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Autore: Lyris    15/01/2023    1 recensioni
Quando Scorpius Malfoy arriva a Hogwarts sa che le cose non saranno semplici per lui. Figlio di un ex-Mangiamorte e studente della Casa più malvista del pianeta, vorrebbe solo evitare di finire nei guai e passare gli anni di scuola in serenità, possibilmente prendendo bei voti. Non sa che il suo futuro gli riserva grandissime sorprese, tra cui anche un'amicizia inaspettata - e forse, qualcosa di più.
Oppure
Tutto ciò che avviene dopo il settimo libro di Harry Potter, la storia della nuova generazione e i loro anni a Hogwarts, per chiunque avesse odiato The Cursed Child.
PS: Questa è una Scorbus, molto lenta, ma lo è. Ci saranno comunque altre coppie che si aggiungeranno nel corso della storia. Spero vi piaccia!
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy, Draco/Astoria, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 1 Il Ragazzo Serpeverde | Primi incontri

 

Scorpius fa una brutta figura sul treno per Hogwarts. Il Cappello Parlante serba alcune sorprese. Albus ignora tutti. Heather minaccia i suoi compagni di Casa. 

 

La stazione di King’s Cross brulicava di persone quella mattina di primo settembre, e un via vai di maghi, streghe e carrelli riempiva la banchina del treno per la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Scorpius Malfoy era in piedi davanti ai suoi genitori, sforzandosi di restare dritto con la schiena e di non dondolare sui talloni per il nervosismo. Le valigie erano già state caricate sul treno, il suo posto in cabina già occupato e ora mancavano soltanto i saluti finali, prima della partenza. Scorpius sentiva un nodo allo stomaco all’idea di partire, ma non voleva darlo a vedere a nessuno. Sua madre, Astoria Greengrass, sorrise e lo abbracciò stretto. 

“Il mio piccolo principe”, disse fiera. Scorpius sbuffò nell’abbraccio, arrossendo. 

“Non mi chiamare così”, sussurrò. “È imbarazzante”.

Astoria sciolse l’abbraccio, ma non smise di sorridere. Era splendida nel suo completo color malva, e i lunghi capelli scuri scendevano lucenti sulle spalle in onde morbide. Gli occhi marroni le brillavano. Ogni tanto Scorpius pensava che gli sarebbe piaciuto avere quel colore caldo invece che gli occhi freddi e grigi del padre. Accanto a lei, Draco Malfoy si schiarì la voce. Rigidamente, posò la mano sulla spalla di Scorpius, poi si schiarì di nuovo la voce. 

“Mi raccomando”, disse. Strinse appena la presa per qualche istante, ritirò la mano e la lasciò cadere sul fianco. Padre e figlio rimasero qualche momento a osservarsi, poi l’attenzione di Draco non fu attirata da qualcosa dietro le spalle del giovane Malfoy. Scorpius si voltò, seguendo il suo sguardo, e vide una famiglia poco distante che si lasciava andare agli ultimi saluti. Guardando più attentamente, tra quelle figure riconobbe l’uomo che tante volte aveva visto sui giornali, celebrato con foto in prima pagina e con il nome di Salvatore del Mondo Magico: Harry Potter in carne ed ossa era solo a qualche metro di distanza da loro. E il Salvatore del Mondo Magico guardò nella loro direzione, facendo un cenno del capo in segno di saluto. Scorpius distolse velocemente lo sguardo, imbarazzato.  

“Se hai problemi, puoi chiedere aiuto a Heather”, disse Astoria con dolcezza. “Non è stata nominata prefetto quest’anno?”. 

“È prefetto di Serpeverde”, rimarcò Scorpius.

“Potrai chiedere aiuto a lei, se avrai bisogno. Suo padre è sempre stato un ottimo amico per papà”, continuò Astoria. Non ti dirà di no”. Scorpius avrebbe voluto ribadire che per chiederle aiuto sarebbe dovuto finire nella Casa di Serpeverde, cosa che Scorpius non trovava affatto scontata come facevano i suoi genitori, ma si limitò ad annuire. Astoria gli regalò un altro sorriso e Scorpius si sentì, suo malgrado, un po' rassicurato.

“Qualsiasi cosa accada siamo fieri di te, tesoro”, disse. 

“Esatto”, fece eco Draco. Scorpius finse di non aver visto la piccola gomitata che Astoria aveva dato al marito.

“Ricorda di fare qualche passeggiata all’aperto, non rinchiuderti in dormitorio. E mi raccomando, parla con i tuoi compagni di Casa, fai amicizia e non passare tutto il tempo a studiare. E scrivici, quando ti sei sistemato. Prenditi cura di Penny”, continuò la madre. “Sai che ha bisogno di essere coccolata”.

