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Autore: blissfvlness    15/03/2023    0 recensioni
Dal Capitolo II
Erano tornati all'epoca nella quale i loro genitori non solo erano ancora studenti di Hogwarts ma si odiavano.
E se veramente fosse stato il 1996 voleva dire che la II Guerra Magica era nel pieno del suo sviluppo. Voleva dire che ogni giorno qualcuno perdeva la vita a causa di Colui-che-non-deve-essere-nominato. Voleva dire che ormai i Mangiamorte erano usciti allo scoperto, che di lì a poco tutto sarebbe cambiato, che Silente...
Silente.
All'improvviso James e Teddy si guardarono e capirono di aver avuto lo stesso pensiero.
Se veramente si trovavano nel 1996 allora Albus Silente...
«È ancora vivo» sussurrò Teddy.
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«Benvenuti, ragazzi» disse in modo cordiale.
«Potrete rimanere qui, nella Stanza delle Necessità» propose Silente. «Nel frattempo, potreste approfittarne per presentarvi agli attuali studenti di Hogwarts» aggiunse lentamente.
I ragazzi lo guardarono sbalorditi.
«Intende dire che potremo presentarci ai nostri genitori?!» chiese Hugo.
«Esattamente» gli sorrise Silente.
Cosa succederebbe se la Terza Generazione si ritrovasse improvvisamente nel passato e si presentasse a quelli che saranno i loro genitori?
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Luna Lovegood, Ron Weasley
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Nuova generazione
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Anno 2020

A Villa Conchiglia si respirava aria di festa.

I preparativi fervevano e non c'era un singolo adulto con le mani in mano, tra chi era indaffarato a decorare l'enorme tendone nel quale sarebbero stati ricevuti gli ospiti e chi invece era intento ad ultimare la preparazione del buffet.
Mentre in giardino e al piano terra il caos era totale, al piano superiore dei giovani maghi e delle giovani streghe erano intenti a prepararsi.

Improvvisamente, un urlo si levò da una delle tante stanze della villa, seguito da un'esclamazione pronunciata da una tenera vocina.

«Tcuta Eletta, no fatto appotta».

A parlare era stata una bambina dai corti capelli ricci e dagli occhi color miele, che aveva appena fatto cadere una boccetta di smalto blu elettrico per terra, provocandone la rottura in tanti piccoli pezzi e rovesciandone tutto il contenuto sull'ampio e rotondo tappeto che ricopriva gran parte del pavimento dell'accogliente stanzetta.

La sorella le andò incontro, temendo che si fosse tagliata a causa di qualche frammento di vetro, ma quando notò che la piccola non aveva neanche un graffio, tirò un sospiro di sollievo e la prese in braccio.

«Stai tranquilla principessina, ora puliamo» le disse adagiandola sul soffice letto lì vicino.

Pochi istanti dopo l'accaduto, tre facce curiose fecero capolino dalla porta. Appartenevano a ragazzi piuttosto giovani che, preoccupati dall'urlo di Elettra, volevano accertarsi che non fosse successo nulla di grave. Dopo che la ragazza ebbe spiegato loro la situazione, i tre si tranquillizzarono e tornarono nella loro stanza.

Elettra quindi si voltò verso una giovane dalla folta chioma nera e dai vivaci occhi verdi che divideva la stanza con lei, per chiederle di aiutarla a pulire il disastro combinato dalla sorellina. Non fece neanche in tempo ad aprire la bocca che l'energica corvina, già scattata in piedi, si stava dirigendo verso il ripostiglio delle scope alla fine del corridoio.

Entrata nell'angusto sgabuzzino, la ragazza iniziò a cercare tutto l'occorrente per pulire il tappeto. Una volta presi secchio, acqua e sapone, fece per uscire dal ripostiglio, quando un piccolo bagliore, causato dal riflesso della luce su una superficie di metallo, attirò la sua attenzione.

La corvina quindi si avvicinò a quello strano oggetto che le sembrava essere a metà strada tra un orologio e una collana, e lo prese in mano per osservarlo più attentamente. Era d'oro ma il suo colore risultava opaco per via della polvere. La ragazza lo scrutò e poi decise di portarlo con sé per cercare di capire di che si trattasse.

Mentre percorreva il corridoio per tornare in camera sua, la giovane fu fermata dalla sua migliore amica.

«Aspetta, ti aiuto!» esclamò la rossa prendendo il secchio che la ragazza stava trasportando.

«Grazie Rose, devo portarlo in stanza e devo assolutamente farti vedere cos'ho trovato nel ripostiglio» trillò la corvina entusiasta.

