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Autore: hart    21/01/2023    1 recensioni
Emma fissa la cicatrice di Regina...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Regina Mills
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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“Perché mi stai fissando?”
“Non lo sto facendo”
Regina inarcò un sopracciglio.
“Lo stai ancora facendo, Swan”
Emma arrossì e abbassò gli occhi per un secondo prima di rialzarli e puntarli sulle sue labbra.
Regina continuò a guardarla, aspettando.
“Nessuno ti ha insegnato a non fissare le persone?”
“Scusami” disse Emma sollevando lo sguardo per guardarla negli occhi “Ma... Come” balbettò sentendosi un idiota, come sempre quando si trovava con lei.
Regina sospirò.
“Vuoi sapere della mia cicatrice?”
Emma annuì.
“È una storia noiosa.”
“Niente che ti riguardi può essere noioso” replicò prima di potersi fermare. Le guance di Regina si imporporarono.
“A nessuno è mai interessato.”
“A me interessa. Mi interessa tutto di te” sussurrò. Regina si morse il labbro inferiore.
“Avevo dieci anni, all'incirca. Avevo fatto tardi mentre ero fuori a fare una passeggiata a cavallo... Quando mi sono resa conto dell'orario sono corsa a casa ma era troppo tardi. Mia madre era furiosa, avevo perso l'ora del tè, i miei vestiti erano sporchi di fango, i capelli spettinati... Ha iniziato a urlare che dovevo smetterla con quelle cose da bambini, pensare al futuro, diventare una regina e mi diede uno schiaffo. L' anello che portava al dito mi ha tagliata sul labbro, io le ho chiesto perdono mentre il sangue iniziava a uscire, ma non era incline al perdono.”
Emma la guardò con gli occhi spalancati pieni di rabbia.
“Poteva guarirti, perché non l'ha fatto?”
“Era un promemoria, così non avrei fatto mai più tardi.”
“Tu potevi farlo, puoi farlo.”
“Sì, potrei.”
Emma la fissò.
“È un promemoria.”
“Di cosa?”
“Di come le persone che ami possono ferirti.”
Emma allungo' la mano da sopra il tavolo a sfiorare la sua.
“Non tutti lo fanno.”
“Invece sì, almeno per quanto riguarda me.”
“Ma... Henry...”
“Henry è mio figlio, lo amo, ma mi ha dilaniato il cuore quando ti ha portata qui, dicendo che non ero sua madre, che mi odiava che voleva te. Lo amo con tutto il mio cuore, non sto dicendo che sono arrabbiata con lui, aveva ragione ad odiarmi ma non toglie il fatto che mi abbia ferito.”
“Non aveva ragione, tu sei stata la madre migliore del mondo, sei stata meravigliosa con lui.”
Regina annuì lievemente.
“Henry adesso ha capito, ti ama. E non è il solo.”
“Emma, so che mi vuole bene, ma non sono abbastanza, non lo sono mai stata per nessuno. Questo” disse sfiorandosi la cicatrice “è un promemoria della mia solitudine, e l'ho accettato.”
Emma scosse la testa.
“No, non lo accetto. Tu non sei sola. Sei tu che non vedi chi hai accanto” replicò Emma un secondo prima di alzarsi e uscire dal locale. Regina la seguì un attimo dopo, bloccandola per un braccio.
“Che ti prende?”
Emma evitò il suo sguardo.
“Non dovresti rassegnarti, non dovresti pensare che tutti ti feriranno. Non tutti vogliono farlo.”
“Alcuni forse non lo fanno intenzionalmente ma poi succede.”
Emma scosse di nuovo la testa.
“Io ...”
“Emma no, non vuoi sentire la risposta.”
Emma la guardò con gli occhi lucidi.
“Non è stata colpa tua, avevi a cuore il benessere di Henry, lo capisco ma non cambia come mi sono sentita. Adesso dici che sono stata una brava madre ma mi hai urlato più volte che non ero sua madre, che era tuo figlio, che non l'amavo.”
Emma annuì gli occhi umidi.
“Sono stata una stronza.”
“Anch’io lo sono stata.”
“Non volevo ferirti, Regina.”
“Lo so” rispose con un sorriso amaro.
“Ma l'ho fatto” commentò Emma. “E vorrei non averlo fatto, perché sei davvero la persona più straordinaria che io conosca. Sei bellissima e quella cicatrice per me non significa quello che pensi tu. Perché non accetto che tu ti arrenda. Quella cicatrice è il promemoria della tua forza, del tuo coraggio, di come non ti sei arresa nonostante tutta la merda che ti è capitata. Ed è fottutamente sexy.”
Regina rimase in silenzio per qualche secondo.
“Miss Swan le sembrano parole appropriate da dire alla madre di suo figlio?”
Emma sorrise appena. Fece un passo verso di lei.
“In un mondo perfetto si, lo sarebbero. In un mondo perfetto staremo già insieme da almeno cinque anni, saremo sposate forse. In un mondo perfetto magari ci saremo scontrate per strada, io ti avrei rovesciato il caffè addosso, come nelle migliori commedie romantiche. Tu mi avresti urlato che ero un idiota, io mi sarei scusata balbettando perché sarei rimasta folgorata dai tuoi occhi ambrati. Ti avrei offerto un caffè, ti avrei chiesto di uscire e nonostante un appuntamento terribile, ti avrei fatto ridere e magari mi avresti baciata. E li avrei capito che non avrei potuto vivere un altro giorno senza i tuoi baci. Ti avrei chiesto di sposarmi subito, tu avresti riso credendomi pazza. E lo sono pazza, lo sarei in quel mondo perfetto perché ti avrei detto che ti amavo. E dopo qualche anno ci saremo sposate, cioè io l'avrei fatto subito ma chissà... E poi avremmo avuto Henry. E magari un cane. E quindi sarebbe stato appropriato dire alla madre di mio figlio che è stupenda e sexy.”
“In un mondo perfetto?” Chiese Regina.
Emma scrollò le spalle.
“E in questo mondo perfetto credi che sarei uscita con te, dopo che avevi rovinato la mia camicia?”
“Posso essere molto persuasiva.”
“E nel tuo mondo perfetto ti avrei baciata dopo il nostro primo appuntamento?”
“Sono stata ottimista, ma è un mondo perfetto, quindi.”
“E questo mondo perfetto non può essere qui?”
Emma fece un altro passo verso di lei.
“Se vuoi possiamo rendere Storybrooke il posto perfetto” sussurrò Emma.
Regina avvicinò il viso al suo e le sfiorò le labbra con lei. Emma le circondò la vita con le braccia attirandola a sé. Un bacio lento, dolce, carico di amore, attesa.
“Lo sapevo” mormorò Emma ancora sfiorando le sue labbra.
“Cosa?” sussurrò Regina.
“Sapevo che una volta che ti avrei baciata non avrei più potuto farne a meno” disse un attimo prima di baciarla di nuovo.
 
 
   
 
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