Scorpius annuì, borbottando un “va bene”. Il fischio del treno lo salvò da altre raccomandazioni e, Merlino non volesse, altri abbracci nel bel mezzo della stazione affollata. Era pur sempre un Malfoy, e per quel che ne sapeva i Malfoy non avevano bisogno di una serie di consigli e dimostrazioni pubbliche di affetto. Nonostante questo, Astoria lo strinse di nuovo a sé in un rapido abbraccio, poi lo lasciò andare.

“Ciao mamma, ciao papà”, li salutò Scorpius. Fece per voltarsi e correre sul treno, ma indugiò un momento nel guardare suo padre. Draco annuì e finalmente Scorpius si mosse verso la sua carrozza. Per la prima volta nella sua vita, Scorpius Malfoy era lontano dai suoi genitori.

***

Il treno era già partito quando aveva trovato la sua cabina. Era vuota, ed entrando aveva dato una veloce occhiata a Penny, che in risposta aveva sbattuto le ali nella gabbia. Aveva chiuso la porta dietro di sé, preso il libro che aveva lasciato sul sedile e si era accomodato. Si era già cambiato, indossando la sua divisa nuova di zecca, così lo avrebbero trovato pronto in qualsiasi momento. Avrebbe dovuto cercare Heather, ma probabilmente si trovava nello scompartimento dei prefetti e lui non voleva girare tra i corridori del treno. Sapeva che avrebbe comunque avuto occasione di incontrarla più tardi, anche se non ci teneva particolarmente. Nonostante i suoi quindici anni, Heather Zabini era piuttosto alta e incuteva un po’ di timore con la sua aria sempre irritata. Sembrava volere che tutti le stessero lontani il più possibile, e Scorpius non ci teneva particolarmente ad andare contro i suoi desideri.

Era a metà di Alla Ricerca del Ricciocorno Schiattoso: Quando l’Importante è il Viaggio e non la Meta, quando sentì una voce dal corridoio gridare qualcosa. Ci fu un po’ di trambusto, poi qualche imprecazione e ancora trambusto. Un paio di ragazzi più grandi si erano affacciati prima, ma se ne erano andati non appena avevano visto Scorpius nella cabina. Scorpius mise via il libro e si avvicinò alla porta scorrevole che dava sul corridoio, aprendola a metà per sbirciare fuori.

Un ragazzo correva qua e là per il corridoio, chinato verso il pavimento. Ogni tanto si lanciava in avanti con le braccia, nel tentativo di afferrare qualcosa da terra, ma puntualmente sembrava sfuggirgli. Poi d’un tratto si fermò a guardarsi intorno. La sua preda doveva essere scomparsa. Scorpius si sporse incuriosito, ma non vide nulla. Pensò di tornare dentro la cabina, ma il ragazzo sembrò notarlo proprio in quel momento. Si raddrizzò e si rivolse a lui.

“Per caso hai visto dove è andata la mia iguana?”, chiese con un po’ di fiatone. Scorpus scosse la testa.

“No, mi dispiace”

“Maledizione. Non la vedo più”, disse il ragazzino, guardando in giro per il corridoio. “Era nella gabbia, ma James l’ha aperta e l’ha fatta scappare. Lo odio quando fa così”. Scorpius non aveva idea di cosa stesse parlando, quindi rimase in silenzio. L’altro studente sembrava avere all’incirca la sua età, anche se era leggermente più basso, e i suoi capelli scuri erano tutti arruffati.

“In realtà volevo una salamandra, ma mamma dice che è troppo complicata da gestire. Papà voleva regalarmi una civetta, ma le iguane sono più forti”, continuò il ragazzo distrattamente. Scorpius seguì il suo sguardo, ma non vide nulla di particolare. Voleva tornare dentro la cabina ma gli sembrava un gesto scortese, e lui era un Malfoy, e i Malfoy sono ben educati, così uscì in corridoio. Il ragazzo sembrò arrendersi momentaneamente, e tornò a guardare Scorpius. Aveva un volto stranamente familiare, con i suoi occhi verde chiaro.

“Comunque, come ti chiami?”, chiese.

“Scorpius”, rispose Scorpius dopo un momento di esitazione.

“Io sono…”, iniziò a dire il ragazzo. Ma si bloccò d’improvviso, attirato da qualcosa vicino ai piedi di Scorpius. “Yoda!”.

