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Autore: Asia_Black_Dragon    20/02/2023    0 recensioni
Kira, dopo essersi diplomata torna nella sua vecchia casa d'infanzia in campagna, per allontanarsi dalla città e dalle persone che ci abitano. Sembra un posto tranquillo, anche se ci sono varie leggende di cui lei ne era sempre stata interessata in giovane età, adesso invece non gli importa dopotutto non era mai stata un tipo di cui si interessava delle persone in generale è sempre stato un tipo solitario che difficilmente si fidava, ma chissà cosa succederà.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Qualcosa interrompe il mio sonno, apro svogliata un occhio guardando il buio della stanza non riuscendo a sentire il braccio destro, mentre una sensazione di bagnato contro il fianco e un odore pungente mi fa storcere il naso. Osservo a terra trovando solo le mie ciabatte, che si confondono con l'oscurità della stanza. Mi volto con svogliatezza, sentendo una stanza consistenza, che mi fa sedere di scatto incurante di vedere ancora più nero a causa del essermi alzata troppo velocemente; non appena recupero un minimo di vista guardo cosa ho toccato per poi spostare lo sguardo verso la figura di Morgana; mi osserva muovendo la coda e posso immaginarla sorridere con perfidia.

" Sei una gatta morta... " cerco di fare dei respiri profondi, ma la puzza che proveniva da lì mi fa sentire male. " Che hai mangiato per puzzare così? E come ti viene in mente di cagarmi nel letto? " muovo piano il braccio sentendo formicolare tutto l'arto, mentre Morgana che si sta lavando fa finta di nulla. " Oggi farò lo spezzatino alla gattara. " guardo la diretta interessata che alza un orecchio alle mie parole, prima che riesco a prenderla scappa via guardandomi all'entrata della porta facendo beffa di me.

Infilo le ciabatte correndo nella sua direzione, inseguendola per tutta casa prima di uscire, incurante di essermi strusciata contro l'ortica che mi fa prudere tutta la gamba e la chiappa, noto qualcosa tra l'erba che mi blocca all'istante. Prego gli Dei che non fosse ciò che penso sia, e come un idiota mi sporgo trovando la carcassa di un rospo. Mi avvicino titubante pungolando il corpo con un piccolo bastone e quando Morgana gli salta addosso urlo con tutto il fiato che ho in gola correndo a casa con una velocità che non sapevo di avere, sperando che quella gattaccia non mi portasse quell'essere disgustoso a casa.

" Schifo. Schifo. Schifo. Che razza di schifo! Mi dovrò lavare con l'acido, Dei che schifo! " mi strofino le mani sulle braccia rabbrividendo al ricordo di quella cosa. So che sto esagerando, ma ho subito abbastanza scherzi da piccola a causa delle mie cugine che mi mettevano quei cosi nel letto, in bagno e tanti altri episodi spiacevoli che al solo ricordo mi si rivoltano le viscere.

Mi copro il viso con le mani portando i capelli dietro infastidita. Vado in camera cambiando il pigiama con dei pantaloni della tuta blu e bianchi, una maglietta larga nera e lego i capelli che nascondo sotto al cappello nero e infine l'unico paio di scarpe consumate nere. Mi lavo i denti, per poi aprire ogni finestra per far passare l'aria fresca che mi rinvigorisce; non solo anche la distesa di ulivi forti e rigogliosi, che ci sono mi fanno sentire un po' a casa. Sono l'unica cosa che non è cambiata nel corso del tempo.

Dovrei prepararmi alla loro raccolta? Potrei produrre abbastanza olio biologico da poterlo vendere; potrei parlarne con i produttori locali e studiare la legge. Se non ricordo male, il periodo più adatto è l'autunno, ma potrebbe variare tra ottobre e dicembre? Non ricordo molto bene. Potrei chiedere a qualcuno di occuparsene, oppure cavarmela da sola così da risparmiare il più possibile. Non ci sono più i lavoratori di una volta e non fanno altro che chiedere un compenso mostruosamente salato. Scuoto la testa tornando al presente.

 Esco di casa, per andare in garage, riuscendo con qualche fatica ad aprirlo, notando le diverse parti arrugginite; quello che mi si presenta di fronte però è un completo disastro e l'odore della muffa è così forte che mi fa arricciare il naso e lacrimare gli occhi. La piccola finestra è praticamente in frantumi e talmente piena di ragnatele che non riesco a vedere niente, mentre le varie cianfrusaglie che ci sono, sono messe in ordine per fortuna. Ci sono diversi teli e conto almeno dieci contenitori in acciaio che a quanto pare leggendo l'etichettano sono inossidabili, ma pieni di polvere. Mi avvicino ad uno dei teli togliendolo trovando - per fortuna - un rasa erba a scoppio, praticamente è nuovo, ci sono solo alcuni taglietti ma si notano a pena. È carino di un bel nero e rosso, con il marchio di chi l'ha fabbricato. Svito il tappo notando che c'è ancora un po' di benzina ma la devo rimediare il più presto possibile.

