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Autore: lmpaoli94    24/03/2023    0 recensioni
Il fuoco del buio illuminava le sterpaglie di un luogo rimasto silenzioso per troppo tempo.
Eppure quelle luci misteriose si andavano a confondere tra le grida di quelle persone che credevano impossibile tali torture.
Eppure tutto ciò era reale agli occhi di un bambino innocente quando scoprì suo padre uccidere un nemico di vecchia data proprio nelle Sale segrete del Castello dei Corvino.
Un silenzio rotto dal dolore che nessuno poteva sopportare.
E nel mentre in tutti quegli anni si andava a mescolare tale infanzia rovinata da quell’atto abominio,, Il piccolo bambino non ebbe mai il coraggio di confessare a nessuno quello che aveva visto, nemmeno al suo miglior confidente.
Si perché non poteva fidarsi di nessuno e mentre con il passare degli anni cresceva e il regno di suo padre era ancora avvolto dal terrore, quella stessa famiglia si preannunciava a mettere fuori le sue pretese verso un momento di pace che non sarebbe mai arrivato, soprattutto se nel centro di questa storia albeggiava una vendetta che non trovava nessuna conclusione in quella storia ancora agli albori di essere raccontata.
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Gli inverni non passavano mai e il freddo pungente di quel territorio si faceva sempre sentire in ogni momento.
Ma tutto ciò non spaventava il piccolo Giovanni, discendente del Regno di Vàlos dove quella quiete e quelle temperature rigide, lo avevano forgiato verso un futuro ancora incerto per lui.
E nel mentre il padre accusato di tale abominio dalla mente del ragazzo, cercava di guarire dagli acciacchi della sua vecchiaia, il giovane ragazzo imparava a destreggiarsi ferendo e maledicendo tutti coloro che cercavano di sfidarlo.
Il padre era alquanto taciturno come il figlio, ma i suoi occhi esperti non potevano che controllarlo e farlo controllare dai suoi servi,
Tutto ciò questo Giovanni lo sapeva e non aveva fatto niente per evitare che il fiato sul collo di quel padre assassino potesse in qualche modo intaccarlo.
Soltanto il primo cavaliere di un regno glorioso spingeva Giovanni ad occuparsi del padre, impremendo nella sua mente ciò che non voleva sentire.
< Alecu, che cosa volete ancora da me?>
< Non ho fatto niente per disturbarvi, mio signore > si scusò subito il primo cavaliere.
< Alecu, quando capirete che io non sono uno stupido come voi? Volete che incessantemente io mi occupi di vostro padre. Ma ci sono i servi come voi che devono adempiere a tale compito. >
Alecu era un cavaliere che aveva combattuto al fianco del padre di Giovanni e sapeva qualsiasi segreto che potesse in qualche modo “rivelare” la vera indole di un uomo tanto silenzioso quanto spietato, ma la sua benevolenza e la sua promessa di rimanergli sempre accanto, aveva fatto sì che la sua vita potesse essere legata a tale famiglia, senza addentrarsi in vendette e tradimenti che avrebbero accorciato di gran lunga la sua esistenza.
< Vostro padre, non fa’ altro che chiedere di voi, mio principe. Deve parlarvi di fatti privati. >
< Di quali fatti dovrei occuparmi? Io devo solo diventare un guerriero e difendermi dai nemici. Il resto non m’interessa. E questo mio padre lo sa bene. >
< Buon Dio, mio principe… >
< Non usate tale nome per impietosirmi, cavaliere. E fate quello che dovreste. Non combattete da molti anni e non avete nessuna intenzione di sfidarmi. Io aspetto con grande gloria quel giorno… O forse voi avete soltanto paura di me? Sapete molto bene quanto sono migliorato. >
< Non lo metto in dubbio. Ma perché dovrei provare ad uccidervi dopo che io, prima che voi nasceste, feci un giuramento che mi lega a voi e a tutta la vostra famiglia. >
< Ma io non vi ho mai chiesto di legarvi a me. Anzi, se volete saperlo, io non ho bisogno di nessun protettore. E invece di perdere tempo con me, perché non andate verso quel vecchio che di amore non sa bene cosa significhi? >
Alecu si sentiva afflitto e nello stesso tempo adirato.
Avrebbe volentieri risposto a quel ragazzo che non faceva altro che mancare di rispetto a lui, a sé stesso e a tutta la sua famiglia.
Anche Alecu sapeva che il re di Vàlos non era un santo, ma aveva fatto in modo che tutto il suo popolo potesse godere di un beneficio e di una protezione che gli spingeva a venerarlo.
Ma Giovanni purtroppo, non era di quel loro solito avviso.
< Alecu, cavaliere che spreca solo parole al vento e inutili, avete intenzione di farmi perdere altro tempo? >
< Giovanni, dovreste capire che il sangue che scorre nelle vostre vene… >