Scorpius pensò che fosse uno strano nome per un mago, poi vide il ragazzo precipitarsi verso di lui e guardò a terra. Quella che a prima vista poteva sembrare una lucertola verde, era in realtà una piccola iguana che stava zampettando nella sua direzione. D’istinto, Scorpius si chinò per catturarla, ma si abbassò nello stesso momento in cui sopraggiungeva l’altro studente. Quando le loro teste cozzarono l’una con l’altra fecero un rumore sordo, e Scorpius si ritrovò a terra a massaggiarsi la fronte insieme all’altro ragazzo. 

“Ma si può sapere cosa stai combinando?”, esclamò una voce. Una ragazza dai capelli ramati troneggiava su loro due, con le mani sui fianchi, la sua attenzione rivolta verso il ragazzo che era finito poco distante.

“Stavo cercando Yoda”

“Seduto a terra?”

“Sono caduto”, si difese lo studente. La ragazza alzò un sopracciglio e solo allora sembrò accorgersi di Scorpius. Da scocciata, la sua espressione divenne fredda.

“Ah, ecco. Posso immaginare cosa sia successo”, sibilò. Scorpius capì che doveva avercela con lui, ma non ne capiva il motivo. La ragazza distolse lo sguardo e si chinò ad aiutare l’amico ad alzarsi. Scorpius incespicò mentre si rimetteva in piedi. 

“Forza, andiamo via”

“Aspetta, devo prendere Yoda”

“Sei senza speranza”, si lamentò la ragazza, dopodiché si chinò un’altra volta verso l’iguana, che in tutto quel tempo era rimasta immobile, e Yoda, l’iguana, salì ubbidiente sulla sua mano, arrampicandosi sul braccio fino alla spalla. 

“Mi devi dire come fai, non capisco perché con me non fa così”, disse il ragazzo. L’amica gli rispose con un “Perché sei scemo”, ma stava guardando Scorpius mentre lo diceva. E lo stava guardando molto, molto male. 

“E tu non provare a colpire più mio cugino!”, lo minacciò, il dito puntato verso di lui. “Solo io posso picchiarlo”. Il cugino in questione esclamò un “Ehi!” di protesta. 

Scorpius aprì la bocca per difendersi.

“Ma veramente…”

“Lo so chi sei, Scorpius Malfoy. I nostri genitori ci hanno parlato di tuo padre”, lo interruppe la ragazza. “Non vedevi l’ora di dare fastidio, vero?”

“In realtà…”, cominciò il cugino. Ma lei lo ignorò e lo prese per il braccio, trascinandolo via. 

“Albus, andiamo, forza”, incitò mentre lo portava verso l’altra carrozza. Il ragazzo protestò, ma venne zittito, e fece in tempo a gettare un’ultima occhiata a Scorpius da sopra la spalla prima di sparire dietro la porta. Scorpius ebbe un improvviso flash nella sua mente. Gli sembrava familiare quel ragazzo perché non era niente di meno che il figlio del Salvatore del Mondo Magico. Appariva raramente sul giornale, in genere le foto erano per lo più concentrate più su Harry Potter, che teneva alla privacy della sua famiglia, ma la somiglianza con il padre era piuttosto evidente. Non erano nemmeno arrivati ad Hogwarts e lui aveva già colpito il figlio del più grande mago dell’ultimo ventennio, membro del cosiddetto Golden Trio, eroe della Seconda Guerra Magica e Capo dell’Ufficio Auror. Grandioso. 

“Cosa ci fai qui? Perché non sei in cabina?”, chiese una voce dietro di lui. Scorpius la riconobbe, e dentro di lui emise un sospiro di rassegnazione. Si voltò verso la ragazza che lo fissava un po’ annoiata e un po’ scocciata, come se la sua sola esistenza fosse un fastidio sgradito. La spilla verde e argentata da prefetto risaltava sulla divisa nera. 

“Ciao Heather”, la salutò. “Stavo tornando dentro”. Heather lo scrutò dall’alto in basso, attenta che la sua divisa fosse in ordine. 

“Fila via. Devo fare il giro di controllo”, e lo cacciò con un gesto della mano. Scorpius non se lo fece ripetere due volte. Si infilò nella sua cabina e si sedette. Il libro che stava leggendo prima era abbandonato sul sedile vicino a lui, ma la voglia di continuare la lettura gli era passata. Appoggiò la testa, che ancora gli doleva, sul finestrino. Il paesaggio scorreva veloce e i colori della campagna si fondevano gli uni negli altri. Quando la Signora del Carrello passò nel corridoio, la fermò per comprare alcune Api Frizzole. Era buone, come sempre, ma Scorpius aveva la sensazione che avrebbero avuto un sapore migliore se mangiate in compagnia di qualcuno. Per la prima volta nella sua vita, Scorpius rimpianse di non avere i genitori con lui. 

