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Autore: CarolaKitty96    31/03/2023    2 recensioni
Sherlock non è alle prese con nessun caso, niente di niente, inutile dire che la tentazione di fumare si fa sempre più intransigente e sta combattendo con tutto se stesso per non cedere. Non mangia, a stento beve, se non il the che Mrs Hudson gli porta al mattino e al pomeriggio. E John invece? John ha completamente annullato se stesso dopo le faccende di Sherrinford. Pensa soltanto a Rosie ed al lavoro. A volte va a trovare Sherlock ed insieme riescono a distrarsi come ai vecchi tempi ma sente che qualcosa é cambiato. O forse è sempre stato “ diverso “ ma continua a combattere quella verità da anni oramai, quella vocina nella testa proprio non vuole saperne di ammettere il vero, specie ora.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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« Ci sono cose che avrebbe voluto dire.. ma non ha detto »

« Si »

« Le dica adesso »

« No .. mi dispiace non posso »

 

John ricorda ancora questa conversazione. Risale a sei anni fa. Forse di più. Che ha più tenuto il conto del passare dell’età .. ci sono momenti in cui si sente ancora agile, e scattante e momenti invece in cui si sente vecchio e sedentario. Ma accantona sempre le ultime due descrizioni perché non può permettersi di essersi così. Non per Rosie. Che ha bisogno di un padre energico. E la vita di John è sempre stata energica. Nonostante lo stop momentaneo prima di conoscere Sherlock. É inutile negarlo alla fine, Mary e Sherlock sono stati i due prototipi della propria persona ideale: la prima con i suoi segreti, e la sua ironia, ha trasmesso a John la vitalità che aveva perso, e l’energia  che aveva dimenticato. Mentre Sherlock l’ha riportato alla vita, e sarebbe stato difficile dire grazie. Ad entrambi. Quello che pochi sanno, é che si odia, per tantissimi motivi. Non è riuscito a dire a nessuno dei due i suoi reali sentimenti. Con Mary è riuscito a confessare di aver sbagliato e di voler essere migliore, ma al suo fantasma. Mentre a Sherlock .. non ha mai detto nulla circa ciò che avrebbe voluto dire dopo la sua finta morte. E la parte peggiore, é che a malapena riesce a dirlo o ammetterlo adesso. 

 

————-

 

« John, c’è qualcosa .. che vorrei dirti. Volevo dirtelo da sempre e non l’ho mai fatto. Visto che è improbabile che ci rivedremo, tanto vale che lo dica adesso .. Sherlock è in realtà un nome da donna. 

 

I sentimenti son sempre stati .. cosa astratta, per Sherlock. E non può nemmeno negare di averli provati, in passato. Sentimenti di amore? Probabilmente mai. Sentimenti d’amicizia? Oh si, che li ha provati. E sappiamo tutti che ci stiamo riferendo a Victor. Ha veramente pochissimi ricordi, ma ricorda le risate, ricorda i pirati, ricorda pochi ma intensi ricordi positivi, ricordi che gli scaldano il cuore. Poi Victor gli è stato portato via, ed il trauma ha creato il resto. Da allora non è riuscito ad aprire il suo cuore a nessuno. Nemmeno andando avanti col tempo. L’unico che vedeva come .. l’uomo perfetto, ma distante, era suo fratello. Oh si, il piccolo sherlock venerava il maggiore quando era piccolo, e molte marachelle che ha combinato, son state create per attirare la sua attenzione, vista la distanza dei genitori. Ma Mycroft era grande, e forse, come lui, incapace di dimostrare affetto, per quanto fosse presente. Poi il tempo è passato ancora di più, e Sherlock si è creato quel muro che dopo non è più stato sormontato, o distrutto. Soltanto John é riuscito a farlo, e col tempo, grazie a lui, ha di nuovo aperto il proprio cuore. Per quanto ne sia così spaventato. Sherlock Holmes e i sentimenti non sono fatti per stare insieme, inevitabilmente qualcuno finisce per farsi del male ed è accaduto fin troppe volte adesso. Soltanto che adesso é solo più difficile tenerli a bada. Molto più difficile. 

 

Due zucconi, che in due momenti, ( ed anche più ) avevano la possibilità di parlare e forse svuotarsi di quel peso che tanto li ha logorati a lungo. Ma non l’hanno fatto. Avrebbero adesso, questa possibilità.