< Io sono figlio di mia madre! > gridò il giovane principe < Voi non capite quanto possa aver sofferto mia madre. È morta da sola mentre io ero a combattere una guerra che si è rivelata inutile a causa di mio padre. Una rivolta contro i nostri vicini dissipati dall’odio e dal profumo di una vendetta che ancora oggi stanno cercando. Quindi, per favore, non osate parlarmi di quell’uomo che non conosce pietà e che non riuscirebbe a riconoscere il suo stesso sangue. Se volesse mio padre, mi venderebbe al primo mercenario che gli si presenta davanti. Ormai la nostra discendenza non ha nessun prezzo. È il potere di farsi rispettare che mi spinge ad andare avanti. Perché io so come comportarmi contro coloro che mi vorrebbero morto. >
Alecu fu ancora interdetto da tali parole e non fece niente per replicare.
Almeno per il momento.
< Principe, siete sicuro di non aver paura dei vostri nemici? Perchè con le vostre parole, mi fate capire che ne abbiate molti. Non avete timore che qualcuno di molto vicino a voi, anche solo un servo, vi possa avvelenare solo per il capriccio di farvi fuori e di liberare per sempre questo castello dalla vostra oppressione visto che non amate i vostri sudditi e il vostro nome. >
< Ma cosa credete di pensare voi, inutile cavaliere che non ricorda nemmeno come si combatte? >
< Attento, ragazzo. State molto attento! >
I toni si facevano più forti e quel dolore in mezzo a quella foschia si stava mischiando verso quegli occhi che avevano visto tutto.
< Giovanni! Giovanni! >
Il padre del ragazzo non faceva altro che chiamarlo a gran voce mentre Alecu decise che era giunto il momento di porre fine a tutto questo.
< Alecu, tornate al vostro posto! Subito! >
< Perdonatemi, mio Re. >
Alecu non sapeva cosa dire.
Sapeva bene che aveva disonorato il nome di tale famiglia e avrebbe fatto di tutto per sfuggire da quel momento.
< Con voi farò i conti più tardi > replicò il Re di Vàlos con tono duro < Adesso ho solo bisogno di parlare con mio figlio. E voi non fate altro che aizzarlo contro di voi. >
< Mio Re, quel ragazzo non rispetta il vostro nome. >
< Sapete meglio di me di che pasta è fatto. Non vuole essere domato in nessun modo. Non sopporta di ricevere ordini. Proprio come me. >
< Mio Re, io non gli ho ordinato nulla… >
< Non tergiversate le mie parole, Alecu. Non servirebbe a niente. Né tanto meno a voi. >
Alecu si sentiva impotente mentre con i suoi occhi cercava di guardare l’orizzonte che per molto tempo era rimasto in silenzio.
< Piuttosto, che cosa mi dite dei confini del mio regno? >
< Tutto sembra in pace con sé stesso, mio Re. I rivoltosi non hanno nessuna intenzione di attaccare il vostro castello per paura di conoscere la loro fine. >
< Ma quale paura? Di che paura stai parlando, sciocco imbroglione che non sei altro? Credi davvero che io non sappia che è da molto che non adempite ai vostri doveri? Credi che io non sappia che non avete nessuna intenzione di mettere il naso fuori da queste mura? Che tutti coloro che vi hanno preceduto si possano rivoltare nella sua tomba. Da molto tempo non riesco più a riconoscervi, Alecu. E adesso cosa fate? Perdete tempo a discutere con mio figlio. Guardate bene che la tortura che ho eseguito dieci anni fa contro quell’invasore, può in qualunque istante travolgere voi e il vostro futuro. E siete voi che dovete avere paura, razza di bugiardo che non siete altro. >
Alecu si sentiva impotente di fronte a quelle parole.
Avrebbe voluto uccidersi piuttosto che continuare a ricevere tali infamie che lo avevano ormai macchiato per sempre.
< I Regni non si costruiscono con le menzogne, caro Alecu. Ma con la forza e con il potere. Cosa che a mio figlio non mancherà mai. >
< Perdonatemi. Vi prego. >
< Che la tua anima possa morire di freddo al di là di queste pura. Perlustra i miei confini e cerca di portarmi notizie che aspetto da settimane se non vuoi finire male. Mi hai capito, adesso? >
< Certo. Vado immediatamente. >
Prima che Alecu potesse unire l’esercito del Re, il vecchio gli ordinò di andare da solo, come una sorta di punizione a cui non poteva sottrarsi.
< Ma mio Re, è pericoloso andarsene fuori da solo. Ho bisogno dei vostri uomini. >
< Avevi a pensarci prima, Alecu. E adesso vai! >
Mentre Giovanni rimaneva inerme e sotto il suo sguardo compiaciuto di fronte agli ordini ferrei di suo padre, quella morte silenziosa che preambolava nella sua mente stava per essere realizzata in quel luogo in cui era cresciuto e che aveva imparato il significato della parola morte.

 

   
 
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