«Va bene Lily, andiamo» le rispose l'altra.

Giunte in stanza le due ragazze pulirono velocemente il pavimento, per poi spaparanzarsi sul letto di Lily.

«Allora? Cosa volevi mostrarmi?» domandò Rose, impaziente.

«Questo» rispose l'amica tirando fuori dalla tasca del suo maglioncino lo strano oggetto che aveva trovato.

«Cos'è?» chiese la rossa.

«Non lo so» le rispose Lily. «Ma è... affascinante» aggiunse guardandola.

Elettra, che nel frattempo aveva dato alla sorellina un orsacchiotto incantato con cui giocare, si avvicinò alle sue amiche. «Di cosa state parlando?» domandò.

«Lily ha trovato questo nel ripostiglio» le rispose Rose mostrandole il misterioso oggetto. Elettra spalancò gli occhi per la sorpresa.

«Perché fai quella faccia? Sai cos'è?» le chiese Lily.

«Mi stupisce che non lo sappiate anche voi!» esclamò Elettra.

«Andiamo Elettra, smettila di fare la prima della classe e dicci cos'è!» disse Rose guardando impazientemente l'amica.

«Non faccio la prima della classe!» ci tenne a sottolineare Elettra. «È una Giratempo».

Rose e Lily la guardarono confuse.

«È un oggetto che permette di viaggiare nel tempo» spiegò Elettra.

I volti delle sue amiche si illuminarono.

«Ma è fantastico!» proruppe Lily.

«Come funziona?» s'informò Rose.

«Bisogna girare la manopola che si trova al lato del ciondolo. Ogni giro corrisponde a un'ora» rispose Elettra.

«Quindi se io volessi tornare a stamattina per rimettermi a dormire dovrei girarla quattro volte» calcolò Rose sbadigliando.

«Esatto» annuì Elettra sorridendo e scuotendo la testa.

«Come fai a sapere tutte queste cose?» chiese Lily.

«Perché è una secchiona!» la prese in giro Rose.

Elettra guardò male l'amica. «La Giratempo è di mia madre» specificò.

Proprio quando Rose stava per aprire di nuovo bocca, la porta della stanza si spalancò e un'altra ragazza dai capelli color fuoco si stravaccò sul letto sopra il quale si trovavano le amiche.

«Sei sempre delicatissima» sbuffò Rose.

«È di famiglia» fece spallucce la rossa.

Rose alzò gli occhi al cielo ma la ragazza la ignorò e domandò curiosa cosa stessero facendo.

«Ho trovato una Giratempo!» rispose Lily euforica.

«Sul serio?!» esclamò l'amica. «Usiamola per...» aggiunse, ma non fece in tempo a finire di parlare perché Elettra la interruppe.

«Roxanne non se ne parla nemmeno!» esclamò.

«Ma non sai nemmeno cosa volevo proporre...» piagnucolò la rossa.

«È di mia madre e lei mi ha proibito categoricamente di usarla» rispose Elettra scandendo bene la parola "categoricamente".

«D'accordo» si arrese Roxanne.

L'animata conversazione fu interrotta da un rumore fortissimo.

«E adesso che succede?» chiese Rose alzando nuovamente gli occhi al cielo.

«Non ne ho idea» rispose tranquillamente Roxanne.

«Andiamo a vedere» propose Lily curiosa, prendendo dal letto la Giratempo e mettendola nella tasca destra dei suoi jeans.

Elettra si alzò, prese per mano la sorellina e poi le ragazze si recarono nella stanza da cui era provenuto il rumore, la terza del lungo corridoio.

Quando entrarono strabuzzarono gli occhi e, dopo un attimo di smarrimento, scoppiarono a ridere. Davanti a loro, sdraiato a terra, c'era un ragazzo corvino completamente fradicio che guardava arrabbiato i suoi cinque amici.

«Perché ti sei fatto il bagno vestito?» domandò Lily, assumendo l'espressione più falsamente angelica che conoscesse.

«Non mi sono fatto il bagno vestito» rispose a denti stretti il ragazzo, «sono stato vittima degli scherzi di questi idioti!» aggiunse assumendo un'espressione minacciosa.

«Oh andiamo Al, non te la prendere» disse uno dei cinque schernendolo.

«Sì infatti, non te la prendere!» ghignò un altro, identico in tutto e per tutto al primo tranne per una minuscola cicatrice sul mento.

Albus sbuffò e si alzò in piedi, andando in bagno per cambiarsi e mettersi addosso qualcosa di asciutto.

«È stato epico, avete visto la sua faccia?» esclamò ridendo un giovane dalla pelle ambrata.