 

 

( In this moment …. )

 

 

 

La vicinanza oramai é minimale, talmente minimale che ognuno riesce ad avvertire il profumo dell’altro. John non ha mai saputo definire l’odore del dopobarba di Sherlock, ma è piacevole, e un po’ pungente, proprio come lui. Mentre per Sherlock,  il dopobarba di John si rivela essere dolce, fruttato, ma a tratti aspro. Alla fine non basta tanto per darsi un bacio, é una questione di attrazione. Due magneti che si attraggono al punto di avvicinarsi. E loro sono come due magneti adesso. Due magneti testardi, che forse hanno sprecato anni preziosi per un gesto così semplice. E dire che John è la stessa persona che non avrebbe voluto che nessuna persona definisse lui e Sherlock una coppia. Ed ora sta per baciarlo in mezzo ad una strada. Come è buffo il mondo. Uno sfioramento. È avvenuto un leggerissimo sfioramento, niente di più, quando il BIP BIP BIP di un sms interrompe quel momento. Lestrade gli ha inviato un messaggio. Recita:

 

“ Il prigioniero vuole parlare con te,

 

GL “

 

Per leggerlo, ovviamente, Sherlock si è dovuto separare da John. Quindi no. Il bacio non è avvenuto. Se questo ha intristito il povero dottore? Si. Assolutamente si. Ha capito che il detective non è il massimo nelle interazioni sociali, o in momenti intimi come quello, ma interrompere per un sms .. è stato troppo perfino per lui. 

 

« Il prigioniero vuole parlarci, John. Dobbiamo andare. » 

Però è in quell’istante che rimbombano nel cervello di John le parole “ sono sposato col mio lavoro “. Dopotutto il lavoro è vita per Sherlock, è sempre stato così. Così sospira, incrociando le braccia al petto.

« Si. Dobbiamo andare » esclama dunque il dottore, scuotendo il capo per poi chiamare il primo taxi che vede lontano. È inutile forse anche solo sperarci.

Non arrenderti, John!! Se ti fossi arreso così presto quando eri in Afghanistan sai quante vite sarebbero andate perdute? Se ti fossi arreso così presto con me, sai che me ne sarei trovato un altro? Su! Forza! 

Beh, c’è da dire che quando c’è bisogno di incoraggiamento, Mary sempre in prima  linea!

 

D’altra parte, Sherlock si sente un’idiota. Possiamo dirlo che si sente un’idiota? Mancava quel tanto così per mettere a tacere tutte le sue parole. Ed invece è stato un codardo.

Codardo esatto, non sei mai stato un codardo, Sherlock. Che ti prende? 

Carina la voce del fratello che gli martella nella testa. Insopportabile. 

Viaggiando in taxi finalmente arrivano dove è imprigionato l’uomo. Ammette sherlock che è curioso di sapere cosa ha da dirgli. Difatti quando sono tutti e tre, John e Sherlock da una parte e l’uomo dall’altra  del tavolo, il consulente si sporge in avanti. Quasi ad invogliare l’altro a parlare.

John invece sta solo a braccia incrociate, e le labbra sporte verso l’esterno, come fa sempre quando è irritato.

 

« Dunque? Cosa volevi dirci di così importante, adesso? »

« È inutile che lei continui ad indagare, Signor Holmes. Io ho ucciso quell’uomo. E se volete, vi dirò anche perché. »

« Mi illumini. »

« Mi ha mandato sul lastrico. Non avevo più niente da perdere. Non ho famiglia, ne moglie, ne figli. Nessuno avrebbe pagato questa punizione tranne me. Non è stato difficile. Almeno adesso sono contento »

« Eppure mi sembri tutto tranne che colpevole. Basta guardarti. Tremi quando parli, hai tic nervoso ad un occhio, occhi lucidi, le mani non riescono a stare ferme, non riesci mai a guardarmi fisso negli occhi quando ti parlo. Conosco un assassino quando lo vedo, ho avuto a che fare con criminali da quattro soldi ed anche con psicopatici di primo livello, e tu, non sei nessuno fra questi. Chi.stai.proteggendo? »

« .. Nessuno. Sono l’unico colpevole. Ed ora sapete anche il mio movente. Ho confessato. Non c’è altro da dire » 

E detto questo l’uomo si alza, e scompare in quella prigione lasciando Sherlock sorpreso ed anche fortemente irritato. 

 

—————

 

Sono tornati al 221B, e non può fare a meno di continuare a pensarci. Non può.

« Perché diavolo prendersi le colpe per qualcuno? Perché? »

A quel punto John si mette a ridere. Ma ridere di gusto però. E sherlock aggrotta le sopracciglia. 