***

La Sala Grande era, come prometteva il nome, grande. Dopo aver attraversato il lago con le barche - Scorpius era finito insieme a tre ragazzini che non avevano fatto altro che additarlo e sussurrare tra loro - erano stati accolti all’ingresso dalla professoressa Modesty. Era una donnina un po’ in carne, di bassa statura, e il suo viso a forma di cuore esprimeva affetto da ogni poro. I capelli vaporosi a caschetto le davano un’aria sbarazzina e non sembrava dimostrare più dell’età dei genitori di Scorpius. Aveva dato il benvenuto ai primini e poi aveva spiegato la divisione in Case e la gara annuale tra di esse. Scorpius sapeva che i Serpeverde non vincevano la Coppa delle Case da quasi trent’anni. I suoi cugini se ne erano sempre lamentati mentre frequentavano Hogwarts, ma non si erano mai particolarmente prodigati per ottenerla. A detta di molti, sarebbe stato uno sforzo inutile. A nessuno piaceva davvero l’idea di far vincere la Casa che aveva ospitato i più grandi maghi oscuri di tutti i tempi.

Scorpius guardò meravigliato il soffitto della Sala. Ne aveva sentito parlare al riguardo, ne aveva letto e aveva anche visto qualche foto, ma vederlo dal vivo era tutt’altra cosa. La volta stellata del soffitto sembrava catapultare la Sala sotto il cielo aperto della campagna. Sotto di essa, i quattro tavoli delle Case brulicavano di studenti e tra loro i fantasmi galleggiavano da una parte all’altra per scambiare una parola o due con i ragazzi. Scorpius riconobbe, dai racconti di sua madre, il Barone Sanguinario al Tavolo Serpeverde. Era piuttosto inquietante, con i suoi abiti imbrattati di sangue, anche se secondo Astoria non bisognava averne paura. Scorpius decise che avrebbe preferito comunque non averci nulla a che fare.

La professoressa Modesty condusse i primini in fondo alla Sala, dove si trovava il Tavolo dei professori. Tra questi, Scorpius individuò la preside, la professoressa McGranitt, e un altro eroe di guerra. Neville Paciock conquistava raramente spazio sulla Gazzetta del Profeta, ma talvolta scriveva articoli per la rubrica dedicata all’ambiente. Scorpius non leggeva molto il giornale, ma gli piaceva quella sezione. Suo padre, invece, lo leggeva spesso. Talvolta si sedeva con la Gazzetta davanti al caminetto accesso, e allora Scorpius si univa a lui con un libro e restavano così, in silenzio, per un paio d’ore. Era il loro modo di parlare.  

La professoressa Modesty nel frattempo aveva posizionato un grosso cappello a punta su uno sgabello, di fronte a loro. Tra i primini, era facile riconoscere coloro che provenivano da famiglie Babbane. Lo stupore e la meraviglia sui loro volti era palese, così come la loro preoccupazione. Alcuni di loro sobbalzarono quando il Cappello cominciò a cantare. Scorpius avrebbe voluto prestare attenzione, ma tutto intorno a lui sembrava ovattato. Tentò di regolare il respiro, che d’improvviso si era fatto pesante. Era arrivato il momento dello Smistamento. Tutta la sua famiglia era stata nella Casa di Serpeverde, ma il timore di finire da qualche altra parte lo soffocava. Cercò con lo sguardo Heather, ma quando la trovò lei stava guardando da un’altra parte. Scorpius prese un respiro profondo e si costrinse a rimanere tranquillo. Accanto a lui, gli altri studenti del primo anno sussurravano tra loro con eccitazione.

“Spero di finire in Grifondoro! Sono tutti grandiosi!”

“Vorrei essere un Corvonero"

“E passare sette anni con dei secchioni? No grazie”

“Guarda che non sono solo questo!”

“A me va bene tutte tranne Serpeverde”

La professoressa Modesty tirò chissà da dove un rotolo di pergamena e poi parlò con voce cristallina e piena di calore: “Cari studenti, ora chiamerò ognuno di voi per la Cerimonia dello Smistamento. Quando dirò il vostro nome, venite qui e indossate il Cappello”. Sorrise con dolcezza e iniziò l’appello. La prima studentessa venne smistata in Tassorosso e un applauso si levò dal suo tavolo. Scorpius studiò gli altri primini che attendevano insieme a lui. Vide Albus, poco distante, che parlava a bassa voce con la ragazza dai capelli rossi che era sul treno con lui. Aveva l’aria preoccupata, ma la cugina scuoteva la testa e sorrideva. 

