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Autore: __eryn__    20/03/2023    1 recensioni
Sono passati mesi da quando Melville ha perso la sua memoria. Ci sono solo due elementi che lo collegano al suo passato: un'ocarina che porta sempre con sé e una melodia.
Dopo quell'accaduto, il giovane quattordicenne ha iniziato a vivere una vita tranquilla e monotona con un anziano agricoltore che lo accolse a casa sua.
Il ragazzo ricambia l'accoglienza del vecchio lavorando nel suo campo di grano chiedendo tutte le sere alla luna domande sulla sua memoria.
Una notte, però, tutto cambia non appena lo spirito della Luna si palesa nell' orto rivelandogli che le risposte che cerca può trovarle solo nel borgo di Irurel.
Così Melville si dirigerà al borgo alla ricerca dei suoi ricordi, farà la conoscenza con due simpatici adolescenti ma scoprirà che quel luogo ha un'influenza negativa su di lui che gli farà combattere con delle crisi che lo portano a pericolosi sdoppiamenti di personalità.
Genere: Angst, Avventura, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO 10

IL BOSCO SACRO
POV: MELVILLE
 
Quell' allegra melodia suonata con l'ocarina riecheggia le sue note davanti una piccola casa. 
Sono io a soffiare quell'armonia di suoni e mi ritrovo seduto su un ceppo d'albero tagliato. 
Apro gli occhi e mi volto indietro sentendomi chiamare. 
<< La puoi suonare di nuovo? >> A rivolgermi la parola è la ragazza dai lunghi capelli dorati, la stessa fanciulla che mi appare nella mia memoria. 
<< Sì, certo >> Le sorrido. 
Suono nuovamente quella melodia chiudendo gli occhi e rilassando le spalle. 
<< Te l'ho insegnata io, ricordi? >> Mi chiede ballando con movimenti leggiadri.
Io annuisco continuando a reggere l'ocarina tra le mani. 
<< Oggi sono stata al centro del borgo di Irurel, hanno allestito delle bellissime decorazioni! C'è il festival della musica oggi! >>
Lascio la presa e la mia ocarina rimane sospesa a mezz'aria tramite il gancio incastonato alla collana. 
<< È un vero peccato che mio padre non voglia portarti con noi... >> Sospira per poi fermarsi di fronte a me. 
<< Non importa, resterò qui >>
<< E non ti annoierai? >>
Faccio cenno di no con la testa e poggio le mani sulle gambe. 
<< A proposito di mio padre... >> Il suo tono è diventato più dispiaciuto e guarda basso. 
<< È vero che... che ti ha rimproverato ieri? Era molto arrabbiato >> 
Spalanco gli occhi e rivolgo lo sguardo altrove, come se in quel momento fossi sorpreso nel comprendere che lei sapesse qualcosa riguardo quella pesante conversazione. 
<< Perché non gli hai detto che ero stata io a chiederti di accompagnarmi? >> 
Non le rispondo e continuo a non guardarla. 
<< Dovevi dirglielo che ti avevo chiesto io di portarmi a vedere il Bosco Sacro! >> 
<< Ho sbagliato io, Carol. Lui non vuole che lascio l'orto e soprattutto non tollera che mi allontani da solo con te >> 
<< Ma io volevo stare con te! Lui non capisce, tu non sei pericoloso! >> 
Quell'ultima parola mi fa tremare. 
Il cuore si ferma e rimango a fissarla con gli occhi spalancati. 
 