"Ci sono un sacco di cosa da fare, e non so nemmeno io da dove cominciare. " sospiro portando fuori il rasa erba abbassando la visiera del cappello esasperata da quel caldo, per poi tornare in garage cercando nei vari cassetti e sportelli qualcosa di utile, trovando delle lampadine che prendo per sostituire quelle rotte. Cerco nei cassetti qualcosa per sostituire le tubature; apro uno dei tanti cassetti trovando dello scotch e dei tubi di plastica. " Prima di iniziare è meglio vedere prima come stanno messe le tubature, dovrei chiamare l'idraulico però mi costerebbe troppo. "

Sospiro prendendo anche gli attrezzi e il necessario andando a casa, togliendo le tavole di legno utilizzate per coprire i pavimenti rotti, portandoli di fuori e pulendo nuovamente per terra guardandole tubature portandomi le mani davanti al viso cercando di trattenere un verso esasperato. Non ci posso credere. Devo trovare un lavoro al più presto, le tubature non solo sono rotte ma altre sono talmente arrugginite che dovrò rompere tutto il pavimento del corridoio. Uccidetemi ve ne prego. Non è possibile che la sfortuna mi perseguiti in questo modo, è illegale.

Miao

" Sono talmente disperata che non ho le forze di rincorrerti. "

Morgana mi si avvicina, strofinando la testa contro il braccio facendomi sorridere.

" È un modo di arruffianarmi? "

Miao

" Okay, sì ci sei riuscita, ma preparati ad un lavaggio di denti e bocca. " la guardo con una smorfia divertita, " Non mi leccherai con quella tua linguaccia. Non voglio nemmeno sapere che ci hai fatto con quel rospo. "

Nel arco dei una giornata e mezza mi sono disperata, ho pulito una specie di porcile, ho praticamente distrutto il pavimento, dato il latte a Morgana e mi sono disperata per la sfiga che ho. Dovrei essere abituata, ma il karma riesce sempre a sorprendermi. Riprendo a cambiare i tubi più arrugginiti e sostituisco i tubi di plastica che lego con il nastro adesivo, tirando tante di quelle parolacce che avrei potuto far rabbrividire anche un demone, mentre ascoltavo le poche macchine che passavano interrompendomi dal imprecare contro il vuoto, con Morgana che mi osserva da sopra l'acquario, facendo le fusa. Quando finalmente finiscono, provo ad aprire i rubinetti saltando quasi di gioia a vedere l'acqua pulita.

" Morgana sono un mito, dovrei fare l'aggiusta tutto. "

La diretta interessata mi osserva, prima di riprendere a lavarsi le zampe.

"Ora però mi toccherà comprare il necessario per aggiustare il pavimento, chissà se riesco a farmi fare qualche sconto. " Prendo il telefono, dove scrivo una lista di ciò che mi serve facendo una smorfia, " Beh almeno mi costerà di meno che chiamare qualcuno, dovrei anche riempire le bombole del gas altrimenti non potrò cucinare nulla, ma come faccio? Non ho ne macchina ne....il trattore! Come ho fatto a non pensarci! "

Mi colpisco con la mano la faccia - facendomi abbastanza male -rendendomi conto di ciò che ho detto. La patente sono riuscita ad averla quando ho compiuto quindici anni, guidando i diversi mezzi per aiutare nonna e nonno nei raccolti, me ne ero completamente dimenticata chissà dove l'ho messa. Sono passati sette anni, mi sembrano molti di più.

Chiudo gli occhi, incrociando le braccia al petto cercando di ricordare un ipotetico posto in cui avrei potuto metterla. Faccio fatica, ma apro gli occhi e mi dirigo in camera mia mettendomi davanti alla libreria, prendendo da uno dei scaffali un peluche a forma di orso bianco, con un fiocco al collo verde e rosso dove al centro c'era una spilla nera che mi fa sorridere. Lo giro dove c'è la cerniera, trovando per fortuna la patente con la mia foto da quindicenne.

"Prima ero completamente diversa, adesso invece..." arriccio il naso mettendo a posto l'orso, per poi prendere tutto il necessario e le chiavi del trattore, andando verso il vecchio gallinaio, trasportando le bombole del gas riuscendo a portarne cinque e mettendole sopra il trasportino del mio mezzo di trasporto preferito, dove riesco a salire con facilità per poi partire verso la città. Mi rendo conto che non è proprio adatto per spostarsi, ma il lato positivo è che non ho speso un singolo centesimo per comprare un veicolo e mi costa di meno di carburante.