“Craig Bowker Junior”. Un ragazzo piuttosto basso prese posto sullo sgabello e mise il Cappello. 

“SERPEVERDE”. Il primo ragazzo smistato nella Casa di Salazar ricevette un forte applauso e si andò a sedere con gli altri studenti.

“Polly Chapman”. Una ragazzina dalla carnagione scura e i capelli ricci legati in due alti chignon si fece avanti e prese posto sullo sgabello. Era la stessa che si era seduta in barca con Scorpius, e che lo aveva deriso durante il viaggio. Appena il cappello le sfiorò il capo, quello esclamò a gran voce: “GRIFONDORO”. Dal tavolo rosso e oro si levarono applausi e grida, che accolsero la giovane nuova arrivata. 

“Yann Fredericks”

“GRIFONDORO”

“Karl Jenkins”

“TASSOROSSO”

Lo Smistamento procedeva senza intoppi. Scorpius sentiva la tensione salire mano mano che gli altri studenti venivano chiamati. Non gli piaceva stare al centro dell’attenzione. Fortunatamente, le persone sembravano più concentrate a guardare il figlio di Harry Potter, che Scorpius. Almeno fino a quando la professoressa Modesty non chiamò il suo nome. 

“Scorpius Hyperion Malfoy”. Un basso mormorio si diffuse nella sala, anche se si captavano qua e là parole come “Malfoy” e “Mangiamorte”. Scorpius lisciò la sua veste per nascondere il tremito delle mani, poi si incamminò verso lo sgabello, ricordandosi di tenere la schiena dritta e il mento alto. Un Malfoy mantiene sempre la sua dignità, anche nelle situazioni più avverse. Si sedette sullo sgabello e indossò il Cappello. D’improvviso, la Sala Grande e tutti gli studenti e professori scomparvero. Non si udiva più il chiacchiericcio e tutto era silenzioso. Scorpius attese.

“Guarda, guarda. Che testolina interessante!”, esclamò una vocina. Doveva essere quella del Cappello. “Sei uno a cui piace molto leggere e studiare, non è vero?”.

Scorpius non sapeva se doveva rispondere, quindi rimase in silenzio.

“E anche taciturno”, continuò il Cappello. “I taciturni sono sempre grandi osservatori e pensatori. Potresti essere un ottimo Corvonero, sai?”

Scorpius deglutì. Forse, a una parte di lui, nascosta molto in fondo alla sua coscienza, non gli sarebbe dispiaciuto finire in quella Casa, ma temeva di deludere i suoi genitori.

“Oh, capisco come ti senti, ma non devi vivere la tua vita in base a quello che loro vogliono. Le tue scelte appartengono soltanto a te”, disse il Cappello. A quanto pare leggeva nella mente, Scorpius non ne aveva idea. Grandioso.

“Hai una mente brillante, giovanotto”, continuò il Cappello. “E molte cose ti aspettano in futuro. Se saprai compiere le scelte giuste, avrai un avvenire luminoso”.

“E quali… quali sono le scelte giuste?”, chiese timidamente Scorpius. 

“E io cosa ne posso sapere? Ma posso darti un consiglio: ascolta il tuo cuore, oltre che la tua mente. Detto questo, SERPEVERDE!”. 

Scorpius sospirò di sollievo. Si levò il Cappello e il mondo tornò a esistere. Un applauso si era levato dal tavolo verde e argento. Scorpius lo raggiunse e si sedette nel posto dedicato agli studenti del primo anno, dove riconobbe il ragazzo di nome Craig. Poco più in là Heather gli fece un brusco cenno del capo, che sembrava voler dire “è andata bene, ma non credere di aver fatto qualcosa di speciale”

Scorpius si concentrò sullo Smistamento. Toccò ad altri tre studenti, smistati in Corvonero, Tassorosso e di nuovo Corvonero. Poi la professoressa Modesty chiamò un nome, che calamitò l’attenzione di tutti i presenti.

“Albus Severus Potter”. Un altro mormorio si diffuse tra gli studenti, ma stavolta le persone sorridevano, e sembrò partire un piccolo applauso dal tavolo Grifondoro. Albus si fece avanti verso lo sgabello, dopo aver sorriso alla cugina, e si sedette mettendosi il Cappello. Passò qualche momento, poi il Cappello tuonò. 

“SERPEVERDE”. 

