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Autore: FragileGuerriera    10/02/2023    4 recensioni
Missing moments ispirato all'episodio 106, "Le due guerriere".
Michiru incontra Haruka e cerca di convincerla ad accettare il suo destino di guerriera Sailor, ma tra le due nasceranno numerosi scontri: Haruka è decisa a non voler sacrificare i suoi sogni per un disegno crudele di cui non comprende il significato. Al tempo stesso Michiru intraprenderà una battaglia personale per negare i sentimenti che inizia a provare per Haruka.
ATTENZIONE: all'interno della fanfiction saranno presenti scene forti (ma non violentissime) legate al sogno apocalittico di Haruka.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Haruka/Heles, Michiru/Milena | Coppie: Haruka/Michiru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Buonasera, a distanza di tre anni dall'ultima fanfiction torno sul fandom per dar luce a questa storia "sofferta", sulla quale ho lavorato (con blocchi annuali) per ben nove anni!!.

Spero che vi piaccia.

Attenzione i personaggi principali qui presenti sono tutti frutto della fantasia dell'inestimabile Naoko Takeuchi o degli adattatori della serie (nel caso di Elza Grey e del ragazzo colpito da uno dei demoni verso la fine dell'episodio).

Molte scene qui presenti sono palesemente riprese dai preziosissimi doujinshi di Mario/Mizuki Yamada che io ammiro tantissimo e le cui storie rappresentate io prendo come oro colato. Quasi tutto il rapporto tra Michiru ed Elza è stato preso di sana pianta dalla trilogia "Intimiste" e "The lady in the tower" che a sua volta è una sorta di Missing Moments di come si sono conosciute Haruka e Michiru.

La mia fanfiction è dunque da considerarsi un missing moments dei missing moments, ovvero: dell'episodio 106 della terza serie di Sailor Moon e dei manga sopraindicati di Yamada.


1. Introduzione


Haruka era appena rientrata in casa, sbattè le chiavi nello svuotatasche, si tolse le scarpe e si diresse in camera. Si sedette sul bordo del letto con la schiena piegata in avanti e le braccia appoggiate alle ginocchia e iniziò a pensare preoccupata. Era stata una giornata estremamente stressante. Aveva disputato una gara con la famosa Elza Grey ed era stata una gara deludente come tutte le altre. Aveva sentito che nessuno aveva battuto Elza Grey, ma di quante altre atlete l'avevano detto? E se inizialmente le parve che quella ragazza le potesse dare davvero del filo da torcere, una decina di metri dopo la partenza la superò e, come era già successo con tutte le altre, le diede un grande distacco. Tranquilla andò a cambiarsi, pensando che dopo questa delusione sportiva era davvero il caso di chiudere le medie in concomitanza con le corse. Senonchè quella stessa ragazza le volle presentare la sua amica Michiru. Inizialmente pensò che fosse una sua fan che le voleva chiedere un autografo, ma poi tutto fu estremamente chiaro: con una frase la ragazza rivelò la sua vera identità. La guerriera del suo sogno, ora aveva un nome ed una consistenza solida. Se mai avesse dato retta al suo sogno, avrebbe potuto cercarla per tutta la Terra, ma non avrebbe mai identificato quella guerriera così decisa e sicura di se' in una ragazzina che trasmetteva tutto tranne che un carattere da guerriera. Ci fu un attimo, quando i loro occhi s'incrociarono, che sentì un'emozione mai provata in vita sua esploderle dal cuore e arrivare fino all'anima. In un primo momento fu quasi tentata dal conoscerla, ma quando l'altra ragazza fece un passo avanti e con la scusa di farle un ritratto aveva cercato di avvicinarla, fu svelta nel trovare una buona scusa e riuscì a dileguarsi. Si sentiva malissimo. Il suo peggiore incubo stava prendendo vita reale. Era spaventata da ciò, era come un film dell'orrore, ma non c'era possibilità per lei di uscire dalla sala. Senza contare che Michiru era di una bellezza unica. Aveva visto tante ragazze molto carine in vita sua, ma lei era di una bellezza fuori dal comune. L'emozione che provò nel vederla era fuori dal comune. Se non si fosse trattato della ragazza di quegli incubi..."Che dico? Lei è senz'altro etero. Non è certo come me..." . Ripensò ancora una volta alla sua vita, al suo passato, alla sua infanzia da maschiaccio e alla reazione dei suoi genitori quando scoprirono che le piacevano le ragazze. Ancora ora non capiva perchè non l'avessero mai capito prima dei suoi dieci anni; perchè se un bambino giocava con le bambole i genitori si preoccupavano tanto, ma se era una bambina a giocare con i soldatini divertiti dicevano: "E' un maschiaccio"? I suoi lo dicevano sempre: "She's a tomboy".