« Che c’è di così divertente adesso? »

« a niente. Mi fa ridere come non riesci ad arrivarci. O come non possa venirti il dubbio. Ma dimenticavo .. tu sei asettico dai sentimenti. Non ci arriveresti comunque » 

« Tu sei arrabbiato » 

E solo dopo averlo sentito John si immobilizza, voltandosi a guardare l’altro con un rallentatore tale ed uno sguardo vitreo da mettere i brividi. 

« Bravo. Ottima deduzione »

« Non puoi essere veramente arrabbiato, John. Non ho fatto niente » e ne è fermamente convinto. Sapete perché? Perché non baciandolo, ha pensato, che l’avrebbe salvato un rapporto. Perché ha pensato, che John non si fosse nemmeno avvicinato per baciarlo. Si è avvicinato e basta. E Sherlock non poteva permettersi di rovinare la loro amicizia solo per quei sbiechi seppur intensi sentimenti che prova nei suoi confronti. Quindi si, da bravo idiota, crede di essere nella ragione.   

« Non hai … senti lascia perdere. Lascia perdere. Sai qual è il tuo problema? Che pensi di star ragionando quando in realtà ti stai solo comportando da bambino. Il grande detective. Allora vuoi sapere la mia deduzione? Quell’uomo sta proteggendo qualcuno. Qualcuno che ama. O a cui vuole bene. »

« Ma é ridicolo!! Perché dovrebbe andar in pr — » non finisce la frase. Perché è stato tutto terribilmente evidente .. proteggere qualcuno, a discapito della propria vita. É esattamente quello che ha fatto Sherlock. Più di una volta. Come ha fatto a non arrivare ad una conclusione tanto chiara … stupido. Stupido. STUPIDO. 

« Ma certo, evidente. »

« Le persone fanno sempre cose pazze, quando ci sono i sentimenti di mezzo »

« Ho capito chi è il colpevole »

« Bene. Sono contento tu abbia capito. Torno a casa. Molly sarà stanca, ha badato a Rosie più del previsto » e si alza, il buon John, sistemandosi la giacca per avvicinarsi alla porta.

« John, aspetta .. » 

Sherlock non ne è capace. Non sarà mai capace. È questo il suo limite.

Ma non esserne capace non significa che non abbia un cuore.  

« Torna al 221B. »

Ecco. L’ha detto. L’ha detto si. Non sa quale sarà la risposta di John. Però l’ha detto. Ha bisogno del suo dottore. E forse si farà del male. Un male allucinante.

Ma non gli interessa.

« Torna al 221B. Con Rosie. Non ti dico di rispondermi adesso. Ma pensaci. »

Non lo sa se John prova qualcosa per lui. Non riesce a capirlo. Non l’ha mai capito. Ma Sherlock ama John. Da un bel po di tempo. Negarlo, non significa che non sia vero. Ed ha bisogno di lui vicino.

Ha bisogno di saperlo felice. 

 

Annuisce quindi John, alla sua richiesta, come a dire che ci penserà, poi esce dall’appartamento. Ma chiusa la porta non può non lasciarsi scappare un sorriso.

 

——————-

 

La mattina dopo la prima cosa che Sherlock fa, è chiamare Margaret.

« Margaret, sono Sherlock »

« Sherlock! Che bello sentirti. Hai novità sul caso ..? »

« Sei in casa da sola»

« Come ogni mattina. »

 

Ma non è da Margaret che Sherlock vuole recarsi. No. Si reca in un bar. Un bar a Piccadilly. Alle 7:30 di mattina.

Ed alle 7:32 vede entrare da quel bar una ragazza. Giovane. Bionda.

La figlia di Samuel Jones.

« Miss Jones? Permette? »

« Sherlock Holmes. Si. Certo. Ma non capisco in cosa posso aiutarla. L’assassino é già dietro le sbarre »

« No. Direi di no. Non capivo quale torto avesse mai potuto fare un padre ad una figlia, ma la visita al collegio mi ha reso tutto più chiaro. Non avresti dovuto parlarmi di Piccadilly. Voleva spedirti in collegio, si. Ma perché? Brutti voti a scuola? No. Cattive compagnie? Quasi. Un uomo. Più grande. Non approvava. Ed ha minacciato di spedirti in collegio se non avessi deciso di separarti da lui. Ho fatto delle ricerche su di te questa sera. Non solo avresti perso le tue amicizie, ma anche la possibilità della tua lauda ricompensa che ti aveva promesso se avessi finito per bene la scuola. Cosa che non ti avrebbe dato se fossi andata via. Comodo per andare via con un adulto, alla fine. Posso vedere il suo fermaglio? »

E la ragazza gli dona il fermaglio, quando Sherlock lo afferra, sorride.