Un silenzio assordante calò tra i tavoli. Lo sconcerto regnava sui volti degli studenti. Albus si tolse il cappello e si alzò lentamente. Era pallido, in volto, come se non potesse credere a ciò che aveva sentito. Confuso e scioccato, si guardò intorno, e poi lentamente si diresse al tavolo Serpeverde. Non appena fu abbastanza vicino e lo stupore generale fu esaurito, un applauso incerto si levò dal tavolo Serpeverde. La stasi sembrò interrompersi, e la Sala piombò nel caos. Tutti gli studenti parlavano tra loro, tra chi commentava stupito e chi invece si vantava di aver già previsto tutto. 

“Serpeverde! Un Potter in Serpeverde!”

“Non certo come il padre”

“Com’è che si dice, la serpe in seno alla famiglia?”

“Zitta, Clara! Ti può sentire!”

“Il figlio del Salvatore in quella Casa, non sarà un errore?”

“Poverino”

La professoressa Modesty stava tentando inutilmente di riportare il silenzio, quando la preside McGranitt si alzò in piedi. La confusione svanì di colpo. Lo sguardo severo della preside passò in rassegna tutti i tavoli, e Scorpius si sentì incredibilmente piccolo.

“Prego, professoressa Modesty, continui”, disse la preside, mettendosi nuovamente a tavola. La professoressa si schiarì la voce e riprese l’appello, ma ormai l’attenzione di tutti gli studenti era da un’altra parte. Tra i tavoli, si vedevano i ragazzi parlottare a bassa voce tra loro e, di tanto in tanto, lanciare occhiate al tavolo dove sedeva Albus.

La professoressa Modesty, nel frattempo, stava continuando l’appello. A intervalli regolari, mano mano che venivano smistati i diversi studenti, si udivano gli applausi delle Case. Rispetto a Scorpius, Albus era seduto qualche posto più in là. Aveva la testa china verso il tavolo e le spalle ricurve. Doveva essere strano per lui trovarsi lì, pensò Scorpius. Non era raro finire in una Casa diversa rispetto a quella dei propri genitori, ma era difficile che accadesse all’interno di generazioni che finivano sempre nello stesso dormitorio. Scorpius immaginò la faccia che avrebbe fatto suo padre se fosse finito in Corvonero o, peggio, Grifondoro. Forse non si sarebbe arrabbiato, ma sicuramente non sarebbe stato contento. A suo nonno Lucius sarebbe venuto direttamente un infarto. E se fosse morto sua nonna Narcissa lo avrebbe odiato, e lo avrebbe odiato anche suo padre, e poi sua madre, perché Astoria odiava tutte le persone che facevano del male a suo marito. Non avrebbe avuto più una famiglia e sarebbe stato solo uno stupido ragazzino Grifondoro. 

Un gruppetto di studenti intanto si era avvicinato ad Albus, per parlargli, ma lui non gli dava retta. Continuava a fissare imperterrito il tavolo, come se fosse la fonte di tutti i problemi dell’universo. 

“Rose Weasley”. L’attenzione di Albus venne catturata da quel nome, così Scorpius tornò a concentrarsi sullo Smistamento. Riconobbe la cugina di Albus. Era molto carina, la pelle chiara del viso era costellata di lentiggini, e i capelli lunghi le incorniciavano un volto dai tratti delicati. Si sedette sullo sgabello e indossò il Cappello, che dopo poco esclamò: “GRIFONDORO”. Rose si liberò del Cappello e si precipitò al suo tavolo. Una ragazza bionda del settimo anno si avvicinò a lei e la abbracciò. Poco dopo, due studenti del terzo anno si unirono ai festeggiamenti, trascinando Rose in un abbraccio di gruppo. Quando il ragazzo più alto si scostò, Scorpius lo riconobbe. Era figlio maggiore di Harry Potter, quindi il fratello di Albus. James, se non ricordava male. Lo stesso James che aveva liberato l’iguana Yoda sul treno, immaginò Scorpius. 

Albus aveva guardato tutta la scena. Rose si girò verso il tavolo Serpeverde e sembrò cercare Albus con lo sguardo. Non appena gli sguardi dei cugini si incrociarono, Albus distolse il suo. Si ritrovò così a sorprendere Scorpius che lo stava osservando. 

“Che ti guardi”, sillabò muto nella sua direzione. Scorpius chinò la testa, le orecchie gli bruciavano di imbarazzo. Non era carino mettersi a fissare la gente. Si accorse che lo Smistamento era finito solo quando sentì le voci acquietarsi. Sollevò lo sguardo e vide che la preside McGranitt si era alzata dal Tavolo dei professori. 