Mi sveglio di soprassalto sedendomi improvvisamente sulle lenzuola. 
Mi accorgo di ansimare e poggio la mano sulla fronte sentendomela calda e un po' bagnata dal sudore. 
Carol? 
L'ho chiamata per nome? 
Quello è davvero il suo nome? 
Come faccio a conoscere quella ragazza? 
In che rapporti siamo? 
Perché suo padre sembra così severo con me? 
E se fossimo fratellastri? Notando le sue caratteristiche, lei è completamente diversa da me. 
E se,invece, fossimo semplicemente amici? 
Allora se quest'ultima affermazione fosse vera perché abitavo con loro?
Ha nominato il Bosco Sacro, che cos'è? Come facevo a sapere dove si trovasse? E se invece mi ci avesse portato lei? 
Sospiro e abbasso lentamente le coperte sotto l'addome. 
Spero di ritrovare le risposte a queste mie domande. 
C'è silenzio nella stanza, si sente solo un leggero vociferio nelle altre camere e sicuramente si tratta della voce di Nicole. 
Chissà che starà dicendo, non riesco a decifrare. 
Non so se ha parlato di nuovo di me a sua madre... 
Quella donna sembra conoscere qualcosa riguardo il sottoscritto... ma cosa? 
Potrei chiederglielo o sembrerò sgarbato? 
Forse ho solamente capito male ieri... probabilmente non stavano davvero parlando di me. 
Ad interrompere i miei punti interrogativi è un suono... o meglio, un gracchiare. 
Mi guardo intorno per capire da dove proviene quel verso e non appena si ripete capisco da che parte voltarmi. 
Mi giro sulla destra mi accorgo di quella figura completamente nera poggiata con gli artigli argentati sul comodino in legno. 
Sembra trattarsi di una creatura alata, un corvo con tre occhi scarlatti e due piccole corna da capra grigie, stesso colore del suo grosso becco appuntito. 
Gracchia nuovamente e quell'animale inquietante mi fissa con quelle sue iridi infernali facendomi rabbrividire. 
Da dove sbuca? Che cosa vuole da me?! 
I miei occhi si fanno microscopici dalla paura non appena lo vedo aprire le ali. 
Il suo verso si fa più forte e i suoi artigli paiono allargarsi. 
Mi vuole attaccare? 
Fa per volare proprio verso di me e dalla mia bocca esce un grido spontaneo e le mie braccia mi difendono il viso. 
A quel punto sento la porta spalancarsi e noto che quel "corvo" non era volato verso di me, ma verso Nicole. 
La creatura alata si è appena posato sulla sua spalla e lei sembra accarezzargli le piume corvine. 
<< Bibury! Ecco dove ti eri cacciato! >> 
<< B-Bibury? >> Chiedo confuso sentendo ancora il mio cuore battere forte dallo spavento. 
<< Il mio famiglio ti ha spaventato? Bibury, lui è Melville, non è un nemico!! È mio amico >> 
Non capisco... 
Famiglio? 
Eppure ieri sono sicuro di non aver visto quel volatile, chissà da dove è spuntato fuori...
<< Mi dispiace se ti ha spaventato, è molto protettivo con me, lui è buono >> 
<< N-non fa niente! >> Agito le braccia in imbarazzo. 
Espiro un sospiro cercando di calmarmi.
Mi ritorna alla memoria quel sogno, così mi viene da chiederle: << Nicole, che cos'è il Bosco Sacro? >>
Lei mi guarda abbastanza stupita allargando le iridi castane.
<< Come fai a sapere del Bosco? >>
<< Poco fa ho fatto un sogno e una ragazza l'ha nominato >>
Nicole si siede vicino a me e si sistema la gonna. 
<< Ad Irurel tutto ciò che viene collegato alla natura si raccoglie nella parola "Sacralità" >>
Si schiarisce la voce per poi continuare: << Il Bosco Sacro è, appunto, un luogo di sacralità che ci fa connettere con la natura attraverso delle passeggiate circondati dal verde. Lì è dove si assiste alla vita, si vede una natura dormiente e che si risveglia, il processo della rinascita >>
Che forza... sono meravigliato. 
<< L'amore che abbiamo per il Bosco lo dimostriamo con dei piccoli gesti di cura e da questo incontro la natura ricambia la gentilezza donandoci un'esperienza che coinvolge la poesia, un ballo, un disegno o una musica >>
Un gesto di cura per ricevere un gesto di creatività, è un concetto molto interiore con la natura, mi piace... forse dovrò fare anche io qualcosa per lei. 
<< Ma, soprattutto, il Bosco Sacro custodisce il Santuario dell'Ordine >>
<< Quell' "Ordine"? >> Domando assumendo un'espressione più che sorpresa. 
<< Sì, esatto >> 
Non me lo aspettavo... 
Deglutisco con una leggera agitazione. 
<< Che farai ora, Melville? >> Mi domanda con un velo di preoccupazione sul volto ed io scendo dal letto. 
<< Voglio scoprire di più sulla mia memoria. Andrò in giro per Irurel >> Le dico sistemandomi la mantella per poi allacciarmi i bottoni. 
<< Se sentirai di aver bisogno di me non esitare a tornare qui >>
<< Va bene. Ti ringrazio per tutto, Nicole >> 
 
 
Ancora non riesco a credere di trovarmi ad Irurel.
È un borgo davvero magnifico, ovunque mi giro sembra di vedere un quadro meraviglioso.
La natura regna sovrana tramite le vaste vallate da dove sorreggono delle piccole case, alcune costruite con la pietra, sono coloratissime Nelle strettoie ci sono le varie piante molto curate e di diverse forme e sfumature ch regalano nell'aria un dolcissimo profumo e il vento lo conduce in ogni angolo del paese.
L'incanto e la magia di ogni piccolo spazio è davvero incredibile, passando per le strade continuo a vedere così tante persone intenzionate a sistemare i loro banconi, c'è chi vende della frutta, delle stoffe, dei libri, gioielli, di tutto e di più.
Ci sono anche delle piccole creature alate che si divertono a rincorrersi vicino alla grande fontana dove dei bambini si divertono a giocare a rincorrersi e a ridere gioiosamente.
Non mancano le taverne da dove si può sentire una musica suonata con il violino, e le locande che ospitano dei viaggiatori, li vedo uscire con uno zainetto sulle spalle.
C'è sicuramente una prevalenza di tinta verdeggiante a dominare il paese, il villaggio sembra molto tranquillo ma c'è qualcosa che non mi convince appieno.
Un alone di mistero aleggia intorno a questo paese, e soprattutto, dove si trova il Bosco Sacro? Dove posso trovare Carol? 
Cerco di guardarmi intorno e il mio sguardo si rivolge a nord e lì vedo il castello di cui mi parlava Nicole la scorsa sera.
Cammino lungo quel sentiero e le gambe iniziano un po' a tremare.
Me ne ero quasi dimenticato... ho un incarico da compiere.
Non riesco a far finta di nulla, ho paura che Daiana possa trovarmi. 
Devo rubare la corona del principe. 
Come farò a riconoscerla? Ma soprattutto... dove la posso trovare? 
Continuo a camminare e finalmente vedo più da vicino l'immenso castello. 
Come farò ad entrare senza farmi vedere?
Ci saranno maghi ovunque a fare da guardia... 
Devo trovare una strategia... 
   
 
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