero detto che il suo lieto fine sarebbe iniziato con la proposta
di fidanzarsi
per finta con il ragazzo che le ha cambiato la vita, invece,
sarebbe
scoppiata a ridere e non ci avrebbe creduto un secondo.
“Ti
prego, Miyano, se mi presento senza un’accompagnatrice il
colpevole si
insospettirà.”
“Puoi
sempre chiedere a Masumi.” La smorfia di Shinichi
è una risposta più
che sufficiente.
La finzione
sarebbe dovuta durare una sera, ma l’indagine è sfuggita
dalle mani di
Shinichi e gli ha richiesto altre due settimane per incastrare
l’assassino –
due settimane costellate di eventi a cui mimetizzarsi in coppia. Due
settimane
al termine delle quali un imbarazzato Shinichi le ha proposto di
continuare a
fingere ancora per un po’, perché perdere un paio
di ammiratrici troppo
insistenti non gli è dispiaciuto affatto.
Tre mesi di
finti
appuntamenti, per finire meno di un’ora prima sul terrazzo
dei Suzuki a
scambiarsi un bacio che di falso non aveva proprio nulla. Forse per la
confessione che è seguita deve ringraziare anche il liquore
cinese portato da
Hattori.
Shinichi le
afferra la mano e l’attira a sé. Adesso sorride
anche lui. “Mi colpirai se ti
bacio?”
“Ti colpirò se
non lo fai,” gli sussurra a un
soffio dalle labbra.
Hanno
ancora
molto da dirsi, ma potranno farlo domani. Stanotte, Shiho vuole solo
godersi il
lieto fine che non credeva le potesse spettare.