“Vi dò il benvenuto a Hogwarts”, disse. “Prima di cena, vorrei dare qualche avviso. Ricordo a tutti che l’accesso alla Foresta Proibita è vietato. I duelli e le risse verranno severamente puniti e qualsiasi forma di discriminazione non sarà tollerata. Agli studenti dello Scambio, per qualsiasi problema potete rivolgervi al tutor che vi è stato assegnato o al professore della vostra Casa temporanea. In ogni caso, sappiate che la porta del mio ufficio è sempre aperta”. La McGranitt fece una piccola pausa, un guizzo di eccitazione attraversò i suoi occhi, ma Scorpius pensò di esserselo solo immaginato. “Per quanto riguarda le prove per entrare nelle squadre di Quidditch, queste si terranno la prossima settimana. Chiunque fosse interessato contatti Madama Bumb. E ora, buon appetito!”

Scorpius vide la tavolata davanti a lui riempirsi di ogni tipo di piatto. L’arrosto aveva un aspetto delizioso e quando lo assaggiò gli ricordò quello che mangiava a casa. La nostalgia lo assalì feroce e gli chiuse lo stomaco, perciò si limitò a rigirare il cibo nel piatto.

Intanto, intorno a lui, gli altri ragazzi chiacchieravano del più e del meno.

“Si, beh, mamma in realtà voleva che frequentassi la Mahoutokoro, visto che lei si è diplomata lì, ma era troppo lontana da casa”, stava dicendo Craig. Scorpius aveva sentito parlare di quella Scuola. Si trovava in Giappone, ma ospitava tutti gli studenti dei Paesi vicini. Era un’ottima scuola, anche se molto rigida. Non era così raro che alcuni genitori premessero per altre scuole. La Guerra era finita da vent’anni, ma per alcuni i ricordi erano ombre indelebili e Hogwarts era luogo di troppe tragedie. Anche suo padre, una volta a cena, aveva accennato alla possibilità per Scorpius di studiare a Durmstrang. Sigurd Nott, il figlio di un suo vecchio compagno di Casa, studiava lì e sembrava trovarsi bene. Astoria lo aveva guardato e aveva detto fermamente di no. Draco aveva lasciato cadere la discussione, e non ne aveva più fatto parola. 

“Non ne ho mai sentito parlare di questa Mauotodoro!”, esclamò una ragazza. “Ma in realtà non avevo mai sentito parlare nemmeno di Hogwarts”.

“Anche mia mamma non ne sapeva nulla di Hogwarts. Lei è una Babbana. Quando è arrivata la lettera era tutta sconvolta. Pensava che papà si fosse inventato tutto e fosse solo un tipo strano”.

“I miei genitori dicono che Hogwarts è la migliore. Anche loro sono stati qui”.

Scorpius tornò ad osservare con la coda dell’occhio Albus, che si era seduto qualche posto più in là. Spiluccava il cibo nel suo piatto, continuando a ignorare gli altri studenti.

“Siamo davvero felici che tu sia un Serpeverde”, disse uno di quelli. 

“Potremmo diventare amici di un Potter!”, fece un altro.

“Mio padre ha una villa in Toscana, sono sicura che sarebbe felice di ospitare la tua famiglia”

“Non mi stupisco che tu sia finito nella nostra Casa. Dopotutto Serpeverde è grandezza, e Harry Potter è un grandissimo mago!”.

A quelle parole, Albus strinse le labbra e alzò di scatto la testa.

“Non parlate di mio padre!”, disse secco. Gli altri ragazzi si zittirono e tornarono al proprio posto piuttosto scontenti. 

“Cos’è la Toscana?”

“È una regione in Italia, come fai a non saperlo? Cosa sei, stupida?”

“No, sono una strega”

Scorpius avrebbe voluto dire qualcosa ad Albus, non sapeva bene cosa, ma il ragazzo era troppo lontano e non sembrava voler fare conversazione. Quindi si limitò ad ascoltare i discorsi dei suoi compagni di Casa, mentre sbocconcellava la cena. 

“Tu invece?”. Scorpius alzò lo sguardo verso la ragazza che non sapeva dell’esistenza di Hogwarts. Amira, se non ricordava male il nome chiamato durante lo Smistamento. Doveva essere una Nata Babbana. La domanda che aveva appena posto era rivolta a lui e Scorpius si sentì  improvvisamente a disagio sotto quegli occhi che lo guardavano curiosi.

“Ehm, anche i miei genitori hanno frequentato Hogwarts. Erano in Serpeverde”. 

“Oh, che cosa bella! Anche loro sono maghi?” 