« Si vede che l’hai pulito per bene. Ma si troveranno comunque delle tracce. Perché mandare all’aria la vita di un innocente? »

« Lui mi ama. Io ho 17 anni quasi. La sua vita non aveva niente da perdere. Io si. E prima che lo chieda: è stata una sua idea. Non mia. Non ha mai amato nessuno, Mr Holmes? A tal punto da sacrificare la sua stessa vita? Se non l’ha fatto, provo pena per lei. Davvero. » 

E Sherlock rimane in silenzio, scuotendo la testa. Non sa come avrebbe avuto il coraggio di dirlo a Margaret. Ma sa che avrebbe dovuto. Manda un sms a Lestrade dunque, dicendo di raggiungerlo. 

Vedere una ragazzina distruggersi la vita così .. un uomo disposto a sacrificarsi .. si ripercuote dai suoi pensieri, andando voi quando poi, ode le sirene della polizia.

 

Sarebbe andato da Margaret quella sera, ma forse prima ha un’altra faccenda da risolvere. La risoluzione del caso, a John, viene raccontata proprio da Greg per telefono. Per questo John si fa trovare davanti il portone del 221b, seduto. E Sherlock rimane sorpreso, quando lo trova lì.

 

« Perché sei seduto lì? » 

« Ho una zoppia psicosomatica ricordi? Sherlock »

« No. No. Sali. Tocca a me parlare »

Raggiunto l’appartamento, Sherlock si siede sulla poltrona, e John nella propria. Offtopic: Mrs Hudson é dietro la porta ad origliare.

« Mi dispiace se ho cercato di allontanarti, John. Dovevo pensare. Riflettere. Ragionare e capire. Non è stato facile dopo - »

« Sherlock »

« No. Fammi parlare »

« No. Fammi parlare tu. Io non sono Victor, Sherlock. Io non sono nessuno del tuo passato, non trattarmi come uno dei tanti che ti ha voluto bene e poi ti ha abbandonato. Ti ricordo che sei stato tu ad abbandonarmi! » eccola. La rabbia del soldato. Che però deve tenere a bada.

« Scusa. Non è di questo che devo parlare. Si. Ti sei allontanato. E francamente non capisco perché. Non ti ho sempre dato prova di rimanerti vicino? Non ti ho dato prova di perdonarti anche se ti comporti e sei un grandissimo stronzo egoista? Con te sono rimasto dall’inizio, alla fine. Ti ho chiesto un ultimo miracolo, ho sparato ad un tassista, mi sarei fatto saltare in aria, cazzo! Io - ho commesso degli errori. Ho commesso .. tanti. Tantissimi errori. Ed uno fra questi é averti odiato nei momenti in cui in realtà non ti odiavo affatto. Ma odiavo me stesso per non riuscire ad odiarti. Perché è tutto così difficile con te ..? Guardami. Sto invecchiando, sto rallentando, non riesco più a - »

« L’uomo .. che si è sacrificato per quella ragazza. Mi ha fatto capire molte cose. Anche io mi sono sacrificato più di una volta per te. E lo farei di nuovo. Per te e per Rosie. Te l’ho promesso. E non voglio più venire a meno di quella promessa. Ma non voglio di nuovo rischiare di perderti, John. Sarò anche uno stronzo, ma tutto ciò che ho di umano me l’hai donato tu. » 

Inaspettatamente Sherlock si avvicina a John, inginocchiandosi di fronte a lui, per prendergli una mano. La adagia al proprio polso, facendo per premerci sopra il pollice del dottore.

« Battito accelerato, pupille dilatate, fatica a formulare un discorso. Te li ho spiegati io questi sintomi. Pochi giorni fa. Sono sempre stato dipendente da eroina, cocaina, oppio, sigarette .. da tantissime cose che mi hanno rovinato, durante l’adolescenza. Adesso sei tu, la mia dipendenza. Adesso sei tu. Ti prego, di qualcosa. »

 

( TO BE CONTINUED IN THE NEXT CHAPTER ) 


.....



- SI. Lo so. Altro finale per cui linciarmi. MA MI AMERETE PER QUESTO ED IL PROSSIMO. <3 <3 

 

 

 

 

   
 
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