Scosse la testa, per cacciare quei pensieri, li aveva già passati in rassegna tutti quanti più di una volta. Andò a farsi una doccia per riprendersi dallo shock della giornata. Doveva distendersi e rilassarsi, perciò quando uscì dal box ordinò una pizza e si preparò davanti al televisore per vedere qualche film alla tv. Doveva non pensare assolutamente a quella ragazza e a quell'incontro, non voleva che il suo incubo diventasse ancora più impressionante. L'idea che quella guerriera esistesse davvero ed era già sulle sue tracce le stava facendo venire la pelle d'oca. Doveva mescolarsi fra la gente, camuffarsi, nascondersi e non mettersi più in vista. Per fortuna l'unica cosa che la interessasse davvero erano le macchine e in pista, con la tuta e il casco, sembrava un ragazzo al duecento per cento. "Dai, non ci devo pensare ho detto!". Prese il giornale e guardò i programmi alla tv, aveva voglia di un film comico quella sera. Voleva staccare la mente dalla realtà e dal conto alla rovescia all'inizio del suo incubo, sempre in piena notte tra le tre e le quattro e mezza. Per fortuna ben tre reti televisive avrebbero mandato in onda film divertenti. Sorrise e andò ad accendere la tv. Prese uno spuntino in attesa che arrivasse la pizza e si piazzò di fronte allo schermo televisivo..



***    ***    ***


Altrove, non lontano da Tokyo, Michiru si era ritirata nella sua stanza dopo aver salutato mestamente Elza. Quello con Haruka era stato l'incontro più importante della sua vita. Aveva finalmente trovato la sua compagna di battaglia, ma non era riuscita a portarla dalla sua parte. La sua prima missione, trovare la guerriera del cielo, sembrava ancora più difficile di prima. Era da circa un anno che la stava cercando e finalmente l'aveva trovata, ma la ragazza non sembrava per niente disposta ad ascoltare il suo messaggio, ne' a farsi avvicinare da lei. Si lasciò cadere di peso sul letto. Che figura aveva fatto con Elza! Si era messa a piangere sulla strada di ritorno come una bambina. Eppure era stato più forte di lei e ripensando al suo incontro con l'atleta non le venne che da piangere nuovamente.