“Si”

Una studentessa del secondo anno seduta accanto a lei le sussurrò qualcosa all’orecchio. Lei strabuzzò gli occhi e poi tornò a guardarlo. Stavolta con un po’ di timore.

“Capisco”, e tornò a parlare con gli altri compagni di Casa. Scorpius giocherellò con le patate e, quando vennero serviti i dolci, prese un budino alla crema. Almeno aveva il cibo a fargli da compagnia.

***

Dopo cena, Heather accompagnò tutti i primini nei sotterranei. Evidentemente lo considerava un compito estremamente ingrato, perché non faceva altro che ordinare loro di sbrigarsi. Si fermarono davanti a un muro di pietra con il fiato corto. Heather era invece in perfette condizioni, come al solito.

“La parola d’ordine cambia ogni due settimane. Non provate a dirla a nessuno, nemmeno ai vostri amici o parenti, non voglio nessun ragazzino in più tra i piedi”, disse secca. “Per adesso è Aquila Nobile. Ricordatevela, non chiedetemi di ripeterla una seconda volta”.

Gli studenti annuirono, un po’ intimoriti, un po’ eccitati. Il passaggio si aprì davanti a loro e Heather li cacciò dentro sbrigativa. La sala comune era illuminata dai lampadari e dal grande caminetto sull’altro lato della stanza. I divani e le poltrone nere, sparse in giro, avevano l’aria comoda. Il pavimento, invece, era rivestito di un morbido tappeto verde. Ma ciò che colpì Scorpius furono le finestre. Le ampie vetrate davano sul lago e si aveva l’impressione di essere in un acquario. Scorpius vide un branco di pesci luminescenti passare davanti alla finestra e poi scomparire nel buio degli abissi. Era meraviglioso. 

“Quelli sono i dormitori maschili. Questi invece quelli femminili”, snocciolò rapida Heather, mentre indicava prima una e poi l’altra direzione. Quindi assottigliò lo sguardo. “Per i maschietti che vogliono fare gli avventurosi, provate ad andare qua e potrete dire addio ai vostri gioielli. Non si scherza con le ragazze Serpeverde”.

“Ora fate quello che volete, non è un mio problema. Chiamatemi soltanto se qualcuno di voi sta per morire. Se invece è già morto, non fatemi perdere tempo”, concluse. Dopodiché uscì in corridoio e scomparve. I primini rimasero per qualche istante imbambolati nella sala. Poi, tutti insieme, cominciarono a muoversi chi in una direzione chi nell’altra, ammirando entusiasti le decorazioni, ed esplorando la sala comune. Scorpius vide Albus salire velocemente le scale per il dormitorio, senza prestare attenzione a nessuno. Sembrava triste e arrabbiato, ma Scorpius capiva quando qualcuno non aveva voglia di compagnia. Passato lo stupore per l’ambiente, la stanchezza cominciò a farsi sentire in tutto il gruppo. Gli altri ragazzi salirono verso le stanze e Scorpius si unì a loro. Craig sbadigliava vistosamente, mentre William, il primino Mezzosangue, non riusciva a smettere di sorridere. Quando aprirono la porta, uno dei quattro letti a baldacchino aveva le tende chiuse. Scorpius si sistemò in quello accanto, assegnato a lui. Rispose al “buonanotte” biascicato di Craig e a quello vivace di William, e si preparò a dormire. Nel buio si sentiva il rumore rilassante dell’acqua. Scorpius si lasciò cullare dal suono fino a quando non si addormentò.


NOTE 
Ciao a tutti! Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, perché sarà il primo di molti. La storia coprirà tutti e sette gli anni di Hogwarts (e forse di più? Chissà!) di Scorpius e Albus, ma non temete, ci sarà una trama ricca di misteri da scoprire e nemici da sconfiggere. Per ora ho stilato la scaletta definitiva dell'arco narrativo che comprende il primo anno di studi, intitolato "Il Ragazzo Serpeverde". Vi avverto già che per qualche capitolo non ci sarà una buona aria tra questi due ragazzi (ops) e anche Scorpius dovrà affrontare parecchie sfighe (doppio ops), ma non disperate, le cose miglioreranno (forse). Aspettatevi molti momenti tragicomici (malintesi, soprattutto), personaggi particolari e professori svogliati. 

Come nella saga originale, mano mano che andremo avanti si affronteranno temi sempre più maturi, quindi quando sarà il caso inserirò eventuali TW (ma per ora non c'è problema). Se vi è piaciuto il capitolo, lasciate una commentino se vi va, che fa sempre tanto piacere, mi rincuora :,) Ci vediamo alla prossima! <333

  
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