Chissà come sarà, non ricordo molto cosa c'era, però mi piaceva proprio per il fatto che era praticamente circondato dalla natura, si facevano diverse attività, organizzavano eventi divertenti e sebbene adesso non riesco a ricordare. Ora che ci penso la città aveva un nome particolare. Chissà qual era...

Persa nei miei pensieri, non mi preoccupo particolarmente degli sguardi delle persone che mi stanno osservando appena passo i primi edifici, notando che ci sono più persone di quanto immaginassi. Forse attiro troppo l'attenzione con il mio abbigliamento, ma sinceramente? Non me ne può fregare di meno. Possono dire che sono un tipo strano per quanto mi riguarda, sebbene non fosse lontano dalla realtà. Pazza lo sono sempre stata.

Parcheggio il trattore quando noto un negozio dove una sagoma di cartone raffigurante le bombole del gas fa bella vista; non appena scendo mi dirigo lì sentendo un nodo allo stomaco. Porto la visiera del berretto a coprirmi quasi gli occhi, sentendo dei brividi per tuttala schiena. Non mi è mai capitata una cosa del genere.

"Salve, posso entrare? " chiedo notando un ragazzo, che mi sorride cordialmente da dietro il bancone.

"Certo, entra pure. Come posso aiutarti? "

"Vorrei ricaricare le bombole che ho. " indico dietro di me, osservandomi attorno non trovando niente di interessante. " E se possibile potresti dirmi dove posso trovare queste cose. " gli faccio vedere un foglio di carta con scritto tutti i materiali che mi servono; dalla sua occhiata sorpresa ho paura di aver fatto o detto qualcosa di sbagliato.

"Puoi trovarli da Alvaro, gestisce un'impresa edile ma ha un negozio dove vende articoli del genere. " mi ridà il foglio guardandomi curioso. " Devi costruire qualcosa? "

"Più che altro riparare, ho dovuto rompere il corridoio a causa delle tubature, ma nulla di che. " mi avvicino al trasportino portando a terra le bombole aiutata dal ragazzo che mi osserva con la fronte corrucciata. " Sei nuovo? "

"Più o meno. "

"Che intendi? " mi chiede portando una ad una le bombole per caricarle mentre osservo ciò che fa con interesse.

"Sono nata e cresciuta qui per un po' di tempo, ma per motivi personali mi sono dovuta trasferire. "

" Capisco. "

Parliamo per più di un'ora e devo dire che sembra che lo conosco da una vita, cosa che non mi è mai capitata. Anche quando finisce con le bombole e le rimettiamo sul trasportino continuiamo a parlare del più e del meno, finché non mi rendo conto che è ora di andare.

"Beh è meglio che vado, devo ancora comprare quelle cose, del cibo per gatti e qualcosa di precotto. " sorrido al ragazzo che mi ha detto di chiamarsi Cedric. " Grazie della compagnia è stato interessante. " gli do i soldi, per poi mettermi le mani in tasca.

"Che ne pensi se diventiamo amici? Sei un ragazzo interessante. " disse mostrando un sorriso genuino, con le guance che sono diventate di un timido rosa. Non commento, sebbene lo trovo un adorabile cucciolo di panda. Perché sì, lui è un panda anche se non proprio sveglio.

Continuano a confondermi per un ragazzo... Lasciamo correre va, tanto se ne accorgerà presto, almeno spero.

Pur non dandogli una risposta continua a sorridermi, portandosi una mano sul fianco. " Dovresti stare attento però, qui circolano leggende molto strane. " si avvicina piegandosi verso di me "Molti abitanti tra l'altro non sono normali a parer mio. " si guarda attorno con fare circospetto, prima di riprendere a sorridere come se nulla fosse.

Inclino la testa non capendo. So delle leggende, dopotutto ci sono cresciuta ma mi confonde il suo comportamento. Non è strano che ogni luogo avesse delle storie, ma averne paura è qualcosa che non riesco proprio a comprendere. È una paura infondata, che crea pregiudizi infondati.

"Non sei per niente curioso? " mi chiede incrociando le braccia al petto.

"Non particolarmente. "

"Come no? " mi chiede sorpreso. " Le persone di qui sono troppo particolari per rimanerne indifferente! " mi sorride, prima di darmi una pacca sulla spalla con forza lasciandomi interdetta. Lo guardo prendere dalla tasca dei pantaloni un biglietto da visita con due recapiti telefonici. " Il primo è il mio, il secondo del negozio nel caso avessi bisogno di qualcos'altro. " sorride timido, facendomi intenerire. " Spero di rivederti presto. "

"Ci si vede in giro allora. "

Lo saluto con la mano, prima di salire nuovamente sul trattore per andarmene via.

Un amico, eh? Chissà che intende con persone non normali...

 

   
 
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