Aveva accompagnato Elza alla gara e poi era quasi stata costretta dalla ragazza ad assistere alla competizione. Lei non voleva, odiava i luoghi affollati e rumorosi, tutto ciò che quel posto era. Era anche uno dei motivi per cui si era ritirata dal club di corsa. Qualunque cosa lei facesse le veniva bene: a scuola prendeva sempre il massimo dei voti; a nuoto era sempre in testa a tutti, così come per le corse; suonava il violino divinamente; nella pittura era talmente brava che un critico d'arte della città le chiese di poter esporre i suoi quadri incantato dal suo precoce talento in grado di riproporre l'arte moderna in chiave contemporanea; in prima media si era anche iscritta al club di canto ed era stata scelta dalle suore per il coro ufficiale della scuola. In seconda media però abbandonò il club di coro e di corsa. Le sue compagne e persino il presidente del club avevano insistito affinchè restasse. In particolare quelli del club di corsa insistettero, nessuno correva veloce come lei, per le competizioni scolastiche loro facevano grande affidamento su lei, ma nonostante ciò Michiru si ritirò. La vita scolastica si era fatta più impegnativa e la corsa non rientrava tra le sue discipline preferite. Odiava andare nelle piste di gara con tutti quei fan così numerosi e scalmanati. Come se non bastasse ad inizio del secondo anno delle medie aveva avuto il suo risveglio con tre missioni da portare a termine: trovare la sua compagna di battaglia; trovare i cristalli del cuore; trovare l'essere umano prescelto a possedere la coppa lunare. Eppure dopo circa sei mesi accettò di buon grado di accompagnare Elza alla gara. Fu in quel momento che vide Haruka già in pista con uno sguardo serio, l'atteggiamento distante dalle altre atlete e indifferente alle urla che i tifosi lanciavano per inneggiarla. In un primo momento la scambiò per un ragazzo e per un momento pensò di essere finalmente rinsavita, s'illuse per un breve attimo di essere come i suoi la volevano, come tutta l'alta società intorno alla sua famiglia l'avrebbe voluta e come lei stessa avrebbe voluto essere: eterosessuale. Era solo riuscita a formulare che forse era bisessuale, ma che ciò che contava era che almeno le piacessero anche i ragazzi quando Elza con poche parole sgretolò tutti i suoi castelli, prima ancora che potesse riflettere sul fatto che un ragazzo non poteva competere in una gara di corsa femminile. -Ah, vedo che neanche tu sei rimasta indifferente al fascino di Haruka Tenoh. So che a prima vista può sembrare un maschio, ma se guardi bene vedrai che ha il seno come me e come te. Dicono che sia molto veloce e che fa strage di cuori, ma che sia anche irraggiungibile, in entrambi i campi. Rimani qua a vedermi Michiru!- Se solo avesse potuto avrebbe espresso a parole la rabbia che le fece provare per non averle concesso di godersi fino all'ultimo il suo momento di illusione, altro che restare a vederla! Protestò un po', ma alla fine Elza la convinse. Sugli spalti, si rese conto che non aveva mai visto nessuna persona più bella di Haruka e per un attimo fu tentata dal fregarsene del fatto che si trattasse di una donna. Quello sguardo triste e malinconico le ricordava troppo quello che vedeva ogni volta che si poneva di fronte ad uno specchio. Aveva sentito qualcosa dentro che non provò mai prima di allora nei confronti di una persona. In genere quando la gente le si avvicinava lei con garbo si staccava per starsene sola senza che la cosa le costasse sforzi incredibili. Elza era l'unica persona che, a lungo andare, aveva lasciato che s'inserisse nei suoi spazi liberi. Con Haruka invece aveva sentito un'irresistibile attrazione pur non sapendo di preciso nemmeno la sua età. Si sentiva come se lei fosse stata una moneta di ferro e Haruka una calamita. Non capiva però se la sorte fosse stata estremamente buona o estremamente ingiusta con lei. Quando Elza le presentò Michiru sentì che in vicinanza la ragazza esercitava su lei un fascino ancora maggiore di prima. Da vicino era ancora più bella, non aveva una minima imperfezione; la voce un po' bassa e divertita la colpì fin da subito, quasi come se non avesse mai sentito una voce più musicale; per non parlare dei suoi occhi! Come i loro sguardi s'incontrarono si perse nei suoi occhi verdi, fuori dal comune. Evidentemente Haruka non aveva del tutto origini giapponesi, ma aveva preso il meglio sia dal ramo nipponico che da quello occidentale. Alta, bionda, carnagione chiara e gli occhi verdi come presumibilmente il ramo straniero; eppure gli zigomi alti, i capelli fini e il taglio degli occhi erano come quelli degli orientali. Per un attimo tutta la sua sicurezza per avvicinarla e trasmetterle il suo apocalittico messaggio le venne a meno. Alla fine però, anche se avesse voluto che quel momento durasse per sempre, la sua missione aveva la priorità sulle sue irrazionalità. Le chiese di posare per lei pensando che sarebbe stato un ottimo modo per conoscersi meglio e convincerla a seguirla nella sua battaglia contro il male. Haruka però si rifiutò, se ne andò e così facendo fece perdere ogni traccia di se'. Durante il ritorno le venne da piangere per il modo in cui era stata allontanata, ma ancora più per la crudeltà del destino. Era vero che era stata fortunata a trovare in lei la sua compagna di battaglia, di sicuro una "collega" più che stimabile ed amabile; ma era proprio quell'"amabile" riferito ad una donna a farla stare male. Se solo il mondo fosse andato avanti come se nulla fosse; se solo i suoi avessero capito che cosa voleva dire; o molto più semplicemente, se lei non avesse sentito, ancora una volta, quelle pulsioni nei confronti di una ragazza!

Sconfortata soffocò i singhiozzi nel cuscino pensando che l'unica cosa che al momento sembrava buona per lei era aver avuto la possibilità di ottenere una camera solo per se' stessa fin dalla prima media, senza impertinenti compagne di stanza.

  
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