«Siete veramente terribili» si intromise Elettra.

I ragazzi si girarono verso di lei.
Albus, che stava uscendo dal bagno in quel momento, la ringraziò per il sostegno.

«La solita guastafeste» commentò sbuffando un giovane dai capelli chiarissimi.

«Nessuno ti ha interpellato, Scorpius» controbatté Elettra stizzita.

Il ragazzo la guardò. «Ho solo detto la verità» aggiunse ghignando.

Di tutta risposta lei lo fulminò con lo sguardo.

«Vi prego non cominciate di nuovo a litigare» intervenne Roxanne alzando gli occhi al cielo.

«Ha iniziato lui!»
«Ha iniziato lei!» si giustificarono i giovani all'unisono.

Dopo essersi guardati in cagnesco, i due continuarono a discutere, per determinare chi fosse il colpevole dell'inizio del battibecco. I presenti in stanza sbuffarono e, per cercare di calmare la lite, Lily pensò di condividere con i suoi amici la scoperta fatta poco prima. Quindi, tirò fuori dalla sua tasca la Giratempo e la mostrò ai gemelli che, incuriositi, le domandarono cosa fosse.

Albus, intrigato dall'oggetto, prese la Giratempo dalle mani di Lily e iniziò a giocarci. La ragazza, memore delle parole dell'amica, cercò di riprenderla ma non ci fu verso. Albus infatti era ben più alto di lei e si stava divertendo moltissimo a vedere Lily che tentava di riprendere l'oggetto che le aveva sottratto, saltando per arrivare alla sua altezza. Rose e Roxanne cercarono, invano, di aiutare l'amica. Infatti, i ragazzi iniziarono a lanciarsi la Giratempo tra di loro.

A quel punto i due litiganti si resero conto di ciò che stava succedendo intorno a loro ed entrambi impallidirono, consapevoli del disastro che sarebbe potuto accadere se l'oggetto nelle mani dei loro amici si fosse rotto.

Elettra, con lo sguardo tagliente e le mani sui fianchi, gridò senza esitazione «Albus Severus Potter dammi immediatamente quella Giratempo!»

Il suo intervento ebbe il merito di far immobilizzare i ragazzi ma l'effetto durò solo pochi secondi. Infatti, Albus e i suoi amici iniziarono a correre per il corridoio del secondo piano, continuando a lanciarsi la Giratempo e tentando di non farsi acchiappare dalle ragazze.

Scorpius sospirò.
Sarebbe finita malissimo.

Il trambusto che stavano causando era talmente grande che tutti gli ospiti che si trovavano al piano di sopra uscirono dalle proprie stanze per vedere cosa stesse succedendo. I più piccoli, vedendo il caos che si era creato, iniziarono a correre dietro i loro fratelli e sorelle più grandi, urlando e ridendo.

«Potter, metti giù la Giratempo!» gridò di nuovo Elettra.

«No!» urlò Albus, facendo la linguaccia all'amica e lanciando l'oggetto al ragazzo dalla pelle ambrata che si fermò e con un'espressione seria in volto prese la parola «D'accordo... adesso basta. Giocare con una Giratempo è pericoloso. Elettra ha ragione» sentenziò.

La ragazza lo guardò sorpresa e gli si avvicinò per farsi consegnare l'oggetto e ringraziarlo, ma quando allungò la mano lui si scansò e lanciò la Giratempo a uno dei gemelli.

Elettra lo fulminò con lo sguardo mentre Rose sbuffò. Lily, che non aveva mai smesso di correre per cercare di riprendere ciò che le era stato sottratto, si piegò appoggiando le mani sulle ginocchia e cercò di riprendere fiato. Roxanne invece continuava a correre dietro ai suoi amici, senza ottenere grandi risultati.

Quando Albus rientrò in possesso della Giratempo, la lanciò a un ragazzo piuttosto alto, che non fu abbastanza agile da afferrarla al volo.

L'oggetto del desiderio cadde al suolo.

E si ruppe.

Calò il silenzio.

Albus strabuzzò gli occhi e iniziò a balbettare, cercando di giustificarsi.
«E-elettra n-non e-era mia i-intenzione r-romperla, sul serio» disse alla ragazza che lo guardava in cagnesco.

«Guarda il lato positivo, si è solamente rotta la piccola clessidra al centro» disse uno dei gemelli raccogliendo la Giratempo da terra.
«Basterà un Reparo e tornerà come prima!» aggiunse.

Sfortunatamente, non fece in tempo a terminare la frase che un fascio di luce bianca avvolse tutti i presenti.

   
 
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