Film > Hellboy
Ricorda la storia  |      
Autore: Quella Della Pasta    11/04/2023    1 recensioni
Non mi è permesso sognare, non mi è permesso scegliere: e perché dovrei? Io sono la Morte, in fondo. E incontrerò ognuno di voi ad ogni incrocio. In questo mondo, in tutti i mondi...
-
Ha partecipato al COWT #13 (sesta settimana) (...ed ultima) col prompt: Missione 3 (uniti per le cronache) - 14. morte.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

«Finalmente... vi ho aspettati entrambi per molte lune infernali. Io sono la Morte, e lo incontrerò ad ogni incrocio.»

(...)

«Puoi salvarlo?»

«Sta a te deciderlo, per me è lo stesso. Il mio cuore è colmo di polvere e sabbia…»

(da ‘Hellboy: The Golden Army’)

 

Il mio cuore è polvere, i miei occhi sono sabbia, le mie ossa non sono altro che le pietre su cui si reggono le fondamenta della Terra. Perché io sono la Morte, e tutto osservo e tutto conosco.

Non mi è permesso sognare, non mi è permesso scegliere: e perché dovrei? Io sono la Morte, in fondo. E incontrerò ognuno di voi ad ogni incrocio. In questo mondo, in tutti i mondi.

Io non sogno di reami lontani. Io li vedo. E aspetto. Silente e fedele ad ogni incrocio, affinché ognuno giunga al termine della propria strada. Che la segua per dove deve andare, esattamente come deve andare. Non posso certo scegliere per voi; e nemmeno vorrei, non è mio compito e non ne traggo alcuna letizia nell’adempiervi prima del previsto. Oh, so che a molti di voi conforti immaginarmi come una madre megera, avida e ingiusta, che vi sottrae tempo prezioso, attimi di vita rubati, moneta dopo moneta su un conto infinito che vorreste vi fosse risarcito, e non me ne faccio un cruccio, no, affatto: d’altro canto, è più che naturale che il rimedio al male che vi affligge sia molto più spesso ancora più amaro della malattia stessa.

Non esiste attimo in cui ricordi il tempo in cui nel mio cuore ci fosse altro che arida polvere. Non avrebbe nemmeno senso che io l’avessi, un cuore, né che mi innamorassi, o che provassi pietà. Perché sono la Morte, e non m’è concessa una coscienza per scegliere. Vorreste forse un giudice ingiusto a presenziare alla vostra ultima sentenza? Oh, no, io non credo…e forse è un bene, che io non sia una tal giudicante: non ho pietà né compassione, è vero, ma allo stesso modo brutale non guardo in faccia a nomi importanti, non mi faccio ammaliare dalle lucide monete sonanti, né tengo in considerazione il potere che possa essermi concesso per ritardare di ancora un poco la sabbia che scorre nelle vostre clessidre. D’altra parte ancora…è pur vero che a nessun mortale sulla Terra possa essere concesso un potere più grande del mio. Non vi consola, questo?

In questo mondo, in tutti i mondi, io sono la nocchiera preposta all’ultimo viaggio, la guardia dell’ultimo incrocio, quello dalla lampada ancora accesa e in cui tutti immaginano che spiri un vento freddo, che tagli fin nelle ossa con la consapevolezza che è finita, il sipario si chiude e non c’è tempo per restare a vedere i titoli di coda. Niente di più falso. Timbri il biglietto e via, semplice come respirare, come vivere senza rendersi conto di star vivendo, e nossignore, il conto non è rimborsabile. Non prendetevela con me, non portatemi rancore: è il mio lavoro, e così come il vostro, ha delle regole da rispettare. Forse per questo non ho un cuore di carne e anima, né ai miei occhi è concesso il sollievo di specchiarmi nella meraviglia, nel provare gioia, né rabbia: perché sarebbe troppo semplice, a quel punto, trasgredire alla mia stessa natura. Ma poi, ho in fondo una qualche natura, io? Io sono Morte. Non v’è altra spiegazione. Non ne necessito di altre che non siano il mio stesso nome.

I miei occhi sono ciechi, eppure io vedo ciò che a chiunque altro è precluso. Vedo oltre montagne e mari, cosa c’è al di là dell’azzurro del cielo e del più lontano limitare del buio siderale in cui galleggiano stelle morte che ancora mandano la loro luce, ultimo afflato di una vita ormai conclusa. Vedo di mondi lontani e vicini, alcuni infimi come un granello della sabbia che compone le mie ossa, altri ancora così intricati e in conflitto con se stessi da far impazzire chiunque altri sia in possesso di cuore e cervello, di carne, sangue ed anima. Ma io sono la Morte, e mi è concessa una visione che a voi creature mortali sarà per sempre preclusa. Vedo l’orrore celato nel cuore degli uomini che sgorga dagli abissi feriti di ogni oceano, e labirinti impazziti che solo anime pure possono attraversare; vedo l’umanità innalzarsi e crollare molte e molte più volte ancora, e che persino un demonio nato apocalisse sia capace di un’infinita bontà. Vedo anime intrappolate in muri di sangue e segreti, incapaci di venire a me, prigioniere ancora delle loro vite pur senza saperlo; vedo maestri e cavalieri e assassini e giovani anime prigioniere di un destino sempre più folle, sempre più inevitabile, salire gradino dopo gradino la spirale della vita nella folle corsa che voi consumate ogni giorno, stretti nelle torri scure delle vostre esistenze, ignorando che se guardaste fuori dalle feritoie lungo il percorso vedreste che ci sono molte altre strade, e molti altri incroci. In cui ci incontreremo. O forse più avanti. Perché non v’è modo di sfuggirmi.

Perché io sono la Morte, e vi incontrerò ad ogni incrocio.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Hellboy / Vai alla pagina dell'autore: Quella Della Pasta